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CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ

Esercizi risolti

1. Determinare
lim [cos x]∗
x→kπ/2

al variare di k in Z. Ove tale limite non esista, discutere l’esistenza dei limiti laterali.
Identificare i punti di discontinuità della funzione f (x) = [cos x] ed il loro tipo.
2. Determinare per quale valore del parametro α la funzione
√
x + 1 se x ≥ 0
f (x) = ∗
[x] + α se x < 0

è continua sull’intervallo [−1, +∞).



[x] denota la parte intera di x.
3. Sia ( sin(x2 )

x( 1+x−1)
se x > 0
f (x) =
x
a2 + 3 se x ≤ 0;
determinare a in modo che f risulti continua nel suo dominio.
4. Scrivere l’equazione della retta tangente nel punto di ascissa x = 2 al grafico di

x+2
f (x) = − log(2x − 3)
x2 − 1

e ricavare la parte principale di f (x) − f (2) per x → 2.


5. Determinare i punti di non derivabilità delle seguenti funzioni
 
2 −|x| 2 1
a) f (x) = |x − 1| b) f (x) = e c) f (x) = min x , 2
x

6. Sia 
(x − β)2 − 2 x≥0
f (x) =
α sin x x < 0.
Determinare α e β in modo che f sia continua e derivabile su R.
7. Verificare che le funzioni

a) f (x) = x2 log |x| b) f (x) = |x|x

sono prolungabili con continuità per x = 0. Le funzioni f cosı̀ prolungate risultano


derivabili in x = 0?
8. Sia f (x) una funzione derivabile. Dimostrare che se f è pari allora f ′ è dispari, e
viceversa se f è dispari allora f ′ è pari.
9. Tra tutte le rette y = kx (con k > 0) trovare quella tangente al grafico di f (x) = ex
in un punto di ascissa x0 > 0. Utilizzare questo risultato per determinare il numero
di soluzioni dell’equazione ex = kx al variare di k in R.
10. Verificare che si può applicare il teorema di Lagrange alla funzione f (x) = arcsin x
nel suo dominio [a, b], e determinare i “punti di Lagrange”, cioè i punti c tali che
f ′ (c) = f (b)−f
b−a
(a)
.
11. Sia f (x) = x7 +x. Verificare che f è invertibile su R. Verificare che la funzione inversa
f −1 è derivabile su R e calcolare (f −1 )′ (0) e (f −1 )′ (2).
2
12. Sia f (x) = (x−1)ex +arctg (log x)+2. Dimostrare che f è invertibile sul suo dominio
e determinare im(f ).
13. Dimostrare che la funzione f (x) = eex −2
x

+2 è invertibile in tutto il suo dominio R. Cal-


colare poi esplicitamente la funzione inversa f −1 ed il suo dominio.
14. Dimostrare che la funzione f (x) = −x2 + x − log x è invertibile nel suo dominio R+ .
Detta f −1 la funzione inversa, calcolare (f −1 )′ (0).
15. Determinare gli intervalli di monotonia della funzione

f (x) = 13 x3 − 21 x2 − 2x + 1.

Quanti zeri ha f ? Detta f −1 la funzione inversa di f ristretta all’intervallo di mono-


tonia contenente x = 0, calcolare (f −1 )′ (1).
16. Tra tutti i triangoli rettangoli di ipotenusa assegnata a trovare quello di area massima.
17. Utilizzando la regola di de l’Hopital calcolare

log(1 + sin x) sin (π 3x )


a) lim b) lim
x→0 sin 2x x→0 x
1 sin (log(1 + 3x))
c) lim (ex + x) x d) lim
x→0 x→0 ex − 3x
arcsin x − π/2 π 
e) lim √ f ) lim x − arctg x .
x→1− 1−x x→+∞ 2

18. Verificare che la funzione


x+1
f (x) = log(2 + x) + 2
x+2

non ha altri zeri oltre a x0 = −1.


19. Determinare il numero di punti critici della funzione

x log x − 1
f (x) = .
x2
9
20. Determinare il numero di soluzioni dell’equazione ex −9x+1
= a al variare di a in R.
21. Studiare la funzione
log x − 3
f (x) = .
log x + 2
Discutere l’invertibilità di f , e calcolare (f −1 )′ (− 23 ). È possibile scrivere esplicita-
mente la funzione inversa f −1 ?
22. Tra tutti i cilindri circolari retti di volume fissato V trovare quello di area superficiale
totale minima (incluse le 2 facce circolari del cilindro).
23. Un triangolo rettangolo di ipotenusa a è ruotato attorno ad uno dei cateti e genera un
cono circolare retto. Trovare il più grande volume possibile di tale cono. [Si ricordi
che il volume del cono è 13 · area di base · altezza.]
24. Dimostrare che
1 √ 1
< 51 − 7 <
8 7

senza calcolare √51 con 3 cifre decimali, ma applicando il teorema di Lagrange alla
funzione f (x) = x nell’intervallo [49, 51].
25. a) Sia f una funzione definita su un intervallo I ⊆ R tale che

|f (x) − f (t)| ≤ (x − t)2 , ∀x, t ∈ I.

Dimostrare che f è costante su I. (Suggerimento: si dimostri che f ′ (x0 ) = 0 ∀x0 ∈ I.)


b) Dimostrare lo stesso risultato senza usare la derivata. (Suggerimento: fissati x, t ∈ I
con t < x, si divida l’intervallo [t, x] in n intervallini di uguale ampiezza.)
Soluzioni

1. Per la periodicità, è sufficiente considerare i casi: k = 0, 1, 2, 3. Disegnando il grafico


di f (x) = [cos x] si vede che:

lim f (x) = 0 6= f (0) = 1; lim f (x) = −1 = f (π);


x→0 x→π

lim f (x) = 0 = f ( π2 ) 6= lim f (x) = −1;


x→ π − π
x→ 2 +
2

lim f (x) = −1 6= lim f (x) = 0 = f ( 23 π).


x→ 23 π − x→ 32 π +

I punti x = 0, ±2π, ±4π, . . . sono punti di discontinuità eliminabile. I punti x =


± π2 , ± 23 π, . . . sono punti di discontinuità di prima specie (tipo salto).
2. La funzione è continua in tutti i punti di [−1, +∞) escluso al più lo zero. Essendo

lim f (x) = lim ( x + 1) = 1 = f (0),
x→0+ x→0+

la funzione è continua in zero da destra. Essendo infine

lim f (x) = α + lim− [x] = α − 1,


x→0− x→0

la funzione sarà continua anche nello zero se e solo se α − 1 = 1, cioè α = 2.


3. La funzione è continua in tutti i punti escluso al più nello zero. Si ha

lim f (x) = lim (a 2x + 3) = a + 3 = f (0),


x→0− x→0−

cioè f è continua in zero da sinistra. Calcolando il limite di f (x) per x → 0+ abbiamo

sin(x2 ) x2 + o(x2 )
lim √  = lim x
 = 2.
x→0+ x 1+x−1 x→0+ x + o(x)
2

Quindi f è continua in tutto il suo dominio se e solo se a + 3 = 2 cioè a = −1.


4. Si ha f (2) = 4/3. Calcolando f ′ (x) otteniamo f ′ (2) = −31/9. Quindi la retta tangente
nel punto x0 = 2 ha equazione y = − 31 4
9 (x − 2) + 3 . Utilizzando la prima formula
dell’incremento finito si ha

f (x) − f (2) = − 31
9 (x − 2) + o(x − 2) (x → 2),

e quindi la parte principale di f (x) − f (2) per x → 2 è − 31


9 (x − 2).
5. a) La funzione f ha due punti angolosi in x = ±1, come si vede facilmente anche
disegnandone il grafico. Ad esempio calcolando le derivate laterali nel punto x0 = 1
otteniamo

′ f (x) − f (1) |x2 − 1| |x − 1| · |x + 1|


f± (1) = lim = lim = lim = ±2.
x→1± x−1 x→1 ± x−1 x→1 ± x−1
b) La funzione f ha un punto angoloso in x = 0, come si verifica anche disegnandone
il grafico. Esplicitamente, le derivate laterali in x0 = 0 sono date da:

′ e−x − 1 et − 1
f+ (0) = lim = − lim = −1,
x→0+ x t→0− t

′ ex − 1
f− (0) = lim− = 1.
x→0 x
1
c) Risolvendo la disequazione x2 < x2 si vede facilmente che

x2 se |x| ≤ 1, x 6= 0,
f (x) = 1
x2 se |x| > 1.

Notiamo che f non è definita in x = 0. In tutti gli altri punti, escluso al più i punti
“di raccordo” x = ±1, f è continua e derivabile perchè restrizione di funzioni continue
e derivabili. La funzione è chiaramente continua nei punti x = ±1. Calcolando le
′ ′
derivate laterali in tali punti si ottiene facilmente f± (1) = ∓2 = f± (−1). Quindi f ha
due punti angolosi in x = ±1. Possiamo anche procedere graficamente, notando che il
grafico di f si disegna a partire dai due grafici di x2 e x12 prendendo sempre quello che
sta al di sotto dell’altro. Il grafico cosı̀ ottenuto presenta appunto due punti angolosi
in x = ±1. √
6. Imponendo la continuità in x = 0 si ottiene β = ± 2. La funzione è chiaramente
derivabile in ogni punto escluso al più il punto di raccordo x = 0, con

′ 2(x − β) x>0
f (x) =
α cos x x < 0.

Sia β = ± 2, cosı̀ che f è continua in x = 0. Per studiare la derivabilità in x = 0
calcoliamo il limite per x che tende a zero della funzione f ′ (x). Per un noto teorema,
se tale limite esiste ed è uguale a l ∈ R allora f è derivabile in zero e f ′ (0) = l.
Essendo
lim+ f ′ (x) = −2β, lim− f ′ (x) = α,
x→0 x→0

vediamo che f è derivabile in x = 0 se e solo se α = −2β √ √= ∓2 2. In definitiva
f Ï continua
√ e derivabile su R se e solo se (α, β) = (−2 2, 2), oppure (α, β) =
(2 2, − 2).
7. a) Si ha dom(f ) = R \ {0}. Per calcolare il limite di f (x) per x che tende a zero
ricordiamo il limite fondamentale

lim xα log x = 0, ∀α > 0.


x→0+

Da questo otteniamo
lim x2 log |x| = 0,
x→0
e quindi f si può prolungare con continuità nello zero ponendo f (0) = 0. Calcolando
il limite del rapporto incrementale nello zero otteniamo che f è derivabile in x = 0
con f ′ (0) = 0, essendo

f (x) − f (0) x/2 log |x|


lim = lim = 0.
x→0 x x→0 /x

b) Si ha
lim |x|x = lim ex log |x| = e0 = 1.
x→0 x→0

Posto f (0) = 1 e calcolando il limite del rapporto incrementale per x che tende a zero
otteniamo
 x log |x| 
ex log |x| − 1 e −1
lim = lim · log |x| = 1 · (−∞) = −∞.
x→0 x x→0 x log |x|

Quindi in questo caso f non è derivabile in x = 0.


8. Sia f pari, f (−x) = f (x). Prendendo la derivata di ambo i membri e utilizzando la
formula di derivazione della funzione composta, otteniamo −f ′ (−x) = f ′ (x), cioè f ′ é
dispari. Analogamente se f è dispari, f (−x) = −f (x), si ottiene −f ′ (−x) = −f ′ (x),
e quindi f ′ è pari.
9. Imponendo le condizioni di tangenza tra f (x) = ex e g(x) = kx, cioè

f (x) = g(x),
f ′ (x) = g ′ (x),

si ottiene facilmente x = 1 e k = e. Quindi la retta y = ex è tangente a ex nel punto


di ascissa 1. Graficamente si deduce allora che l’equazione ex = kx ha 1 soluzione per
k < 0 e per k = e, 2 soluzioni per k > e, nessuna per 0 ≤ k < e. Possiamo anche
procedere in un altro modo, cioè studiamo la funzione f (x) = ex − kx al variare di
k ∈ R. Ci interessa trovare quanti zeri ha f , cioè il numero di soluzioni dell’equazione
f (x) = 0. Possiamo supporre k 6= 0. Sia k > 0. Si ha limx→±∞ f (x) = +∞.
Calcolando la derivata e studiandone il segno otteniamo

f ′ (x) = ex − k ≥ 0 ⇐⇒ x ≥ log k.

Quindi f ha un punto di minimo assoluto in x = log k. Per stabilire se questo minimo


è positivo, negativo o nullo osserviamo che

f (log k) = elog k − k log k = k(1 − log k) ≤ 0 ⇐⇒ k ≥ e.

Quindi se k > e il minimo sta al di sotto dell’asse x e f ha due zeri. In questo caso
la retta y = kx è secante al grafico di ex . Se k = e il minimo giace sull’asse x, f ha
un solo zero, e la retta y = ex è tangente a ex . Infine se 0 < k < e il minimo è al
di sopra dell’asse x e quindi f non ha zeri. In tal caso la retta y = kx non incontra
il grafico di ex . Sia ora k < 0. Si ha limx→±∞ f (x) = ±∞ e f ′ (x) = ex − k > 0
∀x ∈ R. Dunque f è strettamente crescente su R e si annulla in un solo punto x0
(< 0 perchè f (0) = 1). Quindi per k < 0 la retta y = kx incontra il grafico di ex
nel solo punto x0 , come è evidente anche graficamente. Un terzo metodo consiste
nello studiare la funzione f (x) = ex ; dopo averne disegnato il grafico, si determina il
x

numero di soluzioni dell’equazione f (x) = k al variare di k in R.


10. La funzione f (x) = arcsin x è continua su [−1, 1] ed è derivabile su (−1, 1) (i punti
x = ±1 sono punti a tangente verticale, essendo limx→±1 f ′ (x) = +∞). Si può quindi
applicare il teorema di Lagrange. I punti di Lagrange sono determinati da
r
1 f (1) − f (−1) π 4
√ = = , =⇒ c = ± 1 − 2 .
1 − c2 2 2 π

11. La funzione f è continua e strettamente crescente su R, essendo f ′ (x) = 7x6 +1 > 0 ∀x.
Quindi f è invertibile su R. Poichè la sua derivata non si annulla mai, la funzione
inversa f −1 è derivabile su R. Essendo f (0) = 0 e f (1) = 2, si ha

1 1 1
(f −1 )′ (0) = = 1, (f −1 )′ (2) = = .
f ′ (0) f ′ (1) 8

12. Si ha dom(f ) = R+ , e

2 1
f ′ (x) = ex (2x2 − 2x + 1) + .
x(1 + log2 x)

Si verifica subito che f ′ (x) > 0 ∀x > 0, quindi f è strettamente crescente su R+ , e


dunque è invertibile. Per determinare l’immagine osserviamo che se f è una funzione
continua e strettamente crescente su un intervallo (a, b), allora l’immagine im(f ) è
l’intervallo (s, S), dove

s = lim f (x) = inf f, S = lim f (x) = sup f.


x→a+ x→b−

Nel nostro caso abbiamo

lim f (x) = 1 − π2 , lim f (x) = +∞, =⇒ im(f ) = (1 − π2 , +∞).


x→0+ x→+∞

13. Si ha
4 ex
f ′ (x) = > 0, ∀x ∈ R.
(ex + 2)2
Essendo strettamente crescente, f è invertibile su tutto R. Per calcolare la funzione
inversa dobbiamo risolvere l’equazione f (x) = y per x in funzione di y. Posto ex = t
1+y
si ottiene l’equazione fratta t−2
t+2 = y, la cui soluzione è t = 2 (1−y . Dunque

   
2(1 + y) −1 2(1 + x)
x = log ⇒ f (x) = log .
1−y 1−x
Il dominio di f −1 (che è anche l’immagine di f ) è dato da

dom(f −1 ) = {x : 1+x
1−x > 0} = (−1, 1).

14. Si ha
1 −2x2 + x − 1
f ′ (x) = −2x + 1 − = < 0, ∀x ∈ R+ .
x x
Quindi f è strettamente decrescente su R+ ed è dunque invertibile in questo intervallo.
Essendo f (1) = 0, si ha (f −1 )′ (0) = 1/f ′ (1) = −1/2.
15. Studiando il segno della derivata f ′ (x) = x2 − x − 2 = (x + 1)(x − 2), si vede che f è
strettamente crescente sugli intervalli (−∞, −1) e (2, +∞), strettamente decrescente
sull’intervallo (−1, 2). Notiamo che lim f (x) = −∞, lim f (x) = +∞. Essendo
x→−∞ x→+∞
f (0) = 1 > 0, il massimo nel punto x = −1 è sicuramente positivo, e dunque f si
annulla una volta per x < 0. Poichè il minimo in x = 2 vale f (2) = −7/3 < 0, la
funzione si annulla in altri due punti per x > 0. Quindi f ha tre zeri. L’intervallo di
monotonia contenente x = 0 è (−1, 2). Poichè f (0) = 1, si ha (f −1 )′ (1) = 1/f ′ (0) =
−1/2.
16. Il problema si risolve facilmente senza calcoli osservando che i triangoli in questione
si possono inscrivere in una semicirconferenza di diametro a. Quello di area massima
si otterrà quando l’altezza relativa all’ipotenusa è massima, cioè quando è uguale al
raggio a2 . Questo significa che il triangolo è isoscele, con cateti uguali a √a2 . Dal

punto di vista analitico f (x) = 21 x a2 − x2 é l’area in funzione della misura x di un
cateto. Si ha f : [0, a] → R, con f (0) = f (a) = 0. Studiando il segno della derivata
2 2
prima f ′ (x) = 2a√a−2x
2 −x2
si vede che x = √a2 è punto di massimo relativo e assoluto,
a2
con f ( √a2 ) = 4 .
17. a)
cos x
log(1 + sin x) 0 H 1
lim = = lim 1+sin x = .
x→0 sin 2x 0 x→0 2 cos 2x 2
b)
sin (π 3x ) 0 H cos (π 3x ) π 3x log 3
lim = = lim = −π log 3.
x→0 x 0 x→0 1
c)
1 log(ex +x) 0 H ex +1
lim (ex + x) x = elimx→0 x = e 0 = elimx→0 ex +x = e2 .
x→0

d)
3 cos(log(1+3x))
sin (log(1 + 3x)) 0 H 3
lim x x
= = lim x 1+3x
x
= .
x→0 e −3 0 x→0 e − 3 log 3 1 − log 3
e)

√ 1 √
arcsin x − π/2 0 H 1−x2 1
lim √ = = lim = −2 lim √ = − 2.
x→1 −
1−x 0 x→1− √−1 x→1− 1+x
2 1−x
f)
π
π
 2 − arctg x 0
lim x 2
− arctg x = ∞ · 0 = lim 1 =
x→+∞ x→+∞
x
0
1
H − 1+x 2 x2
= lim = lim = 1.
x→+∞ − x12 x→+∞ 1 + x2

18. Si ha dom(f ) = (−2, +∞), limx→+∞ f (x) = +∞, limx→−2+ f (x) = −∞. La derivata
prima
x+4
f ′ (x) =
(x + 2)2
è sempre positiva in dom(f ). Quindi f è strettamente crescente nel suo dominio, e
non può avere altri zeri oltre a x0 = −1.
19. Si ha dom(f ) = (0, +∞), e la derivata prima è

x + 2 − x log x
f ′ (x) = .
x3

Quindi f ′ (x) = 0 ⇔ log x = 1 + x2 . Disegnando le due funzioni log x e 1 + x2 si vede


facilmente che questa equazione ha un’unica soluzione x0 > 1. Pertanto f ha un solo
punto critico x0 > 1.
9
20. Innanzitutto non ci sono soluzioni se a ≤ 0. Studiando la funzione f (x) = ex −9x+1
si ha dom(f ) = R, limx→−∞ f (x) = 0, limx→+∞ f (x) = +∞, e si trova che f ha
un punto di massimo relativo in x = −1, con f (−1) = e9 , e un punto di minimo
relativo in x = 1, con f (1) = e−7 . Disegnando un grafico qualitativo di f si vede che
l’equazione proposta ha
 −7 9
 1 soluzione per 0 < a < e e per a > e ,

2 soluzioni per a = e−7 , e9 ,

3 soluzioni per e−7 < a < e9 .

21. Si ha dom(f ) = (0, e−2 ) ∪ (e−2 , +∞),

−5
lim f (x) = 1 = lim f (x), lim f (x) = 0± = ∓∞.
x→0+ x→+∞ x→ 1 ±
e2

Quindi la retta y = 1 è asintoto orizzontale e la retta x = e−2 è asintoto verticale. La


derivata prima è
5
f ′ (x) = > 0 ∀x ∈ dom(f ).
x(log x + 2)2
Questo implica che f è strettamente crescente su (0, e−2 ) e su (e−2 , +∞). Quindi f è
invertibile in ognuno di questi due intervalli. Essendo poi

f ((0, e−2 )) = (1, +∞), f ((e−2 , +∞)) = (−∞, 1),


f è iniettiva e quindi invertibile in tutto il suo dominio. Questo si vede facilmente
anche disegnando il grafico di f . Essendo f (1) = − 23 , si ha
 
−1 ′ 3 1 4
(f ) − = ′ = .
2 f (1) 5
2y+3
L’equazione f (x) = y si risolve esplicitamente e si ottiene x = e 1−y . Dunque la
funzione inversa è 2x+3
f −1 (x) = e 1−x .
V
22. Sia r il raggio e h l’altezza del cilindro. Allora V = πr 2 h, da cui h = πr2 . L’area della
superficie totale del cilindro è

2V
A = 2πrh + 2πr 2 = + 2πr 2 .
r

Si tratta di studiare la funzione f (r) = 2V


r
+ 2πr 2 per r > 0. In tale intervallo f ha
sicuramente un minimo in quanto f è continua e

lim f (r) = lim f (r) = +∞.


r→0+ r→+∞

La derivata prima
2V 4πr 3 − 2V
f ′ (r) = − + 4πr =
r2 r2
q q
V V
è positiva per r > 3 2π e negativa per 0 < r < 3 2π . Ne segue che il valore minimo
q
V
dell’area totale si ottiene per r = 3 2π ed è dato da

r !  2/3
3 V V
Amin = f = 6π .
2π 2π

23. Sia x il cateto


√ attorno al quale ruota il triangolo, cioè l’altezza del cono. Allora l’altro
cateto, y = a2 − x2 , è il raggio del cono. Il volume del cono è dato da

1 1
V = · πy 2 · x = π(a2 − x2 )x.
3 3

Dobbiamo studiare la funzione f (x) = π3 (a2 x − x3 ) per 0 ≤ x ≤ a. Notiamo che f è


continua nell’intervallo [0, a]. Essendo f (0) = f (a) = 0, ed essendo f sempre positiva
nell’intervallo (0, a), f avrà sicuramente un massimo positivo in tale intervallo. Poichè
f è derivabile ovunque e la derivata prima
π 2
f ′ (x) = (a − 3x2 )
3
si annulla solo per x = √a3 , tale punto è un punto di massimo relativo e assoluto. Il
volume massimo è dato dunque da
 
a 2πa3
Vmax = f √ = √ .
3 9 3

24. Applicando il teorema di Lagrange alla funzione f (x) = x nell’intervallo [49, 51] si
ha che esiste almeno un punto c ∈ (49, 51) tale che

51 − 7 1
= √ .
2 2 c

Poichè 49 < c < 51 < 64, si ha che 7 < c < 8, da cui passando ai reciproci otteniamo
che 18 < √1c < 17 . Ne segue che

1 √ 1 1
< 51 − 7 = √ < .
8 c 7

25. a) Fissato x0 ∈ I, si ha che

|f (x) − f (x0 )| ≤ (x − x0 )2 , ∀x ∈ I.

Dividendo per |x − x0 | otteniamo che



f (x) − f (x0 )
0 ≤ ≤ |x − x0 |, ∀x ∈ I, x 6= x0 .
x − x0

Passando al limite per x → x0 e applicando il teorema del doppio confronto otteniamo



f (x) − f (x0 ) f (x) − f (x0 )
lim =0 ⇔ lim = 0 ⇔ f ′ (x0 ) = 0.
x→x0 x − x0 x→x0 x − x0

Poichè x0 ∈ I è arbitrario, ne segue che f ′ = 0 su I, e dunque la funzione f è costante


nell’intervallo I.
b) Fissiamo due punti x, t ∈ I, con t < x, e dividiamo l’intervallo [t, x] in n intervallini
tutti della stessa ampiezza h = x−t n tramite gli n + 1 punti

x0 = t, x1 = t + h, x2 = t + 2h, . . . , xn−1 = t + (n − 1)h, xn = t + nh = x,

dove n ∈ N+ è un numero naturale positivo qualsiasi. Applicando la condizione


soddisfatta da f ad ogni intervallino [xj−1 , xj ] si ha che

(x − t)2
|f (xj−1 ) − f (xj )| ≤ (xj − xj−1 )2 = h2 = , ∀j = 1, 2, . . . , n.
n2
Da questa scrivendo

f (x) − f (t) = f (xn ) − f (xn−1 ) + f (xn−1 ) − f (xn−2 ) + · · · + f (x2 ) − f (x1 ) + f (x1 ) − f (x0 ),

e applicando la disuguaglianxa triangolare, otteniamo

0 ≤ |f (x) − f (t)|
= |(f (xn ) − f (xn−1 )) + (f (xn−1 ) − f (xn−2 )) + · · · + (f (x2 ) − f (x1 )) + (f (x1 ) − f (x0 ))|
≤ |f (xn ) − f (xn−1 )| + |f (xn−1 ) − f (xn−2 )| + · · · + |f (x2 ) − f (x1 )| + |f (x1 ) − f (x0 )|
n volte
z }| {
2 2 2
≤ h +h +···+h
(x − t)2
= nh2 = .
n

Questa vale ∀n ∈ N+ . Passando al limite per n → +∞ otteniamo che |f (x) − f (t)| = 0,


da cui f (x) = f (t). Poichè x e t sono arbitrari, f è costante su I.

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