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Numerosi sono i fattori climatici che influenzano, con le loro variazioni stagionali
e giornaliere, il comportamento delle pavimentazioni stradali in esercizio. Gli
aspetti legati alle condizioni climatiche che interagiscono con la capacità di
resistenza della pavimentazione ai carichi da traffico sono principalmente due:
93
Capitolo 3
94
Capitolo 3
Per tempi di carico molto brevi o a temperature molto basse la risposta elastica è
predominante; per tempi di carico lunghi o a temperature elevate è preponderante
la risposta viscosa, mentre la risposta elastica ritardata è importante soprattutto per
tempi di carico e livelli di temperatura intermedi. Quindi il comportamento
viscoso del conglomerato bituminoso emerge ad alte temperature, mentre alle
basse temperature il conglomerato si comporta come un corpo elastico.
Questi comportamenti della miscela sono meglio comprensibili se si va da
analizzare la risposta del bitume a sollecitazioni periodiche applicate con notevoli
frequenze, come sono quelle trasmesse dai veicoli che transitano su una strada.
Per determinare, sotto queste condizioni di carico, le caratteristiche prestazionali
della miscela, si sottopone un provino cilindrico a sollecitazioni monoassiali
variabili con legge sinusoidale, tenendo costante la temperatura. La legge alla
quale risponde la sollecitazione è del tipo:
· sin
dove:
è la pulsazione;
95
Capitolo 3
· sin
con:
ampiezza ε0 della deformazione;
Φ tan .
| |
dove:
E1 = parte reale del modulo complesso, la quale riassume le proprietà
elastiche del materiale. Prende il nome di Modulo di Restituzione;
E2 = parte immaginaria del modulo complesso che riassume le
caratteristiche viscose. Prende il nome di Modulo di Dissipazione.
Il modulo complesso dipende sia dalla frequenza che dalla temperatura: se infatti
si esegue la misura di tale modulo a temperature diverse, a parità di frequenza, si
ottengono valori diversi di E* proprio perché la temperatura esercita una certa
influenza sulle proprietà meccaniche della miscela bituminosa.
96
Capitolo 3
Fig.3.2 Isoterme del valore assoluto del modulo complesso di un conglomerato bituminoso per
uno strato di usura
Un altro aspetto nel quale l’influenza della temperatura si presenta è quello della
rottura della miscela. Tralasciando il fenomeno della rottura che si ottiene
applicando un unico carico (si hanno elevate deformazioni non riscontrabili nelle
pavimentazioni esistenti, se non per vistosi cedimenti del sottofondo), la reale
rottura degli strati della pavimentazione è dovuta a un fenomeno di fatica.
Lo strato di pavimentazione superficiale subisce, al passaggio di un veicolo, una
deformazione che successivamente viene restituita; se il materiale costituente lo
strato non è perfettamente elastico (come il conglomerato bituminoso di cui sono
composti gli strati superficiali), al ripristino della configurazione geometrica
iniziale non corrisponde un definitivo annullamento delle deformazioni subite. Di
conseguenza al ripetersi delle applicazioni di carico si verifica in alcuni punti
dello strato un progressivo aumento della deformazione fino alla rottura della
pellicola di legante. Per gli strati superficiali la rottura avviene alla base dello
strato, dove si registrano le tensioni massime di trazione: una volta che si è
verificata la prima fessura, questa va ad estendersi fino in superficie sotto forma di
97
Capitolo 3
lesioni macroscopiche a forma di rete, con velocità crescente per effetto della
riduzione della resistenza della struttura. Riprendendo tale argomento nel capitolo
successivo (saranno esposte le leggi di fatica utilizzate per il calcolo della vita
residua degli strati della pavimentazione), in questo capitolo si vuole sottolineare
come la temperatura influenzi il fenomeno della rottura della pavimentazione.
Infatti, poiché in realtà le sollecitazioni prodotte sulla strada dai veicoli non sono
di tipo sinusoidale, si avrà , in alcuni punti degli strati, una prevalenza della
sollecitazione di trazione su quella di compressione o viceversa; inoltre, poiché i
carichi non sono periodici ed ininterrotti fino alla rottura, ma si ha un periodo di
pausa tra il passaggio di un veicolo ed il successivo, la miscela ha la possibilità di
autoripararsi, cioè di riprendere la caratteristiche primitive alterate dalla
deformazione, sfruttando le sue proprietà viscose. Questo fenomeno è legato in
maniera stretta alla temperatura, dato che le micro fessure prodottesi tendono a
scomparire in misura tanto maggiore quanto più alta è la temperatura. Quindi la
temperatura, che non compare direttamente nelle leggi di fatica, assume un ruolo
importante sul comportamento a fatica degli strati legati a bitume: a parità di
deformazione, il danno provocato da un certo numero di cicli di carico è maggiore
alle basse che non alle alte temperature.
Fig.3.3 Relazione tra deformazione orizzontale e numero di cicli che producono rottura in un
conglomerato per strato di base
98
Capitolo 3
Fig 3.4 Esempio di trasmissione del calore tra aria e strati superficiali della pavimentazione
99
Capitolo 3
100
Capitolo 3
101
Capitolo 3
Fig 3.5 Variazione della temperatura di uno strato di C.B. con la profondità e l’ora del giorno in
cui sono state rilevate
102
Capitolo 3
1
·
∆
∆ , ,
· · · ·
∆
dove:
qi”(t-Δt) è il flusso di calore attraverso la i-esima faccia dell’elemento al
tempo t-Δt;
A è l’area della faccia;
V è il volume della cella;
ρ è la densità del materiale;
cp è il calore specifico medio del materiale;
T t(x,z) è la temperatura nel nodo di coordinate x e z al tempo t;
Δt è l‘intervallo di tempo.
103
Capitolo 3
,
, ·
·∆
0.25
2
con:
q’’(x,0): flusso di calore dalla superficie;
q’’s: flusso di calore entrante dovuto alla radiazione solare;
q’’e: flusso di calore uscente emesso dalla superficie per irraggiamento;
q’’c: flusso di calore trasmesso per convezione sulla superficie.
104
Capitolo 3
· · ·
dove:
3.2.2.1 Formula di Barber
Uno dei modelli più diffusi, applicato anche sul territorio italiano, è quello di
Barber (Barber, 1957); attraverso tale modello, il regime termico nello strato in
105
Capitolo 3
, 3 · · · sin 0.262 · ·
2
dove:
Tpav(z,t) è la temperatura [°C] calcolata al tempo t (da 0 a 24 ore) alla
profondità z [m] dal piano stradale;
Tag è la temperatura media giornaliera dell’aria [°C];
Ag l’escursione media giornaliera dell’aria [°C];
·
· [°C];
·
. · ·
[ora0.5/m];
;
106
Capitolo 3
3.2.2.2 Formula di Marchionna
dove:
Tpav(z) è la temperatura media mensile della pavimentazione alla
profondità z [°C];
Tam è la temperatura media mensile dell'aria [°C].
Poiché tale formula si basa sulla profondità media dello strato in conglomerato
bituminoso, partendo dai dati degli spessori rilevati tramite il GPR, è stato
calcolato il valore medio di tale spessore e poi è stato considerato il punto di
mezzo.
L’altro dato necessario per poter applicare la formula di Marchionna è il valore
della temperatura media mensile dell’aria Tam. Per ricavare tale valore, poiché
l’autostrada A25 presenta un’altimetria molto variabile (si va dai 700 m slm di
Torano al livello del mare nella zona di Pescara, passando per quote che arrivano
fino a 900 m slm), si è deciso di dividere l’autostrada in fasce altimetriche, per
ognuna delle quali poi calcolare il valore di Tam, dato che è evidente che la
temperatura dell’aria dipende strettamente dalla quota alla quale viene rilevata.
Le fasce altimetriche in cui si è divisa l’A25 sono:
107
Capitolo 3
Per ogni fascia altimetrica è stata quindi individuata una stazione meteo
rappresentativa, il più possibile vicina al tracciato autostradale, dalla quale è stato
possibile acquisire i dati di temperatura minima e massima giornaliera rilevati
durante un periodo di almeno 10 anni (l’analisi è stata condotta partendo da valori
di temperatura minima e massima registrate a partire dal 2000, fino a dicembre
2009).
Inoltre, poiché la variazione della temperatura dell’aria è marcata durante l’anno,
si è deciso di dividere l’anno in 3 stagioni, come riportato nella tabella seguente,
in modo tale da poter ricavare i moduli normalizzati dello strato in conglomerato
della pavimentazione per ogni singola stagione (è un’opzione che il software
Elmod6 permette)
Ottenute quindi le temperature medie minime e massime per ogni singolo anno di
ogni stagione, è stato possibile calcolare il valore della temperatura di riferimento
tramite la formula:
· 0.2
Non è stata utilizzata la formula classica per calcolare il valore medio (media
aritmetica) per il semplice fatto che avrebbe dato come risultato un valore troppo
cautelativo, dato che si tiene di conto, nel calcolo della temperatura media
giornaliera, anche del valore delle temperature registrate durante la notte, quando i
volumi di traffico sono decisamente inferiori rispetto alle ore del giorno.
La temperatura della pavimentazione viene rilevata, durante le misure effettuate
con il FWD, forando la pavimentazione stessa e inserendo all’interno del foro un
108
Capitolo 3
Tpav a 120 mm (Pratola‐Pescara)
35
30
Temperatura (°C)
25
20
15
10
5
Stagione 1 Stagione 2 Stagione 3
0
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
Graf 3.1 Andamento della temperatura della pavimentazione a 120 mm per ogni singola stagione
3.2.2.3 Confronto tra le formule di Barber e Marchionna
109
Capitolo 3
ITALIA SETTENTRIONALE
Radiazione Intervallo di
Temperatura Velocità
Escursione media Tempo medio
media media del
Stagione termica Ag giornaliera tra l’alba e lo
dell’aria Tm vento v
[°C] I Zenit
[°C] [m/sec]
[kCal / gg] [ore, minuti]
Radiazione Intervallo di
Temperatura Velocità
media Tempo medio
media Escursione media del
Stagione giornaliera tra l’alba e lo
dell’aria Tm termica Ag [°C] vento v
I Zenit
[°C] [m/sec]
[kCal / gg] [ore, minuti]
Radiazione Intervallo di
Temperatura Velocità
media Tempo medio
media Escursione media del
Stagione giornaliera tra l’alba e lo
dell’aria Tm termica Ag [°C] vento v
I Zenit
[°C] [m/sec]
[kCal / gg] [ore, minuti]
Tab 3.2 Dati climatici tipici per l’Italia Settentrionale, Centrale e Meridionale-Insulare
110
Capitolo 3
Si prende come valore della temperatura media dell’aria la media degli estremi
dell’intervallo per ogni singola stagione e si considera una profondità di 120 mm,
pari a quella effettuata per rilevare la temperatura nello strato in C.B. durante le
prove FWD. La formula di Barber, a differenza di quella di Marchionna,
restituisce il valore della temperatura nello strato la quale dipende non solo dalla
profondità alla quale si vuole conoscere, ma anche dal tempo (cioè l’ora
giornaliera variabile tra 0 e 24), variabile non presente nella formula di
Marchionna.Quindi, per poter effettuare il confronto, si calcola la variazione della
temperatura nello strato alla profondità di 120 mm durante l’intero arco della
giornata, e se ne calcola il valore medio (si considera una giornata tipo per ogni
stagione).
Temperatura C.B. (z=120mm) Inverno Temperatura C.B. (z=120mm) Primavera
Temperatura C.B. (z=120mm) Estate Temperatura C.B. (z=120mm) Autunno
40.0
35.0
30.0
25.0
Temperatura (°C)
20.0
15.0
10.0
5.0
0.0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
Ore del giorno
Graf 3.2 Andamento giornaliero della temperatura della pavimentazione a 120 mm per ogni
singola stagione
Come si nota nel Graf. 4.2, l’andamento della temperatura giornaliera nelle
stagioni primaverile ed autunnale hanno un andamento simile tra loro, il che
giustifica la scelta fatta, cioè quella di suddividere l’anno in sole 3 stagioni (in
pratica si accorpano i mesi primaverili ed autunnali tra loro).
111
Capitolo 3
Confrontando i valori ottenuti con le due formule, si nota che non si hanno
differenze marcate per le stagioni primaverili ed estive (si riscontrano differenze
<6%), mentre si ha una differenza maggiore per le stagioni autunnali ed invernali,
con la formula di Barber che, rispetto a Marchionna, sottostima sempre la
temperatura (inverno -11.7%, autunno -15.6%).
In generale, appare più corretto utilizzare il metodo di Marchionna, come in realtà
è stato fatto, per calcolare la temperatura di riferimento stagionale.
Tab 3.3 Differenze misurate tra le due formulazioni della temperatura della pavimentazione a
12 cm di profondità
3.2.2.4 Formule di BELLS
112
Capitolo 3
con:
Td : temperatura della pavimentazione alla profondità d, [°C];
IR : temperatura della superficie della pavimentazione, [°C];
d : profondità alla quale deve essere calcolata la temperatura, [mm];
T(5-day) : temperatura media dell’aria per i precedenti 5 giorni alla prova
FWD;
sin : funzione seno sul sistema delle 24 ore giornaliere, dove 2π radianti
corrispondono a un ciclo di 24 ore;
hr – 18 : ora del test nel sistema di 24 ore giornaliere; per utilizzarlo
correttamente, è necessario dividere il numero di ore (dopo aver sottratto
14 o 18 unità) per 24, moltiplicare poi per 2π e applicare la funzione seno
in radianti.
113
Capitolo 3
114
Capitolo 3
Fig 3.6 Andamento della funzione seno delle formule BELLS2 e BELLS3
La forma particolare che assumono queste curve fa sì che ci siano dei range orari
affinché le formule siano valide. Infatti, quando si usa la funzione (decimale)
sin(hr18 – 15.5), essa è valida solo per rilievi fatti nel lasso di tempo che va dalle
11:00 alle 05:00. Se l’orario non rientra in questo intervallo, si calcola la funzione
seno come se la prova fosse stata effettuata alle 11:00 (dove la funzione seno vale
-1). Se invece l’orario di prova è compreso tra le 00:00 e le 05:00, si devono
aggiungere 24 ore al tempo effettivo (in forma decimale).
Ad esempio, se il test FWD è stato effettuato alle 13:15 (13.25 in forma
decimale), si avrà:
- 13.25-15.5 = -0.125;
- -0.125 · 2π = -0.785.
e questo sarà il valore da inserire nella funzione seno.
Quando invece si usa la funzione (decimale) sin(hr18 – 13.5), questa ha validità per
un intervallo temporale che va dalle 09:00 alle 03:00. Anche in questo caso, se
115
Capitolo 3
116
Capitolo 3
I valori della temperatura vengono solitamente rilevati all’inizio e alla fine del
giorno di prova, e almeno deve essere effettuato un rilevo di temperatura ogni due
ore di rilievi deflettometrici.
Tramite apposito strumento la pavimentazione viene forata fino all’incirca alla
metà dello strato (12 cm circa di profondità); il foro viene poi riempito d’acqua e
viene inserito all’interno un termometro digitale, dopo che la temperatura
117
Capitolo 3
Una volta che sono state rilevate le temperature di un singolo giorno di prova, i
dati vengono interpolati e si ottiene l’andamento della temperatura nello strato in
conglomerato bituminoso durante l’intera giornata.
I dati rilevati durante le prove FWD sono riportati nei seguenti grafici: in ognuno
di essi è riportato l’andamento della temperatura dell’aria e quello ottenuto per il
conglomerato: come già descritto prima riguardo alla variazione del regime
termico, il conglomerato presenta un andamento traslato in avanti rispetto a quello
dell’aria, dato che impiega più tempo a scaldarsi e, una volta incamerato il calore,
lo rilascia gradualmente raffreddandosi più lentamente.
118
Capitolo 3
Andamento giornaliero della temperatura
30.0
25.0
Temperatura (°C)
20.0
15.0
10.0
5.0
Valori temperatura aria Valori temperatura strati C.B.
0.0
14.00 15.00 16.00 17.00 18.00 19.00
Ora (hh:mm)
Graf 3.3 Andamento giornaliero della temperatura dell’aria e dello strato in C.B.
(A25 tratto Pratola-Scafa, 19/04/2010)
Andamento giornaliero della temperatura
35.0
30.0
Temperatura (°C)
25.0
20.0
15.0
10.0
5.0
Valori temperatura aria Valori temperatura strati C.B.
0.0
8.30 9.30 10.30 11.30 12.30 13.30 14.30 15.30 16.30 17.30
Ora (hh:mm)
Graf 3.4 Andamento giornaliero della temperatura dell’aria e dello strato in C.B.
(A25 tratto Scafa-Pescara e Pescara-Scafa, 20/04/2010)
119
Capitolo 3
Andamento giornaliero della temperatura
30.0
25.0
Temperatura (°C)
20.0
15.0
10.0
5.0
Valori temperatura aria Valori temperatura strati C.B.
0.0
8.00 9.00 10.00 11.00 12.00 13.00
Ora (hh:mm)
Graf 3.5 Andamento giornaliero della temperatura dell’aria e dello strato in C.B.
(A25 tratto Scafa-Celano, 21/04/2010)
Andamento giornaliero della temperatura
35.0
30.0
Temperatura (°C)
25.0
20.0
15.0
10.0
5.0
Valori temperatura aria Valori temperatura strati C.B.
0.0
13.00 14.00 15.00 16.00 17.00 18.00 19.00
Ora (hh:mm)
Graf 3.6 Andamento giornaliero della temperatura dell’aria e dello strato in C.B.
(A25 tratto Celano-Tagliacozzo, 22/04/2010)
120
Capitolo 3
Andamento giornaliero della temperatura
30.0
25.0
20.0
Temperatura (°C)
15.0
10.0
5.0
Valori temperatura aria Valori temperatura strati C.B.
0.0
10.00 11.00 12.00 13.00 14.00 15.00 16.00 17.00 18.00
Ora (hh:mm)
Graf 3.7 Andamento giornaliero della temperatura dell’aria e dello strato in C.B.
(A25 tratto Torano-Cocullo, 06/05/2010)
Andamento giornaliero della temperatura
30.0
25.0
Temperatura dellʹaria (°C)
20.0
15.0
10.0
5.0
Valori temperatura aria Valori temperatura strati C.B.
0.0
7.30 8.30 9.30 10.30 11.30 12.30
Ora (hh:mm)
Graf 3.8 Andamento giornaliero della temperatura dell’aria e dello strato in C.B.
(A25 tratto Cocullo-Celano, 07/05/2010)
121
Capitolo 3
Graf 3.9 Andamento giornaliero della temperatura dello strato in C.B. nei vari giorni di prova
Come si può vedere nel Graf. 3.9, la temperatura nello strato legato a bitume ha
un’escursione molto elevata durante tutto l’arco della giornata: va da sé che si
otterranno valori di deflessione diversi a seconda dell’ora in cui viene effettuata la
prova, e di conseguenza valori diversi dei moduli dello strato. Questo perché
all’aumentare della temperatura nello strato aumentano le deflessioni registrate dal
FWD, a parità di carico applicato, dato che emerge la componente viscosa del
conglomerato la quale fa sì che la deformazione venga restituita più lentamente.
Poiché è il conglomerato bituminoso a risentire maggiormente delle variazioni
termiche, i valori delle deflessioni che cambieranno saranno quelli registrati dai
geofoni più vicini alla piastra di carico (D1 e D2, D3 se lo strato è particolarmente
spesso), dato che c’è una relazione diretta tra distanza dei geofoni e profondità
d’indagine (ad esempio, il geofono D2 posto a 200 mm dal centro della piastra di
carico si riferirà allo strato posto a profondità di 200 mm circa).
Nell’immagine successiva (Fig. 3.7) si nota come al crescere della temperatura i
bacini di deflessione presentino valori di deflessioni maggiori nei geofoni iniziali:
122
Capitolo 3
123
Capitolo 3
fondamentale interpolare i dati nel miglior modo possibile. Nel grafico seguente è
riportato un esempio di interpolazione dei valori della temperatura sia della
superficie che dello strato legato a bitume: come si nota il valore di R2 è molto
elevato, e quindi sono stati presi i dati riferiti a questa giornata per effettuare un
esempio di back-analysis utilizzando entrambi i metodi.
Andamento giornaliero della temperatura
45.0
y = 7968.7x4 ‐ 18274x3 + 14893x2 ‐ 5040.9x + 619.16
R² = 0.9787
40.0
35.0
30.0
Temperatura (°C)
25.0
20.0
15.0
10.0
5.0
Temperatura strati C.B. Temperatura aria
Temperatura superficie Tendenza temperature superficie
0.0
8.30 9.30 10.30 11.30 12.30 13.30 14.30 15.30 16.30 17.30
Ora (hh:mm)
Graf 3.10 Andamento giornaliero della temperatura dello strato in C.B. nei vari giorni di prova
Il metodo che è stato utilizzato per analizzare tutti i bacini di deflessione ricavati
dalle prove è quello in cui i dati di temperatura dello strato in C.B. vengono
interpolati a partire dai valori misurati durante le prove; quello cioè esposto nel
primo caso. La back-analysis, in questo modo, restituisce i valori dei moduli degli
strati alla temperatura di prova.
Confrontando i due metodi per un tratto formato per una trentina di punti di prova,
i moduli che si ottengono sono riportati nella tabella che segue.
124
Capitolo 3
Moduli
Moduli alla
ottenuti
temperatura di Differenze %
Station utilizzando
prova
BELLS
E1 E2 E3 E1 E2 E3 E1 E2 E3
172.100 5375 300 222 5051 405 155 ‐6.0 35.0 ‐30.2
172.200 6432.3 424.4 294.1 6602 398 315 2.6 ‐6.2 7.1
172.300 7104 270 151 6723 340 116 ‐5.4 25.9 ‐23.2
172.500 9415 3473 949 8798 4653 498 ‐6.6 34.0 ‐47.5
172.600 9271 1757 475 9190 1934 366 ‐0.9 10.1 ‐22.9
172.700 7481 10763 694 7257 12192 397 ‐3.0 13.3 ‐42.8
172.800 11836 7105 975 11922 6839 1063 0.7 ‐3.7 9.0
172.900 8780 3638 426 8751 3694 404 ‐0.3 1.5 ‐5.2
173.000 7063 3758 1358 6942 3802 1360 ‐1.7 1.2 0.1
173.100 7694 4871 645 7682 5338 509 ‐0.2 9.6 ‐21.1
173.200 8460 2932 769 8450 2699 793 ‐0.1 ‐7.9 3.1
173.300 10223 5840 695 10357 6235 648 1.3 6.8 ‐6.8
173.400 15797 3879 487 15129 4423 408 ‐4.2 14.0 ‐16.2
173.500 10519 3879 592 10171 4426 529 ‐3.3 14.1 ‐10.6
173.600 10065 6049 336 10355 6238 308 2.9 3.1 ‐8.3
173.700 7125 3146 408 7055 3281 385 ‐1.0 4.3 ‐5.6
173.800 6949 10381 255 6927 10301 278 ‐0.3 ‐0.8 9.0
173.900 N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. N.C.
174.000 7855 5366 974 7974 4737 1110 1.5 ‐11.7 14.0
174.100 5863 487 139 5701 539 127 ‐2.8 10.7 ‐8.6
174.200 5801 615 259 5905 522 315 1.8 ‐15.1 21.6
174.300 5432 648 319 5557 595 350 2.3 ‐8.2 9.7
174.400 4620 559 516 4578 639 457 ‐0.9 14.3 ‐11.4
174.500 4925 399 298 4853 436 263 ‐1.5 9.3 ‐11.7
174.600 5267 489 166 5310 492 162 0.8 0.6 ‐2.4
174.700 4350.9 382.4 299.8 4116 539 154 ‐5.4 41.0 ‐48.6
174.800 4039 296 215 4081 355 152 1.0 19.9 ‐29.3
174.900 4331 448 173 4130 508 138 ‐4.6 13.4 ‐20.2
175.000 3396.6 216.9 139.4 3119 241 166 ‐8.2 11.1 19.1
175.100 3667.2 520.1 182.3 3886 466 223 6.0 ‐10.4 22.3
175.200 4688 248 146 4577 244 157 ‐2.4 ‐1.6 7.5
175.300 4805 241 120 4396 305 114 ‐8.5 26.6 ‐5.0
Tab 3.5 Valori dei moduli ricavati con la back-analysis utilizzando le due metodologie
Come si nota nella colonna evidenziata in verde, i valori dei moduli dello strato 1
(cioè quello in conglomerato bituminoso) variano di poco, anche se sembra che
125
Capitolo 3
Come già esposto nel paragrafo precedente, la dipendenza dalla temperatura del
modulo dello strato in conglomerato bituminoso, ottenuti tramite la backanalysis,
è ovvia, di conseguenza risulta necessario uniformare i valori ottenuti (affinché
essi risultino corretti): per fare ciò esistono diverse formule utilizzabili, le quali
restituiscono i valori del modulo dello strato legato a bitume alla temperatura di
riferimento per la stagione considerata.
Graf 3.11 Correzione del modulo dello strato in C.B. ottenuto tramite backanalysis
126
Capitolo 3
127
Capitolo 3
1.8 · 32 . · 1.8 · 32 .
dove:
ETS: modulo corretto alla temperatura di riferimento Tr [MPa];
ET: modulo alla temperatura di prova T [MPa];
T e TS: temperatura di prova e di riferimento [°C].
dove i simboli hanno gli stessi significati precedentemente indicati per la Chen
equation. Per quanto riguarda il valore di β, Elmod6 suggerisce di assumerlo pari
a −0.064.
Sempre riferendosi all’esempio precedente, nel grafico che segue sono riportati gli
andamenti dei moduli normalizzati utilizzando le tre formulazioni, specificati poi
nella tabella associata. Come si può vedere, le tre formulazioni portano a dei
risultati pressoché simili, con la differenza percentuale tra i tre metodi che rimane
costante al variare del modulo calcolato alla temperatura di prova. La formula
proposta dall’Asphalt Institute (in giallo) dà dei valori leggermente più alti
rispetto alle altre due formulazioni (in media, nel nostro caso, il 10,7% in più
rispetto alla equazione di Chen), mentre le due rimanenti formule praticamente si
equivalgono.(in rosso e in blu, le due spezzate praticamente si sovrappongono)
Poiché la formula di Elmod6 fornisce valori leggermente più bassi, è stata ritenuta
valida al fine di determinare successivamente la vita utile della pavimentazione.
128
Capitolo 3
18000
E1 @temperatura test E1 @Asphalt Institute E1 @Chen equation E1 @Elmod6
16000
Valori dei moduli (Mpa)
14000
12000
10000
8000
6000
4000
2000
Progressiva (km)
Graf 3.12 Andamento dei moduli normalizzati utilizzando le diverse formulazioni (stagione 2)
Moduli alla
temperatura As.Inst. Chen Elmod
Station di prova
E1 E1 E1 E1
172.100 5375 3229 2826 2937
172.200 6432.3 3870 3391 3521
172.300 7104 4280 3753 3896
172.500 9415 5683 4989 5177
172.600 9271 5608 4930 5112
172.700 7481 4532 3988 4134
172.800 11836 7186 6333 6560
172.900 8780 5341 4713 4879
173.000 7063 4307 3806 3938
173.100 7694 4701 4160 4301
173.200 8460 5182 4592 4745
173.300 10223 6275 5568 5750
173.400 15797 9711 8625 8904
173.500 10519 6485 5770 5952
173.600 10065 6220 5542 5713
173.700 7125 4412 3936 4055
173.800 6949 4312 3851 3966
173.900 7402 4603 4117 4237
174.000 7855 4897 4386 4511
174.100 5863 3664 3286 3378
129
Capitolo 3
Moduli alla
temperatura As.Inst. Chen Elmod
Station di prova
E1 E1 E1 E1
174.200 5801 3634 3264 3353
174.300 5432 3413 3071 3152
174.400 4620 2908 2618 2687
174.500 4925 3107 2802 2874
174.600 5267 3331 3007 3083
174.700 4350.9 2757 2492 2553
174.800 4039 2564 2320 2376
174.900 4331 2755 2495 2554
175.000 3396.6 2166 1964 2009
175.100 3667.2 2343 2127 2175
175.200 4688 3001 2727 2788
175.300 4805 3082 2803 2865
Tab 3.6 Valori dei moduli normalizzati calcolati con le diverse formule (stagione 2)
A riprova della bontà dei risultati ottenuti con la back-analysis a proposito dei
valori dei moduli dello strato in conglomerato bituminoso, si riporta l’andamento
dei valori dei moduli normalizzati riferiti alla stagione 1 (vedi Par. 3.2.2.2) per
l’esempio trattato in precedenza.
18000
E1 @temperatura test E1 @Asphalt Institute E1 @Chen equation E1 @Elmod6
16000
14000
Valori dei moduli (Mpa)
12000
10000
8000
6000
4000
2000
Progressiva (km)
Graf 3.13 Andamento dei moduli normalizzati utilizzando le diverse formulazioni (stagione 1)
130
Capitolo 3
Infatti nell’esempio sopra citato, i valori delle temperature rilevate dello strato
sono prossime, e in alcuni casi uguali, alla temperatura di riferimento per la
stagione 1, calcolata in 15 °C. Si vede quindi che le curve sono praticamente
sovrapposte l’una all’altra, mettendo in evidenza l’uguaglianza dei valori dei
moduli calcolati alla temperatura di prova e di quelli normalizzati.
131