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Gli studi dell'infant research sottolineano come

la relazionalità e l'interazione sia fondamentale


per la costruzione del se e la sua
riorganizzazione quindi confermano l'utilità del
lavoro terapeutico di gruppo. In bioenergetica
ovviamente la figura su cui poniamo la nostra
attenzione è il se corporeo. Valgono per questo
gruppo tutte le regole che sono valide per gli
altri gruppi. Il settting, che sia fisso o flessibile,
è ovviamente importante perché permette la
costruzione del contenitore che può dare senso
alle esperienze che si andranno a fare. Le regole
del setting, durata, luogo, pagamento, astensione
di agire la distruttività e la sessualità, non
omissione. Le ultime due riguardano il non
creare situazioni che possono rendere
permeabile il gruppo e quindi ostacolare il
processo terapeutico, la non omissione riguarda
la stimolazione a rendere esplicite eventuali
dinamiche che avvengono fuori dal gruppo.
Il lavoro corporeo che si fa in un gruppo di
terapia non è una classe di esercizi. La classe è
un percorso energetico che viene creato dal
conduttore che non va ad aprire dinamiche che
la persona non puo non gestire da sola. Quello
del gruppo è un lavoro che apre e permette
dinamiche che richiedono la presenza di un altro
per essere elaborate. Il conduttore del gruppo
può utilizzare il lavoro corporeo in fasi diverse
del gruppo. Un gruppo spesso è aperto da un
lavoro corporeo, che può avere diverse finalità,
ad esempio radicamento ed energizzazione mi
permette di avere le persone presenti al gruppo
che andremo a fare. Un primo lavoro di
sensorializzazione di apertura dei sensi può
essere molto utile per favorire nel momento
della condivisione del problema il livello
corporeo e emozionale. L'energizzazione può
essere utile per aprire i problemi.
Un'altra possibilità invece è quella di proporre
delle esperienze uniche a più persone e poi
raccogliere. L'idea è quella di avere più risposte
dai partecipanti. Quindi prima andremo a fare
una esperienza "di gruppo" e poi andremo a fare
un esperienza "in gruppo" dove lavoreremo con
chi è stato toccato dell'esperienza in modo da
favorire l'elaborazione psicocorporea.
Un'altra possibilità è utilizzare il lavoro
corporeo per reintegrare e questo è
particolarmente utile relativamente al trauma, è
fornire alla persona la possibilità di rientrare nel
corpo e nel gruppo come luogo sicuro,
consentendo alla persona di radicarsi e
sviluppare la capacità di Utoprotezione.

Aristide
È utile dividere il lavoro corporeo con i caratteri
in tre gruppi schizo-orale psico-maso rigido-
narcisista. La prima cosa da tenere in
considerazione è la carica energetica e come
attraverso le contrazioni il carattere mantiene
l'aggressività e la tenerezza.

Prima esperienza, simulata trattando il paziente


come se fosse schizo-orale.

- se entrambi abbiamo le mani fredde, dobbiamo


andare in un contatto al di la del freddo, un
contatto di anime. Possiamo chiedere al paziente
di mettere le sue mani sotto la maglietta sulla
pancia e poi poggiamo le mani sopra. -

Far stendere il paziente, dare un contatto alla


testa e poi quando il paziente si rilassa
prendiamo la testa tra le mani e poi lo invitiamo
di andare a farsi un giro nel corpo. Dopo un po'
gli chiediamo come sta nel corpo che cosa sente.
Se lo schizoide non va nel suo corpo non se ne
andrà mai dalla madre. Poi possiamo continuare
mettendo una mano sulla testa e una sul
petto/cuore, poi più avanti sul diaframma e dopo
ancora sulla pancia.

Tecniche con lo schizoide


Le cose che sentiremo dire è che lui sente i polsi
freddi, caviglie e le ginocchia fredde. Le
ginocchia e tutte ( caviglie, ginocchia, polsi,
gomiti) le giunture sono problematiche relative
al primo anno di vita e quindi collegate allo
schizoide. Il primo contatto che bisogna dare, la
prima tecnica in assoluto da utilizzare è
riscaldare queste giunture. Come senti questo
contatto? Non deve essere più di due -tre minuti.
Se hai una sensazione, ad esempio sgradevole o
di altro tipo e ce la comunichi.

Un altro tipo di contatto che possiamo dare è un


contatto sul diaframma, in questo caso stiamo
attenti al peso che mettiamo e nel caso
lavoriamo con il paziente. Se emerge la paura
gli chiedo di guardarmi negli occhi e se la paura
continua e diventa angoscia gli chiedo di
abbracciarmi e di aggrapparsi a me.

Se il paziente non sente niente possiamo stare


stesi sul paziente, se è stesso sesso ci stendiamo
di faccia, se è di sesso diverso schiena con
schiena.

Esperienza di contatto diaframma caviglie...


Testa abbandonata.

Orale
Anche qui il contatto è molto importante, ma la
cosa fondamentale è che l'orale non sa dove
sono le sue gambe e quindi in seduta bisogna
sempre un po' lavorarci. Se l'orale sente di avere
le sue gambe può abbandonare finalmente la sua
testa. Il contatto può essere più presente a
differenza dello schizoide in cui bisogna stare
più attenti. La cosa più importante per l'orale è
lasciare andare un po' la testa, il controllo.

Esercizi
Seduti, la persona si appoggia a noi (con lo
schizoide lo possiamo avvolgerla con i piedi e
con le mani alla testa) poi mettiamo i pollici
dietro alla nuca e facciamo una leggera
pressione chiedendo alla persona di mollare la
testa sui nostri pollici. Alla fine la persona si
appoggia totalmente a noi con la testa sulla
spalla, mettiamo la mano la mano sulla fronte.
Quando facciamo un lavoro di protezione
evitiamo successivamente i lavori forti.

Sdraiati facciamo scattare la testa e il collo da


una parte all'altra, poi chiediamo di aggiungere
il no. È importante che il suono sia associato al
movimento del corpo. Occhi aperti.

Possiamo poggiare le mani sulla mascella


prenderla e muovere da un lato all'altro la testa
velocemente e lasciando uscire il suono. Dopo
un po' chiudi gli occhi e vedi che immagine
emerge.

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Masochista

Esercitazione
Si inizia caricando le gambe (arrivando qualche
secondo all'insopportabile). Poi stesi passiamo
al ponte entrando nella sfida (molto con gli
occhi) e noi lo sfidiamo. Poi si va nella scarica
come é più opportuno (pugni, calci, bacino).

- esercizio del protendere con giovanna: stesa,


respira per un po'.. Dopo un tempo mette una
mano lontana la invita a chiudere gli occhi e ad
andarla a prendere (lei cerca un po' e poi
l'afferra), lo rifà una seconda volta e poi gli
chiede di portarla dove vuole le e la invita a
respirare (lei entra nell'emozione) e poi lui gli
chiede se c'è una parola (mancanza) la rifurmula
(mi manchi) e gli chiede di far uscire il suono ed
entrare leggermete nel lamento e di lasciar
scorrere se ce il pianto per scogliere la
contrazione. Poi la invita a guardarlo e vedere se
è cambiato qualcosa rispetto a prima.
Il terapeuta in questo caso non può avvicinarsi
con la sua energia maschile, deve essere un
movimento materno.

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Rigido
Appoggiarsi al muro, l'idea è quella di aprire il
cuore e far contattare la ferita, il pianto, il
dolore. Possiamo aiutare la persona facendogli
ricordare una ferita che ha subito, vai nella
ferita.

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