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Nella seconda metà del

XVII secolo ci sono meno


epidemie di peste e meno
carestie

La popolazione è più sana


e meglio nutrita, quindi
aumenta di numero

I mercanti arricchiti comprano le


E’ necessario produrre terre come investimento, quindi
più cibo per dare da le fanno lavorare con tecniche
mangiare a tutti più moderne e rendono di più

Necessità di trovare Nuove conoscenze tecniche


nuove rotte per l’Asia Aumento della produzione (bussola, sestante, navi più
dopo la conquista di e miglioramento solide e manovrabili come le
Costantinopoli da parte dell’economia caravelle, carte più precise)
dei Turchi

Esplorazioni geografiche
Spagnoli e portoghesi furono i primi a esplorare l’oceano Atlantico, seguiti poi anche dagli inglesi:

 nel 1487 il portoghese Bartolomeo Diaz circumnavigò l’Africa arrivando sino alla sua
estremità meridionale, il Capo di Buona Speranza;
 dieci anni dopo, un altro portoghese, Vasco da Gama, andò oltre il Capo di Buona Speranza,
arrivando sino in India;
 Tra questi due viaggi, però, ce ne fu un altro, quello del genovese Cristoforo Colombo, che
era al servizio dei re spagnoli Ferdinando e Isabella. Il suo viaggio era diverso perché voleva
arrivare ad est passando da ovest (sfruttando la sfericità della Terra). Il 12 ottobre del 1492
Colombo arrivò, dopo due mesi di navigazione, in quelle che credeva fossero le Indie. In
realtà i suoi calcoli erano sbagliati, perché l’Asia era molto più lontana. Per sua fortuna,
però, aveva trovato un altro continente in mezzo all’oceano: l’America.
 Dopo Colombo, altri navigatori continuarono ad esplorare le coste americane: l’italiano
Amerigo Vespucci, al servizio degli spagnoli e dei portoghesi, esplorò le coste del
Sudamerica e fu il primo ad affermare chiaramente che si trattava di un nuovo continente
(perciò esso prese nome da lui); un altro italiano, Giovanni Caboto, al servizio degli inglesi,
esplorò le coste dell’America settentrionale.
 infine, Ferdinando Magellano (anche lui portoghese, ma al servizio degli spagnoli), dopo
aver scoperto lo stretto che porta il suo nome nell’estremità meridionale del continente,
attraversò per primo l’oceano Pacifico e poi tornò in Spagna, compiendo per la prima volta
il giro del mondo (o meglio, lo fecero i suoi uomini, dato che lui era stato ucciso da degli
indigeni nelle Filippine).

Mentre i portoghesi, però, all’inizio crearono solo degli scali commerciali sulle coste, gli spagnoli
invece conquistarono subito militarmente i territori e li occuparono, per sfruttarne le risorse e la
popolazione (questa pratica, che prende il nome di colonialismo, continuò nei secoli successivi e
finì solo pochi decenni fa). Dopo la scoperta, infatti, venne la conquista, a opera di avventurieri
senza scrupoli chiamati conquistadores al servizio del nuovo re di Spagna, Carlo V.

 il primo fu Hernán Cortés, che conquistò il Messico distruggendo l’impero degli Aztechi,
guidato da Montezuma (in seguito furono conquistati anche i Maya, l’altro popolo che
abitava in quelle zone).
 una decina di anni dopo, un altro conquistador, Francisco Pizarro, distrusse l’impero degli
Inca, guidati dall’imperatore Atahualpa, che vivevano nei territori degli attuali Ecuador,
Perù e Cile settentrionale.

Gli indigeni vennero sfruttati brutalmente, costretti a lavorare nelle miniere di oro e argento e nei
campi, per coltivare la canna da zucchero. Solo poche persone criticarono questo trattamento
disumano, tra i quali il domenicano Bartolomé de las Casas.

La conseguenza economica di queste conquiste fu la globalizzazione dell’economia: il commercio,


cioè, assunse una dimensione mondiale, si globalizzò. Il Mediterraneo perse importanza, a favore
dell’oceano Atlantico. Nuovi prodotti, prima sconosciuti, arrivarono in Europa dall’America: patate,
pomodori, mais, peperoni, zucchero di canna, caffè, cacao. Oltre a questi prodotti, veniva
comprata e venduta anche una “merce” molto particolare: gli schiavi africani. Gli spagnoli, infatti,
essendosi accorti che le popolazioni locali non erano abbastanza resistenti allo sfruttamento a cui
erano sottoposte, decisero di importare schiavi dall’Africa. Iniziò quindi il cosiddetto “commercio
triangolare”; le navi partivano dall’Europa cariche di paccottiglia, con la quale si compravano
schiavi neri sulle coste dell’Africa, i quali erano venduti a caro prezzo in America. Con i soldi
guadagnati, si compravano materie prime pregiate, come lo zucchero di canna o il cacao, che
venivano poi venduti in Europa.
In questo periodo, nasce un nuovo tipo di economia: non solo mondializzata o globalizzata, come
già si è detto, ma basata sul fatto che il denaro è visto come un capitale che deve essere investito,
cioè usato per altre attività economiche in modo da produrre altro denaro. Questo sistema, che è
quello in cui viviamo ancora oggi, si chiama capitalismo o economia di mercato. Questo nuovo
sistema economico, nel XVI secolo, produsse molta ricchezza, ma non per tutti:

 gli abitanti dei paesi colonizzati erano sfruttati senza pietà e derubati delle proprie risorse
 anche in Europa, non tutti erano ricchi: i mercanti si arricchirono moltissimo, naturalmente,
ma molte persone si impoverirono, anche a causa dell’aumento dei prezzi che si verificò in
questo periodo

Ma perché ci fu questo aumento dei prezzi? Per due cause:

La crescita della popolazione fece L’importazione di grandi quantità di oro e


aumentare la richiesta di cereali, che argento dall’America fece sì che
quindi diventarono più cari (è una circolassero molte più monete in Europa, e
legge economica fondamentale: se se una cosa è abbondante il suo valore
una cosa è molto richiesta, il suo scende (questo vale anche per il denaro, e
valore sale). si chiama inflazione)

Aumento dei prezzi

Siccome i prezzi aumentavano ma il salario (cioè la paga) dei lavoratori no, tutti coloro che non
possedevano nulla ma lavoravano per un padrone (ed erano sempre di più) si impoverivano.
Aumentò così il numero dei vagabondi, persone costrette a vivere di espedienti, che le autorità
iniziarono a rinchiudere in ospizi, che di fatto erano delle specie di prigioni, in cui erano costretti a
lavorare per lo Stato.

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