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“Scoperta dell’acqua calda” è un modo di dire per definire qualcosa di scontato, e dunque una scoperta di nessun valore. E invece può
succedere a volte che ammettere l’ovvio possa avere quasi il valore di una rivoluzione: dipende da chi sia il protagonista e da quale sia il
contesto in cui questo avviene.
Nel nostro caso il protagonista è di assoluto rilievo. Si tratta di Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo monetario e soprattutto
autore di quello che è forse il più diffuso manuale di macroeconomia, su cui si formano migliaia di studenti. L’impostazione è quella
mainstream, ossia della teoria dominante nell’ultimo mezzo secolo (quella neoclassica) in base alla quale vengono dunque formati i futuri
economisti. Tanto che in Italia un altro economista, Emiliano Brancaccio, che fa parte della minoranza critica con questa impostazione, ha
scritto una sorta di contro-manuale (l’”Anti-Blanchard”), invitando i docenti ad affiancarlo all’altro in modo da offrire agli studenti anche una
interpretazione alternativa di una serie di punti chiave.
Blanchard ha una grande qualità, purtroppo piuttosto rara tra gli economisti: non è dogmatico. Di fronte alle “prove della realtà”, cioè ai
risultati dell’applicazione della teoria alla politica economica, è capace di prendere atto e di ammettere: “Ho sbagliato”. L’ha fatto per
esempio, suscitando molto clamore visto che era ancora nel ruolo di capo economista del Fmi, riguardo alle politiche imposte alla Grecia,
massacrata dalla Troika. Tutta quell’austerità, in quella situazione, era sbagliata, ha ammesso prendendo atto dei risultati disastrosi e
sempre molto peggiori delle previsioni che erano state fatte. Naturalmente l’ha fatto con un saggio in cui individuava la spiegazione
tecnica dell’errore, che riguardava i moltiplicatori, ossia gli effetti di amplificazione della congiuntura di determinati provvedimenti. Certo,
altri economisti – quelli, appunto, delle correnti critiche – lo avevano detto da prima e ascoltandoli si sarebbe potuto evitare di distruggere
un paese. Ma moltissimi colleghi di Blanchard continuano nell’atteggiamento secondo cui, se la realtà non corrisponde alla teoria, è
sbagliata la realtà. O, al massimo, si tratta di un’eccezione alla regola.
Ma torniamo all’oggi. In un paper datato 24 settembre, dal titolo Public Debt and Low Interest Rates, Blanchard “scopre” che quando il
tasso di crescita di un paese è superiore al tasso di remunerazione del suo debito pubblico, il debito non solo è sostenibile, ma tende a
ridursi senza bisogno di tagli alla spesa o aumenti di imposte. Il che, appunto, è una scoperta dell’acqua calda. L’economista però
esamina le due variabili (crescita e costo del debito) a partire dal 1950 in vari paesi, e rileva che per la maggior parte del periodo si è
verificata proprio quella condizione: negli Stati Uniti il costo del debito è stato in media del 3,8%, mentre il tasso di crescita nominale
medio del 6,3%. E la crescita del Pil ha superato il costo del debito anche nell’area dell’euro, in Giappone e nel Regno Unito. Altri, in
precedenza, avevano trovato una relazione simile, per gli Usa, fin dal 1792.
Che vuol dire tutto ciò? Una bazzecola: che l’importanza data finora al debito pubblico, una fissazione per tanti economisti e addirittura
un’ossessione in Europa, è sbagliata. E dunque sono sbagliate le basi delle regole europee e sono tragicamente sbagliate le politiche
che – soprattutto a partire dallo scoppio della crisi - sono state imposte a vari paesi (non a tutti, come ormai sappiamo, ma all’Italia sì).
Che la teoria economica dominante è sbagliata, e nonostante che questo sia da tempo palese – come una minoranza di economisti
denuncia da sempre – i politici continuano ad applicarla perché è coerente con i loro obiettivi, che sono obiettivi, più che conservatori,
reazionari.
Due editorialisti molto autorevoli dei due più importanti giornali americani hanno commentato il saggio di Blanchard. Sul New York Times
si è espresso David Leonhardt, ex capo dell'ufficio di Washington per il Times e premio Pulitzer nel 2011. Sul Washington Post Jared
Bernstein, ex capo economista del vicepresidente Joe Biden e senior fellow presso il Center on Budget and Policy Priorities. Entrambi si
dichiarano convinti della tesi (e anzi Bernstein fa autocritica dicendo di avere dato troppa importanza in passato ai problemi del debito). I
due commenti sono molto simili e in tutti e due i casi si sottolinea che bisogna però stare attenti alla qualità del debito, cioè ai motivi per
cui si fa. E concordano sul fatto più rilevante di cui si discute negli Usa in questo periodo, ossia la riforma fiscale di Trump: che crea
debito “cattivo”, affermano, perché ridurre le tasse ai ricchi non aiuta in alcun modo l’economia. Affermazioni su cui dovrebbero meditare i
sostenitori nostrani della flat tax.
A casa nostra, intanto, si annuncia un prossimo evento. Alla Cattolica di Milano il 5 febbraio sarà discusso il volume “AUSTERITA’.
1 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Quando funziona e quando no”, di Alberto Alesina, Carlo Favero e Francesco Giavazzi. Alesina è l’inventore dell’”austerità espansiva”,
secondo cui tagliare la spesa pubblica stimola la crescita, cioè, appunto, ciò che la realtà prima, e Blanchard ora, hanno platealmente
smentito. Da anni i suoi editoriali sul Corriere della Sera, di solito firmati insieme a Giavazzi, suscitano la triste ilarità degli economisti non
allineati: non ne hanno azzeccata una, e non si capisce perché quell’importante giornale continui a dar loro spazio per dispensare pillole
di sciocchezza. Il titolo del libro fa se non altro intravedere una parziale resipiscenza: sono arrivati a ipotizzare che qualche volta
l’austerità non funziona. Forse basterebbe distruggere altri tre o quattro paesi e arriverebbero ad ammettere che effettivamente può fare
anche qualche danno. Ognuno ha bisogno dei suoi tempi per capire quello che succede, che ci vuoi fare.
Per concludere, tocca ripetere un concetto già espresso in altre occasioni. Cambierà qualcosa nelle regole europee il fatto che persino tra
gli economisti mainstream si fa strada la convinzione che finora si è sbagliato tutto? No, non cambierà niente. Perché quella linea sarà
pure sbagliata dal punto di vista economico, ma è esattamente ciò che si vuole da quello politico. Poi lamentatevi dei populismi.
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P.S. - Ecco il grafico dei due economisti della Fed di St Louis segnalato nel commento qui sotto da jeantine01. Come osservano i due,
nonostante che l'Italia abbia il più alto costo del debito tra i paesi esaminati, in termini reali il costo è attualmente negativo.
Tag: Alberto Alesina, austerità, Blanchard, Carlo Favero, David Leonhardt, debito pubblico, Francesco Giavazzi, Jared Bernstein,
tassi
Scritto in Economia | 82 Commenti »
Su questo punto c'è un recentissimo approfondimento da parte di due economisti (St Louis FED), che
confronta il peso reale del debito in cinque paesi secondo questo criterio (V. il secondo grafico al link
sotto). La conclusione è questa: "The second graph shows that, in 2017, Italy had the highest cost of
servicing its debt, followed by Japan and the U.S. However, all of these countries have a negative cost
of servicing their debt, which implies that they have a low burden of debt, since the growth rate of the
economy is greater than the real interest rate for each of these countries."
È una conferma della sopravvalutazione strumentale del problema del debito, senza dovere
considerare la questione del debito privato, da cui sono venute le due grandi crisi sistemiche degli
ultimi 90 anni.
Ma, ovviamente, come scrive Clericetti, non saranno queste voci a cambiare il corso. Ciò che Clericetti
2 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
chiama il punto di vista politico, è la condizione necessaria per la Germania di adesione prima, e di
permanenza oggi, al castello di sabbia europeo.
https://fredblog.stlouisfed.org/2018/12/the-cost-of-servicing-public-debt-an-international-comparison/
Caro jeantine
anche le nostre crisi bancarie sono debito privato. Il sistema è debole solo che non riusciamo ad
infettare nessuno.
Ci hanno messo in quarantena. A forza di proclami non si fida più nessuno.
Vede, se, invece di evocare letterarie, quanto fantasiose, storie per provare a trovare una base cui
ancorare la tesi "Italy si different", si fosse letto un po' delle premesse di quello studio degli economisti
FED, avrebbe visto come la premessa principale sia un mondo attuale e nel futuro prevedibile "a bassi
interessi". Questo è il framework che disinnesca la questione debito anche agli occhi non certo ben
disposti come quelli di Blanchard. Se ne deve essere accorto persino il non sveglissimo HW Sinn, che
da qualche tempo ha dirottato i suoi interventi di scaremongering verso la questione Target 2.
In Italia invece la crescita della ricchezza prodotta è praticamente latitante dalla metà degli anni '90,
perché in questi anni qualunque tentativo di stimolarla è stato sempre ostacolato e mistificato, e anzi
spesso si è fatto di tutto proprio per impedirla.
In queste condizioni il debito pubblico va facilmente fuori controlli e gli investitori nazionali ed
internazionali chiedono interessi più alti prima di prestare altri soldi.
3 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
al PIL.
Un piano, che dovrebbe chiamarsi "per la salvezza dell'italia", sarebbe patriottico e non sovranista.
Il patriota si preoccupa anche della debolezza del sistema, il sovranista trova tutte le colpe fuori dal
sistema.
Dove è stato fatto - in Corea ad esempio tra il 99 e il 2000 - è stato il concentrarsi delle più alte
capacità intellettuali e politiche del paese. Seppur i partiti al governo cambiano quella resta la rotta e i
partiti cambiano in funzione della gestione del programma.
Ma più si avanza nel tempo e più si chiude lo spiraglio se ancora esiste.
Ma si ingegna a dimostrare che tale rischio può essere superato da condizioni di crescita e di rilancio
della domanda venenti per esempio dai moltiplicatori sottostimati...
Quello che in teoria è plausibile (moltiplicatori più importanti implicano un aumento di debito meno
importante per una data espansione budgettaria) nella realtà economica italiana si è rivelato (per
ragioni ampiamente conosciute) inesatto.
Come ripetiamo da anni il problema del debito italiano non è la sua astratta entità bensì la sua
sostenibilità alla luce delle variabili macroeconomiche che caratterizzano un sistema/paese.
E niente per ora ha contradetto il fatto che aumentando il deficit si aumenta in fine il debito (Spagna,
Portogallo, Irlanda, Francia e Italia stanno a dimostrarlo)... e si mette talvolta in pericolo la sostenibilità
generale del quadro macro con effetti dirompenti sul sistema/paese (Brasile e Argentina sono casi
emblematici)...
Quanto al PS di Clericetti/Jeantine andrebbe rilevato che l’abbattimento del costo del debito (in tempi
recenti) comincia con il governo Renzi e l’effetto procede a pieno fino al 2018....vogliamo scommettere
che questa tendenza cambierà rapidamente direzione?
Non smentisce, ma in un certo senso rafforza quanto scritto in precedenza: "all of these countries have
a negative cost of servicing their debt, which implies that they have a low burden of debt". Gli autori
spiegano infatti che il criterio di valutazione adottato, che considera anche la crescita demografica,
penalizza Giappone e Italia, paesi nei quali la decrescita è già avviata, mentre ad es. in Germania è
attesa fra qualche anno. Il fattore demografico spiega il ritardo con cui Italia e Giappone sono scesi a
un livello negativo del servizio sul debito rispetto agli altri paesi. A questo riguardo andrebbe detto (ma
evidentemente il punto esula dallo scopo dello studio FED) che L'anomalia italiana ha avuto un potente
promotore nella BCE di Trichet, quando a breve distanza dalla crisi innalzò i tassi, una mossa
insensata nell'ipotesi di esclusione del movente politico: altrimenti il nostro grafico in quegli anni
sarebbe stato molto più vicino a quello degli altri paesi.
4 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Lasciatemi però fare una considerazione extra-economica. Leggo qui solo commenti che mirano a
contraddire, o quanto meno a limitare, i "danni" derivanti dalla relativizzazione del problema del debito
pubblico da parte di voci mainstream importanti, come quella di Blanchard o quelle interne alla FED.
Ora, è probabile che il blog di Clericetti sia un ambiente ideale per molti di coloro che vogliono lanciare
i loro dardi verso le idee qui sostenute, e che evidentemente non condividono. Non c'è problema in ciò:
fa parte del normale dibattito, e più in generale della psicologia umana. Il problema che vedo è che
così si dimentica un particolare: e cioè che, tutto sommato, il fatto che queste voci abbiano cambiato
idea, a noi, come Italiani, male non fa (oserei dire a prescindere dal fatto che si condivida o no il
ravvedimento). Che dopo quasi 10 anni di "al lupo! al lupo!", senza che nulla di catastrofico sia
accaduto, e dopo anni di tassi bassi con l'aspettativa che tali rimangano per molto tempo, come pure la
bassa inflazione - che in certi ambienti (compreso il FMI) si stia ammettendo di essersi sbagliati,
dovrebbe un po' sollevarci, dopo anni di interessate strumentalizzazioni. Proviamo almeno a vedere le
cose in questi termini (ma so che è difficile).
5 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Quindi... chi può dire? In questi minuti stavo cercando sui giornali online tedeschi qualche riferimento al
mea culpa di Juncker sulla Grecia, la cui crisi ebbe a suo tempo larghissimo spazio sui media tedeschi.
Nessuna sorpresa, ovviamente, che non ne abbia trovato alcuno. Mentre larghissima attenzione e
ansia viene riservata all'evolversi della situazione a Londra.
Cito questo per ricordare quanto difficile sia per i Tedeschi ammettere qualunque cedimento verso
sentimenti di solidarietà europea. D'altra parte, AfD si presenterà alle europee con un programma di
uscita dalla UE; e sapendo come questo partito sia usato dall'establishment per sondare il terreno, e
nel caso seminare anche un po' (zizzania), possiamo avere un'indicazione che, a fronte di certi
sviluppi, la Germania potrebbe anche fare saltare il banco. E forse per noi una decostruzione europea
ordinata potrebbe non essere la peggiore delle ipotesi.
6 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Il mercato del debito publico (Stati/investitori) è potenzialmente senza limiti, non è quello il
problema...l’unico punto pertinente sul piano economico (come implicitamente afferma Blanchard) è
la sostenibilità generale delle variabili che compongono il sistema paese che in finis giustifica o inficia
la fiducia degli investitori.
Non c’è nesso fra l’aumento del debito e la crisi bancaria e la relazione
spread/credito concerne il cliente mentre la banca è impattata a livello della relazione
spread/founding...quindi può essere esposta ad una crisi di liquidità che non è per il momento all’ordine
del giorno.
"Decostruzione europea ordinata" non è più ossimoro di ""costruzione europea disordinata", che è
avvenuta nei fatti...
PS: Parafrasando, il nostro ottuagenario (minimo) vonrhein, per ognuna che ne azzecca (per caso)
spara cinquecento fesserie. Detto questo, mi ridedico alla promozione del mio libro.
7 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
>>> Tanto che in Italia un altro economista, Emiliano Brancaccio, che fa parte della minoranza critica
con questa impostazione, ha scritto una sorta di contro-manuale (l’”Anti-Blanchard”)>>>......
Emiliano Brancaccio......
Professore ordinario della Sapienza ?...... Della Bocconi ?...... Della Statale ?......
No...... Nulla di tutto questo.
Professore associato (Non ordinario) dell' "Università del Sannio" di Benevento.
>>> Tutta quell’austerità, in quella situazione, era sbagliata, (Blanchard) ha ammesso prendendo atto
dei risultati disastrosi e sempre molto peggiori delle previsioni che erano state fatte>>>......
Clericetti, lei, come al solito, vede quello che lei vuole vedere, e non quello che è nella realtà.
Ammettere che...... "i risultati non sono stati quelli aspettati"...... non significa ammettere che quelle
strategie fossero sbagliate.
>>> Naturalmente l’ha fatto con un saggio in cui individuava la spiegazione tecnica dell’errore, che
riguardava i moltiplicatori, ossia gli effetti di amplificazione della congiuntura di determinati
provvedimenti>>>......
8 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
locale......
Caro Clericetti, le rammento che alla Grecia hanno più che dimezzato il debito.
Cosa pretende ?...... Che dopo il dimezzamento del debito, la troyka consentisse ai greci di continuare
con una spesa pubblica insostenibile, che avrebbe fatto nuovamente esplodere il debito ?
In generale, posso concordare con Blanchard, quando esso dice che, se il tasso di crescita nominale è
superiore alla remunerazione del debito, quel livello di debito è sostenibile.
Primo......
Io penso che, se un paese fa crescere per molto tempo (per decenni) il proprio debito pubblico, vuol
dire che quel paese vive al di sopra dei propri mezzi.
Secondo......
Se un paese non riesce a fermare la crescita del proprio debito pubblico...... fino a prova contraria......
quel paese non è capace di fermare la crescita del debito.
E quindi, il livello di debito raggiunto è INSOSTENIBILE.
E si dia il caso che, negli ultimi 35 anni, il debito federale americano sia esploso.
E questo per 35 anni. Non per 3-5 anni.
Quindi, se parliamo degli USA, lo studio di Blanchard sarà pure valido dal 1950......
Ma non vale per gli ultimi 35 anni.
Se guardiamo agli ultimi 35 anni, nulla autorizza a dire che il debito federale americano sia sostenibile.
Anzi, ci sono ottimi motivi per dire che esso non sia sostenibile.
Negli ultimi 20 anni, tra i grandi paesi europei, solo un paese è riuscito a ridurre il debito pubblico. La
Germania.
In tutti gli altri grandi paesi europei, il debito pubblico è esploso.
Tranne in Italia.
Se allarghiamo l'orizzonte temporale agli ultimi 26 anni, devo constatare che, Germania a parte, l'Italia
è l'unico altro grande paese europeo nel quale il debito pubblico non sia esploso.
Negli ultimi 26 anni, il debito pubblico italiano è solo "cresciuto di poco". Non è "esploso".
Primo......
Il debito pubblico italiano era già molto alto 26 anni fa.
Il nostro debito pubblico era già "esploso" negli anni '70' ed '80.
La situazione dell'Italia, dal punto di vista del debito pubblico, era profondamente diversa, dal resto
d'Europa.
Già 26 anni fa, l'Italia aveva un debito pubblico che era già il più alto d'Europa, e forse del mondo.
E quindi, il fatto che, negli ultimi 26 anni, il debito pubblico italiano non sia "esploso" (a differenza di
quanto sia successo nel resto d'Europa, Germania a parte), non è stata una grande prova di
"virtuosismo fiscale".
Fu solo una logica conseguenza del fatto che avevamo già il debito più alto d'Europa, e forse del
mondo.
Secondo......
Sarà pur vero che, a differenza di quanto successo nel resto d'Europa, negli ultimi 26 anni, il debito
pubblico italiano non sia "esploso", ma sia solo "leggermente cresciuto".
C'è solo un piccolo particolare......
26 anni fa, l'Italia si era IMPEGNATA A RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO...... ED HA FALLITO.
9 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Questo significa che, fino a prova contraria, l'Italia non è in grado di ridurre il debito pubblico.
E quindi......
FINO A PROVA CONTRARIA, IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO NON E' SOSTENIBILE.
Ma infatti, in Italia, almeno dagli anni '80, la remunerazione del debito è superiore al tasso di crescita.
L'Italia divenne il paese dei "BOT people", proprio perché, in Italia, BOT, BTP, e CCT, rendevano un
sacco di soldi.
Ed è ancora così.
Il tasso di crescita reale è bassissimo......
Il tasso di crescita nominale è poco più alto, vista la bassissima inflazione......
Ed i BTP decennali rendono quasi il 3%.
Applicando paro paro la tesi di Blancard, la conclusione non può che essere una sola......
Il debito pubblico italiano non è sostenibile.
E quindi, è da folli, fare politiche fiscali espansive in deficit, come vorrebbe fare l'attuale governo.
Constatato che la remunerazione del debito è di gran lunga superiore al tasso di crescita, politiche
fiscali espansive in deficit farebbero solo esplodere il debito.
Lo dice Blanchard.
E' la conseguenza logica della tesi di Blanchard.
Sulla questione possono certamente esistere diversi punti di vista ma la narrazione italiana non è nè
vera nè equilibrata.
Siamo su quei livelli patologici di incomprensione dei fenomeni che la trasmissione sulla televisione
pubblica del concetto di signoraggio dimostrerebbe paradigmaticamente. Qualcosa di incredibilmente
falso che accende false ragioni e false aspettative nelle menti deboli. Presente il ministro (?) Savona.
Se anche qualcuno vigila il danno prodotto non è ripristinabile. Usciremo dall'euro attraverso le
fakenews come l'Inghilterra dall'Europa:
“L’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha inviato una contestazione alla Rai in relazione
all’informazione economica andata in onda nella prima puntata della trasmissione “Povera Patria”,
auspicando “precisazioni, nel senso della completezza e del pluralismo, già dalla puntata di questa
sera, attraverso il coinvolgimento di esperti, qualificati e di notoria competenza, su temi complessi quali
quelli che riguardano la politica economica”. Lo ha annunciato il commissario Antonio Nicita,
intervenuto a Milano al convegno della Fistel Cisl.”
Il giornalismo deve innanzitutto informare. Le vostre parole pesano come pietre.
10 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
>>> figuriamoci sull'economia che, a dispetto dei talebani che si nascondono dietro le formule
matematiche, è una scienza SOCIALE>>>......
Il fatto che lei non condivida le mie tesi non la autorizza a dileggiarle.
Lei ricorre al dileggio, per nascondere la sua mancanza di argomenti.
Non sono convinto di questa spiegazione. Ad es., si potrebbero citare i casi opposti di Italia e Uk:
quest'ultimo pesantemente colpito dalle crisi bancarie, con un'esplosione del debito al 140%
(includendo le garanzie statali a fronte dei crolli delle varie RBS, Lloyd's, Northern Rock, ...), mentre il
sistema bancario italiano italiano reggeva in questa prima fase senza grossi contraccolpi (le crisi sono
arrivate successivamente in conseguenza del deterioramento del credito, per l'acuirsi della crisi
economica). Cionostante, i titoli italiani sono finiti nel mirino della speculazione, al contrario di quelli
britannici.
Penso che per dare una risposta a questa e ad altre anomalie di grande importanza per gli effetti
sull'economia reale, possa essere utile guardare all'andamento degli indici di borsa nel 2011. Terminata
l'iniezione di ingenti capitali pubblici indirizzati ai salvataggi del sistema finanziario, altrimenti destinato
a collassare, si verificò una drastica caduta degli andamenti borsistici: tra aprile e settembre 2011 Dax
e Cac persero il 30%, lo S&P il 20%. Proprio in quel periodo si sviluppa la crisi dei debiti sovrani. Lo
spread con i Bund, intorno a 150 per tutta la primavera di quell'anno, a partire da giugno schizza verso
l'alto, superando a più riprese i 500 punti tra novembre e luglio 2012, fino al segnale convenuto di
Draghi di luglio. Dando inizio, con le politiche di allentamento monetario, alla grande cavalcata degli
indici, durata ben 6 anni.
11 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Se poi le cose non vanno come previsto dall'equazione, il motivo è che l'equazione non era totalmente
aderente al fenomeno che avrebbe dovuto descrivere.
Oppure, vuol dire che non si è tenuto conto di certi fattori, di certi input.
Ma comunque, i fenomeni di interesse macroeconomico sono sempre descrivibili con una equazione.
Esempio……
Per l'anno X, il modello econometrico prevede una probabilità del 60%, che l'economia crescerà
dell'1,5%, con un errore più o meno lo 0,1%.
Il che vuol dire che ci sono il 60% di probabilità che la crescita si attesti tra l'1,4% e l'1,6%.
Ma, sempre per l'anno X, le probabilità salgono all'80%, se si considera un errore più o meno 0,2%.
Cioè, ci sono l'80% di probabilità che la crescita si attesti tra l'1,3% e l'1,7%.
Negli anni 2008 e 2009, in tutto il mondo occidentale, le previsioni sul tasso di crescita si sono rivelate
sballate.
Perché era appena scoppiata la crisi dei mutui sub-prime, i cui effetti non potevano essere previsti dai
modelli econometrici.
Clericetti constata che, negli ultimi anni i modelli econometrici…… non ci prendono mai.
E spiega la cosa…… col fattore umano.
Il motivo per cui negli ultimi anni i modelli econometrici hanno sempre mancato le previsioni è che
l'economia occidentale, negli ultimi anni, è stata scossa da scossoni terribili, mai verificatisi prima,
praticamente sconosciuti alla scienza della macroeconomia, e quindi impossibili da modellizzare ed
inserire nei modelli econometrici con sufficiente attendibilità ed aderenza al fenomeno.
Il mondo occidentale vive una stagione economica caratterizzata da fenomeni molto forti, e totalmente
inediti.
E questo comporta errori nelle previsioni di ampiezza notevole.
E' inevitabile.
12 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
>>> i permette di sputare giudizi sprezzanti sugli economisti che cito, molti dei quali hanno una
reputazione internazionale>>>……
Maleducato, oltre che presuntuoso, sarà lei>>>
>>> si permette di sputare giudizi sprezzanti sugli economisti che cito, molti dei quali hanno una
reputazione internazionale>>>……
A chi si riferisce ?
A Emiliano Brancaccio ?...… Professore associato dell'università del Sannio di Benevento ?
O ad Antonio Maria Rinaldi, docente alla Link Campus University, università presieduta dall'ex ministro
DC Enzo Scotti ?
Certo, lo so che lei non ha mai citato Rinaldi tra i suoi modelli.
Ma le sue teorie sui benefici delle manovre fiscali in deficit assomigliano molto a quelle del professor
Rinaldi.
>>> si permette di sputare giudizi sprezzanti sugli economisti che cito, molti dei quali hanno una
reputazione internazionale>>>……
In quel paper non ci vedo niente che autorizzi a minimizzare l'entità del debito pubblico.
Anzi, come Jeantine01 ha riportato, lo stesso David Leonhardt, nel commentare "il paper di Blanchard",
sottolinea il peso del "low burden of debt"...… del fardello del debito…... sull'economia italiana.
Ma io ricordo un altro caso in cui, lei, in uno studio, ha voluto leggerci quello che ci voleva leggere……
ma che in realtà quello studio non diceva affatto.
Tempo fa, caro Clericetti, lei riportò lo studio di certi ricercatori del FMI.
"Secondo lei"...… quello studio diceva che, facendo crescere la spesa pubblica, non solo il debito non
cresceva, ma addirittura calava.
E quindi, sempre "secondo lei", quello studio diceva che, per far calare il nostro debito, noi avremmo
dovuto fare più spesa pubblica.
E a suffragio di questa "sua interpretazione" di quello studio, lei, caro Clericetti, citava anche il
commento di Gustavo Piga a quello studio.
Primo……
Lo studio dei due ricercatori del FMI diceva che, facendo più spesa pubblica, il debito si riduceva……
A patto di mantenere un avanzo primario del 5%.
Ma mantenere un avanzo primario del 5% facendo crescere la spesa pubblica è praticamente
impossibile.
E quindi, è anche impossibile ridurre il debito facendo crescere la spesa pubblica.
E grazie……
Sono capace pure io, di risanare i conti pubblici, se posso risparmiare 50 miliardi all'anno, dai costi
della Pubblica Amministrazione.
Ma se non si riesce a tagliare i costi della PA di 50 miliardi, ridurre il debito facendo crescere la spesa
pubblica rimane impossibile.
13 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
spesa pubblica.
Quello studio non diceva affatto quello che lei gli attribuiva.
Lei volle leggerci in quello studio quello che ci voleva leggere.
Ma quello studio non diceva affatto quello che lei ci voleva leggere.
Ed anche il commento di Piga non autorizzava affatto a dire che, per ridurre il debito, bisognava fare
più spesa pubblica.
Tra l'altro, caro Clericetti, nel suo post 15 gennaio h 20,43, lei scrive……
>>> Lei si è fatto un'idea sbagliata, e cioè che io sia un fan del debito, il che non è affatto vero>>>……
In realtà, il suo commento entusiasta a quello studio dei due ricercatori del FMI farebbe pensare che lei
sia proprio un fan del debito, un fan delle politiche fiscali in deficit.
Io non ho mai usato, verso le sue tesi, espressioni tipo "bizzarre", o sinonimi.
Lei sì, lo ha fatto.
Lei ha più volte appellato le mie tesi con aggettivi dileggianti.
Ergo, il maleducato è lei. Non io.
Aggiungo……
Io scrivo molto sul blog della sua collega dell'Espresso Stefania Rossini.
Ripeto……
Io non ho mai dileggiato le sue tesi.
Lei lo ha fatto, con le mie.
Lei ha usato espressioni tipo "bizzarre", a proposito delle mie tesi.
Il maleducato è lei.
Ma, detto in tutta sincerità, io non credo che lei sia veramente un maleducato.
Io penso che la verità sia un'altra.
Io ho colto le debolezze delle sue tesi.
Debolezze che lei non vuole ammettere……
Ma al contempo lei non ha argomenti per difendere le sue tesi dalle mie critiche.
Ed allora ricorre al dileggio.
>>> Senza alcuna ironia scrive ogni volta che io non capisco niente>>>…
Io non ho mai scritto che lei "non capisce niente"...… E neanche lo penso.
Altrimenti, non frequenterei il suo blog, nonostante i pessimi rapporti tra noi due.
Sono altresì convinto che lei abbia delle lacune "a livello tecnico".
14 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Lei, caro Clericetti, è in aperto e dichiarato contrasto con le teorie propugnate più o meno
esplicitamente dagli economisti che siedono negli uffici studi della Commissione Europea, della BCE,
della Banca d'Italia……
E non può neanche negare che quegli economisti, con le cui tesi lei è in aperto contrasto, sono "i
migliori economisti d'Europa"......
Ed allora, non potendo negare il loro livello tecnico-intellettuale...… li accusa di… volere il male.
Li accusa di non fare gli interessi dei cittadini europei.
Come ha fatto con i consiglieri economici della Merkel, quando ha accusato la Merkel di "non fare gli
interessi di tutti i tedeschi".
Accusare i migliori economisti europei di…… volere il male…… è chiaramente sintomo di "una visione
ideologizzata" dell'economia.
Non è forse vero che lei attribuì (con grande entusiasmo) a quello studio di quei due ricercatori del FMI
la tesi secondo la quale, facendo più spesa pubblica, il debito si riduce ?
E non è forse vero che quello studio diceva anche che, per ridurre il debito, bisognava comunque
mantenere un avanzo primario del 5% ?
Cosa praticamente impossibile, facendo crescere la spesa pubblica……
E quindi, di fatto, contraddicendo quella che era "la sua interpretazione" di quello studio…...
>>> Se io faccio l'errore - già fatto - ipotizzando che il comportamento del soggetto sia mediamente
razionale, dovendo anche definire la razionalità, e poi scopro che il comportamento stia in una
oscillazione tra il pulsionale e il razionale devo definire quantitativamente queste qualità. In quale
misura siano presente in una popolazione ecc>>>
Una volta identificato (non "definito", identificato) quello che è "il comportamento razionale", sui grandi
numeri, "le masse umane" avranno un comportamento che "tende" verso quel comportamento
razionale.
La massa umana, tanto più si comporterà "in modo razionale", quanto maggiore è la sua numerosità.
E quindi, alla fine, una volta identificato "il comportamento razionale", sui grandi numeri, il
15 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Post scriptum
"Comportamento razionale" per l'individuo non significa necessariamente "la scelta migliore" per la
collettività
"Comportamento razionale" significa comportarsi in un certo modo… in base "ad una ragione"
("Razionale", appunto)
Quando sono incolonnato nel traffico, io rimango abbastanza vicino alla macchina che mi precede. E lo
faccio "razionalmente". Cioè, ho "una ragione", per farlo. Se non rimango vicino alla macchina che mi
precede, qualcuno ne approfitterà, e si piazzerà davanti a me.
Ma al contempo, il fatto che tutti stiano vicino alla macchina che li precede rallenta l'avanzamento della
coda. E quindi danneggia tutti.
Lo stesso comportamento, che individualmente sembra il più vantaggioso (stare vicino alla macchina
che mi precede), attuato da tutti, danneggia tutti. E quindi anche me.
A mio modo di vedere, questo è il tipico caso dei rapporti tra salari, produttività, e disoccupazione.
Il singolo lavoratore ritiene per sè vantaggioso spuntare il massimo aumento salariale. Anche se il
suddetto aumento è superiore all'aumento della produttività.
Per il singolo lavoratore, "comportamento razionale" è spuntare il massimo aumento possibile. A
prescindere dalla produttività.
Ma se tutti i lavoratori di un paese spuntano aumenti salariali superiori all'aumento della produttività, il
risultato sarà un aumento della disoccupazione. Molti lavoratori perderanno il lavoro. E quindi, in realtà,
quegli aumenti salariali li avrà danneggiati.
Uno stesso comportamento, che sia "comportamento razionale" per l'individuo, non è detto che sia "la
scelta migliore", per la collettività alla quale appartiene l'individuo stesso.
>>> Tutti gli esperimenti cognitivi mirano a comprendere il comportamento medio ma dipartono dal
soggetto>>>
Se ammettiamo che, in una massa umana, ci sia sempre una percentuale di individui che si
comporterà "in modo non razionale" (Intendendo per "comportamento razionale" quello che all'individuo
appare razionale), alla fine, sui grandi numeri, il comportamento "della massa umana" terrà conto
anche di quella percentuale di individui che si comporta in modo "non razionale".
Sui grandi numeri, anche i comportamento arbitrari, "non razionali" dei singoli individui, diventano
prevedibili, quantificabili.
>>> non esiste fisicamente un cervello sociale per quanto sia ipotizzabile>>>……
16 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Le leggi che governano le masse umane possono essere ricostruite solo a partire dalla osservazione
sul campo.
Non da esperimenti in laboratorio, ripetuti in condizioni standard.
Le leggi che governano le masse umane possono essere ricostruite solo a partire dalla "osservazione
sul campo".
Osservazioni sul campo, che ovviamente non possono garantire "condizioni standard". E quindi, non
sono "ripetibili".
E questo rende impossibile applicare il metodo scientifico galileiano.
E quindi, è molto difficile costruire delle regole sufficientemente precise, come lo sono quelle della
fisica.
Tenuto anche conto che, in macroeconomia, "le condizioni standard", necessarie per la ripetitività degli
esperimenti, non esistono.
In macroeconomia, il contesto è in perenne divenire.
I cicli della macroeconomia possono durare molti anni, anche decenni. Persino secoli.
Ma il contesto cambia rapidamente. Anche in pochi anni.
In macroeconomia, "le condizioni standard", non esistono.
"La ripetitività", in macroeconomia, è impossibile.
E questo rende molto difficile costruire le leggi della macroeconomia, che siano sufficienti precise.
>>> Ma a livello micro tutti tentano di indurre. Per questo è possibile tentare di stabilire una strategia
micro ma non propriamente una macro>>>
Una buona "strategia macro" sarebbe quella di frenare la crescita dei salari.
Come è riuscita a fare al Germania.
Ma se i salari non crescono, lo scontento cresce nella popolazione, ed i partiti di governo perdono le
successive elezioni.
Per questo è sempre molto difficile frenare la crescita dei salari.
"Politicamente" difficile.
17 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
famigliari non hanno a che fare? L'appropriazione dello stato senza la verifica merito ma per
appartenenza non è questo?
Ovviamente.
E quindi, le leggi della meteorologia non saranno mai "precise", come le leggi della fisica.
Il fatto che negli ultimi 10 anni i modelli econometrici abbiano frequentemente sbagliato le previsioni
non vuol dire che le strategie applicate fossero sbagliate.
Vuol dire he i modelli econometrici non erano attrezzati per tenere conto di tutti i fattori.
Negli ultimi 10 anni, sul mondo occidentale, si sono abbattute degli sconvolgimenti economici talmente
grossi, devastanti……
E' come se ci fosse stata una enorme eruzione vulcanica…… Di quelle che alterano per anni il clima di
tutto il pianeta.
E' normale che le previsioni del tempo saranno sempre sballate.
I modelli meteorologici non sono attrezzati, non hanno le necessarie informazioni, per mettere in conto
gli effetti di quell'eruzione vulcanica.
Saluti.
18 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Paolo_Savona#Incarichi_pubblici_e_carriera_politica
Lo stridore tra le due notizie rende manifesto il contrasto ai vertici europei tra chi fa finta di nulla e
posegue nella strada della globalizzazione finanziaria, e chi resuscita l'idea della pianificazione
industriale per arginare la deriva populista e il declino. Le elezioni di maggio saranno interessanti
anche da questo punto di vista.
https://www.bloomberg.com/opinion/articles/2019-02-05/germany-s-peter-altmaier-enters-the-global-
economic-wars
19 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
A Salvini piace perchè comprano il radicchio di Treviso. Zaia aveva riconosciuto indipendentemente
dall'Italia la conquista della Crimea.
La Russia può essere una minaccia politico-militare, ma certo non lo è sul piano industriale: non sono
gruppi industriali russi a non fare dormire sonni tranquilli a manager e azionisti dei big dell'industria
tedesca, la cui difesa è al centro della strategia proposta da Altmaier. Gli USA, viceversa, hanno sì
perso milioni di posti di lavoro nel manufatturiero, ma le loro enormi potenzialità finanziarie (cresciute
anche a spese proprio del settore industriale) sono tali, ad es., da creare dal nulla un serio competitor
nell'automotive come Tesla, con questa imprimendo una svolta che cambia le regole del gioco nel
settore. Per non parlare della logistica con Amazon, e di tutti i settori ad alta tecnoogia. La Cina, d'altro
canto, ha un suo piano di grande crescita industriale sostenuta dall'azione statale, e certo le sue
ambizioni non sono più quelle di un contolavorista utile agli investitori per comprimere salari ed eludere
le normative occidentali.
Una nota sulle reazioni al piano in Germania. La Confindustria tedesca ha reagito positivamente, una
posizione raccolta prontamente da un giornale vicino alla CDU come Welt. Negative e tendenti a
diffondere scetticismo le reazioni invece dei circoli finanziari e vicini agl interessi USA, espressi
attraverso giornali come FAZ e Handelsblatt, Una divisione che ripropone, al momento su scala ridotta,
la guerra scatenatasi in UK tra le due anime del capitalismo con la Brexit (mentre in USA la flat tax per
il momento ha messo d'accodo tutti).
Gli Usa si sono si tolti dal manifatturiero ma non dalla tecnologia avanzata che è anche o soprattutto
collegata alle spese militari.
La Russia tenta comunque attraverso la propaganda - quella che i nostri magnifici giallo verdebruni al
governo soffrono, patiscono a loro insaputa - di gonfiarsi come la rana nello stagno. Aumentare la
percezione perchè costa meno che aumentare le dotazioni.
20 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
nostra nazionale.
Come vede, qui evidentemente il gioco si sta spostando su un livello diverso e io vorrei capire quale.
Non credo che valgano le vecchie categorie, quelle che, forse un po' banalmente, sono state
evidenziate dall'ambasciatore Sergio Romano questa mattina sul Corriere. Tutti abbiamo amato "The
Kingdom of God is Within You" di Leone Tolstoy ma non è detto che abbiamo voglia di essere
comandati dai suoi figli.
Anche Olivier Blanchard è vittima della BUFALA mondiale che la recessione italiana sia stata
causata dal Governo Monti
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (in ordine d’importanza) hanno troppi morti e feriti sulla
coscienza a causa della loro teoria ossimorica dell’austerità espansiva fatta propria dalle principali
Istituzioni (leggasi troika) ed applicata ai Paesi in crisi economica. Ma anziché ammettere virilmente e
onestamente l’errore, di fronte alle evidenze empiriche e alla smentita autorevole e “istituzionale” del
FMI, che li ha sbugiardati (soprattutto il primo) a livello mondiale, cospargersi il capo di cenere e sparire
dalla scena pubblica rifugiandosi in qualche convento ad espiare la loro colpa, continuano con tigna
sovrumana a pontificare da pulpiti prestigiosi e scrivono perfino libri, che poi i media e le Università li
chiamano a commentare.
Fa benissimo il prof. Brancaccio a criticarli. Quel prof. Brancaccio che però anche lui, come la quasi
totalità degli economisti, è rimasto vittima della BUFALA cosmica che la crisi sia stata causata da Monti
(cfr. Appendice al primo volume[1]).
Aggiungo che, a giudicare da un suo recente paper (commentato nel sito Economia&Politica dal prof.
Pizzuti,[2] anch’egli – come il 99% degli economisti - vittima della BUFALA su Monti), probabilmente (in
effetti, egli nel suo paper non cita Monti, anche se Pizzuti glielo mette nella penna, ma è forse legittimo
dedurlo dal momento che scrive “Governo italiano”, al singolare, e cita l’anno 2012, quando al governo
c’era Monti) anche Olivier Blanchard, ex capo economista del FMI, è vittima della BUFALA mondiale
che la recessione italiana sia stata causata dal Governo Monti, che ha varato soltanto il 19% del totale
delle manovre, contro l’81% di Berlusconi.
21 di 22 01/04/2020, 23:11
Blanchard: il debito pubblico non è poi così male - SOLDI E POTERE -... https://clericetti.blogautore.repubblica.it/2019/01/11/blanchard-il-debito...
Spronato dalla Banca centrale europea (BCE) e dai suoi partner europei, il governo italiano ha
rafforzato la sua stretta fiscale di oltre 3 punti percentuali del PIL nel 2012. L’opinione opposta era che i
deficit dovessero essere aumentati durante la recessione, fino all'avvio della ripresa economica. I costi
di finanziamento, se aumentati, avrebbero invece dovuto essere limitati con altri mezzi, compreso
l'intervento della BCE o del Meccanismo europeo di stabilità (MES).).
In realtà, nel 2012 si sono concentrati gli effetti delle 3 (tre) mastodontiche manovre correttive del
Governo Berlusconi, per un ammontare cumulato, relativamente al periodo 2011-2014, quadruplo di
quelle del Governo Monti.
Come si può dedurre dalla mia tabella n. 3.[1]
Tabella n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive varate dal 2010 al 2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011 e DL 138/2011; Governo Monti: DL 201/2011 e DL
95/2012 (milioni di euro)
DL...................2010.........2011.......2012........2013......2014........TOTALE.......%
DL 78/2010.........36........12.131....25.068.....25.033........-............62.268.......22,8
DL98/201 1..........-............2.108......5.577.....24.406....49.973......82.064.......30,1
DL138/2011.........-...............732....22.698.....29.859....11.822.......65.111.......23,8
Tot.Gov.B............36........14.971....53.343.....79.298....61.795.....209.443......76,7
DL201/2011.........-..............-..........20.243.....21.319....21.432......62.994.......23,1
DL95/2012*.........-..............-...............603............16...........27............646........0,2
Tot.Gov.M............-..............-..........20.846.....21.335....21.459.......63.640......23,3
TOTALE.............36.........14.971....74.189...100.633....83.254.....273.083....100,0
%........................-..............5,5.........27,2........36,9.........30,5........100,0
*Minori spese per 20.326 milioni nel triennio 2012-14 sono compensate da minori entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del Servizio Studi della Camera o del Senato)
Da essa, elaborata su dati del Servizio Studi della Camera dei Deputati, si evince che:
(i) “spronato” è un eufemismo (si vedano gli importi e i tempi di attuazione imposti dai veri e propri
diktat dell’UE e della lettera del 5/8/2011 della BCE al governo Berlusconi, costretto poi a dimettersi[1]),
il che forse conferma che Blanchard si riferisce a Monti, che subentra a Berlusconi all’esito di un
complotto sui generis orchestrato su input iniziale di Sarkozy-Merkel;[1]
(ii) Blanchard sottostima la manovra di bilancio 2012;
(iii) nel 2012, impattarono sia la manovra del governo Monti, sia quelle varate in precedenza dal
governo Berlusconi, per un totale (esclusa la legge di stabilità 2011, che nel 2012 impatta per 2,8
mld[3]) di 74.189 milioni (pari a circa 4,6 punti di Pil), di cui Berlusconi 53.343 mln e Monti 20.846 mln.
[...]
Anche Olivier Blanchard è vittima della BUFALA mondiale che la recessione italiana sia stata
causata dal Governo Monti
https://vincesko.blogspot.com/2019/03/anche-olivier-blanchard-e-vittima-della.html
Vincesko
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22 di 22 01/04/2020, 23:11