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Il Richard P.
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ADELPHI EDIZIONI
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� Prefazione 11
1. Atomi in movimento 19
II. Fisica di base 49
III. La relazione tra la fisica e le altre scienze '81
IV. La conservazione dell'energia 111
v. 137
171
La teoria della gravitazione
VI. Comportamento quantistico
OF TECHNOLOGY
ISBN 88-459·1551-4
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PREFAZIONE
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ria. Pen sai di pre nde re com e pun to di riferi vengono dapprima presentati a livello qualitati
men tò i mig liori dell a clas se, e di far sì che nem
meno loro rius ciss ero a com pre nde re del tutto vo, e solo in seguito diventano oggetto di uno
1
il con ten uto del le lezi oni , per esem pio sugge studio approfondito.
ren do app licazion i dell e ide e e dei con cetti in Mentre mi rivolgevo agli studenti più attivi, non
var ie dire zion i, al di fuori dell a line a prin cipale volevo trascurare il povero studente per il quale i
di ragion ame nto . Pro prio per que sto ho cerc ato fuochi d'artificio e le applicazioni collaterali so
di form ulare ogn i asse rzio ne nel mo do più ac no semplicemente inquietanti, e dal quale · s areb
curato pos sibi le, di sottolin ear e ogn i volta com e be vano aspettarsi che impari molto del contenu
le equ azio ni e le idee si inte grin o nel corpo di to delle lezioni. A questi studenti volevo presen
con osce nze dell a fisic a, e qua li mo difi che sareb- tare almeno un nucleo centrale o spina dorsale
. ber o inte rven ute una volta che si foss e imparato della materia che fossero in grado di compren
di più . Sen tivo anc he che per gli stud enti è im dere. Magari non avrebbero capito tutto, ma po
portan te aver chiaro che cosa dovreb ber o esse tevo sperare che non si innervosissero troppo.
re in gra do di dedurre da qua nto detto in pre Non mi aspettavo che capissero tutto, ma solo le
ced enz a ( se son o abb astanza sveg li) , e cosa in caratteristiche centrali e più dirette. Ci vuole, na
vec e vien e pre sen tato com e nuovo. Quando ve turalmente, una certa perspicacia da parte dello
nivano intr odo tte nuove idee , io cerc avo o di studente per capire quali sono i teoremi e le idee
dedurle , se eran o ded ucib ili, o di spie gare che
si trattava di un con cetto nuovo, che non aveva
più importanti, e quali invece gli argomenti che
si potranno comprendere solo negli anni se-
li
1
alcu na base nell e cose che già avevano imp ara guenti.
to: non era dim ostrabil e, biso gnava pro prio ag Nel fare lezione c' era poi una seria difficoltà:
giun gerl o. per come era strutturato il corso, chi era in cat �l l i
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Nel l'ini ziare le lezi oni pre sup pon evo alcune co tedra non aveva modo di capire come stessero
nos cen ze di base da parte deg li stud enti, cose co andando le cose, dal momento che gli mancava !
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me l'ottica geo metrica, sem plic i noz ioni di chi qualsiasi riscontro da parte degli studenti. Io
mic a, e così via, che si inse gna no alle superiori.
Inol tre non ved evo ragi one di pres entare il ma
stesso quindi non h � idea di quanto siano buo
ne queste lezioni. E stato essenzialmente un
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in ogn i particol are. Al con trario, c'erano con ti- Comunque penso, per quanto riguarda la fisica,
12 13
che le cose abbiano funzionato abbastanza bene renziali. Così ho cercato di darne un 'illustrazio
per il primo anno. ne generale che non richiedesse la conoscenza
Nel secondo anno non fui altrettanto soddisfat delle equazioni differenziali a:lle derivate par
to. In particolare, nel trattare di elettricità e ma ziali. Anche per un fisico penso sia interessante
gnetismo, non sono riuscito a trovare un modo sforzarsi di presentare la meccanica quantistica
veramente unico o diverso di presentare la mate in ordine inverso, per ragioni che risulteranno
ria, alcun modo che fosse particolarmente più chiare dalle lezioni stesse. Ho però l' impressio
avvincente di quello usuale. Quindi non credo di ne che l ' esperimento non sia del tutto riuscito,
aver fatto un granché in questa parte. Alla fine soprattutto per mancanza di tempo ( avrei avuto
del secondo anno avevo intenzione di aggiunge bisogno di tre o quattro lezioni in più, per trat
re in coda ali' elettromagnetismo un paio di le tare con maggiore completezza argomenti qua
zioni, per dire qualcosa sulle proprietà dei mate li le bande di energia e la dipendenza spaziale
riali, e soprattutto per introdurre i modi fonda delle ampiezze) . Inoltre, essendo la prima vol
mentali, le soluzioni dell'equazione di diffusio ta, la mancanza di riscontro da parte degli stu
ne, i sistemi vibranti, le funzioni ortogonali, ecc., denti fu particolarmente grave. Oggi penso che
per fare insomma i primi passi nei cosiddetti me la meccanica quantistica andrebbe presentata
todi matematici della fisica. Se dovessi, oggi, rifa in un secondo momento; forse avrò l' occasione
re il corso penso che tornerei all'idea originaria; di farlo di nuovo, un giorno, e allora lo farò nel
ma allora, dato che non era previsto un nuovo ci modo giusto .
clo di lezioni, sembrò una buona idea cercare di Non ci sono, nel corso, lezioni su come risolvere
dare piuttosto un'introduzione alla meccanica i problemi, perché per questo c' erano le ore di
quantistica (che si trova nel terzo volume delle esercitazioni. In effetti avevo svolto tre lezioni al
Lectures) . primo anno sull'argomento, ma non sono inclu
Certo, chi si laurea in fisica può aspettare fino se in questa raccolta. C' era anche una lezione
al terzo anno per imparare la meccanica quan- ·
sulla guida inerziale, certamente appropriata do
tistica, ma molti studenti del nostro corso - si po la lezione sui sistemi rotanti, ma sfortunata
disse - sceglievano fisica solo come materia mente è stata omessa. La quinta e la sesta lezione
propedeutica per altre discipline; e il modo sono state tenute da Matthew Sands, essendo io
standard di presentare la meccanica quantistica fuori città.
la rendeva quasi inaccessibile ai più, perché ci La domanda, ovvia, è fino a che punto l' esperi
vuole tanto tempo per impararla. Eppure, nelle mento sia riuscito. La mia impressio ne - peraltro
sue applicazioni reali ( specialmente in quelle non condivisa da quasi nessuno che abbia lavora
più complesse, per esempio di ingegneria elet to con gli studenti - è negativa. Non penso di
trica e di chimica) non viene effettivamente aver fatto un buon lavoro, dal punto di vista degli
usato tutto il macchinario delle equazioni diffe- studenti. Se guardo come la maggioranza di loro
14 15 .
e, o
ha affrontato le prove d'esame, devo conclude gnan ti, qualcuno ne potrà trarre ispirazion a pen
re che il sistema è fallito. Naturalmente qualche qualch e buo na ide a. Forse si divertiran noqualche
collega mi fa notare che una o due decine di stu sarci su, o a pro seguire nel lo svil upp o di
denti - sorprendentemente - avevano capito tut con cetto.
to in ogni lezione, avevano lavorato seriamente e Giugno 1963*
resse. È presumibile che queste persone abbiano
avevano affrontato le cose con entusiasmo e inte
una preparazione di base di prim' ordine in fisi
ca; dopotutto sono proprio quelli che cercavo di
raggiungere. Ma ciò significa, allora, che « di ra
do l'insegnamento è veramente efficace, tranne
bons ) .
in quei casi felici in cui è quasi superfluo » ( Gib
Eppure, non volevo lasciare indietro del tutto
nessuno, come invece, forse, è successo. Penso
che per dare una mano agli studenti bisognereb
be mettere più impegno nell'inventare problemi
che chiariscano i concetti presentati a lezione.
Esercizi e problemi forniscono una buona op
portunità di completare l'argomento e rendere
più reali, più complete, più salde nella mente le
idee.
A mio avviso, comunque, non c'è soluzione al
problema dell'istruzione, oltre a rendersi conto
che l'insegnamento migliore è quello che si rea -l
lizza nel rapporto diretto tra lo studente e un
buon insegnante: la situazione in cui lo studente
discute le idee, riflette sulle cose, e ne parla. Non
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si impara molto stando seduti in un 'aula, e nep
pure facendo i compiti assegnati, ma di questi
tempi dobbiamo istruire una tal massa di gente
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che è necessario trovare un'alternativa all'ideale.
Forse queste lezioni daranno un contributo in tal
*
e al com ple sso dell e Lec
senso; forse in qualche oasi felice, dove c'è an La pre sen te Prefazi one si riferisc
on
cora un rapporto individuale tra studenti e inse- tures Physics.
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Introduzione
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Questo corso biennale di fisica viene presentato
partendo dall'idea che il lettore intenda diventa
re un fisico. Questo, naturalmente, non è sem l
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pre vero, ma è quanto ogni professore, di qual
siasi materia, presume ! Per diventare un fisico bi
sogna studiare molto: l'equivalente di duecento
anni di conoscenza nel campo in più rapido svi
luppo che ci sia. Così tanto, infatti, che potreste
pensare di non farcela nei quattro anni del corso
di laurea; e in effetti ci vogliono anche· gli anni di .J_If;
dottorato.
11�
Abbastanza sorprendentemente, malgrado la
spaventosa mole di lavoro compiuto in tutto que
sto tempo, è possibile in gran parte condensare
l'enorme quantità dei risultati raggiunti, cioè
trovare leggi che riassumano l'intero nostro sa
pere. Ma, anche così, le leggi ·sono tanto difficili
da recepire che sarebbe sleale nei vostri confron
ti iniziare l'indagine di questo arduo argomento
senza dare una qualche idea dei rapporti che le
gano tra loro i vari campi della scienza. I primi
tre capitoli saranno quindi dedicati a delineare
la relazione tra la fisica e le altre scienze, i rap
porti tra una scienza e l'altra, e il significato della
scienza, in modo da aiutarci a sviluppare una
percezione dell'argomento.
Vi chiederete perché mai non si possa insegnare
la fisica dando semplicemente le leggi fonda-
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men tali a pagi na uno e mos tran do poi com e fun schemi meravigliosi, semplici eppure molto stra
zion ano in tutte le possibili circ ostanze , come si ni che reggono tutto, e poi sperimentare per ve
fa con la geo metria euclidea , dove prim a si stabi rificare se abbiamo veramente indovinato. Que
1�, -
lisco no gli assio mi e poi se ne traggon o ogni ge sto processo immaginativo è così difficile che
nere di deduzio ni. (Così, non cont enti di ap nella fisica ci si divide il lavoro: ci sono i fisici
pren dere la fisic a in qua ttro ann i, la vole te imp a teorici che inventano, deducono, e tirano a in
rare in quattro min uti! ) . Que sto non si può fare dovinare le nuove leggi, ma non le sperimenta
per due ragi oni. Prim o, don con osci amo anco ra no, e ci sono i fisici sperimentali che fanno gli
tutte le leggi fond ame ntali: la fron tiera dell 'igno esperimenti, inventano, deducono e tirano a in-
�i -
ranz a si sta espa nde ndo . Seco ndo , la corretta dovinare .
enu nciazion e dell e leggi dell a fisic a chiama in Abbiamo detto che le leggi di natura sono ap-
caus a idee poc o fam iliari, la cui descrizio ne ri prossimate: che prima si scoprono quelle sbaglia
chie de con cetti di alta matema tica, al pun to che te, e poi quelle giuste . Ora, come può un esperi
è nece ssario un tiroc inio non indiffere nte anch e mento essere « sbagliato »? Prima di tutto, in mo
solo per imp arare cosa sign ificano le paro le. No, do banale: per esempio se c'è qualcosa che non
non è poss ibile proc eder e in que sto mod o. Si va nell' apparecchiatura e non l'abbiamo notato.
può solo proc edere pass o per pass o. Ma queste cose si possono aggiustare facilmente
Ogn i pass o, ogn i parte dell 'insi eme dell a natura e venire ricontrollate più volte . Quindi, a parte
l: è solo un' approssimazione dell 'inte ra veri tà, ovve
li
queste cose di minor conto, com'è possibile che
\i -
ro di que lla che per quan to ne sappiamo è l'inte
n,
ra veri tà. Ogn i nostra con osce nza, in effe tti, è il risultato di un esperimento sia sbagliato? Solo
se è poco preciso. Per esempio, la massa di un
un ' app ross imazion e di un qualche tipo , perc hé oggetto sembra non cambiare mai: una trottola
sapp iam o di non sape re anco ra tutte le leggi. in rotazione pesa quanto una ferma. Si inventò
Perciò, tutto vien e imp arato solo per esse re poi allora una « legge » : la massa di un corpo è co
disim parato, o, più probabilm ente , per venire
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stante e non dipende dalla velocità. Ora si è sco
corretto . perto che questa legge è inesatta: la massa au
li Il prin cipio card ine dell a scien za, quasi la sua
l'' menta con la velocità, ma aumenti sensibili ri
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il
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defi nizio ne, è che la verifi ca di tutta la conoscenza è chiedono velocità vicine a quelle della luce. Una
l'esperimento. L'esperi men to è il solo giudice della ,'1
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legge corretta è: se un oggetto si muove a velocità
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« veri tà » scien tific a. Ma qual è la fonte della co inferiore a ·centocinquanta chilometri al secon
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nosc enza? Da dove veng ono le leggi da verifica !i:
do, la sua massa è costante a meno di uno su un
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re? L' espe rien za stess a aiuta a produrre le leggi, m ilione . In questa formulazione approssimata la
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l nel sens o che ci dà dei suggerim enti . Ma ci vuol e 1:
legge è corretta. Si può pensare che, in pratica,
L anch e fantasia per creare da ques ti suggerim en la nuova legge non faccia poi una gran differen
ti le gran di gene raliz zazioni, per indovinare gli za. Be' , sì e no. Per velocità normali si può certa-
l 22
23 :1
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mente usare la semplice legge della massa co cifico avremo una certa idea dello sfondo, del
stante come una buona approssimazione. Ma per perché quel punto è interessante, e come si inse
velocità molto alte è sbagliata, e più la velocità è risce nella struttura generale. Dunque, qual è la
alta, maggiore è l 'errore.
Infine, da un punto di vista filosofico - e questo è
nostra visione globale del mondo?
l_ t
l'aspetto più interessante - faremmo un errore
madornale a prendere per buona la legge ap
prossimata. Anche se la massa cambia di pochis
La materia è fatta di atomi
l'
simo, l'intera rappresentazione del mondo dev'es Se in qualche cataclisma anda ssero perd ute tutte
sere cambiata. Questo è un fatto caratteristico le cono scen ze scien tifich e, e una sola frase pote s ,_
della filosofia, ossia delle idee che stanno dietro se esser e tram andata alle gene razio ni succ essive,
quale enun ciato conterrebbe la maggiore infor
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alle leggi: a volte anche un effetto molto piccolo
richiede profondi cambiamenti nelle idee. mazi one nel mino r num ero di paro le? Io cred o
si tratti dell' ip o tesi atomica (o fatto atom ico, se pre
+
la seconda è più accessibile, ed è il primo passo Per illustrare la pote nza dell' idea atom ica, sup
per capire veramente l' altra idea. Questo dilem
ma riappare in continuazione quando si insegna
poni amo di avere una gocc ia d' acqu a del diam e
tro di mezzo centi metr o. Anch e osservand ola ,,
fisica. Ogni volta lo risolveremo in modo diverso, molto da vicin o non vedr emm o altro che acqu a,
ma a ogni passo varrà la pena di imparare quello
che è noto ora, qual è il grado della sua precisio
omo gene a e continua. Anch e ingranden dola
(circa duem ila volte ) con il migl ior micr osco pio
: (:
ne, come si inserisce nel quadro più generale ottic o a dispo sizio ne, e vede ndol a quin di larga
della conoscenza e come si potrà cambiare quan una decin a di metri, quan to una stanza spazi osa, ]
do ne sapremo di più. guardand o bene vedremmo anco ra acqu a relati
vam ente omo gene a, ma qua e là ci sarebbero
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Procediamo ora delineando la mappa generale
della nostra odierna comprensione della scienza delle cose a form a di uovo che nuotano avan ti e
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(della fisica in particolare, ma anche di altre indie tro. Molto inter essan te. Sono parameci . A
scienze periferiche) , così che quando, più tardi, ques to pun to potr emm o anch e ferm arci, tal
: Il
dovremo mettere a fuoco qualche punto spe- mente incuriosi ti dai paramec i, con le loro cigli a
25
24
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vibratili e i corpi che si contorcono, da non an
dare oltre, tranne che, magari, per ingrandire
ancora di più i parameci e guardare cosa c'è den
tro. Questo, naturalmente, è un argomento che
interessa i biologi, ma al momento noi sorvolia
mo e guardiamo più da vicino l'acqua stessa, in
grandendola altre duemila volte. Ora la goccia
d' acqua misura venti chilometri, e se la osservia
mo attentamente noteremo una specie di bruli
chio, qualcosa che non ha più un aspetto omo
geneo, ma sembra il pubblico di una partita di Fig. l Acqua ingrandita un miliardo di volte .
calcio visto molto da lontano. Per vedere a cosa
sia dovuto questo brulichio, lo ingrandiremo al gruppo è « incollato insieme » , per così dire.
tre duecentocinquanta volte e ci troveremo d �
vanti agli occhi qualcosa di simile alla figura l. E
D 'altro canto, le particelle non possono compe
netrarsi l'un l'altra. Se si cerca di comprimerle si
una rappresentazione dell'acqua ingrandita un
Gli atomi hanno un raggio di l o 2 x l o-s cm, e
respingon · o .
miliardo di volte, ma idealizzata da molti punti di
yista. 'Per cominciare, le particelle sono disegna dato che l o-s cm si chiama angstrom, diciamo
te in modo semplice, con contorni netti, e que che gli oatomi hanno un raggio di l o 2 ang
sto non è esatto. In secondo luogo, la figura è bi strom (A) . Un altro modo per ricordarne la mi
dimensionale, mentre naturalmente le particelle sura è il seguente: se una mela viene ingrandita
si muovono in tre dimensioni. Osservate che ci fino alle dimensioni della Terra, i suoi atomi
sono due diverse specie di « palle» o cerchi a rap
presentare gli atomi di ossigeno (neri) e quelli di avranno all'incirca le dimensioni iniziali della
idrogeno (bianchi) , e che ogni ossigeno ha due mela.
idrogeni legati a sé. (Ogni gruppetto di un ossi Immaginiamo ora questa enorme goccia d' ac
geno con i suoi idrogeni si chiama molecola) . La qua, con tutte le sue particelle in agitazione che
rappresentazione è idealizzata anche perché in si rincorrono l'un l' altra. L' acqua conserva il suo
natura le particelle vere si agitano e rimbalzano volume, non si dissolve, e questo è dovuto all' at
continuamente, si torcono e girano l'una intor trazione delle molecole tra loro. Se la goccia è su
no all'altra. Bisogna pensare, anziché a un'im un p iano inclinato, dove può muoversi da un
magine statica, a un'immagine dinamica. Un' al punto all'altro, l' acqua scorre , ma non svanisce
r:
tra cosa che non si può illustrare in un disegno è (cioè le parti che la compongo no non si disper
t,
il fatto che le particelle sono attaccate, che si at dono) , grazie appunto all'attrazio ne molecolar e.
traggono, questa tira quell' altra, ecc. L'intero Il rnovimento di agitazione è ciò che noi rappre-
26 27
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peratura aumenta il movimento. Se scaldiamo
l'acqua, l'agitazione aumenta, così come aumen l
j
piscono la parete la sping9no come per allonta
l
narla dal centro della stanza (e naturalmente bi
Fig. 3
sogna spingere dalla parte opposta, per tenerla
28
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lecole d'acqua non ha nessuna importanza, per l pressione aumenta. Vedete quanto sono semplici
semplicità le disegniamo come palle da tennis, o le idee della teoria atomica.
puntini, che si muovono in ogni direzione. Mol Consideriamo un' altra situazione. Supponiamo
te di esse colpiranno il pistone, e quindi per evi che il pistone si muova verso l'interno, in modo
tare che questo continuo bombardamento lo da costringere lentamente gli atomi in uno spa
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ra del gas. Allora, con buona approssimazione, il aumenta. Un gas si scalda se viene sottoposto a
numero di urti verrà raddoppiato e, dato che cia una lenta compressione, e si raffredda sotto una
scuno sarà tanto « energico » quanto prima, la lenta espansione.
t
pressione sarà doppia. In realtà, considerando la Ora torniamo alla nostra goccia d' acqua e asser
vera natura delle forze tra gli atomi, ci aspette viamone altri aspetti. Supponiamo di raffreddare
remmo, da un lato, una leggera diminuzione del la goccia, in modo che l' agitarsi delle molecole e
la pressione dovuta alle attrazioni fra gli atomi degli atomi diminuisca progressivamente. Sap
stessi, dall' altro, un leggero aumento per la limi piamo che tra gli atomi ci sono forze di attrazio
tatezza del volume da essi occupato. Ad ogni mo ne, quindi dop <? un po' essi non riescono più a
do, se la densità è abbastanza bassa, così che non muoversi con facilità. A temperatura molto bassa
ci siano molti atomi, la pressione, con ottima ap la situazione è quella indicata nella figura 4: le
prossimazione, è proporzionale alla densità. molecole restano incastrate in una nuova confi
·l.�·
Osserviamo anche un'altra cosa: se aumentiamo gurazione, il ghiaccio. Questa raffigurazione sche
la temperatura lasciando inalterata la densità del matica del ghiaccio è inesatta perché è in due di
gas, cioè se aumentiamo la velocità degli atomi, mensioni, ma da un punto di vista qualitativo è
1 cosa succede alla pressione? Be ' , gli atomi colpi corretta. La cosa interessante è che in questo ma
� scono più forte perché si muovono più veloce teriale ogni . atomo ha un suo posto preciso e
, ;1 mente, e inoltre colpiscono più spesso, quindi la quindi, dato che tutti gli atomi sono rigidamente
�r 30 31
l'
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120° attorno a un asse perpendicolare al foglio,
simmetria esagonale. Se ruotiamo la figura di '
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Processi atomici
, ,!
,J ! E questo è quanto, a proposito della descrizione
•
di solidi, liquidi e gas dal punto di vista atomico.
o •
'� Tuttavia l'ipotesi atomica descrive anche i pro
cessi, e quindi ora ci soffermiamo a esaminare Ossigeno Idrogeno Azoto
ma, perché dipende dall'agitazione dell'acqua, cole d'acqua. Quindi l'aria si dissolve nell'acqua,
ma il numero di quelle che tornano indietro di
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che conterrà quindi molecole di ossigeno e azo
minuisce fortemente, perché nell'aria ci sono
l
to, cioè conterrà aria. Se improwisamente faccia
il
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molte meno molecole d'acqua. Quindi più mole mo il vuoto nel recipiente, le molecole d'aria la l
cole se ne vanno di quante ritornano, e l'acqua sceranno l'acqua più rapidamente di quanto vi N
evapora. Perciò, se volete far evaporare dell'ac siano entrate, e in questo processo si formeran
j:�!
l!
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cl·.
qua accendete il ventilatore ! no delle bolle. Cosa molto pericolosa per chi fa li
Ecco un' altra cosa: quali molecole se ne vanno?
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immersioni subacquee, come forse saprete.
1 :;
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Quando una molecola si allontana ciò è dovuto a
l·!
Ora passiamo a un altro processo. Nella figura 6
un'accidentale sovraccumulazione di ene rgia - vediamo, dal punto di vista atomico, un solido
quel minimo in più del livello solito che è neces che si scioglie nell' acqua. Se mettiamo un cristal
sario per vincere l' attrazione delle molecole vici lo di sale nell'acqua cosa accadrà? Il sale è un •ii
ne. Quindi, dato che se ne vanno le molecole solido, un cristallo, una struttura organizzata di
con energia maggiore della media, quelle che re atomi di sale N ella figura 7 troviamo rappre
.j:!
« ». "'1/'i
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stano hanno mediamente minor velocità di pri sentata la struttura tridimensionale del sale da
' 1:1
ma. Così, evaporando, il liquido gradualmente si cucina, il cloruro di sodio. A rigar di termini il ii
+
'
• o a
'
Cristallo (A)
Sal gemma N a Cl 5 . 64
K
Ag
Silvina Cl 6. 28
Cl 5.54
Mg o 4. 20
Galena Pb s 5.97
z Pb Se 6. 1 4
Pb Te 6.34
Q
O Cloro Sodio
y
dell'ossigeno negativo e dell'idrogeno positivo
sugli ioni, alcuni di essi si liberano. Nella figura 6 x
vediamo uno ione di cloro che si libera e altri
atomi che fluttuano nell'acqua sotto forma di io
ni. Questa rappresentazi one è abbastanza fedele. Fig. 7 Distanza dallo ione contiguo d = a/2 .
Osserviamo, p"er esempio, che vicino allo ione di
cloro sono più frequenti gli estremi di idrogeno le nell'acqua: se è maggiore o minore di quella
delle molecole d'acqua, mentre vicino allo ione necessaria all'equilibrio. Con la parola « equili
di sodio è più probabile trovare l'estremo di ossi brio » intendiamo la situazione in cui tanti atomi
geno (infatti il sodio è positivo e l'estremo di os se ne vanno quanti tornano ìndietro. Se nell' ac
!l"'
sigeno dell'acqua è negativo, quindi si attraggo qua non c'è sale quasi per niente, se ne vanno
no elettricamente ) . Si può capire se la figura rap -molti più atomi di quanti tornino, e il sale si scio
presenta del sale che si discioglie nell'acqua o glie; per contro, se ci sono troppi « atomi di sa
non invece del sale che cristallizza dall' acqua? le » , quelli che tornano saranno in numero mag
Naturalmente no, perché ci sono atomi che si in giore e il sale cristallizza.
seriscono nel cristallo mentre altri lo stanno la Incidentalmente, accenniamo al fatto che il con
.
sciando; il processo è dinamico, come nel caso cetto di molecola è solo approssimato, ed esiste
dell'evaporazion e, e dipende dalla quantità di sa- soltanto per una certa classe di sostanze. Nel caso
38 39
�
dell'acqua è chiaro che i tre atomi sono effettiva
mente attaccati insieme, ma non è così chiaro
nel caso del cloruro di sodio allo stato solido. Esi �
c!'
ste solo una disposizione degli ioni di sodio e clo
ro in una configurazione cubica; non c'è alcun
modo naturale di raggrupparli sotto forma di
« molecole di sale »
Ritornando alla nostra discussione sulla soluzio
ne e la precipitazione, se la temperatura della so
luzione aumenta, aumenta la quantità di atomi
che lasciano il cristallo, così come aumenta la Fig. 8 Carbonio che brucia nell' ossigeno.
quantità di quelli che tornano indietro. In gene
rale è molto difficile riuscire a prevedere in qua
le modo finirà, se il solido si scioglierà in quan ché due e non tre o quattro? Si tratta di una del
tità maggiore o minore. La maggior parte delle le peculiarità di questi processi atomici: gli atomi
si potrebbe unire al co e formare infine una determinare facilmente con metodi fisici) . Co
molecola composta da un carbonio e due ossige munque, perfino per le strutture molto più com
ni, indicata con co2 e chiamata anidride carbo plicate di atomi che si incontrano in chimica si
nica. Se bruciamo il carbonio con pochissimo-os può trovare la disposizione degli atomi, median
sigeno in una reazione molto rapida (per esem te un lungo e notevole lavoro investigativo. La
pio nel motore di un'automobile, dove awengo figura 9 rappresenta l' aria intorno a una violetta;
no esplosioni tanto veloci che l'anidride carboni nell'aria troviamo ancora azoto e ossigeno, e va
ca non si forma per mancanza di tempo) si for pore acqueo. (Perché vapore acqueo? Perché la
ma una notevole quantità di ossido di carbonio. violetta è umida, e tutte le piante traspirano) .
In riordinamenti del genere si sprigiona una Tuttavia, vediamo anche un « mostro » composto
grande quantità di energia sotto forma di esplo di atomi di carbonio, di idrogeno e di ossigen q_ ,
sioni, fiamme, ecc., a seconda delle reazioni. I organizzati in una certa struttura particolare. E
chimici hanno studiato queste disposizioni degli una configurazione molto più complicata di
atomi e hanno scoperto che ogni sostanza è un quella dell'anidride carbonica, in effetti è enor
qualche tipo di configurazione di atomi. memente complicata. Sfortunatamente non pos
Per illustrare questa idea, consideriamo un altro siamo raffigurare tutto ciò che conosciamo della
42 43
ca. Per scoprire la configurazione degli atomi in l !
..
1
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Introduzione
In questo capitolo esamineremo le idee fonda
mentali della fisica: la natura delle cose come le
vediamo al momento attuale. Non tratteremo la
storia dell'evoluzione di queste idee: impar�rete
questi particolari a tempo debito.
Le cose di cui ci occupiamo nella scienza si mo
strano in una miriade di forme, e con una molti
tudine di attributi. Per esempio, se stiamo sulla
spiaggia e guardiamo il mare, vediamo l'acqua,
le onde che si infrangono, la schiuma, il movi
mento agitato dell'acqua, il suono, l'aria, il vento
e le nuvole, il sole e il cielo azzurro, la luce; c'è la
sabbia, pietre di varia durezza e stabilità, colore e
consistenza. Ci sono animali e alghe, fame e ma
lattia, e l'osservatore sulla spiaggia; ci possono es
sere perfino felicità e pensiero. Qualsiasi altro
luogo in n �tura ha una simile varietà di cose e di
influenze. E sempre così complicato, in qualsiasi
luogo. La curiosità pretende che ci poniamo del
le - domande, che cerchiamo di mettere le cose
insieme e di capire questa moltitudine di aspetti
come il risultato, forse, dell'azione di un numero
relativamente piccolo di cose e· forze elementari
che agiscono in un'infinita varietà di combina
zioni.
Per esempio: la sabbia è diversa dalle pietre?
Cioè, non è forse la sabbia nient'altro che un
gran numero di pietre piccolissime? La Luna
51
non sarà magari una pietra enorme? Se capissi facile impararne le regole, ma è molto difficile ,
mo le pietre, capiremmo anche la sabbia e la Lu spesso, scegliere la mossa migliore, o capire per
na? Il vento è un 'agitazione dell' aria analoga al ché un giocatore faccia una certa mossa. Così è
l' agitazione dell'acqua del mare? Quali caratteri in natura, solo lo è ancora di più; però potrem
stiche hanno in comune questi moti diversi? Co mo, almeno, riuscire a trovare tutte le regole,
s'hanno in comune suoni diversi? Quanti colori alla fine. In effetti, ora non le abbiamo tutte.
diversi esistono? E così via. In questo modo cer (Ogni tanto succede qualcosa di simile a un ar
chiamo di analizzare gradualmente tutte le cose, rocco, e ancora non lo capiamo) . A prescindere
di mettere insieme cose che a prima vista sem dalla nostra imperfetta conoscenza delle regole, ! f,
t
f
brano diverse, con la speranza di poter ridurre il quello che in realtà si può spiegare tramite esse è
numero di cose diverse e quindi capirle meglio. ben poco, perché in genere le situazioni sono co
Qualche centinaio di anni fa si scoprì un metodo i l
l�
sì enormemente complicate che non si riesce,
per trovare risposte parziali a questioni del gene applicando le regole, a seguire le fasi della parti
re. Osservazzone, ragionamento ed esperimento costi ta, né tantomeno a prevedere come andrà a fìni
tuiscono quello che chiamiamo metodo scientifico. re. Perciò dobbiamo !imitarci alla questione di
l
l
Dovremo !imitarci alla pura e semplice descrizio · base delle regole del gioco. Se conosciamo le re
l
ne della nostra visione di ciò che a volte viene gole, diremo che « capiamo » il mondo.
i
chiamato fisica fondamentale, ossia delle idee fon Come facciamo a dire se le regole che « tiriamo
l�
damentali nate dall'applicazione del metodo a indovinare » siano veramente giuste, visto che
scientifico. non riusciamo ad analizzare a fondo la partita?
Cosa si intende quando si dice che « capiamo » Ci sono, grosso modo, tre metodi. Primo, ci pos \
una cosa? Possiamo immaginare che questo com- -sono essere situazioni dove la natura è semplice t
�
·
plicato apparato di cose in movimento che chia ed è formata (o siamo noi a formarla) da così po
miamo « mondo » sia simile a una partita di scac
chi giocata dagli dèi, di cui noi siamo spettatori.
che parti che possiamo prevedere esattamente
quello che succederà, e controllare come funzio �fl
�
Non conosciamo le regole del gioco; tutto ciò nano le nostre regole. (In un angolo della scac
che ci è permesso è guardare la partita. Natural chiera magari ci sono solo pochi pezzi, ed è pos
mente, se guardiamo abbastanza a lungo, alla sibile un' analisi esatta della situazione) .
fine afferreremo alcune regole di base. Le regole Un secondo modo è verificare le regole usando
del gioco sono ciò che chiamiamo fisica fonda sotto-regole meno specifiche. Per esempio, la re
mentale. Anche se le conoscessimo tutte, comun gola sulla mossa dell' alfiere è che si muove solo
que, potremmo non essere in grado di capire in diagonale. Dopo aver osservato molte mosse,
perché viene fatta una data mossa, magari per si può dedurre che un certo alfiere si trova sem
ché è troppo complicata, e le nostre menti sono pre su una casella bianca. Così, anche senza riu
limitate. Se giocate a scacchi saprete che è molto scire a seguire i particolari, possiamo verificare la
52 53
nostra congettura sugli spostamenti dell' alfiere ro l' ottica) , i raggi X, la fisica nucleare, la gravi
andando a vedere se si trova sempre su una ca tazione, i fenomeni dei mesoni, ecc. Tuttavia, lo
sella bianca. Naturalmente sarà così, per un bel scopo è vedere l'intera natura come aspetti di
po' di tempo, finché all'improvviso non lo trovia versi di un unico complesso di fenomeni. Questo
mo su una casella nera. (Naturalmente quello è il problema della fisica teorica di base oggi: tro�
che è successo è che nel frattempo è stato man vare le leggi dietro all'esperimento, amalgamare
giato, un' altra pedina è andata a regina e si è tra queste classi. Storicamente, siamo sempre riusci
sformata in un alfiere su una casella nera) . Così ti ad amalgamarle, ma con il passare del tempo si
succede in fisica. Per lungo tempo possiarno ave scoprono sempre cose nuove . Stavamo amalga
re una regola che funziona in modo eccellente e mando alla grande, quando all'improwiso si sco
completo, anche quando non riusciamo a segui prirono i raggi X. Allora incorporammo ançhe
re i particolari, e poi a un certo punto ne sco quelli, e si scoprirono i mesoni. Quindi, in ogni
priamo una nuova. Dal punto di vista della fisica sua fase la partita sembra sempre piuttosto con
di base, i fenomeni più interessanti sono quelli fusa. Si è raggiunto un alto grado di integrazio
che si verificano nelle situazioni nuove, quando ne, ma ci sono sempre molti fili sospesi in ogni
le regole non funzi,onano, non quelli in cui le re direzione. Questa è la situazione odierna, quella
gole funzionano ! E così che si scoprono nuove che cercheremo di descrivere.
regole. Alcuni esempi storici di integrazione sono i se
La terza maniera per capire se le nostre idee so guenti. Prima, prendiamo il calore e la meccani
no corrette è relativamente grezza, ma probabil ca. Quand.o gli atomi sono in movimento, più si
mente è la più efficace. Cioè, lo è per grossolane muovono più calore contiene il sistema, e quindi
approssimazioni. Magari non riusciamo a dire il calore e tutti gli effetti della temperatura si pos
perché Alekhine muova proprio quel pezzo, ma sono rappresentare per mezzo delle leggi della
gari riusciamo solo confusamente a capire che meccanica. Un' altra straordinaria fusione fu la
sta raccogliendo i suoi pezzi attorno al re per scoperta della relazione tra elettricità, magneti
proteggerlo, più o meno, dato che è la cosa più smo e luce, che si rivelarono aspetti diversi della
sensata da fare in quelle circostanze. Allo stesso stessa cosa, che oggi chiamiamo campo elettroma
modo, spesso riusciamo a capire la natura - più o gnetico. Un' altra fusione è l'unificazione dei feno
meno - senza riuscire a vedere cosa fa ogni sin meni chimici, delle proprietà delle varie sostan
golo pezzettino, in termini della nostra compren ze, e del comportamento delle particelle atomi
sione del gioco. che, unificazione realizzata nella meccanica quan
All'inizio i fenomeni della natura furono grosso tistica della chimica.
lanamente divisi in classi, come il calore, l'elettri La domanda, naturalmente, è: sarà possibile amal
cità, la meccanica, il magnetismo, le proprietà gamare tutto, e scoprire che questo mondo rap
delle sostanze, i fenomeni chimici, la luce ( owe- presenta i diversi aspetti di un 'unica cosa? Non si
54 55
sa. Tutto ciò che sappiamo è che andando avanti memente complicata e particolareggiata che man
riusciamo ad amalgamare dei pezzi, e poi trovia tiene gli atomi in diverse combinazioni, e per e
mo altri pezzi che non si combinano, e conti sempio determina se il sale si scioglie più o meno
nuiamo a cercare di completare il puzzle. Natu velocemente all'aumentare della temperatura.
ralmente non si sa nemmeno se il numero di L' altra forza è un'interazione a lungo raggio,
pezzi sia finito, o se il puzzle abbia una frontiera. un 'attrazione dolce e tranquilla che varia inver
Non si saprà finché il quadro non sarà completo, samente al quadrato della distanza e si chiama
se mai lo sarà. Quello che vogliamo fare qui è ve gravitazione. Questa legge era nota e molto sem
dere fino a che punto è arrivato questo processo plice. Perché le particelle rimangano in moto in
di fusione, e quale sia la situazione attuale nella assenza di forze, o perché esista una legge gravi
comprensione dei fenomeni di base in termini tazionale, ovviamente, non si sapeva.
del minor numero di princìpi. Per dirla in breve: Quello che ci interessa qui è dare una descrizio
di che cosa sono fatte le cose, e quanti elementi ne della natura. Da questo punto di vista, quindi,
ci sono? un gas, e a dire il vero tutta la materia, non è al
tro che una miriade di particelle in movimento.
Quindi molte delle cose viste sulla riva del mare
La fisica prima del 1 920 si possono immediatamente collegare. Primo, la
l
questa indeterminazione e oscillano con un mi lo una media dei risultati, con metodi statistici.
nimo di moto in accordo con questa regola. (Ri Ciò nonostante, la scienza non è completamente
l,
:� J.
,i cordate quando abbiamo detto che anche se un crollata. Tra l'altro, i filosofi dicono un sacco di
'\
,l
l
cristallo viene raffreddato fino allo zero assoluto, cose su cosa sia assolutamente necessario per la
gli atomi non si fermano, ma continuano ad agi scienza, ed è sempre (per quello che si può vede
!
tarsi un po ' ? Se smettessero di muoversi, cono re) piuttosto ingenuo, e probabilmente sbaglia
sceremmo sia la loro posizione sia la loro velocità to. Per esempio, qualche filosofo ha affermato
- che è zero -, e questo è contrario al principio che è fondamentale per l'impresa scientifica che
di indeterminazione. Non possiamo sapere esat se un esperimento si svolge, poniamo, a Stoccol
,l
tamente dove sono e come si muovono, quindi ma, e poi a Quito, i risultati siano gli stessi. Que
devono continuare a muoversi! ) . sto non è vero. Non è obbligatorio nella scienza,
j Un altro cambiamento interessantissimo nelle
idee e nella filosofia della scienza dovuto alla
può essere un dato di fatto d eli' esperienza, ma
non è necessario che lo sia. Per esempio, se uno
meccanica quantistica è il seguente: non è possi- degli esperimenti è guardare il cielo per vedere
66 67
l'aurora boreale a Stoccolma, non la vedremo che certe cose, da sempre considerate onde, si
certo a Quito. « Ma » direte voi « quella è una co comportano anche come particelle, e che le par
sa che ha a che fare con l'esterno; ci si può rin ticelle si comportano come onde; infatti tutte le
chiudere in una stanza, tirare le tendine e trova cose si comportano allo stesso modo. Non c'è di
re una differenza? » . Certamente. Se prendiamo stinzione tra onda e particella. Quindi la mecca
un pendolo su un giunto cardanico, lo tiriamo su nica quantistica unifica l'idea del campo, e delle
e poi lo lasciamo andare, oscillerà quasi in un sue onde, e l'idea delle particelle. Ora, è pur ve
piano, ma non esattamente. Il piano cambia in ro che alle basse frequenze l'aspetto di campo
continuazione a Stoccolma, ma non a Quito. Ep del fenomeno è più evidente, o più utile come
pure le tendine sono abbassate. Questo fatto non descrizione approssimata in termini di esperien
porta alla distruzione della scienza. Qual è allora za quotidiana. Ma, con l'aumentare della fre
l'ipotesi di base della scienza, la sua filosofia fon quenza, emergono via via gli aspetti particellari,
damentale? L'abbiamo detto nel primo capitolo: con gli strumenti di misura a nostra dis'p osizione.
l 'unica verifica della validità di un 'idea è l 'esperimen Infatti, benché abbiamo menzionato molte fre
to. Se viene fuori che quasi tutti gli esperimenti quenze, non si è ancora scoperto un fenomeno
funzionano allo stesso modo a Quito e a Stoccol che coinvolga direttamente urta frequenza mag
ma, allora quei « quasi tutti » esperimenti verran giore di circa l 012 cicli al secondo. Possiamo solo
no usati per formulare una legge generale, e dedurre le frequenze più alte dall'energia delle
quelli che danno risultati diversi in posti diversi particelle, con una regola che assume l'idea di
diremo che sono influenzati dall' ambiente di onda-particella della meccanica quantistica.
Stoccolma. Inventeremo qualche modo di riassu Quindi abbiamo una nuova visione dell'intera
mere i risultati dell'esperimento, e non c'è biso zione elettromagnetica. Abbiamo un nuovo tipo
gno di sapere in anticipo quale sarà questo mo di particella da aggiungere all' elettrone, al pro
do. Se ci dicono che lo stesso esperimento pro tane e al neutrone. La nuova particella si chiama
duce sempre lo stesso risultato, siamo tutti con fotone. La nuova visione dell'interazione di elet
tenti, ma se quando proviamo a farlo vediamo troni e protoni che è la teoria elettromagnetica
che non è così, non è così e basta. Bisogna pren corretta tenendo conto della meccanica quanti
dere quello che viene, e poi formulare il resto stica si chiama elettrodinamica quantistica. La teo
delle nostre idee in funzione dell'esperienza ef ria fondamentale dell'interazione di luce e mate
fettiva. ria, owero campo elettrico e cariche, è il nostro
Per tornare alla meccanica quantistica e alla fisi maggior successo in fisica fino a oggi. In quest'u
ca fondamentale, naturalmente non possiamo, nica teoria abbiamo le regole di base per tutti i
per ora, entrare nei sottili dettagli dei princìpi fenomeni normali, a eccezione della �ravitazio
quantistici. Accettiamo che ci siano, e procedia ne e dei processi nucleari. Per esempio, dall' elet
mo a descriverne qualche conseguenza. Una è trodinamica quantistica vengono tutte le leggi
68 69
elettriche, meccaniche e chimiche: le leggi che cella esiste un'antiparticella. Nel caso degli elet
governano gli urti di palle da biliardo, il moto di troni l'antiparticella ha un suo nome proprio,
spire percorse da corrente nel campo magneti ma per quasi tutte le altre si chiama an ti-questo e
co, il calore specifico dell'ossido di carbonio, il �nti-quello, tipo antiprotone e antineutrone. Nel
colore delle insegne al neon, la densità del sale, l' elettrodinamica quantistica si introducono due
le reazioni di idrogeno e ossigeno per formare numeri, e si suppone che da essi derivi la maggior
l' acqua, sono tutte cons�guenze di quest'unica parte degli altri numeri del mondo. I due nume
legge. Tutti questi particolari si possono elabora ri sono la massa e la carica dell'elettrone. A dir la
re se la situazione è abbastanza semplice da po verità non è proprio così, perché abbiamo anche
ter fare un'approssimaZ ione; non capita quasi i numeri che, in chimica, ci dicono quanto pesa
mai che si possa fare un calcolo preciso, ma spes no i nuclei. Questo ci porta al prossimo para
so riusciamo a capire più o meno cosa succede. grafo.
Oggi come oggi non si conoscono eccezioni alle
leggi dell' elettrodinamica quantistica al di fuo
ri del nucleo, e dentro non sappiamo se ci siano Nuclei e particelle
eccezioni semplicemente perché non abbiamo
idea di cosa succeda all'interno del nucleo. Di cosa sono fatti i nuclei, e che cosa li tiene in
In linea di principio, allora, l'elettrodinamica sieme? Si è scoperto che sono tenuti insieme da
quantistica è la teoria dell'intera chimica, e della forze spaventose. Quando vengono liberate, l'e
vita, se la vita si riduce in definitiva alla chimica nergia sprigionata è enorme a confronto dell'e
e quindi alla fisica, perché la chimica già è ridot nergia chimica: la proporzione è la stessa che c'è
ta alla fisica (infatti la parte della fisica coinvolta tra l'esplosione della bomba atomica e quella del
nella chimica è già nota) . Inoltre, la stessa elet tritolo, perché, naturalmente, l'esplosione atomi
trodinamica quantistica, questa cosa meraviglio ca ha a che fare con trasformazioni interne al nu
sa, consente di prevedere molte cose. In primo cleo, mentre quella del tritolo riguarda trasfor
luogo ci dice le proprietà di fotoni ad altissima mazioni degli elettroni all'esterno degli atomi. Il
energia, raggi gamma, ecc. E poi prevede un'al problema è: quali forze tengono insieme i neu
tra cosa notevole: oltre all' elettrone, ci dovrebbe troni e i protoni nel nucleo? Proprio come l'inte
essere un'altra particella con la stessa massa ma razione elettrica si può collegare a una particella,
carica opposta, chiamata positrone, e queste due, il fotone, così anche le forze tra neutroni e proto
unendosi, potrebbero annichilarsi emettendo lu ni - suggerì Yukawa - potrebbero avere un cam
ce o raggi gamma. (Dopotutto, la luce e i raggi po di qualche tipo, e tale campo, in certe condi
gamma sono la stessa cosa, sono solo punti diver zioni, potrebbe comportarsi come una particella.
si su una scala di frequenza) . La generalizzazione Quindi potrebbero esserci altre particelle oltre ai
di questo fatto risulta essere vera: per ogni parti- protoni e ai neutroni, e Yukawa riuscì a dedurne
70 71
le proprietà dalle caratteristiche già note delle aspetti diversi della stessa cosa, e il fatto che ce
forze nucleari. Per esempio, calcolò che la loro ne siano tante, tutte scollegate, è una riprova del
massa doveva essere circa due o trecento volte la fatto che abbiamo molte informazioni sconnes
massa dell'elettrone, e (udite, udite ! ) nei raggi se, senza una teoria valida. A fronte dei grandi
cosmici si sono trovate particelle di quella massa! ·successi dell'elettrodinamica quantistica, le no
Ma più tardi si scoprì che non erano le particelle stre conoscenze di fisica nucleare sono ancora,
giuste; vennero chiamate mesoni �, o muoni. per certi versi, allo stato grezzo, qualcosa che è
Comunque, poco più tardi, nel 1 94 7 o 1948, si per metà esperienza e per metà teoria: si ipotizza
scoprì un'altra particella, il mesone n , o pione, una qualche forza tra protoni e neutroni e si
che aveva proprio le caratteristiche indicate da guarda cosa succede, senza realmente capire l'o
Yukawa. Quindi, per avere le forze nucleari biso rigine della forza stessa. A parte questo, abbiamo
gna aggiungere al protone e al neutrone anche il fatto ben pochi progressi. N el caso della chimica,
pione. Ora direte: « Benissimo ! Con questa teo dopo che avevamo raccolto un gran numero di "
ria facciamo della nucleodinamica quantistica elementi, ci apparve all'improvviso una relazio
usando i pioni proprio come diceva Yukawa, ve ne inaspettata tra essi, incarnata dalla tavola di
diamo se funziona e tutto sarà chiaro ». Nossi Mendeleev. Per esempio, il sodio e il potassio
gnori. I calcoli, in questa teoria, sono talmente hanno quasi le stesse proprietà chimiche, e si
complicati che nessuno è mai riuscito a scoprire trovano nella stessa colonna. Abbiamo cercato
quali siano tutte le conseguenze della teoria stes una tavola tipo quella di Mendeleev anche per le
sa, e quindi a verificarla con esperimenti, e que nuove particelle; ne vennero fuori due, scoper
sta situazione dura da vent' anni! te indipendentemente da Gell-Mann negli Stati
Quindi ci siamo are�i con una teoria, senza sa Uniti e da Nishijima in Giappone. La base della
pere se sia giusta o sba� ata, ma sappiamo che è lo·ro classificazione è un nuovo numero che, co
almeno un po ' sbagliata, o perlomeno incompleta. me la carica elettrica, si può assegnare a ogni
particella e si chiama stranezza, indicata con S.
·
A 2.
--
1.1 - S= l
continua, le « risonanze » con una tratteggi�.ta.
1 1 15
J
Dalla tabella sono state omesse molte particelle,
_p_
.e. tra queste, il fotone e il gravitone, importanti
n
1 .0 -
- S= O particelle di massa e carica nulla che non rien-
9 39 9 38 trano nello schema di classificazione barione-
·0.9 -
1
(J)o �1t +1t +1t
--- - --- - - - -
0.8 - S= O
O
portate le antiparticelle dei mesoni, non quelle
p- � 1t +1t p � 1t +1t p + � 1t +1t
--- ------- --- ------- --- -------
S= O
di leptoni e barioni, che vanno messe in un'altra
0.7 -
f
K- KO KO
- -- - -
0.5 -
s-
o
(b
decadimento sono indicati esplicitamente solo
+l
"'
l 0.4 -
494 498 494
2. per le risonanze. Ai leptoni non si può assegnare
un valore di stranezza perché non interagiscono
l
fortemente con i nuclei.
0.3 -
l a:
Le particelle elencate insieme ai neutroni e ai
protoni si chiamano barioni, e sono le seguenti:
J
- o +
1t
0. 2 -
1t 1t
-- -- --
lambda, di massa 1 1 54 MeV, e alfre tre, chiamate
S= O
1 39.6 1 35.0 1 39.6 sigma positiva, sigma neutra e sigma negativa, di
-
0.1 - _Il massa quasi identica. Ci sono gruppi, o multi-
}
"'
_
1 05.6
l
pletti, con quasi la stessa massa, a meno dell' l o 2
E- 5'
-
�
2.
per cento. Tutte le particelle di un multipletto
0.0 - 0.51 o hanno la medesima stranezza. Il primo multi-
75
p letto è il doppietto protone-neutrone, poi c'è fuori da questa tabella: particelle che non intera
un singoletto (lambda) , quindi il tripletto sigma giscono fortemente nei nuclei, non hanno a che
. e infine il doppietto xi. Molto recentemente, nel fare con interazioni nucleari, e non hanno una
1961, sono state scoperte altre particelle. Ma so forte interazione (voglio dire, il tipo forte d'inte
no particelle? Vivono per così breve tempo, di razione dell'energia nucleare) . Si chiamano tep
in questa scala ha massa piccolissima, solo 0,5 1 O
sintegrandosi quasi istantaneamente, appena for toni, e sono le seguenti. Abbiamo l' elettrone, che
mate, che non sappiamo nemmeno se conside
rarle nuove particelle, o interazioni di risonan
« MeV; poi c'è quell' altra, il mesone �. detto anche
za » di una certa energia tra i prodotti A e n: in cui muone, che ha massa molto maggiore, 206 volte
si disintegrano. quella dell' elettrone. Per quanto ne sappiamo in
Oltre ai barioni, le altre particelle interessate al base agli esperimenti fatti finora, l'unica diffe
l'interazione nucleare si chiamano mesoni. Prima renza tra l'elettrone e il muone è la massa. Tutto
ci sono i pioni, che si presentano in tre varietà: il resto funziona esattamente alla stessa maniera.
pione positivo, negativo e neutro; insieme forma Ma perché uno è più pesante dell'altro? A cosa
no un altro multipletto. Abbiamo anche scoper serve? Non si sa. C'è poi un leptone neutro, chia
to delle cose nuove chiamate mesoni K, che si mato neutrino, di massa zero. In effetti, ora sap
presentano sotto forma di un doppietto K+ e K0• piamo che esistono du,e tipi di neutrini, uno le
Inoltre, ogni particella ha la sua antiparticella, a gato agli elettroni e l'altro ai muoni.
meno che non sia l' antiparticella di se stessa. Per Infine abbiamo altre due particelle che non inte
esempio, n: + e n: - sono antiparticelle l'una dell' al ragiscono fortemente con quelle nucleari: una è
tra, ma n:0 è l'antiparticella di se stessa. K+ e K- so il fotone, e forse, se anche il campo gravitazio
no antiparticelle l'una dell'altra, così come K0 e nale ha un analogo nella meccanica quantistica
K0• Nel 1961 trovammo anche altri mesoni, o me (una teoria quantistica della gravitazione non è
glio, probabili mesoni che si disintegrano quasi ancora stata elaborata) , ci sarà un' altra particel
immediatamente: una cosa chiamata ro che deca la, il gravitone, di massa zero.
de in tre pioni e ha massa 780 (in questa scala) e, Che cos'è questa « massa zero »? Le masse qui in
seppure un po ' meno sicuro, un oggetto che de dicate sono quelle delle particelle a riposo. Il fat
cade in due pioni. Nella tabella figurano i meso to che una particella abbia massa zero significa,
ni, i barioni e le antiparticelle dei mesoni; le an in un certo senso, che non può stare a riposo. Un
tiparticelle dei barioni vanno messe in un'altra fotone non è mai fermo: si muove sempre a tre
tabella, speculare rispetto a questa. centomila chilometri al secondo. Capiremo me
La tavola di Mendeleev era ottima, a parte un glio il significato della massa quando conoscere
certo numero di elementi appartenenti alle terre mo la teoria della relatività, il che awerrà a tem
rare che non vi trovavano posto; allo stesso modo po debito.
abbiamo un certo numero di cose che restano Così ci troviamo con un gran numero di particel-
76 77
le che nel loro insieme sembrano i costituenti Tab. 3 Interazioni elementari
fondamentali della materia. Fortunatamente non
Accoppiamento Forza* Legge
sono tutte diverse, nelle loro reciproche intera ----..··----
zioni. A quanto pare, ci sono solo quattro tipi di Fotone con particelle - IQ - 2 conosciuta
interazione: in ordine di intensità decrescente, cariche
abbiamo la forza nucleare, le interazioni elettri Gravità con ogni tipo - I Q-40 conosciuta
che, l'interazione del decadimento beta e la gra di energia
vità. Il fotone si accoppia a tutte le particelle cari Decadimenti deboli - I o-s parzialmente
che e la forza dell'interazione si misura tramite nota
un certo numero, che è 1 / 1 37. Si conosce nei Mesoni con barioni -l sconosciuta
( note alcune
dettagli la legge che governa questo accoppia regole)
mento: si tratta dell'elettrodinamica quantistica.
La gravità si accoppia a ogni tipo di energia, ma * La << forza » è una misura adimensionale della costante di accop
l'accoppiamento è estremamente debole, molto piamento relativa a ciascuna interazione (il segno - significa << ap
più debole che nel caso dell' elettricità. Anche prossimativamente >> ) .
questa legge è nota. Poi ci sono i cosiddetti deca
dimenti deboli: il decadimento beta, per esem mo mai fatto esperimenti che verifichino accura
pio, che causa la disintegrazione relativamente tamente i nostri concetti di spazio e di tempo al
lenta del neutrone in un protone, un elettrone e di sotto di una certa distanza mi�ima; quindi sap
un neutrino. I dettagli di questa legge sono noti piamo solo che queste idee funzionano al di so
solo in parte. La cosiddetta interazione forte, pra di quella distanza. Dovremmo anche aggiun
l'interazione mesone-barione, ha forza l in que gere che le regole del gioco sono i princìpi del
sta scala, e la legge che la governa è completa la meccanica quantistica, i quali si applicano al
mente sconosciuta, anche se ci sono un certo nu le nuove particelle così come alle vecchie, per
mero di regole note, come quella che il numero quanto si può dire. L' origine delle forze nei nu
di barioni in ogni reazione non cambia. clei ci porta a considerare nuove particelle; sfor
Questa è dunque la terribile condizione in cui si tunatamente ne troviamo a profusione e non riu
trova la fisica di oggi. Per riassumerla, direi que sciamo a capire completamente i rapporti tra lo
sto: al di fuori del nucleo sappiamo tutto, dentro ro, pur sapendo che in certi, casi sono veramente
vale la meccanica quantistica (non si sono sco sorprendenti. A poco a poco, procedendo a ten
perte violazioni ai princìpi della meccanica toni, avanziamo nella comprensione delle parti
quantistica) . Tutta la nostra conoscenza sta sul celle subatomiche, ma non sappiamo nemmeno
palcoscenico dello spazio-tempo relativistico; for a che punto siamo di questa impresa.
se la gravità è coinvolta nello spazio-tempo. Non
sappiamo come sia iniziato l'universo, né abbia-
78 79
- - -�
• l
Introduzione .
La fisica è, fra le scienze, la più fondamentale e
completa, e ha avuto una profonda influenza su
tutto lo sviluppo scientifico. Infatti la fisica è l'e
quivalente odierno di ciò che un tempo si chia
mava filosofia · naturale, da cui sono nate quasi .·
1
meni. In questo capitolo cercheremo di descrive
re i problemi principali nelle altre scienze, ma
naturalmente è impossibile in così breve spazio
trattare adeguatamente le questioni complesse,
sottili ed eleganti che sorgono in questi campi.
La mancanza di spazio ci impedisce anche di de
' l scrivere il rapporto tra la fisica e l'ingegneria,
l'industria, la società, la guerra, e perfino la rela
zione, veramente notevole, tra fisica e matemati
l
i l ca. (La matematica non è una scienza, dal nostro
punto di vista, nel senso che non è una scienza
naturale. La verifica della sua validità non è l'e
sperimento) . Fra l'altro, dobbiamo chiarire fin
dall'inizio che se una cosa non è una scienza,
non necessariamente è un male. Per esempio,
l' amore non è una scienza. Quindi, se diciamo
che qualcosa non è una scienza, non vuoi dire
che, in essa, c'è qualcosa che non va: vuoi dire so
lo che non è una scienza.
83
Chimica ca che venne sviluppata insieme da entrambe
le discipline, ed è estremamente importante. Si
La scienza forse più profondamente influenzata tratta del metodo della statistica applicato in una
dalla fisica è la chimica. Storicamente, ai suoi al situazione in cui vi siano leggi meccaniche, chia
bori la chimica si interessava quasi esclusivamen m'ato giustamente meccanica statistica. In ogni rea
te dei fenomeni che ora ascriviamo alla chimica zione chimica sono coinvolti moltissimi atomi, e,
inorganica, cioè quella che tratta le sostanze non come abbiamo visto, gli atomi si agitano e si
legate alla vita. Fu necessario un notevole lavoro muovono casualmente in ogni direzione. Se po
di analisi per scoprire l'esistenza dei vari elemen tessimo analizzare ogni singola collisione e segui
ti e le loro relazioni: come si uniscono a formare i re in dettaglio il moto di ogni molecola potrem
composti relativamente semplici nelle rocce, nel mo sperare di prevedere il risultato, ma la quan
la terra, ecc. Questa chimica prirnordiale fu
« »
tità di dati numerici necessaria a tale scopo ecce
molto importante per la fisica. L'interazione tra de di gran lunga la capacità di qualsiasi calcola
le due scienze fu grandissima, perché la teoria tore, figuriamoci quella della mente umana, e
atomica fu convalidata in gran misura da esperi quindi era importante sviluppare un metodo per
menti di chimica. La teoria della chimica, cioè trattare situazioni così complicate. La meccanica
delle reazioni vere e proprie, venne in gran parte statistiCa, dunque, è la scienza dei fenomeni del
riassunta dalla tavola periodica di Mendeleev, che calore, o termodinamica. La chimica inorganica
rivela molte relazioni strane fra i vari elementi, e è, come scienza, ridotta essenzialmente a ciò che
la chimica inorganica è costituita proprio dalla si chiama chimica fisica e chimica quantistica; la
raccolta delle leggi che dicono quali sostanze si chimica fisica studia le velocità di reazione e cosa
combinano con quali altre, e come. Tutte queste succede nei dettagli (come si urtano le moleco
regole in definitiva sono state spiegate dalla mec le? quali pezzi vengono scaraventati via per pri
canica quantistica, così che la chimica teorica è in mi? ecc. ) , e la chimica quantistica ci aiuta a capi
effetti fisica. D ' altra parte, bisogna sottolineare re cosa succede in termini di leggi fisiche .
che questa spiegazione esiste solo in linea di prin L'altra area della chimica è la chimica organica,
cipio: abbiamo già detto della differenza tra co cioè quella che tratta le sostanze legate alle cose
noscere le regole del gioco degli scacchi e saper viventi. Per un certo tempo si è creduto che le so
giocare; così succede che magari sappiarr:o le re stanze legate alla vita fossero così meravigliose da
gole, ma non giochiamo molto bene. E molto non poter venire prodotte artificialmente a par
difficile prevedere esattamente cosa succederà in tire da materiale inorganico. Questo non è vero
una data reazione chimica; ciò nonostante, la affatto: le sostanze sono le stesse della chimica
parte più profonda della chimica teorica sfocia inorganica, solo gli atomi sono disposti in manie
nella meccanica quantistica. ra molto più complicata. La chimica organica ov
C'è anche un ' altra area della fisica e della chimi- viamente è in strettissima relazione con la biolo-
84 85
gia, che le fornisce le sostanze, e con l' industria, poggiamo il piede su una pietra tagliente: in
e, inoltre, sia la fisica chimica che la meccanica qualche m9do l'informazione parte dalla gamba
"
quantistica si possono applicare a composti sia e sale su. E interessante come questo awiene. I
organici sia inorganici. Tuttavia, i problemi prin biologi sono giunti alla conclusione che i nervi
cipali di chimica organica non riguardano questi sono tubi strettissimi con una parete molto com
aspetti, ma piuttosto l'analisi e la sintesi delle so plessa e sottile; attraverso questa parete la cellula
stanze formate nei sistemi biologici, nelle cose pompa ioni, così che ci sono ioni positivi all'e
viventi. Questo porta impercettibilmente, passo sterno e negativi all'interno, come in un conden
dopo passo, verso la biochimica, e poi alla biolo satore. Ora, questa membrana ha un 'interessan
gia stessa, owero la biologia molecolare. te proprietà: se « si scarica » in un punto (cioè se
alcuni ioni riescono ad attraversare una cert� zo
Biologia na in cui quindi il voltaggio risulta ridotto) l'in
fluenza elettrica si fa sentire sugli ioni circostan
ti, e di conseguenza la membrana lascia passare
fi
Eccoci alla scienza della biologia, che è lo studio
: gli ioni in un punto nelle vicinanze. Questo a sua
delle cose viventi. Ai suoi albori, i biologi hanno
'
· l
volta influenza una zona vicina, ecc., così che si
..
88 89
CH3CO - S - CoA + H20
l
energia. Così la maggior parte delle reazioni chi
.l
ac e tii CoA
:i
CoA - SH
miche non awengono spontaneamente , perché
� v yOOH
c'è di mezzo la cosiddetta energia di attivazione.
f �
COOH H2 0
l
CH2
CH 2 Per aggiungere un altro atomo alla nostra sostan
l COOH
za, bisogna portarlo così vicino da causare un
l ,
coo y
itrdto HO - C - COO l
l
smtetasi l CH2
l
qualche riordinamento, allora si attaccherà. Ma
HO - t - H
CH 2 . .
Il
l
l
COOH acomtas1
1
m lico
� <;> ssalacetico aci do citrico CH
r-
deidrogenaSI
avvicinarlo abbastanza, allora non succederà
1
l
J.
CH. COOH
COOH
2
acido cis-aconitic H20 niente: sarà come aver spinto il masso un po' su
l
acido L-malico
i
aconilaSi
per la collina: poi rotolerà giù. Tuttavia, se potes
--1 fu marasi 1
l
H20 COOH
simo letteralmente prendere le molecole in ma
l
l l
COOH CH2
Il
no e spingere e tirare gli atomi in modo da fare
l
CH HC - COOH
çoq�
l l
HC HO - C -H posto al nuovo atomo e farlo entrare, allora
� �
avremmo trovato un 'altra strada, girando attor
COOH
.
acido fumarico
�
actdo tsocttnco
1 ffi!]
r;;-;:;"""] uccinico
deidrogenasi
isocitrico no alla collina, che non richiede energia in più,
l
deidrogenasi
:
e la reazione awerrebbe con facilità. Ora, in ef
l
COOH '·
�
COOH
:(
l
1
'
..
CH2
CH 2 fetti, nelle cellule ci sono molecole enormi, mol
:: t l COO H
succinil CoA
l l
CH 2 i ntetasi
l
COOH HC - COOH to più grandi di quelle interessate ai cambiamen
C1 = O
1
isocitrico
l
COOH CH 2
ti appena descritti, che in qualche maniera com
/ CO
. deidrogenasi
CH2 tx-che toglutar.co
CoA - SH --7' l
l
deidrogen asi
CH2 COOH
CH2 plicata tengono le molecole piccole proprio nel
l
l CO l
GDP P
CO
+ , succinil CoA
acido ossalsuccinico
ji
- S - CoA
modo giusto, così che le reazioni awengono con
r;::;::;:;:;l facilità. Queste molecole enormi si chiamano en
CçlOH
i:
2
�
actdo
!1:
/:
zimi. (All'inizio vennero chiamate fermenti, per
\l i ffi!J ché furono originariamente scoperte nella fer
!�l
" mentazione dello zucchero, dove in effetti furo
! Fig. 1 1
no scoperte alcune delle prime reazioni del ci
!l
(
Ciclo di Krebs.
clo) . In presenza di un enzima la r�azione av
l! verrà.
il Gli enzimi sono fatti di altre sostanze chiamate
��
conda, perché le due forme di solito sono sepa proteine, e sono molto grandi e complicati, ognu
rate da una barriera di energia, o « collina » . Ecco no diverso dall ' altro , essendo ciascuno destinato
un 'analogia: se vogliamo portare un masso da un a controllare una particolare reazione. Nella figu
posto a un altro, alla stessa altezza ma dall'altra ra 1 1 in ogni reazione c'è scritto l'enzima corri
parte della collina, lo possiamo spingere giù dal spondente (a volte lo stesso enzima controlla due
la cima, ma portarlo su richiederà una certa reazioni diverse) . Vogliamo sottolineare che gli
90 91
enzimi stessi non sono coinvolti direttamente nel GTP; durante la notte il GTP che è stato imma
la reazione: non cambiano, semplicemente fanno gazzinato di giorno viene usato per svolgere il ci
spostare gli atomi da un posto a un altro. Fatto clo in verso opposto. Un enzima, vedete, non si
questo, l'enzima è pronto a ripetere l'operazione preoccupa del verso della reazione: se lo facesse
su un'altra molecola, come una macchina in una violerebbe un a delle leggi della fisica.
catena di montaggio. Naturalmente bisogna ci La fisica è di grande importanza per la biologia e
siano certi atomi a disposizione, e ci vuole anche le altre scienze anche per un'altra ragione, che
un modo di disfarsi di altri atomi. Prendiamo l'i ha a che fare con le tecniche sperimentali. Infat
drogeno: ci sono enzimi che contengono unità ti, se non fosse per il grande sviluppo della fisica
speciali che trasportano idrogeno per tutte le rea sperimentale ? questi diagrammi di biochimica
zioni chimiche. Per esempio, ci sono tre o quat non sarebbero noti oggigiorno. La ragione è che
tro enzimi che riducono l'idrogeno e son ç usati lo strumento più utile in assoluto per analizzare
ovunque nel nostro ciclo in punti diversi. E inte questo sistema così incredibilmente complicato
ressante come lo stesso meccanismo che libera è di dare un nome proprio agli atomi usati nelle
dell'idrogeno in un punto prenda l'idrogeno per reazioni. Per esempio, se potessimo introdurre
usarlo da qualche altra parte. nel ciclo un po' di anidride carbonica dipinta di
La caratteristica più importante del ciclo della verde, e poi misurare tre secondi più tardi dov'è
figura 1 1 è la trasformazione da GDP a GTP (da finita, cercando il colore, e poi guardare dieci se
difosfato di guanidina a trifosfato di guanidina) condi dopo, ecc., potremmo seguire passo per
perché le due sostanze hanno energia molto di- passo le reazioni. Che cos'è la vernice verde? So
. versa. Così come in certi enzimi c'è uno scom
« no i diversi isotopi. Ricordiamo che le proprietà
partimento » per portare in giro atomi di idroge chimiche degli atomi son � determinate dal nu
no, così ci sono speciali « scompartimenti » che mero di elettroni, non dalla massa del nucleo.
trasportano energia, e coinvolgono il gruppo Ma ci possono essere, per esempio nel carbonio,
trifosfato. Così GTP ha più energia di GDP, e se sei o sette neutroni, insieme con i sei protoni ca
il ciclo si sta svolgendo in un verso si producono ratteristici degli atomi di carbonio. Chimicamen
molecole che hanno un eccesso di energia e pos te, i due atomi C 1 2 e C 1 3 sono uguali, m à hanno
sono andare ad azionare qualche altro ciclo che pesi diversi e diverse proprietà nucleari, quindi si
magari richiede energia, tipo la contrazione di possono distinguere. Usando isotopi çli peso di
un muscolo. Il muscolo non potrà contrarsi sen verso, o perfino isotopi radioattivi come il C 1 4 ,
za GTP; possiamo prendere fibre muscolari, met che forniscono un mezzo anche più sensibile per
terle in acqua, aggiungere GTP e le fibre si con rintracciare quantità molto piccole, è possibile
traggono, trasformando GTP in GDP se gli enzi seguire tutte le reazioni.
mi giusti sono presenti. Quindi il sistema fonda Ora torniamo alla descrizione degli enzimi e del
mentale consiste nella trasformazione da GDP in le proteine. Non tutte le proteine sono enzimi,
92 93
ma tutti gli enzim i sono protei ne. Ci sono molte il modo in cui vengono costruiti gli enzimi. Uno
protei ne, quali le protei ne nei musco li, le protei dei grandi trionfi in tempi recenti (dal 1960) è
ne strutturali che si trovano nella cartilagine, nei stata la scoperta dell'esatta disposizione spaziale
capell i, nella pelle, ecc., che non sono enzimi. atomica di certe proteine fatte di cinquanta o
Però le protei ne sono una compo nente molto sessanta amminoacidi in fila. Più di mille atomi
caratte ristica della vita: prima di tutto tra esse (quasi duemila, se contiamo gli atomi di idroge
troviamo tutti gli enzim i, e poi costituiscono qua no) sono stati localizzati in una configurazione
si tutto il resto della materia vivente. Le protei ne comp lessa in due proteine. La prima è l'emoglo
hanno una struttura intere ssante e sempl ice. So bina. E triste dover ammettere che dalla scoperta
no una serie, o catena , di diversi ammin oacidi. Ci della configurazione non si capisce niente: né
f'
l perché funziona né come. Naturalmente, questo
sono venti ammi noacid i diversi, e si posson o
!
·
combi nare tra loro a formare catene in cui la spi è il prossimo problema da affrontare.
na dorsale è CO-N H, ecc. Le protei ne non sono Un altro problema è: come fanno gli enzimi a sa
t pere cosa devono fare? Un moscerino con gli oc
l
altro che catene di vari ammin oacidi , ognun o
dei quali probabilmen te serve a qualch e scopo chi rossi genera un piccolo moscerino con gli
' occhi rossi, e bisogna che il messaggio per l'inte
speciale. Alcun i, per esemp io, hanno un atomo
'.l t
di zolfo in un certo posto: quand o in una protei ra configurazione di enzimi, di produrre pig
na ci sono due atomi di zolfo essi formano un le menti rossi, passi da un moscerino all'altro. Que
game , cioè legano la catena formando un anello . sto avvi ene tramite una sostanza nel nucleo della
Un altro ammi noacid o ha un atomo di ossige no cellula, non una proteina, chiamata DNA (acido
in più che lo rende acido, un altro ancor a è ba desossiribonucleico) . Questa è la sostanza chiave
sico. Alcun i hanno grossi raggruppam enti che che viene trasferita da una cellula all'altra (per
sporgono da una parte, e occup ano un sacco di esempio, le cellule degli spermatozoi sono fatte
spazio . Uno degli ammi noacid i, la prolin a, non è perlopiù di DNA) e trasporta l'informazione di
veram ente un ammi noacid o, ma un immin oaci come fare gli enzimi. Il DNA è la matrice. Che
aspetto ha la matrice, e come funziona? Prima di
l do. C'è una lieve differ enza, e il risultato è che
quand o la prolin a è prese nte in una caten a, la ca tutto, bisogna che riesca a riprodursi. Secondo,
l!
1' .
tena si avvita. Se voless imo produrre una partic o deve essere in grado di dare istruzioni alla pro
� lare protei na, la lista delle istruzi oni sarebbe più teina. Riguardo alla riproduzione, potremmo
o· meno così: mettere qui uno di quegli anelli ipotizzare che funzioni in modo simile alla ripro
dello zolfo, aggiu ngere qualc osa che occupi spa duzione delle cellule, in cui una cellula, sempli
zio, poi attacc are una cosa che faccia avvitare la cemente, diventa più grande e poi si divide a
catena . In questo modo otterremmo una catena metà. Sarà così anche con le molecole di DNA,
molto comp licata, aggrovigliata su se stessa e con allora? Diventano più grandi e poi si dividono a
una struttura comp lessa; questo,-E.:_obabi lmente è metà? Sicuramente ogni singolo atomo della mo-
;!!
1:,:1i 94 \ 95
.
::!
�
lecola non cresce e non si divide in due parti!
l l
ol ol
No, è impossibile riprodurre una molecola a me
Ribo sio 0- T : A 0 Ribosio
no di usare qualche metodo più ingegnoso.
La struttura del DNA venne studiata a lungo, pri
l
-
O - G: C-O Ribosio
Attaccate a ogni zucchero lungo l' asse, per lega l l
re insieme le due catene, ci sono certe coppie di Ribo sio
legami trasversali. Però non sono tutti dello stes l l
o \.? ?#o
�p p�
so tipo: ce ne sono di quattro tipi, detti adenina,
/1 '"
limina, citosina e guanina; le chiameremo A, T, C,
G. L'interessante è che solo certe coppie possono HO O OH
formarsi, per esempio A con T e C con G. Queste O
0 - c: c - 0 Ribosio
l l
coppie sono situate sulle due catene in modo da Ribo sio
« incastrarsi » , e hanno una forte energia di iute l l
razione. Ma C non si incastra con A né con T, si
incastrano solo A con T e C con G. Quindi, se su
ol ol
una catena c'è una particolare lettera, sull' altra
Fig. 1 2 Diagramma schematico del DNA.
ci deve essere in corrispondenza la lettera com
plementare.
96
E allora, la riproduzione? Se tagliamo la catena Non siamo capaci di leggere il codice. Anche se
in due, come facciamo a costruirne un'altra conoscessimo l'esatta sequenza A TCCA . . . non sa
uguale? Se dentro la cellula c'è un reparto di fab premmo quale proteina sarà prodotta.
bricazione che produce fosfato, zucchero e unità Sicuramente nessun campo di studio sta facendo
singole di A, T, C, G, le uniche a legarsi alla no più progressi della biologia al giorno d' oggi, su
stra catena divisa saranno quelle giuste, cioè i così tanti fronti, e se dovessimo scegliere l'ipote
complementi di TAAGC. . . , vale a dire A TTCG. . . si più importante di tutte, quella che più di ogni
Quindi succede che la doppia catena viene divisa altra ci guida nel tentativo di capire la vita, sareb
in due per il lungo durante la divisione della cel be quella che tutte le cose sono fatte di atomi, e che
lula: metà finisce in una cellula, metà nell'altra, e tutto ciò che le cose viventi fanno si può com
per ciascuna si forma una catena complemen prendere in termini di movimenti e oscillazioni
tare. degli atomi.
Viene poi il problema: in che modo l' ordine del
le unità A, T, C, G determina la sistemazione de
gli amminoacidi nella proteina? Questo è il pro Astronomia
blema aperto fondamentale nella biologia di og
gi. I primi indizi, i primi elementi di conoscenza In questa spiegazi one lampo del mondo intero è
sono questi: nella cellula ci sono minuscole parti ora il turno dell'astronomia. L'astron omia è più
celle chiamate microsomi, e si è scoperto che antica della fisica; in effetti dette l'avvio alla fisica,
quello è il posto in cui si formano le proteine. mostran do l'elegante semplic ità del moto delle
Ma i microsomi non sono nel nucleo, dove si tro stelle e dei pianeti, la cui compren sione fu l'inizio
va il DNA con le sue istruzioni. Sembra ci sia della fisica. Ma la scoperta più notevol e di tutta
qualcosa che non va. Tuttavia, si sa anche che
piccole parti di molecola escono dal DNA (non l'astrono mia fu che le stelle sono fatte di atomi dello
stesso tipo di quelli della Terra.1 Come ci si è arrivati?
così grandi come la molecola di DNA che porta
tutta l' informazione, ma come sue piccole por
zioni) . Queste.. parti si chiamano RNA, ma ora l . Come corro ! Che densità di contenuto in ognuna delle
non importa. E come una copia di DNA, unà co frasi di questa breve storia. « Le stelle sono fatte degli stessi
atomi della Terra » . Di solito un piccolo argomen to come
pia ridotta. L'RNA, che in qualche modo porta questo mi basta per una lezione intera. I poeti dicono che la
un messaggio su quale proteina produrre, va da scienza rovina la bellezza delle stelle, riducend ole solo ad
un microsomo : questo si sa. Quando arriva lì, la ammassi di atomi di gas. Solo? Anch ' io mi commuovo a ve
proteina viene sintetizzata nel microsomo (e an dere le stelle di notte nel deserto, ma vedo di meno o di
più? La vastità dei cieli sfida la mia immaginazione; attacca
che questo si sa) . Tuttavia, i particolari su come to a questa piccola giostra il mio occhio riesce a cogliere lu
vengano scelti e sistemati gli amminoacidi in ba ce vecchia di un milione di anni. Vedo un grande schema,
se al codice nell'RNA sono tuttora sconosciuti. di cui sono parte, e forse la mia sostanza è stata eruttata da
98 99
Gli atomi liberano luce che ha frequenze defini fisica riusciamo a prevedere con preCisiOne, o
te, una cosa tipo il timbro degli strumenti musica quasi, cosa accadrà. Così la fisica aiuta l'astrono
l
l
li, che hanno altezze o frequenze sonore ben pre mia. Per strano che ·possa sembrare, la nostra
cise. Quando ascoltiamo note diverse riusciamo a comprensione della distribuzione della materia
riconoscerle, ma quando osserviamo con gli oc all'interno del Sole è molto migliore di quella al i
l
l
chi una mescolanza di colori non riusciamo a di l'interno della Terra. Quello che succede all'in
scernere le varie parti, perché l'occhio non è terno di una stella si conosce molto meglio di
nemmeno lontanamente sensibile quanto l'orec
chio a questo scopo. Comunque, possiamo analiz
quanto si potrebbe supporre dalla difficoltà di
dover osservare un puntino luminoso attraverso l �
l
zare le frequenze delle onde luminose con uno un telescopio, perché possiamo calcolare cosa do
l
l
spettroscopio e vedere le « note » emesse dagli vrebbero fare gli atomi all'interno della stella in
atomi nelle diverse stelle. In realtà, due elementi quasi tutte le circostanze. l
l
l l
chimici furono scoperti su una stella prima che Una delle scoperte più impressionanti fu perché
sulla Terra: sono l'elio, scoperto la prima volta sul le stelle continuano a bruciare, cioè l'origine del
l l
ll
Sole (da cui il nome) , e il tecnezio, su certe stelle l'energia delle stelle. Uno degli scienziati che
fredde. Questo, ovviamente, ci permette grandi aveva · contribuito alla fondamentale . scoperta
passi avanti nella comprensione delle stelle, per che dovevano awenire reazioni nucleari nelle
l
ché sono fatte degli stessi atomi che troviamo sul- stelle per produrre l'energia necessaria era fuori
l
·
la Terra. La nostra conoscenza degli atomi, spe con la sua ragazza una notte, e lei disse: « Guarda
cialmente in condizioni di alta temperatura e bas come brillano le stelle ! » , e lui rispose: « Sì, e in
sa densità, è ora tanto approfondita da permet questo momento io sono il solo a sapere perché
terei di analizzare il comportamento della sostan brillano » . Lei gli rise in faccia, per nulla impres
do che allora sapesse perché le stelle brillano. È
za stellare usando la meccanica statistica. Anche sionata di essere accanto all'unico uomo al mon
se non possiamo riprodurre sulla Terra le stesse
È il « rogo » nucleare dell'idrogeno che dà ener
condizioni, spesso usando le leggi di base della triste essere soli, ma così va il mondo.
qualche stella dimenticata, come una, ora, sta esplodendo gia al Sole: l 'idrogeno si trasforma in elio. Inol
lassù. Oppure vederle con il grande occhio di Palomar cor tre, in ultima analisi, la produzione dei vari ele
·rere via l ' una dall ' altra, allontanandosi da uno stesso punto
in cui erano forse riunite tutte insieme. Qual è lo schema,
menti chimici awiene all'interno delle stelle, a
l
quale il suo significato, il perché? Saperne qualcosa non di partire dall' idrogeno. La roba di cui siamo fat-
strugge il mistero, perché la realtà è tanto più meravigliosa ti noi fu « cucinata » molto tempo fa in una stel
di quanto potesse immaginare nessun artista del passato ! la, e sparata fuori. Come facciamo a saperlo?
, quanto c l3 , ecc. ) non viene mai
Perché i poeti di oggi non ne parlano? Che uomini sono C'è un indizio. La proporzione dei diversi ìs oto-
mai i poeti, che riescono a parlare di Giove pensandolo si . cl2
mile a un uomo, ma se è un ' immensa sfera di metano e am
pi ( quanto
•
·
• .
calcolatori, nel senso che anch'essi hanno molte mo analizzare niente. Questa è solo una delle li
linee, e una sorta di elemento analogo a una si mitazioni, naturalmente.
napsi, o connessione tra un nervo e l'altro. Que C'è un altro tipo di problema nelle scienze sorel
sto è un argomento molto interessante che non le che non esiste in fisica; potremmo chiamarla,
abbiamo tempo di discutere oltre: la relazione in mancanza di termini migliori, la « questione
tra il pensiero e i calcolatori. Bisogna rendersi storica » . Perché è andata proprio così? Quando
conto, naturalmente, che questo argomento ci avremo capito tutto in biologia, vorremo sapere
può dire ben poco sulla reale complessità del come sono arrivate qui tutte le cose che vivono
comportamento umano ordinario. Gli esseri u sulla Terra. Esiste la teoria dell'evoluzione, parte
mani sono così diversi tra loro. La via per arri importante della biologia. In geologia, non solo
varci è ancora lunga, bisogna partire da molto vogliamo sapere come si formano le montagne,
più indietro. Se riuscissimo a capire anche solo ma come si è formata la Terra all'inizio, l' origine
come funziona un cane, sarebbe già un bel pro del sistema solare, ecc. Questo, naturalmente, ci
porta a voler sapere che tipo di materia c'era nel
gresso. I cani sono più semplici da capire, ma mondo. Come si sono evolute le stelle? Quali era
nemmeno un cane si sa come funziona. no le condizioni iniziali? Questo è il problema
storico dell' astronomia. Molto si sa sulla forma
zione delle stelle, la formazione degli elementi
Perché è andata proprio così ? ·l di cui siamo fatti, e perfino un po' sull'origine
dell'universo.
Perché la fisica possa essere utile alle altre scien Ma in fisica non c'è alcuna questione storica.
ze in modo teorico, oltre che per il suo" contribu Nq:p. esistono problemi tipo: « Ecco le leggi della
to nell'invenzione degli strumenti, o ccorre che fi sfca, · come mai sono proprio queste? » . Non
, la scienza in questione fornisca al fisico una de pepsiamo, al momento, che le leggi della fisica
scrizione del suo oggetto di studio in un linguag siano in qualche modo variabili nel tempo, che
gio che il fisico possa capire. Si può chiedere: p ossano essere state diverse nel passato. Natural
« Perché la rana salta? » e il fisico non sa rispon mente è possibile, e non appena scopriremo che
dere. Se gli dicono cos'è una rana, di quante mo è così, la questione storica in fisica verrà inserita
lecole è fatta, che c'è un nervo lì, uno là, ecc . , al nel resto della storia dell'universo, e allora i fisici
lora è diverso. Se ci dicono, più o meno, com'è la si porranno gli stessi problemi degli astronomi, i
Terra, o come sono le stelle, allora p ossiamo fare geologi e i biolo gi.
previsioni. Affinché la teoria fisica sia di qualche Infine c'è un problema fisico comune a molti
utilità ; dobbiamo sapere dove stanno gli atomi. campi, molto antico e non ancora risolto. Non è
Per capire la chimica, dobbiamo sapere esatta il problema di trovare nuove particelle fonda
mente quali atomi ci sono, altrimenti non possia- mentali, ma qualcosa lasciato in sospeso molto
1 06 1 07
tempo fa, più di cento anni. Nessuno è mai riu nazione aggiunge gli atomi. Il vetro è un distilla
scito ad analizzarlo matematicamente in modo to di rocce della Terra, e nella sua composizione
soddisfacente, nonostante la sua importanza nel vediamo i segreti dell'età dell'universo, e l' evolu
le scienze sorelle: è l'analisi dei fluidi circolanti, zione delle stelle. Ci sono i fermenti, gli enzimi, i
o fluidi turbolenti. Osservando l'evoluzione di substrati e i prodotti . Nel vino si trova la grande
una stella, si arriva a un punto in cui si capisce generalizzazione: tutta la vita è fermentazione.
che sta per iniziare la convezione, e poi non si Non si può scoprire la chimica del vino senza
riesce più a prevedere niente. Qualche milione scoprire, come fece Louis Pasteur, la causa di
di anni più tardi la stella esplode, mq non si rie molte malattie. Com'è vivido il novello, che im
sce a darne una ragione. Non riusciamo ad ana prime la sua esistenza nella consapevolezza di chi
lizzare il tempo meteorologico. Non conosciamo lo osserva! Se le nostre fragili menti, per conve
i meccanismi dei moti che avvengono all'interno nienza, dividono il bicchiere di vino, l'universo,
della Terra. La forma più semplice del problema in parti (fisica, biologia, geologia, astronomia,
è: si prende un tubo molto lungo e si pompa ac psicologia e così via) ricordiamo sempre che la
qua dentro ad alta velocità. Ci chiediamo: per natura non lo sa! Quindi rimettiamo tutto insie
spingere una data quantità di a!= qua lungo il tu me, e non dimentichiamo qual è il suo scopo.
bo, quanta pressione ci vuole? E impossibile sta Togliamoci un ultimo piacere: beviamo, e di
bilirlo a partire dai princìpi elementari e dalle mentichiamo !
proprietà dell'acqua. Se l'acqua scorre lenta
mente, oppure se si usa un liquido vischioso co
me il miele, allora si riesce a fare per benino, lo
troverete su qualsiasi libro di testo. Quello che
proprio non si riesce a fare è analizzare l'acqua
vera, quella bagnata, che scorre in un tubo. Ecco
il problema centrale che un giorno o l'altro do
vremo riuscire a risolvere.
Una volta un poeta disse: « L'universo intero è in
un bicchiere di vino » . Probabilmente non sapre
mo mai in che senso lo disse, perché i poeti non
scrivono per essere compresi. Ma è vero che se
osserviamo un bicchiere di vino abbastanza at
tentamente vediamo l'intero universo. Ci sono le
cose della fisica: il liquido turbolento e in evapo
razione in funzione del vento e del tempo, il ri
flesso sul vetro del bicchiere, e la nostra immagi-
1 08 1 09
'\
i �
�
Che cos 'è l 'energia ?
In questo capitolo iniziamo uno studio più parti
colareggiato dei diversi aspet� della fisica, aven
do concluso la descrizione generale. Per illustra
re le idee e il tipo çii ragionamento che viene usa
to nella fisica teo dca, esamineremo ora una delle
leggi di base della' fisica: la conservazione dell'e
nergia.
Tutti i fenomeni naturali a tutt'oggi conosciuti
sono governati da una certa legge, della quale 1
non si conoscono eccezioni: è una legge esatta,
j
-
:1
•
toli; la mamma fa per aprirlo ma il bambino co ni, che rappr,esentano modi di calcolare quanti
:!
l�
mincia a strillare: « Non aprire la mia scatola! » . cubi ci sono in posti in cui non può guardare. Il
Così la mamma non può controllare cosa c'è risultato è una formula complessa, una quantità
dentro, ma, essendo molto curiosa e anche inge da calcolare che rimane sempre la stessa in ogni
i
gnosa, si fa venire in mente un piano. Sapendo situazione.
che ogni cubo per le costruzioni pesa circa un et Cosa c'entra tutto questo con la conservazione
to, pesa la scatola dei giochi una sera in cui vede dell'energia? L'aspetto più notevole che emerge
tutti i ventotto cubi, e scopre che, vuota, pesa 500 da questo esempio è che i blocchi per le costru
primo termine della somma sia in [ l ] sia in [2] ci
grammi. La prossima volta, per controllare se ci zioni non c'entrano per niente. Se togliamo il
1 14
1 15
ritrovi amo a calcol are cose più o meno astratte. nea di dimostrazione inventata per questa parti
L' analogia si manifesta nei seguen ti punti. Prima colare lezione, per illustrarvi come da pochi fatti,
di tutto, nel calcol o bisogna tener conto dell'e con un ragionamento logico, sia possibile trarr �
nergia che esce dal sistema e di quella che viene una gran quantità di informazioni sulla natura. E
introd otta. Per verific are la conservazion e dell'e un esempio del genere di lavoro che impegna
nergia dobbi amo assicurarci di non averne ag i fisici teorici. Segue la falsariga dell'eccellente
giunta né tolta. In secondo luogo , l'energia si argomentazione di Carnot sull'efficienza delle
presen ta in svariate forme , analog he ai blocch i macchine a vapore. 1
nella scatola , nell'ac qua e così via: gravitazional e, Consideriamo una macchina· per sollevare pesi,
cinetic a, termic a, elastic a, elettri ca, chimic a, ra cioè che solleva un peso abbassandone un altro,
diante , nucleare, di massa; ognun a ha un'esp res e facciamo un 'ipotesi: per questo tipo di macchi
l
sione divers a. Somm ando tutte le espres sioni per
ognun o di questi contributi, l' energia non cam
ne non è possibile il moto perpetuo. (In effetti,
l'impossibilità in assoluto del moto perpetuo è !
l?ierà, se non per quella che entra o esce.
E i� portan te rende rsi conto del fatto che al mo
un enunciato generale del principio di conserva
zione dell'energia) . Bisogna fare molta attenzio !
!
...,
1:f
mento , in fisica, non sappiamo che cos 'è l' energia. ne nel definire il moto perpetuo; facciamolo pri
Non abbiam o un model lo in cui l' energia è ma per le macchine per sollevare pesi. Se dopo
quantizzata in « blocch i » di dimen sione defini ta. aver sollevato e abbassato un bel po' di pesi ri
Non è così . Tuttavia, ci sono espres sioni per cal portiamo la macchina nelle condizioni iniziali e
colare certe quantità nume riche, e quand o le scopriamo che il risultato netto è il sollevamento
somm iamo tutte insiem e il risultato è sempr e 28, di un certo peso, allora avremo realizzato il mo
sempr e lo stesso nume ro. Si tratta di un'astrazio to perpetuo, perché possiamo usare quel peso
ne, e non di una spiegazione del meccanismo , o per far funzionare qualcos'altro. Questo, natu
del perch é le ·e spressioni siano propr io quelle . ralmente, se effettivamente la macchina viene ri
portata nelle esatte condizioni iniziali, e se è
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dere solo se abbiamo un'espressione per ognuna va della figura 1 3, che solleva tre unità di peso sul
delle forme in cui si presenta. Vorrei ora discute piatto di sinistra mettendo una unità di peso sul-
re l'espressione dell'energia gravitazionale vici
no alla superficie della Terra, e la ricaverò in un l . Lo scopo principale qui non è tanto la formula [3] ( si veda
modo che non ha niente a che fare con la sua sotto, p. 1 22) , che probabilmente conoscete già, ma il fatto
origine storica. Si tratta semplicemente di una li- che ci si possa arrivare mediante un ragionamento teorico.
1 16 117
�
quelle non reversibili, che includo no tutte le mac altezza. Infatti, supponiamo che anche la macchi
chine reali, e quelle reversibili, che naturalmente na B sia reversibile. Il ragionamento precedente
il
funziona ancora, e quindi Y è minore o uguale a
ii
l'
i·
..
uno. Mettiamo tre palle in una rastrelliera fissa, l
i
..
di un tratto X
stamento unitario. Sia la rastrelliera fissa, sia la l
l
/t
piattaforma su cui stanno le tre palle quando
terra e gli altri a distanza X l'uno dall'altro ( a) .
vengono sollevate hanno tre ripiani, il primo a
l
i
Prima facciamo rotolare le palle orizzontalmente
. l
dalla rastrelliera ai ripiani della piattaforma ( b) , 3X 1 1 m
l
e supponiamo che questo non richieda energia,
perché l'altezza non varia. Poi entra in funzione
(f)
la macchina reversibile: abbassa la palla singola
( e) Ritorno allo stato iniziale Fine
fino a terra, e solleva la piattaforma di un tratto X
( c) . La rastrelliera è astutamente sistemata in
..
modo che le tre palle siano nuovamente a livello Fig. 1 4 Una macchina reversibile.
1 23
dove P è il peso del corpo e H la sua altezza da terra.
1 22
p
( a) ( b)
p
20 cm
Fig. 1 8 Asta caricata sostenuta a u n estremo.
indietro. E la sua altezza diminuisce andando gno di una formula che esprima l'altezza in fun
dai lati verso il centro; dove va a finire l'energia zione di qualcosa che ha a che fare con il moto.
potenziale? Quando il pendolo è nel punto più S e lanciamo qualcosa in alto a una certa velocità
basso l'energia gravitazionale è sparita, deve ave raggiungerà una certa altezza; non sappiamo an
re assunto un' altra forma; infatti il pendolo risa cora quanto vale, ma dipende dalla velocità se
le di nuovo. Evidentemente ciò che fa risalire il condo una certa formula. Allora per trovare
pendolo è il suo moto; dobbiamo trovare un' e un' espressione per l' energia cinetica di un og
spressione per l'energia del moto. Ricordando i
getto che si muove con velocità V dobbiamo cal
nostri ragionamenti sulle macchine reversibili,
vediamo facilmente che quando il pendolo, o colare l' altezza che potrebbe raggiungere e mol
scillando, si trova nel punto più basso ci deve es tiplicarla per il peso. L' espressione che si trova è
sere una quantità di energia che gli permetta di la seguente:
risalire a una certa altezza, e che non ha niente a
[ 6] Eci n PV21 2 g.
che fare con il meccanismo per cui risale, o con =
Fig. 1 9 Pendolo.
1 28 1 29
r
l Altre forme di energia quando due oggetti si muovono l'uno a contatto
dell'altro ci sono scontri e scosse dovuti alle irre
Possiamo continuare in questo modo a descrive .golarità del materiale, e gli atomi cominciano a
re altre forme di energia. Prima di tutto conside vibrare più intensamente all'interno. Così per
riamo l'energia elastica. Se tendiamo una molla diamo di vista una parte dell'energia: gli atomi
rL
quando il moto rallenta. È ancora energia cineti
dobbiamo compiere un lavoro, tanto è vero che vibrano all'interno in modo casuale e confuso
dopo averla allungata la possiamo usare per sol
levare pesi. Quindi quando la molla è in tensione ca, d'accordo, ma non è associata ad alcun moto
ha la possibilità di compiere lavoro. Se sommia visibile. Che fantasia! Come facciamo a sapere
mo i pesi per le altezze i conti non tornano: dob che c'è dell'energia cinetica? In effetti con un
biamo aggiunge re qualcosa per tenere conto del termometro si può verificare che la molla è più
i\. calda, e c'è un reale aumento di energia cinetica
fatto che la molla è in tensione, l'energia elasti
ca, appunto. Quanto vale? Se lasciamo andare, la all'interno. Chiamiamo questa forma di energia
molla va avanti e indietro e ogni volta che si avvi energia termica, anche se in realtà sappiamo che
cina alla posizione di equilibrio, l'energia elasti non si tratta di una forma nuova, è solo energia
ca si trasforma progressivamente in energia ci cinetica del moto interno. (Una delle difficoltà,
i
l
l netica. (C'è anche dell'energia gravitazionale in in questi esperimenti con la materia effettuati su
scala macroscopica, è che non si riesce veramen
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J
particelle all'interno del nucleo; per questa ener re. (Questi argomenti verranno trattati più in det
gia esiste un'espressione, ma n<;>n conosciamo le taglio nel seguito) . In ultima analisi, comunque,
leggi fondamentali. Sappiamo che non è elettri non comprendiamo fino in fondo le leggi di con
ca, non è gravitazionale e nemmeno puramente servazione. Non capiamo la conservazione dell'e
chimica, ma non sappiamo esattamente cosa sia. nergia, perché l'energia non è la somma di tante
Sembra essere una forma diversa di energia. piccole quantità. Magari avete sentito dire che i
Infine, associata alla teoria della relatività, trovia fotoni arrivano a pacchetti e che l'energia di un
mo una modifica delle leggi dell'energia cineti fotone è la costante di Planck per la frequenza.
ca, o come la volete chiamare, per cui questa si Questo è vero, ma dato che la frequenza della lu
combina con un'altra forma di energia chiamata ce può essere qualsiasi, non c'è nessuna legge che
energia di massa. Un oggetto ha energia per il solo ci dica quanto vale l'energia. Al contrario dei bloc
fatto che esiste. Se un positrone e un elettrone,
che se ne stanno lì senza fare niente (dimenti
chi di Pierino, qualunque ammontare è possibile,
per quanto ne sappiamo ora. Quindi questa ener "l'.
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chiamoci della gravità e tutto il resto) , si avvici gia non è qualcosa che abbia un valore definito, al
nano e si annichilano, si libera una quantità pre momento: è solo una quantità matematica, e que
sto stato di cose è astratto e molto peculiare. In
Ji
cisa di energia radiante, che si può calcolare in
. . ,·.
anticipo. Basta sapere la massa degli oggetti. Non meccanica quantistica la conservazione dell' ener
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dipende dalla natura dell' oggetto: se facciamo gia è strettamente legata a un'altra proprietà im
scomparire una cosa, otteniamo una certa quan portante del mondo reale: niente dipende dal tempo t�
l! l
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assoluto. Possiamo eseguire un esperimento in un
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tità di energia. La formula fu scoperta da Ein
stein: E = mc2• !'i l]
dato momento, e rifarlo in un momento successi ;· l
Da tutto questo discorso si deduce che la legge di vo, e il risultato sarà lo stesso. Non sappiamo se
conservazione dell'energia è incredibilmente uti questo sia del tutto vero, ma se ipotizziamo che
lo sia, e aggiungiamo i princìpi della meccanica
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t ii Moti planetari
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In questo capitolo discuteremo una delle p1u
grandi generalizzazioni compiute dalla mente
r , umana; ma mentre ammiriamo compiaciuti la
mente umana, dovremmo anche poter sostare in
riverente ammirazione dinanzi a una natura che
segue una legge tanto elegante e semplice in mo
do così completo e generale: la legge di gravita
zione. Questa legge dice che ogni corpo nell'uni
verso attrae ogni altro con una forza proporzio
l' ' -
nale alla massa di ognuno e che varia inversa
mente al quadrato della distanza che li separa.
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Questo enunciato si può esprimere matematica
mente con l'equazione:
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F=G
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Se a questo aggiungiamo il fatto che un corpo
reagisce a una forza accelerando nella direzione
della forza con un'intensità inversamente pro
1'l. '
porzionale alla sua massa, avremo tutto ciò che
occorre a un abile matematico per dedurre tutte
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le conseguenze di questi due princìpi. Tuttavia,
j:, non essendo voi tutti abili matematici, discutere
l'
mo le conseguenze nei particolari, invece di !a
sciarvi con questi due princìpi nudi e crudi. Rac
conteremo quindi brevemente la storia della sco-
1 39
Il
ii ll
perta, ed esamineremo alcune sue implicazioni, Le leggi di Keplero
gli effetti che ha avuto sulla storia della scienza, i
misteri che implica, e alcuni aggiustamenti della Prima di tutto, Keplero scoprì che ogni pianeta
legge ad opera di Einstein, nonché i suoi rappor gira intorno al Sole lungo un'ellisse, di cui il Sole
ti con le altre leggi della fisica. occupa uno dei fuochi. Un' ellisse non è una li
La storia comincia con le osservazioni degli anti nea ovale qualsiasi, è una curva precisa e ben l. l' ·
chi del moto dei pianeti in relazione alle stelle, e definita che si può disegnare usando due chiodi,
infine con il riconoscimento del fatto, riscoper uno in ogni fuoco, un tratto di spago e una mati
to più tardi da Copernico, che i pianeti girano ta; da un punto di vista più matematico, è il luo
intorno al Sole. Per capire esattamente come si go dei punti tali che la somma delle loro distanze
muovono intorno al Sole ci volle un po' più di la dai fuochi sia costante. O, se volete, è un cerchio
voro. All'inizio del quindicesimo secolo si dibatté schiacciato (fig. 20) .
a lungo intorno alla qMestione se effettivamente i
pianeti ruotassero intorno al Sole o no. Tycho
La seconda osservazione di Keplero fu che i pia
Brahe propose una soluzione diversa da ogni al neti non girano con velocità uniforme, ma si
tra suggerita fino ad allora: la sua idea fu che tut muovono più in fretta quando sono più vicini al
te queste diatribe sarebbero state risolte se si fos Sole e più lentamente quando sono lontani; pre
se riusciti a misurare accuratamente la posizione cisamente nel modo descritto qui di seguito. Os
dei pianeti in cielo. Con misure molto precise si serviamo un pianeta in due momenti successivi,
sarebbe potuto capire come si muovono i pianeti diciamo a una settimana di distanza, e tracciamo 7
e stabilire una volta per tutte la giustezza dell'u le rette (raggi vettori) dal Sole al pianeta in cor
no o dell' altro punto di vista. Fu un'idea rivolu rispondenza delle due posizioni osservate; l'arco .,
2a .�t''
i·
= �-
l
ta area pian a (l' area omb reggiata in fig. 21) . Se
orb itale e i due raggi vettori d�li mitano una cer Sviluppo della dinamica
facc iam o altre due osse rvazioni (di nuovo a una Mentre Keplero scopriva queste leggi, Galileo
l' :
settiman a di distanz a l'un a dall ' altra) in un di studiava le leggi del moto. Il problema era: che
vers o periodo , quando , ad esem pio, il pian eta è cosa fa muovere i pianeti? (A quel tempo, una
l i
più lontano dal Sole , l'ar ea risultante è esatta delle teorie più in voga diceva che i pianeti si
men te la stes sa di prim a. Qui ndi , seco ndo que sta muovono sospinti da angeli invisibili, che batten
legge, per ogni pian eta la velo cità orbitale dev' es do le ali li mandano avanti. Vedremo che questa
sere tale che il raggio vettore descriva aree ugua- teoria necessita di qualche modifica: per far
li in tempi uguali. muovere i pianeti gli angeli invisibili devono
'i Infi ne, dive rsi ann i dop o, Kep lero scoprì una ter- muoversi in un'altra direzione, e inoltre non
l '
za legge che non riguardava il moto di un solo hanno ali. Per il resto, la teoria è abbastanza si
' f,ì pian eta into rno al Sole , ma metteva in relazion e
i
mile) . Galileo scoprì un fatto veramente notevo
i moti dei vari pian eti tra loro . Chi ama ndo perio le riguardo al moto, fondamentale al fine di ca
1- do orbitale il tem po che un pian eta imp iega
a pire queste leggi. Si tratta del princip io di inerzia:
!.
r(
com pier e un giro com pleto into rno al Sole , la se un oggetto è in movimento, e niente lo tocca e
r
'
legge dice che il rapporto tra il quadrato del pe niente lo disturba, continua a muoversi per sem
riod o orb itale e il cub o dell a distanz a med ia dal pre; viaggiando a velocità uniforme in linea ret
t. Sole è lo stes so per tutti i pian eti del siste ma sola ta. (Perché? Non si sa. Però è così) .
�� re. Più sem plic eme nte , se l' orb ita dei pian eti fos Newton perfezionò il concetto: per cambiare in
!
se circ olare (e lo è quasi) , il tem po nec essario a qualsiasi modo una velocità c'era bisogno di una
1 43
1 42
forza. Se il corpo accelera, vuoi dire che è stata
applicata una forza nella direzione del moto.
r del principio di inerzia, la forza necessaria per
controllare il moto di un pianeta attorno al Sole
-'1'�1 1
!.
, ,,,
l
D 'altra parte, se cambia direzione, vuoi dire che non è una forza diretta attorno al Sole, ma verso il j
è stata applicata una forza laterale. Newton quin
di aggiunse l 'idea che è necessaria una forza per
Sole. E se c'è una forza verso il Sole, il Sole stesso 1
potrebbe essere l'angelo, naturalmente !
cambiare la velocità o la direzione del moto di un
corpo. Per esempio, se si attacca una pietra a una
corda e la si fa girare in cerchio sopra la testa, bi La legge di gravitazione di Newton
sogna esercitare una forza per tenerla su una
traiettoria circolare. Bisogna tirare la corda e la Data la sua migliore comprensione della teoria
ragione è che, pur se la velocità della pietra, del moto, Newton giustamente valutò che il Sole
mentre gira, non cambia in grandezza, cambia la potesse essere la sede o l'organizzazione delle
sua direzione; deve esserci quindi una forza che forze che governano il moto dei pianeti. Newton
tira perennemente verso l'interno, e questa è dimostrò che il fatto stesso che aree uguali sono
proporzionale alla massa. Infatti la legge è che coperte in tempi uguali è precisamente un 'indi
l'accelerazione prodotta dalla forza è inversa cazione che tutte le deviazioni sono esattamente
mente proporzionale alla massa, ovvero la forza radiali, cioè che la legge delle aree è conseguen
è proporzionale alla massa. �aggiore la massa di za diretta del fatto che tutte le forze sono dirette
un oggetto, maggiore la forza richiesta per im verso il Sole.
primergli una certa accelerazione. (La massa si Analizzando la terza legge di Keplero si può inol
-
può misurare legando successivamente pietre di tre dedurre che più il pianeta è lontano, più de
verse all'estremità della corda e facendole girare boli sono le forze. Se due pianeti sono a distanza ':
"
in cerchio alla stessa velocità. In questo modo si diversa dal Sole, l'analisi dimostra che la forza è
scopre che ci vuole più o meno forza, e oggetti di inversamente proporzionale al quadrato della
massa maggiore richiedono più forza) . L'idea distanza. Mettendo insieme questi due risultati
brillante che risulta da queste considerazioni è
[Il :
Newton giunse alla conclusione che ci deve esse
.... uf
che per mantenere un pianeta in orbita non c 'è bi re una forza inversamente proporzionale al qua
sogno di alcuna forza tangenziale (cioè gli angeli drato della distanza, nella direzione della retta i
.�,.
pianeta seguirebbe comunque questa direzione. Newton, naturalmente portato alle grandi gene
Se non ci fosse nulla a disturbarlo, partirebbe ralizzazioni, ipotizzò che questa relazione non ri
per . la tangente, e viaggerebbe in linea retta. Ma
J�i' ,
guardasse solo il Sole e i pianeti, ma si applicasse
il moto reale devia da questa retta, e la deviazio molto più in generale. Per esempio, già era noto
ne è essenzialmente perpendicolare al moto, e non che il pianeta Giove ha dei satelliti che gli girano
nella direzione del moto. In altre parole, a causa
-l' 'il>.
intorno, proprio come la Luna gira intorno alla
1 44 1 45
·'
Terra, e Newton era convinto che ogni pianeta
r
discre panze così grandi da vedersi costre tto a
l
trattenga le sue lune in orbita per mezzo di una
l
concludere che la sua teoria veniva contraddetta
forza. Già conosceva la forza che tiene noi attac
l l cati alla Terra, e quindi avanzò l'ipotesi che essa
dalla realtà, e quind i non pubb licò i suoi risulta
ll
ti. Sei anni più tardi una nuova misurazion e del
sia universale: ogni cosa attira ogni altra cosa. le dime nsion i della Terra dimo strò che la distan
A questo punto sorgeva il problema di capire se za tra Terra e Luna utilizzata fino ad allora dagli
l' attrazione che la Terra esercita sui suoi abitanti astron omi era sbagliata. Quan do N ewton lo ven
l
fosse « la stessa » esercitata sulla Luna, cioè inver ne a sapere rifece i suoi calcol i con i nume ri giu
sa al quadrato della distanza. Se un corpo sulla sti e otten ne risultati in perfe tto accor do con la
superficie della Terra, lasciato cadere, cade di 4,9 sua teoria.
l
metri nel primo secondo, di quanto « cade » la Ques ta idea della Luna che « cade » non è molto
Luna nello stesso tempo? Si potrebbe obiettare chiara, perch é, evide ntem ente, non è che si avvi
che la Luna non cade affatto; ma se non ci fosse cini alla Terra . L'ide a è suffic iente mente intere s
alcuna forz.a in azione la Luna partirebbe per la sante da meritare qualc he spieg azion e in più: la
tangente in linea retta, quindi in realtà la Luna Luna « cade » nel senso che devia dalla linea retta
cade rispetto alla posizione in cui si troverebbe che seguirebbe se non ci fosser o forze in gioco .
se su di essa non agisse alcuna forza. Dal raggio Facciamo un esemp io sulla super ficie della Terra .
dell'orbita (384 000 km) e dal tempo che ci met Un oggetto, lasciato cadere, cadrà di 4,9 metri
te a girare intorno alla Terra (27,3 giorni) si può nel primo secon do. Lanci ato orizzon talmente, ca
calcolare di quanto si sposta la Luna in un secon drà ancor a di 4,9 metri ; anche se si _muove oriz
do, e poi di quanto cade in un secondo: 1 all'in zontalment e, in vertic ale la sua posiz ione varierà
circa l ,36 mm. Questo torna quasi perfettamen allo stesso modo . Nella figura 22 vediamo un ap
te con la legge dell'inverso del quadrato, perché parato che dimo stra questo fatto. Una palla roto
il raggio della Terra misura 6380 chilometri, e la sul binario inclin ato e quan do lo abban dona va
quindi, se una cosa a 6380 chilometri di distanza un po' in avanti, caden do. Alla stessa altezz a c'è
dal centro della Terra cade di 4,9 metri in un se una palla in proci nto di cader e, e un interruttore
condo, una cosa a 380 000 km, cioè circa 60 volte elettrico che ne provo ca la caduta proprio nell'i
tanto, dovrebbe cadere solo 1/3600 di 4,9 metri, stante in cui la prima palla abban dona il binario.
che sono proprio circa l ,36 mm. Cercando di ve Le due palle si scontrano a mezz 'aria, a testim o
rificare la sua teoria della gravitazione, Newton nianza del fatto che raggiungon o la stessa quota
i l�
fece calcoli simili con grande accuratezza e trovò nello stesso mom ento. Una pallottola sparata
orizzo ntalm ente può coprire una lunga distan za
� l . Cioè di quanto, in un secondo, l ' orbita si allontana dalla in un secon do, magari mezzo chilom etro, ma
i: scenderà sempre di 4,9 metri , se la mira è oriz
l
retta tangente nel punto in cui la Luna si trovava un secon
do prima. zontale. Cosa succe de se spariamo una pallo ttola
1 46
1 47
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in linea retta, che la pallottola seguirebbe se non nerà mai, perché la Terra si allontana sotto di lei,
ci fossero forze in gioco. Ora, se usiamo uno di curvandosi. E così che il signor Gagarin è riuscito
quei fantastici teoremi di geometria che dice che a rimanere nello spazio girando per 40 000 chilo j
•,[
mazioni utilizzate . Newton usò la seconda e la media, mentre quella più lontana viene attratta
terza legge di Keplero per dedurre la sua legge meno. Inoltre, l' acqua può scorrere, la rigida ter
i '
l
di gravitazione. Che cosa riuscì a prevedere? Pri ra no. n giusto quadro della situazione è dato
l
ma di tutto la sua analisi del moto della Luna fu dalla combinazione di queste cose.
una previsione, perché collegò la caduta degli Ma cosa significa « si equilibrano »? Che cosa fa
!l oggetti sulla superficie della Terra con la caduta
della Luna. Secondo problema: l'orbita è un' el- ·
equilibrio con che cos' altro? Se la Luna attira la
Terra verso di sé, perché la Terra non cade diret
lisse? Vedremo in seguito come sia possibile cal
l
tamente sulla Luna? Non cade perché fa la stessa
colare il moto esattamente, e in effetti dimostra
L cosa, gira attorno a un punto che è al suo inter
\I l
1 re che dev' essere un'ellisse, quindi non è neces
·1 �
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ad allora misteriose. La Luna attira l' acqua in su
e crea la marea; altri, prima di Newton, ci aveva chio. Dalla parte più lontana dalla Luna l'acqua
no pensato, ma non essendo altrettanto intelli
genti pensavano che in base a quella teoria ci s� B-
rebbe dovuta essere una sola marea al giorno. Il Luna
ragionamento era che lq, Luna attira l' acqua fa
/
/
/
l
/
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L
Un' altra scuola di pensiero sosteneva che l'alta sia la Terra sia la Luna
marea è dall'altra parte della Terra, in quanto la
l
Luna attirerebbe la terra solida verso di sé, spo
standola rispetto all' acqua! Entrambe queste teo
rie sono sbagliate. In realtà funziona così: le for
ij
l
.· 1
ze di attrazione della Luna sulla terra e sull'ac
�
:1
trova più vicino alla Luna viene attratta più della Fig. 24 Il sistema Terra-Luna, con le maree.
1 50 151
è « sbilanciata » perché lì l'attrazione della Luna (Il loro orario si può scoprire restando lunga
l '
l
è più debole che al centro della Terra, dove bi mente in attesa e ricavando quanto tempo occor l .\ .�
lancia esattamente la forza centrifuga. Il risultato re in media a ogni satellite per fare il giro) . Preci
di questo sbilanciamento è che l' acqua sale, al
lontanandosi dal centro della Terra. Dalla parte
samente, risultò che le lune erano in anticipo
quando Giove era vicino alla Terra e in ritardo 11i
della Luna l'attrazione è più forte, e l' acqu'\ si quando era lontano. Una cosa difficilmente spie 1
muove nella direzione opposta, ancora allonta
nandosi dal centro della Terra. Il risultato netto
gabile in base alla legge di gravitazione; poteva si
gnificare la morte di questa straordinaria teoria, ! li '·
r
ll
te in base a quest'unica legge. Udite udite! Per
Giove e Saturno andò tutto bene, ma Urano sfug
giva a ogni comprensione, comportandosi in ma
niera bizzarra. Non descriveva un'elliss� perfetta,
e questo è comprensibile, data l'attrazione di Gio
ve e Saturno. Ma anche tenendo in conto queste
f
l
attrazioni, l'orbita di Urano non era quella giusta,
quindi la legge di gravitazione era a rischio di ve
l
nire abbandonata, possibilità che non si può scar
tare a priori. In Gran Bretagna e in Francia, due
Fig. 25 Una stella doppia.
astronomi, Adams e Leverrier, elaborarono, indi
L pendentemente, un'altra spiegazione: era possibi
le che Urano subisse l'attrazione di un altro pia vicine (per fortuna ce n'è una terza, così sappia
neta, scuro e invisibile, che gli uomini non aveva mo che la fotografia non è stata stampata al con
.�
,,
no mai visto. Entrambi calcolarono dove doveva
trovarsi per rendere conto delle irregolarità del
trario) . Nell'immagine a destra le vediamo ad al
cuni anni di distanza. Si vede che, rispetto alla stel
!l
l'orbita di Urano e scrissero lettere ai rispettivi Os
!'
la «fissa », l' asse della coppia è ruotato, cioè le due
servatori, dicendo: « Signori, puntate i telescopi stelle stanno girando l'una attorno all'altra. Il loro
l;l'i! .
nel punto di coordinate così e cosà e vedrete un moto è in accordo con le leggi di Newton? Nella
;,l·
l
altro pianeta » . Spesso tutto dipende dalle perso
ne con cui si lavora, se vi stanno a sentire oppure
figura 26 sono riportati i risultati di accurate misu
!l
re effettuate su uno di questi sistemi; possiamo ve
no. A Leverrier prestarono attenzione, guardaro dere una bella ellisse, risultante da osservazioni ef
no, ed ecco lì Nettuno! Anche gli altri, a questo fettuate a partire dal l 862 fino al l904 (a quest'o
punto, si affrettarono a guardare, qualche giorno ra avrà fatto un altro giro) . Tutto collima con le
l
più tardi, e lo trovarono. leggi di Newton, eccetto per il fatto che Sirio A
i
Questa scoperta dimostra che le leggi di Newton non è nel fuoco dell'ellisse. Perché? Perché il pia
sono assolutamente esatte nel sistema solare, ma no dell'ellisse non è il « piano del cielo » . Il nostro
l si estendono anche al di là delle distanze relativa
mente piccole tra i pianeti? La prima verifica è
punto di osservazione non è nell'angolazione giu
sta rispetto al piano dell' orbita, e quando si guar
nella domanda: le stelle si attraggono l'una con da un'ellisse di sbieco rimane sempre un'ellisse,
iL
[ l'altra come fanno i pianeti? Ne abbiamo prova
certa nelle cosiddette stelle doppie. La figura 25 mo
ma il fuoco non appare nella giusta posizione.
Quindi le stelle doppie si muovono l'una rispetto
stra uno di tali sistemi formato da due stelle molto .
.l
all'altra in accordo con la legge di gravitazione .
' 1 54 1 55
1, ì,
l
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1
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70 [.,
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Fig. 27 Un ammasso globulare.
r.:.
stanze, magari centomila volte le dimensioni del
Fig. 26 Orbita di Sirio B relativa a Sirio A. sistema solare. Ma spingiamoci ancora più in là,
e osserviamo un'intera galassia, nella figura 28.
Che la legge di gravitazione sia vera anche a di La sua forma suggerisce un' owia tendenza della !
ì . Il.
1 !�-,
�'
stanze maggiori è evidente dalla figura 27. Chi materia ad agglomerarsi. Naturalmente non pos �
non riesce a vedere qui la gravità in azione, non siamo dimostrare che qui vale la legge dell'inver
ha un' anima! Questa figura mostra una delle im so del quadrato, ma è evidente che anche a que
sta scala enorme esiste un 'attrazione che tiene
,1:
magini più belle che il cielo ha da offrire: un am
insieme le cose. Si potrebbe obiettare: Compli l!
:l
�( '
masso globulare. Ogni puntino è una stella. Al «
T :
l
centro sembrano formare una massa compatta, menti, ma perché non è una palla?» . Perché sta
ma questo è dovuto all'insufficiente risoluzione ruotando, e perciò possiede un momento angola
re che non si può esaurire nella contrazione, !lii li '
dei nostri strumenti. In realtà, anche qui la di � .
stanza tra una stella e l' altra è molto grande, e ra quindi si contrae quasi esclusivamente in un pia
L
ramente awengono collisioni. Ci sono più stelle no. (Tra parentesi, se volete un buon problema
all'interno che verso l'esterno, e spostandosi ver- di ricerca, ancora non si sanno i particolari su co-
156
157
; 1:
i.
,
!
Fig. 29 Ammasso di galassie.
l
degli ammassi. Forse la gravitazione agisce anche stra una fotografia di una regione di gas, con al-
1 58 1 59
l
l
l� l
-,
l�
Fig. 3 1 Possibile formazione d i nuove stelle .
gas si è accumulato, la gravità lo ha ammassato in una di piombo e misuriamo l'attrazione tra loro?
una palla abbastanza grande da far partire le rea La difficoltà di un simile esperimento, operando
zioni nucleari stellari all'interno, e forse è diven in maniera così semplicistica, è l'estrema debo
tato una stella. Ma forse no. Non è ragionevole lezza della forza. Va eseguito con gran de cura, il
aspettarsi in soli sette anni la fortuna di veder na che significa isolare l' apparato dall'aria, assicu
scere una stella, figuriamoci due ! rarsi che non vi siano cariche elettriche e così
via; solo allora si può misurare la forza. Il primo a
farlo fu Cavendish con l' apparato illustrato sche
L 'esperimento di Cavendish maticamente nella figura 32. Questo esperimen
l'
to calcolò la forza di attrazione fra due grandi
i
La gravitazione, dunque, si estende su enormi di palle di piombo fisse e due palle più piccole alle lf,
stanze. Ma se esiste una forza che agisce su tutti estremità di una piccola sbarra sostenuta da una
1 60 161
: i'
,: t
r
,f
nosciamo la massa della Terra. Sapendo quanto spiegare perché; nessuno, da allora, ha mai sco
vale G e quanto è intensa l'attrazio ne della Terra perto il meccanismo. Questo carattere astratto è
1:-�
possiamo dedurre la sua massa! Cavendis h asseri peculiare delle leggi fisiche. La legge di conser�
va di « pesare la Terra » , ma in realtà stava misu- vazione dell' energia è un teorema riguardante
1 62 1 63
l
T
l
quantità da calcolare e somn1are, senza alcun ac scontrarsi con più particelle nella direzione del
jr
l
cenno al meccanismo interno, e analogamente suo moto - cioè « davanti » - che « dietro » ( quan
i
le grandi leggi della meccanica sono leggi mate do si corre e sta piovendo, la pioggia è più forte
li
cepisce un impulso netto in direzione del Sole, e la stessa funzione della distanza? Forse gravitazio
non ci vuole molto a convincersi che varia come ne ed elettricità sono correlate molto più stretta
l
l'inverso del quadrato della distanza, a causa del mente di quanto si pensi. Sono stati fatti molti
la variazione dell' angolo solido sotteso dal Sole tentativi di unificarle; la cosiddetta teoria del
al variare della distanza. Cosa c'è che non va in campo unificato non è che un tentativo molto
questa spiegazion e? Semplicem ente, alcune con
seguenze non sono vere. C'è il seguente proble
elegante di combinare elettricità e gravitazione,
ma confrontando queste due forze la cosa più in "' l
: f:
l'
ma: la Terra, girando attorno al Sole, dovrebbe teressante è data dalle loro intensità relative.
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�:
1: '
1 64 1 65
T
Una teoria che le comprendesse entrambe do una delle sue radici. Tra le altre possibilità consi
vrebbe comunque essere in grado di dedurre derate c ' è un'eventuale relazione con l'età del
� ·: ! l'intensità della gravità. Esprimendo, in qualche l'universo (chiaramente bisogna cercare qualche
unità di misura naturale, la repulsione tra due altro numero molto grande, da qualche parte) .
li elettroni (carica universale in natura) dovuta alla Ma l'età dell'universo in che unità di misura, in
i t
forza elettrica, e l'attrazione dovuta alla loro anni? Ovviamente no, perché l'anno non è un'u
.
r-
massa, possiamo misurare il rapporto tra forza nità di misura naturale, è stato inventato dall'uo
�.
'
l' ' .
�
elettrica e attrazione gravitazionale. Il rapporto mo. Per trovare qualcosa di naturale prendiamo
non dipende dalla distanza ed è una costante per esempio il tempo che la luce impiega per at
i
traversare un protone, 1 0-24 secondi. In questa
!t,
fondamentale della natura; il suo valore è mo
strato nella figura 33: l'attrazione gravitazionale unità l'età dell'universo (che è stimata in circa 2
l '_ . 2
l' '
in rapporto alla repulsione elettrica è l diviso 1
x l 0 0 anni) vale circa l 0 4 • Ha più o meno lo stes
� t�
l
4, 1 7 x 1 0 42 • La domanda è: da dove esce un nu so numero di zeri, quindi è stato ipotizzato un le
' mero così grande? Non è casuale, come può es game tra la costante gravitazionale e l'età dell'u
•1. ·�
.· sere il rapporto tra il volume di una pulce e quel
ii
niverso. Se fosse così la <� costante » gravitazionale
��
lo della Terra, perché abbiamo considerato du� sarebbe dipendente dal tempo� perché a mano a
aspetti naturali di una stessa cosa, l'elettrone. E mano che l'universo invecchia aumenta il rap
una costante naturale, quindi riguarda un aspet porto tra la sua età e il temp � che la luce impiega
i t to profondo della natura. Da dove può venire
fuori? C'è chi sostiene che un giorno troveremo
ad attraversare un protone. E po�sibile che la co-
. stante gravitazionale sia dipendente dal tempo?
�t·
J
l' « equazione universale » , e questo numero sarà Naturalmente le variazioni sarebbero così picco
le da rendere molto difficile un controllo.
Come verifica, potremmo pensare di calcolare
�
, l l 4, 1 7 x l 042
Attrazione gravitazionale
r Re pulsione elettrica
=
quale sarebbe la variazione della costante gravita
l
l
zionale negli ultimi l 09 anni, che è approssimati
�
1 14 1 70 ooo ooo ooo oo0 vamente il tempo trascorso dalla comparsa delle
l Oa
i
o
=
della gravità, rimarranno insieme, perché per gi tiamo istantaneamente una nuova forza a causa �� Il
rare in cerchio ci vuole una forza più grande se della nuova posizione di quella massa. In questo
i
la massa è maggiore. Cioè: la gravità è maggiore �·
modo mandiamo segnali a velocità infinita. Nella
,J
d�
o minore, a seconda della massa, esattamente teoria proposta da Einstein è impossibile mandare
ti
i':
quanto occorre perché i due oggetti girino assie segnali a velocità maggiore della luce, quindi la legge
me. Se uno dei due oggetti fosse dentro l'altro, di gravitazione deve essere errata. Si può correg
rimarrebbe al suo interno: è un equilibrio per gere, tenendo conto del ritardo nella trasmissio
fetto. Quindi Gagarin e Titov avevano all'interno ne dd segnali, e si ottiene una nuova legge: la
della loro navicella cose « senza peso » : se per legge di gravitazione di Einstein. Una caratteri
esempio avessero lasciato andare un pezzetto di stica facile da capire di questa nuova legge è la
gesso, lo avrebbero visto galleggiare nello spazio, seguente: nella teoria della relatività di Einstein
perché il gesso avrebbe ruotato attorno alla Ter ogni cosa dotata di energia è anche dotata di mas
vicella spaziale. È molto interessante che questa
ra esattamente nello stesso modo dell'intera na sa (sente, cioè, l' attrazione gravitazionale) . Perfi
no la luce quindi, dato che ha energia, ha una
forza sia esattamente proporzionale alla massa con massa. Quando un raggio di luce passa vicino al
tanta precisione, perché se non fosse così ci sa- Sole sente la sua attrazione gravitazionale; la luce,
1 68 1 69
ì
i
l�\
no stati estesi alla gravitazione; quando la scala è
\
tanto piccola da rendere rilevanti gli effetti quan
tistici, gli effetti gravitazionali sono così deboli
r
che non si sente il bisogno di una teoria quanti
stica della gravitazione. D 'altra parte, per la coe
renza interna delle nostre teorie fisiche sarebbe
importante vedere se la legge di Newton mo
l dificata da Einstein si possa modificare ulterior
mente in modo da comprendere il principio di
indeterminazione. Quest'ultima modifica non è
stata ancora completata.
ìi
-[i -
l
, ·
1 70
"
Meccanica atomica
l,
Negli ultimi capitoli abbiamo descritto le idee
fondamentali necessarie a capire quasi tutti i fe l
nomeni più importanti riguardo alla luce, o, più
in generale, alle onde elettromagnetiche. Abbia
mo cioè trattato la teoria classica » delle onde
«
barriera (una lastra corazzata) con due fori, pallottola arrivi al rivelatore, e la possiamo misu
grandi più o meno quanto basta a far passare rare contando le pallottole arrivate in un certo , ,:J
ILl ì
_..,_,r
una pallottola. Oltre la barriera c'è uno schermo intervallo di tempo e facendo il rapporto con il ]'
totale di pallottole sparate in quell'intervallo. )
d' arresto per i proiettili (per esempio una spessa
parete di legno) , e di fronte allo schermo un « ri Oppure, nell'ipotesi che la mitragliatrice spari a i
4,
velatore » di pallottole: potrebbe essere una sca ritmo costante durante tutto l'esperimen to, la
lirN
l
e possono essere contati. Il rivelatore si può tole che raggiungon o il rivelatore in un interval
muovere su e giù, in quella che chiameremo la lo di tempo prestabilito .
direzione x . Con questo apparato possiamo tro Per i nostri scopi attuali immagineremo una si
vare sperimentalmente la risposta alla domanda: tuazione in qualche modo idealizzata, in cui le
« Qual è la probabilità che una pallottola passan pallottole, a differenza dei proiettili veri, sono in
do attraverso i fori arrivi sullo schermo a distanza distruttibili: non si possono spezzare. Nel nostro
x dal centro?» . Prima di tutto, bisogna capire che esperimento si vedrà che le pallottole arrivano a
si tratta di probabilità, perché non possiamo sa « pacchetti » , e quando troviamo qualcosa nel ri
pere esattamente dove finirà ogni singola pallot velatore si tratterà sempre di una pallottola inte
tola. Una pallottola che rimbalzi sul bordo di un ra. Se la mitragliatrice spara molto lentamente,
foro può finire in qualsiasi punto. Con la parola troveremo che sullo schermo d' arresto, in ogni
1 76 1 77
sola pallottola, esattamente una. È certo inoltre
dato momento, o non arriva niente, o arriva una remo questo risultato un 'osservazione di « non
interferenza » , e la ragion e sarà chiara tra breve.
che la dimensione del pacchetto non dipende Questo è quanto , per le pallottole. Arrivano a
dalla rapidità di fuoco della mitragliatrice. Dire pacche tti, e la probab ilità di arrivo non mostra
mo: « Le pallottole arrivano sempre in pacchetti . interferenz a.
identici » . Quella che misuriamo con il rivelatore
è la probabilità che arrivi :un pacchetto, e la mi
suriamo come funzione di x. Il risultato di queste
misurazioni (non abbiamo ancora fatto l'esperi Un esperimento con le onde
mento, si tratta quindi di un risultato ipotetico) è
riportato nella parte ( c) della figura. Chiamiamo Ora vogliamo considerare un esperimento che
P1 2 la probabilità perché le pallottole possono es riguarda le onde d'acqua; vediamo l'apparato
sere passate sia per il foro l che per il foro 2. schematizzato nella figura 35. Abbiamo una va
Non è poi troppo sorprendente che P1 2 sia più schetta d'acqua poco profonda. Sulla sinistra c'è
grande verso il centro del grafico e diventi più la sorgente delle onde, che può essere una palli
piccola al crescere di x; però forse vale la pena di na, mossa da un motore, che oscilla su e giù
spiegare perché il massimo sia proprio per x = O . creando onde circolari. A destra della sorgente
Questo si può capire ripetendo l'esperimento abbiamo ancora una barriera con due aperture,
li §l.'
dopo aver coperto il foro 2, e ancora dopo aver e al di là della barriera uno schermo che assorbe
coperto il foro l . Quando il foro 2 è chiuso, le
j,l
!Ì pallottole passano solo attraverso il foro l , e si ot
tiene la curva indicata con P1 nella parte ( b) del x
l
,i
la figura. Com'è ragionevole aspettarsi, il massi
mo di P1 si verifica nel valore di x che si trova in
linea retta con la mitragliatrice e il foro l ; analo
gamente quando copriamo il foro l otteniamo la
curva P2 , simmetrica di P1 • Confrontando le parti Sorgente
i'
delle onde
�
( b) e ( c) della figura troviamo il seguente impor
tante risultato: ��
P2 . /1 l h1 1 2 /1 2 l h1 + �12
12 l�l 2
[l] pl2 = p! + Barriera Schermo di = =
assorbimento =
li
effetti con un solo foro aperto alla volta. Chiame- Fig. 35 Esperim ento di interfer enza con onde d ' acqua.
1 78
1 79
le onde senza rifletterle: per esempio, una spiag
« tura 2) , e � è l'intensità dell'onda uscente dalla
gia » digradante di sabbia. Di fronte alla spiaggia fenditura 2 (misurata quando la l è chiusa) . ' 'h
mettiamo un rivelatore che si può muovere avan La curva �2 che si osserva quando entrambe le
ti e indietro nella direzione x, come prima. Il ri
ma di � e �· Diciamo che c'è interferenza tra le
fenditure sono aperte non è certamente la som
velatore ora è uno strumento che misura l'inten
sità del moto ondoso; possiamo immaginare un due onde. In certi punti (corrispondenti ai mas
aggeggio che misura l'altezza dell'onda, ma in . simi di �2) le onde sono in fase e i picchi si som
scala graduata proporzionalmente al quadrato del mano, generando una grande ampiezza e quindi
l'altezza, così che la lettura sia proporzionale al una grande intensità. Diciamo che le due onde
l'intensità dell' onda. Il rivelatore quindi legge l'e interferiscono costruttivamente; questa interferen
nergia portata dall'onda, o meglio, la quantità di za costruttiva si manifesta nei punti in cui la di
energia che arriva ad esso nell'unità di tempo. stanza tra il rivelatore e una fenditura è maggio
Con questo apparato, la prima cosa da notare è
che l'intensità può avere qualsiasi valore. Se la re della distanza tra il rivelatore e l' altra fenditu
sorgente si muove di pochissimo, il rivelatore ra di un numero intero di lunghezze d'onda.
percepirà solo un minimo di moto ondulatorio. Nei punti in cui le due onde arrivano al rivelato
Quando la sorgente si muove di più, il moto on re con una differenza di fase pari a 1t (cioè dove
dulatorio aumenta. L'intensità dell' onda può sono fuori fase) il moto ondoso risultante sarà la
avere assolutamente qualsiasi valore. Non po differenza delle due ampiezze. Le onde inter
tremmo certo dire che l'intensità arrivi a pac « ferìscono distruttivamente, e l'intensità dell' onda
chetti » , come le pallottole . sarà bassa. Questo succede dove la distanza tra
Ora misuriamo l'intensità dell'onda per vari va una fenditura e il rivelatore supera la distanza
lori di x, facendo muovere la sorgente sempre al tra il rivelatore e l'altra fenditura di un numero
lo stesso modo. Otteniamo l'interessante curva dispari di mezze lunghezze d' onda. I valori più
indicata con � 2 nella figura (c) . bassi di 11 2 nella figura 35 corrispondono ai pun
Abbiamo già visto questo tipo di figure quando
�
ti in cui le due onde interferiscono distruttiva
abbiamo studiato l'interferenza delle onde elet- ·
mente.
triche; in questo caso osserviamo che l'onda ori
ginale viene diffratta alle fenditure, da ciascuna Ricorderete che la relazione quantitativa tra �' �
e � 2 si può esprimere nel modo seguente: l'altez
delle quali si diffonde una nuova onda circolare. ,l
1
Se copriamo una fenditura alla volta e misuria za istantanea dell'onda nel rivelatore per l'onda
mo la distribuzione di intensità nel rivelatore, proveniente dalla fen�itura l _si può scriv�re co 4
troviamo le curve piuttosto semplici della figura me la parte reale di h1 e ÌCJ1, ove l' ampiezza h1 è, in
(b) . � è l'intensità dell' onda proveniente dalla generale, un numero complesso. L'intensità è
fenditura l (che misuriamo chiudendo la fendi- proporzionale al quadrato del valor medio del-
1 80 181
l r�
! ; .
�t
.(
Il
l :altezza, ovvero, usando i numeri complessi, a
x
[Il l ft 1 1 . Analogamente , per la fenditura ,..2 l' altezza è
2
h2 e irol e l'intensità è proporzionale a l h 2 j 2 . Quando Rivelatore
entrambe le fenditure sono aperte, l� altezze d' on
. . Il da si �o�mano a dare l'altezza (h 1 + h 2 )e Ì(J)1 e l'inten
51 �
sità l h 1 + h 2 1 2 . Omettendo ai nostri fini la costante
r di proporzionalità, le relazioni per le onde inter \�
r
li
ferenti sono Cannone
elettronico
,!
'�! � = l h i i 2 , 4.= l h21 2 , � 2 = l h l + h2 1 2 . P1 = 1<1> 1 1 2 P1 2 = 1 <1> 1 + <1> 2 1 2
A A A A
[ 2] Barriera Schermo
p2 = l <l> 2 1 2
d ' arresto
1.: 1 82 1 83
essere piccolissimo per mostrare gli effetti che ci dimensioni: arrivano solo interi, e uno alla volta.
it
interessano. Stiamo facendo un esperimento Diremo: « Gli elettroni arrivano sempre in pac
li
ideale, e l' abbiamo scelto perché è semplice da chetti identici » .
descrivere. Conosciamo i risultati che si trovereb Proprio come nel caso delle pallottole, possiamo I
bero con questo esperimento, perché ne sono ora cercare sperimentalmente la risposta alla do
stati fatti altri, con la scala e le proporzioni scel manda: « Qual è la probabilità relativa che un
te in modo da mostrare gli effetti che descrive pacchetto di elettroni arrivi allo schermo a di
remo. stanza x dal centro?» . Come prima, otteniamo la
La prima cosa che notiamo con gli elettroni è probabilità relativa osservando il numero dei
che dall'altoparlante provengono dei « click » di click arrivati in un'unità di tempo, mantenendo
stinti, e tutti i click sono uguali; non ci sono costante l' attività del cannone. La probabilità
« mezzi click » . che gli elettroni arrivino in un punto x particola
Osserviamo pure che i click arrivano in modo mol- re è proporzionale al numero medio di click nel
to irregolare. Tipo click. . . . . . click-click. . . click. . . . . . . . . . . l'unità di tempo.
te curva indicata con � 2 nella parte (c) della figu
click . . . click-click . . . . . . click . . . , ecc., proprio come si Il risultato del nostro esperimento è l' interessan
sente da un contatore geiger. Se contiamo i click
che arrivano in un intervallo di tempo sufficiente ra. Ebbene sì ! Questo fanno gli elettroni!
( diciamo qualche minuto) , e poi li contiamo di
nuovo in un altro intervallo della stessa ampiez
za, vedremo che i due numeri sono pressappoco Interferenza delle onde di elettroni
uguali. Quindi possiamo parlare di velocità me
J
dia dei click (tanti click in media al minuto) . Ora cerchiamo di analizzare la curva della figura l'i
Spostando il rivelatore avanti e indietro, la velo 36 per vedere se riusciamo a capire il comporta
l
cità dei click cambia, ma la dimensione (inten mento degli elettroni. La prima cosa che po
sità di suono) rimane la stessa. Se abbassiamo la tremmo dire è che, siccome arrivano a pacchet i •'
l �:
velocità diminuisce, ma ogni click ha ancora lo
stesso suono. Osserviamo anche che se mettiamo Scriviamolo sotto forma di proposizione: J l,
due rivelatori diversi e separati sullo schermo, o
., l '
sce a percepirli distinti) . Perciò deduciamo che Prendendo per buona la proposizione A, gli
qualunque cosa sia ciò che arriva ai rivelatori, ar elettroni che arrivano sullo schermo si possono
riva a pacchetti. Tutti i paéchetti hanno le stesse dividere in due classi: l ) quelli che passano dal-
1 84 1 85
'�
" l �l
l!;,, l
l
n l
la fenditura l , e 2) quelli che passano dalla fen dalla fenditura l arrivi finalmente allo scher
p l
ditura 2. Quindi la curva che osserviamo dovreb mo . . . » . Ma osservate ! Ci sono alcuni punti in cui
;l j
be essere la somma degli effetti degli elettroni arrivano pochissimi elettroni quando entrambe
,fl
l
che passano dal foro l e di quelli che passano le fenditure sono aperte, ma ne arrivano molti
r
dal foro 2. Controlliamo questa ipotesi con un quando una delle due è chiusa, quindi chiuden
·J
l
esperimento. Prima di tutto, effettuiamo una do una fenditura si aumenta il numero degli
misura per gli elettroni che passano dalla fendi elettroni che passano dall'altra. Mentre al cen
tura 1 : chiudiamo la 2 e contiamo i click nel ri j tro il grafic o P1 2 è più del doppio di P1 + P2 , co
velatore. In questo modo, otteniamo la curva P1 , me se chiudendo una fenditura si diminuisse il
· che vediamo nella parte ( b) della figura. Il risul numero degli elettroni che passano dall'altra.
tato sembra ragionevole. In modo analogo misu Sembra difficile spiegare entrambi questi effetti
riamo la curva P2 , cioè la distribuzione di proba proponendo complicate traiettorie degli elet
j
'
bilmente, che non è vero che i pacchetti passano Ciò che si verifica sullo schermo d' arresto si può
o da una fenditura o dall'altra, perché, se fosse descrivere usando due numeri complessi che
così, le probabilità si dovrebbero sommare. For chiameremo �1 e �2 (funzio �i di x, naturalmente) .
se seguono una traiettoria più complicata: si di
vidono a metà e . . . » . Ma no ! Non possono, arri l Il quadrato del modulo di <1>1 dà l'effetto ...quando
è aperta solo la fenditura l , cioè P1 l<l>l· Allo
j
=
vano sempre a pacchetti . . . « Be ' , forse alcuni stesso modo l'effetto con la sola fenditura 2 aper
ta è dato da �2 , cioè P2 l�l· L' effetto combina
to COI} le _!.lue fenditure aperte è semplicemente
passano dalla fenditura l , poi tornano indietro
�::
=
�'
plicata . . . quindi chiudendo la fenditura 2 cam mo usato per le onde d'acqua! (E difficile imma
biamo la probabilità che un elettrone partito ginare come si possa arrivare a un risultato tanto
1 86 187
l
semplice da un gioco complesso di elettroni che
vanno avanti e indietro attraverso le fenditure se l Sorgente • x Il\ x
�
1/
luminosa
J
guendo qualche strana traiettoria) .
Cannone
Perveniamo quindi alla seguente conclusione:
l,
elettronico
��/ !
gli elettroni arrivano a pacchetti, come particel
le, e la probabiÌità che giungano que'sti pacchetti
l1
una particella » . - Pl' + P.'2
Tra l'altro, quando abbiamo parlato delle onde
classiche abbiamo definito l'intensità come la (a) (b) ( c)
media temporale del quadrato dell'ampiezza
j
Fig. 37 Un diverso esperimento con elettroni.
dell' onda, e abbiamo usato i numeri conìplessi
come espediente matematico per semplificare i
calcoli. Ma nella meccanica quantistica risulta o dall' altra; verificheremo questa conclusione
che bisogna proprio rappresentare le ampiezze con un altro esperimento.
usando i numeri complessi, la sola parte reale
non basta. Questo è solo un punto tecnico, per il
momento, perché le formule hanno esattamente Osservazione degli elettroni
la stessa struttura.
1!
Dato che la curva P12 di probabilità quando en Tentiamo ora il seguente esperimento. Aggiun
trambe le fenditure sono aperte è tanto semplice giamo al nostro apparato una sorgente luminosa
(anche se non è uguale a P1 + P2 ) , non c'è molto molto in ten sa posta dietro la barriera, tra una
fl
altro da dire. Ma ci sono molte conseguenze de fenditura e l'altra, come si vede nella figura 37.
'i
lìr
licate del fatto che la natura funziona in questo Sappiamo che le cariche elettriche diffondono la r,
'l
modo, e vorremmo illustrarne qualcuna. Prima luce; quindi, quando un elettrone passa da uno
i��i
di tutto, dato che il numero di elettroni che arri dei fori e si avvicina allo schermo d' arresto dif
��
va in un dato punto non è uguale a quelli che fonderà un po' di luce che lo renderà visibile. Se
�:
passano attraverso l'apertura l più quelli che pas per esempio un elettrone seguisse la traiettoria
,, ,
sano attraverso l'apertura 2, come si deduce in attraverso la fenditura 2, vedremmo un lampo di
vece dalla proposizione A, senza dubbio dobbia luce più o meno nella posizione indicata con ���; l
li
mo concludere che la proposizione A è falsa. Non è « A » . Se un elettrone passa attraverso la fenditura ,,
vero che gli elettroni o passano da una fenditura l ci aspetteremmo di vedere un lampo di luce
1 88 1 89
l'!
! nei dintorni del foro superiore. Se vedremo due otteniamo le curve � , e � , della parte ( b) della
figura 37.
lampi uno da una parte e uno dall'altra nello
stesso istante, vuol dire che l'elettrone si è diviso No n è poi così sorprendente: � , è molto simile
!J a metà . . . Ma facciamo l'esperimento ! alla curva P1 ottenuta prima quando abbiamo
Ecco cosa si vede: ogni volta che si registra un chiuso la fenditura 2, e allo stesso modo � ,è mol
:[
l
click nel rivelatore (sullo schermo) vediamo an
che un lampo di luce o vicino a una fenditura o
to simile a P2 • Quindi non succede niente di com
plicato, gli elettroni non passano attraverso en
i
r vicino all' altra, ma mai contemporaneamente; trambe le fenditure. Quando li guardiamo, ve
l
questo risultato si osserva indipenden temente diamo che gli elettroni passano proprio come ci
aspettiamo; sia che le fenditure siano aperte sia
Jj
da dove sia il rivelatore. Da questa osservazione
dobbiamo concludere che guardando gli elet che siano chiuse, quelli che vediamo provenire
troni li vediamo passare o da un foro o dall'al dalla l sono distribuiti allo stesso modo se la 2 è
l
tro. Sperimentalmente la proposizion e A dev'es- aperta o chiusa.
1
sere vera. Ma, un momento ! Qual è ora la curva di probabi
lità totale, la probabilità che un elettrone arrivi al
Ma allora cosa c'è di sbagliato nel nostro ragio
"r
rivelatore per una qualsiasi strada? La risposta la
namento a confutazion e della proposizion e A? sappiamo già: facciamo finta di non aver guarda
Perché P1 2 non è uguale a P1 + P/ Torniamo all'e
l
to i lampi di luce, e mettiamo insieme i dati che
sperimento ! Seguiamo ogni elettrone e cerchia
l
mo di capire cosa fa. Per ogni posizione x del ri
abbiamo diviso nelle due colonne. Dobbiamo
l
1'
semplicemente sommare i numeri. Infatti la pro
velatore contiamo il numero di elettroni che ar babilità che un elettrone arrivi sullo schermo,
(
rivano e prendiamo anche nota da dove passano, passando da qualsiasi foro, è proprio �/ = P1 + P2 •
guardando i lampi di luce: quando registriamo Cioè, siamo riusciti a guardare da quale fenditu
f
i
un click guardiamo dov'è il lampo di luce e met
tiamo un segno nella colonna l · o nella colonna
ra passano gli elettroni, ma ora non abbiamo più
la curva di interferenza P1 2 , ne abbiamo una nuo
t
2 a seconda se l'abbiamo visto passare dalla fen va �/ che non mostra interferenza! Se spegnia
r·
ditura l o dalla 2 . Quindi ogni elettrone appar · mo la luce, ritroviamo P1 2 •
tiene a una di due classi: quelli che passano dal Siamo . costretti a concludere che gli elettroni si
foro l e quelli che passano dal foro 2. Dal nume distribuiscono diversamente sullo schermo d'arre
ro di segni nella colonna l otteniamo la probabi sto a seconda che noi li gu ardiamo oppure no. Po
·�
lità � , che un elettrone arrivi al rivelatore attra trebbe forse essere la luce stessa ad alterare le co
,,
i.'i verso la fenditura l , e dal numero di segni nella se. Dev'essere che gli elettroni sono molto deli
colonna 2 abbiamo la probabilità � , che un elet cati, e quando la luce li colpisce li sposta, e cam
trone arrivi al rivelatore attraverso la fenditura 2. bia il loro moto. Sappiamo che il campo elettrico
Se ripetiamo questa misura per diversi valori di x, della luce esercita una forza sulle cariche con cui
1 90 191
interagisce; quindi forse è ragionevole aspettarsi Tutto ciò è un po ' scoraggiante. Se ogni volta che
che il moto venga alterato. Comunque, la luce vediamo un elettrone il lampo di luce ha sempre
esercita una grande influenza sugli elettroni, e la stessa intensità, ciò significa che vediamo solo
cercando di « guardarli » abbiamo cambiato il lo gli elettroni che vengono perturbati. Tentiamo
ro moto. Cioè, il colpo che riceve l'elettrone comunqut:; l'esperimento con una luce molto de
quando diffonde il fotone di luce è sufficiente a bole. Ora q uando sentiamo un click nel rivelato
cambiare il suo moto, così che se l'elettrone stava re metteremo un segno in una di tre colonne:
andando verso uno dei punti in cui P1 2 ha un nella prima se l'elettrone è passato dalla fenditu
massimo, ora cambia direzione e finisce in un ra l , nella seconda se è passato dalla 2 e nella ter
punto di minimo: ecco perché non vediamo più za se non l'abbiamo visto passare. Quando racco
gli effetti di interferenza. gliamo i nostri dati e calcoliamo le probabilità
Si potrebbe pe11sare: « Abbassate le luci! Usando troviamo i seguenti risultati: gli elettroni che ab
una luce meno intensa, le onde luminose saranno biamo visto passare dalla fenditura l hanno una
più deboli . e non disturberanno l'elettrone così
fenditura 2 hanno una distribuzione come �� (e
distribuzione come � ', quelli visti passare dalla
tanto. Sicuramente, rendendo la luce sempre più
debole, prima o poi l'onda sarà abbastanza delica quindi gli elettroni che siamo riusciti a vedere
ta da avere un effetto trascurabile » . Bene, provia hanno una distribuzione come � /) ; quelli che
mo. La prima cosa che si osserva è che i lampi pro non abbiamo visto affatto hanno una distribuzio
vocati dal passaggio degli elettroni non diventano ne « ondulatoria » molto simile a P1 2 nella figura
più deboli, hanno sempre la stessa intensità. L'unica 36! Se gli elettroni non vengono osseroati, c 'è interfe
cosa che succede se la luce è più soffusa è che a renza!
volte si sente un click nel rivelatore ma non si ve Ciò è comprensibile. Quando non vediamo un
de nessun lampo. L'elettrone è passato senza farsi elettrone, nessun fotone lo disturba, e quando lo
vedere. In realtà stiamo semplicemente osservan vediamo vuoi dire che un fotone lo ha perturba
do che anche la luce funziona come gli elettroni; to. L'ammontare di perturbazione è sempre lo
già sapevamo che si comporta come un'onda, ora stesso, perché tutti i fotoni di luce producono
scopriamo che si comporta anche come delle par effetti di uguale entità, e quando un elettrone
ticelle. Arriva (o viene diffusa) sempre a pacchet diffonde un fotone ciò è sufficiente a cancellare
ti, che chiamiamo fotoni. Abbassando l'intensità qualsiasi effetto di interferenza.
della luce la dimensione dei fotoni non cambia, Ma non c'è un modo di vedere gli elettroni senza
cambia solo quanti ne vengono emessi in ogni disturbarli? Abbiamo imparato in qualche capi
unità di tempo. Ecco perché, quando la luce è più tolo precedente che la quantità di moto portata
soffusa, alcuni elettroni passano senza essere visti. da un fotone è inversamente proporzionale alla
sua lunghezza d'onda (p = li /À, dove li è la co
·
�
192 1 93
r
![
ii l'elettrone quando diffonde il fotone verso i no così piccola che si ha di nuovo la curva P1 2 della
stri occhi dipende dalla quantità di moto portata figura 36 (ma a quel punto non c'è assolutamen
dal fotone. Aha! Allora se non vogliamo distur te modo di determinare dove è passato l'elettro
bare gli elettroni non dobbiamo diminuire l'in ne) .
tensità della luce, ma la frequenza (così aumen Nel nostro esperimento abbiamo visto che è im
tando la lunghezza d'onda) . Usiamo una luce possibile sistemare la luce in modo da riuscire a
più rossa. Potremmo anche usare i raggi infra dire da quale fenditura è passato l'elettrone sen
rossi, owero le onde radio (come il radar) , e « ve za contemporaneamente alterare la distribuzio
dere » dove va l'elettrone tramite qualche dispo ne di probabilità. Heisenberg suggerì che le leg
sitivo che riesce a « vedere » la luce con lunghez gi della natura (allora nuove di zecca) potessero
za d'onda così grande. Forse se usiamo una luce essere coerenti solo accettando una limitazio
meno violenta riusciremo a non disturbare così ne di base sulle nostre capacità sperimentali non
tanto gli elettroni. riconosciuta precedentemente. Propose come
Tentiamo quindi l'esperimento con onde più principio generale il suo principio di indetermina
lunghe. Lo rifaremo molte volte, ogni volta usan zione, che possiamo enunciare a propositç del
do luce di lunghezza d'onda più grande. All'ini nostro esperimento nel modo seguente: « E im
zio non sembra esserci alcun cambiamento; i ri possibile progettare un apparato sperimentale
sultati sono i medesimi. Poi succede una cosa ter che determini da quale fenditura passa l' elettro
ribile. Ricordate quando abbiamo parlato del mi ne e che allo stesso tempo non disturbi gli elet
croscopio, e abbiamo visto che, a causa della na troni tanto da distruggere la figura di interferen
tura ondulatoria della luce, c'è una distanza mini za » . Se un apparato riesce a determinare da qua
ma tra due oggetti per poterli vedere distinti? Eb le fenditura passa l'elettrone non può essere così
bene, questa distanza minima è dell'ordine di delicato da non disturbare la figura di interfe
grandezza della lunghezza d'onda della luce; renza in modo essenziale. Nessuno è mai riusci
quindi ora, quando la lunghezza d'onda supera to a trovare (e nemmeno a immaginare) un mo
la distanza tra le due fenditure, vediamo un gran do di aggirare il principio di indeterminazione.
de lampo indistinto quando gli elettroni diffon Quindi dobbiamo accettare che descriva una ca
dono luce, e non riusciamo più a dire da quale ratteristica fondamentale della natura.
fenditura è passato l' elettrone, vediamo solo che L'intera teoria della meccanica quantistica che
è passato ! Ed è solo con �uce di questa lunghezza oggi usiamo per descrivere gli atomi e, in effet
d'onda che il colpo ricevuto dall'elettrone è ab ti, tutta la materia dipendono dall'esattezza del
bastanza piccolo da far assomigliare � / a P1 2 , cioè principio di indeterminazione. Dato che la mec
da far emergere qualche effetto di interferenza. E canica quantistica ha ottenuto grandi successi la
solo con lunghezze d'onda molto maggiori della nostra fede nel principio di indeterminazione ne
distanza tra le due fenditure la perturbazione è esce rinforzata. Ma se venisse scoperto un modo
1 94 1 95
di sconfiggere il principio di indeterminazione,
la meccanica quantistica darebbe risultati incoe
renti e dovrebbe venire abbandonata come vali
da spiegazione della natura.
Mi direte: « E la proposizione A? è vero o non è
vero che ogni elettrone o passa da una fenditura
o dall'altra? » . L'unica risposta possibile è: abbia
mo scoperto sperimentalmente che per evitare
l'incoerenza bisogna avere un certo particolare
punto di vista, bisogna pensare in un certo modo.
Quello che dobbiamo dire (per evitare previsioni (a) (b)
errate) è quanto segue. Se si guardano le fenditu
Fig. 38 Figura di interferenza con pallottole: ( a) effettiva
re, o, più precisamente, se un apparato sperimen ( schematizzata) , ( b ) osservata.
tale è in grado di determinare da quale fenditura
sono passati gli elettroni, allora si può dire che o
passano da una fenditura, o dall'altra. Ma quan dimensione finita non riuscirebbe a distinguere i
do non si sta osservando la traiettoria di ogni elet massimi dai minimi. Quello che abbiamo visto è
trone, quando non c'è niente nell'esperimento una sorta di media, che è la curva classica. N ella
che disturbi gli elettroni, come quando si cerca di figura 38 abbiamo cercato di descrivere schemati
capire dove passano, allora non si può dire che camente quello che succede con oggetti su larga
ogni elettrone passa per una sola fenditura: se scala. La parte ( a) mostra la distribuzione di pro
facciamo l'ipotesi che ogni elettrone passa per babilità che la meccanica quantistica prevede. I
una fenditura e cominciamo a trarne deduzioni,
arriveremo a conclusioni sbagliate. Questo è' il picchi così fitti e vicini l'uno all' altro rappresenta
filo logico su cui dobbiamo stare in equilibrio se no la figura di interferenza che si ottiene con on
vogliamo descrivere adeguatamente la natura. de di lunghezza molto corta. Però qualsiasi rivela
tore reale « prende » diversi picchi della curva di
probabilità, e quindi le misurazioni mostrano la
• Se il moto di tutta la materia, come quello degli curva liscia della parte ( b) .
elettroni, si può descrivere in termini di onde, co
sa possiamo dire delle pallottole del nostro primo
esperimento? Per quanto riguarda le pallottole Primi prindpi di meccanica quantistica
possiamo dire che la lunghezza d'onda è così pic
cola che le figure di interferenza risultano molto Presenteremo ora un sommario delle conclusio
fitte. Così fitte, infatti, che qualsiasi rivelatore di ni principali dei nostri esperimenti, e le esprime-
1 96 197
fj
J: remo in una forma generale che le renda vere tà, la probabilità dell'evento è la somma delle
per una classe generale di .e sperimenti di questo probabilità per ciascuna alternativa. L'interfe
tipo. Questo compito sarà reso più semplice dal renza si perde:
la definizione di « esperimento ideale » : un espe
rimento in cui non ci siano influenze esterne in [8] P = pr + P2 .
determinate, nessuna vibrazione o perturbazio
ne di cui non possiamo tener conto. Una defini Ci si potrebbe ancora chiedere: « Come funzio
zione abbastanza precisa · potrebbe essere: un na? Qual è il meccanismo dietro alla legge? » .
esperimento ideale è tale che tutte le condizioni Nessuno l'ha mai scoperto. Nessuno è in grado
iniziali e finali dell'esperimento sono completa di « spiegare » più di quanto abbiamo appena
mente specificate. Chiameremo quindi « evento » « spiegato » , e nessuno riuscirà a darvi una rap
un insieme specifico di condizioni iniziali e fina presentazione più profonda e significativa della
li. (Per esempio: « Un elettrone parte dal canno situazione. Non abbiamo idea di quale potrebbe
ne, arriva al rivelatore, e non succede nient'al essere un meccanismo fondamentale che produ
tro » ) . Riassumendo: ca questi risultati.
Vogliamo ora sottolineare una differenza molto
l ) La probabilità di un evento in un esperimen importante tra meccanica classica e meccanica
to ideale è data dal quadrato del valore assoluto quantistica. Abbiamo parlato della probabilità
di un numero complesso <1> detto ampiezza di pro che un elettrone arrivi in un certo punto in una
babilità: data circostanza, e abbiamo dato per scontato
che nel nostro apparato sperimentale (o perfino
2 nel migliore apparato possibile) sarebbe impossi
[ 6] P = 1 <1> 1 .
bile prevedere esattamente cosa succede: possia
2 ) Quando un evento si può manifestare in più mo solo calcolare la probabilità. Ma se questo è
modi, l'ampiezza di probabilità dell'evento è la vero, significa che la fisica si è arresa, nella sfida
somma delle ampiezze di probabilità di ogni al di prevedere esattamente cosa succederà in una
ternativa considerata separatamente. C'è interfe data circostanza. Ebbene sì. La fisica ha gettato la
renza: spugna. Non sappiamo prevedere cosa succederà in
una data circostanza, e siamo anche convinti che
sia impossibile, e che l'unica cosa prevedibile sia
<1> = <1> r + <1>2 la probabilità dei diversi eventi. Bisogna ricono
[ 7]
P = 1 <1> r + <1>l· scere che questa è una seria limitazione, rispettç_>
al nostro ideale originario di capire la natura. E
3) Se si effettua un esperimento in grado di de un passo indietro, ma nessuno riesce a vedere il
terminare quale alternativa si verifica nella real- modo di evitarlo.
1 98 1 99
A volte è stata proposta la seguente ipotesi, per Il principio di indeterminazione
evitare la descrizione appena fatta: « Forse l' elet
trone al suo interno presenta una qualche atti Ecco . la formulazione originale del principio di
vità, forse ci sono variabili interne di cui non sap indeterminazione data da Heisenberg: se si effet
piamo nulla. E magari è proprio questa la ragio tua una mìsura su un oggetto, e si determina la
ne per cui non riusciamo a prevedere cosa succe componente x della sua quantità di moto con in
de. Se riuscissimo a guardare l'elettrone più da certezza tl.p, non si può contemporaneamente
giore di fl.x h/tl.p. In ogni istante, il prodotto tra
vicino riusciremmo a dire dove va a finire » . Per conoscere la sua posizione x con precisione mag
quanto ne sappiamo, è impossibile; saremmo an =
cora in difficoltà. Supponiamo di accettare que l'indeterminazione nella posizione e quella nella
sta ipotesi, che all'interno dell'elettrone c'è un quantità di moto deve essere maggiore o uguale
qualche meccanismo che determina la sua traiet alla costante di Planck. Questo è un caso partico
toria. Quel meccanismo deve anche determinare lare del principio di indeterminazione che è sta
da quale fenditura passa l' elettrone. Ma non to enunciato sopra in modo più generale. L' e l
dobbiamo dimenticare che quello che succede nunciato più generale è che non si può progetta
all'interno dell'elettrone non dovrebbe dipende re un'apparecchiatura in modo che determini
re da quello che facciamo noi, e in particolare quale alternativa si verifica, senza allo stesso tem
non dovrebbe dipendere dal fatto che chiudia po distruggere la figura di interferenza.
mo una fenditura oppure no. Quindi se un elet Mostriamo in un caso particolare che una relazio
trone prima di partire ha già deciso da quale fo ne del tipo di quella di Heisenberg deve necessa
ro passare e dove andare a parare, dovremmo riamente esistere per evitare guai. Modifichiamo
tura l, P2 per quelli che hanno scelto la 2, e ne
trovare P1 per gli elettroni che scelgono la fendi l'esperimento della figura 36 montando la barrie
]
muoversi liberamente su e giù (nella direzione x) ,
ra con le fenditure su due rulli, così che possa
cessariamente P1 + P2 per quelli che arrivano at
traverso le due fenditure. Non vedo modo di evi come si vede nella figura 39. Osservando attenta
tare questo. Ma abbiamo verificato sperimental mente il movimento della barriera possiamo cer
mente che non succede così, e nessuno è riuscito care di determinare da quale fenditura passa ogni
mettiamo il rivelatore nella posizione x O. Ci
a trovare una via d'uscita a questo rompicapo. elettrone. Immaginiamo cosa succede quando
Quindi ora come ora dobbiamo limitarci a calco =
lare probabilità. Diciamo « ora come ora » , ma è aspettiamo che per arrivare al rivelatore in quella
ditura l debba rimbalzare sui bordi. Dato che la
forte il sospetto che questa limitazione ci perse posizione un elettrone che passa attraverso la fen
guiterà per sempre, che è impossibile risolvere il
rompicapo, e che la natura è proprio così. componente verticale della quantità di moto del
l' elettrone è cambiata, la barriera dovrà rinculare
con uguale quantità di moto in direzione opposta;
200 20 1
p
sa. Questo significa che il centro della nostra figu
<J �px
ra di interferenza sarà in un posto diverso per ogni
P.
elettrone. I picchi della figura di interferenza sa
b
Cannone
l ranno « sbavati » uno sull'altro. E possibile dimo
-----====�
elettronico
��p
2
p sufficiente per poter stabilire, tramite la misura del
� x rinculo, da quale apertura è passato l'elettrone, al
b
lora l'incertezza nella posizione della barriera sarà
Barriera Schermo
(secondo il principio di indeterminazione) tale da
d ' arresto spostare la figura di interferenza giusto della di
stanza tra un massimo e il minimo successivo. Uno
Fig. 39 Esperimento per misurare il rinculo della barriera. ·,� l \.. spostamento di questo tipo è sufficiente per sbava
re la·figura, così che non si osserva interferenza.
Il principio di in determinazione « protegge » la
cioè la barriera riceve una spinta verso l'alto. Se meccanica quantistica. Heisenberg si rese conto
l'elettrone passa dalla fenditura 2, analoga!fi ente che se si potessero misurare contemporanea
la barriera riceve una spinta verso il basso. E chia mente la quantità di moto e la posizione con
ro che per ogni posizione del rivelatore la quan maggiore precisione la meccanica quan tistica
tità di moto ricevuta dalla barriera avrà valori di non starebbe più in piedi, e quindi propose che
versi a seconda che l'elettrone sia passato da un'a tale possibilità sia esclusa. A questo punto tutti si
pertura o dall'altra. Ci siamo ! Senza disturbare af misero a cercare dei modi per aggirare il princi
fatto gli elettroni, ma solo guardand o la barriera, pio, ma nessuno riuscì a immaginare un modo
possiamo determinare la loro traiettoria . per misurare la posizione e la quantità di moto di
Ora, per fare i calcoli bisogna conoscere esatta una tosa qualsiasi (un elettrone, una palla da bi
mente la quantità di moto della barriera prima che liardo, uno schermo, qualunque cosa) con preci
passi l'elettrone , così che quando la misuriamo do sione maggiore. La meccanica quantistica resi
po il suo passaggio possiamo dedurre quanto è ste, perigliosa ed esatta.
cambiata. Ma, ricordate, secondo il principio di
indeterminazione non possiamo contemporanea
mente conoscere la p osizione della barriera con
precisione arbitraria. Ma se non sappiamo esatta
mente dove si trova la barriera non possiamo dire
con precisione dove siano le due fenditure. Saran
no in un posto diverso per ogni elettrone che pas-
202 203
--- ---- "-""-
'1 Accelerazione centripeta, 1 4 9 Barioni, 75-76, 78, 1 34
J
Accoppiamento di fotoni, 78 - lambda, 75-76
'�
l
Acetilcolina, 88 · - sigma, 75-76
Acqua Biologia e fisica, 86-99
- evaporazione, 34-37 Bomba atomica, 71
- ipotesi atomica, 25-33 Brahe, T., 1 40
- solidi che si sciolgono nel-
l ' , 3 7-40 Calore
- vapore, 34-37, 43 - da combustione, 42
Actiomiosina, 88 - come fenomeno naturale,
Adenina, 96 54
Ammasso - e meccanica statistica, 85
- di galassie, 1 58 - e moto molecolare, 27-28
- e particelle in movimento,
- globulare di stelle, 1 56
Angstrom (A) , 27
57
Amminoacidi, 94-95, 98
Campo elettrico
- definizione, 60
Anidride carbonica, 42-43
- ed elettrodinamica quanti-
Antineutrone, 71
stica, 69
Antiparticelle, 71, 76
- e magnetismo, 61
Antiprotone, 71
Campo elettromagnetico, de-
Astronomia e fisica, 99-102 finizione, 55, 62
Atomi Carbonio, 40-42
· - costituenti la materia, 25- - ossido di, 41-42
34 Carica
- dimensioni, 27, 66 - e campo elettrico, 58-62
- introduzione, 21-25 - conservazione della, 1 34
- e processi fisici, 34-40 - dell' elettrone, 71
- proprietà, 56 Cavendish, esperimento di,
- reazioni chimiche, 40-48 1 60-63
- si veda an che Meccanica Cellule
quantistica - funzioni biologiche, 86-9 1
Attrazione, carica elettrica e, - membrana delle, 87
I numeri in corsivo si riferiscono alle didascalie. 58 - nervose, 87-88
207
- massa/ carica, 71 Evaporazione, 34-37 Frequenze
Chimica
- e muoni, 77 Evoluzione, 1 0 7- 1 09 - infrarosse , 63
- fisica, 85
- e positroni, 70-71 - ultraviolette, 63
- e fisica, 84-86
Fenomeni naturali, leggi dei,
- inorganica, 84-85 - proprietà, 59-60
55, 1 1 3, 1 39-40, 1 43-45 Galassie, forma delle , 1 57-58
- meccanica quantistica del- - e proprietà chimiche, 60
Fermenti, 9 1 , 1 09 Galilei, G. , 1 43
la, 55, 84 Elio, 33-34, 1 00, 1 0 1
Fibra di torsione, 1 62 GDP e GTP, 92-93
- organica, 44-45 , 85hB6 Ellisse, 1 4 1 , 1 43 , 1 50
Filosofia Geologia e fisica, 1 02-1 04,
- quantistica, 85 Emoglobina, 95
- e fisica, 66-68, 83 1 07, 1 09
Ciclo respiratorio, 89 Energia
- natural e, 83 Ghiaccio, simmetria degli
Citosina, 96 - di attivazione, 9 1
Fisica atomi nel, 32-33
Cloruro di sodio, 37 - chimica, 1 1 6, 1 31 -32
- e astronomia, 99-1 02 Giove, lune di, 1 52-53
Combustione, 42 - cinetica, 42, 66, 1 1 6, 1 28-
- e biologia, 86-99 Gravitazione
Compressione di un gas, 29- 32
- e chimica, 84-86 - esperimento di Cavendish,
31 - disponibile , 1 35
- e geologia, 1 02-1 04 . 1 60-63
Conservazione dell' energia - elastica, 1 1 6, 1 30-32
- fondamentale, 52-53, 68 - come fenomeno naturale,
- di altre forme, 1 30-36 - elettrica, 1 1 6, 1 3 1-32
- introduzione, 5 1 -56 55
- cinetica, 1 28-29 - fonti di, 1 35-36 - nucleare, 55, 71-79; come · - forza di, 57
- legge della, 36, 1 1 3-1 6
- forme diverse di, 1 1 4- 1 6 fenomeno naturale, 55; - forza di, e forza elettrica,
- potenziale gravitazionale,
- e gravità, 78 nuclei, particelle e, 7 1 -79 59, 1 65-66
1 1 6-27
- gravitazionale, 1 1 6, 1 28 - prima del l 920, 56-64 - interazioni tra particelle,
Copernico, 1 40
- di massa, 1 1 6, 1 32 - e psicologia, l 04-1 06 76-77
- del moto, 1 28-29 Fluidi turbolenti, 1 08 - legge di, di Newton, 1 45-52
Decadimento beta, 78
- nucleare, 1 1 6, 1 32 Flusso turbolento, l 03 - leggi di Keplero, 1 40-43
Densità
- potenziale, 1 23; si veda an- Formula chimica, 44 - meccanismo interno, 1 63-
- onde di, 57
che Energia potenziale Forza 69
- proporzionale alla pressio-
- radiante, 1 1 6, 1 32 - elettrica non equilibrata, - e moti planetari, 1 39-40
ne (in un gas) , 30
·
208 209
Interferenza (esperimenti) e Maree, 1 50-52 Microsomi, 98 Particelle, 56-57
comportamento quantisti Martinetto a vite, 1 25-26 Miosina, 88 - di carica nulla, 75
co, 1 76-97, 198-99 Massa Molecole, 39-40 - comportamento, 64-65, 69,
Ioni, 37 - dell'elettrone, 59 - e odore, 43-44 1 74
- elementari, 74
Ipotesi atomica - energia di, 1 1 6, 1 32 - ossigeno/azoto, 34, 37
- per i gas, 28-3 1 - proporzionale alla forza di - e reazioni chimiche, 40-48 - interazioni tra, 77-78
- e ghiaccio, 31-33 gravità, 1 68-69 Momento angolare, 157 - massa a riposo, 77
- e liquidi, 34 - della Terra, 1 62-63 - conservazione del, 1 33-34 - di massa zero, 77
- della materia, 25-34 - zero, 77 Montagne, 1 03-1 04 - e nuclei, 71-79
- e reazioni chimiche, 40-48 Materia Moto - « stranezza » , 73, 75
Isotopi, 93, 1 0 1-102 - ed elettrodinamica quanti- - browniano, 47 - tipi diversi di, 57-61
stica, 69 - energia del, 1 28-29 Pasteur, L., 1 09
Keplero, leggi di, 1 40-43 - ipotesi atomica, 25-34 - leggi del, 1 43-45 Pendolo, 68, 1 28
Krebs, ciclo di, 89-92 - particelle, 57-60 - perpetuo, 1 1 7
Meccanica atomica e com Piano inclinato, 1 23-24
Muoni, 72, 77 Piante
Lavori virtuali, principio dei, portamento quantistico,
�uo86c
2 8 G I U. 2000
PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI