Sei sulla pagina 1di 3

H.

Juan Pablo Castañeda, LC La crisi delle scienze europee (§9, c-d)


22/04/16 Edmund Husserl
Seconda Parte: L’origine del contrasto moderno tra obiettivismo fisicalistico
e soggettivismo trascendentale
Contesto dell’opera
Senso della crisi:
 Fondamenti interni → Le mere scienze di fatti creano meri uomini di fatto. Deviazione delle questioni
decisive per l’umanità. Positivismo, naturalismo, obiettivismo (scientifismo).
 Perdita del suo ruolo nella cultura → Non in quanto al “mondo della natura” (Naturwelt), bensì al “mondo
della vita” (Lebenswelt) come “mondo della cultura” (Kulturwelt) [Prodotto dell’interazione del “io” e la sua “vita di
coscienza” con gli altri “io”].
Telos europeo → Filosofia: Idea di una conoscenza universale relativa alla totalità dell’essere; conoscenza che
abbraccia in sé tutte le altre scienze che orbitano attorno ad essa per la stessa causa e fine.
 Sapere totale → Processo culturale centrato nella conformazione di un “mondo di idee”, cultura di idee con
orizzonti infiniti.

§9 – La matematizzazione galileiana della natura


Rinascimento: Universo con configurazione razionale, metodo con struttura analoga → matematica.
a) Galileo: Ideale di geometria pura e applicata.
Da una concezione greca (forme sensibili in riferimento a forme geometriche ideali) a un mondo ideale
geometrico, di forme-limite, fondate nella percezione sensibile per diventare poi indipendenti.
Matematizzazione della natura: Sottomettere le intuizioni originali del mondo della vita al dominio ed universo
della matematica.
b) La natura come universo matematico
Si costituisce una natura di forme-limite, perfette e costanti. Provvede un metodo per raggiungere oggettività e
verità assolute, come lo voleva l’ideale della episteme.
Dalla matematica come prassi reale di forme empiriche, ad una prassi ideale immersa nel dominio di strutture
pure, le forme idealizzate spazio-tempo.
La “corporizzazione” delle proposizioni e teorie matematiche per il linguaggio e la scrittura.

c) Il problema della possibilità di matematizzare i «plena» «Plenum» (Fülle)→“materia”sensibile; qualità specifiche di


senso
 Perché è impossibile una matematizzazione diretta? → Non c’è esattezza.
 Che cos’è che produce l’esattezza? → Misurazione più precisa e guidata da un mondo d’idealità.
 Una forma universale del mondo, idealizzabile e dominabile.
 Forme dei plena non analoghe alle forme spazio-temporali.
 Come si rapportano queste sfere diverse? → Matematizzazione indiretta
 Il rapporto qualità sensibili – forme → Causalità universale e concreta
 Com’è possibile stabilire a priori questo rapporto causale?
 Esempio: Pratica misuratoria.
o Tematizzazione delle idealità pure → geometria pura → geometria applicata.
 Causalità: Per noi con carattere di ovvietà. Per Galileo solo matematica pura e la sua applicazione usuale.

d) Motivazione della concezione galileiana della natura


 Ci sono nessi causali tra plena – forme. Come raggiunge interesse? → Carattere di determinatezza: misurazione.
 “Matematica pura è universalmente applicabile”.
 Ipotesi generale: Trovare metodi perfezionabili per poter sviluppare tutti i metodi di misura.
 Ovvietà di una causalità esatta universale.
 Fisica in fase di scoperta → misto di istinto e metodo.
 Questo è “filosofico”? → Per Galileo: l’esperienza reale mostrava ciò che la sua anticipazione ipotetica implicava.
Nessi causali potevano venire enunciati matematicamente mediante formule.

 Arte della misurazione → Migliorare la precisione “in infinitum”.


 Non interessa il caso particolare → L’obiettivazione del mondo intuitivo ci porta a formule numeriche generali
applicabili a tutti i casi particolari.
«L’ipotesi rimane un’ipotesi, e lo rimane per sempre.»

Crisi delle scienze europee (§9, c-d)


1. RELAZIONE DEL SEMINARIO 22/04/2016.
§9 – La matematizzazione galileiana della natura
§9, a) Il problema della possibilità di matematizzare i «plena»
Se in un primo luogo analizza la matematizzazione diretta delle forme ideali, si domanda come lo si può fare per i
plena materiali. Prima di tutto dobbiamo chiarire il senso di questi “plena” di cui parta l’autore.
Nel inciso b) Husserl ci parla che «le forme empiriche reali o possibili ci sono date, dapprima nell’intuizione
empirica sensibile, soltanto come “forme” di una “materia”, di un “plenum” (Fülle) sensibile; cioè con ciò che
si rappresenta nelle cosiddette qualità specifiche di senso, calore, suono, odore e simili, e secondo peculiari
gradualità». Cioè, sono le qualità primarie dei sensi, delle quali possiamo avere esperienza.
1. Perché non si può fare una matematizzazione diretta?
Husserl ci dà la risposta: non c’è esattezza come quella riferita alle idealità, dove si può usare la matematica per
le misurazioni precise di spazio-tempo.
2. Come si arriva all’esattezza?
«Con la misurazione empirica sempre più precisa e guidata da un mondo di idealità già preliminarmente
obiettivato attraverso l’idealizzazione e la costruzione». Questo porta a Husserl a affermare che c’è soltanto una
forma universale del mondo e non due, come si penserebbe: una delle forme ideali e altra delle qualità sensibili. Ma
benché non ci sia uno sdoppiamento del mondo, le forme delle qualità sensibili non sono analoghe a quelle delle
forme spazio-temporale; hanno diversa configurazione e misurazione.
3. Come si rapportano queste due sfere?
Con una matematizzazione indiretta. Il rapporto qualità sensibile – forme sono apparentati e regolati di un modo
particolare.

 Nei corpi, le forme fattuali esigono sempre plena fattuali e viceversa.


 Dunque, esiste una causalità universale e concreta.
 Questa causalità connette i momenti, astrattamente ma non realmente separabili, di qualsiasi concreto.

4. Come stabilire a priori questo rapporto causale?


Husserl ci dice che «Non è possibile stabilire a priori che qualsiasi mutamento delle qualità specifiche dei
corpi intuitivi pensabili in un’esperienza reale o possibile, rimandi causalmente a eventi rientranti nello strato
astratto del mondo delle forme, che esso abbia, pero così dire, una controfigura nel regno delle forme come se
ogni mutamento complessivo del plenum complessivo trovasse la propria controfigura nella sfera delle forme».
Questo lo possiamo capire con un esempio: l’idealizzazione della pratica misuratoria

 L’atteggiamento teorico e la tematizzazione dell’idealità pure e le costruzioni pure diventa la geometria pura.
 La geometria pura diventa poi geometria applicata, come arte di misurazione guidata dalle idealità.
Questo tipo de causalità per noi e ovvio, che dalla esperienza pre-scientifica delle qualità sensibile si costituisce in
modo “fisicalistico” a eventi del mondo delle forme. Ma per Galileo soltanto è ovvio la matematica pura e il modo
usuale in cui veniva applicata.
5. Quindi, qual è stata la motivazione dei suoi concetti fondamentali?
§9, b) Motivazione della concezione galileiana della natura
1. Come raggiunge interesse il nesso causale plena-forme?
Ci sono molti rimandi a nessi causali facili da rilevare dell’ambito dei plena a quello delle forme [altezza del
suono con la lunghezza de la corda], ma soltanto questo fatto ha un interesse quando si arriva a un carattere di
determinatezza, che si raggiunge con la misurazione dei plena.
Il mondo concreto deve dimostrarsi matematizzabile-obiettivo, cioè misurabile e misurato. Questo porta a che «la
matematica è universalmente applicabile», nel senso diretto con le forme spazio-temporali e indiretto delle qualità
sensibili.
Questo ci porta a un’ipotesi generale: «Che un’induttività universale domina il mondo intuitivo, un’induttività
che si annuncia nell’esperienze quotidiane ma che nella sua infinità rimane nascosta». L’interesse per Galileo è
di scoprire piano piano al meno parte di questa infinità che si trova nelle esperienze quotidiane e di giungere a metodi
di grande portata e perfezionabili per poter sviluppare tutti i metodi di misura.
2. Affermazione di una causalità universale
Con questo si afferma la ovvietà di una causalità esatta universale che precede e guida tutte le causalità
particolari.
In questa causalità si centrano tutte le applicazioni dei cambiamenti a livello dei plena e delle forme: tutto ciò ha
costituito il problema della fisica in fase di scoperta (misto di istinto e metodo).
3. Questo atteggiamento è filosofico?
Una scoperta e un misto di istinto e metodo. Allora, al arrivare a questo punto del suo discorso, Husserl si
domanda se questo possa essere filosofia, nel senso di una scienza rigorosa, che ci possa servire veramente per la
conoscenza del mondo e di noi stessi. Nel caso di Galileo l’esperienza reale mostrava ciò che la sua anticipazione
ipotetica implicava: nessi causali che venivano enunciate matematicamente mediante “formule”.
4. Conclusioni
Come risultati o conclusioni di questo processo possiamo rilevare due punti:

 La pratica misurativa attuale ha sviluppato l’arte della misurazione, migliorando la sua perfezione “in
infinitum”. Cioè ogni misurazione assume il senso di un’approssimazione a un polo ideale-identico anche se
irraggiungibile.
 Già non interessa il caso di “questo corpo”, ma l’obiettivazione del mondo intuitivo ci porta a formule
numeriche generali applicabile a tutti i casi particolari
Questa ipotesi, che però per Galileo è un’ovvietà, rimarrà come un’ipotesi sempre. Allora ci chiediamo qual sarà il
valore di verità della conoscenza del mondo e dello sviluppo della scienza.

Potrebbero piacerti anche