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Il quadro normativo

• Legge 431 / 1967


• Legge 184/1983 (adozione internazionale)
• Convenzione de L’Aja del 1993 sulla
protezione dei minori e la cooperazione
internazionale
• Legge 476 del 1998
• Legge 149 del 2001

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Legge 184/1983
(adozione internazionale)
• Il provvedimento straniero era un mero
presupposto di fatto rispetto al
pronunciamento del giudice italiano (esso
solo costituiva il pronunciamento adottivo)
• Di fatto l’adozione internazionale era
lasciata al “fai da te” perché le disposizioni
di legge erano incomplete o facilmente
aggirabili
Legge 476/1998
• Centrale e obbligatoria l’intermediazione
degli enti autorizzati
• Lo stato di abbandono del minore deve
essere accertato nel Paese di origine
• Immediata e diretta efficacia dei
provvedimenti dell’autorità straniera

• Insediamento della Commissione per le


adozioni internazionali
• Pubblicazione albo enti autorizzati
Convenzione de L’Aja
(29/5/1998)
• Condizioni necessarie per procedere all’adozione
internazionale:
– L’autorità competente dello Stato di origine deve
stabilire che il minore è adottabile e che ciò è nel suo
migliore interesse
– Non vi deve essere per il minore la possibilità di essere
adottato nel proprio Paese (principio di sussidiarietà)
– Il consenso all’adozione di persone, enti, istituzioni
deve essere stato deliberatamente e senza contropartita
Legge 149 del 2001
• Riguardo all’età, secondo la legge:
- la differenza minima tra adottante e adottato è di 18 anni;
- la differenza massima tra adottanti ed adottato è di 45 anni per uno dei
coniugi, di 55 per l'altro. Tale limite può essere derogato se i coniugi
adottano due o più fratelli, ed ancora se hanno un figlio minorenne naturale
o adottivo.
• Altri requisiti
- essere in due;
- essere coniugati al momento della presentazione della dichiarazione di
disponibilità;
- provare documentalmente o per testimonianza, ove il matrimonio sia stato
contratto da meno di tre anni, la continua, stabile, perdurante convivenza
antecedentemente alla celebrazione del matrimonio per un periodo almeno
pari al complemento a 3 anni;
- non avere in corso nessun procedimento di separazione, nemmeno di
fatto.

• Infine, gli aspiranti genitori adottivi devono essere idonei ad educare ed


istruire, e in grado di mantenere i minori che intendono adottare
L’adozione in casi particolari - art. 44
44. 1. I minori possono essere adottati anche quando non ricorrono le condizioni di cui al comma 1
dell'articolo 7:
a) da persone unite al minore da vincolo di parentela fino al sesto grado o da preesistente rapporto stabile e
duraturo, quando il minore sia orfano di padre e di madre;
b) dal coniuge nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell'altro coniuge;
c) quando il minore si trovi nelle condizioni indicate dall'articolo 3, comma 1, della legge 5 febbraio 1992,
n. 104, e sia orfano di padre e di madre;
d) quando vi sia la constatata impossibilità di affidamento preadottivo.
2. L'adozione, nei casi indicati nel comma 1, è consentita anche in presenza di figli legittimi.
3. Nei casi di cui alle lettere a), c), e d) del comma 1 l'adozione è consentita, oltre che ai coniugi, anche a chi
non è coniugato. Se l'adottante è persona coniugata e non separata, l'adozione può essere tuttavia disposta
solo a seguito di richiesta da parte di entrambi i coniugi.
4. Nei casi di cui alle lettere a) e d) del comma 1 l'età dell'adottante deve superare di almeno diciotto anni
quella di coloro che egli intende adottare (51).

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L’adozione in casi particolari - art. 44
L'adozione in casi particolari è disciplinata dall'art. 44 della legge n. 184/83 così come sostituito dalla legge
n. 149/2001, e tutela, nelle prime due lettere, il rapporto che si crea nel momento in cui il minore viene
inserito in un nucleo familiare con cui in precedenza ha già sviluppato legami affettivi, mentre nelle altre due,
i minori che si trovino in particolari situazioni di disagio.
Le ipotesi in cui si può far ricorso a questo tipo di istituto sono tassativamente previste dalla legge e di
norma, tranne alcune eccezioni, l'adottato antepone al proprio il cognome dell'adottante.
Presupposto fondamentale è che i genitori dell'adottando prestino il proprio assenso, qualora siano in
condizioni tali da fornirlo.
• I casi contemplati prevedono tale opportunità per:
• persone unite al minore da parentela fino al sesto grado, ovvero da un rapporto stabile e duraturo quando il
minore sia orfano di padre e di madre;
• il coniuge nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell'altro coniuge;
• i minori che si trovino nelle condizioni indicate dall'art. 3 della legge n. 104/92, e siano orfani di entrambe i
genitori;
• constatata impossibilità di affidamento preadottivo.
• Nei casi di cui ai numeri 1, 3 e 4 l'adozione è consentita oltre che ai coniugi anche a chi non sia coniugato
(anche single).
• I legami con la famiglia di origine permangono e in tale tipo di adozione gli adottandi non acquistano alcun
diritto su eventuali beni del minore adottato. Il minore, invece, è equiparato ai figli legittimi e concorre come
ogni altro figlio nella divisione ereditaria dei beni degli adottanti.
Va, infine, precisato che a differenza dell'adozione ordinaria l'adozione in casi particolari può, nei casi
previsti dalla legge, essere revocata.
• La domanda dovrà essere presentata presso la cancelleria del tribunale per i minorenni con l’indicazione
del minore del quale si chiede l’adozione ed i motivi.
La procedura è esente dal pagamento di qualsiasi diritto o imposta.
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Procedura
• Dichiarazione di disponibilità all’adozione TM (può essere
preceduta o seguita da una corso informativo )
• Indagine psicosociale (serv. territoriali) (AS e Psicologo:
dipende dai protoccoli regionali)
• Invio della relazione psicosociale al TM
• Dichiarazione di idoneità (possibilità di ricorso in appello)
• Conferimento incarico ad un EA (entro un anno)
• Attesa: percorsi formativi (serv. Terr e/o EA)
• Invio dossier coppia al Paese, invio proposta all’EA,
abbinamento
• Viaggio
• sostegno/controllo dei serv. territoriali
• Relazioni al Paese di origine (EA)
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