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Costruzione della storia

dell’adozione
Legge 149/2001
Art. 24.
1. L’articolo 28 della legge n. 184 è sostituito dal seguente:
«Art. 28.
1. Il minore adottato è informato di tale sua condizione ed i genitori adottivi vi provvedono
nei modi e termini che essi ritengono più opportuni.
Brodzinsky, 2014
Raccontare l’adozione
È un processo, non un episodio
È un dialogo con il figlio, non un racconto
Raccontare precocemente ha dei vantaggi rispetto a raccontare in modo
tardivo
Incominciare la storia dell’adozione con la nascita, non con l’adozione
Valorizzare e normalizzare le curiosità, le domande, emozioni legate
all’adozione, ai genitori di nascita , alla cultura di appartenenza
Evitare giudizi negativi legati ai genitori di nascita
L’apertura comunicativa non elimina la perdita
L’uccellino che era nato su un gelso crebbe felice sul la spiaggia. I genitori gli raccontarono la storia della sua madre
naturale e del temporale e del nido distrutto. Gli raccontarono anche con quanta fatica Mamma Uccello avesse provato a
costruire un altro nido e a pro- curargli tutto ciò di cui aveva bisogno. Uccellino venne a sapere di Gufo e del lungo viaggio
dall’albero di gelso fino alla spiaggia. Imparò che vivere con la sua nuova famiglia significava essere adottato.
Il più delle volte, se pensava alla sua adozione, era felice. Qualche volta, però, quando era solo, si sentiva triste. Pensava
alla sua vera mamma. Provava a immaginarla sul suo gelso e si chiedeva se avesse mai sentito la sua mancanza.
Altre volte era disorientato e arrabbiato. In quei giorni confusi avrebbe voluto che le sue piume assomigliassero di più a
quelle dei genitori. Si chiedeva come un temporale potesse essere tanto violento da spingere la sua mamma naturale ad
affidarlo a un’altra famiglia, e avrebbe voluto chiederle perché non l’aveva tenuto con sé, sul gelso.

Quando era triste, arrabbiato o disorientato, i suoi genitori lo aiutavano. Sapevano che era difficile, per lui, comprendere le
ragioni dell’adozione, ma che avrebbe dovuto accettarle.
Crescendo, Uccellino imparò a riconoscere il richiamo degli uccelli di mare, a catturare i pesciolini argen- tati che
affioravano sulla schiuma e a costruire con l’erba e la lanugine un nido solido e nascosto. I suoi geni- tori gli insegnavano a
fuggire i pericoli e a cavarsela da solo. Gli insegnavano canti nuovi e lo portavano nei suoi luoghi preferiti, sulle dune.
D’inverno, la famiglia migrava insieme ad altri uccelli verso luoghi più caldi; poi, all’arrivo della primavera, tornavano alla
spiaggia e costruivano nidi nuovi. L’uccellino amava il ritmo del- la vita insieme e, col passare degli anni, diventò più for- te
e sicuro di sé.
Essere adottato, decise, significava avere due famiglie – una lontana lontana, mai dimenticata, e quella che lo salutava al
risveglio, i genitori che lo circondavano con il caldo battito dei corpi piumati e il coro rumoroso del loro canto.
Accesso alle origini

La recente normativa italiana (Legge 149/2001, art. 28) disciplina, tra l’altro,
l’accesso alle informazioni sull’origine biologica e prevede per il figlio
adottato, al raggiungimento dell’età di 25 anni, la possibilità di richiedere al
Tribunale per i minorenni l’accesso ai dati relativi all’identità dei genitori
naturali. Il Tribunale può autorizzare la richiesta – dopo aver assunto
informazioni di carattere psico-sociale e proceduto all’audizione «delle
persone di cui ritiene opportuno l’ascolto» – a condizione che il figlio sia stato
riconosciuto dalla madre naturale e purché anche uno solo dei genitori
naturali non abbia dichiarato di voler rimanere anonimo.
Legge 149/2001
5. L’adottato, raggiunta l’età di venticinque anni, può accedere a informazioni che riguardano la sua origine e l’identità dei propri

genitori biologici. Può farlo anche raggiunta la maggiore età, se sussistono gravi e comprovati motivi attinenti alla sua salute psico-

fisica. L’istanza deve essere presentata al tribunale per i minorenni del luogo di residenza.

6. Il tribunale per i minorenni procede all’audizione delle persone di cui ritenga opportuno l’ascolto; assume tutte le informazioni di

carattere sociale e psicologico, al fine di valutare che l’accesso alle notizie di cui al comma 5 non comporti grave turbamento

all’equilibrio psico-fisico del richiedente. Definita l’istruttoria, il tribunale per i minorenni autorizza con decreto l’accesso alle notizie

richieste.

7. L’accesso alle informazioni non è consentito se l’adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora

anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all’adozione a

condizione di rimanere anonimo.


La ricerca delle origini è un processo intra psichico
La ricerca è un processo interpersonale familiare
La ricerca di informazioni al di là della famiglia
La ricerca di membri della famiglia di origine

Cercare è qualcosa di universale. Tutti gli adottati cercano. E’ una parte della ricerca del sé. Comunque
c’è un elevato grado di variabilità nel modo in cui gli adottati proseguono in questa ricerca.

La maggioranza degli adottati manifesta un interesse nella ricerca della famiglia di origine, ma solo una
minoranza di fatto cerca di avere contatti con essi.

Il mettere in atto la ricerca della famiglia di origine è in aumento.


 La motivazione della ricerca è molto variabile – non c’è una unica ragione
sottostante il bisogno di cercare.

-- la curiosità
-- trovare qualcuno che mi assomigli
-- cercare di capire da dove provengono alcune capacità e alcuni tratti
-- avere informazioni sul piano medico e sanitario
-- fondamentalmente, comunque, la ricerca è legata al tentativo di capire se stessi; oggi
è considerata dalla maggior parte dei professionisti dell’adozione come una parte
normale dello sviluppo dell’identità.

 La ricerca delle origini non è per trovare nuovi genitori o fratelli, per sostituire i
membri della famiglia adottiva. Ma è per avere contatti e facendo così ottenere e
migliorare la comprensione di se stessi.
«La vorrei conoscere per specchiarmi e riflettermi nel suo volto, perché ho molto sofferto quando
altri mi facevano notare la mia diversità dai miei genitori adottivi. Ho bisogno di colmare questo
vuoto della mia esistenza e di scoprire i motivi che hanno indotto la mia genitrice ad
abbandonarmi. Non ho motivi per pretendere da lei nulla tranne che di essere riconosciuta,
appartenuta, amata, desiderata da qualcuno nel primo periodo della mia età.”

“La motivazione che mi spinge a fare questa ricerca è solo dare un volto a dei fantasmi della mia
vita; non ci sono altri motivi di ordine medico o altro.”

“Ho presentato istanza per conoscere le mie origini, perché ne sento il bisogno, come una
esigenza intensa. Manca un pezzo della mia identità.”

“Avere maggiori notizie sulle mie origini e sulla mia madre naturale sarebbe per me un modo
per riappropriarmi di alcuni significati importanti della mia vita; sento di avere bisogno di
trovare un punto di partenza per poter poi continuare la mia vita. (…) Al di là della necessità di
sapere se ci sono aspetti medici rilevanti che è opportuno che io conosca, il mio bisogno di
conoscenza è dettato da un bisogno profondo di ricomporre tutti i pezzi della mia vita.”

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