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1 Generalità
diametrali, tre bobine aventi rispettivamente , , spire e disposte in maniera che, percorrendole dai terminali
Si consideri un supporto cilindrico (armatura) (figura 1) alla cui periferia siano collocate, in corrispondenza dei piani
iniziali 1p, 2p, 3p ai terminali finali 1f, 2f, 3f risultino avvolte, rispetto all’armatura, tutte nello stesso senso.
Se l’armatura ruota con velocità angolare costante in un campo magnetico costante nel tempo e con distribuzione
spaziale qualsiasi, si generano nelle bobine tre f.e.m., di tipo mozionale, periodiche che hanno tutte lo stesso periodo,
la stessa forma d’onda e risultano sfasate nel tempo, l’una rispetto all’altra, di un angolo pari all’angolo di sfasamento
spaziale fra gli assi delle bobine cablate sull’armatura.
Figura 1
Se invece l’armatura ruota con velocità angolare costante in un campo costante nel tempo ed avente distribuzione
spaziale uniforme, le f.e.m. indotte sono sinusoidali isofrequenziali e risultano sfasate nel tempo, l’una rispetto
all’altra, di un angolo pari all’angolo di sfasamento spaziale fra gli assi delle bobine cablate sull’armatura
Se poi le bobine disposte alla periferia del cilindro rotante con velocità angolare costante in un campo magnetico
costante nel tempo e con distribuzione spaziale uniforme, hanno tutte lo stesso numero di spire e sono collocate in
corrispondenza dei piani diametrali e formano tra loro angoli uguali, quindi con gli assi sfasati nello spazio a 120° l’uno
dall’altro (figura 2), allora le f.e.m. generate sono sinusoidali isofrequenziali, di uguale ampiezza e si susseguono nel
senso ciclico prestabilito con uguale differenza di fase reciproca.
120°
240°
0°
12
Figura 2
Ciascuna tensione prende il nome di fase. E’ chiaro che le fasi si succedono, nel tempo, come indicato in figura 2,
finché il senso di rotazione del cilindro continua ad essere quello indicato. Se invece il senso di rotazione venisse
invertito, mantenendo costante il valore della velocità, anche i rapporti di fase delle singole f.e.m. indotte risulterebbero
invertiti. Quindi, una volta fissato l’ordine di successione delle fasi e quindi delle rispettive f.e.m., chiameremo senso
ciclico diretto quello per il quale le tensioni si susseguono nell’ordine prestabilito; chiameremo senso ciclico inverso,
quello per il quale l’ordine di successione risulta inverso. Usualmente si adotta come senso ciclico diretto, quello
orario.
= sin
2
= sin −
3
4
= sin −
3
Nella rappresentazione simbolica, in forma esponenziale e in forma canonica, le tensioni sono espresse da:
= =
= − − "
√
=
= = − + "
√
√3
2
√3
2
√3
2
√3
2
Le terne simmetriche di tensioni sono, ovviamente pure, cioè godono della proprietà che la somma dei tre vettori
istantanei è nulla ad ogni istante.
I tipi fondamentali di collegamento interfasico fra le tensioni, usati nella tecnica, sono due: il collegamento a stella ed
il collegamento a triangolo (figura 3).
Esaminando i collegamenti interfasici, si rileva che le tensioni fra i morsetti di un sistema trifase possono coincidere, o
Chiameremo pertanto tensioni di fase $% le tensioni esistenti fra i terminali di ciascuna fase e tensioni di linea $& o
no, con le tensioni ai terminali delle fasi, a seconda del tipo di collegamento.
tensioni concatenate le tensioni fra due morsetti consecutivi del sistema trifase.
Figura 3
collegamento a stella le tensioni di linea hanno intensità uguale a quella delle tensioni di fase moltiplicata per √3 e sono
Se il sistema delle tensioni è simmetrico, dalla figura 4 si deduce, con banali considerazioni geometriche, che nel
'
in anticipo di rispetto ad esse.
30°
30°
90°
60°
= −
+ +
****
1) = ****
)2 =
2
√3
****
1) = cos =
6 2
√3
+ **** = 2
+ = 2/1) = √3
2
= √3 '
Figura 4
Può concludersi pertanto che nei sistemi simmetrici collegati a triangolo, le tensioni di linea si identificano con le
ruotando solidalmente la stella dei vettori in anticipo di e moltiplicandone la lunghezza per √3.
tensioni di fase; in quelli collegati a stella, la terna delle tensioni di linea si deduce dalla terna delle tensioni di fase
'
E’ quasi superfluo rilevare che la terna delle tensioni di linea è sempre una terna pura (poligonale chiusa).
Figura 5
0 = 0 = 0 =
1̅ 1̅ 1̅
che risultano legate fra loro dalle relazioni costanti che dipendono, ovviamente, dalle relazioni esistenti fra le tensioni e
dai parametri degli stessi circuiti. Un sistema di correnti, come quelle che percorrono i circuiti considerati, legate tra
loro da relazioni costanti di ampiezza e di fase, si dice sistema trifase di correnti. Il complesso delle impedenze che,
alimentato da un sistema trifase di tensioni, è percorso da un sistema trifase di correnti, si dice carico trifase. I singoli
rami contenenti le impedenze si dicono fasi del carico.
Quando il sistema delle tensioni è simmetrico e le impedenze delle fasi sono uguali tra di loro (carico equilibrato), le
correnti generate hanno uguale ampiezza, uguale differenza di fase rispetto alla tensione che le genera e, di
conseguenza, uguale differenza di fase tra loro (figura 6).
8 = 0 sin9 − :; 0 =0 9=> ?;
1̅ = 3 + 4
8 = 0 sin −:− " 0 =0 => ? "
0 =
56
Figura 6
Un sistema di correnti come questo, le cui correnti sono sinusoidali isofrequenziali di uguale ampiezza, sfasate tra loro
di 120° in senso ciclico diretto (orario), si dice sistema trifase equilibrato di correnti.
E’ immediato rilevare che anche per i sistemi equilibrati di correnti vale la proprietà fondamentale, già vista per i
sistemi simmetrici di tensione, in virtù della quale la somma dei valori istantanei delle correnti è nulla ad ogni istante
ed è quindi nulla anche la somma geometrica dei vettori rappresentativi di esse.
Chiameremo pertanto correnti di fase @% le correnti che percorrono le singole fasi e correnti di linea @& quelle che
percorrono i conduttori della linea di collegamento fra il sistema generatore ed il carico (non considerando l’eventuale
conduttore di collegamento fra i neutri).
Figura 7
La figura 7 mostra che nel collegamento a stella le correnti di linea si identificano con le correnti di fase; nel
collegamento a triangolo, invece, le correnti di linea sono uguali alla differenza fra due consecutive correnti di fase.
collegamento a triangolo le correnti di linea hanno intensità uguale a quella delle correnti di fase moltiplicata per √3 e
Se il sistema delle correnti è equilibrato, dalla figura 8 si deduce, con banali considerazioni geometriche, che nel
'
sono in ritardo di rispetto ad esse.
30°
30°
90°
60°
0A = 0 − 0
+0A +
****
1) = ****
)3 =
2
√3
****
1) = 0 cos =0
6 2
√3
**** = 20
+0A + = 2/1) = √30
2
0A = √30 '
Figura 8
Anche per i sistemi equilibrati di correnti, le correnti di linea costituiscono un sistema puro ed i vettori rappresentativi
di tali correnti formano una stella regolare.
Sistemi simmetrici ed equilibrati, nei quali si ha la simmetria delle tensioni e l’equilibrio nelle correnti. Essi si
realizzano alimentando un carico trifase equilibrato mediante un sistema simmetrico di tensioni.
Sistemi simmetrici e squilibrati, nei quali si ha la simmetria delle tensioni ma non l’equilibrio nelle correnti.
Essi si realizzano alimentando un carico trifase squilibrato mediante un sistema simmetrico di tensioni.
Sistemi dissimmetrici ed equilibrati, nei quali non si ha la simmetria delle tensioni ma l’equilibrio nelle
correnti. Essi si realizzano in casi molto particolari, infatti le impedenze del carico devono avere proprio quei
particolari valori per i quali le correnti prodotte da quelle determinate tensioni, si dispongono secondo una
stella regolare.
Sistemi dissimmetrici e squilibrati, nei quali non si ha né la simmetria delle tensioni né l’equilibrio nelle
correnti. Essi si realizzano alimentando un carico trifase squilibrato mediante un sistema dissimmetrico di
tensioni.
Quando mediante un sistema trifase di tensioni, si alimenta un carico trifase, il regime elettrico che si stabilisce nel
sistema è diverso a seconda del collegamento interfasico adottato per il sistema generatore e del tipo di interconnessione
adottata per il carico. Le varie combinazioni che possono verificarsi sono quattro:
Collegamento Interconnessione
interfasico delle del carico
tensioni
1) Stella Stella
2) Stella Triangolo
3) Triangolo Stella
4) Triangolo Triangolo
Conviene comunque, ai fini del calcolo del circuito, ricondurre ognuna delle quattro combinazioni alla prima o
all’ultima di esse.
Per i sistemi simmetrici ed equilibrati, il calcolo è particolarmente agevole per la combinazione stella-stella, che si
assume perciò come sistema tipico di tali sistemi.
Figura 9
Se tutti i conduttori di ritorno sono ora riuniti fra loro in uno stesso conduttore (figura 9b), si ottiene un sistema trifase
stella-stella, nel quale i morsetti delle fasi del generatore risultano collegati, mediante tre conduttori di linea, ai morsetti
delle fasi del carico ed il neutro del generatore risulta collegato al centro stella del carico mediante un quarto conduttore
che chiameremo conduttore neutro. Nel neutro vengono quindi convogliate tutte le correnti del sistema trifase; poiché
esse costituiscono un sistema equilibrato e, di conseguenza, la loro somma è in ogni istante nulla, il conduttore neutro
risulta percorso da una corrente identicamente nulla e può quindi essere soppresso senza che niente muti nel regime
elettrico del sistema. Si rileva quindi che la d.d.p. fra il punto neutro del sistema generatore ed il centro stella del carico
è anch’essa identicamente nulla.
Quest’ultima affermazione può anche essere constatata applicando Millmann tra On ed Os:
1
1̅ + 1̅ + 1̅ 1 ̅F + + G
=E = =
BC BD
1 1 1 3
+ +
1̅ 1̅ 1̅ 1̅
Ed essendo la terna delle tensioni una terna simmetrica e quindi pura, si ottiene:
1
1̅ + 1̅ + 1̅ 1 ̅F + + G
=E = = =0
BC BD 1 1 1 3
+ +
1̅ 1̅ 1̅ 1̅
Quando il sistema è simmetrico ed equilibrato, i tre circuiti monofase indipendenti che nel loro complesso sono
equivalenti al sistema trifase, sono tutti uguali tra loro; quindi lo studio del regime del sistema trifase può ricondursi a
quello di uno solo di essi. Pertanto il calcolo di un sistema trifase simmetrico ed equilibrato può essere effettuato
limitandoci ad eseguire il calcolo di un circuito monofase (figura 9c) così costituito:
Applicando tale principio, ogni corrente 0I del sistema trifase può dedursi immediatamente dalla rispettiva tensione
dividendola per l’impedenza.
0 = = = ?
=0 ?
1̅ 1 ? 1
E poiché il sistema è equilibrato, otteniamo le altre correnti ruotando in ritardo 0 di 120° ed ancora di ulteriori 120°
0 =0 ?
0 =0 "
<
0 =0 "
Il calcolo dei sistemi simmetrici ed equilibrati con collegamento interfasico a triangolo del sistema generatore, può
essere ricondotto a quello con collegamento a stella, introducendo il concetto di tensioni stellate.
Dati i tre conduttori di linea di un sistema trifase e le relative tensioni concatenate , , , chiameremo baricentro
elettrico del sistema, il punto Ob ottenuto unendo a stella tre impedenze uguali collegate ai conduttori di linea (figura
10).
Figura 10
La definizione del baricentro elettrico, essendo riferita unicamente ai conduttori di linea, prescinde completamente dal
collegamento interfasico del generatore. E’ evidente inoltre che in ogni sistema simmetrico ed equilibrato il baricentro
Ob corrisponde al punto neutro On del generatore (nel senso che la d.d.p. fra i due è identicamente nulla) quando questo
Chiameremo poi tensioni stellate baricentriche J , J , J le tre tensioni esistenti fra ciascun conduttore di linea ed il
è connesso a stella e corrisponde altresì al centro stella di ogni carico equilibrato a stella connesso alla linea stessa.
baricentro. E’ superfluo notare anche che il baricentro elettrico del sistema coincide con il baricentro geometrico del
triangolo i cui lati sono i vettori concatenati (tensioni di linea) della terna simmetrica di tensioni. Da quanto già detto, è
chiaro che:
1
= '
√3
J
1
= '
√3
J
1
= '
√3
J
La figura 11 riassume sinteticamente il calcolo di un sistema trifase simmetrico ed equilibrato in tutti i casi possibili.
= sin 8 = 0 sin9 − :;
= sin − " 8 = 0 sin −:− "
= sin − " 8 = 0 sin −:− "
< <
Sommando quindi membro a membro le precedenti equazioni, otteniamo la potenza istantanea per il sistema trifase
simmetrico ed equilibrato:
K = K + K + K = 0 cos : − 0 cos92 − :; +
4
0 cos : − 0 cos 2 −:− +
3
8
0 cos : − 0 cos 2 −:−
3
Essendo le tre potenze fluttuanti tre sinusoidi di uguale ampiezza e sfasate tra loro di 120°, si ha che la loro somma è
uguale a zero, di conseguenza:
K = 3 0 cos :
Ricordando che V e I sono i valori efficaci delle grandezze di fase (collegamento stella-stella), possiamo scrivere:
K = 3 W 0W cos :
uguale al triplo del prodotto dei valori efficaci della tensione di fase W e della corrente di fase 0W , moltiplicato per il
Per questo possiamo affermare che in un sistema trifase simmetrico ed equilibrato la potenza istantanea è costante ed è
coseno dell’angolo di fase : tra W e 0W (angolo caratteristico delle impedenze del carico).
Questo vuol dire anche che la potenza fluttuante complessiva è nulla (attenzione che la potenza fluttuante in ogni fase
non è nulla), quindi rilevare che in un sistema trifase la potenza fluttuante complessiva è nulla garantisce che il sistema
sia simmetrico ed equilibrato.
Rammentando ora che la potenza attiva è definita come il valor medio della potenza istantanea, possiamo affermare che
la potenza attiva trifase è:
X = 3 W 0W cos :
Che, ovviamente, coincide con la somma delle potenze attive messe in gioco da ciascuna fase.
Analogamente la potenza reattiva trifase è la somma delle potenze reattive messe in gioco da ciascuna fase, per cui:
Y = 3 W 0W sin :
Usualmente, però, la potenza di un sistema trifase viene espressa in termini di grandezze di linea e quindi, tenendo
presente che:
0Z = 0W Z = √3 W
0Z = √30W = W
nel collegamento a stella
nel collegamento a triangolo Z
si ottiene:
X = √3 Z 0Z cos :
Y = √3 Z 0Z sin :
linea ( Z , 0Z ), sia grandezze di fase (:); infatti : è lo sfasamento tra il vettore tensione di fase ed il vettore corrente di
E’ importante evidenziare che le due formule precedenti sono formule “ibride” poiché contengono sia grandezza di
fase.
] = ^X + Y = √3 Z 0Z
Inoltre, utilizzando il teorema di Boucherot, definiamo potenza complessa di un sistema trifase simmetrico ed
equilibrato:
]̅ = 3 W /0_W = ] ?
Il fattore di potenza, definito come rapporto tra potenza attiva e potenza apparente, nel sistema trifase simmetrico ed
equilibrato sarà:
X √3 Z 0Z cos :
`. b. K. = = = cos :
] √3 Z 0Z
Possiamo quindi affermare che nei sistemi trifase simmetrici ed equilibrati il fattore di potenza coincide, come per i
sistemi monofase, con il coseno dell’angolo caratteristico delle impedenze del carico.
Comunque è bene fin d’ora definire il fattore di potenza di un sistema trifase come il coseno dell’angolo di cui va
ruotata la stella dei vettori delle correnti, rispetto a quella delle tensioni, affinché l’espressione della potenza attiva del
sistema assuma il massimo valore possibile.
X = X +X +X
Y = Y +Y +Y
per cui le potenze trifase si possono misurare facendo la somma delle potenza misurate in ciascuna delle fasi.
Nel caso di sistemi trifase simmetrici ed equilibrati è sufficiente la misura delle potenze di una sola fase per dedurre,
moltiplicando per tre, le potenze trifase:
X = 3 W 0W cos :
Y = 3 W 0W sin :
Se però la misura deve essere eseguita in base alle sole grandezze di linea prescindendo dal generatore e dal carico, si
costruisce, con tre impedenze uguali, un baricentro Ob del sistema e si inserisce un wattmetro in modo che la bobina
amperometrica sia percorsa dalla corrente di uno dei conduttori della linea e che alla bobina voltmetrica sia applicata la
tensione baricentrica tra lo stesso conduttore ed il baricentro Ob.
E’ facile vedere (figura 12) che, qualunque sia il collegamento interfasico dei generatori, l’indicazione del wattmetro è:
c= W 0W cos :
X = 3c
Per determinare poi la potenza reattiva trifase, basta misurare la tensione e la corrente di linea, con voltmetro e
amperometro, ricavare la potenza apparente:
] = √3 Z 0Z
e dedurre Q come:
Y = ^] − X
= =
d
e
J W J √ W
0Z = 0W 0Z = √30W
d
e
perciò perciò
J = W J = W
√
0Z = 0W 0Z = √30W
f0 = f0 = : f0 = f0 = :
J Z W W J Z W W
quindi quindi
c= f = f =
J 0Z cos J 0Z W 0W cos : = c= J 0Z cos J 0Z W √30W cos : = W 0W cos : =
g g
√
In definitiva
X = 3c ] = √3 Z 0Z Y = √] − X
L'indicazione dei due wattmetri, per un sistema simmetrico nelle tensioni ed equilibrato nel carico, vale:
ch = V ∙ 0Z = Vk 0Z URl m
cn = V ∙ 0Z = Vk 0Z cos o
essendo m e o gli sfasamenti fra i vettori rappresentativi delle tensioni e delle correnti che interessano le bobine dei due
wattmetri e rispettivamente pari a m = : − , o = : + , come si può dedurre osservando il diagramma vettoriale
' '
riportato sotto e facente riferimento al caso di un carico ohmico-induttivo (correnti di linea in ritardo dell'angolo :
rispetto alle corrispondenti tensioni stellate).
√3 1
ch = ∙ 0 = Vk 0Z cos m = Vk 0Z cos : − " = Vk 0Z cos : cos + sin : sin " = Vk 0Z cos : + Vk 0Z sin :
6 6 6 2 2
√3 1
cn = ∙ 0 = Z 0Z cos o = Vk 0Z cos : + " = Vk 0Z cos : cos − sin : sin " = Vk 0Z cos : − Vk 0Z sin :
6 6 6 2 2
√3 1 √3 1
ch + cn = Vk 0Z cos : + Vk 0Z sin : + Vk 0Z cos : − Vk 0Z sin : = √3Vk 0Z cos : = X
2 2 2 2
√3 1 √3 1 Y
ch − cn = Vk 0Z cos : + Vk 0Z sin : − Vk 0Z cos : + Vk 0Z sin : = Vk 0Z sin : =
2 2 2 2 √3
linea, la loro differenza, moltiplicata per √3, è uguale alla potenza reattiva trifase.
Cioè, la somma delle indicazioni dei wattmetri, inseriti in Aron, è uguale alla potenza attiva trifase che fluisce nella
X = ch + cn
Y = √39ch − cJ ;
√3 1
p3h = ⋀0 = Vk 0Z l8Q m = Vk0Z sin : − " = Vk 0Z sin : cos − cos : sin " = Vk 0Z sin : − Vk 0Z cos :
6 6 6 2 2
√3 1
p3n = ⋀0 = Z 0Z cos o = Vk 0Z sin : + " = Vk 0Z sin : cos + cos : sin " = Vk 0Z sin : + Vk0Z cos :
6 6 6 2 2
√3 1 √3 1
p3h + p3n = Vk 0Z sin : − Vk 0Z cos : + Vk 0Z sin : + Vk 0Z cos : = √3Vk 0Z sin : = Y
2 2 2 2
√3 1 √3 1 X
p3h − p3n = Vk 0Z sin : − Vk 0Z cos : − Vk 0Z sin : − Vk 0Z cos : = −Vk 0Z cos : = −
2 2 2 2 √3
linea, la loro differenza, moltiplicata per √3 e cambiata di segno, è uguale alla potenza attiva trifase.
Cioè, la somma delle indicazioni dei varmetri, inseriti in Aron, è uguale alla potenza reattiva trifase che fluisce nella
Y = p3h + p3n
X = −√39 p3h − p3J ;
E’ possibile, chiaramente solo ai fini del calcolo, calcolare la potenza complessa trifase immaginando di inserire in
Aron due “vacmetri”, strumenti questi che chiaramente sono inventati, per cui
]h̅ = ∙ 0_
]n̅ = ∙ 0_
e, infine:
]̅ = ]h̅ + ]n̅
Immaginiamo di disporre tre bobine identiche, cioè di uguale materiale, uguale lunghezza ed ugual numero di spire N,
in una posizione fissa nello spazio, nella quale i loro assi siano complanari e formino tra di loro angoli di 120° l’uno
rispetto all’altro (figura 14) e supponiamo di alimentarle con una terna simmetrica di tensioni. Essendo quindi le bobine
un carico equilibrato, le stesse saranno percorse da un terna equilibrata di correnti.
H
H
Figura 14
Se il mezzo è isotropo e la sua permeabilità magnetica è costante, le bobine generano tre campi magnetici che, nella
zona centrale di esse, hanno una direzione coincidente con quella dell’asse delle rispettive bobine ed una intensità
variabile nel tempo con la medesima legge sinusoidale delle correnti che li producono:
r 9 ; = r sin
2
r 9 ; = r sin −
3
4
r 9 ; = r sin −
3
stuvw 9 ; è ovviamente, istante per istante, la somma geometrica dei tre vettori r
Il campo risultante r st 9 ;, r
st 9 ;, r
st 9 ;:
stuvw 9 ; = r
r st 9 ; + r
st 9 ; + r
st 9 ;
Riferendoci al piano di Gauss coincidente con il piano degli assi delle bobine (figura 15) abbiamo:
H
H
√ √
H
H
H H
Figura 15
√3 r 9 ;+r 9 ;
stuvw 9 ; =
r Lr 9 ; − r 9 ;M + x − r 9 ;y
2 2
Ed essendo:
r 9 ; = r sin
2 2 2 1 √3
r 9 ; = r sin − = r Nsin cos − − cos sin − O = r z− sin − cos {
3 3 3 2 2
4 4 4 1 √3
r 9 ; = sin − = r Nsin cos − − cos sin − O = r z− sin + cos {
3 3 3 2 2
Avremo:
1 √3 1 √3
r 9 ; − r 9 ; = r z− sin + cos { − r z− sin − cos { = √3r cos
2 2 2 2
1 √3 1 √3
r 9 ; + r 9 ; = r z− sin + cos { + r z− sin − cos { = −r sin
2 2 2 2
Per cui:
√3 r 9 ;+r 9 ;
stuvw 9 ; =
r Lr 9 ; − r 9 ;M + x − r 9 ;y
2 2
√3 1 3 3 3
= √3r cos + − r sin − r sin = r cos − r sin = r =>
2 2 2 2 2
In definitiva abbiamo ottenuto che il campo risultante r stuvw 9 ; ha un’intensità costante nel tempo pari ad una volta e
mezzo il campo massimo r prodotto da ciascuna bobina ed una direzione che ruota nello spazio, rispetto al sistema
che lo genera, a velocità costante , pari alla pulsazione delle correnti; quindi questo campo compie un giro completo
ogni ciclo della corrente. Il senso di rotazione del campo è concorde al senso ciclico delle correnti che lo generano.
r|Z> 9 ; = r sin
H H
H H
Figura 16
Consideriamo poi due campi magnetici di intensità costante nel tempo, pari ad r , e direzione rotante nello spazio a
chiamiamo componente diretto r st} 9 ; il campo che ruota in senso orario e componente inverso r
stv 9 ; quello che ruota in
velocità angolare costante, uguale alla pulsazione ; i sensi di rotazione dei due campi siano fra loro opposti e
senso opposto.
Se rst} 9 ; ed r
stv 9 ; all’istante zero hanno direzione perpendicolare alla direzione di r|Z> e senso l’uno opposto all’altro,
è chiaro che ad ogni istante la loro posizione è sempre simmetrica rispetto alla direzione del campo alternativo e, quindi,
la loro risultante ha sempre la stessa direzione di tale campo ed una intensità identicamente uguale all’intensità di esso:
st
r
stuvw 9 ; = r
r st} + r
stv = 2 sin st|Z> 9 ;
=r
2
Possiamo quindi concludere che un campo alternativo è equivalente a due campi rotanti in senso opposto, con velocità
angolare uguale alla pulsazione del campo alternativo ed aventi una intensità costante uguale alla metà del valore
massimo del campo alternativo stesso.
= sin9 +~ +: ;
= sin9 +~ +: ;
= sin9 +~ +: ;
Figura 17
Molte reti di distribuzione in BT hanno una configurazione formata da un sistema generatore connesso a stella (figura
18a), il quale alimenta i vari carichi mediante una linea di collegamento costituita da quattro conduttori, tre partono dai
morsetti delle fasi ed il quarto dal centro stella (morsetto del neutro). Questa configurazione caratterizza il sistema che
chiameremo sistema trifase a quattro fili.
0Z + 0Z + 0Z + 0• = 0
0Z + 0Z + 0Z =
0Z + 0Z + 0Z = 0
= F0W − 0W G + F0W − 0W G + F0W − 0W G = 0
b) Sistema a tre fili
Figura 18
0W = 0Z = 0W − 0W = −
5€ 5€ 5€
7*€ 7*€ 7*
0Z + 0Z + 0Z = 0
0W = 0Z = 0W − 0W = −
5 5 5€
+ + =0 7* 7* 7*€
0W = 0Z = 0W − 0W = −
5€ 5€ 5
7* 7* 7*
Figura 19
Infatti, note le tensioni concatenate della linea , , , si calcolano immediatamente le correnti nelle fasi del
carico.
0W = = ?€
1̅ 1
0W = = ?
1̅ 1
0W = = ?
1̅ 1
dove : , : , : sono gli angoli caratteristici delle impedenze del carico. Sottraendo poi a due a due queste correnti, si
ottengono le correnti di linea:
0Z = 0W − 0W = −
1̅ 1̅
0Z = 0W − 0W = −
1̅ 1̅
0Z = 0W − 0W = −
1̅ 1̅
1̅ 1̅
1̅ =
1•̅
1̅ 1̅ 1
1̅ = 1•̅ = 91;
1• ̅ 1 1 1
+ +
1̅ 1̅ 1̅ 1̅ 1̅
1̅ =
1•̅
1̅ 1̅
1̅ =
1w̅
1̅ 1̅
1̅ = 1w̅ = 1̅ + 1̅ + 1̅ 92;
1w̅
1̅ 1̅
1̅ =
1w̅
Figura 20
Fatta quindi l’equivalenza stella triangolo, si calcolano le correnti di fase del triangolo:
0 =
1̅
0 =
1̅
0 =
1̅
E facendo la differenza a due a due fra queste correnti, si ricavano le correnti di linea che, poi, altro non sono che le
correnti di fase dell’originario carico a stella:
0Z = 0W = 0 −0 = −
1̅ 1̅
0Z = 0W = 0 −0 = −
1̅ 1̅
0Z = 0W = 0 −0 = −
1̅ 1̅
stella ‚ƒ , il punto di connessione di una qualunque stella di tre impedenze 1̅ , 1̅ , 1̅ , scelte arbitrariamente e collegate
Data una linea trifase ed il relativo sistema di tensioni concatenate , chiameremo genericamente centro
Figura 21
ad arbitrio le impedenze della stella. Quando le tre impedenze 1̅ , 1̅ 1̅ sono uguali fra loro, il relativo centro stella,
E’ chiaro che per un determinato sistema trifase di tensioni concatenate possono costruirsi infiniti centri stella variando
come già visto, si dice baricentro elettrico 9‚„ ; del sistema trifase.
Chiameremo poi terna di tensioni stellate F$…ƒ , $†ƒ , $‡ƒ G, rispetto ad un determinato centro stella 9O‰ ;, le tensioni fra
ciascun conduttore di linea ed Šw . Quando il centro stella prescelto è il baricentro del sistema, le tensioni stellate, come
già detto, si dicono baricentriche F J , J , J G.
E’ facile rilevare che ogni tensione di linea o concatenata, risulta uguale alla differenza fra due successive tensioni
stellate di ogni terna. Pertanto, qualunque sia il centro stella prescelto, le tensioni stellate sono legate alle tensioni
concatenate dalle relazioni:
= w− w
= w− w
= w− w
= w‹ − wŒ = w" − w" =⋯
= w‹ − wŒ = w" − w" =⋯
= w‹ − wŒ = w" − w" =⋯
poli, in modo che gli estremi dei vettori w , w w coincidano in ogni caso con i corrispondenti vertici del triangolo
disegnato, tutte le terne di tensioni stellate derivate dalla linea risultano rappresentate da stelle di vettori a vertici
comuni.
Figura 22
E’ chiaro allora che i poli delle varie terne corrispondono ai relativi centri stella e che la tensione fra due qualsiasi centri
stella del sistema è rappresentata dal vettore congiungente i due poli corrispondenti.
Tra le infinite terne di tensioni stellate relative ad un determinato sistema trifase, si distingue, per alcune importanti
Consideriamo il baricentro O• ottenuto derivando dalla linea tre impedenze uguali 1̅ (figura 23). Indicando con
proprietà caratteristiche, la terna delle tensioni baricentriche.
0 J , 0 J , 0 J , le correnti che percorrono tali impedenze (la loro somma per l’equazione al nodo O• è nulla), si ha:
J + J + J = 1̅F0 J +0 J + 0 JG = 0
Figura 23
Sistemi Trifase Pagina 23 di 82
Vale a dire che la terna delle tensioni baricentriche è sempre pura. E’ evidente inoltre che il punto O• coincide con il
baricentro geometrico del triangolo i cui lati rappresentano le tensioni di linea.
La differenza di potenziale esistente tra il baricentro O• del sistema ed un qualunque centro stella O‰ è rappresentata nel
diagramma polare della figura 23 dal vettore Jw che unisce O‰ con O• . L’espressione simbolica si deduce dalle
relazioni:
Jw + J = w
Jw + J = w
Jw + J = w
Infatti, sommandole membro a membro e ricordando che la terna baricentrica è pura, si ottiene:
+ +
=
w w w
Jw
3
Vale a dire, la tensione Jw fra il baricentro del sistema ed un centro stella generico Šw è espressa, in termini simbolici,
dalla media aritmetica delle tre tensioni stellate rispetto ad Šw .
Questa tensione può, evidentemente, essere espressa anche in funzione delle tensioni baricentriche e delle ammettenze
del carico, applicando Millmann si ottiene:
* + J •* +
J•
*
J•
=−
•* + •* + •*
Jw
0 w + 0 w + 0 w =0
Essendo:
0 w = *
w•
0 w = w•
*
0 w = w•
*
Si ha
w•
* + * +
w•
* =0
w•
F Jw + * +F
J G• Jw + J G•
* +F Jw + * =0
J G•
J•
* + * + J •* +
J• Jw 9•
* + •* + •* ; = 0
*
J• +
*
J• +
*
J•
=−
•* + •* + •*
Jw
+ +
=
w w w
Jw
3
funzione delle tensioni di linea. Supponiamo, essendo il centro stella O‰ arbitrario, di far coincidere O‰ con il vertice 1
consente di stabilire delle semplici relazioni tramite le quali si possono esprimere le tensioni stellate baricentriche in
del triangolo di figura 23. Le tensioni stellate rispetto a tale centro stella saranno:
=0
9 ;
w
=−
9 ;
w
=
9 ;
w
sostituendo otteniamo
+ + − +
9 ; 9 ; 9 ;
= =
9 ; w w w
Jw
3 3
9 ;
e poiché Jw non è altro che l’opposto della tensione stellata baricentrica J, si ha:
− +
= =−
9 ;
Jw
3 J
ed infine
−
=
J
3
Banalmente, con analogo procedimento, è cioè facendo coincidere O‰ con i vertici 2 e 3 del triangolo delle tensioni di
linea, otteniamo:
−
=
J
3
−
=
J
3
rilevarsi dall’esame della variazione nel tempo delle potenze istantanee, K , K , K , erogate dai tre generatori (o
Dato un sistema trifase dissimmetrico e squilibrato, a tre o quattro fili, l’andamento degli scambi energetici, può
assorbite dalle tre fasi del carico). La potenza trifase istantanea che il sistema trasmette alla linea (o che il carico
assorbe dalla linea), è data dalla somma delle tre potenze istantanee.
Date quindi le correnti e le tensioni relative alle singole fasi:
= sin9 +~ +: ; 8 =0 sin9 +~ ;
= sin9 +~ +: ; 8 =0 sin9 +~ ;
= sin9 +~ +: ; 8 =0 sin9 +~ ;
Abbiamo:
K = K +K +K = 8 + 8 + 8 =
= 0 cos : − 0 cos92 + 2~ + ‘ ; +
+ 0 cos : − 0 cos92 + 2~ + ‘ ; +
+ 0 cos : − 0 cos92 + 2~ + ‘ ;
La potenza istantanea è quindi, come ben noto, costituita da due addendi, il primo costante (Potenza Costante):
La potenza fluttuante è quindi costituita dalla somma delle potenze fluttuanti messe in gioco da ciascuna fase.
Diversamente da quanto avviene nei sistemi trifase simmetrici ed equilibrati, dove abbiamo visto che la potenza
fluttuante trifase è nulla, in questi sistemi la stessa è presente e costituisce un peculiare carattere distintivo del regime
dissimmetrico e squilibrato.
Generalizzando ora le definizione già note, diremo Potenza Attiva Trifase P e Potenza Reattiva Trifase Q di un sistema
dissimmetrico e squilibrato la somma delle potenze attive e delle potenze reattive delle tre fasi:
La potenza attiva trifase, come noto, è sempre il valor medio della potenza istantanea, mentre in questi sistemi la
Definiamo poi, come per gli altri sistemi, Potenza Apparente Trifase S e Potenza Complessa Trifase ” “,
potenza reattiva trifase non ha alcun significato fisico.
rispettivamente:
] = ^X + Y
]̅ = ]̅ + ]̅ + ]̅ = ∙ 0_ + ∙ 0_ + ∙ 0_ = 0 ?€
+ 0 ?
+ 0 ?
=X + Y +X + Y +X + Y
X
`. b. K. =
]
Se vogliamo comunque utilizzare, per comodità, un coseno, possiamo affermare che il fattore di potenza coincide con il
coseno dell’angolo di cui va ruotata la stella delle correnti rispetto a quella delle tensioni o viceversa affinché
l’espressione della potenza attiva risulti massima.
è invariante rispetto al centro stella, non varia cioè di valore qualsiasi sia il centro stella scelto.
Supponiamo di costruire ora un altro centro stella qualsiasi Os’ ed indichiamo con ww‹ la tensione tra i due centri stella,
avremo:
Ed essendo la terna delle correnti una terna pura, cioè la somma delle correnti è zero, si ha:
X9Šw‹ ; = w ∙ 0Z + w ∙ 0Z + w ∙ 0Z = X9Šw ;
L’invarianza vale anche, ovviamente, per i centri stella ‚• od ‚– dei generatori o del carico (se connessi a stella);
perciò indicando con P la potenza attiva trifase del sistema, si ha:
X9Šw‹ ; = w ∙ 0Z + w ∙ 0Z + w ∙ 0Z = X
Quindi possiamo terminare affermando che la potenza attiva trifase di un sistema trifase a tre fili qualsiasi è uguale
alla somma dei prodotti scalari delle correnti di linea per le corrispondenti tensioni stellate relative ad un qualunque
centro stella scelto ad arbitrio (Teorema di Aron).
Il teorema, dimostrato nel caso di generatori o carichi supposti a stella, è valido anche nel caso in cui siano connessi a
triangolo. La potenza trifase, infatti, erogata dal generatore (o assorbita dal carico) a triangolo è uguale a quella erogata
dal generatore (o assorbita dal carico) a stella ad esso equivalente. Consideriamo un generatore (o un carico) connesso a
triangolo ed immaginiamo di sostituire ad esso il suo equivalente a stella, sapendo che:
△ = ⋋− ⋋ 0 ⋌ =0 −0
△ = ⋋− ⋋ 0 ⋌ =0 −0
△ = ⋋− ⋋ 0 ⋌ =0 −0
avremo:
X△ = △ ∙ 0 + △ ∙ 0 + △ ∙ 0 = F ⋋ − ⋋G ∙ 0 + F −
⋋ ⋋G
∙0 +F ⋋− ⋋G ∙0 =
= ⋋ ∙ F0 − 0 G + ⋋ ∙ F0 − 0 G + ⋋ ∙ F0 − 0 G = ⋋∙0 ⋌ + ⋋∙0 ⋌+ ⋋∙0 ⋌ = X⋌
Analogamente può dimostrarsi per la potenza reattiva trifase quando, al posto dei prodotti scalari, si sostituiscono i
prodotti vettoriali. Pertanto qualunque sia il centro stella al quale è riferita la terna delle tensioni stellate, si ha:
Il teorema di Aron indica, quindi, come possono esprimersi le potenze di un sistema trifase dissimmetrico e squilibrato
a tre fili, in funzione delle sole grandezze di linea, indipendentemente dal generatore e dal carico.
Riprendendo, infatti, l’espressione generale della potenza attiva trifase:
X= w ∙ 0Z + w ∙ 0Z + w ∙ 0Z
0Z + 0Z + 0Z = 0
X = w ∙ 0Z + w ∙ F−0Z − 0Z G + w ∙ 0Z = F w − wG ∙ 0Z − F w − wG ∙ 0Z = ∙ 0Z − ∙ 0Z
= ∙ 0Z + ∙ 0Z
X= ∙ 0Z + ∙ 0Z
Y= ⋀0Z + ⋀0Z
X = Xš + Xš + Xš = w ∙ 0Z + w ∙ 0Z + w ∙ 0Z
E’ chiaro che questo metodo è valido anche per la misura nei sistemi a quattro fili quando si faccia coincidere Os con il
filo neutro.
In pratica, nei sistemi a tre fili la misura si esegue mediante l’uso di soli due wattmetri; facendo infatti coincidere il
centro stella Os con uno dei due fili, ad esempio il filo 2, si ha (figura 26):
w =
w =0
w = =−
X= w ∙ 0Z + w ∙ 0Z + w ∙ 0Z = ∙ 0Z + ∙ 0Z
I due prodotti scalari corrispondono proprio alle indicazioni dei wattmetri, avremo quindi:
X = Xš + Xš
Pertanto può concludersi che in un qualsiasi sistema a tre fili, la somma delle indicazioni dei due wattmetri inseriti con
il sistema Aron, è uguale alla potenza attiva trifase della linea.
La misura della potenza mediante Aron si esegue dunque in maniera identica sia per i sistemi simmetrici ed equilibrati,
sia per quelli dissimmetrici e squilibrati a tre fili. Questa identità riguarda solo la potenza attiva, perché nei sistemi
dissimmetrici e squilibrati le indicazioni dei due wattmetri non sono sufficienti per misurare la potenza reattiva.
Sia quest’ultima, sia la potenza complessa, possono però misurarsi in Aron con due varmetri e con due vacmetri.
In generale possiamo affermare che per misurare la potenza attiva, la potenza reattiva e la potenza complessa in sistemi
ad n fili, possiamo utilizzare, grazie ad Aron, n-1 wattmetri, n-1varmetri ed n-1 vacmetri.
Figura 27
Tensioni dissimmetriche
3¢ 3£
Xžh = 9 J + J + J; = 9 + + ;
1¢ 1£
4¢ 4£
Yžh = 9 J + J + J; = 9 + + ;
1¢ 1£
YžŸ•} = ¤¢ 9 J + J + J ; = ¤£ 9 + + ;
Quindi
4¢ 4¢
9 + + J; − ¤¢ 9 + + J; − ¤¢
1¢ J J J J
1¢
tan : ‹ = =
3¢ 3¢
9 + + J;
1¢ J J
1¢
4£ 4£
9 + + ; − ¤£ 9 + + ; − ¤£
1£ 1
tan : =
‹
= £
3£ 3£
9 + + ;
1£ 1£
In definitiva sia che i condensatori siano a stella o a triangolo, il valore della loro capacità è indipendente dalle tensioni.
3¢ 3£
Xžh = 3 9 ; = 3 9 £;
1¢ ¢ 1£
4¢ 4£
Yžh = 3 9 ¢ ; = 3 9 £ ;
1¢ 1£
YžŸ•} = 3 ¤¢ ¢ = 3 ¤£ £
Quindi
4¢ 4¢
3 9 ; − 3 ¤¢ − ¤¢
1¢ ¢ ¢
1¢
tan : ‹ = =
3¢ 3¢
3 F G
1¢ ¢ 1¢
4£ 4£
3 9 £; − 3 ¤£ − ¤£
1£ £
1
tan : =
‹
= £
3£ 3£
3 9 £;
1£ 1£
Anche in questo caso il valore della capacità dei condensatori di rifasamento è indipendente dalle tensioni.
2. Carico squilibrato (conviene sempre riportare il carico con collegamento a triangolo, rifasare con condensatori
pure a triangolo) e tensioni simmetriche o dissimmetriche
Tensioni dissimmetriche
Xžh = 3 9 ; + 3 9 ; + 3 9 ;
1 1 1
Yžh = 4 9 ; + 4 9 ; + 4 9 ;
1 1 1
YžŸ•} = ¤£ 9 + + ;
Quindi
4 9 ; + 4 9 ; + 4 9 ; − ¤£ 9 + + ;
1 1 1
tan : ‹ =
3 9 ; +3 9 ; +3 9 ;
1 1 1
Tensioni simmetriche ( = = = )
Xžh = 3 9 ; + 3 9 ; + 3 9 ;
1 1 1
Yžh = 4 9 ; + 4 9 ; + 4 9 ;
1 1 1
YžŸ•} = 3 ¤£
Quindi
4 4 4
4 9 ; + 4 9 ; + 4 9 ; − 3 ¤£ + + − 3 ¤£
1 1 1 £ 1 1 1
tan : ‹ = =
3 3 3
3 9 ; +3 9 ; +3 9 ; + +
1 1 1 1 1 1
Anche in questo caso il valore della capacità dei condensatori di rifasamento è indipendente dalle tensioni.
Nel caso di collegamento a stella, i condensatori sono sottoposti alla tensione di fase, che è 3 volte minore della
tensione di linea, mentre nel caso di collegamento a triangolo i condensatori sono sottoposti all'intera tensione di linea.
Si modificano di conseguenza le espressioni delle potenze reattive impegnate nelle due configurazioni. Nel caso del
collegamento a stella, la potenza reattiva è data da
Y•
Y• = 3 ∙ ¤¢ = ∙ ∙ ¤¢ bS U¦8 ¤¢ =
•
√3 • ∙
•
1 Y•
Y• = 3 ∙ ∙ ∙ ¤∆ bS U¦8 ¤∆ = ∙
•
3 • ∙
Si verifica immediatamente che a parità di potenza reattiva il collegamento a stella richiede una capacità 3 volte
maggiore che nel collegamento a triangolo.
¤¢ = 3 ∙ ¤∆
¢,
invece, sul condensatore insiste la tensione concatenata ∆ = √3 ∙ ¢ , quindi
Nel collegamento a stella ciascun condensatore è sottoposto alla tensione stellata nel collegamento a triangolo,
∆ = √3 ∙ ¢
¤R¨¨ ©Sª Q R S T8SQ©R¨R ¬ 1
¤∆ = ∙ ¤¢
3
Quindi nel collegamento a stella sul condensatore insiste minore tensione e, quindi, al condensatore necessita minore
isolamento e, di conseguenza, il condensatore ha un costo minore; in conclusione, quindi, è per questo motivo che in
media o alta tensione si preferisce il collegamento a stella.
Alla luce di queste considerazioni, si preferisce adottare una configurazione a triangolo nel caso di rifasamento in bassa
tensione, mentre si riserva la configurazione a stella nel caso di rifasamento in media o alta tensione.
X
X
la potenza attiva trifase;
0
la potenza attiva monofase;
0
il valore efficace della corrente di linea nel sistema trifase;
il valore efficace della corrente di linea nel sistema monofase
abbiamo
X = √3 Z 0 cos :
X = Z 0 cos :
0
√3 Z 0 cos : = Z0 cos : → 0 =
√3
0
® =
]
0
® =
]
si ottiene:
0 0
] = =
® ®
0 0
] = =
® ®
da cui
0
] 0 ® 0 1 √3
= ® = / = = = = 0.577
] 0 ® 0 0 √3 3
®
= 3/] /±
= 2/] /±
da cui
3] 3 √3 √3
= = / = = 0.866
2] 2 3 2
Caso generale
Sia dato il seguente sistema trifase, fig. 28:
Figura 28
³+ A + + =0
³+ A + + =0
³+ A + + =0
e considerando che con i versi assunti delle correnti, cioè tutte entranti dai morsetti contrassegnati con i pallini, le mutue
sono positive, abbiamo:
b8 b8 b8
−± −² −² =0
³
b b b
b8 b8 b8
³−± −² −² =0
b b b
b8 b8 b8
³−± −² −² =0
b b b
cioè:
b8 b8 b8
=± +² +²
³
b b b
b8 b8 b8
=± +² +²
³
b b b
b8 b8 b8
=± +² +²
³
b b b
³ = ± 0 + ² 0 + ² 0
³ = ± 0 + ² 0 + ² 0
³ = ± 0 + ² 0 + ² 0
e queste equazioni sono identiche a quelle che scriveremmo se avessimo da analizzare il seguente sistema elettrico:
Figura 29
³− ² 0 − ² 0 − ± 0 =0
³− ² 0 − ² 0 − ± 0 =0
³− ² 0 − ² 0 − ± 0 =0
da cui:
³ = ± 0 + ² 0 + ² 0
³ = ² 0 + ± 0 + ² 0
³ = ² 0 + ² 0 + ± 0
e ponendo:
4 = ± 4 = ± 4 = ±
4 =4 = ² 4 =4 = ² 4 =4 = ²
abbiamo:
³ = 40 + 4 0 + 4 0
³ = 4 0 + 4 0 + 4 0
³ = 4 0 + 4 0 + 4 0
= ³ − ³ = 4 0 + 4 0 + 4 0 −F 4 0 + 4 0 + 4 0 G
= 4 0 + 4 0 + 40 − 4 0 − 4 0 − 4 0
= ³ − ³ = 4 0 + 4 0 + 4 0 −F 4 0 + 4 0 + 4 0 G
= 4 0 + 4 0 + 4 0 − 4 0 − 4 0 − 4 0
0 +0 +0 =0
da cui:
0 = −0 − 0
e sostituendo otteniamo:
= 4 0 + 4 0 + 40 − 4 0 − 4 0 − 4 0
= 4 F−0 − 0 G + 4 0 + 4 0 − 4 0 − 4 0 − 4 F−0 − 0 G
= 4 0 + 4 0 −2 4 0 + 4 0 + 4 0 − 4 0 − 4 0
= 94 + 4 − 24 ;0 + 94 + 4 − 4 − 4 ;0
= 4 0 + 4 0 + 4 0 − 4 0 − 4 0 − 4 0
= 4 0 + 4 F−0 − 0 G + 4 0 − 4 0 − 4 0 − 4 F−0 − 0 G
= 4 0 + 4 0 − 4 0 − 4 0 + 4 0 + 4 0 −2 4 0
= 94 + 4 − 4 − 4 ;0 + 94 + 4 − 24 ;0
= 94 + 4 − 4 − 4 ;0 + 94 + 4 − 24 ;0
e ponendo
1̅ = 94 + 4 − 24 ; 1̅ = 94 + 4 − 4 − 4 ;
1̅ = 94 + 4 − 4 − 4 ; 1̅ = 94 + 4 − 24 ;
otteniamo
= 1̅ 0 + 1̅ 0
= 1̅ 0 + 1̅ 0
1̅ 1̅ 0
´ ´=µ µ´ ´
1̅ 1̅ 0
oppure
0 1̅ 1̅
´ ´=µ µ ´ ´
0 1̅ 1̅
S ·
p=¶ ¶
U b
la sua inversa è
1 UR`9p, / ; UR`9p, / ; º
p = µ µ
det 9p; UR`9p, / ; UR`9p, / ;
dove
µ µ = µ µ = µ µ
1̅ 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅ −1̅ 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅ −1̅ 1̅
sappiamo inoltre che l’operatore inverso dell’impedenza è l’operatore ammettenza, per cui
1̅ −1̅
0 1̅ 1̅ 1 1̅ −1̅ 1̅ 1̅ − 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅ ¾
´ ´=µ µ ´ ´= µ µ´ ´ = ¾¾ ¾´ ´
0 1̅ 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅ −1̅ 1̅ −1̅ 1̅
1̅ 1̅ − 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅
¿* ¿*
=µ µ´ ´
¿* ¿*
questa relazione ci ricorda la relazione cui si arriva applicando il metodo dei potenziali ai nodi prendendo come
riferimento il nodo 2 (le tensioni sono infatti riferite entrambi al nodo 2).
Cerchiamo quindi di ricavare ora i valori delle ammettenze, collegate a triangolo, per disegnare il circuito equivalente
seguente, figura 31:
0 = 9•* + •* ; − •*
0 = −• * + 9• + •* ;
*
e, in forma matriciale,
0 ¿* ¿*
´ ´=µ µ´ ´
0 ¿ * ¿*
¿* = •* + •* ¿* = −•*
¿* = −•* ¿* = •* + •*
1̅
¿* = •* + •* =
1 1 − 1̅
̅ ̅
−1̅
¿* = ¿* = −•* =
1̅ 1̅ − 1̅
1̅
¿* = •* + •* =
1̅ 1̅ − 1̅
e quindi
1̅
− 1̅
•* =
1̅ 1̅ − 1̅
1̅ − 1̅
•* =
1̅ 1̅ − 1̅
1̅
•* =
1̅ 1̅ − 1̅
1̅ 1̅ − 1̅
1̅ =
1̅ − 1̅
1̅ 1̅ − 1̅
1̅ =
1̅ − 1̅
̅
1 1̅ − 1̅
1̅ =
1̅
1̅ 1̅
1̅ =
1̅ + 1̅ + 1̅
1̅ 1̅
1̅ =
1̅ + 1̅ + 1̅
1̅ 1̅
1̅ =
1̅ + 1̅ + 1̅
Riepilogando abbiamo:
1̅ 1̅ 1̅ 1̅ 1̅ 1̅
1̅ = 1̅ = 1̅ =
1̅ + 1̅ + 1̅ 1̅ + 1̅ + 1̅ 1̅ + 1̅ + 1̅
1̅ 1̅ − 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅ 1̅ 1̅ − 1̅
1̅ = 1̅ = 1̅ =
1̅ − 1̅ 1̅ − 1̅ 1̅
1̅ = 94 + 4 − 24 ; 1̅ = 94 + 4 − 4 − 4 ;
1̅ = 94 + 4 − 4 − 4 ; 1̅ = 94 + 4 − 24 ;
4 = ± 4 = ± 4 = ±
4 =4 = ² 4 = 4 = ² 4 = 4 = ²
± = ± = ± = ± b ² =² =² =²
avremo
4 = 4 = 4 = 4A = ± 4 =4 =4 =4 = ²
quindi
da cui
1̅ = 1̅ = 2 94A − 4 ; 1̅ = 1̅ = 94A − 4 ;
inoltre
e, analogamente
1̅ = 1̅ = 1̅ = 1∆̅ = 394A − 4 ;
ed infine
1∆̅ 1∆̅
1̅ = = = 94A − 4 ; = 9± − ²;
31∆̅ 3
Scriviamo quindi le espressioni istantanee delle tensioni stellate, in questo caso, anche baricentriche e l’equazione al
nodo 0, centro stella o baricentro:
= ±0 +
³ ²0 + ²0
= ±0 +
³ ²0 + ²0
³ = ±0 + ²0 + ²0
0 +0 +0 =0
considerando che
0 + 0 = −0
0 + 0 = −0
0 + 0 = −0
si ha
³ = ±0 + ²0 + ²0 = ±0 − ²0 − ²0 + ²0 = 9± − ²;0 = 1̅ 0
³ = ±0 + ²0 + ²0 = ±0 − ²0 − ²0 + ²0 = 9± − ²;0 = 1̅ 0
³ = ±0 + ²0 + ²0 = ±0 + ²0 − ²0 − ²0 = 9± − ²;0 = 1̅ 0
C.V.D.
Quindi
Le equazioni dell’equilibrio elettrico sono analoghe a quelle scritte prima con l’unica differenza che ora risulta
0 + 0 + 0 + 0• = 0
In simboli matriciali, una terna qualsiasi di vettori Fp , p , p G è normalmente rappresentata mediante la matrice
7.1 Rappresentazione matriciale delle grandezze trifase
p
‖p‖ = ¾p ¾
p
Solo per alcuni calcoli, la terna viene anche rappresentata mediante la relativa matrice riga:
‖p‖ = |p p p |
Quindi nella rappresentazione matriciale, le terne delle tensioni F , , G e delle correnti F0 , 0 , 0 G di un circuito
trifase (figura 37a) sono normalmente indicate mediante i simboli:
0
‖ ‖ = ¾ ¾ ‖0 ‖ = ¾0 ¾
0
che rispettivamente sono matrice colonna delle tensioni e matrice colonna delle correnti.
Figura 37
E’ evidente perciò come sia possibile, qualora fosse utile, rappresentare il sistema trifase mediante uno schema
monofase equivalente (figura 37b) dove le grandezze sono rappresentate da matrici di vettori.
Fp , p , p G + FÂ , Â , Â G = Fp + Â , p + Â , p + Â G
in forma matriciale:
p  p +Â
‖p‖ + ‖ ‖ = ¾p ¾ + ¾Â ¾ = ¾p +  ¾ = ‖p +  ‖
p  p +Â
Ad esempio, le correnti di una linea trifase che convoglia le correnti di due linee in parallelo (figura 38a), nella
rappresentazione matriciale si esprimono:
0h 0n 0h + 0n
Ã0h à + Ã0 n à = ¾0h ¾ + ¾0n ¾ = ¾0h + 0n ¾ = ‖0h + 0 n ‖
0h 0n 0h + 0n
Figura 38
Che possono dar luogo, ovviamente, allo schema monofase equivalente di figura 38b.
Ä ∙ Fp , p , p G = FÄp , Äp , Ä p G
in forma matriciale:
Äp
Ä ∙ ‖p‖ = ¾Äp ¾ = ÃÄpÃ
Äp
Ad esempio le tensioni , , , agli estremi delle fasi di un carico equilibrato, di impedenza per fase 1̅ , le cui
correnti sono 0 , 0 e 0 (figura 39a),
Figura 39
1̅0 0
‖ ‖ = ¾ ¾ = Å1̅0 Å = 1̅ Å0 Å = 1̅‖0 ‖
1̅0 0
9Ä , Ä , Ä ; ∙ Fp , p , p G = FÄ p , Ä p , Ä p G
Ä ,Ä ,Ä :
in forma matriciale questo risultato si ottiene moltiplicando la matrice diagonale formata con la terna dei numeri
Ä 0 0
‖Ä ‖ = ½ 0 Ä 0½
0 0 Ä
Ä 0 0 p Ä p
‖Ä ‖ ∙ ‖p ‖ = ½ 0 Ä 0 ½ ∙ ¾p ¾ = ¾Ä p ¾
0 0 Ä
p Ä p
Figura 39
1̅ 0 1̅ 0 0 0
‖ ‖ = ¾ ¾ = Å1̅ 0 Å = Å 0 1̅ 0 Å ∙ Å0 Å = ‖1̅ ‖ ∙ ‖0 ‖
1̅ 0 0 0 1̅ 0
7.1.4 Prodotto di una terna di vettori per una tripla terna di numeri:
Ä Ä Ä
ÆÄ Ä Ä Ç ∙ Fp , p , p G =
Ä Ä Ä
= ÈFÄ p + Ä p + Ä p G FÄ p + Ä p + Ä p G FÄ p + Ä p + Ä p GÉ
in forma matriciale:
Ä Ä Ä p Ä p +Ä p +Ä p
‖Ä‖ ∙ ‖p‖ = ½Ä Ä Ä ½ ∙ ¾p ¾ = Å Ä p + Ä p + Ä p Å
Ä Ä Ä Ä p +Ä p +Ä p
p
Questo calcolo, nei sistemi trifase, è quello che si esegue per calcolare la tensione agli estremi delle fasi di un carico
con accoppiamento induttivo fra fase e fase (figura 40)
Figura 40
Sistemi Trifase Pagina 48 di 82
Infatti, indicando con 1̅ , 1̅ , 1̅ le impedenze proprie delle fasi (auto impedenze) e con 1IÊ
̅ il coefficiente di mutua
induzione della fase h rispetto alla fase k moltiplicato per (mutue impedenze), si ha:
= 1̅ 0 + 1̅ 0 + 1̅ 0
= 1̅ 0 + 1̅ 0 + 1̅ 0
= 1̅ 0 + 1̅ 0 + 1̅ 0
per cui, in forma matriciale, la terna delle tensioni è legata alla terna delle correnti dalla relazione:
” ‖ ∙ ‖0 ‖
‖ ‖ = ‖1
dove
1̅ 1̅ 1̅
”‖ = Å1̅
‖1 1̅ 1̅ Å
1̅ 1̅ 1̅
∗ ∗ ∗
le tensioni misurate quando la sola fase 1 è percorsa dalla corrente 0 ∗ ;
∗ ∗ ∗
le tensioni misurate quando la sola fase 2 è percorsa dalla corrente 0 ∗ ;
a) , e
∗ ∗ ∗
le tensioni misurate quando la sola fase 3 è percorsa dalla corrente 0 ∗
b) , e
c) , e
= 1̅ 0 + 1̅ 0 + 1̅ 0
= 1̅ 0 + 1̅ 0 + 1̅ 0
= 1̅ 0 + 1̅ 0 + 1̅ 0
1̅ =
∗
5€€
∗
= 1̅ 0 ∗ \€∗
= 1̅ 0 ∗ 1̅ =
∗ 5 ∗€
\€∗
= 1̅ 0 ∗
a) da cui
∗
1̅ =
5 ∗€
\€∗
1̅ =
5€∗
∗
= 1̅ 0 ∗ \∗
= 1̅ 0 ∗ 1̅ =
∗ 5∗
\∗
= 1̅ 0 ∗
b) da cui
∗
1̅ =
5∗
\∗
1̅ =
5€∗
∗
= 1̅ 0 ∗ \∗
= 1̅ 0 ∗ 1̅ =
∗ 5∗
\∗
= 1̅ 0 ∗
c) da cui
∗
1̅ =
5∗
\∗
‖ ‖ = ‖1̅‖ ∙ ‖0 ‖
diagonale nel caso di carichi privi di accoppiamento induttivo ed al solo valore 1̅ delle impedenze nel caso di carichi
Ed esprime il legame fra le grandezze di fase. La matrice quadrata delle auto e mutue impedenze si riduce alla matrice
equilibrati
Carichi con accoppiamenti induttivi fra le fasi Carichi senza accoppiamenti induttivi fra le fasi
‖ ‖ = ‖1̅ ‖ ∙ ‖0 ‖ ‖ ‖ = ‖1̅‖ ∙ ‖0 ‖ ‖ ‖ = 1̅ ∙ ‖0 ‖
1̅ 1̅ 1̅ 1̅ 0 0
”‖ = Å1̅
‖1 1̅ 1̅ Å ”‖ = Å 0
‖1 1̅ 0 Å 1̅ = 1̅ = 1̅ = 1̅
1̅ 1̅ 1̅ 0 0 1̅
Matrice quadrata delle auto e mutue impedenze Matrice diagonale delle impedenze Valore comune delle impedenze
terne ed indicando con 0 , 0 , 0 le correnti della terna k-sima (per il segno valgono le convenzioni dei nodi nei
9Ê; 9Ê; 9Ê;
Estendendo le considerazioni sulla somma di due terne di correnti, illustrate nella figura 29, ad un numero qualsiasi di
sistemi monofase), il primo principio di Kirchhoff applicato ad un nodo di una rete trifase può essere espresso in forma
matriciale dalla relazione:
Ì Ã0 9Ê; Ã = 0
Ê
, 0 , 0 , 0 , 1̅ , 1̅ , 1̅ siano
9Ê; 9Ê; 9Ê; 9Ê; 9Ê; 9Ê; 9Ê; 9Ê; 9Ê;
Considerando poi una maglia di una rete trifase nella quale , ,
rispettivamente le tensioni, le correnti e le impedenze relative alle tre fasi (con o senza accoppiamento induttivo) del
lato k-simo della maglia (adottando per il segno delle tensioni e delle correnti le stesse convenzioni adottate per le
maglie dei circuiti monofase) il secondo principio di Kirchhoff si esprime in forma matriciale con la relazione:
Ì FÃ 9Ê;
à − Ã1̅ 9Ê; à ∙ Ã0 9Ê; ÃG = 0
Ê
Infine, sappiamo che il regime energetico di un sistema trifase può essere compiutamente definito mediante la potenza
complessa:
]̅ = ]̅ + ]̅ + ]̅ = X + Y + X + Y + X + Y = ∙ 0_ + ∙ 0_ + ∙ 0_
Rappresentando la potenza mediante matrice ad un solo elemento, si rileva che essa è uguale al prodotto di una matrice
riga per una matrice colonna:
0_
|]̅| = | ∙ 0_ + ∙ 0_ + ∙ 0_ | = | | ∙ Å0_ Å = ‖ ‖ ∙ ‖0Í‖
0_
Pertanto, in forma matriciale, la potenza complessa di un qualsiasi sistema trifase è rappresentata dal prodotto della
matrice riga delle tensioni per la matrice colonna dei coniugati delle correnti.
direzione di 120° in anticipo, lasciandone immutata l’intensità. Questo fattore, che indicheremo con m è rappresentato
Fra i vari fattori di rotazione visti, occorre menzionare in particolare il fattore che, applicato ad un vettore, ne ruota la
1 √3
m= =− +
2 2
1 √3
mÎ = =− −
2 2
m³ = 1
1 √3
m= =− +
2 2
< 1 √3
m = =− − = mÎ
2 2
Che, riportai sul piano di Gauss (figura 41), corrispondono ai vertici di un triangolo equilatero e che rappresentano le tre
radici cubiche dell’unità.
√3
2
√3
2
Figura 41
/ = 1
/ − 1 = 9/ − 1;9/ + / + 1; = 0
/ =1
ed annullando il secondo:
/ × 1 √3
−1 ± √1 − 4 −1 ± √−3 −1 ± √3 Õ− 2 + 2
Ò= = = =
/ 2 2 2 Ö 1 √3
Õ− −
Ô 2 2
E’ facile rilevare che tale terna di numeri gode della proprietà che la loro somma è nulla:
m³ + m + m = 1 + m + m =
1 √3 1 √3 1 √3 √3
=1− + − − = 1− + z − {=0
2 2 2 2 2 2 2
Consideriamo le tre potenze di m 91; m; m ; che, al crescere dell’esponente, si riproducono ciclicamente all’infinito. I
loro punti rappresentativi sul piano di Gauss si susseguono, lungo la circonferenza unitaria, secondo il senso di
rotazione orario (figura 42) quando le potenze si succedono nell’ordine:
1; m ; m
Figura 42
Si susseguono invece secondo il senso di rotazione antiorario quando le potenze si succedono nell’ordine.
1; m; m
1 1
‖]} ‖ = ½m ½ ‖]v ‖ = ½m ½
m m
Chiameremo, infine, sequenza omopolare 9“Û ; la terna costituita da tre elementi tutti uguali all’unità:
1
‖]Ÿ ‖ = ½1½
1
Il prodotto di una sequenza per un vettore è costituito dalla terna di vettori ottenuti applicando al vettore dato ognuno
dei tre fattori di rotazione della sequenza.
Ü} Ü} Ü}
1
‖]} ‖ ∙ Ü} = ½m ½ ∙ Ü} = Åm Ü} Å = ¾Ü} ¾ = ÅÜ} Å = ÃÜ} Ã
m mÜ} <
Ü}
Ü }
Üv Üv Üv
1 <
‖]v ‖ ∙ Üv = ½m ½ ∙ Üv = ÅmÜv Å = ¾Üv ¾ = ÅÜv Å = ÃÜv Ã
m m Üv Üv
Ü v
Se infine la sequenza è omopolare, il prodotto è costituito da una terna di vettori tutti uguali al vettore dato pŸ
1 ÜŸ
‖]Ÿ ‖ ∙ ÜŸ = ½1½ ∙ ÜŸ = ÅÜŸ Å = ÃÜŸ Ã
1 ÜŸ
Le precedenti considerazioni indicano chiaramente la possibilità di rappresentare ogni terna di vettori di sequenza
diretta, inversa o omopolare, mediante il prodotto della relativa sequenza per uno qualsiasi dei vettori della terna scelto
ad arbitrio. Il vettore scelto come riferimento, il cui prodotto per la sequenza dà luogo all’intera terna, sarà chiamato
vettore base della terna.
Per gli usi pratici è di fondamentale importanza la considerazione della matrice quadrata delle sequenze o matrice del
]Ÿ , ]} ]v :
Fortescue. Essa si ottiene formando una matrice quadrata con le tre matici colonna rappresentative delle sequenze
1 1 1
‖]‖ = ½1 m m½
1 m m
La matrice che si ottiene dalla precedente scambiando di posto la seconda con la terza riga (oppure la seconda con la
terza colonna) e dividendo per 3, è la matrice inversa della precedente e si chiama matrice quadrata inversa delle
sequenze (vedasi nota seguente).
1 1 1 1
‖]‖ = ½1 m m ½
3
1 m m
Si ha, infatti, ricordando che il prodotto di una matrice per la sua inversa è uguale alla matrice identità
Nota:
1 1 1
La matrice quadrata delle sequenze è:
‖]‖ = Þ1 m mÞ
1 m S
S = + ßm m ß = +m < − m = m − m
Per invertirla calcoliamo tutti i minori:
m m
1 m
S = −ß ß = −m + m
1 m
S = + ß1 m ß = +m − m
1 m
1 m
S = −ß ß = −m + m
1 m
1 1
S = +ß ß = +m − 1
1 m
1 1
S = −ß ß = −m + 1
1 m
1 1
S = +ß ß = +m − m
m m
1 1
S = −ß ß = −m + 1
1 m
1 1
S = +ß ß = +m − 1
1 m
+m < − m −m + m +m − m
Matrice costruita con i minori
Þ −m + m +m − 1 −m + 1 Þ
+m − m −m + 1 +m − 1
Þ −m + m +m − 1 −m + 1 Þ
+m − m −m + 1 +m − 1
essendo:
1 √3
m= =− +
2 2
< 1 √3
m = =− −
2 2
1 √3
m< = m = − +
2 2
1 √3 1 √3
otteniamo:
+m < − m = m − m = − + + + = √3
2 2 2 2
1 √3 1 √3
−m + m = + + − + = √3
2 2 2 2
1 √3 3 √3 √3√3 √3 √3 1 1 √3
+m − 1 = − − −1 =− − =− − = √3 z − { = √3 z− + { = √3m
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
1 √3 3 √3 √3√3 √3 √3 1 1 √3
−m + 1 = + − +1=+ − =+ − = √3 z− − { = √3 z− − { = √3m
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
√3 √3 √3
da cui:
à √3 √3m √3m à
√3 √3m √3m
√3 √3 √3
1
à √3 √3m √3m à
3√3
√3 √3m √3m
1 1 1 1
‖]‖ = Þ1 m m Þ
3
1 m m
Vale a dire che data una terna qualsiasi di vettori Fp , p , p G, esiste sempre uno ed uno solo sistema di tre vettori ÜŸ ,
Ü} , Üv , i quali considerati come vettori basi di tre terne rispettivamente di sequenza omopolare, diretta e inversa,
danno luogo a tre terne ‖]Ÿ ‖ ∙ ÜŸ , ‖]} ‖ ∙ Ü} e ‖]v ‖ ∙ Üv , la cui somma riproduce la terna data Fp , p , p G.
p 1 1 1 ÜŸ Ü} Üv Ü Ÿ + Ü } + Üv 1 1 1 ÜŸ
Åp Å = ½1½ ÜŸ + ½m ½ Ü} + ½m ½ Üv = ÅÜŸ Å + Åm Ü} Å + ÅmÜv Å = ÅÜŸ + m Ü} + mÜv Å = ½1 m m ½ ∙ ÅÜ } Å
p 1 m m ÜŸ mÜ} m Üv ÜŸ + mÜ} + m Üv 1 m m Üv
O anche:
Ãpà = ‖]‖ ∙ ‖Ü ‖
Il teorema si dimostra immediatamente uguagliando fra loro gli elementi corrispondenti delle due matrici colonna:
p = Ü Ÿ + Ü } + Üv
×
Õ
p = ÜŸ + m Ü} + mÜv
Ö
Õ
Ôp = ÜŸ + mÜ} + m Üv
Questo è un sistema lineare di tre equazioni che stabilisce un legame biunivoco tra la terna dei vettori p , p , p e la
terna dei vettori base delle terne componenti ÜŸ , Ü} , Üv . Di conseguenza il sistema consente, dati ÜŸ , Ü} e Üv , di
ricavare p , p p e, viceversa, dati p , p p di dedurre i primi:
‖Ü ‖ = ‖]‖ ∙ ÃpÃ
Infatti da
Ãpà = ‖]‖ ∙ ‖Ü ‖
Si ha pertanto:
1
×ÜŸ = Fp + p + p G
Õ 3
1
Ü} = Fp + mp + m p G
Ö 3
ÕÜ 1
Fp + m p + mp G
Ô v= 3
‖Ü ‖ = ‖]‖ ∙ ÃpÃ
significa ovviamente:
1
ÜŸ Fp + p + p G
p 3
1 1 1 ¾1 ¾
¾ ¾ 1
Ü = ½1 m m ½ ∙ Åp Å = Fp + mp + m p G
¾ ¾ 3
¾3
}
1 m m p ¾
1
Üv Fp + m p + mp G
3
Le precedenti relazioni stabiliscono dunque una corrispondenza biunivoca fra terne qualsiasi di vettori e sistemi di tre
terne, rispettivamente di sequenza omopolare, diretta e inversa.
Ogni sistema di tre vettori è perciò compiutamente individuato e determinato dalle corrispondenti terne nelle quali esso
componente simmetrica è individuata dal suo vettore base, la rappresentazione delle terne di vettori Fp , p , p G
è decomponibile, che vengono chiamate le sue componenti simmetriche. E poiché, come già visto, ciascuna
mediante le loro componenti simmetriche, viene effettuata in base alle relazioni di corrispondenza:
‖p‖ = ‖]‖ ∙ ‖Ü ‖
‖Ü ‖ = ‖]‖ ∙ ÃpÃ
p = Ü Ÿ + Ü } + Üv
×
Õ
‖p‖ = ‖]‖ ∙ ‖Ü ‖ p = ÜŸ + m Ü} + mÜv
Ö
Õ
Ôp = ÜŸ + mÜ} + m Üv
complesso, si ha ovviamente:
Cioè i vettori base delle componenti simmetriche della terna ottenuta moltiplicando per k una terna di vettori, sono
uguali ai vettori base delle componenti simmetriche di questa, moltiplicati per k.
Se Fp , p , p G e FÂ , Â , Â G sono due terne qualsiasi e FÜŸ , Ü} , Üv G e FℬŸ , ℬ} , ℬv G sono i vettori base delle
rispettive componenti simmetriche, si ha:
Vale a dire che i vettori base delle componenti simmetriche della somma di due terne di vettori, sono uguali alla somma
dei corrispondenti vettori base delle componenti simmetriche delle terne addendi.
Consideriamo una terna di vettori Fp , p , p G ed i vettori base FÜŸ , Ü} , Üv G delle loro componenti simmetriche. E’
Altra proprietà che si utilizza nella pratica del calcolo è quella relativa alle terne coniugate.
facile dimostrare che se con Ü’Ÿ , Ü’} , Ü’v indichiamo i vettori base delle componenti simmetriche della terna dei
vettori Fp_ , p_ , p_ G coniugati dei primi, si ha:
Ü’Ÿ = Ü_Ÿ
×
Õ
Ü’} = Ü_v
Ö
Õ
Ô Ü’v = Ü_}
p =p â€
p =p â
p =p â
ÜŸ
1 1 1 p
¾ ¾ 1
Ü = ½1 m m ½ ∙ Åp Å
¾ ¾ 3
}
1 m m p
Üv
1 1
ÜŸ = Fp + p + p G = Fp †+ p â + p â
G
3 3
1 1 < 1 <
Ü} = Fp + mp + m p G = p †+ p â +p â
= Np â€
+p â ¼ "
+p â ¼ "
O
3 3 3
1 1 < 1 <
Üv = Fp + m p + mp G = p †+ p â +p â
= Np â€
+p â ¼ "
+p â ¼ "
O
3 3 3
p_ = p â€
p_ = p â
p_ = p â
Ü’Ÿ
1 1 1 p_
¾ ¾ 1
¾ Ü ’} = ½1
¾ 3 m m ½ ∙ Åp_ Å
1 m m p_
Ü’v
Si deduce che:
1 1
Ü’Ÿ = Fp_ + p_ + p_ G = Fp â€
+p â
+p â
G
3 3
e poiché
1 1
ÜŸ = Fp + p + p G = Fp â€
+p â
+p â
G
3 3
si ottiene:
Ü’Ÿ = Ü_Ÿ
Analogamente:
1 1
Fp_ + mp_ + m p_ G =
<
Ü’} = p â€
+p â
+p â
3 3
1 < 1 <
= Np â€
+p â "
+p â "
O= Np â€
+p â ¼ "
+p â ¼ "
O
3 3
e poiché
1 1 < 1 <
Üv = Fp + m p + mp G = p â€
+p â
+p â
= Np â€
+p â ¼ "
+p â ¼ "
O
3 3 3
si conclude che
Ü’} = Ü_v
1 1
Fp_ + m p_ + mp_ G =
<
Ü’v = p â€
+p â
+p â
3 3
1 < 1 <
= Np â€
+p â "
+p â "
O= Np â€
+p â ¼ "
+p â ¼ "
O
3 3
1 1 < 1 <
poiché
Ü} = Fp + mp + m p G = p â€
+p â
+p â
= Np â€
+p â ¼ "
+p â ¼ "
O
3 3 3
si conclude che
Ü’v = Ü_}
Ü_Ÿ
‖]‖ _
∙ Ãpà = ÅÜ_v Å
Ü_}
Vale a dire, le componenti simmetriche della terna coniugata di una terna di vettori sono uguali ai coniugati delle
componenti simmetriche della terna data, però con uguaglianze incrociate fra le componenti dirette e quelle inverse.
Se la terna dei vettori considerata, costituisce un sistema puro Fp + p + p = 0G, la sua componente simmetrica di
sequenza omopolare è necessariamente uguale a zero:
1
ÜŸ = Fp + p + p G = 0
3
E viceversa; vale a dire, la condizione necessaria e sufficiente affinché una terna di vettori sia pura è che la sua
componente omopolare sia nulla.
In tal caso, chiaramente, il centro stella della terna dei vettori considerati coincide con il baricentro del triangolo che ha
per vertici gli estremi dei vettori stessi (figura 43).
Figura 43
In generale, invece, quando la terna è spuria il vettore base della sua componente omopolare, essendo uguale alla media
aritmetica dei tre vettori (cfr. formula pag. 24), è rappresentato dal segmento che unisce il centro stella della terna con il
baricentro del triangolo che ha per vertici gli estremi dei vettori stessi.
di conseguenze, come grado di impurezza 9ãÚ ; di una terna di vettori il rapporto fra le ampiezze dei vettori base della
La presenza della componente omopolare è dunque l’elemento indicativo della impurezza della terna stessa, si assume
ÜŸ
äv =
Ü}
Figura 44
Indichiamo con  ,  e  i vettori concatenati, rappresentati dai lati del triangolo formato dai vertici comuni a tutte le
terne, attribuendo per indice, ad ognuno di essi, il numero corrispondente al vertice opposto.
 = p − p = p‹ − p‹ = ⋯
¬Â = p − p = p‹ − p‹ = ⋯
 = p − p = p‹ − p‹ = ⋯
Indichiamo ora con ÜŸ , Ü} , Üv , i vettori base delle componenti simmetriche della terna generica Fp , p , p G
avente i vertici nei punti 1, 2 e 3 e con ℬŸ , ℬ} , ℬv i vettori base delle componenti simmetriche della terna dei vettori
concatenati  ,  e  :
‖Ü ‖ = ‖]‖ ∙ ÃpÃ
‖ℬ ‖ = ‖]‖ ∙ ÃÂ Ã
ℬŸ = 0
åℬ} = − √3 Ü}
ℬv = √3 Üv
e, quindi, reciprocamente:
×Ü} = ℬ}
√3
ÖÜ = − ℬv
Ô v √3
1
ℬŸ = FÂ + Â + Â G = 0
3
1 1
ℬ} = F + m + m  G = ÈFp − p G + mFp − p G + m Fp − p GÉ =
3 3
1
= Èp 9m − m; + mp 9m − m; + m p 9m − m;É =
3
1
= 9m − m;Èp + mp + m p É = 9m − m;Ü} = − √3Ü}
3
Infatti
1 √3 1 √3 1 √3 1 √3
9m − m; = z− − { − z− + {=− − + − = − √3
2 2 2 2 2 2 2 2
ℬv = √3Üv
Osserviamo che poiché tali relazioni sono state ottenute per una stella generica, esse sono valide per tutte le stelle dei
vettori aventi i vertici nei punti 1, 2 e 3. E poiché i vettori concatenati sono comuni a tutte, si conclude che in ogni
sistema di terne di vettori a vertici comuni, tutte quante le terne hanno le stesse componenti simmetriche diretta ed
inversa e, perciò, si differenziano solo per la componente omopolare (segmento che unisce il centro stella della terna
con il baricentro del triangolo che ha per vertici gli estremi dei vettori stessi).
Infatti, per quanto detto, la componente omopolare è determinata dalla posizione del centro stella di ciascuna stella.
Pertanto se di una terna di vettori si conosce solo la relativa terna concatenata (si conoscono cioè i vertici 1, 2 e 3 della
stella dei vettori, ma non il centro stella O), risultano determinate le sue componenti simmetriche diretta ed inversa, ma
rimane indeterminata la componente omopolare, salvo che per la terna baricentrica per la quale, chiaramente, la
componente omopolare è nulla.
Se avessimo un sistema di due vettori p , p , è chiaro che questo possa essere sempre considerato come una terna (p ,
p , 0) di cui un vettore ha ampiezza nulla. Pertanto le componenti simmetriche del sistema dei due vettori p e p
hanno per vettori base:
1
×ÜŸ = Fp + p G
Õ 3
1
Ü} = Fp + mp G
Ö 3
ÕÜ 1
v = Fp + m p G
Ô 3
Nel caso particolare, di frequente applicazione, in cui i due vettori siano opposti (sistema monofase).
p = −p
1 1
×ÜŸ = Fp + p G = 3 Fp − p G = 0
Õ 3
1 1 1−m p
Ü} = Fp + mp G = 3 Fp − mp G = p 3
= '
Ö 3 √3
ÕÜ 1 1 1−m p
Ô v = 3 Fp + m p G = 3 Fp − m p G = p 3
= '
√3
1−m =1+ − = −
2 2 2 2
1−m 1 3 √3 1 √3 √3 √3√3 1 √3 1 1
= z − {=z − {=z − {= z − {= '
3 3 2 2 2 3/2 2√3 6√3 √3 2 2 √3
1 √3 3 √3
1−m =1+ + = +
2 2 2 2
1−m 1 3 √3 1 √3 √3 √3√3 1 √3 1 1
= z + {=z + {=z + {= z + {= '
3 3 2 2 2 3/2 2√3 6√3 √3 2 2 √3
due vettori di ampiezza uguale a € e ruotati di fase di , rispettivamente in ritardo ed in anticipo rispetto ad p .
h
Vale a dire, la componente omopolare è nulla ed i vettori base delle componenti diretta ed inversa sono rappresentati da
√ '
E’ evidente che una terna di vettori di senso ciclico diretto è simmetrica quando si identifica con la propria
nulle (ÜŸ = 0, Üv = 0;. Di conseguenza una terna le cui componenti omopolare ed inversa sono diverse da zero è
componente simmetrica di sequenza diretta, cioè quando le sue componenti simmetriche omopolare ed inversa sono
Il grado di impurezza äv = æ , prima definito, rappresenta l’indice quantitativo della dissimmetria di cui risulta affetta
Ü
Üç
quali è nulla la componente inversa, äv indica la asimmetria globale del sistema. La dissimmetria prodotta invece nella
la terna a causa della presenza di una componente omopolare non nulla. Ed è quindi chiaro che nei sistemi trifase nei
terna dalla presenza di una componente inversa non nulla, si valuta quantitativamente mediante un indice definito dal
Üv
äw =
Ü}
Nei sistemi puri nei quali come visto ÜŸ = 0 e äv = 0 (ad esempio sistemi a tre conduttori), äw indica ovviamente
l’asimmetria globale del sistema.
Pertanto, nei sistemi puri:
Üv
äw = èÜ Üv Ü}
}
0 0 ≠0 Terna simmetrica
∞ ≠0 0 Terna simmetrica senso ciclico inverso
= Ü} = Üv
I vettori della terna hanno tutti uguale direzione (ma
1 non uguale verso) e corrispondono, nel loro
complesso, ad un sistema monofase
0 , 0 0 le correnti di linea ed indichiamo con Ãé Ã, ÃéZ Ã ed Ãℐ Ã le matrici colonna dei vettori base delle rispettiva
le tensione di linea; con
0
Tensioni di linea Correnti di linea Tensioni di fase o stellate
à Zà = Å Å Ã0 à = Å0 Å Ã Ã=Å Å
0
Componenti simmetriche
éZŸ ℐŸ éŸ
ÃéZ Ã = ‖]‖ ∙ Ã Z Ã = ÅéZ} Å Ãℐ Ã = ‖]‖ ∙ Ã0 Ã = Åℐ} Å Ãé Ã = ‖]‖ ∙ Ã Ã = Åé} Å
éZv ℐë év
Figura 45
Nel particolare caso di sistemi simmetrici ed equilibrati, è ovvio che le componenti omopolare ed inversa di tutte le
terne di grandezze sono identicamente nulle e che, quindi, ogni terna si identifica con la propria componete simmetrica
di sequenza diretta.
0 0 0
ÃéZ Ã = ½ ½ Ãℐ Ã = ½0 ½ Ãé Ã = ½ ½
0 0 0
0 ℐŸ éŸ
ÃéZ Ã = ÅéZ} Å Ãℐ Ã = Åℐ} Å Ãé Ã = Åé} Å
éZv ℐë év
Figura 46
1̅ 1̅ 1̅
” ‖ ∙ ‖0 ‖
‖ ‖ = ‖1 ”‖ = Å1̅
‖1 1̅ 1̅ Å
1̅ 1̅ 1̅
dove
che lega i valori delle tensioni ai valori delle correnti, sostituiamo alle matrici delle tensioni e delle correnti, le loro
espressioni in funzione delle rispettive componenti simmetriche:
”‖ ∙ ‖S‖ ∙ Ãℐ Ã
‖S‖ ∙ Ãé Ã = ‖1
Premoltiplichiamo i due membri dell’uguaglianza ottenuta, per la matrice inversa delle sequenze:
Ricordando allora che il prodotto di una matrice per la sua inversa è uguale alla matrice unità (il cui prodotto per una
qualunque matrice dà, per risultato, la matrice stessa) e che, però, il prodotto fra matrici non gode della proprietà
commutativa, si ottiene la relazione:
Ãé Ã = ‖S‖ ”‖ ∙ ‖S‖ ∙ Ãℐ Ã
∙ ‖1
che rappresenta il legame tra le componenti simmetriche delle tensioni e quelle delle correnti.
1̅ 1̅ 1̅
1 1 1 1 1 1 1
‖S‖ ”‖ ∙ ‖S‖ =
∙ ‖1 ½1 m m ½ ∙ Å1̅ 1̅ 1̅ Å ∙ ½1 m m½
3
1 m m 1̅ 1̅ 1̅ 1 m m
L91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 9 1̅ + 1̅ + 1̅ ;M
1
= ÅL91̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 91̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + 1̅ ;M
3
L91̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 91̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + 1̅ ;M
L91̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + 1̅ ; + 9 1̅ + m 1̅ + m1̅ ;M
L91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + m1̅ ;M
L91̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + 1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + 1̅ + m1̅ ;M
Si ottiene quindi una matrice quadrata in cui i nove elementi si dicono impedenze di sequenza del sistema e la matrice:
Avremo quindi:
1
̅ =
í³³ L91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 91̅ + 1̅ + 1̅ ;M
3
1
í}³ ̅ = L91̅ + m1̅ + m 1̅ ; + 91̅ + m1̅ + m 1̅ ; + 9m1̅ + m 1̅ + 1̅ ;M
3
1
̅
ív³ = L91̅ + m 1̅ + m1̅ ; + 91̅ + m 1̅ + m1̅ ; + 9m 1̅ + m1̅ + 1̅ ;M
3
1
̅
í³} = L91̅ + m 1̅ + m1̅ ; + 9m 1̅ + m1̅ + 1̅ ; + 91̅ + m 1̅ + m1̅ ;M
3
1
í}} ̅ = L91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + m 1̅ ; + 9m1̅ + m1̅ + m1̅ ;M
3
1
ív} ̅ = L91̅ + m1̅ + m 1̅ ; + 9m 1̅ + 1̅ + m1̅ ; + 9m 1̅ + 1̅ + m1̅ ;M
3
1
íŸv̅ = L91̅ + m1̅ + m 1̅ ; + 9m1̅ + m 1̅ + 1̅ ; + 9 1̅ + m1̅ + m 1̅ ;M
3
1
í}v ̅ = L91̅ + m 1̅ + m1̅ ; + 9m1̅ + 1̅ + m 1̅ ; + 9m1̅ + 1̅ + m 1̅ ;M
3
1
ívv̅ = L91̅ + 1̅ + 1̅ ; + 9m1̅ + m1̅ + m1̅ ; + 9m 1̅ + m 1̅ + m 1̅ ;M
3
da cui
1
×í³³ ̅ = í}}
̅ = ívv̅ = 91̅ + 1̅ + 1̅ ;
Õ 3
1
̅ = í}Ÿ
í³v ̅ = ív}
̅ = 91̅ + m1̅ + m 1̅ ;
Ö 3
Õ ̅ 1
̅ ̅ 91̅ + m 1̅ + m1̅ ;
Ôí³} = í}v = ívŸ = 3
dove si è posto 1̅ = 1̅ , 1̅ = 1̅ e 1̅ = 1̅ .
Come può rilevarsi osservando le precedenti espressioni, i valori delle auto e mutue impedenze di sequenza
componenti simmetriche, alla terna di numeri complessi, 1̅ , 1̅ , 1̅ , rappresentativi delle impedenze delle fasi del
corrispondono, nel caso particolare in esame, al risultato che si otterrebbe applicando le formule di scomposizione in
carico. Per tale motivo, i tre valori ai quali si riducono le impedenze di sequenza per i carichi con le fasi indipendenti, si
dicono le componenti simmetriche del carico.
1
×î̅Ÿ∗ = 91̅ + 1̅ + 1̅ ;
Õ 3
1
î̅}∗ = 91̅ + m1̅ + m 1̅ ;
Ö 3
Õ ∗ 1 ̅
91 + m 1̅ + m1̅ ;
Ôî̅v = 3
Nel caso infine dei carichi con fasi indipendenti ed equilibrati 91̅ = 1̅ = 1̅ = 1̅; le precedenti componenti
simmetriche diretta ed inversa sono nulle; quindi le nove impedenze di sequenza si riducono alla sola componente
omopolare
î̅Ÿ∗ = 1̅
Ãé Ã = ‖íw̅ ‖ ∙ Ãℐ Ã
nel sistema una terna diretta di correnti ℐ}∗ , poi una terna inversa ℐv∗ , infine una terna omopolare ℐŸ∗ e misurando ogni
elementi della matrice, possono essere determinati sperimentalmente con semplici misure, inviando successivamente
volta le tensioni.
Indicando con
韟
∗
, é}Ÿ
∗
e évŸ∗ le componenti simmetriche delle tensioni misurate quando il sistema è percorso dalla sola terna
di correnti di sequenza omopolareℐŸ∗ ;
a)
b) éŸ}
∗
, é}}
∗
e év}∗
c) éŸv∗ , é}v
∗
e évv∗ le componenti simmetriche delle tensioni misurate quando il sistema è percorso dalla sola terna di
correnti di sequenza omopolare ℐv∗
̅ ℐŸ∗ + í³}
éŸ = í³³ ̅ ℐ}∗ + í³v ̅ ℐv∗
é} = í}³̅ ℐŸ + í}}
∗ ̅ ℐ} + í}v
∗ ̅ ℐv∗
̅ ℐŸ∗ + ív}
év = ív³ ̅ ℐ}∗ + ívv̅ ℐv∗
̅ = éææ
í³³
∗
韟
∗ ̅ ℐŸ∗
= í³³
∗ ℐæ
̅ = éïæ∗
ív³
∗
ℐæ
̅ = éæç
í³}
∗
̅ ℐ}∗ ̅ =
í}}
∗
b) é}} = í}}
∗ éçç
∗
ℐç
év} ̅ ℐ}∗
= í}v
da cui
∗
̅ =
í}v
∗
éïç
∗
ℐç
̅ = éæï∗
ív³
∗
éŸv∗ = ̅ ℐv∗
ív³ ℐï
̅ ℐv∗ ̅ = éçï
ív}
∗
é}v
∗
= ív} ∗ ℐï
évv∗ = ívv̅ ℐv∗
c) da cui
ívv̅ = ïï∗
∗
é
ℐï
Il sistema già scritto in precedenza:
Evidenzia che, ciascuna componente simmetrica delle tensioni è determinata contemporaneamente da tutte e tre le
componenti simmetriche delle correnti.
1
×í³³ ̅ = í}}
̅ = ívv̅ = 91̅ + 1̅ + 1̅ ;
Õ 3
1
̅ = í}Ÿ
í³v ̅ = ív}
̅ = 91̅ + m1̅ + m 1̅ ;
Ö 3
Õ ̅ 1
̅ ̅ 91̅ + m 1̅ + m1̅ ;
Ôí³} = í}v = ívŸ = 3
1
91̅ + 1̅ + 1̅ ;
sia
î̅Ÿ∗ =
3
1
î̅}∗ = 91̅ + m1̅ + m 1̅ ;
3
1
î̅v = 91̅ + m 1̅ + m1̅ ;
∗
3
le precedenti equazioni, espresse in funzione delle componenti simmetriche del carico, divengono:
éŸ = í³³ ̅ ℐ} + í³v
̅ ℐŸ + í³} ̅ ℐë = î̅Ÿ∗ ℐŸ + î̅v∗ ℐ} + î̅}∗ ℐë
¬é} = í}³ ̅ ℐ} + í}v
̅ ℐŸ + í}} ̅ ℐë = î̅}∗ ℐŸ + î̅Ÿ∗ ℐ} + î̅v∗ ℐë
̅ ℐŸ + ív}
év = ív³ ̅ ℐ} + ívv̅ ℐë = î̅v∗ ℐŸ + î̅}∗ ℐ} + î̅Ÿ∗ ℐë
Infine, per i carichi con fasi indipendenti ed equilibrati, indicando con 1̅ il valore comune delle impedenze delle fasi, la
legge di Ohm assume la forma:
Ãé Ã = 1̅ ∙ Ãℐ Ã
éŸ = 1̅ ℐŸ
¬é} = 1̅ℐ}
év = 1̅ ℐë
Vale a dire nei carichi equilibrati ogni componente simmetrica della terna delle tensioni è determinata solo dalla
corrispondente componente simmetrica della terna delle correnti.
Ì Ã0 9Ê; Ã = 0
Ê
Ì FÃ 9Ê;
à − Ã1̅9Ê; ÃÃ0 9Ê; ÃG = 0
Ê
Ì ‖]‖ ∙ Ãℐ 9Ê; Ã = 0
Ê
da cui
Ì Ãℐ 9Ê; Ã = 0
Ê
da cui:
Ì Ãℐ 9Ê; Ã = 0
Ê
Ì FÃé 9Ê;
à − ‖íw̅ ‖ ∙ Ãℐ 9Ê; ÃG = 0
Ê
Si rileva che hanno una forma perfettamente analoga e le seconde possono essere dedotte dalle prime, sostituendo alle
terne delle tensioni e delle correnti, le terne dei vettori base delle rispettive componenti simmetriche ed alle auto e
mutue impedenze, rispettivamente, le auto e mutue impedenze di sequenza.
Figura 47
Tale analogia formale consente, ai fini del calcolo, di poter sostituire al circuito reale un circuito ideale equivalente,
come quello di figura 47, che si chiama circuito equivalente di sequenza.
Effettuando il calcolo delle impedenze di sequenza (cfr. pag. 51) si rileva che nei sistemi fisicamente simmetrici tutte le
mutue impedenze di sequenza sono nulle e le autoimpedenze di sequenza sono:
̅ = 1̅ + 1ð|
í³³ ̅ = í³̅
̅ + 1ð}
̅ = 1̅ + m 1ð|
åí}} ̅ = í}̅
̅ + m1ð}
ívv = 1 + m1ð| + m 1ð} = ív̅
̅ ̅ ̅ ̅
í³̅ 0 0
‖íw̅ ‖ = Å 0 í}̅ 0Å
0 0 ív̅
E le relazioni fra le componenti simmetriche delle tensioni e delle correnti assumono la forma:
éŸ = í³̅ ℐŸ
¬é} = í}̅ ℐ}
év = ív̅ ℐë
Queste relazioni evidenziano che, diversamente da quanto visto per i sistemi dissimmetrici, nei sistemi fisicamente
simmetrici, ciascuna componente simmetrica della terna delle tensioni è determinata solo dalla corrispondente
componente simmetrica della terna delle correnti e viceversa.
E’ chiaro quindi che nel caso di sistemi fisicamente simmetrici, in virtù del principio di sovrapposizione degli effetti, il
circuito equivalente di sequenza può essere suddiviso in tre circuiti monofasi equivalenti, in ciascuno dei quali ogni
componente simmetrica di tensione agisce sulla corrispondente autoimpedenza di sequenza, generando la omonima
componente simmetrica di corrente (figura 48).
Figura 48
|]̅| = ‖ ‖ ∙ ‖0Í‖ = | ∙ 0_ + ∙ 0_ + ∙ 0_ |
Ü_Ÿ
‖] ̅ ‖ ∙ Ãp_Ã = Å Ü_v Å
Ü_}
e che
Abbiamo:
]̅ = ∙ 0_ + ∙ 0_ + ∙ 0_ =
= FéŸ + é} + év GFℐ_Ÿ + ℐ_v + ℐ_} G + FéŸ + m é} + mév GFℐ_Ÿ + m ℐ_v + mℐ_} G + FéŸ + mé} + m év GFℐ_Ÿ + mℐ_v + m ℐ_} G
= éŸ Fℐ_Ÿ + ℐ_v + ℐ_} + ℐ_Ÿ + m ℐ_v + mℐ_} + ℐ_Ÿ + mℐ_v + m ℐ_} G +
é} Fℐ_Ÿ + ℐ_v + ℐ_} + m ℐ_Ÿ + m < ℐ_v + m ℐ_} + mℐ_Ÿ + m ℐ_v + m ℐ_} G +
év Fℐ_Ÿ + ℐ_v + ℐ_} + mℐ_Ÿ + m ℐ_v + m ℐ_} + m ℐ_Ÿ + m ℐ_v + m < ℐ_} G
e notando che:
m = m³ = 1
m< = m
otteniamo:
Si ottiene
Cioè:
Da queste espressioni si deduce che la potenza attiva e quella reattiva sono determinate dalle sole combinazioni fra le
componenti simmetriche omonime delle tensioni e delle correnti.
X = 3Fé} ∙ ℐ} + év ∙ ℐv G
Y = 3Fé} ∧ ℐ} + év ∧ ℐv G
Quindi le potenze attiva e reattiva sono determinate dalle solo componenti diretta ed inversa delle tensioni e delle
correnti, cioè, come già rilevato, dipendono dalle sole tensioni di linea e sono indipendenti dal centro stella prescelto.
Consideriamo un sistema trifase e analizziamo la sezione nella quale si ha il guasto, indichiamo con 0 , 0 , 0 le
correnti di guasto
Ipotizziamo che:
, , = , = , =
il neutro sia a terra;
la terna sia simmetrica, cioè
+ + =0
in assenza di guasto si ha:
0 =0 =0 =0
Per cui:
1
×éŸ = F + + G = 0
Õ 3
1 F +m +m G=1 + +
< <
=
1
9 + + ;=
é} = 3 3
Ö 3
Õé 1F + m 1 < < 1 <
v=
+m G= + + = + + =0
Ô 3 3 3
( = = )
1
×òŸ = F0 + 0 + 0 G = 0
Õ 3
1
ℐ} = F0 + m0 + m 0 G = 0
Ö 3
Õℐ 1
F0 + m 0 + m0 G = 0
Ô v = 3
da cui:
ℐŸ = ℐ} = ℐv = 0
Figura 50a
=0 da cui = éŸ + é} + év = 0
0 =0 =0
1 1 1
quindi:
×òŸ = F0 + 0 + 0 G = F0 + 0 + 0G = 0
Õ 3 3 3
1 1 1
ℐ} = F0 + m0 + m 0 G = F0 + m0 + m 0G = 0
Ö 3 3 3
Õℐ 1 1 1
Ô v = 3 F0 + m 0 + m0 G = 3 F0 + m 0 + m0G = 3 0
Cioè:
1
ℐŸ = ℐ} = ℐv = 0
3
In conclusione
éŸ + é} + év = 0 ℐŸ = ℐ} = ℐv = 0
Queste condizioni sono soddisfatte collegando in serie le tre reti di sequenza (Figura 50b).
Figura 50b
Figura 50c
0 =0 =0
1 1 1
quindi:
×òŸ = F0 + 0 + 0 G = F0 + 0 + 0G = 0
Õ 3 3 3
1 1 1
ℐ} = F0 + m0 + m 0 G = F0 + m0 + m 0G = 0
Ö 3 3 3
Õℐ 1 1 1
Ô v = 3 F0 + m 0 + m0 G = 3 F0 + m 0 + m0G = 3 0
Cioè:
1
ℐŸ = ℐ} = ℐv = 0
3
In conclusione
éŸ + é} + év = 1̅ó 0 ℐŸ = ℐ} = ℐv = 0
Queste condizioni sono soddisfatte collegando in serie le tre reti di sequenza (Figura 50d).
Figura 50d
Figura 51a
=0 da cui = =
0 =0 e 0 = −0
Quindi:
1 1
×éŸ = F + + G= F + + G
Õ 3 3
1 1
é} = F +m +m F G= +m +m G
Ö 3 3
Õé 1 1
Ô v= 3F +m +m G= F
3
+m +m G = é}
1 1
×òŸ = F0 + 0 + 0 G = F0 − 0 + 0 G = 0
Õ 3 3
1 1
ℐ} = F0 + m0 + m 0 G = F0 − m0 + m 0 G
Ö 3 3
Õℐ 1 1
Ô v = 3 F0 + m 0 + m0 G = 3 F0 − m 0 + m0 G = −ℐ}
In conclusione
év = é} òŸ = 0 ℐv = −ℐ}
Queste condizioni sono soddisfatte collegando in parallelo le due reti di sequenza diretta ed inversa e lasciando aperta
quella di sequenza omopolare (Figura 51b).
Figura 51b
Figura 52a
= =0
0 =0 e 0 = −0
Quindi:
1 1 1
×éŸ = F + + G= F + 0 + 0G =
Õ 3 3 3
1 1 1
é} = F +m +m G=
F + m0 + m 0G =
Ö 3 3 3
Õé 1 1 1
Ô v = 3F +m +m G = F
3
+ m 0 + m0G ==
3
1 1
×òŸ = F0 + 0 + 0 G = F0 − 0 + 0 G = 0
Õ 3 3
1 1
ℐ} = F0 + m0 + m 0 G = F0 − m0 + m 0 G
Ö 3 3
Õℐ 1 1
Ô v = 3 F0 + m 0 + m0 G = 3 F0 − m 0 + m0 G = −ℐ}
In conclusione
éŸ = é} = év = òŸ + ò} + òv = 0
Queste condizioni sono soddisfatte collegando in parallelo le tre reti di sequenza diretta, inversa e omopolare (Figura
52b).
Figura 52b
Figura 53a
= = =0 da cui = = =
0 +0 +0 =0
Quindi:
1 1
×éŸ = F + + G=F + + G=
Õ 3 3
1 1 1
é} = F +m +m G= F +m +m G= 91 + m + m ; = 0
Ö 3 3 3
Õé 1 1 1
91 + m + m; = 0
Ô v= 3F +m +m G= F +m +m G =
3 3
1 1
×òŸ = F0 + 0 + 0 G = F0 + 0 + 0 G = 0
Õ 3 3
1
ℐ} = F0 + m0 + m 0 G
Ö 3
Õℐ 1
Ô v = 3 F0 + m 0 + m0 G
In conclusione
é} = év = 0 òŸ = 0
Queste condizioni sono soddisfatte cortocircuitando le reti di sequenza diretta e di sequenza inversa e lasciando aperta
la rete di sequenza omopolare (Figura 53b).
Figura 53b
Figura 54a
= = =0
Quindi:
1 1
×éŸ = F + + 90 + 0 + 0; = 0
G=
Õ 3 3
1 1
é} = F +m + m G = 90 + m0 + m 0; = 0
Ö 3 3
Õé 1 1
Ô v= 3F +m + m G = 90 + m 0 + m0; = 0
3
Queste condizioni sono soddisfatte cortocircuitando le tre reti di sequenza diretta, di sequenza inversa e di sequenza
omopolare (Figura 54b).
Figura 54b