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Care sorelle, cari fratelli,
solo pochi giorni dopo le feste che per noi trovano la loro fine con
il 6 gennaio, la festa dell'epifania, o come si dice qui, la befana,
facciamo un bel salto, il salto dalla stalla di Betlemme al Gesù
adulto, dal bambino nella mangiatoia all'uomo battezzato da
Giovanni Battista.
Non c'è una transizione dolce, non ci sono racconti di un Gesù in
mezzo alla sua famiglia, il Gesù giovane, ragazzo, se non le poche
righe di Luca che ci descrivono il Gesù 12enne nel tempio1. Noi
oggi invece ci interessiamo per l'infanzia delle persone e ci
chiediamo: quali sono gli amici del ragazzo, chi è il suo primo
amore e così via.
Agli evangelisti non interessa tutto ciò. Loro invece vogliono
raccontare l'uomo Gesù, colui che intraprende un viaggio, un
viaggio che inizia con il suo battesimo nel Giordano e che prende
la sua fine sulla croce fuori le porte di Gerusalemme. Scrivono di
un Gesù che vive una relazione unica con Dio e fa di tutto per
coinvolgere le persone del suo tempo in quella relazione speciale
con Dio per fare sì che anche la relazione fra di loro possa
cambiare.
E' l'uomo Gesù che interessa, e infatti, l'Evangelo di Marco e
anche quello di Giovanni non parlano nemmeno della nascita,
sono Matteo e Luca che lo fanno, ma non per interesse biografico.
Loro, con il racconto della nascita scrivono quasi un'ouverture.
E un'ouverture che cosa è? E' l'inizio di un'opera musicale in cui si
trovano già tutti gli elementi e i temi dell'opera stessa. L'uomo
minacciato dai potenti di turno.
Oggi, nella lettura biblica dell'Evangelo abbiamo letto il brano del
1 Luca 2:4152
battesimo di Gesù, il nostro brano parla invece dell'inizio
dell'attività di Gesù come predicatore, leggiamo in Matteo 4:12
17:
12 Gesù, udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritirò
in Galilea.
13 E, lasciata Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città sul
mare, ai confini di Zabulon e di Neftali, 14 affinché si adempisse
quello che era stato detto dal profeta Isaia:
15 «Il paese di Zabulon e il paese di Neftali,
sulla via del mare, di là dal Giordano,
la Galilea dei pagani,
16 il popolo che stava nelle tenebre,
ha visto una gran luce;
su quelli che erano nella contrada e nell'ombra della morte
una luce si è levata».
17 Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire:
«Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Avete sentito? La predicazione di Gesù è la stessa di Giovanni
Battista, anche Giovanni Battista predica: Ravvedetevi, cambiate
la vostra vita, date una svolta alla vostra esistenza.
Sia Giovanni2 sia Gesù3 sono quindi predicatori di una svolta, di
ravvedimento, predicatori che invitano a cambiare rotta, anzi, a
cambiare la rotta della propria vita.
Anche ai nostri giorni ci sono tanti predicatori di una svolta,
persone che ci invitano a cambiare vita.
Se volete evitare la grande catastrofe dovete cambiare la politica
energetica. Se volete che anche i vostri nipoti possano popolare la
2 Matteo 3:2«Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino». È la predicazione di Giovanni
3 Matteo 4:17 «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino» predicazione di Gesù
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terra, dovete cambiare il sistema finanziario del mondo. Se volete
un mondo più giusto che non finisca nel caos dovete cambiare
radicalmente il sistema economico mondiale. Se non volete una
crescita sempre maggiore di persone con malattie psichiche,
dovete cambiare le condizioni di vita e di lavoro.
Ma fra la predicazione di Giovanni Battista e Gesù e quella dei
predicatori di oggi c'è una bella differenza: Giovanni e Gesù non
reagiscono a delle catastrofi, non sono profeti di sciagure, ma
hanno un punto di partenza positivo: il Regno di Dio è vicino.
La loro predicazione dice: preparatevi al fatto che Dio sta per
instaurare il suo governo, siate pronti per il nuovo mondo, luogo
in cui la volontà di Dio si fa strada. Dio vuole cambiare il mondo,
Dio vuole che il mondo sia diverso, un mondo giusto e senza
egoismi personali o di categoria.
Un messaggio, questo, che non parte dalla catastrofe ma
dall'arrivo di una cosa nuova, il Regno di Dio, che tradotto nelle
categorie di Gesù significa: cambiate rotta, uscite dal vostro
guscio, non isolatevi, non pensate solo a voi, Dio vuole entrare
nella vostra vita, vuole la relazione con voi e così rivoluzionare le
vostre relazioni con gli altri.
E' un messaggio che dopo la risurrezione di Gesù ha fatto il giro
del mondo, per ben 2000 anni.
Ma se oggi abbiamo ancora bisogno di predicare il ravvedimento,
se oggi siamo ad un punto in cui andiamo verso delle catastrofi
enormi e se oggi ci sono tanti profeti di sciagura che tentano di
farci cambiare rotta, ci dobbiamo chiedere: un messaggio che
dopo 2000 anni di predicazione non ha cambiato niente non è alla
fine un'illusione?
Il mondo non è cambiato, Dio non sembra affatto più vicino, il
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mondo sembra molto peggiorato, la quantità e la qualità di ciò che
rende difficile la vita di ciascuno e ciascuna di noi sembra
aumentata.
Sullo sfondo di un mondo sempre più allo sbando trovo notevole il
fatto che Gesù inizi la sua attività con una predicazione e un
messaggio che sembra già superato perché continua solo la
predicazione di Giovanni Battista, uno che alla fine ha pure pagato
con la sua vita.
Giovanni Battista ha predicato un ravvedimento, ed è finito in
galera e poi è anche stato decapitato. Giovanni ha pagato cara la
sua predicazione del Regno di Dio perché il potente di turno –
Erode – accusato da Giovanni di abuso di potere, usa il proprio il
suo potere e mette a tacere la voce scomoda di Giovanni.
E ora Gesù continua sulla stessa scia come non ci fosse successo
niente?
Non affatto!
Certo, Gesù riprende la predicazione di Giovanni, ma lo fa in un
contesto diverso e nuovo: Giovanni predica nel deserto e battezza
nel Giordano, vive in modo ascetico la sua esistenza profetica e
aspetta che la gente venga da lui per dare una svolta alla propria
vita e aprirsi alla volontà di Dio.
Gesù invece non esce dal mondo, ma vive in mezzo alla gente. Si
trasferisce da Nazareth a Capernaum inoltrandosi così ancora di
più nella Galilea dei pagani, come la chiama il profeta, nella
Galilea che sembra una zona lontana dalla luce della capitale,
profonda provincia, luogo in cui la popolazione oramai sembra
aver ceduto ad un sincretismo o almeno ad un'esistenza
multiculturale: accanto ai farisei ortodossi, la maggioranza della
popolazione è aperta alle usanze anche religiose dei attuali padroni
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pagani. Proprio la gente di Capernaum viene vista in modo
negativo.
E' lì che Gesù inizia la sua predicazione.
Qui, dove il Regno di Dio sembra assai lontano, Gesù predica
l'arrivo di Dio, un Dio che non si fa conoscere come colui che
distrugge tutto ciò che non gli va, un Dio che non fa piazza pulita,
no Gesù è convinto di portare Dio per mezzo della sua
predicazione e delle sue azioni in mezzo a quel popolo
dimenticato.
Già nel sermone sul monte che segue il nostro brano, invita la
gente di dare dei segni concreti di un Dio che vuole relazionarsi
con noi e guarire le relazioni storte di questo mondo.
L'annuncio, il messaggio del Regno di Dio non vuole essere
predicato e vissuto al di là delle nostre esistenze ed esperienze, nel
deserto al Giordano, per così dire, l'annuncio del Regno di Dio
vuole entrare nel nostro mondo, in un mondo in cui il futuro
sembra sempre più buio.
In mezzo ad un mondo in cui le relazioni umane diventano un
bene sempre più raro, in cui ciascuno sembra vivere nella propria
gabbia e non interessarsi dell'altro entra Dio e vuole cambiare il
mondo non dall'alto in basso ma dal basso, insieme a noi.
A questo punto torno ai profeti dei nostri tempi. Loro partono
dalle catastrofi del mondo per cambiare rotta e permettere al
mondo di sopravvivere per tante generazioni.
Il messaggio di Gesù parte, come detto, dal Regno di Dio, ma
comunque i due messaggi sono parenti fra di loro, perché chi si
apre alla relazione con Dio e si relaziona di conseguenza con gli
uomini e le donne e anche con la natura, diventa un segno per la
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giustizia, la pace e la salvaguardia del creato. Sempre di nuovo,
ma lo diventa perché parte da Dio, dal positivo e non dalle
catastrofi.
La via di Gesù è questa, la via su cui Dio ci vuole incontrare e far
crescere il suo Regno anche per mezzo nostro. Amen.
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