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La ghiandola tiroide è posta davanti alla trachea ed è costituita da due lobi collegati
da una regione detta istmo. La tiroide produce due tipi di ormoni: l’ormone tiroideo,
che controlla il metabolismo cellulare, e la calcitonina che regola la calcemia, cioè il
tasso di calcio presente nel sangue. Nel controllo della calcemia interviene anche
l’ormone paratiroideo prodotto dalle paratiroidi, quattro piccole formazioni
ghiandolari addossate simmetricamente alla superficie dorsale della tiroide.
La tiroide è formata da strutture sferoidali cave dette follicoli entro i quali è contenuta una
sostanza chiamata colloide. Nelle pareti dei follicoli sono presenti due tipi di cellule che
producono due tipi di ormoni (▶figura 10):
1. I tireociti, disposti attorno al lume follicolare, producono il cosiddetto ormone
tiroideo (TH), che è in realtà una miscela di due molecole chiamate tiroxina e
triiodotironina: la tiroxina (o tetraiodotironina, T4) è costituita da due molecole
dell’amminoacido tirosina legate a quattro atomi di iodio; la triiodotironina (o
T3) ha la stessa struttura della tiroxina ma contiene solo tre atomi di iodio (▶figura
11).
2. Le cellule C, che si trovano fra i tireociti e non si affacciano verso il lume, secernono la
calcitonina.
I due ormoni hanno funzioni diverse e del tutto indipendenti, che studieremo separatamente.
Questi meccanismi sono controllati dalla calcitonina, dall’ormone paratiroideo (prodotto dalle
paratiroidi) e dalla vitamina D. Questa vitamina non viene prodotta da ghiandole endocrine ma
dalla pelle, e agisce su stimolo del paratormone. La calcitonina e l’ormone paratiroideo sono
invece ormoni antagonisti: vengono prodotti in risposta a stimoli opposti e l’uno agisce in senso
contrario rispetto all’altro. Le loro azioni contribuiscono al mantenimento dell’omeostasi per
quanto riguarda il calcio:
La calcitonina riduce la calcemia.
La calcitonina, che come abbiamo detto è prodotta dalla tiroide, agisce a più livelli (▶figura 12):
aumenta la perdita di calcio attraverso le urine; inibisce l’attività degli osteoclasti e incrementa il
deposito nel tessuto osseo; diminuisce l’assorbimento di calcio a livello gastroenterico.
La produzione di calcitonina diminuisce con l’età; perciò nell’adulto il ruolo di questo ormone
nell’omeostasi del calcio è marginale.
L’ormone paratiroideo aumenta la calcemia.
Nella nostra specie, l’ormone paratiroideo, detto anche PTH o paratormone, è la molecola chiave
della regolazione dell’omeostasi del calcio e viene prodotto dalle cellule delle paratiroidi.
Queste cellule presentano chemiorecettori che monitorano la concentrazione di calcio nel sangue:
quando la calcemia aumenta, questi chemiorecettori inibiscono la sintesi e il rilascio di
paratormone; viceversa, una diminuzione dei livelli di calcio sortisce effetti opposti.
Il paratormone aumenta la calcemia grazie a diversi meccanismi: attiva il rimodellamento
osseo, stimola il rene a riassorbire il calcio e ne aumenta l’assorbimento a livello intestinale;
quest’ultimo effetto viene mediato dal calcitriolo, una molecola derivante dalla vitamina D che
viene prodotta sotto lo stimolo del PTH.
La vitamina D agisce come un vero e proprio ormone
Con il termine vitamina si intende una sostanza di cui l’organismo ha bisogno, seppur in piccola
quantità, ma che non è in grado di sintetizzare da solo; pertanto, le vitamine devono essere
assunte con la dieta. Dal momento però che l’organismo dispone delle vie metaboliche per
sintetizzare la vitamina D, di fatto questa sostanza non è una vitamina in senso stretto.
In passato, era frequente osservare una maggior fragilità ossea nelle popolazioni che
risiedevano a latitudini elevate, dove d’inverno l’esposizione alla luce solare è breve e la dieta è
povera di carne, pesce, latticini e verdure fresche. Dal momento che questa condizione poteva
essere sanata dall’assunzione di olio di fegato di merluzzo (che è particolarmente ricco di
vitamina D), per lungo tempo si è creduto che in questa situazione fosse in gioco una sostanza
che veniva fornita con la dieta.
Oggi sappiamo invece che la vitamina D viene sintetizzata nella pelle a partire dal colesterolo
per effetto della radiazione ultravioletta; una volta sintetizzata, la vitamina D può venire
rilasciata nel circolo sanguigno e raggiungere cellule bersaglio distanti dalla pelle dove agisce di
fatto come un ormone.
In realtà, la molecola di vitamina D così come è rilasciata dalla cute non possiede un’elevata
attività biologica; tuttavia, nel suo passaggio attraverso il fegato viene modificata e si trasforma
nella forma attiva, il calcitriolo, che svolge diverse funzioni:
● aumenta l’assorbimento di calcio da parte delle cellule dell’intestino;
● nei reni, riduce l’eliminazione del calcio con le urine;
● aumenta la mobilizzazione degli ioni calcio dalla matrice ossea;
● esercita un feedback di tipo negativo sulle cellule delle paratiroidi riducendo la
produzione di PTH.