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C’E’ CHI DICE “L’UNIVERSO ERA UN PUNTO” SE HO FINITO DI PARLARE METTO UN PUNTO

SEMBRA STRANO SIA PROPRIO COSI’ SON CURIOSO ALLORA SERVE UN ALTRO
QUEL CHE E’ CERTO CHE PUNTI NE PUNTO
VEDIAMO DUE PUNTI PER FARTI STARE ATTENTO
E NE TOCCHIAMO O TRE PUNTI PER LASCIARTI PENSARE
E IN QUESTA CANZONE LI CANTIAMO
MA IL PUNTO CHE COS’E’
OGNI COSA HA UN PUNTO DI PARTENZA UN TIPO COME ME
SE NON SEI FINITO IN UN PUNTO MORTO UN GIORNO TRISTE UN ALTRO ALLEGRO
C’E’ UN PUNTO DI ARRIVO PUNTO E BASTA UNICO PER ME
FAI UN SALTO E IL PUNTO DICE STOP MA IL PUNTO SAI QUAL E’
IO ME LO CHIEDO SE
MA IL PUNTO CHE COS’E’ LA NOTTE E’ SCESA E SONO SVEGLIO
UN TIPO COME ME A GUARDARE IN ME
UN GIORNO TRISTE UN ALTRO ALLEGRO MI CHIEDO POI PERCHE’ PUNTO
UNICO PER ME
MA IL PUNTO SAI QUAL E’
IO ME LO CHIEDO SE
LA NOTTE E’ SCESA E SONO SVEGLIO
A GUARDARE IN ME
MI CHIEDO POI PERCHE’
PUNTO

PASSERELLE A POIS

Il dittatore

Un punto piccoletto Le parole protestarono: Tutto solo a mezza pagina


superbioso e iracondo “Ma che grilli ha pel capo? lo piantarono in asso
“Dopo di me – gridava – Si crede un Punto-e-basta, e il mondo continuò
verrà la fine del mondo!” e non è che un Punto-e-a-capo”. una riga più in basso.i

Con i bambini, una storia sul punto non può non prevedere questa bellissima filastrocca di Gianni
Rodari. Così come per i grandi è impossibile sottrarsi dal citare “Tutto in un punto “ di Italo
Calvinoii:
“Attraverso i calcoli iniziati da Edwin P. Hubble sulla velocità d’allontanamento delle galassie, si può
stabilire il momento in cui tutta la materia dell’universo era concentrata in un punto solo, prima di
cominciare a espandersi nello spazio. La ‘grande esplosione’ (big bang) da cui ha avuto origine l’universo
sarebbe avvenuta circa 15 o 20 miliardi d’anni fa.
Si capisce che si stava tutti lì, - fece il vecchio Qfwfq – e dove, altrimenti? Che ci potesse essere lo spazio,
nessuno ancora lo sapeva. E il tempo, idem: cosa volete che ce ne facessimo, del tempo, stando lì pigiati
come acciughe? Ho detto ‘pigiati come acciughe’ tanto per usare un’immagine letteraria: in realtà non c’era
spazio nemmeno per pigiarci.
Ogni punto d’ognuno di noi coincideva con ogni punto di ognuno degli altri in un punto unico che era
quello in cui stavamo tutti. Insomma, non ci davamo nemmeno fastidio, se non sotto l’aspetto del carattere,
perché quando non c’è spazio, aver sempre tra i piedi un antipatico come il signor Pber Pber è la cosa più
seccante. Quanti eravamo? Eh, non ho mai potuto rendermene conto nemmeno approssimativamente. Per
contarsi, ci si deve staccare almeno un pochino uno dall’altro, invece occupavamo tutti quello stesso punto.
Al contrario di quello che può sembrare, non era una situazione che favorisse la socievolezza; so che per
esempio in altre epoche tra vicini ci si frequenta; lì invece, per il fatto che vicini si era tutti, non ci si diceva
neppure buongiorno o buonasera”.
 Rarefazione e condensazione
A partire proprio dal racconto di Calvino e dalla nascita dell’universo mettiamo in
scena questi concetti:

facendo un’improvvisazione di gruppo che abbia come schema i tre momenti della
piccola partitura scritta qui sopra con le relative trasformazioni (frecce).
Occupiamo lo spazio in modo che ciascuno sia il più possibile distante dagli altri. Tutti
gli esecutori hanno una coppia di strumenti ( claves o legnetti, pietre... o anche
semplicemente schiocchi di dita, di mani) che producano suoni brevi e quindi punti
sonori. Ogni esecutore fa un gesto-suono in momenti diversi e per ottenere una
rarefazione, ciascuno conta fino a venti prima di eseguire il secondo suono e poi fino a
diciannove per il terzo... e via via il gruppo si avvicina fino ad ottenere una
condensazione sonoro-spaziale-gestuale. A questo punto siamo pronti a far nascere un
nuovo universo e per andare verso un’altra rarefazione.
Dall’opposizione rarefazione/condensazione e con le relative trasformazioni indicate
dalle due frecce si possono mimare ed affrontare concetti riferiti al cielo, alle stelle ed
al cosmo, ma anche alle aggregazioni molecolari, come i vari stati dell’acqua.

 Solo punti
Su www.atelierdimusica.it trovi un gioco che ti permette di disegnare usando solamente
punti colorati, stampare le tue creazioni e altro ancora.

 Pittura puntiforme
La tecnica di pittura utilizzata dagli aborigeni australiani è inconfondibile: intingono la
punta di un bastoncino nel colore e, con una serie di punti giustapposti, dipingono le
loro creazioni artistiche. Sperimentiamola. Adesso che abbiamo visto l’effetto che fa
proviamo a osservare alcuni quadri di Georges Seurat che ha descritto il mondo con
miriadi di puntini colorati (www.abcgallery.com/S/seurat/seurat). Questo periodo
pittorico ha preso il nome di ‘Puntinismo’.

E poi per ritornare sul musicale ricordatevi del “Puntillismo”, ma questa è un’altra storia! Il
punto l’ha esplorato Kandinsky sia nei sui scritti iii, che nei suoi quadri, ma qui ho scelto un bel
“gioco” di Bruno Munari iv che ricalco ed è facilmente realizzabile con i bambini. Prendiamo un
cartoncino, facciamo dei piccoli fori belli tondi per poter replicare sempre la stessa forma e il
medesimo numero di punti e incominciamo il nostro “viaggio nella fantasia”:

E se provassimo a suonare i diciannove punti seguendo queste forme?

Note e micro-bibliografia

RODARI G., Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi, Torino, 1960


CALVINO I., Le cosmicomiche, A.Mondadori, Milano, 2002
KANDINSKY W., Punto linea superficie, Adelphi,1968
MUNARI B., Viaggio nella fantasia, Corraini, Mantova 1999
i

ii
iii
iv

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