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CAP.

20

- I FALLIMENTI MILITARI DELL’ITALIA

Una volta entrata in guerra (10 Giugno 1940), l’Italia rivolse la propria offensiva principalmente i
Nordafrica e nei Balcani, registrando vistosi insuccessi. Hitler dovette mandare in aiuto un corpo di
spedizione in Africa, guidato da Erwin Rommel, per riconquistare le posizioni perdute. Nell’Ottobre
dello stesso anno, Mussolini inviò i militari anche in Grecia. I Greci seppero resistere e i soldati vennero
ricacciati in Albania (occupata dagli Italiani nel 1939). I Tedeschi dovettero intervenire, per riportare la
regione sotto il loro controllo. Le conseguenze di questi insuccessi furono la progressiva subordinazione
dell’Italia nei confronti della Germania e la crescita del dissenso interno verso le scelte di Mussolini.

- IL TENTATIVO DI INVASIONE DELLA GRAN BRETAGNA

Nell’estate del 1940 Hitler lanciò contro la Gran Bretagna l’operazione “Leone marino”, per invadere l’isola.
In Maggio, però, era diventato primo ministro Winston Churchill, determinato a contrastare la potenza
tedesca od ogni costo. I Tedeschi bombardarono i punti strategici delle città inglesi, ma l’aviazione inglese
(RAF, Royal Air Force) seppe contrastare gli attacchi nemici (Battaglia d’Inghilterra). Nonostante le
distruzioni, il Paese seppe resistere e il progetto d’invasione della Gran Bretagna si risolse nel primo
fallimento militare di Hitler. Gli Inglesi, inoltre, potevano contare sui rifornimenti navali degli USA (che non
erano ancora entrati in guerra).

- L’OPERAZIONE BARBAROSSA

Nell’estate del 1941, Hitler lanciò l’attacco all’Unione Sovietica: l’”Operazione Barbarossa”. Stalin fu colto di
sorpresa e il 22 Giugno 1941 i Tedeschi entrarono in territorio russo, travolgendo le armate sovietiche. Alla
spedizione partecipò anche un contingente italiano, formato da 60000 uomini, che nel 1942 diventerà
ARMIR= Armata Italiana in Russia, con 230000 uomini.

- IL FALLIMENTO DELL’ OPERAZIONE BARBAROSSA

Dopo un sbandamento iniziale, l’esercito sovietico si riorganizzò e la stessa popolazione si riunì in


bande partigiane. Fu però il terribile inverno russo a mettere in difficoltà le truppe tedesche, che
dovettero sospendere le attività. Le ostilità ripresero nella primavera del 1942. In Agosto i Tedeschi
giunsero ad assediare Stalingrado sul fiume Volga. La difesa della città divenne il simbolo della
liberazione contro i Tedeschi e fu fatale per l’esercito di Hitler. Proprio da Stalingrado partì la
controffensiva russa: i Tedeschi furono costretti a ritirarsi e ad arrendersi, il 2 Febbraio 1943. Anche le
truppe italiane dovettero ritirarsi al costo di perdite altissime.

- L’INTERVENTO DEGLI STATI UNITI


Nel 1941 si aprì anche un nuovo fronte di guerra nell’Oceano Pacifico: il 7 Dicembre 1941 gli aerei
dell’aviazione giapponese attaccarono e affondarono larga parte della flotta americana, a Pearl
Harbor, nelle isole Hawaii. Il giorno successivo gli Stati Uniti dichiararono guerra al Giappone. Con
l’ingresso degli Stati Uniti in guerra, il conflitto diventa mondiale. Alla metà del 1942 le potenze
dell’Asse (Germania-Italia-Giappone) raggiunsero la massima espansione in Europa, Africa, Estremo
Oriente. Il 1942, tuttavia, segnò una svolta nell’andamento della guerra: Germania, Italia e
Giappone subirono sconfitte decisive su tutti i fronti.

- LA CONTROFFENSIVA ANGLOAMERICANA NEL MEDITERRANEO E NEL PACIFICO

Nella primavera del 1943 gli eserciti angloamericani (Gran Bretagna e USA) conquistarono il fronte
nordafricano, dopo aver sconfitto, nell’Ottobre 1942, a El Alamein, una sconfitta decisiva alle truppe italo-
tedesche. Nel giro di pochi mesi le truppe dell’Asse dovettero arrendersi. Nel frattempo, gli Alleati
(esercito di Gran Bretagna e USA, ma anche Unione Sovietica) sbarcarono in Sicilia, nel Luglio del 1943 e il
25 Luglio del 1943, con la seduta del Gran Consiglio del Fascismo, Mussolini viene costretto a dimettersi.
Sul fronte del Pacifico, la flotta nipponica, che si era espansa fino al 1942, venne sconfitta nella battaglia
delle isole Midway. I Giapponesi vennero sconfitti ripetutamente e nell’ultima fase del conflitto
utilizzarono squadriglie di piloti suicidi (Kamikaze= vento divino), che si lanciavano in picchiata sulle
portaerei americane, imbottiti di esplosivo.

- L’EUROPA DOMINATA DAI NAZISTI

I Nazisti, coerentemente con gli ideali e i progetti di Hitler, attuarono lo sfruttamento dei territori
occupati: le industrie passarono sotto il controllo tedesco. Migliaia di lavoratori furono deportati
forzatamente e costretti a lavorare negli stabilimenti tedeschi. Le forze di occupazione tedesche,
appoggiate dalla Gestapo (Sigla di Geheime Staatspolizei «polizia segreta di Stato», uno dei più potenti e
spietati apparati repressivi del Terzo Reich hitleriano. Costituita nel 1933 in Prussia come polizia politica da
H. Goering, l’anno successivo estese la sua attività su tutto il territorio tedesco. Nel 1936 fu inquadrata nel
nuovo Ufficio supremo per la sicurezza del Reich, controllato dalle SS, e passò alle dirette dipendenze di R.
Heydrich (dal 1943 di E. Kaltenbrunner). Estesa ai territori occupati nel 1943, nel 1944 assorbì i servizi di
controspionaggio. Ebbe poteri illimitati e fu indipendente dalle autorità sia amministrative sia giudiziarie. Il
tribunale di Norimberga (1945-46) dichiarò la G. organizzazione criminale), instaurarono un regime di
terrore. Milioni di persone, che si opponevano al regime o appartenevano alle cosiddette “razze inferiori”,
vennero deportate nei campi di concentramento e di sterminio.

- I LAGER: LE FABBRICHE DELLA MORTE

I campi di concentramento e di sterminio nazisti, i cosiddetti lager, rappresentano uno dei capitoli più
drammatici dell’umanità. In questi luoghi si consumò uno spaventoso genocidio (sistematica distruzione di
una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa). I lager, sorti nel 1933 furono utilizzati
come strumento per annientare tutti coloro che venivano definiti “nemici oggettivi”. L’annientamento
prevedeva la distruzione dell’identità, della dignità e della vita stessa dei prigionieri (Tra gli 8 e i 10 milioni
di prigionieri, soprattutto Ebrei, ma anche oppositori politici, zingari, omosessuali e criminali sia tedesche
che deportati dai Paesi occupati).

- LA “SOLUZIONE FINALE” DELLA QUESTIONE EBRAICA

La campagna antisemita (avverso agli Ebrei e alle loro istituzioni) raggiunse il culmine tra il 1942 e il 1943,
quando Hitler decise di attuare la “soluzione finale” della questione ebraica, che prevedeva lo sterminio di
massa degli Ebrei europei. L’eliminazione di massa è noto anche con il termine “Shoah” (catastrofe). La
soluzione finale venne messa in atto on fredda determinazione e spietata precisione. Vennero costruiti
ghetti (luoghi simbolo della segregazione degli Ebrei), in attesa di deportarne gli abitanti nei lager. I loro
beni furono sequestrati dall’esercito tedesco.

- L’ORRORE DELLA SHOAH

I deportati venivano spogliati di tutti i loro averi personali; trasportati verso i lager su carri bestiame; giunti
a destinazione, venivano distinti in abili al lavoro e inabili: quest’ultimi venivano mandati subito alle camere
a gas. Gli abili al lavoro venivano costretti a lavorare fino allo stremo delle forze, a subire i maltrattamenti
più atroci, a patire la fame, il freddo, le malattie, fino a morire. Altri morirono in seguito agli orrendi
esperimenti medici cui furono sottoposti, come cavie da esperimento. Nessuno conosceva il numero delle
persone uccise; nulla di concreto fu tentato, per impedire la tortura e l’assassinio di milione di persone.
Solo al termine del conflitto, quando le truppe alleate entrarono nei lager, il mondo prese coscienza di
questa atroce realtà, nonostante i Nazisti avessero tentato di nascondere le prove. Pochissimi i
sopravvissuti, di cui molti si suicidarono.

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