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Osservazione n.

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OSSERVAZIONE DI CARATTERE GENERALE

EDILIZIA POPOLARE

Si osserva che molti cittadini e cittadine gallaratesi hanno difficoltà a trovare un’idonea
abitazione, nonostante la grande quantità di appartamenti costruiti e in costruzione. Sono
ormai presenti in città situazioni di vera emergenza abitativa con famiglie che hanno
materialmente perso il proprio alloggio.
Da tempo il costo per l’acquisto e per l’affitto è fuori dalla portata di molte persone e molte
famiglie. Nell’ultimo bando, sono 663 le famiglie in graduatoria per l’assegnazione di casa
popolare. La diffusione della precarietà e la crisi economica, che non ha risparmiato
Gallarate, hanno ulteriormente aggravato la situazione tanto da fare presumere un
aumento delle domande nei prossimi anni.

Il Piano del Governo del Territorio (PGT) individua 4 aree per l’edilizia economica
popolare. Si tratta di aree attualmente verdi, in spazi periferici della città, presso altre zone
di edilizia popolare, adiacenti ad aree destinate dallo stesso PGT a sviluppo industriale e
della logistica e contigue alla ferrovia e all’autostrada.

Si prosegue nel perpetrare le scelte edilizie degli anni ‘70 e ’80, che hanno mostrato tutta
la propria inadeguatezza. Le case ERP vengono progettate ai margini, aggiungendo allo
svantaggio economico anche la marginalizzazione sociale. E’ una visione classista
dell’urbanistica e della città: chi ha i soldi vivrà in centro, in zone pedonali a cui
naturalmente potrà accedere in auto in qualità di residente, con offerte culturali a portata di
mano e di portafoglio, servizi e negozi di vicinato; chi è povero starà ai margini, nei
quartieri periferici che più subiscono i tagli di bilancio, distante dai servizi e dagli occhi dei
“signori”, in ambienti architettonicamente poveri e degradati, nel caldo estivo del cemento
e nel freddo invernale delle strade mal spazzate dalla neve.
Una delle aree destinate a Peep è pure attraversata da un elettrodotto. In un’epoca dove
ormai si conoscono i rischi per la salute dovute all’esposizione a inquinamento
elettromagnetico, si crede forse che la vita delle persone con difficoltà economiche vada
meno tutelata e sia di minor valore?

L’identificazione di tali aree, inoltre, non determina automaticamente la reale costruzione


delle case popolari: dipenderà dalla presenza (o assenza) di contributi statali, dai destini
delle aree di trasformazione del PGT, di quanto i privati vorranno investire nel settore.
Mentre il bisogno di un alloggio è per molti un bisogno immediato, un’esigenza concreta
che chiede una rapida soddisfazione, le scelte del PGT rimandano a un dopodomani
ghettizzante e neppure certo.

Si chiede di inserire anche l’edilizia residenziale pubblica nella programmazione della


sostenibilità economica del piano dei servizi.

Si chiede di dare più efficacia al PGT nella sua volontà di affrontare il tema edilizia
popolare. Efficacia sia in termini di una più celere e realistica costruzione di alloggi
popolari, sia in termini di integrazione sociale e lotta alla marginalizzazione. Si propone di:
1. Individuare un maggior numero di aree ERP di minori dimensioni nelle aree
dismesse già indicate dal PGT come aree di trasformazione con destinazione
residenziale ammessa, da destinare alla costruzione di edifici di medie dimensioni
(8/10 appartamenti).
2. Per ogni nuova costruzione includente il residenziale, prevedere la destinazione di
almeno il 15% della volumetria totale da edificare ad appartamenti da cedere al
Comune, anche tramite convenzione.
3. Prevedere e incentivare la possibilità di cedere al Comune immobili inutilizzati
presenti nel territorio comunale, anche da utilizzare come immobili per gestire le
emergenze abitative.
4. Elaborare un piano di recupero per le case popolari esistenti, a partire dall’urgente
necessità di eliminare l’amianto ancora presente negli edifici.

Le aree oggi verdi previste come nuove zone ERP potrebbero in questo modo essere
risparmiate dalla cementificazione ed essere destinate a verde pubblico, contribuendo alla
necessaria riqualificazione ambientale della città.

Si chiede infine di indicare in modo certo la quantità di nuovi alloggi ERP da destinare a
edilizia a canone sociale, visto l’aumento progressivo dei richiedenti e aventi diritto di casa
popolare a canone sociale, progettando interventi di housing sociale in relazione al
bisogno effettivo di tale intervento, tenendo conto che i bandi esplorativi hanno raccolto
negli ultimi 3 anni 34 domande ogni volta.

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