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La pittura tonale a Venezia


“La tempesta” di Giorgione e “Concerto campestre”
di Tiziano a confronto

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Carissimi afficionados della rubrica “Oltre l’ov- Venezia, in questo periodo, vide un esplodere
vio”, ho in serbo un’altra bella chicca alchemica! della vita culturale avendo al centro del fermento
Tanto per gradire! Ed entrare in argomenti leggeri la Cancelleria di San Marco, nonché la Scuola di lo-
e vaporosi… Si fa per dire! gica e filosofia di Rialto, quali poli di studi storici e
Niente paura, seguitemi con un minimo di atten- scientifici. Non bisogna, tra l’altro, trascurare Aldo
zione e i concetti saranno un po’ più … commesti- Manunzio, per mezzo del quale la città diventò il
bili per la materia grigio-perla. fulcro dell’editoria e perno di un raffinato umanesi-
Nei numeri scorsi abbiamo esaminato alcuni di- mo, nonché meta di artisti e scrittori che, grazie alla
pinti del Caravaggio e di altri artisti, che si rifecero tolleranza dimostrata dalla Serenissima, vollero sot-
a questo esclusivo mondo culturale, l’alchemico. trarsi ai rigori e ai condizionamenti della chiesa.
Adesso, addentriamoci ancora un poco nell’ar- Da questa atmosfera nacquero artisti geniali, la cui
gomento e camminiamo passo passo con questi influenza ha attraversato i secoli, fino allo scadere
geni, che riuscirono a trasformare i simboli in im- del diciannovesimo. Annoveriamo tra i tanti Carpac-
magini, ricche di fascino e armonia e a parlarci di cio, Cima da Conegliano, Lorenzo Lotto, Sebastiano
altri mondi, cose ed episodi con il tocco prodigioso del Piombo, Giorgione, Tiziano e molti altri.
del loro pennello. Tra gli artisti più incerti quanto a datazioni bio-
In questo numero parleremo del colorismo ve- grafiche e, nello stesso tempo, prodigiosi è da an-
neziano rinascimentale, laddove il fiorentino fu più noverare Giorgione, maestro della pittura venezia-
razionale e l’effetto pittorico affidato soprattutto al na, morto presumibilmente all’età di trentatré anni,
disegno. nel 1511 forse di peste, contagiata da una donna da
lui molto amata, secondo quanto racconta il Vasari
Giorgione, La tempesta, olio su tela, cm. 78X72 ne: “Le vite de’ più eccellenti, pittori, scultori, archi-
Galleria dell’Accademia, Venezia
tetti”. Lo stesso aggiunge che l’artista dipinse sia
su tavola, che su tela, nonchè “in fresco”. Il suo vero
nome era Giorgio, ma “dalle fattezze della persona
e dalla grandezza dell’animo fu poi chiamato Gior-
gione, il quale, quantunque egli fusse di umilissima
stirpe, non fu però se non gentile e di buoni costu-
mi in tutta la sua vita.”
Oltre alla pittura, coltivò la musica, il canto, il di-
segno. Probabilmente a Venezia fu allievo dei Belli-
ni e probabilmente anche di Gentile o di Giovanni
da Fabriano. Tuttavia, il Nostro sin dall’inizio mostrò
una grande indipendenza rispetto ai suoi maestri.
Ciò lo allontanò dalle forme tradizionali della pit-
tura per porre l’accento sull’importanza del colore
puro. In questo senso può considerarsi il precursore
dell’arte moderna insieme col suo allievo Tiziano.
Venezia, come abbiamo sostenuto poco sopra,
era nei primi anni del ‘500 un crogiuolo culturale a
cui Giorgione non dovette essere estraneo, tuttavia
la libertà della sua fantasia non fu mai subordinata
a una rigida tematica concettuale, pur presente nei
suoi lavori.

n. 133 marzo/aprile 2010

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