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Si definisce sorveglianza epidemiologica la sistematica raccolta, archiviazione, analisi e


interpretazione di dati, seguita da una diffusione delle informazioni a tutte le persone che le
hanno fornite e a coloro che devono decidere di intraprendere eventuali interventi

Nel contesto di una epidemia, come nel caso di COVID-19, la disponibilità di dati validati,
attendibili e tempestivi è importante per poter comprendere le dinamiche epidemiologiche nei
focolai epidemici, identificare chi sono le persone più colpite e i fattori di rischio più importanti,
stimare il tasso di riproduzione virale e il potenziale impatto dell’epidemia sui servizi sanitari in
modo da poter pianificare le azioni di sanità pubblica da intraprendere.

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Durante l’epidemia possiamo distinguere due fasi: la fase di preparazione in cui sono state
messe in atto alcune azioni a seguito dell’allerta europea del 31 dicembre 2019 a seguito della
comunicazione delle autorità sanitarie cinesi su un focolaio di casi di polmonite ad eziologia
non nota nella città di Wuhan. In Italia il 22 gennaio 2020 è stata immediatamente emanata
una circolare ministeriale per la sorveglianza dei casi sospetti di nuovo coronavirus con storia
di viaggio da Wuhan. Contemporaneamente è stata istituita la rete di laboratori di riferimento
regionale e nazionale per la diagnosi di laboratorio.
A seguito del primo caso autoctono in Italia del 20 febbraio 2020, il Ministero della Salute, la
protezione Civile e la Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno emanato circolari e ordinanze
per la gestione dell’epidemia, incluse le misure di prevenzione da adottare.

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Dopo una iniziale fase di preparazione in cui sono stati documentati in Italia solo casi di
infezione da virus SARS-CoV-2 importati dalla Cina, dal 20 Febbraio 2020, sono stati
identificati casi trasmessi localmente in Italia con evidenza di una trasmissione locale
sostenuta in alcune Regioni e sporadica in altre.

Durante la fase di preparazione è stata rapidamente adattata una piattaforma di sorveglianza


esistente coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (sorveglianza dei casi gravi di influenza)
per raccogliere casi sospetti/confermati di COVID-19 che venivano testati in Italia. Tale
sorveglianza è stata regolata dalla Circolare ministeriale del 22 gennaio 2020, n.1997.

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Nella fase di risposta è stato definito, con una ordinanza dedicata, un sistema di sorveglianza
epidemiologico e microbiologico ad hoc per la raccolta di dati più dettagliati concordata anche
a livello internazionale.
Il coordinamento della sorveglianza è stato affidato in entrambe le fasi all’Istituto Superiore di
Sanità (ISS)
Al momento in cui viene rilasciato questo modulo di formazione, la sorveglianza COVID-19 è in
una fase di transizione in cui le Regioni/PPAA stanno iniziando ad utilizzare il nuovo sistema e
il sistema precedente è stato sospeso.

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Ma quali sono le strategie di sorveglianza che si stanno adottando per COVID-19?
Vi è una differenza a seconda delle caratteristiche epidemiologiche locali dell’epidemia.
Si distinguono infatti obiettivi diversi della sorveglianza a seconda della fase in cui si trova
l’epidemia:
- In presenza sul territorio solo di casi sporadici con un link epidemiologico legato a viaggi in
zone con trasmissione sostenuta o a casi confermati di infezione,
- In presenza del primo caso senza link epidemiologico (trasmissione locale),
- In presenza di un rapido aumento dei casi
- e infine, in presenza di una trasmissione continua e sostenuta.

La sorveglianza si struttura ed evolve in funzione di questi diversi obiettivi che possono essere
modulati in modo diverso sul territorio nazionale.

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In questa slide potete vedere come si presenta la piattaforma di sorveglianza COVID-19
realizzata come da indicazioni fornite dell’ Ordinanza 640 del 27 febbraio 2020. L’inserimento
dei casi avviene attraverso una piattaforma online sicura con accesso fornito alle
Regioni/PPAA

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Nella sorveglianza il primo passo è quello di dare una definizione di caso che può essere più
sensibile (riconoscere più casi) o più specifica (ricoscere i veri casi)
La definizione di caso (sospetto, probabile e confermato) di COVID-19 si basa sulle
informazioni attualmente disponibili ed è periodicamente rivista in base all’evoluzione della
situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili.

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Nella definizione di caso, tipicamente si identificano:
- criteri clinici: ad esempio: «infezione respiratoria acuta (insorgenza improvvisa di almeno
uno tra i seguenti segni e sintomi: febbre, tosse e difficoltà respiratoria) che richiede o meno
il ricovero ospedaliero»;
- Criteri di laboratorio: ad esempio «conferma di laboratorio effettuata presso il laboratorio di
riferimento dell’Istituto Superiore di Sanità per infezione da SARS-CoV-2»
- e Criteri epidemiologici: ad esempio «[persona] che ritorni da aree con presunta
trasmissione comunitaria locale».
Per maggiori informazioni sulla definizione di caso corrente si invita a far riferimento all’ultima
Circolare ministeriale disponibile.

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Alcune caratteristiche sono essenziali per permettere la descrizione di una epidemia, queste
comprendono informazioni relative al tempo (es data di inizio sintomi, data di diagnosi) che
permettono di costruire delle curve epidemiche ovvero dei grafici che ci permettono di studiare
l’andamento di una epidemia nel tempo. Sono inoltre molto importanti le mappe (per luogo di
residenza/domicilio, per luogo di presunta esposizione, per luogo di ospedalizzazione) che ci
permettono di visualizzare dove si trovano i casi nello spazio e quali strutture sanitarie sono
impegnate nel trattamento dei casi. Questi dati sono molto utili per definire misure di risposta e
dare informazioni alla programmazione sanitaria. Sulla base di dati geografici è possibile
inoltre fare delle valutazioni specifiche sulla incidenza di malattia nelle diverse aree territoriali
interessate.

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Sono infine molto importanti informazioni sulle caratteristiche anagrafiche e cliniche dei casi,
sia sospetti che confermati, per capire se si individuano gruppi a rischio, quale gravità clinica è
prevalente e se esistono classi di età maggiormente colpite.

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Esistono delle fonti ufficiali e scientifiche di informazioni su COVID-19 (oggetto di una
presentazione specifica nella prima unità di questo corso). E’ possibile trovare dati aggiornati
provenienti dalla sorveglianza dei casi di COVID-19 in Italia sui siti del Ministero della Salute,
della Protezione Civile e dell’Istituto Superiore di Sanità.

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In conclusione, la sorveglianza integrata è uno strumento essenziale per rispondere
all’epidemia da COVID-19. Attualmente è operativa una piattaforma web per la gestione dei
dati della sorveglianza coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità a cui partecipano tutte le
Regioni e PPAA in modo da raccogliere un dato standardizzato e secondo un flusso ben
definito. Le informazioni raccolte saranno reperibili pubblicamente su siti ufficiali ed utilizzate
per guidare azioni di sanità pubblica.

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Questa FAD è stata realizzata durante l’epidemia da COVID-19.
Trattandosi di una situazione in evoluzione le informazioni cambiano continuamente e vengono
rapidamente aggiornate.
E’ opportuno consultare costantemente i siti dell’Organizzazione Mondiale della sanità, del
Centro Europeo per il controllo delle malattie, del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore
di Sanità dove si possono trovare quotidianamente gli aggiornamenti su conoscenze e sullo
stato dell’arte epidemiologico.

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