Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Liceo Diocesano
2
1.Introduzione:
Ipotesi di base: può il Cantone Ticino sostenere l’attuale afflusso di migranti?
Con questo lavoro di maturità, dapprima analizzando i vari dati e in seguito individuando i vari
problemi da affrontare, cercherò di rispondere a questa complessa domanda.
Occorre dire subito che i Cantoni hanno poca autonomia in questo ambito. Alcune leggi o
convenzioni internazionali, regolano parte del diritto in questa materia. Inoltre le leggi federali in
questo campo (Legge federale sugli stranieri, Legge federale sulla concessione della dimora e del
domicilio, Legge federale sull’asilo e Legge federale sull’integrazione in particolare) sono
predominanti sul diritto cantonale. Lo spazio di manovra dei cantoni è dunque molto limitato, ma la
posizione del canton Ticino è particolare per alcuni aspetti. Primo fra tutti il fatto di essere cantone
di frontiera. Per questo può essere interessante il punto di osservazione cantonale.
Insomma, quello delle migrazioni è un fenomeno molto complesso e diversificato. Occorre dunque
fare alcune distinzioni: prima fra tutte l’origine e le ragioni dei movimenti migratori.
“Ai sensi della Convenzione sui rifugiati e della legge svizzera sull’asilo, è considerato rifugiato
chiunque sia perseguitato in ragione della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza a un
determinato gruppo sociale o per le sue convinzioni politiche. Al centro della nozione giuridica di
rifugiato si colloca quindi la persecuzione individuale. Una persona può tuttavia essere in fuga per
le ragioni più disparate o per più motivi concomitanti, tra cui anche una guerra, una catastrofe
naturale o la povertà.”
3
2. Alcuni dati1
La tabella sottostante mostra l’aumento annuo di persone provenienti dai paesi africani in Ticino. Si
può vedere come l’aumento non sia stato così significativo, con un picco massimo nel 2015 e quasi
allo stesso livello nel 2016, per poi diminuire nuovamente.
3. La politica migratoria
Il Ticino, secondo le direttive federali, deve almeno in un primo momento accogliere tutti i migranti
senza distinzioni. In ogni caso, al momento del loro arrivo, viene fatto loro un controllo di sicurezza
completo, in modo da poter isolare immediatamente gli elementi pericolosi. I migranti sono
successivamente ospitati in un centro in attesa di decidere se sia possibile o meno la loro
permanenza. Il Cantone si occupa quindi piuttosto di applicare le direttive federali e a stanziare
fondi per provvedere alle necessità.
Nell’ambito della procedura d’asilo viene deciso se una persona può ricevere asilo essendole stato
riconosciuto lo statuto di rifugiato, oppure se va allontanata o eventualmente ammessa
provvisoriamente. Quando uno Stato dà «asilo» a una persona, quest’ultima beneficia di una
condizione giuridica particolarmente protetta. La concessione dell’asilo dipende quindi, di norma,
dal riconoscimento dello statuto di rifugiato e dall’assenza di motivi d’esclusione. La decisione
compete unicamente allo Stato interessato. Dovendo rispettare il diritto internazionale, la Svizzera è
tuttavia tenuta, in virtù della Convenzione sui rifugiati e in particolare del divieto di respingimento
in essa sancito, a offrire protezione, per lo meno a titolo provvisorio, a chiunque sarebbe esposto a
possibile tortura o trattamenti disumani se rinviato nello Stato di provenienza.
“La definizione di rifugiato nella legge svizzera sull’asilo si basa sulla Convenzione ONU sui
rifugiati del 1951. Dopo la 2a Guerra Mondiale, tale Convenzione è servita a trovare una
1
Costruita dalla tabella dell’ufficio federale di statistica, consultata il 28.08.18
4
soluzione al problema delle persone divenute apolidi in seguito alla guerra e ha consacrato per la
prima volta la definizione di rifugiato e i diritti associati a questo statuto. Estrapolata dal contesto
della 2a Guerra Mondiale, oggi la Convenzione consente di offrire protezione alle persone che si
trovano in situazioni di pericolo. Nelle sue raccomandazioni e nei suoi pareri, la CFM prende le
mosse dal principio secondo cui la Svizzera concede protezione a rifugiati, perseguitati e sfollati, a
prescindere dalla propria politica d’ammissione. In questo contesto, la concessione della
protezione è sempre una priorità assoluta e non dev’essere messa a repentaglio da nessun
provvedimento, definitivo o temporaneo che sia.”(Commissione federale della migrazione,
Confederazione svizzera)1
Nel 2018 i profughi erano poco piu’ di 400, un numero che si è praticamente dimezzato rispetto al
2015, quando raggiungevano quota 1'112. Ora nei centri collettivi cantonali (Pci Camorino, Crs
Paradiso, Crs Cadro, Crs Foyer Mna Castione) i richiedenti l'asilo sono appena 306 (62 dei quali
minorenni non accompagnati) su 358 posti disponibili.
In calo anche i numeri del Centro unico temporaneo per i migranti in procedura di riammissione
semplificata in Italia di Rancate. Secondo i dati forniti dallo Stato maggiore cantonale
dell'immigrazione quest'anno il tetto massimo mensile di ospiti è stato raggiunto nell’aprile
dell’anno scorso, con appena 16 presenze, mentre per quattro giorni la struttura è rimasta vuota. Il
Centro in passato ha invece registrato cifre ben superiori: dal 1° settembre 2016 al 31 dicembre
2017 sono 10'830 i pernottamenti registrati presso la struttura. 2
1
https://www.sem.admin.ch/sem/it/home.htm, consultata il 13.12.2018
2
https://www.ticinonews.ch/ticino/463950/si-dimezza-il-numero-di-asilanti.
5
3.2 Un dibattito serrato:
Il «sì» all’iniziativa «contro l’immigrazione di massa» il 9 febbraio 2014 ha completamente
ribaltato la situazione: il nuovo mandato costituzionale chiede la reintroduzione di contingenti per
tutti gli immigrati stranieri e l’introduzione di contingenti per frontalieri. Queste disposizioni non
sono compatibili con la libera circolazione delle persone tra l’UE e la Svizzera e pertanto mettono a
rischio l’intero pacchetto dei bilaterali.
Per preservare gli accordi bilaterali con l’UE, il Consiglio federale ha proposto, anziché contingenti
fissi, una cosiddetta «preferenza nazionale light». Dopo lunghi e controversi dibattiti, nella sessione
autunnale 2016 il Consiglio nazionale ha approvato il progetto del Consiglio federale, imitato poi
dal Consiglio degli Stati durante la sessione invernale. Le Camere hanno convenuto una legge
compatibile con l’accordo sulla libera circolazione che rende superflua un’intesa con l’UE. Il
28 giugno 2017 il Consiglio federale ha avviato la procedura di consultazione concernente le
modifiche di ordinanze per l’attuazione della legge d’attuazione dell’articolo 121a della
Costituzione federale (Cost.). La procedura di consultazione si è protratta fino al 6 settembre 2017.
Il 1° giugno 2018 entreranno in vigore le disposizioni per una preferenza nazionale light. Durante
la seduta del 15 agosto 2018, il Consiglio federale ha approvato il secondo pacchetto di modifiche
delle ordinanze facenti capo alla legge federale sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI; finora
legge federale sugli stranieri, LStr) e ne ha fissato l’entrata in vigore al 1° gennaio 2019. Le
modifiche apportate puntano a rafforzare l’integrazione degli stranieri mediante incentivi e misure
adeguate, ad esempio semplificando l’accesso al mercato del lavoro per rifugiati e persone ammesse
provvisoriamente o prevedendo la possibilità di vincolare i permessi di dimora ad accordi
d’integrazione.
Il 16 dicembre 2016 l’Assemblea federale ha adottato la modifica della legge federale sugli stranieri
(LStr) volta a migliorare l’integrazione. L’attuazione della modifica di legge è suddivisa in due
pacchetti: il primo è già entrato in vigore il 1° gennaio 2018; il secondo è recente ed è entrato in
vigore il 1° gennaio di quest’anno. La consultazione, iniziata a dicembre 2017, si è conclusa a
marzo 2018. La maggioranza dei Cantoni, la Conferenza dei Governi cantonali (CdC) e la
maggioranza dei partiti che hanno partecipato alla consultazione approvano il progetto, che
raccoglie anche il consenso delle associazioni mantello nazionali dell’economia e dell’Unione delle
città svizzere. Il progetto suscita invece i pareri contrastanti delle restanti cerchie interessate: alcuni
esprimono commenti positivi, mentre altri lo rifiutano, in parte o in toto. Viene criticato, ad
esempio, l’aumento delle spese per i Cantoni legato alle disposizioni d’esecuzione proposte.
6
3.3 Migrazione irregolare
Quello che spaventa molti cittadini ò la sensazione di poter essere sopraffatti da un flusso
incontrollato e di persone. La migrazione irregolare ha le sue origini nella domanda di manodopera
combinata al desiderio dei migranti di migliorare le loro condizioni vitali e quelle dei loro familiari.
Come altri Paesi d’immigrazione, anche la Svizzera pratica un’ammissione selettiva e tenta di porre
freno all’immigrazione incontrollata. Per combattere l’immigrazione indesiderata sono state
sviluppate diverse misure di controllo che vanno dalla prevenzione della migrazione e dalle
limitazioni dell’ammissione fino ai controlli all’interno del territorio nazionale.
Altro importante sviluppo della politica d’asilo, il blocco dell’aiuto sociale per i richiedenti l’asilo
oggetto di una NEM (dal 2004) o di una decisione d’asilo negativa (dal 2008) limita a un semplice
soccorso d’emergenza il sostegno offerto a queste persone. Gli interessati sono registrati presso le
autorità ma non possiedono uno statuto di soggiorno legale e sono pertanto considerati «sans-
papiers». Il numero di «sans-papiers» che beneficiano del soccorso d’emergenza è in aumento
(persone oggetto di una decisione negativa, persone oggetto di una NEM, anche in procedura
Dublino e nonostante sia impossibile il trasferimento verso lo Stato di primo asilo). Spesso le
famiglie percepiscono il soccorso d’emergenza per un lasso di tempo protratto. I «sans-papiers»
sono persone che soggiornano in un Paese senza un titolo di soggiorno valido, non però
necessariamente senza documenti di identità. La nozione di «sans-papiers» è nata in Francia negli
anni 1970 ed è andata affermandosi in numerosi Paesi. La maggior parte dei «sans-papiers» sono
7
immigrati – legalmente o illegalmente – in Svizzera in cerca di lavoro e di migliori condizioni
vitali. Sono considerate «sans-papiers» anche le persone che proseguono il loro soggiorno in
Svizzera nonostante il passaggio in giudicato della decisione negativa in materia d’asilo emanata
nei loro confronti, nonché i richiedenti l’asilo nei cui confronti sia stata emanata una decisione di
non entrata nel merito (NEM). La maggior parte dei «sans-papiers» proviene dall’America centrale
e latina, seguiti da persone provenienti dall’Europa orientale.
Non è possibile fornire dati precisi circa il numero di persone che soggiornano in Svizzera senza un
permesso di soggiorno, infatti per definizione questo gruppo della popolazione non è registrato in
maniera sistematica. Le cifre che circolano sono mere stime. Una stima effettuata nel 2015 su
incarico della SEM da un gruppo di esperti valutava tra 50 000 e 99 000 il numero di persone senza
statuto di soggiorno regolamentato.1
1
https://www.sem.admin.ch/sem/it/home.htm, consultata il 13.12.2018, riferito ai capitoli da 3.2 a
3.4
8
5. La parola di un esperto
Per raccogliere informazioni ho intervistato Antonio Simona, richiedente del centro asilanti di
Chiasso per 20 anni.
Le regole oggi sono molto più severe di un tempo riducendo il rischio d’incidenti.
Attraverso controlli rigorosi è possibile limitare ed evitar erisse tra migranti ( ad esempio si
controlla che non abbiano armi) e identificare persone mentalmente disturbate che necessitano
assistenza. Attraverso il controllo delle impronte digitali si identificano potenziali criminali o
terroristi. Inserendole in un apposito database.
Primo problema sono i minorenni non accompagnati di solito sprovvisti dei documenti ufficiali
d’identificazione.
Un altro problema è come vengono effettuati i controlli alla frontiera. Non vi è infatti certezza che il
lavoro venga svolto regolarmente e nel rispetto della legalità.
Ultimo problema è la disinformazione, a cui sia certi media sia certi politici contribuiscono
esasperando la portata del fenomeno.
“Il Ticino può essere visto come una barca su cui ci siamo sdraiati e quindi risulta piena. Se ci
sedessimo posto se ne troverebbe ancora.”
6. Le opinioni
La politica è costantemente confrontata con il fenomeno migratorio attuale e spesso i politici hanno
opinioni discordanti sul tema. Alcuni ritengono che i migranti affluiscano notevolmente ma sono
perfettamente sostenibili, altri che possano costituire una risorsa per il paese, altri ancora che siano
una potenziale minaccia per i ticinesi, ad esempio rubando loro i posti di lavoro o divenendo un
peso economico. Lo stesso popolo si esprime in merito, più spesso indeciso che realmente schierato.
9
6.1 L’opinione dei politici contrari
Ho intervistato il signor Chiesa1,consiglier nazionale e vicepresidente svizzero UDC, il quale mi ha
espresso che le sue preoccupazioni sono principalmente di carattere economico relativo ai notevoli
costi generati dall’ accoglienza e dalla gestione dei migranti.. Ha ammesso altresì di essere
preoccupato della criminalità, ma in misura largamente minore rispetto alle spese.
Le persone sono inoltre scettiche riguardo alla reale necessità dei migranti di venire in Svizzera.
1
Intervista realizzata nel gennaio 2019.
2
Negli allegati, diffuso nell’ottobre 2018.
10
Per quanto riguarda la politica il sondaggio mostra una diffusa sfiducia e insoddisfazione con quasi
il 50% degli intervistati insoddisfatti e un altro 30% critico.
7. Possibili soluzioni
I problemi sono certamente molti, tuttavia con un accurata analisi sono convinto sia possibile
trovare adeguate risposte alle necessità impellenti di queste persone e soddisfare i dubbi di chi si
11
mostra preoccupato riguardo all’arrivo dei migranti con cui siamo sempre più spesso confrontati nel
nostro cantone.
Questi centri, anche una volta cessata la loro funzione originaria, potranno risultare utili alla
comunità. Si potrebbero ad esempio trasformare in alloggio per classi meno abbienti (senzatetto).In
questo modo il centro resterà operativo e la sua funzione di base non verrà completamente stravolta.
Quindi i centri, nonostante l’importante investimeno finanziario, potrebbero ancora essere destinati
ad altri utilizzi e diventare così una risorsa a lungo termine.
Per quanto riguarda l’alloggio in sé, la situazione potrebbe anche migliorare. Di recente una notizia
riportava come nel bunker sotteraneo sopraccenerino le risse siano abbastanza frequenti,
quantunque sono quasi sempre gestite perfettamente. I migranti del centro hanno dichiarato che
l’ambiente malsano condiziona pesantemente il morale degli ospiti, i quali sono molto tesi e non
riescono a mantenere i nervi saldi.1 A Chiasso invece, a detta del signor Simona, tali problemi non
si registrano spesso. Potrebbe dunque essere necessario trasferire questi migranti in un alloggio
migliore del bunker, il quale è evidentemente una misura d’emergenza, costruendo nuovi centri.
7.2 Il personale
I migranti necessitano vari aiuti durante la loro permanenza nel nostro paese, sia materiali, sia
umani. Sia la burocrazia che i controlli di sicurezza ee lo stesso alloggio necessitano di qualcuno
che se ne occupi, come ad esempio le guardie di confine che prevengono le entrate illegali oppure il
personale che pulisce gli alloggi, prepara da mangiare ai migranti, ecc… E ciò, benché possa
sembrare un dispendioso impiego di risorse umane, può portare benefici. Oggigiorno, complice
anche l’avvento delle macchine e in parte i lavoratori stranieri (es. i frontalieri), molti giovani
faticano a trovare un impiego e sono disoccupati .Tuttavia si potrebbero prendere due piccioni con
una fava se per far fronte a questa crescente richiesta di manodopera nel settore migratorio si
offrisse a queste persone senza lavoro l’opportunità di svolgere (dopo un’adeguata formazione) un
1
Articolo del 20 minuti
12
compito di supporto sotto la guida di professionisti che l’accoglienza dei migranti richiede. Secondo
il signor Simona, questo potrebbe essere una buon pagliativo in attesa di elaborare soluzioni più
valide. Il Ticino, nel frattempo, incentiva i giovani tramite condizioni lavorative e salari migliori ad
interessarsi a lavori in questo ambito.1
7.3 L’integrazione
Spesso il popolo ticinese si dimostra diffidente nei confronti dei migranti per varie ragioni, tra cui
anche l’ignoranza, poiché molti ticinesi hanno un’opinione di queste persone che viene costruita su
stereotipi, luoghi comuni,demagogia politica. La disinformazione veicolata da una determinata area
politica impedisce effettivamente di poter formare un’opinione basata su fatti e cifre concreti. Come
ovviare dunque a questo certamente spinoso problema? Bisogna che lo stato intervenga per
garantire la necessaria conoscenza alla popolazione con metodi incisivi.
Il passo successivo è avvicinare i ticinesi ai migranti, i quali spesso differiscono da noi per usi,
costumi e cultura, nonché per la lingua. Lo stato dovrebbe quindi permettere questo reciproco
avvicinamento attraverso iniziative ed eventi culturali, ad esempio offrendo degli incontri con
queste persone di modo che possano raccontare le loro storie e definire così un punto di contatto fra
i due mondi solo in apparenza lontani. Inoltre questi incontri darebbero la possibilità ai ticinesi di
chiarire i propri dubbi. Bisognerebbe inoltre lavorare anche a livello dell’istruzione scolastica in tal
senso. I bambini, che spesso non hanno i pregiudizi degli adulti, potrebbero incontrare questi
migranti) per imparare la loro cultura e conoscerli, cosicché da essere sensibilizzati in questo
ambito e creare in futuro un clima meno ostile. Anche gli stessi migranti dovrebbero avere la
possibilità di conoscere la cultura locale e soprattutto la lingua, di modo da avere più possibilità di
contatto con la popolazione ticinese e più facilità nella comunicazione. Il Ticino offre loro corsi di
lingua e eventualmente anche piccoli lavoretti.
1
Dichiarato da personale del settore, contattato il 17.01.2019
13
7.4 La politica
Certi politici hanno strumentalizzato la presenza di migranti per i propri obiettivi. Dando al popolo
un nemico da sfruttare come capro espiatorio si sono assicurati voti e quindi sono riusciti a
raggiungere cariche importanti. Tutt’oggi la situazione non è mutata ed è possibile che una parte
della classe politica sia dunque ostile alla presenza di questi migranti.
Secondo l’opinione del sopracitato signor Simona non è implausibile che siano arrivati ordini
ufficiosi dall’alto alle guardie di confine che impongano loro, anche al limite della legalità, di
respingere quante più persone possibili poiché ritenute fonte di spese.
Il Ticino in questo campo, a detta di Simona, opera una politica insufficiente per quel che riguarda i
controlli degli addetti. Se la sicurezza è bene o male garantita, le guardie di confine sono soggette
soltanto a loro stesse e alla politica, e in entrambi i casi non è detto che il loro giudizio sia onesto,
ovvero che non respingano migranti sia per ragioni personali che per ordini ufficiosi. Pertanto gli
osservatori dovrebbero essere senz’altro più numerosi e indipendenti dal Cantone.
14
8. Conclusione
Dopo avere analizzato tutti i punti più impellenti della situazione attuale, nonché aver ascoltato le
preoccupazioni dei più scettici riguardo quest’argomento, ho riflettuto a lungo, sempre
considerando tutti i dati, se fosse possibile gestire o meno questo fenomeno così apparentemente
fuori controllo. Avendo io trovato delle possibili soluzioni non utopistiche 1 ai problemi principali da
me riportati (quantunque non siano certamente tutti) sono giunto alla conclusione che nonostante le
grandi difficoltà sia economiche sia sociali il Ticino sia in grado di fare fronte all’afflusso di queste
persone. In ogni caso se la situazione dovesse farsi più critica in futuro, con arrivi maggiori e
sempre più difficoltà e costi potrebbe essere necessario elaborare soluzioni più drastiche in merito,
come ad esempio istituire un numero massimo di stranieri da accogliere, tuttavia la situazione
attuale è mio avviso lungi dall’essere ingestibile, seppure richieda un certo sforzo.
Inoltre questi migranti, come anche affermato dal dottor Simona, sono più che disposti ad
accontentarsi di poco e non avanzano eccessive pretese, anzi cercano costantemente di integrarsi.
In conclusione il Ticino potrebbe non solo evitare che i migranti divengano un peso ma con il loro
aiuto addirittura ergersi come faro per una nuova politica migratoria.
1
Le soluzioni dei vari punti.
15
9.Bibliografia
Domenico Quirico,Esodo, storia del nuovo millennio, Neri Pozza Editore, stampato nell’aprile 2016
W:Bauer, Al di là del mare, traduzione di Angela Ricci, La Nuova Frontiera, stampato nel Luglio 2015
Siti internet:
Articoli :
Regolamenti:
https://www.sem.admin.ch/sem/it/home.htm,
16
10.Allegati
Allegato n.1 sondaggio migranti
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSduRdHACY2Rt9-zVZZXsoGr5i4IVnz9jCBSOojXj-
S070fHiQ/viewform?usp=sf_link1
1
Diffuso nell’ottobre 2018
17