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E’ il primo disco degli Arsenik, duo composto da Calbo e Lino, provenienti dalla Val-d'Oise, uscito a fine ’98.

Moltissimi rapper francesi citano questo disco come “il disco che gli ha dato voglia di rappare “
(youssoupha, tunisiano …), ma vediamo il perché.

Stiamo parlando di un vero capolavoro sotto molteplici aspetti: quello che stupisce ad un primo ascolto è la
struttura e precisione metrica, Lino è probabilmente uno dei rapper più tecnici al mondo in quanto a
struttura delle rime, utilizzo di sillabe e flow, fa inoltre ampio uso dell’allitterazione per rendere più
scorrevole il flow quando serve; ma anche Calbo non è da meno, più volte nel disco infatti lo possiamo
sentire impiegare tecnicismi veramente notevoli. Se al primo ascolto si rimane impressionati dalla tecnica
utilizzata, quando si inizia a “digerire” un po’ l’album possiamo notare come la tecnica viene messa al
servizio del flow e del messaggio.

Altro aspetto positivo del disco é la sinergia che si crea tra i due fratelli: possiamo spesso sentirli alternarsi e
chiudersi le barre a vicenda, rendendo l’ascolto molto più fluido e scorrevole.

Le strumentali sono molto gradevoli e ispirate alla east coast americana, contengono diversi sample, tra cui
uno di Bach in “Boxe avec les mots”, da notare anche lo scartch di Booba nella title track (“j'maîtrise l'art
j'te nique, mortel comme l'arsenic”) proveniente da “16 rimes” dei “La Brigade”.

Gli argomenti trattati spaziano dalla vita di strada (argomento trattato in particolare nella traccia posta in
chiusura del disco) all’odio per la censura ma anche una critica sociale che viene fatta in particolare in “sexe
pouvoir & biftons”: in questa traccia si parla infatti di come il mondo è governato da sesso, potere e soldi;
ovviamente l’argomento viene trattato utilizzando barre per niente scontate e una precisione tecnica
strabiliante: la parte di Lino nella terza strofa è veramente da mani nei capelli.

Altro argomento trattato dall’album è la morte, l’ottava traccia , “Chrysanthèmes” tratta appunto questo
tema; la canzone comprende tre strofe, di cui la prima e l’ultima sono rappate da Lino, quella centrale dal
fratello. Il tema viene sviscerato a dovere in quanto si spazia da barre profonde, a barre dedicate a chi è
morto (in macchina, suicida…) alla critica sociale, parlando di come il tema della morte è spesso usato dai
giornali solo per creare scalpore, dimenticando troppo spesso la drammaticità della vicenda stessa.

“Une saison blanche et seche” é il brano politico per eccellenza all’interno del disco: la traccia si apre subito
con una dura critica da parte di Lino al “Front National” (il corrispettivo della nostra Lega) e prosegue con
invettive contro le forze dell’ordine, gli abusi di potere e il razzismo che è ancora presente .

La già citata Boxe avec les mots è un banger che verrà citato da tantissimi artisti nel futuro (Sofiane in
un’intervista ha detto che la sua punchline preferita è contenuta in questa traccia ed è di Lino : “ Dieu me
garde de mes amis, mes ennemis je m'en charge”, rivisitazione di una frase detta da vari personaggi illustri
come Voltaire e Napoleone).

Il grande merito attribuito a Lino e Calbo è quello di essere riusciti a fare un album prettamente rap ma
molto accessibile anche a chi non segue assiduamente il genere (hanno infatti rapidamente ottenuto un
doppio disco d’oro), sono infatti riusciti a costruire un disco di 15 pezzi, fitto di rime e citazioni ma
rendendolo fluido, senza che risulti pesante utilizzando diversi espedienti come la già citata alternanza tra i
due, ma anche diversi cambi di flow e una costruzione molto pulita e talvolta orecchiabile dei ritornelli.

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