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cingolo
pelvico
Iliaco
-‐
Innominato
CINGOLO
PELVICO
iliaco
iliaco
Linee
di
forza
EVOLUZIONE
ANTROPOLOGICA
Composizione
1.
cresta
iliaca
2.
fossa
iliaca
3.
spina
iliaca
anterosuperiore
4.
spina
iliaca
anteroinferiore
5.
spina
iliaca
posterosuperiore
6.
spina
iliaca
posteroinferiore
7.
facceDa
auricolare
8.
grande
incisura
ischiaGca
9.
spina
ischiaGca
10.
piccola
incisura
ischiaGca
11.
tuberosità
ischiaGca
12.
forame
oDuratorio
13.
facceDa
sinfisi
pubica
14.
cresta
peZnea
15.
linea
arcuata
Iliaco-‐
faccia
interna
Dietro
ad
essa
si
estende
un'area
accidentata,
la
tuberosità
iliaca,
sulla
quale
prendono
aDacco
i
legamenG
sacroiliaci
poste-‐riori.
In
basso,
tra
la
linea
arcuata
ed
il
forame
oDuratorio,
si
trova
una
vasta
superficie
pianeggiante
che
corrisponde
esternamente
all'acetabolo.
1.
cresta
iliaca
2.
fossa
iliaca
3.
spina
iliaca
anterosuperiore
4.
spina
iliaca
anteroinferiore
5.
spina
iliaca
posterosuperiore
6.
spina
iliaca
posteroinferiore
7.
facceDa
auricolare
8.
grande
incisura
ischiaGca
9.
spina
ischiaGca
10.
piccola
incisura
ischiaGca
11.
tuberosità
ischiaGca
12.
forame
oDuratorio
13.
facceDa
sinfisi
pubica
14.
cresta
peZnea
15.
linea
arcuata
Iliaco-‐
faccia
esterna
La
faccia
esterna
presenta
nel
suo
centro
una
profonda
cavità
approssi-‐maGvamente
sferica
deDa
acetabolo.
Tale
cavità
è
delimitata
da
un
lembo
osseo
circolare,
il
ciglio
coGloideo,
interroDo
in
tre
punG,
corrispondenG
ai
punG
di
fusione
dei
primiGvi
pezzi
ossei:
di
tali
solchi,
quello
posto
fra
ischio
e
pube
è
ben
evidente
e
prende
il
nome
di
incisura
dell'acetabolo.
Soltanto
una
parte
della
superficie
interna
dell'acetabolo
è
desGnata
all'arGcolazione;
è
la
porzione
liscia,
periferica,
deDa
faccia
semilunare,
mentre
la
porzione
cen-‐
trale
quadrilatera,
più
profonda
della
precedente
e
rugosa,
conGene
tessuto
adiposo
ed
un
legamento;
essa
prende
il
nome
di
fossa
dell'acetabolo.
1.
cresta
iliaca
2.
spina
iliaca
anterosuperiore
3.
spina
iliaca
anteroinferiore
4.
branca
pubica
5.
forame
oDuratorio
6.
tuberosità
ischiaGca
7.
spina
ischiaGca
8.
fossa
dell'acetabolo
9.
spina
iliaca
posteroinferiore
10.
spina
iliaca
posterosuperiore
Iliaco-‐
faccia
esterna
Al
di
sopra
dell'acetabolo,
la
faccia
esterna
dell'osso
dell'anca
presenta
una
vasta
superficie
piana,
la
faccia
glutea,
percorsa
da
due
linee
rugose
ad
andamento
semilunare,
le
linee
glutee
anteriore
e
posteriore.
Queste
delimitano,
nella
faccia
glutea,
tre
territori
corrispondenG
alle
origini
dei
muscoli
glutei.
Un'altra
breve
linea
glutea
inferiore
si
trova
al
di
soDo
della
linea
glutea
anteriore;
è
convessa
in
alto
ed
in
dietro
e
corrisponde
al
limite
infe-‐riore
del
muscolo
piccolo
gluteo.
Al
di
soDo
dell'acetabolo
si
trova
il
forame
oDuratorio,
delimitato
in
alto
dai
corpi
dell'ischio
e
del
pube,
in
basso
dai
rami
inferiori
delle
stesse
componenG;
tale
foro
è
chiuso
da
una
membrana
fibrosa
che
dà
inserzione
ai
muscoli
su
entrambe
le
sue
superfici.
1.
cresta
iliaca
2.
spina
iliaca
anterosuperiore
3.
spina
iliaca
anteroinferiore
4.
branca
pubica
5.
forame
oDuratorio
6.
tuberosità
ischiaGca
7.
spina
ischiaGca
8.
fossa
dell'acetabolo
9.
spina
iliaca
posteroinferiore
10.
spina
iliaca
posterosuperiore
Iliaco-‐
margine
anteriore
Il
margine
anteriore
dell'osso
può
essere
scomposto
in
due
porzioni.
La
prima
è
pressoché
verGcale,
mentre
la
seconda
piega
in
avanG
e
medialmente
formando
con
la
precedente
un
angolo
di
circa
140°.
Il
margine
anteriore
presenta,
dall'alto
in
basso:
due
protuberanze
poste
una
sopra
l'altra
e
separate
da
una
incisura,
le
spine
iliache
anteriori
(rispeZvamente
su-‐periore
ed
inferiore);
una
incisura
desGnata
al
passaggio
del
muscolo
ileopsoas;
una
cresta
smussa
deDa
eminenza
ileopeZnea,
sulla
quale
s'inserisce
l'omonima
benderella;
una
superficie
pianeggiante,
desGnata
all'inserzione
del
muscolo
peZneo,
deDa
superficie
peZnea,
su
cui
termina
la
linea
arcuata,
formando
una
cresta
tagliente
deDa
cresta
peZnea;
un
tubercolo
desGnato
all'inserzione
del
legamento
inguinale,
il
tubercolo
pubico.
1.
cresta
iliaca
2.
spina
iliaca
anterosuperiore
3.
spina
iliaca
anteroinferiore
4.
branca
pubica
5.
forame
oDuratorio
6.
tuberosità
ischiaGca
7.
spina
ischiaGca
8.
fossa
dell'acetabolo
9.
spina
iliaca
posteroinferiore
10.
spina
iliaca
posterosuperiore
Iliaco-‐
margine
posteriore
Il
margine
posteriore
è
molto
più
accidentato.
Nella
sua
parte
superiore
si
trovano
due
spine,
separate
da
un'incisura
poco
profonda;
sono
le
spine
iliache
posteriori
(rispeZvamente
superiore
ed
inferiore).
Al
di
soDo
della
spina
inferiore,
si
trova
la
grande
incisura
ischiaGca,
delimitata
in
basso
dalla
spina
ischiaGca,
che
a
sua
volta
forma
il
margine
superiore
di
un'incisura
meno
profonda
della
precedente,
la
piccola
incisura
ischiaGca.
Al
di
soDo
di
essa
si
nota
una
grossa
sporgenza,
la
tuberosità
ischiaGca.
1.
cresta
iliaca
2.
fossa
iliaca
3.
spina
iliaca
anterosuperiore
4.
spina
iliaca
anteroinferiore
5.
spina
iliaca
posterosuperiore
6.
spina
iliaca
posteroinferiore
7.
facceDa
auricolare
8.
grande
incisura
ischiaGca
9.
spina
ischiaGca
10.
piccola
incisura
ischiaGca
11.
tuberosità
ischiaGca
12.
forame
oDuratorio
13.
facceDa
sinfisi
pubica
14.
cresta
peZnea
15.
linea
arcuata
Iliaco-‐
margine
superiore
e
inferiore
Il
margine
superiore
è
denominato
cresta
iliaca;
posteriormente
presenta
una
concavità
laterale
mentre
in
avanG
è
concavo
medialmente
quindi
si
presenta
leggermente
incurvato
a
S.
La
cresta
iliaca
è
delimitata
da
un
labbro
esterno
e
da
un
labbro
interno,
ambedue
poco
rilevaG.
Il
margine
inferiore,
obliquo
in
avanG
e
medialmente,
inizia
in
dietro
con
la
tuberosità
ischiaGca
e
termina
in
avanG
con
una
facceDa
ovalare,
facceDa
della
sinfisi
pubica,
desGnata
ad
arGcolarsi
con
l'omologa
facceDa
del
lato
opposto.
1.
cresta
iliaca
2.
fossa
iliaca
3.
spina
iliaca
anterosuperiore
4.
spina
iliaca
anteroinferiore
5.
spina
iliaca
posterosuperiore
6.
spina
iliaca
posteroinferiore
7.
facceDa
auricolare
8.
grande
incisura
ischiaGca
9.
spina
ischiaGca
10.
piccola
incisura
ischiaGca
11.
tuberosità
ischiaGca
12.
forame
oDuratorio
13.
facceDa
sinfisi
pubica
14.
cresta
peZnea
15.
linea
arcuata
Asimmetria
ossea
Boulay
et
al
(2006)
hanno
riscontrato,
in
reperG
cadaverici,
delle
standardizzabili
asimmetrie
ossee.
L'asimmetria
coinvolge
l'iliaco
destro
e
sinistro
e
sembra
seguire
una
conformazione
a
spirale,
ruotando
in
senso
orario
nella
porzione
superiore
delle
ali
iliache,
e
nella
porzione
inferiore
e
il
pube
in
senso
anGorario
.
Un’asimmetria
tra
destra
e
sinistra
è
stata
riscontrata
anche
a
livello
metafisario
femorale
(Samaha
et
al.
2008).
RMN
LegamenG
• Femoro-‐iliaci
• SacroischiaGci
• Ileolombari
• Inguinale
LegamenG
femoro-‐iliaci
Legamento
Rotondo
il
legamento
rotondo
situato
a
livello
della
fossa
dell'acetabolo,
è
una
benderella
fibrosa,
appiaZta
lunga
30-‐35
mm,
tesa
dall'incisura
ischio-‐pubica
alla
testa
del
femore.
La
sua
inserzione
sulla
testa
femorale
avviene
nella
parte
superiore
di
una
fosseDa
scavata
inferiormente
e
posteriormente
il
centro
della
superficie
carGlaginea
.
Il
legamento
rotondo
e
suddiviso
in
tre
fasci:
-‐
il
posteriore
ischiaGco
(1),
il
più
lungo
dei
tre,
fuoriesce
dall'incisione
ischio-‐pubica,
passando
soDo
il
legamento
trasverso,
per
andare
a
fissarsi
al
di
soDo
e
al
di
dietro
del
corno
posteriore
della
semiluna
arGcolare
;
-‐
l’intermedio
(2),
è
il
più
soZle
e
termina
sul
bordo
superiore
del
legamento
trasverso
-‐
l’anteriore
pubico
(3),
invece,
si
fissa
nell'incisura
ischio-‐pubica
dietro
al
corno
anteriore
della
semiluna
arGcolare;
Legamento
rotondo
Contribuisce
sicuramente,
adoperandosi
come
un
ponte
per
il
passaggio
dei
vasi
dall'acetabolo,
alla
vascolarizzazione
della
testa
femorale.
La
roDura
completa,
infaZ,
è
stata
associata
alla
necrosi
avascolare
della
testa
(Rao
et
al.
2001).
Anche
i
rami
nervosi
riscontraG
all'interno
di
questo
legamento
sembrano
che
abbiamo
principalmente
il
ruolo
di
gesGre
i
vasi
più
che
un'azione
proprioceZva
(Chi-‐Hsien
et
al.
1994).
In
rotazione
laterale
d'anca
il
legamento
rotondo
và
in
tensione,
durante
la
rotazione
mediale
si
detende.
il
legamento
ileo-‐femorale
o
legamento
di
BerGn
per
Kapandji
(1996),
di
Bigelow
per
gli
Autori
Anglosassoni
(Shindle
2006;
Polkowski
e
Clohisy
2010),
è
il
più
robusto
dei
tre
legamenG
dell'anca
e
previene
la
traslazione
anteriore
della
testa
femorale
durante
l'estensione-‐
extrarotazione.
Questo
legamento
è
struDurato
come
un
ventaglio
fibroso
la
cui
sommità
mediale
si
inserisce
in
alto
sul
bordo
anteriore
dell'ileo,
al
di
soDo
della
spina
iliaca
antero-‐inferiore
dove
si
inserisce
il
reDo
femorale
e
l'estremità
disto-‐laterale
si
inserisce
al
femore
lungo
tuDa
la
linea
intertrocanterica
anteriore.
Le
sue
fibre
terminali
entrano
a
fare
parte
della
zona
orbicolare
intorno
al
collo
femorale
(Shindle
et
al.
2006).
Questo
legamento
è
soZle
nella
sua
parte
intemedia
ma
i
suoi
bordi
sono
rinforzaG
da
due
robusG
ispessimenG,
fascio
superiore
ed
inferiore,
che
formano,
con
l'inserzione
iliaca,
una
“Y”:
il
legamento
ileo-‐femorale
o
legamento
di
BerGn
per
Kapandji
(1996),
di
Bigelow
per
gli
Autori
Anglosassoni
(Shindle
2006;
Polkowski
e
Clohisy
2010),
è
il
più
robusto
dei
tre
legamenG
dell'anca
e
previene
la
traslazione
anteriore
della
testa
femorale
durante
l'estensione-‐
extrarotazione.
Questo
legamento
è
struDurato
come
un
ventaglio
fibroso
la
cui
sommità
mediale
si
inserisce
in
alto
sul
bordo
anteriore
dell'ileo,
al
di
soDo
della
spina
iliaca
antero-‐inferiore
dove
si
inserisce
il
reDo
femorale
e
l'estremità
disto-‐laterale
si
inserisce
al
femore
lungo
tuDa
la
linea
intertrocanterica
anteriore.
Le
sue
fibre
terminali
entrano
a
fare
parte
della
zona
orbicolare
intorno
al
collo
femorale
(Shindle
et
al.
2006).
Questo
legamento
è
soZle
nella
sua
parte
intemedia
ma
i
suoi
bordi
sono
rinforzaG
da
due
robusG
ispessimenG,
fascio
superiore
ed
inferiore,
che
formano,
con
l'inserzione
iliaca,
una
“Y”:
-‐
il
legamento
pubo-‐femorale
è
inserito
in
alto
sulla
superficie
anteriore
dell'eminenza
ileo-‐
peZnca
e
sul
labbro
anteriore
della
doccia
soDo-‐pubica
dove
le
sue
fibre
si
intrecciano
con
l'inserzione
del
muscolo
peZneo.
In
basso
è
inserito
sulla
parte
anteriore
della
fosseDa
pretrocanterica.
Nell'insieme
(fig.
41)
quesG
due
legamenG
formano
sulla
superficie
anteriore
dell'arGcolazione
una
Z
di
cui
il
traDo
superiore,
composto
dal
fascio
ileo-‐
femorale
superiore,
è
quasi
orizzontale;
quello
intermedio
obliquo-‐
verGcale
è
composto
dal
fascio
inferiore
del
legamento
ileo-‐femorale;
quello
inferiore,
di
nuovo
quasi
orizzontale,
è
composto
dal
legamento
pubo-‐femorale.
Legamento
ischio-‐femorale
anteriore
posteriore
Legamento
sacroiliaco
ventrale
Legamento
sacroiliaco
interosseo
(profondo)
Legamento
sacroiliaco
dorsale
(medio)
legamento
assile
legamento
del
Zaglas
legamento
del
Bichat
Legamento
dorsale
lungo
Legamento
sacrospinoso
Legamento
sacrotuberoso
Legamento
sacroiliaco
dorsale
(medio)
1)
legamento
assile
2)
legamento
del
Zaglas
1
3)
legamento
del
Bichat
2
3
LEGAMENTI
INTEROSSEI
• PeZneo
• AdduDori
– Grane
– Lungo
– Breve
– Gracile
Muscoli
posteriori
del
tronco
a)
MulGfido
b)
Erector
spinae
o
sacro
spinale
1)
spinale
o
epispinoso
2)
lunghissimo
dei
lombi
3)
ileocostale
dei
lombi
Quadrato
dei
lombi
• Inserzioni:
legamento
ileolombare,
cresta
iliaca.
• Margine
inferiore
dell’ulGma
costa
e
processi
trasversi
delle
prime
quaDro
vertebre
lombari.
• Innervazione
plesso
lombare,
T12,
L1,
L2.
Quadrato
dei
lombi
e
ileopsoas
Ileo-‐psoas
Il
muscolo
ileopsoas
con
le
sue
due
componenG,
il
grande
psoas
e
l'iliaco,
presentano
quasi
sempre
un
tendine
comune
che
si
fissa
sul
piccolo
trocantere
dopo
essersi
riflesso
sull'eminenza
ileo-‐peZnea,
è
il
più
forte
fra
tuZ
i
flessori
d'anca.
E’
da
considerarsi
un
muscolo
bi
o
pluriarGcolare.
Piccolo
Psoas
Presente
in
circa
40%
della
popolazione
Inserzione
craniale:
laG
del
corpo
della
12°
vertebra
toracica
e
dalle
prime
lombari
e
dal
disco
compreso
tra
queste
vertebre
Inserzione
distale:
eminenza
ileopeZnea,
linea
arcuata
dell’osso
iliaco,
fascia
iliaca
Innervazione:
plesso
lombare
L1,
L2
Il
Grande
Psoas
prende
origine
dalle
superfici
ventrali
dei
processi
trasversi
di
tuDe
le
vertebre
lombari,
laG
dei
corpi
e
relaGvi
di-‐schi
intersomaGci
dell'ulGma
toracica
e
di
tuDe
le
vertebre
lombari
ed
archi
membranosi
che
si
esten-‐dono
sopra
i
laG
dei
corpi
delle
vertebre
lombari.
Le
inserzioni
prossimali
sulla
colonna,
quelle
sui
processi
trasversi
vengono
chiamate
posteriori,
per
la
collocazione
spaziale,
mentre
quelle
sul
corpo
vertebrale
e
sui
dischi,
anteriori.
Queste
inserzioni
prossimali
conGnuano
verso
l’inserzione
distale
con
dei
disGnG
fascicoli
muscolari
(Sajko
e
Stuber
2009).
La
lunghezza
dei
fascicoli
anteriori
varia
da
3
a
8
cm,
i
posteriori
da
3
a
Ileopsoas:
Inserzione
prossimale
5
cm
(Gibbons
et
al.
2001).
Le
correlazioni
di
questo
muscolo
aDraverso
la
fascia
sono,
mediante
il
legamento
arcuato
mediale,
con
il
diaframma
toracico.
Superiormente
la
fascia
del
diaframma
conGnua
caudalmente
con
la
fascia
dello
psoas
e
del
legamento
longitudinale
anteriore
(Reid
et
al.
1994)
Inserzione
distale
• L’inserzione
distale
del
grande
psoas
avviene
aDraverso
un
robusto
tendine
che
solca
trasversalmente
il
bordo
delle
pelvi
in
una
gola
composta
lateralmente
dalla
spina
iliaca
antero-‐inferiore
(SIAI)
e
medialmente
dall’eminenza
ileopeZnea,
fino
ad
arrivare
a
livello
del
piccolo
trocantere
del
femore.
Il
tendine
rimane
in
questa
scanalatura
anche
nei
gradi
estremi
di
escursione
femorale
mediale
e
laterale
(intra-‐extra).
Per
limitare
l’aDrito,
dovuto
allo
scorrimento
in
questa
gola,
il
tendine
dell’ileopsoas
presenta
una
borsa
che
separa
il
tendine
dalla
componente
ossea
ileo-‐pubica
e
della
capsula
arGcolare
.
Tale
borsa
è
considerata
la
più
grande
borsa
del
corpo
umano
con
i
suoi
7
cm
di
lunghezza
e
4
cm
di
larghezza
di
media
(Armstrong
e
Saxton
1972),
arrivando
ad
estendersi
a
volte
cranialmente
fino
nelle
pelvi
e
caudalmente
fino
al
piccolo
trocantere.
• L’innervazione
dell’ilepsoas
è
data
dal
nervo
femorale
(da
L1
a
L4)
che
lo
rifornisce
con
una
media
3,7
(da
2
a
7
)
terminazioni
nervose
(Van
Campenhout
et
al.2010).
Il
plesso
lombare
decorre
all’interno
dell’ileopsoas
in
61
dissezione
cadaveriche
e
solo
2
di
63
decorreva
posteriormente
(Kirchmair
et
al.
2008)
,
Muscolo
Iliaco
Il
muscolo
Iliaco
origina
dai
due
terzi
superiori
della
fossa
iliaca
,
labbro
interno
della
cresta
iliaca,
legamenG
ileo-‐lombari
e
sacro-‐iliaci
ventrali
e
ala
del
sacro
.
L’inserzione
avviene
per
la
maggior
parte
lateralmente
al
tendine
del
grande
psoas,
mentre
una
minore
parte,
che
origina
dalla
porzione
più
laterale
della
cresta
iliaca,
si
ancora
direDamente
sul
piccolo
trocantere
senza
nessun
tendine
(Tatu
et
al.
2001)
o
con
un
soZle
tendine
autonomo(Polster
et
al.
2008;
Blankenbaker
e
Tuite
2008
).L'iliaco,
forse
per
la
sua
mancanza
di
inserzione
direDa
sul
rachide
lombare,
è
sempre
stato
meno
collegato,
in
termini
di
funzione
e
di
conseguenza
di
eziopatogenesi,
rispeDo
al
grande
psoas,
alla
lombalgia.
Non
abbiamo
daG
sulla
differenza
di
massa
tra
i
due
muscoli,
invece
un
recente
arGcolo,
aDraverso
valutazione
RMN
e
modelli
matemaGci,
meDe
in
evidenza
un
braccio
di
leva
maggiore
dell'iliaco
(da
2.5
a
5.2
cm)
rispeDo
allo
psoas
(da
2
cm
a
3
cm)
(Blemker
e
Delp
2005).
ReDo
femorale
ReDo
femorale
• Il
reDo
femorale
o
reDo
anteriore,
come
lo
chiamano
i
francesi,
con
le
sue
inserzioni,
a
monte
tramite
il
tendine
direDo
sulla
spina
iliaca
antero
inferiore
e
con
il
tendine
riflesso
sul
bordo
superiore
coGloideo
(fig.
22a,
22b),
di
cui
alcune
di
fibre
si
conGnuano
nella
capsula
arGcolare
e
a
valle
con
il
tendine
quadricipitale,
è
un
flessore
d’anca
bi
arGcolare.
Tale
azione,
però,
dipende
dal
grado
di
flessione
del
ginocchio:
infaZ,
è
tanto
più
efficace
sull'anca
quanto
più
il
ginocchio
è
flesso.
• Interviene
sopraDuDo
nei
movimenG
che
associano
l'estensione
del
ginocchio
e
la
flessione
dell'anca,
come
nell'avanzamento
dell'arto,
non
portante,
nella
marcia.
La
sua
aZvità
non
può
essere
disgiunta
da
quella
dei
vasG
a
qualsiasi
angolo
di
flessione
dell'anca
venga
aZvato
(Salzman
et
al
1993).
• Durante
esercizi
in
catena
cineGca
chiusa
(single-‐leg
squat,
lunge,
step-‐
up-‐and-‐over),
che
prevedono
una
flessione
del
ginocchio
e
dell’anca,
il
reDo
è
aZvato
e
sembra
che
le
donne
lo
aZvino
maggiormente
rispeDo
agli
uomini
(Zeller
et
al.
2003;
Dwyer
et
al.
2010).
• Per
la
valutazione
della
flessibilità,
Kendall
et
al.
(1994)
propone
il
test
di
Thomas,
concentrando
l’aDenzione
sulla
ampiezza
di
flessione
del
ginocchio.
Per
Magee
(2002)
se
il
ginocchio
si
fleDe
90°
o
oltre,
non
è
presente
una
restrizione
di
flessibilità
del
reDo
femorale;
se
si
fleDe
meno
di
90°
è
presente
una
ridoDa
flessibilità.
Tale
metodo
di
valutazione
della
flessibilità
del
reDo
femorale
è
stata
messa
in
discussione
sia
per
l’affidabilità
che
la
ripeGbilità
(Peeler
e
Anderson
2008)
•
ReDo
Femorale
Inserzione
prossimale
Sartorio
Sartorio
• Il
sartorio
si
inserisce
sulla
spina
iliaca
antero
superiore
e
sulla
metafisi
Gbiale
mediale.
E’
principalmente
un
flessore
e,
secondariamente,
abduDore-‐
rotatore
esterno
d’anca.
Presenta
anche
un’azione
sul
ginocchio
di
flessione-‐rotazione
interna.
La
funzione
di
questo
muscolo,
di
solito,
è
descriDa
in
relazione
al
movimento
del
femore
o
del
ginocchio,
quindi
in
catena
cineGca
aperta.
Viene
sistemaGcamente
trascurata
la
sua
funzione
in
catena
cineGca
chiusa;
in
questa
modalità,
in
collaborazione
con
il
tensore
della
fascia
lata,
coadiuva
all’anGversione
iliaca.
Sartorio:
inserzioni
Sartorio
Tensore
della
Fascia
Lata
(TFL)
Tensore
della
Fascia
Lata
(TFL)
Il
TFL
(fig.
24a)
e
un
muscolo
di
circa
15
cm
di
lunghezza
e
4
di
larghezza
che
si
inserisce
cranialmente
sulla
faccia
laterale
della
SIAS,
sul
traDo
prossimale
del
labbro
laterale
della
cresta
iliaca
per
circa
2-‐3
cm
(fig.
24b),
sulla
fascia
del
medio
gluteo
(Kaplan
1958);
caudalmente,
invece,
sulla
bendelleDa
ileoGbiale
(BIT).
Il
TFL,
oltre
al
ruolo
di
stabilizzatore
del
bacino,
in
collaborazione
con
il
grande
gluteo,
sul
piano
coronale
e
sul
piano
sagiDale
in
collaborazione
con
il
sartorio,
presenta
un'azione
nella
abduzione
(fig.
25a),
flessione
(fig.
25b)
e
intrarotazione
del
femore
(fig.
25c).
Il
nome
di
tensore
della
fascia
lata
è
inappropriato
e
questa
opinione
è
condivisa
dalla
leDeratura
datata
inizio
1900
(Manouvrier
1904).
TFL:
inserzioni
Garande
Gluteo
• Il
grande
gluteo
nell’uomo
è
il
più
superficiale
e
Garande
Gluteo
sviluppato
dei
muscoli
della
regione
glutea,
al
contrario,
è
soZle
ed
esile
nei
mammiferi
domesGci
e
sembra
mancare
nei
ruminanG
(Barone
1976).
• Kapandji
(1996)
riporta
una
sezione
media
di
66
cm
2
e
una
forza
media
pari
a
238
kg.
• Cranialmente
presenta
una
larga
inserzione:
parte
posteriore
del
labbro
esterno
della
cresta
iliaca,
dalla
linea
glutea
posteriore,
legamento
sacroiliaco
posteriore,
dalla
fascia
toracolombare,
cresta
laterale
del
sacro
e
del
coccige,
dal
legamento
sacrotuberoso,
dalla
fascia
aponeuroGca
del
medio
gluteo.
• Alcuni
Autori
(Williams
et
al.
1989)
suddividono
l'inserzione
craniale
in
due
livelli;
la
superiore
che
prende
contaDo
con
la
cresta
iliaca;
l'inferiore
con
il
sacro,
coccige
e
legamento
sacrotuberoso.
Da
questa
estesa
linea
di
aDacco,
le
fibre
muscolari
convergono
verso
il
ramo
laterale
della
linea
aspra
del
femore
(tuberosità
glutea),
dove
si
inseriscono
(fig.
81b).
I
fasci
più
superficiali,
invece,
si
portano
sulla
porzione
postero-‐laterale
della
BendelleDa
Ileo
Tibiale
(BIT).
Di
queste
due
inserzioni
la
componente
muscolare
superficiale,
collegata
alla
BIT,
sembra
essere
predominante.
Per
questa
sua
ampia
inserzione,
alcune
fibre
(ileo-‐
femorali)
del
GG
sono
monoarGcolari,
mentre
la
maggior
parte
è
bi
o
pluriarGcolare.
• L’innervazione
del
GG
è
data
dal
nervo
gluteo
inferiore
che
sorge
dalle
radici
di
L5,
S1,
S2.
Grande
Gluteo:
inserzioni
Grande
gluteo
• La
struDura
anatomica
del
grande
gluteo
lo
rende
abbastanza
singolare.
La
sua
azione
si
esterna
su
tuZ
i
piani
spaziali,
sia
nel
muovere
il
femore
con
punto
fisso
prossimale,
sia
nel
muovere
l’iliaco,
uGlizzando
il
femore
e
la
Gbia
come
punto
fisso.
• Se
il
grande
gluteo
presenta
due
inserzioni
distali
disGnte
è
logico
pensare
che
assolva
a
due
disGnte
funzioni.
A
volte
pensiamo
che
sia
più
correDo
considerare
il
grande
gluteo
non
come
un
singolo
muscolo,
bensì
come
due
muscoli
a
separaG.
Questa
neDa
disGnzione
è
presente
negli
scimpanzè
(pan
Troglodytes),
primaG
fisicamente
e
geneGcamente
più
vicini
agli
uomini.
In
quesG
animali
il
GG
presenta
2
comparGmenG
completamente
disGnG
con
differenG
origini
ed
inserzioni.
La
porzione
più
craniale,
il
gluteus
maximus
proprius
(GMP),
è
un
soZle
strato
muscolare
che
origina
dalla
aponeurosi
glutea
e
dai
legamenG
sacroiliaci,
dalla
porzione
dorsale
del
sacro
e
dalla
porzione
più
superiore
del
coccige;
l'inserzione
del
GMP
avviene
sulla
bendelleDa
ilioGbiale
(Sigmon
1975;
Aiello
e
Dean
1990).
La
parte
più
caudale,
il
gluteus
maximus
ischiofemoralis
(GMIF),
comprende
la
maggior
parte
del
GG
delle
scimmie.
Questa
spessa
porzione
del
muscolo
origina
dalla
tuberosità
ischiaGca
e
si
inserisce
lungo
tuDo
il
decorso
laterale,
dalla
tuberosità
glutea
al
condilo
laterale,
del
femore
(Lovejoy
et
al.
2002).
Il
GMP
e
il
GMIF
sono
consideraG
due
muscoli
separaG
anche
nell'orangotango
(Sigmon
1975).
• Nell'uomo
non
è
presente
la
componente
GMIF
e
l'inserzione
a
monte,
più
larga
della
GMP,
raggiunge
la
cresta
iliaca
e
la
fascia
toracolombare.
Nella
scimmia
il
GMIF
presenta
un'azione
preDamente
estensoria,
paragonabile
alla
componente
più
caudale
del
GG,
mentre
il
GMP
presenta
un'azione
legata
sopraDuDo
all’
abduzione,
come
la
componente
più
craniale
del
GG
Piccolo
e
medio
gluteo
Medio
Gluteo
rappresentazione
schemaGca
dell’inserzione
del
semimembranoso:
1)
tendine
riflesso;
2)
tendine
direDo;
3)
fasci
accessori
per
il
popliteo;
4)
legamento
posteriore
obliquo
(POL);
5)
fasci
accessori
per
incisura
intercondilica
• Il
semitendinoso
è
situato
superficialmente
nella
parte
postero-‐mediale
della
coscia.
A
differenza
del
semimembranoso,
presenta
una
parte
carnosa
prossimale
e
un
lungo
tendine,
circa
24
cm
per
i
maschi
e
22cm
per
le
femmine
(Limitlaohaphan
et
al.
2009),
a
livello
distale.
Si
inserisce
cranialmente
alla
tuberosità
ischiaGca
con
un
tendine
in
comune
con
il
bicipite
(Miller
et
al.
2007)
e
al
legamento
sacrotuberoso;
caudalmente
con
una
larga
espansione
sulla
parte
antero-‐
mediale
della
metafisi
Gbiale,
entrando
a
fare
parte
della
zampa
d’oca
MUSCOLI
ADDOMINALI
RETTO
ADDOMINALE
Origina
dalla
cresta
pubica
e
sinfisi;
si
inserisce
sulle
carGlagini
costali
della
quinta,
sesta
e
seZma
costa,
e
processo
xifoideo
dello
sterno.
Presenta
una
direzione
delle
fibre
sopraDuDo
verGcali.
Funzione
-‐
fleDe
il
tronco
avvicinando
il
torace
al
bacino
ventralmente.
Con
il
bacino
stabilizzato,
il
torace
si
sposta
verso
il
bacino;
se
è
il
torace
ad
essere
stabilizzato,
è
il
bacino
a
spostarsi
verso
il
torace.
Innervazione
-‐
T5-‐T12,
rami
ventrali.
ReDo
addominale
La
sua
lamina
anteriore
si
unisce
all'aponeurosi
dell'obliquo
esterno
cosGtuendo
lo
strato
superficiale
della
fascia
del
reDo.
La
sua
lamina
posteriore
si
unisce
all'aponeurosi
del
trasverso
dell'addome
cosGtuendo
lo
strato
profondo
della
fascia
del
reDo.
Le
aponeurosi
di
tuZ
e
tre
i
muscoli,
si
uniscono,
soDo
la
linea
arcuata,
per
cosGtuire
lo
strato
ventrale
della
fascia
del
reDo,
mentre
la
fascia
transversalis
forma
lo
strato
profondo.
L'obliquo
esterno
si
può
suddividere,
in
base
Obliquo
esterno
all'inserzione
e
direzione
delle
fibre,
in
una
componente
anteriore
e
una
laterale
a)
fibre
anteriori
(fig.
14a)
Originano
dalla
superfici
esterna
dalla
quinta
all'oDava
costa
con
digitazioni
comuni
al
grande
dentato;
si
inserisce
con
una
aponeurosi
ampia
e
piaDa,
terminante
sulla
linea
alba,
rafe
tendineo
che
si
estende
caudalmente
dallo
xifoide.
La
direzione
delle
fibre
è
obliqua
verso
il
basso
e
verso
l'area
mediana
(in
modo
parGcolare
le
fibre
superiori).
Funzione
-‐
contraendosi
bilateralmente
le
fibre
anteriori
fleDono
la
colonna
vertebrale
avvicinando
anteriormente
il
torace
al
bacino;
sostengono
e
comprimono
i
visceri
addominali,
deprimono
il
torace
ed
aiutano
la
respirazione.
b)
fibre
laterali
Origina
dalla
superficie
esterna
della
nona
costa
con
di-‐gitazioni
comuni
al
grande
dentato
e
superfici
esterne
della
decima,
undicesima,
e
dodicesima
costa
con
digitazioni
comuni
al
grande
dorsale;
si
inserisce
come
il
legamento
inguinale,
sul
tubercolo
pubico,
e
sul
margine
esterno
della
metà
anteriore
della
cresta
iliaca.
Obliquo
esterno