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Unità didattica

Giochiamo con le favole e le fiabe italiane

 Livello prescolare e primario

 Età prescolare

 Prima e seconda classe

 Terza e quarta classe

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ETÀ PRESCOLARE

"Un albero è l’esplosione lentissima di un seme”

Bruno Munari

Attività 1. Il binomio fantastico. L’insegnante spiega il gioco e i bambini


svolgono l’attività (Segue un esempio su come presentare l’esercizio).

“Rodari è convinto che una parola crei nella nostra mente tutta una serie di
collegamenti e associazioni, un po’ come fa un sasso che cade in uno stagno.
Bene, ora pensa se le parole fossero due! Lui l’ha chiamato binomio fantastico e
l’unica regola da rispettare è scegliere due parole con un significato molto
diverso. Partendo dalle parole “CALZINO” (Socke) e “FIORE” (Blume) inventa
insieme alla classe e con l’aiuto dell’insegnante una storia divertente, poi
disegnala. L’avete tutti immaginata nello stesso modo?”

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Attività 2. “Alice casca in mare”. L’insegnante legge la favola e i bambini ascoltano.

Alice casca in mare


di Gianni Rodari

Una volta Alice Cascherina andò al mare, se ne innamorò e non voleva mai
uscire dall’acqua.

“Alice, esci dall’acqua” la chiamava la mamma. “Subito, eccomi” rispondeva


Alice. Invece pensava: “Starò in acqua finché mi cresceranno le pinne e
diventerò un pesce”.

Di sera, prima di andare a letto, si guardava le spalle nello specchio per


vedere se le crescevano le pinne o almeno qualche squama d’argento. Ma
scopriva soltanto dei granelli di sabbia, se non si era fatta bene la doccia.

Una mattina scese sulla spiaggia più presto del solito e incontrò un
ragazzo che raccoglieva ricci e telline. Era figlio di pescatori e sulle cose
di mare la sapeva lunga. “Tu sai come si fa a diventare un pesce?” gli
domandò Alice.

“Ti faccio vedere subito” rispose il ragazzo.

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Posò su uno scoglio il fazzoletto con i ricci e le telline e si tuffò in mare.
Passò un minuto, ne passarono due, il ragazzo non tornava a galla. Ma poi
ecco al suo posto comparire un delfino che faceva le capriole tra le onde e
lanciava allegri zampilli nell’aria. Il delfino venne a giocare tra i piedi di
Alice ed essa non ne aveva la minima paura.

Dopo un po’ il delfino, con un elegante colpo di coda, prese il largo. Al suo
posto riemerse il ragazzo delle telline e sorrise. “Hai visto com’è facile?”
“Ho visto, ma non sono sicura di saperlo fare” “Provaci”.

Alice si tuffò, desiderando ardentemente di diventare una stella marina,


invece cadde in una conchiglia che stava sbadigliando, ma subito richiuse
le valve, imprigionando Alice e tutti i suoi sogni.

“Eccomi di nuovo nei guai” pensò la bimba. Ma che silenzio, che fresca
pace laggiù e là dentro. Sarebbe stato bello restarci per sempre, vivere
sul fondo del mare come le sirene di una volta. Alice sospirò. Le venne in
mente la mamma, che la credeva ancora a letto; le venne in mente il
babbo, che proprio quella sera doveva arrivare dalla città, perché era
sabato.

“Non posso lasciarli soli, mi vogliono troppo bene. Tornerò a terra, per
questa volta”.

Puntando i piedi e le mani riuscì ad aprire la conchiglia abbastanza per


saltarne fuori e risalire a galla. Il ragazzo delle telline era già lontano.
Alice non raccontò mai a nessuno quello che le era capitato.

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Attività 3. I bambini colorano i disegni, poi ricostruiscono la storia sul
quaderno ritagliando e incollando le immagini nella sequenza corretta.

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Attività 4. I bambini collegano i puntini e colorano il disegno.

Alice vuole diventare un

Attività 5. “La strada di Cioccolato”. Di cosa parlerà questa storia? Chi


saranno i protagonisti? I bambini immaginano la trama della storia e creano un
disegno.

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Attività 6. “La strada di cioccolato”. L’insegnante legge la favola e i bambini
ascoltano.

La strada di cioccolato
di Gianni Rodari

Tre fratellini di Barletta una volta, camminando


per la campagna, trovarono una strada liscia
liscia e tutta marrone.

“Che sarà?” disse il primo.


“Legno non è” disse il secondo.
“Non è carbone” disse il terzo.
Per saperne di più si inginocchiarono tutti e tre
e diedero una leccatina.

Era cioccolato, era una strada di cioccolato.


Cominciarono a mangiarne un pezzetto, poi un altro pezzetto, venne la
sera e i tre fratellini erano ancora lì che mangiavano la strada di
cioccolato, finché non ce ne fu più neanche un quadratino. Non c’era più né
il cioccolato né la strada.
“Dove siamo?” domandò il primo.
“Non siamo a Bari” disse il secondo.
“Non siamo a Molfetta” disse il terzo.
Non sapevano proprio come fare. Per fortuna ecco arrivare dai campi un
contadino col suo carretto.
“Vi porto a casa io” disse il contadino. E li portò fino a Barletta, fin sulla
porta di casa. Nello smontare dal carretto si accorsero che era fatto
tutto di biscotto. Senza dire né uno né due cominciarono a mangiarselo e
non lasciarono né le ruote né le stanghe. Tre fratellini così fortunati, a
Barletta, non c’erano mai stati prima e chissà quando ci saranno un’altra
volta.

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Attività 7. Se i fratellini di Barletta avessero continuato il loro viaggio
avrebbero sicuramente trovato altri dolci! I bambini completano e colorano i
disegni, poi inseriscono le lettere mancanti per completare i nomi dei dolci.

CARAMELLA

C_R_M_L_A

BASTONCINO
DI ZUCCHERO

BASTONCINO DI
CIAMBELLA Z_C_H_R_

C_A_B_L_A

PASTICCINO

P_ S _ I _ C _ N _

MARMELLATA

M_R_E_L_T_

MIELE

M_E_E

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Attività 8. “I capelli del gigante”. L’insegnante legge la favola e i bambini
ascoltano.

I capelli del gigante


di Gianni Rodari

Una volta c’erano quattro fratelli: tre


erano piccolissimi, ma tanto furbi, il quarto
era un gigante dalla forza smisurata ma
era molto meno furbo degli altri. La forza
ce l’aveva nelle mani e nelle braccia, ma
l’intelligenza ce l’aveva nei capelli. I suoi
furbi fratellini gli tagliavano i capelli corti
corti, perché restasse sempre un po’ tonto,
e loro stavano a guardarlo e intascavano il
guadagno.

Lui doveva arare i campi, spaccare la legna,


far girare la ruota del mulino, tirare il
carretto al posto del cavallo e i suoi furbi fratellini sedevano a cassetta e
lo guidavano a suon di frusta. E mentre sedevano a cassetta tenevano
d’occhio la sua testa e dicevano:
“Come stai bene con i capelli corti” “Ah, la vera bellezza non sta mica nei
riccioli” “Guardate quel ciuffetto che si allunga: stasera ci vorrà un
colpetto di forbici”. Intanto si strizzavano l’occhio, si davano allegre
gomitate nei fianchi e al mercato intascavano i soldi, andavano all’osteria
e lasciavano il gigante a fare la guardia al carretto. Da mangiare glie ne
davano abbastanza perché potesse lavorare, da bere glie ne davano ogni
volta che aveva sete, ma solo vino di fontana.

Un giorno il gigante si ammalò. I suoi fratellini, per paura che morisse


mentre era ancora buono a lavorare, fecero venire i migliori medici del
paese a curarlo; gli davano da bere le medicine più costose e gli portavano

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la colazione a letto. E chi gli aggiustava i cuscini, chi gli rimboccava le
coperte. E intanto gli dicevano: “Vedi quanto ti vogliamo bene? Tu dunque
non morire, non farci questo torto”.

Erano tanto preoccupati per la sua salute che si dimenticarono di tener


d’occhio la capigliatura. I capelli ebbero il tempo di crescere lunghi come
non lo erano mai stati e con i capelli tornò al gigante tutta la sua
intelligenza. Egli cominciò a riflettere, a osservare i sui fratellini, a
sommare due più due e quattro più quattro. Comprese finalmente quanto
essi fossero stati perfidi e lui tonto, ma subito non disse nulla. Aspettò
che gli tornassero le forze e una mattina, mentre i suoi fratellini
dormivano ancora, egli si alzò, li legò come salami e li caricò sul carretto.

“Dove ci porti, fratello caro, dove porti i tuoi amati fratellini?”


“Ora vedrete”. Li portò alla stazione, li ficcò in treno legati come stavano
e per tutto saluto disse loro: “Andatevene, e non fatevi più rivedere da
queste parti. Mi avete ingannato abbastanza. Adesso il padrone sono io”.

Il treno fischiò, le ruote si mossero, ma i tre furbi fratellini se ne


stettero buoni buoni al loro posto e nessuno li ha rivisti mai più.

Attività 9. Come si chiamano i protagonisti di questa storia? I bambini


colorano il disegno e inventano dei nomi per il gigante e i suoi tre fratelli.

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Attività 10. “Cappuccetto Verde” di Bruno Munari. L’insegnante legge la fiaba e
i bambini ascoltano.

In una piccola casetta in mezzo a un prato


abitava Cappuccetto Verde, una bambina tanto
buona e simpatica. Un giorno sua mamma le
mise in testa un cappuccetto fatto di foglie
verdi, molto ridicolo, ma
a Cappuccetto piaceva così tanto da tenerlo
sempre in testa: se lo toglieva solo quando
andava a dormire. Una rana, di nome
Verdocchia, è molto amica di Cappuccetto
Verde e giocano sempre insieme. Ma Cappuccetto Verde ha anche altri
amici e amiche: Zip la cavalletta verde, Giuseppa la tartaruga e Pisellina la
lumaca […].

La mamma di Cappuccetto
Verde ha un regalino da
portare alla nonna Cicalina
che abita in un’altra
casetta, dopo il bosco: è un
bel cestino fatto di rami verdi intrecciati, con dentro una bottiglia di
menta, del prezzemolo, dell’insalata, un pacchettino di carta verde a
disegni verdi con dentro del tè di menta. “Porta questo cestino alla nonna”
disse la mamma a Cappuccetto Verde. Cappuccetto si infila il vestitino
verde, le scarpine verdi con le calzine verdi e si mette in cammino […].

Cappuccetto cammina con passo sicuro, portando il cestino con dentro la


roba per la nonna. Com’è bello il bosco! Ci sono foglie dappertutto: davanti,
dietro, sopra e sotto! E foglie di ogni tipo: strette, larghe, lunghe, coi
dentini o lisce, foglie che pungono e foglie morbide […].
Cappuccetto passa dietro una grande roccia e… Il lupo! La bestiaccia nera
vuole spaventare Cappuccetto Verde per rubarle il cestino. Salta fuori

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all’improvviso ma per fortuna sono alla fine del bosco e Cappuccetto
Verde corre fuori dove il lupo non può andare per paura di essere visto e
preso dalla gente.

Il lupo segue Cappuccetto Verde con lo sguardo rabbioso, nascosto dietro


un cespuglio, e pensa al modo di saltarle addosso una volta arrivata a casa
della nonna. Cappuccetto corre verso la casa della nonna. Ma dov’è
Verdocchia? La rana non c’è più. Dove sarà? Dove sarà la rana Verdocchia?
“Presto presto, venite tutti” disse Verdocchia ai suoi amici “Cappuccetto
Verde è in pericolo, c’è il lupo, corriamo a salvarla!” E via tutti in un balzo.
All’improvviso il lupo è assalito dalle rane. Non capisce cosa succede,
cerca di acchiapparle con le sue zampacce, si agita, si dimena, e intanto le
rane lo assaltano da tutte le parti,
gli saltano sul muso, sono più svelte
di lui. Il lupo credeva che fossero
tante e tante, come un grande
temporale, e alla fine ha il fiato
grosso, gli gira la testa, sta male.

Intanto Cappuccetto Verde arriva


a casa della nonna. Il lupo, tutto sbuffante, si allontana. Verdocchia lo
minaccia ancora “Via! Via!”.
Cappuccetto suona il campanello ed entra nella casa.
La nonna ha visto tutto e ha preparato un buon tè di menta per
Cappuccetto e i suoi amici […]. Tutti si
riposano un poco, prima di ritornare.
Ecco Cappuccetto Verde che torna a
casa, attraversa ancora il bosco
assieme alla sua amica rana e agli altri
ranocchietti. Ormai Cappuccetto non
ha più paura del lupo perché sa di
avere tanti amici […].

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Attività 11. Chi sono gli amici di Cappuccetto Verde? I bambini seguono le
indicazioni e colorano i disegni.

GIUSEPPA VERDOCCHIA

PISELLINA ZIP

GIALLO MARRONE VERDE ROSSO

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Attività 12. “Cappuccetto Giallo” di Bruno Munari. L’insegnante legge la fiaba e
i bambini ascoltano la storia.

Al piano terreno del più


alto grattacielo della città
abita Cappuccetto Giallo. Il
papà di Cappuccetto
Giallo è custode in un
parcheggio di auto e la
mamma lavora al
supermercato. La loro
casetta è piccola e la mamma la tiene molto in ordine presto e bene. Ha
perfino tempo di leggere qualche libro. Per Cappuccetto ha preparato un
completo di maglia gialla, molto semplice come forma, ma molto bello come
colore, perché non è un giallo limone e nemmeno un giallo zucca, è un giallo
con dei riflessi di un altro giallo e molto morbido come le piume di un
canarino.
Molti canarini vengono a trovare Cappuccetto Giallo perché lei mette
sempre sul muretto del balcone le briciole di pane e così sono diventati
molto amici e i canarini la accompagnano anche in mezzo al traffico della
città quando Cappuccetto deve andare dalla nonna. Deve proprio andarci
domani a portare un panierino di plastica gialla con dei limoni, dei
pompelmi e una bottiglia di olio del Garda.

Per andare dalla nonna Cappuccetto deve attraversare il traffico della


città, il che è molto pericoloso, come attraversare il bosco.
Anche nel traffico ci sono i pericoli, ma Cappuccetto ha un piano segreto,
d’accordo con i suoi amici canarini. Ecco, infatti, alla fermata di un
semaforo, un lupo al volante di un’auto. Il lupo la guarda con occhi strani,
la fissa insistentemente e poi le dice: “Vuoi venire a fare un giretto con
me, bella bambina?” Cappuccetto ha un pochino di paura, ma si è già

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accorta che un canarino ha visto quello che stava succedendo, ha visto il
lupo e sa già che cosa dovrà fare. A un cenno di Cappuccetto tutti i
canarini vanno a posarsi e a svolazzare intorno al semaforo! Che
confusione! Nessuno vede più i segnali e si forma un ingorgo di traffico
dove il lupo deve restare e non può più uscire. Cappuccetto
Giallo attraversa tranquillamente la strada per andare dalla sua nonna […].
Cappuccetto sta un poco con la nonnina che le racconta una storiella.

Mentre Cappuccetto Giallo torna a casa pensa alla storiellina che la nonna
le ha appena raccontato: una vecchia storia di una certa Cappuccetto
Rosso e di un lupo che mangiava la nonna senza masticarla e tante altre
orribili cose. “Poveri bambini!“ pensa Cappuccetto Giallo “che storie piene
di paura raccontavano quando la nonna era bambina come me!
E Cappuccetto torna a casa con un pacchetto a righe blu che la nonna le
ha consegnato da portare alla mamma. Cappuccetto ormai non ha più paura
del lupo, perché sa che può avere l’aiuto dei suoi amici canarini che la
seguono. Alcuni si divertono a fare gare di velocità con un motociclista
che passa in quel momento.

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Attività 13. I bambini osservano i tre gruppi di elementi e colorano, in ciascun
gruppo, tutte le cose gialle che riconoscono.

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Attività 14. “Cappuccetto Bianco” di Bruno Munari. L’insegnante racconta la
fiaba e i bambini ascoltano. Questa volta, saranno loro a inventare e a disegnare
le scene della storia.

Mai vista tanta neve. Stamattina ci siamo svegliati e, aprendo la finestra,

siamo stati accecati da tanto bianco, la neve era caduta durante tutta la

notte e aveva coperto ogni cosa. Mai vista tanta neve!

A guardare bene tutta questa neve, non si riesce più a vedere, a

distinguere la cuccia del cane, i cespugli di bosso, la panchina di pietra, il

contorno delle aiuole, il sentiero che conduce verso il bosco. Anche

aprendo bene gli occhi non si riesce a vedere niente. In mezzo a tutta

questa neve si vedono solo gli occhi di Cappuccetto Bianco. Il suo sguardo

è molto preoccupato “Come farò ad andare dalla nonna Candida a portare

il suo uovo, il latte e lo zucchero che la mamma mi ha dato avvolti in un

fagottino fatto con un tovagliolo bianco?”. E la neve continua a coprire

ogni cosa.

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E Cappuccetto Bianco si avvia lentamente nella neve, in direzione del

bosco che ancora non si vede. La neve è soffice e le gambe di Cappuccetto

Bianco affondano fino al ginocchio. A un certo punto incontra il pittore

Bianconi che aveva perso la sua scatola dei colori. Cappuccetto lo consola

e gli suggerisce di andare da Biancaneve a farsene dare un’altra tutta

nuova.

Dopo molto cammino nella neve Cappuccetto Bianco sente uno strano

ululato, però non si vede niente, sarà il lupo bianco? Dove sarà? Come si

fa? Intanto il lupo continua ad ululare: sta molto male perché ha fatto

un’indigestione di nonne e adesso deve mangiare solo riso in bianco. Povero

lupo. Ma dov’è? Non si vede niente. Neanche il lupo vede Cappuccetto

Bianco che continua la sua strada nella neve.

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Cappuccetto Bianco vede un grande mucchio di neve, forse sotto questa

neve, un grande mucchio di neve, forse sotto questa neve c’è la casa della

nonna. Cappuccetto si fa largo nella neve e trova un cartello scritto col

gesso bianco, dove si legge: “Sono andata nell’Africa nera, tornerò in

estate, ciao, non piangere”.

Cappuccetto diventa rossa per la sorpresa, ma dentro di sé è un po’ verde

per non aver incontrato la nonna. “Sembra la storia di un libro giallo!”

esclama e si avvia a ritornare dalla mamma.

Per la strada fa molto freddo e Cappuccetto diventa un poco viola, ma

tutto va a posto quando ritroverà la mamma. Il lupo non si è più visto.

Questa strana storia vi farà passare una notte in bianco.

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Attività 15. Gioco didattico “Cos’hai in mente?”

Regole e scopo del gioco:

Il gioco consiste nel creare un disegno a più mani. L’insegnante disegna la base

del disegno su un foglio, per esempio l’ovale di un occhio, e passa carta e penna

a un bambino. Questi, interpretando magari diversamente l’ovale, gli fa delle

zampe di gallina e passa il disegno al suo vicino di banco che, a sua volta, disegna

un cappellino sulla testa. E così via. Quale sarà il risultato finale?

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PRIMA E SECONDA CLASSE

”I miei pensieri e i tuoi si sono stretti la mano, in due si pensa meglio


e si va più lontano”
Gianni Rodari

Attività 1. Il binomio fantastico. Leggi e svolgi l’attività.

Rodari è convinto che una parola crei nella nostra mente tutta una serie di

collegamenti e associazioni, un po’ come fa un sasso che cade in uno stagno.

Bene, ora pensa se le parole fossero due! Lui l’ha chiamato binomio fantastico e

l’unica regola da rispettare è scegliere due parole con un significato molto

diverso. A coppie scegliete due parole (es. CALZINO - FIORE) e inventate una

storia da raccontare alla classe. Quale sarà la più divertente?

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Le due parole che abbiamo scelto sono:

_______________________________________________________

Attività 2. Fate un disegno della vostra storia.

Attività 3. "Prendete due parole, le prime due che vi vengono in mente.

Esempio: pianta e pantofola. Mescolatele, ne uscirà il titolo: La pianta delle

pantofole”. Rodari ci fornisce appena l’ambientazione e l’esordio della storia…

Ascoltate.

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La pianta delle pantofole

(tratto dalla rubrica "La domenica dei piccoli" pubblicata su l’Unità di Milano il

22. 5. 1949)

ll contadino Pietro andò un mattino nel suo frutteto con l'intenzione di cogliere

delle mele. La pianta delle mele era in mezzo a un prato e, mentre le si

avvicinava, Pietro vide tra le foglie delle macchie di diversi colori: blu, giallo,

rosa e viola. - Diavolo - pensò - non ho mai visto delle mele azzurre, cosa sarà?

Giunto vicino alla pianta, il mistero diventò chiaro d'un tratto: tra i rami e le

foglie penzolavano in bell'ordine dondolando al fresco vento, centinaia di

pantofole. - A chi sarà venuto in mente di attaccare tante pantofole alla mia

pianta? - si domandò Pietro. Salì sulla pianta per esaminare bene la cosa e si

accorse che le pantofole erano attaccate ai rami per mezzo di un gambo sottile,

insomma che le pantofole erano cresciute sulla pianta al posto delle mele. Pietro

non credeva ai propri occhi. Si pizzicò forte una gamba per sentire se era ben

sveglio. Non c’era dubbio, non stava sognando. Pietro considerò a lungo quelle

strane pantofole. Ce n'erano di tutti i tipi: con il fiocco, con la fibbia, con la

doppia suola, con il pelo dentro e così via. Che fare?

Attività 4. Quale sarà il seguito della storia? Che cosa deciderà di fare

Pietro? A coppie inventate un possibile finale e raccontatelo alla classe.

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Attività 5. Colora i disegni e immagina la storia di questa bambina,

Alice. Prova a numerare le immagini creando una sequenza di

avvenimenti.

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Attività 6. Ascolta la storia di Alice. Avete indovinato la trama della
storia o ne avete inventata una del tutto nuova?

Alice casca in mare


di Gianni Rodari

Una volta Alice Cascherina andò al mare, se

ne innamorò e non voleva mai uscire

dall’acqua.

“Alice, esci dall’acqua” la chiamava la mamma.

“Subito, eccomi” rispondeva Alice. Invece

pensava: “Starò in acqua finché mi

cresceranno le pinne e diventerò un pesce”.

Di sera, prima di andare a letto, si guardava le spalle nello specchio per

vedere se le crescevano le pinne o almeno qualche squama d’argento. Ma

scopriva soltanto dei granelli di sabbia, se non si era fatta bene la doccia.

Una mattina scese sulla spiaggia più presto del solito e incontrò un

ragazzo che raccoglieva ricci e telline. Era figlio di pescatori e sulle cose

di mare la sapeva lunga. “Tu sai come si fa a diventare un pesce?” gli

domandò Alice.

“Ti faccio vedere subito” rispose il ragazzo.

Posò su uno scoglio il fazzoletto con i ricci e le telline e si tuffò in mare.

Passò un minuto, ne passarono due, il ragazzo non tornava a galla. Ma poi

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ecco al suo posto comparire un delfino che faceva le capriole tra le onde e

lanciava allegri zampilli nell’aria. Il delfino venne a giocare tra i piedi di

Alice ed essa non ne aveva la minima paura.

Dopo un po’ il delfino, con un elegante colpo di coda, prese il largo. Al suo

posto riemerse il ragazzo delle telline e sorrise. “Hai visto com’è facile?”

“Ho visto, ma non sono sicura di saperlo fare” “Provaci”.

Alice si tuffò, desiderando ardentemente di diventare una stella marina,

invece cadde in una conchiglia che stava sbadigliando, ma subito richiuse

le valve, imprigionando Alice e tutti i suoi sogni.

“Eccomi di nuovo nei guai” pensò la bimba. Ma che silenzio, che fresca

pace laggiù e là dentro. Sarebbe stato bello restarci per sempre, vivere

sul fondo del mare come le sirene di una volta. Alice sospirò. Le venne in

mente la mamma, che la credeva ancora a letto; le venne in mente il

babbo, che proprio quella sera doveva arrivare dalla città, perché era

sabato.

“Non posso lasciarli soli, mi vogliono troppo bene. Tornerò a terra, per

questa volta”.

Puntando i piedi e le mani riuscì ad aprire la conchiglia abbastanza per

saltarne fuori e risalire a galla. Il ragazzo delle telline era già lontano.

Alice non raccontò mai a nessuno quello che le era capitato.

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Attività 7. Ritaglia e incolla i disegni sul quaderno. Decidi tu se vuoi ricreare la

storia di “Alice casca in mare” oppure quella che avevi immaginato all’inizio. Buon

lavoro!

Attività 8. Diventa un personaggio della storia “Alice casca in mare”. Sei amico

di Alice e lei è davvero una mattacchiona! Quale magica avventura vorresti

vivere insieme a lei? Raccontalo con un disegno.

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Attività 9. Unisci i puntini e completa il disegno.

“Tu sai come si fa a diventare un _ _ _ _ _?” gli domando Alice.

“Ti faccio vedere subito” rispose il ragazzo.

Attività 10. “La strada di Cioccolato” di Gianni Rodari. Di cosa parlerà questa

storia? Chi saranno i protagonisti? Immagina e crea un disegno.

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Attività 11. Ascolta la favola.

La strada di cioccolato
di Gianni Rodari

Tre fratellini di Barletta una volta,


camminando per la campagna, trovarono una
strada liscia liscia e tutta marrone.
“Che sarà?” disse il primo.
“Legno non è” disse il secondo.
“Non è carbone” disse il terzo.
Per saperne di più si inginocchiarono tutti e
tre e diedero una leccatina.
Era cioccolato, era una strada di cioccolato.
Cominciarono a mangiarne un pezzetto, poi un
altro pezzetto, venne la sera e i tre fratellini erano ancora lì che
mangiavano la strada di cioccolato, finché non ce ne fu più neanche un
quadratino. Non c’era più né il cioccolato né la strada.
“Dove siamo?” domandò il primo.
“Non siamo a Bari” disse il secondo.
“Non siamo a Molfetta” disse il terzo.
Non sapevano proprio come fare. Per fortuna ecco arrivare dai campi un
contadino col suo carretto.
“Vi porto a casa io” disse il contadino. E li portò fino a Barletta, fin sulla
porta di casa. Nello smontare dal carretto si accorsero che era fatto
tutto di biscotto. Senza dire né uno né due cominciarono a mangiarselo e
non lasciarono né le ruote né le stanghe. Tre fratellini così fortunati, a
Barletta, non c’erano mai stati prima e chissà quando ci saranno un’altra
volta.

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Attività 12. Se i fratellini di Barletta avessero continuato il loro viaggio

avrebbero sicuramente trovato altri dolci! Completa e colora i disegni, poi scrivi

accanto a ciascun dolce il nome e l’articolo corretto.

CARAMELLA – PASTICCINO – MIELE – MARMELLATA – BASTONCINO DI

ZUCCHERO – CIAMBELLA

__ C________

_ _ B _ _ _ _ _ _ _ _ _ DI
________

__ C________

_ _ P_ _ _ _ _ _ _ _ _

__ M_________

__ M____

308
Attività 13. “I capelli del gigante”. Ascolta la favola.

I capelli del gigante


di Gianni Rodari

Una volta c’erano quattro fratelli: tre erano

piccolissimi, ma tanto furbi, il quarto era un

gigante dalla forza smisurata ma era molto meno

furbo degli altri. La forza ce l’aveva nelle mani e

nelle braccia, ma l’intelligenza ce l’aveva nei

capelli. I suoi furbi fratellini gli tagliavano i capelli

corti corti, perché restasse sempre un po’ tonto, e

loro stavano a guardarlo e intascavano il guadagno.

Lui doveva arare i campi, spaccare la legna, far girare la ruota del mulino,

tirare il carretto al posto del cavallo e i suoi furbi fratellini sedevano a

cassetta e lo guidavano a suon di frusta. E mentre sedevano a cassetta

tenevano d’occhio la sua testa e dicevano:

“Come stai bene con i capelli corti” “Ah, la vera bellezza non sta mica nei

riccioli” “Guardate quel ciuffetto che si allunga: stasera ci vorrà un

colpetto di forbici”. Intanto si strizzavano l’occhio, si davano allegre

gomitate nei fianchi e al mercato intascavano i soldi, andavano all’osteria

e lasciavano il gigante a fare la guardia al carretto. Da mangiare glie ne

davano abbastanza perché potesse lavorare, da bere glie ne davano ogni

volta che aveva sete, ma solo vino di fontana.

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Un giorno il gigante si ammalò. I suoi fratellini, per paura che morisse

mentre era ancora buono a lavorare, fecero venire i migliori medici del

paese a curarlo; gli davano da bere le medicine più costose e gli portavano

la colazione a letto. E chi gli aggiustava i cuscini, chi gli rimboccava le

coperte. E intanto gli dicevano: “Vedi quanto ti vogliamo bene? Tu dunque

non morire, non farci questo torto”.

Erano tanto preoccupati per la sua salute che si dimenticarono di tener

d’occhio la capigliatura. I capelli ebbero il tempo di crescere lunghi come

non lo erano mai stati e con i capelli tornò al gigante tutta la sua

intelligenza. Egli cominciò a riflettere, a osservare i sui fratellini, a

sommare due più due e quattro più quattro. Comprese finalmente quanto

essi fossero stati perfidi e lui tonto, ma subito non disse nulla. Aspettò

che gli tornassero le forze e una mattina, mentre i suoi fratellini

dormivano ancora, egli si alzò, li legò come salami e li caricò sul carretto.

“Dove ci porti, fratello caro, dove porti i tuoi amati fratellini?”

“Ora vedrete”. Li portò alla stazione, li ficcò in treno legati come stavano

e per tutto saluto disse loro: “Andatevene, e non fatevi più rivedere da

queste parti. Mi avete ingannato abbastanza. Adesso il padrone sono io”.

Il treno fischiò, le ruote si mossero, ma i tre furbi fratellini se ne

stettero buoni buoni al loro posto e nessuno li ha rivisti mai più.

310
Attività 14. Inventa i nomi dei protagonisti della storia! Osserva e colora

l’immagine, poi rispondi alle domande.

 Cosa fanno i tre fratelli?

______________________________________________________

______________________________________________________

 Secondo te si comportano bene con il gigante? Perché?

______________________________________________________

______________________________________________________

311
Attività 15. “Cappuccetto Verde”, ascolta la storia.

[L’insegnante può ricorrere al video-racconto al seguente link]

In una piccola casetta in mezzo a un prato abitava Cappuccetto Verde,

una bambina tanto buona e simpatica. Un giorno sua mamma le mise in

testa un cappuccetto fatto di foglie verdi, molto ridicolo, ma

a Cappuccetto piaceva così tanto da tenerlo sempre in testa: se lo

toglieva solo quando andava a dormire. Una rana, di nome Verdocchia, è

molto amica di Cappuccetto Verde e giocano sempre insieme.

Ma Cappuccetto Verde ha anche altri amici e amiche: Zip la cavalletta

verde, Giuseppa la tartaruga e Pisellina la lumaca […].

La mamma di Cappuccetto Verde ha un regalino da portare alla nonna

Cicalina che abita in un’altra casetta, dopo il bosco: è un bel cestino fatto

di rami verdi intrecciati, con dentro una bottiglia di menta, del

prezzemolo, dell’insalata, un pacchettino di carta verde a disegni verdi

con dentro del tè di menta. “Porta questo cestino alla nonna” disse la

312
mamma a Cappuccetto Verde. Cappuccetto si infila il vestitino verde, le

scarpine verdi con le calzine verdi e si mette in cammino […].

Cappuccetto cammina con passo sicuro, portando il cestino con dentro la

roba per la nonna. Com’è bello il bosco! Ci sono foglie dappertutto: davanti,

dietro, sopra e sotto! E foglie di ogni tipo: strette, larghe, lunghe, coi

dentini o lisce, foglie che pungono e foglie morbide […].

Cappuccetto passa dietro una grande roccia e… Il lupo! La bestiaccia nera

vuole spaventare Cappuccetto Verde per rubarle il cestino. Salta fuori

all’improvviso ma per fortuna sono alla fine del bosco e Cappuccetto

Verde corre fuori dove il lupo non può andare per paura di essere visto e

preso dalla gente.

Il lupo segue Cappuccetto Verde con lo sguardo rabbioso, nascosto dietro

un cespuglio, e pensa al modo di saltarle addosso una volta arrivata a casa

della nonna. Cappuccetto corre verso la casa della nonna. Ma dov’è

Verdocchia? La rana non c’è più. Dove sarà? Dove sarà la rana Verdocchia?

“Presto presto, venite tutti” disse Verdocchia ai suoi amici “Cappuccetto

Verde è in pericolo, c’è il lupo, corriamo a salvarla!” E via tutti in un balzo.

All’improvviso il lupo è assalito dalle rane. Non capisce cosa succede,

cerca di acchiapparle con le sue zampacce, si agita, si dimena, e intanto le

rane lo assaltano da tutte le parti, gli saltano sul muso, sono più svelte di

lui. Il lupo credeva che fossero tante e tante, come un grande temporale,

e alla fine ha il fiato grosso, gli gira la testa, sta male.

313
Intanto Cappuccetto Verde arriva a casa della nonna. Il lupo, tutto

sbuffante, si allontana. Verdocchia lo minaccia ancora “Via! Via!”.

Cappuccetto suona il campanello ed entra nella casa.

La nonna ha visto tutto e ha preparato un buon tè di menta per

Cappuccetto e i suoi amici […]. Tutti si riposano un poco, prima di

ritornare. Ecco Cappuccetto Verde che torna a casa, attraversa ancora il

bosco assieme alla sua amica rana e agli altri ranocchietti. Ormai

Cappuccetto non ha più paura del lupo perché sa di avere tanti amici […].

314
Attività 16. Sai come si formano i colori secondari? Trova la soluzione e scopri

come colorare i disegni, poi inserisci i nomi dei personaggi.

VERDOCCHIA – PISELLINA – GIUSEPPA – ZIP

ROSSO+GIALLO AZZURRO+GIALLO ROSSO+BLU

= _ _ _ _ _ _ _ _ _ = _ _ _ _ _ = _ _ _

315
Attività 17. Cosa sono gli amici di cappuccetto verde? Scopri di quali animali si

tratta e trova l’articolo determinativo corrispondente.

Attività 18. “Cappuccetto Giallo” di Bruno Munari. Ascolta la storia.

Al piano terreno
del più alto
grattacielo della
città
abita Cappuccett
o Giallo. Il papà
di Cappuccetto
Giallo è custode
in un parcheggio
di auto e la
mamma lavora al
supermercato. La loro casetta è piccola e la mamma la tiene molto in
ordine presto e bene. Ha perfino tempo di leggere qualche libro. Per
Cappuccetto ha preparato un completo di maglia gialla, molto semplice
come forma, ma molto bello come colore, perché non è un giallo limone e
nemmeno un giallo zucca, è un giallo con dei riflessi di un altro giallo e
molto morbido come le piume di un canarino.
Molti canarini vengono a trovare Cappuccetto Giallo perché lei mette
sempre sul muretto del balcone le briciole di pane e così sono diventati
molto amici e i canarini la accompagnano anche in mezzo al traffico della
città quando Cappuccetto deve andare dalla nonna. Deve proprio andarci
domani a portare un panierino di plastica gialla con dei limoni, dei
pompelmi e una bottiglia di olio del Garda.
Per andare dalla nonna Cappuccetto deve attraversare il traffico della
città, il che è molto pericoloso, come attraversare il bosco.

316
Anche nel traffico ci sono i pericoli, ma Cappuccetto ha un piano segreto,
d’accordo con i suoi amici canarini. Ecco, infatti, alla fermata di un
semaforo, un lupo al volante di un’auto. Il lupo la guarda con occhi strani,
la fissa insistentemente e poi le dice: “Vuoi venire a fare un giretto con
me, bella bambina?” Cappuccetto ha un pochino di paura, ma si è già
accorta che un canarino ha visto quello che stava succedendo, ha visto il
lupo e sa già che cosa dovrà fare. A un cenno di Cappuccetto tutti i
canarini vanno a posarsi e a svolazzare intorno al semaforo! Che
confusione! Nessuno vede più i segnali e si forma un ingorgo di traffico
dove il lupo deve restare e non può più uscire. Cappuccetto
Giallo attraversa tranquillamente la strada per andare dalla sua nonna […].
Cappuccetto sta un poco con la nonnina che le racconta una storiella.

Mentre Cappuccetto Giallo torna a casa pensa alla storiellina che la nonna
le ha appena raccontato: una vecchia storia di una certa Cappuccetto
Rosso e di un lupo che mangiava la nonna senza masticarla e tante altre
orribili cose. “Poveri bambini!“ pensa Cappuccetto Giallo “che storie piene
di paura raccontavano quando la nonna era bambina come me!
E Cappuccetto torna a casa con un pacchetto a righe blu che la nonna le
ha consegnato da portare alla mamma. Cappuccetto ormai non ha più paura
del lupo, perché sa che può avere l’aiuto dei suoi amici canarini che la
seguono. Alcuni si divertono a fare gare di velocità con un motociclista
che passa in
quel momento.

317
Attività 19. Osserva i disegni, poi ritagliali e inseriscili negli insiemi del colore

corrispondente: giallo, rosso, blu o verde.

318
GIALLO

BLU

319
ROSSO

VERDE

320
Attività 20. “Cappuccetto Bianco” di Bruno Munari. Ascolta la storia e disegna
tu le immagini della fiaba questa volta!

Mai vista tanta neve. Stamattina ci siamo svegliati e, aprendo la finestra,

siamo stati accecati da tanto bianco, la neve era caduta durante tutta la

notte e aveva coperto ogni cosa. Mai vista tanta neve!

A guardare bene tutta questa neve, non si riesce più a vedere, a

distinguere la cuccia del cane, i cespugli di bosso, la panchina di pietra, il

contorno delle aiuole, il sentiero che conduce verso il bosco. Anche

aprendo bene gli occhi non si riesce a vedere niente. In mezzo a tutta

questa neve si vedono solo gli occhi di Cappuccetto Bianco. Il suo sguardo

è molto preoccupato, “Come farò ad andare dalla nonna Candida a portare

il suo uovo, il latte, lo zucchero, che la mamma mi ha dato avvolti in un

fagottino fatto con un tovagliolo bianco?”. E la neve continua a coprire

ogni cosa.

E Cappuccetto Bianco si avvia lentamente nella neve, in direzione del

bosco che ancora non si vede. La neve è soffice e le gambe di Cappuccetto

321
Bianco affondano fino al ginocchio. Ad un certo punto incontra il pittore

Bianconi che aveva perso la sua scatola dei colori. Cappuccetto lo consolo

e gli suggerisce di andare da Biancaneve a farsene dare un’altra tutta

nuova.

Dopo molto cammino nella neve Cappuccetto Bianco sente uno strano

ululato, però non si vede niente, sarà il lupo bianco? Dove sarà? Come si

fa? Intanto il lupo continua ad ululare: sta molto male perché ha fatto una

indigestione di nonne e adesso deve mangiare solo riso in bianco. Povero

lupo. Ma dov’è? Non si vede niente. Neanche il lupo vede Cappuccetto

Bianco che continua la sua strada nella neve.

Cappuccetto Bianco vede un grande mucchio di neve, forse sotto questa

neve, un grande mucchio di neve, forse sotto questa neve c’è la casa della

nonna. Cappuccetto si fa largo nella neve e trova un cartello scritto col

gesso bianco, dove si legge: “Sono andata nell’Africa nera, tornerò in

estate, ciao, non piangere”.

322
Cappuccetto diventa rossa per la sorpresa, ma dentro di sé è un po’ verde

per non aver incontrato la nonna. “Sembra la storia di un libro giallo!”

esclama e si avvia a ritornare dalla mamma.

Per la strada fa molto freddo e Cappuccetto diventa un poco viola, ma

tutto va a posto quando ritroverà la mamma. Il lupo non si è più visto.

Questa strana storia vi farà passare una notte in bianco.

323
Attività 21. Gioco didattico “Cos’hai in mente?” (versione per prima e seconda

classe)

Regole e scopo del gioco:

Il gioco consiste nel creare un disegno a più mani. L’insegnante disegna la base

del disegno su un foglio, per esempio l’ovale di un occhio, e passa carta e penna

a un bambino. Questi, interpretando magari diversamente l’ovale, gli fa delle

zampe di gallina e passa il disegno al suo vicino di banco che, a sua volta, disegna

un cappellino nella parte alta del foglio. E così via.

Quale sarà il risultato finale? Magari il disegno fornirà ai bambini lo spunto per

una storia e le parole potrebbero continuare il gioco. L’insegnante stimola una

conversazione collettiva che, grazie al contributo di ciascuno, potrebbe portare

alla creazione di un racconto originale.

324
TERZA E QUARTA CLASSE

“… È il momento di lasciar libera la fantasia, di credere a


tutte le cose incredibili che essa ci racconterà"

Gianni Rodari

Attività 1. Gianni Rodari e il suo “binomio fantastico”. Leggi e svolgi l’attività.

Rodari è convinto che una parola crei nella nostra mente tutta una serie di

collegamenti e associazioni, un po’ come fa un sasso che cade in uno stagno.

Bene, ora pensa se le parole fossero due! Lui l’ha chiamato binomio fantastico e

l’unica regola da rispettare è scegliere due parole con un significato molto

diverso. Partendo dalle parole “CALZINO” (Socke) e “FIORE” (Blume) a coppie

inventate e scrivete una storia da raccontare alla classe. Quale sarà la più

divertente?

325
Le due parole che abbiamo scelto sono:

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_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

_____________________________________________________________________________

326
Attività 2. Continuiamo a esercitarci sul binomio fantastico. Cambiate coppia e

trovate altre due parole da mettere in rapporto tramite l’utilizzo di

preposizioni semplici e articolate.

Riprendiamo il nostro esempio: CALZINO – FIORE

- Il fiore è nel calzino

- Il calzino del fiore

- Il fiore sul calzino

Preposizioni semplici e
preposizioni articolate…
Anche tu hai le idee un po’
confuse?

Ripassiamo insieme…

La preposizione è una parte invariabile del discorso, cioè che non cambia mai!

Viene usata per creare un legame tra parole e frasi e si distinguono in semplici

e articolate (questo tipo di preposizioni si formano unendo una preposizione

semplice con un articolo determinativo, ricordi?)

Queste sono le preposizioni semplici:

DI A DA IN CON SU PER TRA FRA

327
Queste sono le preposizioni articolate:

Ora che abbiamo rinfrescato la memoria tocca te! Riprendiamo il nostro nuovo

binomio fantastico e giochiamo con le parole! Scrivi le frasi e poi illustrale con

un disegno.

______________ _______ _________________

______________ _______ _________________

______________ _______ _________________

328
Attività 3. "Prendete due parole, le prime due che vi vengono in mente.

Esempio: pianta e pantofola. Mescolatele, ne uscirà il titolo: La pianta delle

pantofole”. Rodari ci fornisce appena l’ambientazione e l’esordio della storia…

Leggiamola insieme.

La pianta delle pantofole


(tratto dalla rubrica "La domenica dei piccoli" pubblicata su l’Unità di Milano il 22. 5.

1949)

ll contadino Pietro andò un mattino nel suo frutteto con l'intenzione di

cogliere delle mele. La pianta delle mele era in mezzo a un prato e, mentre

le si avvicinava, Pietro vide tra le foglie delle macchie di diversi colori:

blu, giallo, rosa e viola. - Diavolo - pensò - non ho mai visto delle mele

azzurre, cosa sarà? Giunto vicino alla pianta, il mistero diventò chiaro

d'un tratto: tra i rami e le foglie penzolavano in bell'ordine dondolando al

fresco vento, centinaia di pantofole. - A chi sarà venuto in mente di

attaccare tante pantofole alla mia pianta? - si domandò Pietro. Salì sulla

pianta per esaminare bene la cosa e si accorse che le pantofole erano

attaccate ai rami per mezzo di un gambo sottile, insomma che le pantofole

erano cresciute sulla pianta al posto delle mele. Pietro non

329
credeva ai propri occhi. Si pizzicò forte una gamba per sentire se era ben

sveglio. Non c’era dubbio, non stava sognando. Pietro considerò a lungo

quelle strane pantofole. Ce n'erano di tutti i tipi: con il fiocco, con la

fibbia, con la doppia suola, con il pelo dentro e così via. Che fare?

Attività 4. Quale sarà il seguito? Che cosa deciderà di fare Pietro? A coppie

inventate e scrivete un possibile finale, poi leggete la vostra produzione alla

classe.

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330

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Attività 5. Colora i disegni e immagina la storia di questa bambina,
Alice. Prova a mettere le immagini in sequenza e scrivi in poche righe
la storia che hai immaginato.

331
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Attività 6. Leggi insieme alla classe la storia di Alice. Avete indovinato la trama
della storia o ne avete inventata una del tutto nuova?

Alice casca in mare


di Gianni Rodari

Una volta Alice Cascherina andò al mare, se ne


innamorò e non voleva mai uscire dall’acqua.

“Alice, esci dall’acqua”, la chiamava la mamma.


“Subito, eccomi”, rispondeva Alice. Invece
pensava: “Starò in acqua fin che mi cresceranno
le pinne e diventerò un pesce”.

Di sera, prima di andare a letto, si guardava le spalle nello specchio, per


vedere se le crescevano le pinne, o almeno qualche squama d’argento. Ma
scopriva soltanto dei granelli di sabbia, se non si era fatta bene la doccia.

Una mattina scese sulla spiaggia più presto del solito e incontrò un
ragazzo che raccoglieva ricci e telline. Era figlio di pescatori

332
e sulle cose di mare la sapeva lunga. “Tu sai come si fa a diventare un
pesce?” gli domandò Alice.
“Ti faccio vedere subito”, rispose il ragazzo.

Posò su uno scoglio il fazzoletto con i ricci e le telline e si tuffò in mare.


Passa un minuto, ne passano due, il ragazzo non tornava a galla. Ma poi
ecco al suo posto comparire un delfino che faceva le capriole tra le onde e
lanciava allegri zampilli nell’aria. Il delfino venne a giocare tra i piedi di
Alice, ed essa non ne aveva la minima paura.

Dopo un po’ il delfino, con un elegante colpo di coda, prese il largo. Al suo
posto riemerse il ragazzo delle telline e sorrise:
“Hai visto com’è facile?” “Ho visto, ma non sono sicura di saperlo fare”.
“Provaci”.

Alice si tuffò, desiderando ardentemente di diventare una stella marina,


invece cadde in una conchiglia che stava sbadigliando, ma subito richiuse
le

valve, imprigionando Alice e tutti i suoi sogni.

“Eccomi di nuovo nei guai”, pensò la bimba. Ma che silenzio, che fresca
pace, laggiù e là dentro. Sarebbe stato bello restarci per sempre, vivere
sul fondo del mare come le sirene d’una volta. Alice sospirò. Le venne in
mente la mamma, che la credeva ancora a letto; le venne in mente il
babbo, che proprio quella sera doveva arrivare dalla città, perché era
sabato.

“Non posso lasciarli soli, mi vogliono troppo bene. Tornerò a terra, per
questa volta”.

Puntando i piedi e le mani riuscì ad aprire la conchiglia abbastanza per


saltarne fuori e risalire a galla. Il ragazzo delle telline era già lontano.
Alice non raccontò mai a nessuno quello che le era capitato.

333
Attività 7. Taglia e incolla i disegni sul quaderno ricostruendo la storia di

Rodari, poi riscrivi le frasi sotto le immagini corrispondenti.

 Alice vuole rimanere nel mare finché non le cresceranno le pinne e

diventerà un pesce

 Alice esce dall’acqua perché non vuole lasciare i suoi genitori

 Alice incontra il figlio dei pescatori

 Alice si specchia con la speranza di vedere delle pinne, ma purtroppo ci

sono solo granelli di sabbia

 Alice è nei guai, non riesce a uscire da una conchiglia

 Alice vede un delfino nel mare

 Alice sogna di vivere nel mare come le sirene di una volta

Attività 8. L’ipotesi fantastica. Cosa succederebbe se Alice decidesse di

rimanere in fondo al mare come una sirena? A coppie pensate a questo ipotetico

finale e scrivete un testo di massimo 100 parole. Poi, a turno, leggete la storia

alla classe.

L’insegnante spiega alla classe in cosa consiste l’esercizio. Un esempio:


“Formulare “ipotesi fantastiche” costituisce una tecnica semplicissima. Tutto
parte dalla domanda “Cosa succederebbe se…?”, un ipotetico scenario che
stimolerà i bambini ad andare oltre la realtà circostante. A differenza del
binomio fantastico qui non si è più nel territorio del “non senso”, l’obiettivo è
piuttosto quello di utilizzare la fantasia per stabilire un rapporto attivo con il
reale”.

334
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Attività 9. “La strada di cioccolato”. Leggi la favola di Gianni Rodari insieme ai

compagni.

La strada di cioccolato
di Gianni Rodari

Tre fratellini di Barletta una volta, camminando

per la campagna, trovarono una strada liscia

liscia e tutta marrone.

“Che sarà?” disse il primo.


“Legno non è” disse il secondo.

335
“Non è carbone” disse il terzo.

Per saperne di più si inginocchiarono tutti e tre e diedero una leccatina.

Era cioccolato, era una strada di cioccolato. Cominciarono a mangiarne un

pezzetto, poi un altro pezzetto, venne la sera e i tre fratellini erano

ancora lì che mangiavano la strada di cioccolato, finché non ce ne fu più

neanche un quadratino. Non c’era più né il cioccolato né la strada…

Attività 10. Scrivete il finale della storia (massimo 100 parole)

inserendo nel racconto questi elementi: un animale, un oggetto da

cucina, un vostro amico.

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___________________________________________________________

___________________________________________________________

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336
Attività 11. Se i fratellini di Barletta avessero continuato il loro viaggio

avrebbero sicuramente trovato altre cose fatte di dolci! Colora i disegni e

completa le frasi.

I fratellini arrivano in un _____________ fatto di ________________

I fratellini attraversano un _____________ fatto di tante ______________

I fratellini passano vicino a una _____________ fatta di

________________

I fratellini scoprono degli _____________ fatti di tante

________________

I fratellini guardano da lontano dei _____________ fatte di ___________

I fratellini arrivano in un _____________ fatto di ________________

337
Attività 12. “I capelli del gigante”. Leggi la storia.

I capelli del gigante


di Gianni Rodari

Una volta c’erano quattro fratelli: tre erano piccolissimi, ma tanto furbi, il

quarto era un gigante dalla forza smisurata ma

era molto meno furbo degli altri. La forza ce

l’aveva nelle mani e nelle braccia, ma

l’intelligenza ce l’aveva nei capelli. I suoi furbi

fratellini gli tagliavano i capelli corti corti,

perché restasse sempre un po’ tonto, e loro

stavano a guardarlo e intascavano il guadagno.

Lui doveva arare i campi, spaccare la legna, far

girare la ruota del mulino, tirare il carretto al posto del cavallo e i suoi

furbi fratellini sedevano a cassetta e lo guidavano a suon di frusta. E

mentre sedevano a cassetta tenevano d’occhio la sua testa e dicevano:

“Come stai bene con i capelli corti” “Ah, la vera bellezza non sta mica nei

riccioli” “Guardate quel ciuffetto che si allunga: stasera ci vorrà un

colpetto di forbici”. Intanto si strizzavano l’occhio, si davano allegre

gomitate nei fianchi e al mercato intascavano i soldi, andavano all’osteria

e lasciavano il gigante a fare la guardia al carretto. Da mangiare glie ne

davano abbastanza perché potesse lavorare, da bere glie ne davano ogni

volta che aveva sete, ma solo vino di fontana.

338
Un giorno il gigante si ammalò. I suoi fratellini, per paura che morisse

mentre era ancora buono a lavorare, fecero venire i migliori medici del

paese a curarlo; gli davano da bere le medicine più costose e gli portavano

la colazione a letto. E chi gli aggiustava i cuscini, chi gli rimboccava le

coperte. E intanto gli dicevano: “Vedi quanto ti vogliamo bene? Tu dunque

non morire, non farci questo torto”.

Erano tanto preoccupati per la sua salute che si dimenticarono di tener

d’occhio la capigliatura. I capelli ebbero il tempo di crescere lunghi come

non lo erano mai stati e con i capelli tornò al gigante tutta la sua

intelligenza. Egli cominciò a riflettere, a osservare i sui fratellini, a

sommare due più due e quattro più quattro. Comprese finalmente quanto

essi fossero stati perfidi e lui tonto, ma subito non disse nulla. Aspettò

che gli tornassero le forze e una mattina, mentre i suoi fratellini

dormivano ancora, egli si alzò, li legò come salami e li caricò sul carretto.

“Dove ci porti, fratello caro, dove porti i tuoi amati fratellini?”

“Ora vedrete”. Li portò alla stazione, li ficcò in treno legati come stavano

e per tutto saluto disse loro: “Andatevene, e non fatevi più rivedere da

queste parti. Mi avete ingannato abbastanza. Adesso il padrone sono io”.

Il treno fischiò, le ruote si mossero, ma i tre furbi fratellini se ne

stettero buoni buoni al loro posto e nessuno li ha rivisti mai più.

339
Attività 13. Invece che parlare di fratelli, parliamo di tre sorelle: ARE, ERE,

IRE. Leggi e svolgi gli esercizi.

Abbiamo già parlato delle tre coniugazioni, in particolare di quella che termina

in -are (vedere UD Le festività “Il Natale” – Livello primario). Riprendiamo il

discorso…

Il modo INFINITO è quella forma del verbo che finisce in -are, -ere o -ire.

L’infinito di un verbo non ha persona, ma indica solo l’azione (es. camminare,

correre, dormire…).

Tutti i verbi della lingua italiana si dividono in tre grandi sorelle chiamate

CONIUGAZIONI.

La prima coniugazione: VERBI IN -ARE


Esempio:
Io cammino → INFINITO del verbo CAMMINARE

340
La seconda coniugazione: VERBI IN -ERE
Esempio:
Io cado → INFINITO del verbo CADERE

La terza coniugazione: VERBI IN -IRE


Esempio:
Io dormo → INFINITO del verbo DORMIRE

Ricorda! I verbi ESSERE e AVERE non appartengono a nessuna di queste tre

coniugazioni, ma hanno una CONIUGAZIONE PROPRIA.

 In ogni gruppo colora soltanto il verbo che appartiene alla coniugazione

indicata:

PRIMA coniugazione

341
SECONDA coniugazione

TERZA coniugazione

 Tra i verbi dell’esercizio precedente scegline uno della PRIMA

coniugazione, uno della SECONDA e uno della TERZA e scrivi una frase

per ognuno.

1 - ____________________________________________________

2 - ____________________________________________________

3 - ____________________________________________________

342
Attività 14. Rileggi il testo della favola “I capelli del gigante”, trova tutti i

verbi e inseriscili correttamente nella tabella

-are -ere -ire

Attività 15. “Cappuccetto Verde” di Bruno Munari. Leggi la storia insieme alla

classe.

343
In una

piccola

casetta

in mezzo a un prato abitava Cappuccetto

Verde, una bambina tanto buona e simpatica.

Un giorno sua mamma le mise in testa un

cappuccetto fatto di foglie verdi, molto ridicolo, ma

a Cappuccetto piaceva così tanto da tenerlo sempre in testa: se lo

toglieva solo quando andava a dormire. Una rana, di nome Verdocchia, è

molto amica di Cappuccetto Verde e giocano sempre insieme.

Ma Cappuccetto Verde ha anche altri amici e amiche: Zip la cavalletta

verde, Giuseppa la tartaruga e Pisellina la lumaca […].

La mamma di Cappuccetto Verde ha un regalino da portare alla nonna

Cicalina che abita in un’altra casetta, dopo il bosco: è un bel cestino fatto

di rami verdi intrecciati, con dentro una bottiglia di menta, del

prezzemolo, dell’insalata, un pacchettino di carta verde a disegni verdi

con dentro del tè di menta. “Porta questo cestino alla nonna” disse la

mamma a Cappuccetto Verde. Cappuccetto si infila il vestitino verde, le

scarpine verdi con le calzine verdi e si mette in cammino […].

Cappuccetto cammina con passo sicuro, portando il cestino con dentro la

roba per la nonna. Com’è bello il bosco! Ci sono foglie dappertutto: davanti,

dietro, sopra e sotto! E foglie di ogni tipo: strette, larghe, lunghe,

344
coi dentini o lisce, foglie che pungono e foglie morbide […].

Cappuccetto passa dietro una grande roccia e… Il lupo! La bestiaccia nera

vuole spaventare Cappuccetto Verde per rubarle il cestino. Salta fuori

all’improvviso ma per fortuna sono alla fine del bosco e Cappuccetto

Verde corre fuori dove il lupo non può andare per paura di essere visto e

preso dalla gente.

Il lupo

segue Cappuccetto

Verde con lo sguardo

rabbioso, nascosto

dietro un cespuglio, e

pensa al modo di

saltarle addosso una volta arrivata a casa della nonna. Cappuccetto corre

verso la casa della nonna. Ma dov’è Verdocchia? La rana non c’è più. Dove

sarà? Dove sarà la rana Verdocchia? “Presto presto, venite tutti” disse

Verdocchia ai suoi amici “Cappuccetto Verde è in pericolo, c’è il lupo,

corriamo a salvarla!” E via tutti in un balzo. All’improvviso il lupo è assalito

dalle rane. Non capisce cosa succede, cerca di acchiapparle con le sue

zampacce, si agita, si dimena, e intanto le rane lo assaltano da tutte le

parti, gli saltano sul muso, sono più svelte di lui. Il lupo credeva che

fossero tante e tante, come un grande temporale, e alla fine ha il fiato

grosso, gli gira la testa, sta male.

345
Intanto Cappuccetto Verde arriva a casa della nonna. Il lupo, tutto

sbuffante, si allontana. Verdocchia lo minaccia ancora “Via! Via!”.

Cappuccetto suona il campanello ed entra nella casa.

La nonna ha visto tutto e ha preparato un buon tè di menta per

Cappuccetto e i suoi amici […]. Tutti si riposano un poco, prima di

ritornare. Ecco Cappuccetto Verde che torna a casa, attraversa ancora il

bosco assieme alla sua amica rana e agli altri ranocchietti. Ormai

Cappuccetto non ha più paura del lupo perché sa di avere tanti amici […].

346
Attività 16. Rispondi alle domande.

1. Qual è secondo te la morale della favola?

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2. Quali sono le principali differenze tra la storia di Cappuccetto verde e

quella di Cappuccetto rosso?

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3. Cosa ti è piaciuto di più di questa favola?

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Attività 17. Ritrova nel testo tutti gli elementi di colore verde: si tratta di

cose oppure animali? Completa la tabella.

COSE ANIMALI

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Attività 18. “Cappuccetto Giallo” di Bruno Munari. Leggi la storia insieme alla

classe.

Al piano terreno del più alto grattacielo della città abita Cappuccetto

Giallo. Il papà di Cappuccetto Giallo è custode in un parcheggio di auto e la

mamma lavora al supermercato. La loro casetta è piccola e la mamma la

tiene molto in ordine presto e bene. Ha perfino tempo di leggere qualche

libro. Per Cappuccetto ha preparato un completo di maglia gialla, molto

semplice come forma, ma molto bello come colore, perché non è un giallo

limone e nemmeno un giallo zucca, è un giallo con dei riflessi di un altro

giallo e molto morbido come le piume di un canarino.

Molti canarini vengono a trovare Cappuccetto Giallo perché lei mette

sempre sul muretto del balcone le briciole di pane e così sono diventati

molto amici e i canarini la accompagnano anche in mezzo al traffico della

città quando Cappuccetto deve andare dalla nonna. Deve proprio andarci

domani a portare un panierino di plastica gialla con dei limoni, dei

pompelmi e una bottiglia di olio del Garda.

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Per andare dalla nonna Cappuccetto deve attraversare il traffico della

città, il che è molto pericoloso, come attraversare il bosco.

Anche nel traffico ci sono i pericoli, ma Cappuccetto ha un piano segreto,

d’accordo con i suoi amici canarini. Ecco, infatti, alla fermata di un

semaforo, un lupo al volante di un’auto. Il lupo la guarda con occhi strani,

la fissa insistentemente e poi le dice: “Vuoi venire a fare un giretto con

me, bella bambina?” Cappuccetto ha un pochino di paura, ma si è già

accorta che un canarino ha visto quello che stava succedendo, ha visto il

lupo e sa già che cosa dovrà fare. A un cenno di Cappuccetto tutti i

canarini vanno a posarsi e a svolazzare intorno al semaforo! Che

confusione! Nessuno vede più i segnali e si forma un ingorgo di traffico

dove il lupo deve restare e non può più uscire. Cappuccetto

Giallo attraversa tranquillamente la strada per andare dalla sua nonna […].

Cappuccetto sta un poco con la nonnina che le racconta una storiella.

Mentre Cappuccetto Giallo torna a casa pensa alla storiellina che la nonna

le ha appena raccontato: una vecchia storia di una certa Cappuccetto

Rosso e di un lupo che mangiava la nonna senza masticarla e tante altre

orribili cose. “Poveri bambini!“ pensa Cappuccetto Giallo “che storie piene

di paura raccontavano quando la nonna era bambina come me!

E Cappuccetto torna a casa con un pacchetto a righe blu che la nonna le

ha consegnato da portare alla mamma. Cappuccetto ormai non ha più paura

del lupo, perché sa che può avere l’aiuto dei suoi amici canarini che la

seguono. Alcuni si divertono a fare gare di velocità con un motociclista

che passa in quel momento.

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Attività 19. “È di colore giallo”… Ma che tipo di giallo? Ritrova nel testo le

sfumature di giallo che vengono utilizzate per descrivere il completo di

Cappuccetto.

“Per Cappuccetto ha preparato un completo di maglia gialla, molto semplice

come forma, ma molto bello come colore, perché…”

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Attività 20. Quanti tipi di giallo esistono? Osserva le figure e inventa un nome

per ogni tonalità. Attenzione! Alcuni di questi tipi di giallo vengono citati nel

testo, quali?

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Attività 21. “Cappuccetto bianco” di Bruno Munari. Ascolta la storia e disegna
tu le immagini della favola questa volta!

Mai vista tanta neve. Stamattina ci siamo svegliati e, aprendo la finestra,

siamo stati accecati da tanto bianco, la neve era caduta durante tutta la

notte e aveva coperto ogni cosa. Mai vista tanta neve!

A guardare bene tutta questa neve, non si riesce più a vedere, a

distinguere la cuccia del cane, i cespugli di bosso, la panchina di pietra, il

contorno delle aiuole, il sentiero che conduce verso il bosco. Anche

aprendo bene gli occhi non si riesce a vedere niente. In mezzo a tutta

questa neve si vedono solo gli occhi di Cappuccetto Bianco. Il suo sguardo

è molto preoccupato, “Come farò ad andare dalla nonna Candida a portare

il suo uovo, il latte, lo zucchero, che la mamma mi ha dato avvolti in un

fagottino fatto con un tovagliolo bianco?”. E la neve continua a coprire

ogni cosa.

E Cappuccetto Bianco si avvia lentamente nella neve, in direzione del

bosco che ancora non si vede. La neve è soffice e le gambe di Cappuccetto

Bianco affondano fino al ginocchio. Ad un certo punto incontra il pittore

Bianconi che aveva perso la sua scatola dei colori. Cappuccetto lo consolo

e gli suggerisce di andare da Biancaneve a farsene dare un’altra tutta

nuova.

Dopo molto cammino nella neve Cappuccetto Bianco sente uno strano

ululato, però non si vede niente, sarà il lupo bianco? Dove sarà? Come si

fa? Intanto il lupo continua ad ululare: sta molto male perché ha fatto una

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indigestione di nonne e adesso deve mangiare solo riso in bianco. Povero

lupo. Ma dov’è? Non si vede niente. Neanche il lupo vede Cappuccetto

Bianco che continua la sua strada nella neve.

Cappuccetto Bianco vede un grande mucchio di neve, forse sotto questa

neve, un grande mucchio di neve, forse sotto questa neve c’è la casa della

nonna. Cappuccetto si fa largo nella neve e trova un cartello scritto col

gesso bianco, dove si legge: “Sono andata nell’Africa nera, tornerò in

estate, ciao, non piangere”.

Cappuccetto diventa rossa per la sorpresa, ma dentro di sé è un po’ verde

per non aver incontrato la nonna. “Sembra la storia di un libro giallo!”

esclama e si avvia a ritornare dalla mamma.

Per la strada fa molto freddo e Cappuccetto diventa un poco viola, ma

tutto va a posto quando ritroverà la mamma. Il lupo non si è più visto.

Questa strana storia vi farà passare una notte in bianco.

Attività 22. Lo sapevi che è proprio dal bianco che nascono tutti i colori?

Rileggi con attenzione l’ultimo pezzo della storia e rispondi alle domande.

Cappuccetto diventa rossa per la sorpresa, ma dentro di sé è un po’ verde

per non aver incontrato la nonna. “Sembra la storia di un libro giallo!”

esclama e si avvia a ritornare dalla mamma.

Per la strada fa molto freddo e Cappuccetto diventa un poco viola, ma

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tutto va a posto quando ritroverà la mamma. Il lupo non si è più visto.

Questa strana storia vi farà passare una notte in bianco.

 “Cappuccetto diventa rossa per la sorpresa, ma dentro di sé è un po’

verde”. Perché?

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 “Sembra la storia di un libro giallo”. Cosa intende dire con questa

espressione Cappuccetto Bianco?

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 Perché sulla strada del ritorno Cappuccetto diventa viola?

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 “Passare una notte in bianco”: cosa significa?

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Attività 23. Sapevi che esistevano tutte queste versioni della storia originale

di Cappuccetto Rosso? Ora tocca a te! A coppie inventate la storia di un

“Cappuccetto”, scegliete i colori, i personaggi e lo scenario della storia. Come

farà Cappuccetto a sfuggire al lupo questa volta?

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Attività 24. Lo stanzino misterioso.

Dopo tutte queste favole siamo pronti per cominciare una meravigliosa

avventura insieme: la scrittura di un libro! Ve la sentite? Allora, chiudete gli

occhi e immaginate…

Ci troviamo in Toscana, in un bosco luminoso, pieno di profumi e di pace; nel bel

mezzo di questo spazio verde c’è una casa gialla, con un tetto rosso scuro pieno

di nidi di rondine. Vi starete chiedendo “Una casa e un bosco… Non sembra

niente di che questa storia!” Quello che non sapete è che in questa casa c’è un

luogo magico, uno stanzino misterioso in cui avvengono fatti molto strani…

Chi vive in questa casa? Inventa insieme ai compagni il o la protagonista delle

nostre avventure, poi disegnalo/a (magari su un cartellone!) e individuane le

caratteristiche.

Il protagonista della storia si chiama

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Età

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Capelli
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Occhi
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Caratteristiche caratteriali

(È una persona coraggiosa? Timida? Particolarmente intelligente?)

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Il fatto è questo: ogni volta che il nostro protagonista entra nello stanzino

misterioso succede qualcosa di incredibile. Meravigliose avventure che… Sarete

proprio voi a creare! Le avventure più belle verranno scelte dall’insegnante e

andranno a comporre durante l’anno un bellissimo libro. Siete pronti? Penna alla

mano, partenza… Via!

È consigliabile che l’insegnante fornisca volta per volta degli input alla classe,
rimanendo a disposizione per dispensare eventuali idee e chiarimenti.
(Esempio: “Oggi il nostro protagonista è entrato nello stanzino e ha trovato un
libro in un nascondiglio nella parete. Tra le pagine del libro c’era una lettera
ancora chiusa con su scritto uno strano avvertimento…”)

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Attività 16. Gioco didattico “Bigliettini domanda e risposta”.

Regole e scopo del gioco:

I bambini vengono divisi in gruppi, possibilmente da sei componenti ciascuno. Su

dei bigliettini l’insegnante scrive delle domande che configurano avvenimenti in

serie, cioè una narrazione. Un esempio potrebbe costituito dai seguenti quesiti:

CHI ERA?

DOVE SI TROVAVA?

CHE COSA FACEVA?

CHE COSA HA DETTO?

CHE COSA HA DETTO LA GENTE?

COM’È ANDATA A FINIRE?

L’insegnante distribuisce i bigliettini e decide chi sarà il primo a iniziare il

gioco. Il primo del gruppo risponde per iscritto alla domanda e piega il foglio, in

modo che nessuno possa leggere la risposta, e così via fino all’esaurimento delle

domande. Al termine del gioco il portavoce di ciascun gruppo, o l’insegnante,

leggerà il racconto ad alta voce. Sia che il risultato finale costituisca un totale

nonsenso, sia che porti alla creazione di una divertentissima storia, le risate

generali sono assicurate!

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