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KrisTJAn ToomAspoeG

l’AbiTo non fA il monACo: il QuesiTo delle


COnfrATErnITATES SAnCTE MArIE ALAMAnnOruM

il 12 giugno 1553, il notaio lodovico Joannis Vassiero di Valencia com-


pilò un atto destinato a don Geronimo Carros, menzionato nel documento
quale preceptor et perpetuus commendator sacre domus Mansionis Theuto-
nicorum civitatis Panormi1. Tuttavia, sappiamo che, già dalla fine del XV
secolo, i Teutonici avevano lasciato la città di palermo e certamente, all’epo-
ca, il «precettore e commendatore» don Geronimo Carros non era membro
dell’ordine. in quegli stessi anni, il patrizio veneziano Andrea lippomano
stabiliva che sulla sua tomba figurasse il titolo di Ordinis Theutonici Eques
et Prior, benché, in realtà, fosse stato un avversario dell’ordine Teutonico,
dal momento che, nel corso del primo quarto del Cinquecento, fu proprio lui
a mettere le mani sui possedimenti dell’ordine in Veneto2. Così a Cortona
troviamo una fraternitas Sancte Marie Alamannorum, insediatasi nei locali
di un antico ospedale teutonico, ma amministrata da cittadini cortonesi, sen-
za, in verità, avere mai intessuto rapporti con i frati cavalieri3.
Questi tre esempi, risalenti tutti al XVi secolo, inducono a riflettere, da
una parte, sulla trasmissione della memoria tra i Teutonici e i loro eredi ma-
teriali, ovvero coloro che, concretamente, rilevarono ed ebbero il compito di
amministrare il loro patrimonio; e, dall’altra, sul ruolo svolto dagli abitanti
della penisola italiana nella storia dell’ordine. Anche senza i Teutonici, si
mantengono le apparenze della loro presenza - «il potere del segno» come le

1
A. GiuffridA, Il potere del segno. La transizione della Magione da baliato a commen-
da, in I Cavalieri Teutonici tra Sicilia e Mediterraneo. Atti del Convegno Internazionale
(Agrigento, 24-25 marzo 2006), a cura di A. GiuffridA, H. Houben e K. ToomAspoeG, Gala-
tina 2007 (Acta Theutonica 4), pp. 159-202., qui n. Vii, pp. 184-199.
2
J. rAiner, Zur Geschichte des DO priorates SS. Trinità in Venedig vornemlich im 16.
Jahrhundert, in Acht Jahrhunderte Deutscher Orden in Einzeldarstellungen , a cura di K.
Wieser, bad Godesberg 1967 (Quellen und studien zur Geschichte des deutschen ordens 1),
pp. 357-370, qui p. 367 e u. Arnold, Der Deutsche Orden und Venedig, in Militia Sacra. Gli
ordini militari tra Europa e Terrasanta, a cura di e. Coli, m. de mArCo e f. TommAsi, pe-
rugia 1994, pp. 145-165, qui p. 156.
3
C. perol, Cortona. Pouvoirs et sociétés aux confins de la Toscane (XVe-XVIe siècles),
roma 2004 (Collection de l’École française de rome 322), p. 188.

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definisce Antonino Giuffrida4 -, il che è indice della solidità e del prestigio


delle tradizioni costruite nel passato.
Tutto ebbe origine con la creazione delle confraternite laiche associate
all’ordine Teutonico: si tratta di un processo assai precoce dal momento
che, nelle fonti, i primi confrati dei Teutonici sono documentati già nel 1202
(a palermo)5. Gli uomini e le donne che ne facevano parte, in sicilia, veni-
vano chiamati «confratelli» o «consorelle», in puglia, «oblati» e, in Veneto,
«fratelli conversi»: essi costituivano l’élite del folto gruppo di familiari a
servizio dei Teutonici nelle loro commende sparse sulla penisola. la presen-
za dei familiari dell’ordine Teutonico, ormai ben documentata sia in ambito
tedesco sia italiano6, si spiega con il fatto che i membri veri e propri dell’or-
dine, essendo in pochi, avevano dei problemi per l’amministrazione del loro
immenso patrimonio, dovendo così fare ricorso a persone esterne al loro
gruppo ristretto per la gestione delle diverse loro attività7.

4
GiuffridA, Il potere del segno, cit.
5
G. mAndAlà, m., mosCone, Tra latini, greci e ‘arabici’: ricerche su scrittura e cultura
a Palermo fra XII e XIII secolo, in «segno e testo. international Journal of manuscripts and
Text Transmission», 7 (2009), pp. 143-238.
6
per il contesto generale cf. G. müller, Die familiaren des Deutschen Ordens, marburg
1980 (Quellen und studien zur Geschichte des deutschen ordens 13), per la sicilia cf. K.
ToomAspoeG, “Confratres, procuratores, negociorum gestores et factores eorum...” Storia
dei familiares dei Cavalieri Teutonici in Sicilia (1197-1492), in «sacra militia. rivista di sto-
ria degli ordini militari», 1 (2000), pp. 151-165; per la puglia cf. m. inTini, I Teutonici e la
società pugliese: I laici della commenda teutonica di Barletta, in Mobilità e immobilità nel
Medioevo europeo. Atti del 2. Seminario di studio dei Dottorati di ricerca di ambito medie-
vistico delle università di Lecce e di Erlangen, roma, Istituto storico germanico, 1-2 aprile
2004, a cura di H. Houben e b. VeTere, Galatina 2006 (pubblicazioni del dottorato in storia
dei centri delle vie e delle culture dei pellegrinaggi nel medioevo euromediterraneo 3), pp.
173-194, eAd., “Offero me et mea”: oblazioni e associazioni di laici alla casa teutonica di
San Leonardo di Siponto, in San Leonardo di Siponto. Cella monastica, canonica, domus
Theutonicorum. Atti del Convegno internazionale. Manfredonia, 18-19 marzo 2005, a cura di
H. Houben, Galatina 2006 (Acta Theutonica 3), pp. 111-132, eAd., I familiares dell’Ordine
Teutonico in Terra di Bari: problemi e prospettive, in L’Ordine Teutonico tra Mediterraneo e
Baltico: incontri e scontri tra religioni, popoli e culture, a cura di H. Houben e K. ToomA-
spoeG, Galatina 2008 (Acta Theutonica 5), pp. 95-124, eAd., I familiares dell’Ordine Teuto-
nico in Capitanata, in federico II e i cavalieri teutonici in Capitanata: recenti ricerche stori-
che e archeologiche. Atti del Convegno internazionale, foggia-Lucera-Pietra Montecorvino
10-13 giugno 2009, a cura di p. fAViA, H. Houben e K. ToomAspoeG, Galatina 2012 (Acta
Theutonica 7), pp. 215-239.
7
per la storia generale dei Teutonici in italia, cf. K. forsTreuTer, Der Deutsche Orden
am Mittelmeer, bonn 1967 (Quellen und studien zur Geschichte des deutschen ordens 2),
L’Ordine Teutonico nel Mediterraneo. Atti del Convegno internazionale di studio. Torre Ale-
manna (Cerignola)-Mesagne-Lecce 16-18 ottobre 2003, a cura di H. Houben, Galatina 2004
(Acta Theutonica 1), K. ToomAspoeG, Die Behauptung des Deutschen Ordens in Italien, in
Herrschaft, netzwerke, Brüder des Deutschen Ordens im Mittelalter und neuzeit. Vorträge
der Tagung der Internationalen Historischen Kommission zur Erforschung des Deutschen

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L’abito non fa il monaco: il quesito delle confraternitates sancte marie Alamannorum

A differenza degli altri familiari, tra i quali, in sicilia, troviamo anche nu-
merosi ebrei e cristiani ortodossi8, i confrati avevano un legame più profon-
do e di tipo spirituale con l’ordine. in realtà, le confraternite dei Teutonici
non possedevano alcun tipo di statuto o altro testo normativo proprio, rifa-
cendosi, sostanzialmente, agli statuti dell’ordine Teutonico nella versione
redatta intorno alla metà del Xiii secolo9. in origine, essi abitavano nelle ca-
se dell’ordine, ma, in seguito, dal 1250 in poi, tale circostanza venne pro-
gressivamente meno. Gli aspetti che li accomunavano erano il fatto di assi-
stere alla messa nelle chiese teutoniche e di indossare il mantello dell’ordine
con la raffigurazione della croce tagliata a metà (a forma di ‘tau’)10.
inizialmente, talvolta risulta difficile distinguere tra i membri veri e pro-
pri dell’ordine Teutonico e i loro confrati. Ad esempio, quando, nel marzo
1229, l’ordine ricevette il patronato di un ospedale nel territorio di Castiglio-
ne d’Arezzo (Castiglion fiorentino), i Teutonici si fecero rappresentare da
Guido Cacciaconti, esponente della ben nota famiglia ghibellina toscana11, e

Ordens in Marburg 2010, a cura di K. miliTzer, Weimar 2012 (Quellen und studien zur Ge-
schichte des deutschen ordens 72, Veröffentlichungen der internationalen Historischen
Kommission zur erforschung des deutschen ordens 12), pp. 133-148, id., The Teutonic Or-
der in Italy: An Example of the Diplomatic Ability of the Military Orders, in The Military Or-
ders, Volume 5. Politics and Power, a cura di p. W. edbury, burlington-farnham 2012, pp.
273-282, per il baliato di puglia cf. i lavori di H. Houben, a cominciare da Zur Geschichte
der Deutschordensballei Apulien. Abschriften und regesten verlorener urkunden aus neapel
in Graz und Wien, in «mitteilungen des instituts für österreichische Geschichtsforschung»,
107, 1-2 (1999), pp. 50-110; per la sicilia K. ToomAspoeG, Les Teutoniques en Sicile (1197-
1492), roma 2003 (Collection de l’École française de rome 321), per il baliato di “lombar-
dia”, ovvero i possedimenti dell’ordine nell’italia centro-settentrionale, p. CierzniAKoWsKi,
L’Ordine Teutonico nell’Italia settentrionale, in L’Ordine Teutonico nel Mediterraneo, cit.,
pp. 217-235, K. ToomAspoeG, La fondazione della provincia di “Lombardia” dell’Ordine
dei Cavalieri Teutonici (secoli XIII-XIV), in «sacra militia. rivista di storia degli ordini mili-
tari», 3 (2003), pp. 111-159; per il lazio cf. J.-e. beuTTel, Der Generalprokurator des Deut-
schen Ordens an der römische Kurie. Amt, funktionen, personelles umfeld und finanzie-
rung, marburg 1999 (Quellen und studien zur Geschichte des deutschen ordens 55), b.
bombi, L’Ordine Teutonico nell’Italia centrale. La casa romana dell’Ordine e l’ufficio del
procuratore generale, in L’Ordine Teutonico nel Mediterraneo, cit., pp. 197-216.
8
Cf. K. ToomAspoeG, L’Ordine Teutonico in Sicilia. una minoranza fra le altre, in
«Quellen und forschungen aus italienischen Archiven und bibliotheken», 85 (2005), pp.
104-126.
9
m. perlbACH, Die Statuten des Deutschen Ordens nach den ältesten Handschriften,
Halle a. s. 1890, regula, 32 e 33.
10
ivi, regula, 32, p. 52: Vestes religiosi colores deferent non cum integra cruce. Questa
circostanza fu ribadita nel 1289 dal gran maestro burchard von schwanden (ivi, pp. 138-
139). per esempi concreti sull’applicazione di questo diritto, cf. ad esempio inTini, I Teutoni-
ci e la società pugliese, cit., pp. 185-186 e ToomAspoeG, Les Teutoniques en Sicile, cit., n.
XV, pp. 536-538.
11
ildebrandino di Guido Cacciaconti, probabilmente il figlio di Guido, nel 1231 era a ca-
po della nobiltà ghibellina di siena: p. CAmmArosAno, La Toscana nella politica imperiale

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da un certo severinus12. non esistono elementi che confermino l’apparte-


nenza di questi due uomini all’ordine e, al di fuori di Castiglione, non abbia-
mo notizie di altre loro attività; nonostante ciò, essi si presentarono come
fratres. peraltro, durante la cerimonia di trasmissione del patronato
sull’ospedale, essi si fecero prestare omaggio dai donatori attraverso il bacio
rituale della croce (dell’ordine Teutonico) che campeggiava sui loro mantel-
li13.
nel novembre del 1263, un abitante di barletta, raimondo provinciale,
divenne confrate dell’ordine ottenendo il diritto di portare il mantello dei
Teutonici con la mezza croce, ma gli fu anche permesso, una volta morta la
moglie, di andare a vivere nella casa dell’ordine, entrare a far parte del «col-
legio» dei frati e vestire il mantello con la croce intera14.
in seguito, sino al quarto decennio del Trecento, troviamo nel mezzo-
giorno una dozzina di fratres che sottoscrivono documenti dei Teutonici,
spesso preti con nomi italiani, tali Giovanni da Gangi15 e Giovanni da napo-
li16, ma sui quali non disponiamo di molte altre informazioni. Tuttavia, sap-
piamo che alcuni di essi divennero effettivamente Teutonici tramite l’incor-
porazione delle loro istituzioni religiose d’appartenenza nell’ordine: basilio,
frate in puglia dal 1237, era stato in precedenza a capo della confraternita di
santo spirito in Salsula (melfi)17; allo stesso modo, dopo l’incorporazione
nell’ordine Teutonico della canonica di san leonardo di siponto, avvenuta
nel 1260-61, alcuni dei suoi canonici entrarono a far parte dei Teutonici18.
si constata dunque una certa confusione tra il personale dell’ordine e i
suoi confrati, confusione che divenne potenzialmente rischiosa nell’epoca

di federico II, in friedrich II. Tagung des Deutschen Historischen Instituts in rom im Ge-
denkjahr 1994, a cura di A. esCH e n. KAmp, Tübingen 1996 (bibliothek des deutschen Hi-
storischen instituts in rom 85), pp. 363-380, qui p. 375.
12
G. GHizzi, Storia della Terra di Castiglione fiorentino, Arezzo 1883-1886 (rist. bolo-
gna 1972), pp. 149-150.
13
... et domina Pagana crucem in eorum clamide existentem osculando ...: ivi, p. 150.
14
Le pergamene di Barletta del real Archivio di napoli, 1075-1309, a cura di r. filAn-
Gieri di CAndidA, bari 1927 (Codice diplomatico barese 10), nr. 109, s. 157-158, cf. inTini,
I Teutonici e la società pugliese, cit., pp. 183-184.
15
ToomAspoeG, Les Teutoniques en Sicile, cit., n. 82, p. 467.
16
ivi, n. 110, p. 469
17
H. Houben, La presenza dell’Ordine Teutonico a Barletta (secc. XII-XV), in Barletta
crocevia degli Ordini religioso-cavallereschi medioevali. Seminario di studio, Barletta 16
Giugno 1996, Taranto 1997 (Gran priorato di napoli e sicilia del sovrano militare ordine di
malta, melitensia 2), pp. 23-50, qui p. 46, id., Zur Geschichte der Deutschordensballei Apu-
lien, cit., p. 61.
18
id., San Leonardo di Siponto e l’Ordine Teutonico in Puglia, in San Leonardo di Si-
ponto. Cella monastica, cit., pp. 91-110, qui p. 98.

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L’abito non fa il monaco: il quesito delle confraternitates sancte marie Alamannorum

dell’allontanamento dei Teutonici dal mediterraneo. infatti, dopo il 1309,


quando il gran maestro siegfried von feuchtwangen scelse come sua nuova
residenza marienburg, in prussia (in sostituzione di Venezia dove i gran
maestri si erano stabiliti dopo la caduta di Acri nel 1291), il controllo sui
possedimenti italiani dell’ordine si allentò e, allo stesso tempo, le ricchezze
prodotte nella penisola, sino ad allora utilizzate per la guerra contro i musul-
mani, rimasero per lo più in loco. All’epoca, i confrati ebbero facile accesso
a queste risorse economiche e la loro gestione del patrimonio teutonico di-
venne spesso incontrollabile.
Così quando, nel corso del settimo decennio del XiV secolo, l’ammini-
strazione dei baliati italiani fu delegata al Deutschmeister, a capo del ramo
tedesco dell’ordine Teutonico, una delle sue prime iniziative fu quella di ri-
durre drasticamente il ruolo dei confrati negli affari economici delle singole
commende. di conseguenza, essi furono spesso sostituiti da procuratori sala-
riati e imprenditori associati19. Ad esempio, nella ricca commenda di poliz-
zi, in sicilia, il confrate-gestore manfredi di Amato fu destituito e la mag-
gior parte dei possedimenti ceduti in affitto alla comunità ebraica locale20.
Tuttavia, per molti versi questa riforma giunse troppo tardi e non rag-
giunse quelle zone dove l’ordine aveva sin dall’inizio affidato la gestione
delle sue attività agli abitanti del posto. Ciò si verificò soprattutto in italia
centrale, nella Val di Chiana toscana, in umbria e nella Tuscia laziale, dove i
possedimenti erano stati acquisiti nell’arco temporale compreso tra la pace
di san Germano (1230) e le spedizioni imperiali in italia di enrico Vii e lu-
dovico il bavaro della prima metà del Trecento21. l’ordine Teutonico eser-
citò il patronato su di una serie di ospedali-ospizi a Castiglione d’Arezzo,
monticchiello22, Asciano23, forse anche a Cortona24, e ne detenne a pieno ti-
tolo due altri a montefiascone25 e a Viterbo26.

19
ToomAspoeG, “Confratres, procuratores”, cit., p. 158.
20
Cf. ToomAspoeG, Les Teutoniques en Sicile, cit., n. XVi, pp. 538-540.
21
su questo specifico argomento cf. C. e. Woelfle, L’Ordine Teutonico a Cortona e in
Valdichiana, in Studi in onore di Celestino Bruschetti, Cortona 1980 (= «Annuario dell’Ac-
cademia etrusca di Cortona», 18, n. s. 11 (1979)), pp. 553-566.
22
rationes Decimarum Italiae nei secoli XII e XIV: Tuscia II, Le decime degli anni 1295-
1304, a cura di m. GiusTi e p. Guidi, Città del Vaticano 1942 (studi e testi 98), p. 168.
23
Woelfle, L’Ordine Teutonico a Cortona, cit., p. 561.
24
ivi, pp. 563-564.
25
forsTreuTer, Der Deutsche Orden am Mittelmeer, cit., pp. 164-165 e beuTTel, Der
Generalprokurator, cit., pp. 482-486.
26
T. frAnK, Der Deutsche Orden in Viterbo (13.-15. Jahrhundert), in Vita religiosa im
Mittelalter. festschrift für Kaspar Elm zum 70. Geburtsdag, a cura di f. J. felTen e n. JA-
sperT, berlin 1999 (berliner Historische studien 31, ordensstudien 13), berlin 1999, pp.
321-343.

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Tutti gli ospedali menzionati furono gestiti, senza eccezioni, da laici non
appartenenti all’ordine: così, l’ospedale di Castiglione fu affidato, nel 1229,
a un cavaliere di nome napoleone27 e quello di Viterbo, nel 1296, a un pro-
curatore, tal enrico de stella28. A montefiascone, l’ospedale teutonico fu sin
dall’inizio retto da esterni, venendo ceduto in affitto per lunghi periodi e fi-
nendo per essere trasformato in locanda29. per quanto riguarda gli ospedali
di monticchiello, Asciano e Cortona, essi compaiono nelle fonti come degli
istituti che, sebbene intitolati alla Vergine degli Alemanni o chiamati sempli-
cemente ospedali dei Tedeschi, furono sottoposti sia alla curia pontificia, al-
la quale pagavano la decima30, sia alle autorità municipali locali, senza tener
conto in alcun modo dei diritti dei Teutonici.
in certi periodi e in particolari località, le confraternite finirono dunque
per sostituire i Teutonici veri e propri. È il caso di Venezia, laddove la com-
menda locale dell’ordine, sebbene prestigiosa, rimase sempre di dimensioni
ridotte e mal equipaggiata a livello di personale, salvo al tempo della presen-
za dei gran maestri in città (1291-1309)31. Al contrario, nel corso del Tre e
Quattrocento, vi si sviluppò una potente confraternita associata ai Teutonici,
molto più consistente rispetto all’esiguo numero di cavalieri. infatti, dopo il
1309, sappiamo che non vi furono mai più di due frati di stanza a Venezia e
che solitamente la casa veneziana era gestita da un unico Teutonico presen-
te, senza dimenticare i frequenti periodi di assenza totale dei frati. la con-
fraternita laica giocò un ruolo di primo piano nell’esproprio della casa di Ve-
nezia nel 1512, ufficialmente giustificata dall’assenza di un commendatore
dopo il decesso di quello precedente, Albert von laumersheim32.
l’interazione tra gli abitanti della penisola e i Teutonici è un fenomeno
complesso e per molti versi originale. per esempio, possiamo osservare una
sostanziale differenza con la prassi attuata dai Giovanniti che tendevano a
gestire i loro possedimenti come dei benefici ecclesiastici, concedendoli a
singoli membri dell’ordine. fu così che molti cavalieri dell’ospedale di san

27
GHizzi, Storia della Terra di Castiglione fiorentino, cit., pp. 149-150.
28
frAnK, Der Deutsche Orden in Viterbo, cit., p. 325.
29
forsTreuTer, Der Deutsche Orden am Mittelmeer, cit., pp. 164-165.
30
rationes Decimarum Italiae nei secoli XII e XIV: Tuscia II, cit., pp. 92, 168 e 297, s.
pieri, notizie sugli “hospitalia”, in «Annali Aretini», 5 (1997), pp. 5-98, qui p. 57.
31
Cf. Arnold, Der Deutsche Orden und Venedig, cit.
32
forsTreuTer, Der Deutsche Orden am Mittelmeer, cit., p. 155, Protokolle der Kapitel
und Gespräche des Deutschen Ordens im reich (1499-1525), a cura di m. bisKup e i. JA-
nosz-bisKupoVA, marburg 1991 (Quellen und studien zur Geschichte des deutschen ordens
41, Veröffentlichungen der internationalen Historischen Kommission zur erforschung des
deutschen ordens 3), pp. 83, 103 e 112, Arnold, Der Deutsche Orden und Venedig, cit., pp.
155-157.

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L’abito non fa il monaco: il quesito delle confraternitates sancte marie Alamannorum

Giovanni basarono le loro carriere sui redditi ricavati da questi beni tanto
che, talvolta, fu difficile operare una distinzione fra il patrimonio di famiglia
e quello ottenuto in gestione dall’ordine33.
da questo punto di vista, l’ordine Teutonico fu più rigoroso. per evitare
le interferenze di esterni nei loro affari e le conseguenti possibili usurpazio-
ni, i Teutonici adottarono un sistema di rotazione dei frati, spostando il per-
sonale di stanza in italia abbastanza frequentemente da un baliato o una
commenda all’altro/a34. non sempre però questo sistema riuscì a scongiura-
re i pericoli: nel 1334 alcuni Teutonici «ribelli» invasero la casa barlettana
dell’ordine, approfittando dell’assenza del commendatore provinciale idi
puglia, forti del sostegno di alcuni laici, loro «amici e consanguinei»35. Così
non è un caso che, dopo questa data, non troviamo più nel baliato pugliese
frati con nomi italiani…
la volontà di evitare i legami di parentela o di amicizia tra i frati e la po-
polazione locale spiega dunque la resistenza da parte dell’ordine Teutonico
nell’ammettere degli ‘italiani’ tra i Teutonici: qualora un abitante della peni-
sola avesse voluto entrare nell’ordine - e gli aspiranti non mancavano -,
avrebbe dovuto prestare servizio nei territori di lingua tedesca36. di conse-
guenza, i nobili italiani legati ai Teutonici divennero al massimo confrati: è
il caso di raimondello del balzo orsini pugliese che partecipò anche ad una
spedizione militare in lituania37.
Tale strategia, che limitava l’adesione o addirittura respingeva i candida-
ti, se, da una parte scongiurò il pericolo di usurpazioni e abusi di potere da
parte degli stessi Teutonici, dall’altra, non ammettendo nuovi adepti, man-
tenne il numero dei frati presenti in situ sempre relativamente basso: il per-

33
s. fodAle, Scisma ecclesiastico e potere regio in Sicilia, i, Il duca di Montblanc e
l’episcopato tra roma e Avignone (1392-1396), palermo 1979 (medievalia), p. 108, id., San
Giovanni in Sicilia: l’inchiesta di Gregorio XI sull’ordine gerosolimitano, in Società, istitu-
zioni, spiritualità. Studi in onore di Cinzio Violante, spoleto 1994 (Centro italiano di studi
sull’alto medioevo. Collectanea 1), pp. 361-373, qui p. 364, L’inchiesta pontificia del 1373
sugli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme nel Mezzogiorno d’Italia, a cura di m.
sAlerno e K. ToomAspoeG, bari 2008 (università degli studi della Calabria, Corso di lau-
rea in storia e Conservazione dei beni Culturali, itineraria 10), p. 143.
34
ToomAspoeG, Die Behauptung des Deutschen Ordens, cit., p. 143, con degli esempi
concreti.
35
13 settembre 1334, Houben, Zur Geschichte der Deutschordensballei Apulien, cit., n.
35, pp. 104-106.
36
Cf. il caso di pedro de luna in Berichte der Generalprokuratoren des Deutschen Or-
dens an der Kurie, a cura di K. forsTreuTer e H. Koeppen, iii, Göttingen 1966 (Veröffentli-
chungen der niedersächsischen Archivverwaltung , 21), n. 154, pp. 333-336.
37
H. Houben, raimondo del Balzo Orsini e l’Ordine Teutonico, in L’Ordine Teutonico
tra Mediterraneo e Baltico, cit., pp. 195-217.

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sonale teutonico contava non più di cinquanta individui per tutta la penisola
- e in alcuni periodi, anche meno -, tanto che, nel 1492, vi erano solo quattro
cavalieri per tutta la sicilia38. Cosicché il ricorso a laici associati all’ordine
divenne necessario e soltanto tramite l’impiego di familiari e confrati si poté
assicurare l’amministrazione l’ingente patrimonio accumulato sul territorio.
nonostante ciò, sarebbe riduttivo affrontare l’argomento delle confrater-
nite teutoniche solamente dal punto di visto socio economico: infatti, è ne-
cessario riflettere anche sul legame spirituale che univa certi laici ai Teutoni-
ci. nel Xiii secolo, nel contesto di generale decadenza del monachesimo tra-
dizionale nel mezzogiorno, l’ordine Teutonico e gli altri ordini religioso mi-
litari rappresentavano una novità, forti della loro spiritualità e della concre-
tezza delle loro azioni39.
sarebbe interessante conoscere quale aspetto in particolare della religio-
sità dei Teutonici attrasse i loro confrati. oltre alla generica fama sanctitatis,
cui si allude nel documento del maggio del 1236 che conferma l’annessione
della confraternita di santo spirito in Salsula all’ordine Teutonico40, dove-
vano essere altri i fattori cattivanti, legati sia alle attività dell’ordine in dife-
sa della fede cristiana, sia alle iniziative assistenziali a livello locale.
in realtà, poche sono le testimonianze che rivelano essere la guerra in
Terra santa la motivazione alla base della decisione dei confrati di aderire
all’ordine. esaminando gli atti di donazioni in favore dei Teutonici compilati
dai loro confrati o da altri individui a loro associati, notiamo che esiste
un’unica donazione, quella del feudo di stigliano (Venezia), fatta da Avanzo
di soprovo nel 1282, in cui il donatore trae la sua ispirazione dalle attività
dell’ordine in Terra santa41. per il resto, la maggior parte dei sottoscrittori
decise di sostenere i Teutonici per le attività caritative e assistenziali da loro
portate avanti sul territorio. dunque, alla base della scelta di donatori e con-
frati vi furono l’ammirazione per la forma vitae dei frati teutonici, la loro ri-
gida osservanza dell’imperativo della carità e, non ultimo, le qualità perso-

38
Cf. K. ToomAspoeG, ultimi Teutonici di Sicilia (1491-1492), in «sacra militia. rivista
di storia degli ordini militari», 2, (2001), pp. 155-177.
39
Cf., per la decadenza del monachesimo tradizionale, H. Houben, Die Abtei Venosa und
das Mönchtum im normannisch-staufischen Süditalien, Tübingen 1995 (bibliothek des deut-
schen Historischen instituts in rom 80), pp. 94-101 e, per la spiritualità degli ordini militari, i
testi pubblicati in Die Spiritualität der ritterorden im Mittelalter, a cura di z. H. noWAK, To-
ruń 1993 (ordines militares-Colloquia Torunensia Historica 7),
40
Houben, Zur Geschichte der Deutschordensballei Apulien, cit., p. 61.
41
Cf. G. CAGnin, La controversa donazione del Castello di Stigliano ai cavalieri teutoni-
ci (Acri, 15 dicembre 1282), in Acri 1291. La fine della presenza degli ordini militari in Ter-
rasanta e i nuovi orientamenti nel XIV secolo, a cura di f. TommAsi, perugia 1996 (bibliote-
ca di milizia sacra 1), pp. 99-119.

158
L’abito non fa il monaco: il quesito delle confraternitates sancte marie Alamannorum

nali dei suoi membri, soprattutto considerando il quadro di progressivo de-


cadimento morale della società42.
Altro aspetto interrante e caratterizzante le relazioni esistenti tra gli abi-
tanti della penisola e i Teutonici è la loro longevità, dal momento che talune
famiglie rimasero legate all’ordine per diverse generazioni43. Ciò spiega la
persistenza di tradizioni specifiche, come ad esempio la processione di Cor-
pus Domini a palermo, che da una parte servirono a consolidare la ‘famiglia’
teutonica, dall’altra a farla partecipe della vita pubblica44.
nella penisola italiana, poche decine di cavalieri e preti teutonici furono
accompagnati da un numero imprecisato di familiari e confrati laici almeno
dieci volte superiore a loro piccolo gruppo. Questo avvenne in un contesto
di forte valenza spirituale e simbolica, in un mondo con propri riferimenti
caratteristici, dove molte persone appartenevano praticamente dalla loro na-
scita.
Questa particolare situazione spiega come mai la memoria dei Teutonici
sia stata conservata e trasmessa ben oltre il momento della loro partenza
dall’italia, almeno sino al Cinquecento inoltrato. in seguito, le tracce anda-
rono progressivamente perdendosi. in diverse località come Gela in sicilia o
Cortona in Toscana, si arrivò a trasformare il toponimo di santa maria degli
Alemanni in santa maria della manna45; così la Mansio Theutonicorum di
palermo divenne semplicemente la magione, come ancora oggi è ricordata;
e nel tempo le origini teutoniche della confraternita di santa maria della sa-
lute di Venezia caddero nell’oblio.
sarà compito di noi storici ricostruire questa memoria, iniziando con il
riconsiderare concettualmente la storia dell’ordine Teutonico in italia, trop-
po spesso percepita come quella della presenza di un’istituzione ‘straniera’
sul nostro territorio. perché la storia dell’ordine non sarebbe mai potuta es-
sere tale senza la partecipazione e il contributo - positivo o negativo - degli
abitanti della penisola.

42
sul decadimento, per quanto riguarda il Tre- e Quattrocento, cf. ad esempio p. dAlenA,
Dagli Itinera ai percorsi. Viaggiare nel Mezzogiorno medievale, bari 2003, p. 166 e s. fo-
dAle, Alunni della perdizione. Chiesa e potere in Sicilia durante il grande scisma (1372-
1416), roma 2008 (nuovi studi storici 80), pp. 745-772.
43
Cf. ToomAspoeG, “Confratres, procuratores”, cit., p. 161.
44
sulla processione palermitana cf. ToomAspoeG, Les Teutoniques en Sicile, cit., pp. 379-
380 e GiuffridA, Il potere del segno, cit., pp. 165-166.
45
Così l’erudito cortonese Girolamo mancini scrisse, nel 1897, «... ignoro perché deno-
minassero degli Alamanni, per corruzione della manna, la chiesa istituita in fondo al borgo,
adesso detta di san domenico ...»: G. mAnCini, Cortona nel medioevo, Cortona 1897, pp.
108-109. ringrazio il dott. Giovanni lumachi per questa indicazione.

159
rAsseGnA biblioGrAfiCA
(a cura di Kristjan Toomaspoeg)

la tematica degli ordini religioso-militari, compreso quello teutonico,


rappresenta ormai uno dei settori di punta della storiografia sul medioevo e
il numero di saggi e monografie pubblicati ogni anno su questo argomento è
talmente rilevante da risultare difficile da quantificare. A presente vorrei of-
frire un piccolo contributo al lettore, elencando alcune opere di miscellanea
pubblicate sulla storia dell’ordine Teutonico nel corso dell’anno 2012. Que-
sta rassegna è incompleta e soggettiva, dal momento che essa riguarda solo
alcuni fra tanti lavori, mette l’accento sulle vicende dell’ordine nel mediter-
raneo e si basa unicamente su volumi pervenuti al nostro Centro interdiparti-
mentale di ricerca sull’ordine Teutonico nel mediterraneo (CiroTm).

As Ordens Militares. freires, Guerreiros, Cavaleiros. Actas do VI Encon-


tro sobre Ordens Militares. Palmela, 10 a 14 de março de 2010 a cura di
isabel Cristina ferreirA fernAndes, palmela, Gabinete de estudios sobre a
ordem de santiago, 2012, 2 voll., 1118 p., ill., isbn 978-972-8497-56-9.
Tra le più di sessanta comunicazioni del Vi convegno di palmela a pre-
sente pubblicate si segnalano i seguenti testi che interessano la storia
dell’ordine Teutonico: barbara bombi, The Teutonic Order and the papacy,
pp. 455-464, offre una riflessione sulla storiografia esistente sui rapporti in-
tercorsi tra l’ordine e il papato nel medioevo, concentrando il suo studio sul
Xiii secolo e proponendo una serie di argomenti da studiare in futuro; niko-
las JAsperT, Military Orders and social history: Some introductory thoughts,
pp. 495-518, nel suo testo programmatico sullo stato e sulle prospettive di
studi di storia sociale nell’ambito degli ordini militari, si basa ampiamente
anche sulla storiografia dell’ordine Teutonico, buon esempio, tra l’altro,
della sistematica pubblicazione delle fonti disponibili; Thomas Krämer,
The role of the Military Orders in German and french towns: functional
comparisons, pp. 519-542, offre un paragone tra le case templari e giovanni-
te nel midi francese e il baliato teutonico di franconia, sul piano economico
e sociale; Hubert Houben, A northern Military Order in a mediterranean
context: the teutonic knights in Southern Italy (13th-15th centuries), pp.
591-598, riassume le vicende dell’ordine Teutonico nel mezzogiorno d’ita-

161
rassegna bibliografica

lia dove, tra il Xiii e il XV secolo, esistevano due baliati teutonici, Apulia e
Sicilia, affrontando sia la storia diplomatica che economica e sociale dei ca-
valieri; philippe JosserAnd, De l’arrière au front: perspectives croisées,
perspectives comparées. regards sur la logistique des ordres militaires au
moyen âge, pp. 683-703, nel suo testo sul legame tra il fronte e le retrovie
degli ordini tratta anche l’esempio dei possedimenti teutonici nel regno di
sicilia e altrove e la questione delle responsiones nell’ordine; Klaus miliT-
zer, Administrative organisations of the three main Military Orders in the
Holy Land, pp. 705-714, realizza, per la prima volta, una credibile compara-
zione tra le strutture del Tempio, dell’ospedale e dell’ordine Teutonico in
Terra santa; Kristjan ToomAspoeG, Charles Ier d’Anjou, les ordres militaires
et la Terre Sainte, pp. 761-777, tratta anche le attività dei Teutonici a servi-
zio di Carlo i, in Terrasanta e nel regno di sicilia; Giulia rossi VAiro, Arte
da Ordem Teutónica em Itália (sécs. XII-XV), pp. 1009-1024 presenta i risul-
tati sino ad ora raggiunti del progetto Arte e Architettura dell’ordine Teuto-
nico in italia (CiroTm), uno studio che, basandosi sull’esame di alcune de-
cine di siti sparsi su tutta la penisola, permette ormai delle conclusioni inte-
ressanti.

federico II e i cavalieri teutonici in Capitanata. recenti ricerche stori-


che e archeologiche. Atti del Convegno internazionale (foggia-Lucera-Pie-
tra Montecorvino, 10-13 giugno 2009), a cura di pasquale fAViA, Hubert
Houben e Kristjan ToomAspoeG, Galatina 2012 (Acta Theutonica 7), 602 p.,
ill., isbn 9788880869887.
il convegno del giugno 2009 - del quale questo volume presenta quasi
tutto il materiale - era frutto della collaborazione tra il Centro di studi nor-
manno-svevi dell’università degli studi di bari, il CiroTm, l’istituto sto-
rico Germanico di roma e l’università degli studi di foggia. l’idea di base
di questo evento scientifico era di creare un collegamento tra gli studi storici
e la ricerca archeologica, cosicché, dopo l’introduzione di Cosimo damiano
fonseCA, federico II e i Cavalieri teutonici in Capitanata: snodi storiogra-
fici e piste di ricerca, pp. 15-28, il volume si articola in due parti tematiche.
nella prima si presentano dapprima alcune comunicazioni che riguardano i
rapporti intercorsi tra l’imperatore federico ii e la Capitanata: Jean-marie
mArTin, federico II e la Capitanata, pp. 31-44; Giancarlo AndennA, fede-
rico II e le comunità cittadine della Capitanata, pp. 45-60; Georg VoGeler,
La comunicazione fra federico II e la Capitanata, pp. 61-74; pasquale Cor-
si, foggia al tempo di federico II, pp. 75-103; francesco pAnArelli, fede-
rico II e le istituzioni ecclesiastiche della Capitanata, pp. 105-122. Questi
testi, scritti da alcuni tra i migliori specialisti della Capitanata e dell’epoca
federiciana, rappresentano un utile e aggiornato ‘manuale’ per la storia della

162
rassegna bibliografica

Capitanata non solo per la prima metà del Xiii secolo, ma anche per i perio-
di immediatamente precedente e successivo. seguono quattro comunicazioni
sulla storia degli ordini religioso-militari nella regione che affrontano una
cronologia ancora più ampia, dal Xii al XV secolo: Hubert Houben, federi-
co II e i cavalieri teutonici a Belvedere (Apricena) e a foggia: scavi archi-
vistici (con un appendice documentaria 1220-1417), pp. 123-181, continua
con questo saggio il suo lavoro di ricostruzione degli archivi dei Teutonici in
puglia, scomparsi nel 1943, con l’aiuto di copie e regesti realizzati in epoca
moderna (nell’appendice si offrono 56 documenti), arrivando a conclusioni
importanti, ad esempio quando nota la longevità della presenza dell’ordine a
foggia, anche dopo l’epoca di federico ii; Kristjan ToomAspoeG, Gli inse-
diamenti templari, giovanniti e teutonici nell’economia della Capitanata
medievale, pp. 183-214, ricostruisce le vicende dei tre ordini maggiori in
quella regione che era il loro ‘granaio’ nel mediterraneo e serviva a rifornire
le attività in Terra santa, notando come la ‘nuova economia’ degli ordini mi-
litari si fosse imposta sulla ‘vecchia economia’ monastica e diocesana; ma-
riella inTini, I familiares dell’Ordine Teutonico in Capitanata, pp. 215-239
aggiunge un altro tassello alla sua ricerca sugli abitanti di puglia legati ai
Teutonici, un argomento particolarmente ben documentato che l’autrice da
poco ha affrontato anche nel quadro di una monografia; infine, elena bel-
lomo, Tra storia locale e ambizioni internazionali; gli ordini monastico mi-
litari di origine iberica in Capitanata (secoli XIII-XIV), pp. 241-259, offre
una ricerca inedita sulla presenza degli ordini di Calatrava e di santiago, in-
sediatisi a S. Spiritus de Maitin e a sant’Angelo di orsara nel contesto della
lotta tra il papato e l’impero.
la seconda parte del volume riguarda l’archeologia ed è fortemente mar-
cata dal progetto di ricerca dell’istituto storico Germanico di roma, in cor-
so di opera a lucera e Tertiveri e qui presentato con l’aiuto di numerose illu-
strazioni e appendici dai suoi principali autori, michael mATHeus, allora di-
rettore dell’istituto romano e lukas Clemens dell’università di Treviri: Mu-
sulmani e Provenzali in Capitanata nel XIII secolo. I primi risultati di un
progetto internazionale e interdisciplinare, pp. 369-404. il resto delle comu-
nicazioni sono per la maggior parte delle presentazioni dei risultati di singo-
le campagne di scavo nei siti associabili a federico ii o ai Teutonici, così
pasquale fAViA, Caterina Annese, roberta GiuliAni e Giuliana mAssimo, Lo
scavo di località Pantano presso foggia: un’indagine archeologica sulla
domus di federico II e la masseria svevo-angioina, pp. 263-302; Valentina
CArACuTA e Girolamo fiorenTino, Ambiente e strategie produttive nei siti
di San Lorenzo in Carminiano e Pantano (fg) tra XII e XIV secolo, pp. 317-
332; roberta GiuliAni e felice sToiCo, Il complesso di S. Maria di Selva
della rocca a Belvedere: un’analisi archeologica, pp. 333-368; nunzio To-

163
rassegna bibliografica

mAiuoli, Lucera. Il palatium di federico II, da dimora imperiale a castrum,


pp. 405-446; nunzia maria mAnGiAlArdi, La fortezza di Lucera: un cantie-
re tra Svevi e Angioini, attraverso un sistema integrato di fonti. Il contributo
archeologico delle ‘fonti indirette’, pp. 447-500; pasquale fAViA e roberto
Goffredo, Operazioni di diagnostica archeologica a Corleto, sito di una
commenda teutonica, pp. 501-539; Austacio busTo, La domus teutonica di
Torre Alemanna (Cerignola). Il contributo delle ultime ricerche archeologi-
che (dicembre 2007-gennaio 2008), pp. 541-559. infine, marcello CiminAle,
danilo GAllo e mariangela noViello presentano un riassunte delle speri-
mentazione condotte a montecorvino e masseria pantano con delle tecniche
come la magnetometria e l’aerofotografia, Indagini non invasive finalizzate
allo studio di siti medioevali in Capitanata, pp. 301-315.
le conclusioni del volume sono state affidate a due diversi specialisti,
ovvero, per la parte archeologica, a paul ArTHur dell’università del salento
(note archeologiche conclusive, pp. 561-566) e per la parte storica a roman
CzAJA dell’università di Toruń (Considerazioni conclusive, pp. 567-569).

Herrschaft, netzwerke, Brüder des Deutschen Ordens im Mittelalter und


neuzeit. Vorträge der Tagung der Internationalen Historischen Kommission
zur Erforschung des Deutschen Ordens in Marburg 2010, a cura di Klaus
miliTzer, Weimar 2012 (Quellen und studien zur Geschichte des deutschen
ordens 72, Veröffentlichungen der internationalen Historischen Kommis-
sion zur erforschung des deutschen ordens 12), 260 p., isbn 978-3-89739-
741-5.
l’ultimo volume della collana Quellen und studien zur Geschichte des
deutschen ordens, edita da udo Arnold dal lontano anno 1967, contiene i
materiali del convegno della Commissione internazionale degli storici
dell’ordine Teutonico tenutosi a marburg an der lahn nell’autunno 2010 e
dedicato a due concetti abbastanza difficili da tradurre in italiano, ovvero
Herrschaft, inteso nel senso weberiano di dominio o autorità su di un territo-
rio e netzwerke, ovvero i reti sociali, trattandosi tutto sommato di legami tra
l’ordine e la società circostante e di sue modalità nell’esercitare il potere.
per quanto riguarda il primo concetto, non mancano delle analogie con il
XiV convegno del ciclo di Toruń (Die ritterorden als Träger der Herr-
schaft: Territorien, Grundbesitz und Kirche, a cura di roman CzAJA e Jür-
gen sArnoWsKy, Toruń 2007), mentre il appena tenuto diciassettesimo con-
vegno del ciclo torunense (Die ritterorden in sozialen, politischen und reli-
giösen netzwerken in Mittelalter und früher neuzeit) ha affrontato precisa-
mente il problema dei netzwerke. nel presente volume, Klaus miliTzer,
unterschiede in der Herrschaftsauffassung und Herrschaft und Verwaltung
in den Zweigen des Deutschen Ordens, pp. 1-23, presenta uno studio compa-

164
rassegna bibliografica

rativo dei rami dell’ordine Teutonico nel mediterraneo, in prussia, in livo-


nia e in Germania, dal punto di vista di storia amministrativa e sociale, in un
arco cronologico che va dalla fondazione dell’ordine sino all’epoca della
riforma protestante; shlomo loTAn, Governing the Teutonic Order from
Outremer- The Teutonic Headquarters Competing in the Last Era of the La-
tin Kingdom of Jerusalem, pp. 25-38, concentra il suo saggio sul ruolo della
prima casa madre dei Teutonici ad Acri che mantenne sino al 1291 la sua
posizione centrale nelle strutture dell’ordine, nonostante la grande distanza
geografica tra la Terra santa e i distaccamenti europei dei frati; Helge WiTT-
mAnn, netzwerke und Karrieren von Thüringen im frühen Deutschen Orden,
pp. 39-65, presenta la storia del personale del baliato di Turingia (prima Tu-
ringia-sassia) nel Xiii secolo; bernhart JäHniG, Herrschaftsverständnis und
Herrschaftsverwirklichung beim Deutschen Orden in Preußen, pp. 67-92,
esamina la formazione della signoria dei Teutonici in prussia: a questo punto
è utile ricordare la recente e per molti versi simile monografia dello stesso
autore sulla livonia (Verfassung und Verwaltung des Deutschen Ordens und
seiner Herrschaft in Livland, berlin 2011); Johannes A. mol, Priesterbrü-
der in friesland und der Ballei utrecht während des Mittelalters, pp. 93-
105, presenta una ricerca prosopografica sui frati preti dell’ordine nei paesi
bassi. i preti teutonici sono stati nel passato molto meno studiati dei frati ca-
valieri ma adesso, grazie ai lavori dei colleghi olandesi come lo stesso
Johannes mol e il suo allievo rombert stapel, si dispongono delle informa-
zioni molto più esaustivi sull’argomento; libor JAn, Zu den Beziehungen
zwischen der Deutschordensballei Böhmen, dem Böhmenkönig und dem Ho-
chadel, pp. 107-118, tratta la storia dei possedimenti teutonici in boemia e
moravia da un punto di vista sia della storia diplomatica che di quella dei le-
gami dei frati con la nobiltà locale; roman CzAJA, Die ritterbrüder des
Deutschen Ordens und die städtische Gesellschaft in Preußen bis zur Mitte
des 15. Jahrhunderts, pp. 119-132, affronta un argomento molto importante
per capire la storia della prussia medievale, ovvero i legami trasversali tra le
due principali componenti della società, l’ordine Teutonico e le città, notan-
do come si sia passato da una iniziale vicinanza tra i cittadini e i Teutonici
ad un progressivo allontanamento, visibile a pieno nel XV secolo; Kristjan
ToomAspoeG, Die Behauptung des Deutschen Ordens in Italien, pp. 133-
148, descrive la storia dei Teutonici nella penisola italiana, sottolineando gli
elementi originali del loro ramo italiano, considerato per troppo tempo una
‘periferia’ dell’ordine; Juhan Kreem, Wie landfremd war der Deutsche Or-
den in Livland? regionale und interregionale Beziehungen des Deutschen
Ordens im 16. Jahrhundert, pp. 149-158, affronta uno dei temi cruciali della
storia medievale dei paesi baltici, ovvero quello dell’integrazione e ruolo
dell’ordine Teutonico nella società, per rispondere alla domanda, se si trat-

165
rassegna bibliografica

tava di una corporazione di cavalieri e preti estranea al contesto locale o, in-


vece, di una delle forze motrici della regione. Tramite lo studio degli aspetti
sociali della questione, l’a. arriva a sottolineare una serie di elementi di rac-
cordo tra i Teutonici e la società locale; udo Arnold, Deutschmeister, Ad-
ministrator des Hochmeistertums in Preussen, Hoch- und Deutschmeister,
pp. 159-176, descrive i primi passi dell’ordine Teutonico nell’epoca moder-
na, quando, dopo la trasformazione della prussia in un ducato laico nel
1525, l’amministrazione dell’ordine fu ripresa in mano dai suoi maestri in
Germania (Deutschmeistern); Jozef merTens, Adel, ritterorden und Militär-
dienst am Beispiel der Ballei Biesen im 16.-18. Jahrhundert, pp. 177-204 e
Karl m urK , Die ritterbrüder der Ballei Hessen im 18. Jahrhundert -
Herkunft, Habitus, Vernetzung, pp. 205-239, presentano studi prosopografici
esaustivi su due baliati dell’ordine, ovvero, rispettivamente, biesen (nell’at-
tuale belgio) e Assia, in epoca moderna.

The Military Orders, Volume 5. Politics and Power, a cura di peter W.


edbury, burlington-farnham 2012, 493 p., ill., isbn 9781409421009.
l’ultimo volume della serie military orders offre alcune comunicazioni
di contenuto generale utili per la storia di tutti gli ordini militari, per sottoli-
nearne uno, Karl borCHArdT, The Military-religious Orders: a Medieval
‘School for Administrators’?, pp. 3-20, lancia una teoria audace ma almeno
in parte condivisibile sul ruolo degli ordini nello sviluppo delle amministra-
zioni pubbliche nel medioevo e Karol poleJoWsKi, The Counts of Brienne
and the Military Orders in the Thirteenth Century, pp. 285-295, esamina an-
che la politica favorevole della famiglia brienne al riguardo dei Teutonici.
per quanto riguarda l’ordine Teutonico, si possono elencare i seguenti testi:
sven eKdAl, Politics, Diplomacy and the recruitment of Mercenaries befo-
re the Battle of Tannenberg, pp. 329-336, tratta le fasi della guerra tra Jagel-
lone e i Teutonici prima della decisiva battaglia del 1410, con un’attenzione
particolare agli aspetti tecnici; Kristjan ToomAspoeG, The Teutonic Order in
Italy: An Example of the Diplomatic Ability of the Military Orders, pp. 273-
282, studia i rapporti dei Teutonici con i diversi poteri pubblici della peniso-
la italiana, tale esempio dell’abilità diplomatica degli ordini religioso-milita-
ri (si veda un più ampio analisi in id., Les ordres religieux militaires et la di-
plomatie. formes et enjeux, in Les relations diplomatiques au Moyen Âge.
formes et enjeux, paris 2011, pp. 227-238); rombert sTApel, Power to the
Educated? Priest brethen and their Education, using Data from the utrecht
Bailiwick of the Teutonic Order (1350-1600), pp. 337-348, presenta qui per
la prima volta per il grande pubblico i risultati delle sue ricerche sui fratelli
preti del baliato olandese dell’ordine (si veda, per un più ampio sintesi, il
suo testo nel presente volume); renger e. de bruin, Hidden in the Bushes:

166
rassegna bibliografica

The Teutonic Order of the Bailiwick of utrecht in the 1780-1806 revolutio-


nary Period, pp. 349-359 tratta un periodo molto particolare nella storia
dell’ordine, ovvero quello delle trasformazioni provocate dalla rivoluzione
francese, cosicché i Teutonici del baliato di utrecht erano costretti ad elabo-
rare una ‘strategia di sopravvivenza.’

La mémoire des origines dans les ordres religieux-militaires au Moyen


Âge-Die Erinnerung an die eigenen ursprünge in den geistlichen ritteror-
den im Mittelalter, a cura di philippe Josserand e mathieu olivier, berlin
2012 (Vita regularis. ordnungen und deutungen religiosen lebens im mit-
telalter. Abhandlungen 51), 283 p., isbn 978-3-643-12008-3.
Gli atti del convegno tenutosi nel giugno 2009 presso la missione storica
francese a Göttingen sulla memoria delle origini negli ordini religioso mili-
tari offrono 14 comunicazioni divisi tra tre blocchi tematici: ad un primo che
serve da introduzione generica alla problematica segue un secondo, consa-
crato ai testi che narrano le origini dei singoli ordini e un terzo, che riguarda
le forme, l’utilizzo e il contesto della memorie delle origini. si tratta senza
dubbio di un problema molto rilevante che meritava ad essere evidenziato e
il convegno - che ha goduto della collaborazione dei specialisti come udo
Arnold, Alain demurger e Jürgen sarnowsky - non ha mancato di portare
delle riflessioni innovative. il preciso argomento dell’ordine Teutonico fu
trattato in questa occasione da Jarosław Wenta, specialista delle fonti narra-
tive dell’ordine Teutonico, attraverso una comunicazione su diversi testi che
narrano gli inizi dell’ordine e della sua presenza in prussia (Die Berichte
über die Gründung des Deutschen Ordens und seiner preußischen Provinz,
pp. 83-94), seguito da un nuovo studio di udo Arnold sulla cronaca narra-
tio de primordiis Ordinis Theutonici (Die narratio de primordiis Ordinis
Theutonici - Der offizielle Blick des Deutschen Ordens auf seine Anfänge,
pp. 95-120). la cronaca è stata redatta almeno un mezzo secolo dopo la fon-
dazione dell’ordine - per udo Arnold, l’opera non può essere anteriore
all’anno 1252 - e servì a giustificare e glorificare i suoi trascorsi, tale testi-
monianza dell’epoca della ‘scoperta di se stessa’ dei Teutonici. Thomas Krä-
mer (Der Weg zur Exemption des Deutschen Ordens im Kontext der Erinne-
rung an seine ursprünge, pp. 179-197) tratta un argomento che riguarda
l’utilizzo della memoria delle origini nell’ambito dell’emancipazione dei
Teutonici, nel Xiii secolo, con un particolare interesse per l’esonero dell’or-
dine dalla giurisdizione dei vescovi diocesani. sylvain Gougenheim offre
una riflessione su uno dei documenti più importanti nella storia dell’ordine,
la lettera Etsi neque di onorio iii che conferiva ai Teutonici non meno di 25
privilegi e diritti diversi (La bulle etsi neque d’Honorius III (15 décembre
1220) au cœur du processus de constitution de l’Ordre Teutonique, pp. 199-

167
rassegna bibliografica

225), trattando il contesto e le ragioni della sua redazione e l’utilizzo che ne


fu fatto dall’ordine Teutonico. Axel ehlers (Die Bedeutung des Ablasses für
die spätmittelalterliche Erinnerung an die urpsrünge des Deutschen Ordens
und anderer Gemeinschaften, pp. 227-236) parla del legame tra le indulgen-
ze e la memoria delle origini, legame che funzionava attraverso le raccolte
d’indulgenze, redatte dai Teutonici. Annika souhr (“Von jeher fredeschilt
der Christenheit”. rückgriffe auf die eigenen ursprünge im auswärtigen
Schriftverkehr des Deutschen Ordens in Krisenzeiten, pp. 237-268) analizza
l’utilizzo dell’argomentazione storica da parte dei Teutonici nella loro retori-
ca politica nel corso delle difficoltà subite dall’ordine nel XV secolo.
All’ordine Teutonico sono dunque stati dedicati molti lavori del convegno,
il che risulta anche dalle conclusioni scritte da mathieu olivier (Mémoire
commune des origines ou mémoire des origines communes?, pp. 269-282).
senza perdersi eccessivamente nelle vie dell’astrazione, il volume illustra il
processo della ‘fabbricazione’ della propria storia, intrapresa da tutti gli or-
dini religioso militari e l’uso fatto dal passato a servizio del presente. Alcuni
aspetti del processo, prima di tutto le falsificazioni dei documenti intrapresi
dagli ordini militari a difesa dei loro interessi, potevano sicuramente avere
un maggior rilievo, ma, tutto sommato, trattasi di un’impresa scientifica ed
editoriale molto ben riuscita.

l’anno 2012 è stato ricco di saggi e monografie sulla storia degli ordini
militari, compresi i Teutonici, che, adesso, non si possono elencare, perché
sarebbe inevitabile trascurare alcune opere difficilmente accessibili a benefi-
cio delle altre. inciterei gli autori, di qualsiasi regione o lingua siano, di in-
viare al nostro centro copie dei loro lavori che saranno prontamente recensi-
ti, in questa o altra sede.
due ultime segnalazioni riguardano le pubblicazioni periodiche. per pri-
mo, vorrei presentare l’iniziativa lanciata dai colleghi dell’università fede-
rale baltica di immanuel Kant di Kaliningrado, nella federazione russa, ov-
vero la nuova rivista «studia Teutonica» (Исследования по истории
немецкого ордена, isbn 978-5-9971-0211-1, manca ancora il numero is-
sn). Questa impresa - che si inserisce a mio avviso perfettamente al proces-
so di rinascita dell’antica Albertina - si materializza con un volume interes-
sante che contiene una serie di saggi scritti dagli esponenti della nuova sto-
riografia russa (evgeny eremin, Anatoly bachtin, Andrey Konoplenko, ma-
rina bessudnova, dmitry Weber, Anon Kotov, ilya dementjev, Anna le-
bedkina e altri) su problematiche di storia generale dell’ordine Teutonico.
Credo che sentiremo ancora parlare di molti degli autori del volume, in ogni
caso, la storia dei Teutonici sembra in russia ormai liberata da ogni demo-
nizzazione politica.

168
rassegna bibliografica

infine, last but not least, segnalo il cambiamento di forma delle pubblica-
zioni regolari dell’università niccolò Copernico di Toruń, «ordines milita-
res», che da collana editoriale dedita alla stampa degli atti dei periodici con-
vegni sugli ordini religioso-militari tenuti a questa sede dall’anno 1981
(«ordines militares. Colloquia Torunensia Historica») sono diventate una ri-
vista storica, pubblicata con una cadenza annuale (issn 0867-2008). la
nuova rivista accoglie non solo gli atti dei convegni torunensi, ma anche al-
tri saggi, su tutte le tematiche riguardanti la storia degli ordini, come si può
notare nell’ultimo volume appena uscito dalle stampe, «ordines militares»
XViii (2013), con 14 saggi di qui 11 sono all’origine delle comunicazioni
lette durante il sedicesimo convegno del ciclo (2011). Grazie a questa inizia-
tiva, possediamo per la prima volta, dopo l’esperienza di «sacra militia»,
pubblicata da franco Cardini e francesco Tommasi dal 2000 al 2002, una ri-
vista internazionale a servizio degli studiosi degli ordini religioso-militari (il
corrispettivo spagnolo, «revista de las ordenes militares» si è finora limita-
to con la penisola iberica).

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170
Centro interdipartimentale di ricerca sull’ordine Teutonico
nel mediterraneo (CiroTm)

Acta Theutonica
Collana diretta da Hubert Houben
1. l’ordine Teutonico nel mediterraneo. Atti del Convegno internazionale di studio, Torre
Alemanna (Cerignola) – mesagne – lecce, 16-18 ottobre 2003, a cura di Hubert Houben,
2004.

2. la contabilità delle Case dell’ordine Teutonico in puglia e in sicilia nel Quattrocento, a


cura di Kristjan Toomaspoeg, 2005.

3. san leonardo di siponto: cella monastica, canonica, domus Theutonicorum. Atti del Con-
vegno internazionale di studio, manfredonia, 18-19 marzo 2005, a cura di Hubert Hou-
ben, 2006.

4. i Cavalieri teutonici tra sicilia e mediterraneo. Atti del Convegno internazionale di stu-
dio, Agrigento, 24-25 marzo 2006, a cura di Antonino Giuffrida, Hubert Houben e Kri-
stjan Toomaspoeg, 2007.

5. l’ordine Teutonico tra mediterraneo e baltico: incontri e scontri tra religioni, popoli e
culture. der deutsche orden zwischen mittelmeerraum und baltikum. begegnungen und
Konfrontationen zwischen religionen, Völkern und Kulturen. Atti del Convegno interna-
zionale (bari-lecce-brindisi, 14-16 settembre 2006), a cura di Hubert Houben e Kristjan
Toomaspoeg, 2008.

6. l’inventario dell’archivio di s. leonardo di siponto (ms. brindisi, bibl. de leo b 61):


una fonte per la storia dell’ordine Teutonico in puglia, a cura di Hubert Houben e Valen-
tina pascazio, 2010.

7. federico ii e i cavalieri teutonici in Capitanata. recenti ricerche storiche e archeologiche.


Atti del Convegno internazionale (foggia-lucera-pietramontecorvino, 10-13 giugno
2009), a cura di pasquale favia, Hubert Houben e Kristjan Toomaspoeg, 2012.

8. mariella intini, «offero me et mea». oblazioni e associazioni all’ordine Teutonico nel


baliato di puglia fra Xiii e XV secolo, 2012.

9. francesco filotico, le origini del baliato teutonico «nell’Adige e tra i monti», in corso di
stampa.

10. Analecta Theutonica. studies for the History of the Teutonic order. mélanges pour l’hi-
stoire de l’ordre Teutonique. studien zur Geschichte des deutschen ordens. miscellanea
di studi per la storia dell’ordine Teutonico, 1, 2014.

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© Mario Congedo Editore 2014 – Galatina (Le)
Stampa: Artebaria – Taranto

ISBN 9788867660766

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