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Buddy Bolden

Charles "Buddy" Bolden (6 settembre 1877 – 4 novembre 1931) è stato un musicista statunitense,
noto specialmente come cornettista.

Fu il primo musicista di colore di New Orleans a raggiungere la fama.

Nonostante non ci siano giunte registrazioni della sua musica, Buddy Bolden è considerato da molti
l'iniziatore del jazz, attraverso l'improvvisazione, ufficialmente riconosciuto, nel 1917, come genere
nato dal ragtime. Grazie a lui il jazz presto si diffonde in molte parti d'america e lui verrà definito
come il padre del jazz. Lavora da solo finché non fonderà un gruppo che presto creerà molte
canzoni ascoltate ancora oggi.

Biografia
Charles Buddy Bolden (1877-1931) è considerato il primo musicista che iniziò ad improvvisare
nell'ambito di un contesto di esecutivo di gruppo. A questa sua consuetudine si fa risalire la
transizione del ragtime verso il genere che in seguito venne riconosciuto come jazz. Riconosciuto
virtuoso di cornetta nell'ambiente di New Orleans, è famoso per il suo tono alto e squillante (i
musicisti di quel periodo lo riconoscono come il miglior trombettista). La sua banda ha iniziato a
suonare verso il 1895, alle sfilate e ai raduni di New Orleans: da allora, la notorietà crescente fino a
divenire una delle più popolari formazioni della città. Nel 1907 la salute mentale di Buddy diede
sintomi di instabilità e venne ricoverato presso un istituto di salute mentale dove gli fu diagnosticata
la demenza precoce (il nome che allora era dato alla schizofrenia): fu dove egli trascorse rinchiuso il
resto della sua vita.

Frankie Dusen, trombone, diede una svolta alla banda di Bolden e ne cambiò il nome in Eagle Band
proseguendo in tal modo la fama acquisita con Bolden fino al 1917, anno universalmente indicato
come nascita del jazz. Inoltre sembra che alcuni dei primi musicisti jazz, come Sidney Bechet e
Bunk Johnson durante la gioventù, abbiano suonato sporadicamente con la banda di Bolden. A lui si
ispirarono inoltre gli altri musicisti di New Orleans come Bunk Johnson, Freddie Keppard tra gli
altri.

The Eagle Band was an American jazz band during the Ragtime and Early Jazz periods, (1895-
1929) stationed in New Orleans, Louisiana. The instrumentation of the band was clarinet, drums,
trombone, trumpet, guitar, and string bass, with one person on an instrument. The band was
originally known as The Buddy Bolden Band, under the direction of Buddy Bolden from 1895-
1906. On September 3, 1906, while playing in the Labor Day parade with his band, Buddy Bolden
suffered a memorable breakdown, which included staggering out of marching formation and
screaming. He was removed from the parade ranks and would permanently resign from the band.[1][2]

After the resignation of Bolden, Frankie Dusen would be the one to lead the band, and change the
name from The Buddy Bolden Band, to the Eagle Band. The band maintained the popularity it had
as The Buddy Bolden Band and primarily performed the same repertoire as before. The Eagle Band
was known as a very authentic, poignant band known for its ability to play slow gut-wrenching
blues.
Members of the Band

Instrument Artist
Sidney Bechet, Johnny Dodds, Frank Lewis, Big Eye Louis Nelson, Willie Parker,
Clarinet
Lorenzo Tio, Jr.
Peter Bocage, Tig Chanbers, Edward Clem, Bunk Johnson, Joe Johnson, Frank Keelin,
Trumpet
Freddie Keppard, King Oliver, John Penerton, Buddy Petit, Wild Ned
Trombone Jack Carey, Frankie Dusen
Guitar Peter Bocage, Lorenzo Staulz, Cliff Stones
Bass Pops Foster, Ed Garland, Bill Johnson, Dandy Lewis, Bob Lyons
Drums Walter Brundy, Baby Dodds, Chinee Foster, Tubby Hall, Henry Zeno

Freddie Keppard (New Orleans, 27 febbraio 1890 – 15 luglio 1933) è stato un musicista
statunitense.

Fu uno dei primi cornettisti jazz

The Original Creole Orchestra (aka The Creole Band, Freddie Keppard's Original Creole Orchestra) was
the first New Orleans Jazz band to tour outside of the South. In 1911 bass player Bill Johnson was living in
Los Angeles and contacted his friend Freddie Keppard back in his home town of New Orleans. Keppard was
leading the Olympia Band at the time and Johnson asked him to bring them out to California with the
promise of work. Upon arriving they stayed in California a few months before hooking up with a vaudeville
tour. From 1914 to 1918, they toured the country and became a very popular act. But by 1918 the band was
tired of touring and was breaking up, but Johnson who handled the business side of things as well as bass
playing in the band was still booking shows. He found himself with a gig at the Royal Gardens (469 East
31st Street) in Chicago and no band. At this point he contacted first Buddy Petit, and then King Oliver to
replace Keppard. Oliver accepted the offer and came north from New Orleans with fellow musicians Jimmie
Noone and Paul Barbarin in 1918. Oliver eventually assumed control of the band and it evolved into King
Oliver's Creole Jazz Band in 1921, although Johnson continued to play bass in the band until they broke up
in 1923. Unfortunately the Original Creole Orchestra never recorded.

band

George Baquet Clarinet

Bill Johnson String Bass, Leader

Dink Johnson Drums

Freddie Keppard Cornet

King Oliver Cornet

Jimmie Palao Violin


Eddie Venson Trombone

W.M. Williams Guitar

Biografia
Keppard nacque nella comunità creola di New Orleans, Louisiana. Anche suo fratello maggiore,
Louis Keppard, era un musicista professionista. Freddie suonò violino, mandolino e accordion
prima di passare alla cornetta. Dopo aver suonato con l'orchestra Olympia, si unì alla Eagle Band di
Frankie Dusen prendendo il posto da poco lasciato libero da Buddy Bolden. Subito dopo l'uscita di
Bolden dalla scena musicale, Keppard venne proclamato "King Keppard" come il miglior suonatore
di corno della città.

Nel 1914 Joe "King" Oliver vinse un "cutting contest" musicale e reclamò la corona di Keppard;
poco dopo Keppard accettò di unirsi alla band di Bill Johnson a Los Angeles.

Il gruppo di Johnson e Keppard diventò la Original Creole Orchestra che si esibiva nel circuito
vaudeville, dando alla gente una prima dimostrazione di quella musica che di lì a poco avrebbe
assunto la definizione di "jazz".[1] Nel 1915, mentre suonavano con successo in un ingaggio a New
York City, alla band venne offerta l'occasione di incidere un disco per la Victor Talking Machine
Company

In retrospettiva, probabilmente questa avrebbe potuto essere la prima incisione di musica jazz in assoluto.
Come spesso si è raccontato, Keppard non volle incidere perché temeva che qualcuno gli rubasse le idee
"copiando la sua roba". La casa discografica gli offrì un compenso di 25 dollari per registrare un disco (un
compenso abbastanza alto all'epoca per un esordiente), ma comunque meno di quanto Keppard
guadagnasse esibendosi nel circuito dei teatri. I ricordi degli altri membri della Creole Orchestra rivelarono
che un altro fattore importante nella rinuncia di Keppard fu che la Victor aveva chiesto loro di effettuare
una "registrazione di prova" preliminare senza compenso, e che la band si rifiutò, temendo che fosse un
trucco per indurli a registrare un disco senza essere pagati.

Nel 1917 Keppard si stabilì a Chicago, che rimarrà per sempre la sua casa. Keppard fece tutte le sue
registrazioni conosciute a Chicago dal 1924 al 1927. molte delle quali sono pesantemente arrangiate
e in cui Keppard è relegato al ruolo di seconda tromba. La sua Stockyard Strut è un'improvvisazione
sul tema e gli accordi di Tiger Rag. Ci sono poi altre registrazioni in cui egli plausibilmente suona, e
molte altre dubbiamente attribuite a lui. Lo stile di Keppard fu largamente imitato sia a New
Orleans che a Chicago.

Molti dei suoi contemporanei raccontarono che Keppard era già in fase calante quando si decise ad
incidere su disco la propria musica oppure che le suddette registrazioni non rendono giustizia alla
sua effettiva abilità di musicista. Nondimeno, un attento ascolto delle sue opere rimasteci rivelano
un'abilità tecnica fuori del comune e una propensione avventurosa all'improvvisazione, anche se in
uno stile arcaico rispetto al jazz a venire.

Lo stile di Keppard era molto più raggy rispetto a quello di Oliver (uno stile tinto di blues). Mentre
Oliver ebbe più ammiratori, alcune preferenze furono questione di gusto; Jelly Roll Morton, Lil
Hardin Armstrong e Wellman Braud pensavano che Keppard fosse superiore a Oliver.
Diversi musicisti che avevano ancora memoria di Buddy Bolden dissero che Freddie Keppard
suonava nel modo più simile a Bolden di tutti.

Keppard soffrì di alcolismo e tubercolosi negli ultimi anni, e morì dimenticato a Chicago.

S.BechEt

Sidney Bechet (New Orleans, 14 maggio 1897 – Garches, 14 maggio 1959) è stato un sassofonista,
clarinettista e compositore statunitense di musica jazz.

Considerato tra i più grandi clarinettisti del XX secolo, lo si ricorda anche come maestro del
sassofono soprano (Bechet fu forse in assoluto il primo sassofonista jazz degno di nota). Suoni
decisi, idee e improvvisazioni ben concepite, e un vibrato ampio e distintivo caratterizzavano il suo
modo di suonare. Sul clarinetto il suo suono era altrettanto originale e tipico, un'inedita
combinazione di legnosità rurale del timbro e scorrevolezza francese del fraseggio.

Infanzia e adolescenza a New Orleans (1897 – 1914)

Bechet ricevette i primi rudimenti musicali in casa. Molti suoi familiari erano dignitosi musicisti
dilettanti. La famiglia di Bechet apparteneva al gruppo etnico dei creoli. I creoli erano spesso di
estrazione sociale borghese o piccolo-borghese, piccoli commercianti o artigiani, e questo
consentiva loro un livello di istruzione più elevato rispetto ai neri puri. Molti coltivavano la musica
come passatempo, e avevano avuto accesso a una formazione musicale classica. Fin da ragazzo,
Sidney dimostrò uno spontaneo talento naturale. Era in grado di imparare a suonare facilmente
qualsiasi strumento musicale che gli capitasse tra le mani. All'inizio elesse il clarinetto come suo
strumento principale. Ma la sua facilità strumentale era tale che alcuni abitanti della sua città
ricordavano di averlo visto suonare la cornetta con forza ed espressione. Molto presto ebbe modo di
avere numerose esperienze come musicista in locali da ballo e bande itineranti e decise di diventare
musicista professionista. Una decisione che non fu ben accetta in famiglia. Per la borghesia creola,
la musica poteva essere un intrattenimento per il tempo libero, mai una professione. L'ambiente
musicale professionale era socialmente inferiore, e si esercitava in locali notturni, a contatto con la
prostituzione e la malavita. «Per molti creoli di colore, suonare a Storyville (il quartiere a luci rosse
dove molti musicisti professionisti si guadagnavano da vivere) significava una perdita di status»[1].
Ma Bechet dimostrò subito un carattere e un modo di fare differenti dalla mite e tranquilla piccola
borghesia creola. Era un ragazzaccio manesco, che finiva spesso coinvolto in liti e risse. creoli,
sapevano leggere la musica, eseguivano alla perfezione le partiture e si limitavano ad inserire
abbellimenti. I musicisti neri, invece, raramente erano buoni lettori e avevano un approccio folk alla
musica. Modificavano facilmente ritmo, tempo, e perfino armonia e melodia dei pezzi. Sidney
Bechet unì in sé il meglio delle due tradizioni. Egli era un creolo, eppure il suo approccio alla
musica fu più simile a quello dei neri: non imparò mai a leggere la musica (ma la sua fu una scelta)
e curò sempre lo sviluppo improvvisativo. Tuttavia, il suo fraseggio tendeva ad essere decorativo e
fiorito, con largo uso di abbellimenti. Questa caratteristica possiamo attribuirla alla sua cultura
creola, più portata alla decorazione che alla modificazione della melodia. Insieme a Louis
Armstrong, Bechet è il primo grande solista improvvisatore del jazz.

VIAGGI IN USA E IN EUROPA

Bechet lasciò la sua città natale intorno al 1914, partecipando a un movimento di generale
migrazione dei migliori musicisti di New Orleans che decisero di abbracciare definitivamente il
professionismo. Molti pensano che i musicisti migrarono per la chiusura del locale a luci rosse
(STORYVILLE) ma è più plausibile ritenere che ormai il livello dei migliori musicisti non era più
congruo per una città come New Orleans, il cui unico mercato musicale era costituito da bordelli e
feste paesane. Chicago, New York e perfino Los Angeles potevano offrire i superiori guadagni di
un'industria musicale nascente e locali in grado di pagare cifre sensibilmente più alte ai musicisti.
Bechet non limitò le sue peregrinazioni a Chicago, ma visitò altre città statunitensi e nel 1919
partecipò addirittura ad una delle prime apparizioni in Europa di orchestre nere, Fu proprio durante
questo soggiorno in Europa, a Londra, che gli capitò di vedere nella vetrina di un negozio di musica
un sax soprano. Lo acquistò immediatamente e si impadronì della tecnica in breve tempo. Sul
soprano egli sviluppò una sonorità potente e ricca, con la quale egli poté sovente dominare le
orchestre in cui suonava, spesso entrando in competizione con la tromba, che in teoria avrebbe
dovuto esporre il canto e prevalere dinamicamente. L'adozione del nuovo strumento non fu sempre
apprezzata da tutti. Il grande bassista di New Orleans, George "Pops" Foster, lo preferiva al
clarinetto, sul quale Bechet possedeva una sonorità succosamente legnosa.

Le incisioni con Clarence Williams (1923-1925)

Tornato negli Stati Uniti, nel 1923 si unì ai gruppi Clarence Williams, che fu tra i primi a incidere
brani di jazz su disco. Si tratta delle famose incisioni con i Blue Five di Clarence Williams, che
sono particolarmente importanti per lo sviluppo del linguaggio solistico del jazz. Si tratta dei
primissimi esempi di improvvisazioni jazzistiche, e il tutto con un tratto sincopato che già presenta
la leggera ed elegante oscillazione dello swing, non più rigidamente martellante e da marcia
militare, come quella del ragtime. Quelle esecuzioni precedono di un anno quelle leggendarie di
King Oliver e mostrano una libertà improvvisativa maggiore del gruppo di Oliver. Il linguaggio
solistico di Bechet, sebbene ancora non del tutto maturo come lo diventerà nella seconda metà degli
anni venti (ma questo vale anche per l'altro grande primo improvvisatore del jazz, Louis
Armstrong), è davvero il primo esempio di improvvisazione jazz documentata su disco.

Le incisioni dei New Orleans Feetwarmers (1932)

Tornato in USA, condivise con il trombettista Tommy Ladnier un gruppo musicale, i New Orleans
Feetwarmers. Si trattava di un sestetto, completato da Teddy Nixon al trombone, Hank Duncan al
pianoforte, Wilson Meyers al contrabbasso e Morris Morand alla batteria. Il gruppo suonava
regolarmente al Savoy Ballroom, una delle più importanti sale da ballo di New York. I Feetwarners
entrarono in sala di incisione in un'unica occasione, il 5 settembre 1932, registrando sei pezzi per
l'etichetta Victor: I Want You Tonight, I Found a New Baby, e Maple Leaf Rag. Queste incisioni
sono considerate tra i classici del jazz. Sono quasi tutti pezzi presi a tempi molto rapidi, con una
grande enfatizzazione dell'improvvisazione. A causa delle vendite ridotte anche l'ingaggio al Savoy
durò solo pochi mesi. Stilisticamente, i Feetwarmers si situano in una posizione di transizione
estremamente interessante. L'improvvisazione collettiva in stile New Orleans è ancora
massicciamente presente, ma la complessità delle linee improvvisate dagli strumenti è ormai
elevata, e solo la musicalità degli esecutori impedisce che i collettivi sprofondino nel caos.
L'atmosfera delle esecuzioni è aggressiva e fiammeggiante, i tempi sempre rapidi, a volte frenetici.
Sono presenti anche veri e propri assolo non collettivi, accompagnati dalla sola sezione ritmica. Ma
questo stile non si adattava alla malinconia della Grande Depressione. Il pubblico preferiva il suono
cremoso e piano delle orchestre da ballo.

Gli anni trenta e quaranta

Scioltisi i Feetwarmers, Bechet tornò nell'orchestra di Noble Sissle. Con l'orchestra di Sissle incise
vari pezzi in cui ebbe spazio solistico. Malgrado ciò, nel 1938 Bechet fu costretto a un momentaneo
ritiro dalle scene. La musica in voga era lo swing delle grandi orchestre, le big band bianche di
Benny Goodman etc. Lo stile fiorito di Bechet forse apparve almeno momentaneamente superato, e
l'orchestra di Noble Sissle legata a uno stile musicale meno fluido dello swing. Tuttavia, ben presto
lo stile anni venti tornò di moda, sotto forma di revival. Proprio l'esplosione della swing era stimolò
nel pubblico la curiosità per stili di jazz precedenti. Si aprì così una nuova opportunità: la possibilità
di entrare in sala di incisione per la nuova etichetta Blue Note, etichetta che diventerà leggendaria e
da sempre intenzionata a registrare e vendere dischi di vero hot jazz. Bechet iniziò ad incidere con
gruppi di studio.

L'8 giugno 1939 Bechet incise uno dei suoi capolavori con uno di questi gruppi. Un'eccezionale
interpretazione di Summertime al sax soprano, tema da poco composto da Gershwin. La sonorità,
lamentosa e cantante al tempo stesso, è il suono più simile alla voce umana mai ottenuta su
sassofono.

Le incisioni fruttarono un ritorno di fama per Bechet, che tornò a suonare in pubblico.

Ultimi anni in Francia (1949 - 1959)

Nel 1949 partecipò alla famosa serie di concerti di jazz alla Salle Pleyel di Parigi. Il successo fu
così notevole che Bechet decise di stabilirsi definitivamente in Francia. In Francia compose il brano
di gusto francese Petite Fleur. La forza e la singolarità della personalità musicale di Bechet sono
evidenti in tutte le sue registrazioni. Gli esistenzialisti francesi arrivarono a soprannominarlo le
dieu, il dio.

L'importanza di Bechet nello sviluppo del linguaggio solistico del jazz


L'ipotesi della posizione centrale di Bechet nello sviluppo del solismo jazz è stata avanzata dal suo
maggiore biografo, John Chilton]. È possibile che la portata del contributo di Bechet possa apparire
oggi meno evidente, e sia giudicata minore rispetto a quella di Louis Armstrong. Questo per alcuni
motivi. Il primo è che Bechet incise poco negli anni venti, che sono gli anni in cui più sarebbe stata
avvertibile non solo la portata della sua originalità, ma soprattutto la grandezza del dislivello tra lui
e tutti gli altri musicisti che per primi svilupparono l'arte dell'improvvisazione jazzistica (con l'unica
eccezione, naturalmente, di Louis Armstrong). Infatti Bechet incide abbondantemente con Clarence
Williams per appena due anni, dal 1923 al 1925, dopodiché va in Europa e ci rimane per 4 anni,
rimanendo lontano dalla scena musicale americana. Invece Louis Armstrong, l'altro grande
iniziatore del linguaggio solistico nel jazz, rimane negli Stati Uniti e incide la serie d'oro degli Hot
Five e degli Hot Seven. Quando, agli inizi degli anni trenta, Bechet torna negli Stati Uniti il suo
stile è, se possibile, ancora più maturo ed espressivo che negli anni venti, ma il dislivello tecnico ed
espressivo tra lui e le nuove leve è diminuito, quasi colmato. Per esempio, cinque anni prima
Coleman Hawkins non sarebbe ancora stato in grado di articolare un vero e proprio assolo jazz e
non avrebbe retto il confronto con Bechet. Cinque anni dopo non è più così: Hawkins è in grado di
non sfigurare. Insomma, agli inizi degli anni trenta molti musicisti di Chicago e di New York hanno
ormai assorbito la lezione di Bechet e di Armstrong e combattono ad armi pari. Diventa quindi
meno facile capire che Bechet è stato uno dei padri dell'assolo jazz. Un secondo motivo è che
Bechet è un solista ma non un leader. Egli non organizza intorno a sé un gruppo di seguaci e di
accoliti, come fece Armstrong e come faranno Gillespie e Parker. Non sa mettersi alla testa di un
movimento musicale, ma mantiene una posizione laterale. Le sue incisioni sono più occasionali.

Un'altra occasione che diede modo a Bechet di esercitare un'influenza profonda sugli sviluppi
successivi del jazz fu la collaborazione con la prima orchestra di Duke Ellington, i Duke Ellington's
Washingtonians. Sfortunatamente non incise mai con quella orchestra. Nell'orchestra di Ellington
Bechet incontrò l'allora giovane ma già promettente Johnny Hodges, destinato a diventare uno dei
più grandi solisti di sax alto della storia del jazz. Lo stile di Hodges fu potentemente influenzato da
Bechet, e ne adottò la sonorità sontuosa e il fraseggio barocco e decorativo. Ma non basta. Lo stesso
Ellington fu influenzato da Bechet, in termini di swing, fraseggio e sonorità. È plausibile che come
Fletcher Henderson apprese il linguaggio ritmico del jazz durante il passaggio di Louis Armstrong
nella sua orchestra, lo stesso potrebbe essere accaduto ad Ellington con Bechet.

Goodman

Benjamin David "Benny" Goodman (Chicago, 30 maggio 1909 – New York, 13 giugno 1986) è
stato un clarinettista, compositore e direttore d'orchestra statunitense.

Specialmente negli anni trenta ebbe grandi successi con la sua Big Band ed è ritenuto il più
importante protagonista dello swing.

Biografia
Goodman nacque a Chicago da poveri immigrati ebrei provenienti dalla Russia. Goodman fu
indirizzato proprio per volontà del padre agli studi musicali. Nella sua città, nuova capitale del jazz
degli anni Venti, il giovane Benny Goodman si distinse subito nelle sue esibizioni per l'eleganza
formale e la notevole raffinatezza stilistica, oltre che per l'evidentissimo rispetto delle regole
armoniche di ovvia scuola europea. A dodici anni suonava già nell'orchestra del teatro ed in diverse
orchestre da ballo della città. Le sue prime incisioni (1926), nell'orchestra di Ben Pollack, rivelano
uno stile aspro, ma già personale. Dopo la crisi economica del 1929 tornò alla musica da ballo,
fondando un'orchestra jazz. Il suo modo di suonare il jazz deriva dai grandi solisti delle band degli
anni 1921 tra cui il Creole Jazz Band di King Oliver ed i più noti rappresentanti del Chicago Jazz
come Johnny Dodds, Barney Bigard o Don Redman. Goodman entrò in una delle band principali di
Chicago, l'orchestra di Ben Pollack con cui fece le sue prime registrazioni nel 1932. Due anni dopo
cominciò a pubblicare dischi sotto il proprio nome. Nel 1934 Goodman fondò la sua propria Big
Band che unì per la prima volta musicisti bianchi e di colore. Con la sua perfezione raggiunse in
pochi anni il riconoscimento non solo del mondo Jazz ma anche di molti appassionati di musica
estranei al jazz. Nel 1938 Goodman diede il suo famoso concerto Jazz nella Carnegie Hall di New
York City che era riservata fino allora soltanto alla musica classica. Questo concerto è considerato
come uno dei più significativi nella storia del jazz. Dopo anni di esibizioni di musicisti provenienti
da tutto il paese, il jazz era finalmente stato accettato dal grande pubblico. . Il concerto iniziò con
tre numeri classici della Goodman band. Poi eseguirono una breve rassegna della storia del jazz,
partendo da un quartetto Dixieland. Poi seguì una jam session con ospiti della band. Nel finale del
concerto il grande successo venne assicurato con il pezzo clou "Sing, Sing, Sing

Benny Goodman eccelleva anche nell'esecuzione di musica dal repertorio classico. Nel 1960, ad
esempio, ha collaborato con Alfredo Antonini (direttore d orchestra ) in una performance del
Concerto per clarinetto e orchestra (Mozart) per un pubblico di migliaia di ospiti felici a New
York.[1]

Morì nel 1986 e lo stesso anno gli venne assegnato il Grammy Award alla carriera.

Benny Goodman fu un musicista importantissimo per quella evoluzione stilistica che portò il jazz
da Classico a Swing e su quest'onda tanti musicisti approdarono poi al BeBop. Contribuì inoltre a
gettare un ponte fra generi musicali differenti creando di fatto una nuova figura di musicista e
strumentista aperta alla musica classica e al jazz. Oggi questo connubio è molto in voga.
Molti critici di musica sono oggi dell'avviso che Goodman ha avuto lo stesso valore, per il jazz e lo
swing, di Elvis Presley per il Rock'n'Roll. Benny Goodman aveva l'obiettivo di avvicinare il
giovane pubblico bianco alla musica "nera" e ha quindi collaborato per superare la discriminazione
razziale negli Stati Uniti, perché nei primi anni '30 musicisti jazz bianchi e di colore, secondo
l'opinione pubblica, non potevano suonare insieme nelle band.

Anche per questo, oggi è ricordato come "King of Swing" (pare che sia stato Gene Krupa(batterista)
a dargli questo appellativo). Inoltre, Benny Goodman rimane per sempre un punto di riferimento per
i Clarinettisti sia jazz che classici.

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