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Le basi della logica formale

La logica formale è un’indagine sul ragionare corretto.


Gli oggetti su cui opera sono proposizioni o enunciati, cioè affermazioni
alle quali è possibile assegnare un dato valore di verità: vero o falso
(logica binaria).
“La terra è un pianeta” : VERO
“Sei è multiplo di quattro” : FALSO

Uno dei principi fondamentali della logica consiste nel principio del
terzo escluso (tertium non datur):
un’affermazione può avere solo uno di questi due valori di
verità, cioè può essere soltanto o vera o falsa.

Nel linguaggio formale della logica: p p (tautologia)


Un altro pilastro su cui si basa la logica formale è il
principio di non contraddizione:

un’affermazione non può essere


contemporaneamente vera e falsa.

Nel linguaggio formale della logica: p  p


Può sembrare banale, ma in realtà molti problemi di logica si possono
risolvere con la sola applicazione di questi due principi, tanto semplici
quanto fondamentali.

Il problema è che le affermazioni proposte nei problemi sono affermazioni


complesse, e spesso tutte le risposte possibili si contraddicono a vicenda
tranne che in un caso: evidentemente quella è la risposta esatta.
Vediamo un esempio.
In un sacchetto ci sono alcune biglie.
Maria dice: Nel sacchetto ci sono in tutto tre biglie e sono nere.
Luca dice: Nel sacchetto ci sono due biglie nere e due biglie rosse.
Giorgio dice: Nel sacchetto ci sono solo biglie nere.

Sapendo che uno solo dei tre ha mentito, quante biglie ci sono nel
sacchetto?
(A) una (B) due (C) tre (D) quattro
(E) non si può determinare il numero in base ai dati.

Se Maria ha mentito, Luca e Giorgio si


Maria: contraddicono; se ha mentito Giorgio,
Luca: si contraddicono Maria e Luca. Se il
mentitore è Luca, le affermazioni di
Giorgio: . . . Maria e Giorgio devono essere
entrambe vere: la risposta è allora C.
Un altro esempio:

In questo rettangolo c’è esattamente una affermazione falsa


In questo rettangolo ci sono esattamente due affermazioni false
In questo rettangolo ci sono esattamente tre affermazioni false
In questo rettangolo ci sono esattamente quattro affermazioni false

Quante affermazioni vere ci sono nel rettangolo?

(A) 0 (B) 1 (C) 2 (D) 3 (E) 4.

Le quattro affermazioni che stanno nel rettangolo si contraddicono


vicendevolmente, quindi al più una sola di esse può essere vera.

D’altra parte, la terza affermazione risulta vera, dato che le altre tre sono
evidentemente false; si può concludere che la risposta giusta è la (B).
Attenzione alle affermazioni auto-contraddittorie!
Il principio di non contraddizione è anche un punto debole della logica, se si
riesce a enunciare un’affermazione auto-contraddittoria, come ad esempio:

“Questa affermazione è falsa”


oppure: “Io mento”.
Da queste affermazioni auto-referenziali sono nati i più famosi paradossi
della logica (paradosso del mentitore, del barbiere, paradosso di Russell…)
Ogni anno, al momento del pagamento delle tasse, l'utente fa una
dichiarazione relativa all'anno in corso. Se la dichiarazione è vera,
deve pagare le tasse; se è falsa, non le paga. Un giovane matema-
tico, che ritiene il sistema iniquo, trova il modo di bloccarlo, con
una delle seguenti dichiarazioni: quale?
(A) “I pesci vivono in acqua" (B) “Io vivo in acqua"
(C) “I pesci non pagano le tasse" (D) “Io non pago le tasse“
(E) “Io pago le tasse".
Vediamo un altro esempio:

L’impiegato del censimento dell’isola dei Cavalieri e dei Furfanti deve


determinare il tipo (Cavalieri o Furfanti) e il titolo di studio degli
abitanti (i Furfanti mentono sempre, mentre i Cavalieri dicono sempre
la verità).
In un appartamento abitato da due coniugi ottiene solo queste risposte:
Marito: “siamo entrambi laureati”;
Moglie: “siamo entrambi furfanti”
Quante caselle può riempire con sicurezza l’impiegato?
(A) 0 (B) 1 (C) 2 (D) 3 (E) 4

Marito Moglie Marito Moglie

C/F C/F C F

L / NL L / NL L L
Nei test di logica delle Olimpiadi si ricorre spesso a questo schema di indivi-
dui bugiardi/sinceri, spesso chiamati Furfanti e Cavalieri; le domande che
vengono poste ci stimolano a cercare la risposta giusta individuando le
possibili contraddizioni tra le loro affermazioni.

Gli abitanti di un’isola si dividono in due categorie: quelli che sono


sempre sinceri e quelli che mentono sempre. Fra tre abitanti dell’isola,
Andrea, Barbara e Ciro, avviene questa conversazione:
Andrea dice: “Barbara è sincera”
Barbara dice: “Andrea e Ciro sono sinceri”
Ciro dice: “Andrea è bugiardo”.
Possiamo concludere che:
(A) sono tutti e tre sinceri
(B) sono tutti e tre bugiardi
(C) Andrea e Barbara sono sinceri e Ciro è bugiardo
(D) Andrea e Barbara sono bugiardi e Ciro è sincero
(E) Andrea è sincero e Ciro e Barbara sono bugiardi.
Facciamo una tabella delle affermazioni:

Andrea Barbara Ciro


Andrea sincera
Barbara sincero sincero
Ciro bugiardo
Se Andrea dice la verità allora Barbara è sincera, ma allora anche Ciro dice
la verità e Andrea dovrebbe essere un bugiardo, negando l’ipotesi.
Dunque Andrea è un bugiardo e allora lo è anche Barbara, che infatti dice il
falso su Andrea; Ciro è sincero, poiché dice la verità su Andrea.

Andrea Barbara Ciro


Andrea bugiardo bugiarda
Barbara sincero sincero?
Ciro bugiardo
In logica si chiama dimostrazione per assurdo (reductio ad absurdum)
I quesiti diventano ancora più interessanti se si aggiunge una terza
categoria di persone (di solito chiamate paggi) che alternano bugie e verità.

Su un’isola vivono tre categorie di persone: i cavalieri, che dicono


sempre la verità, i furfanti, che mentono sempre, ed i paggi che
dopo una verità dicono sempre una menzogna e viceversa.
Sull’isola incontro un vecchio, un ragazzo e una ragazza.
Il vecchio afferma: “Io sono paggio; il ragazzo è cavaliere”.
Il ragazzo dice: “Io sono cavaliere; la ragazza è paggio”.
La ragazza afferma infine: “Io sono furfante; il vecchio è paggio”.
Si può allora affermare che tra i tre:
(A) C’è esattamente un paggio
(B) Ci sono esattamente due paggi
(C) Ci sono esattamente tre paggi
(D) Non c’è alcun paggio
(E) Il numero dei paggi non è sicuro.
Ecco lo schema delle affermazioni:

Vecchio Ragazzo Ragazza


Vecchio paggio cavaliere
Ragazzo cavaliere paggio
Ragazza paggio furfante

Quello che la ragazza dice di se stessa è autocontraddittorio: essa non può


essere né furfante, né cavaliere, e dunque è paggio; dice dunque il vero
affermando che il vecchio è paggio. Questa è l’affermazione vera che il
vecchio fa su se stesso, dunque il ragazzo o è paggio o è furfante; ma il
ragazzo dice il vero sulla ragazza, quindi è anch’egli paggio.

Vecchio Ragazzo Ragazza


Vecchio paggio paggio
Ragazzo paggio paggio
Ragazza paggio paggio
La difficile arte della negazione
Negare un’affermazione sembra una cosa semplice, ma a volte presenta
qualche difficoltà. Ad esempio:
Il contrario di “Luca è alto” non è “Luca è basso”, ma “Luca non è alto”;
Il contrario di “Nego l’impossibilità di andare su Giove”, è che… “Su
Giove non si può andare”;
Il contrario di “Non esco mai” non è “Esco sempre”, ma “Non è vero che
non esco mai”, ovvero: “Qualche volta esco”, o meglio: “Almeno una
volta esco”.

E’ importante capire come si applica


la negazione ai quantificatori:  
La negazione di “Per ogni x, p(x) è vera” è:
“Esiste almeno un x per cui p(x) è falsa”;

La negazione di “Esiste almeno un y, q(y) è vera” è:


“Per ogni y, q(y) è falsa”.
Qual è la negazione di “Tutti i numeri perfetti sono pari” ?
(Non è necessario sapere cos’è un numero perfetto).
(A) Tutti i numeri perfetti sono dispari
(B) C’è almeno un numero perfetto dispari
(C) C’è almeno un numero pari che non è perfetto
(D) Nessun numero dispari è perfetto
(E) Nessun numero pari è perfetto

Si consideri la seguente frase:


“Tutte le volte che ho preso l’ombrello non è piovuto”.
Quale delle seguenti è la negazione della frase precedente?
(A) Quando esco con l’ombrello piove
(B) Tutti i giorni in cui esco senza ombrello piove
(C) Almeno una volta sono uscito con l’ombrello ed è piovuto
(D) Tutti i giorni in cui non piove esco con l’ombrello
(E) Tutti i giorni in cui è piovuto sono uscito con l’ombrello
“In ogni scuola c’è almeno una classe in cui sono tutti promossi”.
Volendo negare questa affermazione, quale dei seguenti enunciati
sceglieresti?
(A) In ogni scuola c’è almeno una classe in cui sono tutti bocciati
(B) In ogni scuola c’è almeno un bocciato in tutte le classi
(C) C’è almeno una scuola che ha almeno un bocciato in ogni classe
(D) C’è almeno una scuola che che ha dei promossi in ogni classe
(E) C’è almeno una scuola in cui c’è una classe che ha almeno un
bocciato.
Risolviamo per passaggi successivi:
NON (in ogni scuola c’è almeno una classe in cui sono tutti promossi) =
C’è almeno una scuola in cui NON (c’è almeno una classe in cui sono tutti
promossi) =
C’è almeno una scuola in cui in ogni classe NON (sono tutti promossi) =
C’è almeno una scuola in cui in ogni classe c’è almeno un bocciato.
L’implicazione: se… allora
Cosa vuol dire nella logica formale che “p implica q”? Ovvero, in altre
parole, “se p allora q” oppure ancora, in simboli, p  q ?

Possiamo capirlo dalla tavola


di verità dell’implicazione:
p q pq
Date due affermazioni p e q, e V V V
presa p come premessa o
antecedente, e q come
V F F
conclusione o conseguente, F V V
l’implicazione p  q è falsa
solo se p è vera e q è falsa. F F V
Ovvero, da una premessa vera non può discendere una conclusione falsa.
Dunque la verità della premessa è condizione sufficiente per il verificarsi
della conseguente. Dunque da p discende logicamente q; notiamo però
che se p è falsa, l’implicazione è ancora vera! (ex falso, quodlibet)
Consideriamo, ad esempio, le affermazioni:
p: Carlo è nato a Cesena q: Carlo è cittadino italiano
l’implicazione p  q afferma che:
“Se Carlo è nato a Cesena, allora è cittadino italiano”

L’implicazione non è commutativa, dunque se p  q non vale in generale


l’implicazione inversa q  p.

E’ invece sempre vera la cosiddetta contronominale o controinversa:


non(q)  non(p)
Nel nostro esempio:
“Se Carlo non è cittadino italiano, allora non è nato a Cesena”.

Rileviamo infine che:


“essere nato a Cesena” è condizione sufficiente per essere cittadino
italiano;
“essere cittadino italiano” è condizione necessaria, ma non sufficiente,
per essere nato a Cesena.
Vediamo qualche esempio:

Roberto scommette che se Bearzot tornasse alla guida della Nazionale


questa vincerebbe sempre. In quale dei seguenti casi Roberto perde
certamente la scommessa?
(A) Bearzot non torna ad allenare la Nazionale
(B) Bearzot torna ad allenare la Nazionale e questa non perde mai
(C) Bearzot torna ad allenare la Nazionale e questa non vince sempre
(D) Bearzot non torna ad allenare la Nazionale e questa vince sempre
(E) Bearzot non torna ad allenare la Nazionale e questa non vince mai.
premessa p: Bearzot torna ad allenare la Nazionale
conclusione q: la Nazionale vince sempre pq
Le risposte A, D ed E negano la premessa: nulla di certo si può dire sulla
conclusione.
L’affermazione B accetta la premessa, ma da essa fa discendere una
conclusione incerta: “non perdere mai” può significare “vincere sempre”,
ma anche “a volte vincere, a volte pareggiare”.
Da “Chi dorme non piglia pesci” segue logicamente:
(A) Chi non piglia pesci non dorme
(B) Chi non piglia pesci dorme
(C) Chi piglia pesci non dorme
(D) Chi piglia pesci dorme
(E) Nessuna delle alternative proposte
premessa p: se uno dorme conclusione q: non piglia pesci
pq
Analizziamo le risposte:
(A) Chi non piglia pesci non dorme q p

(B) Chi non piglia pesci dorme q p

(C) Chi piglia pesci non dorme qp


(D) Chi piglia pesci dorme qp
(E) Nessuna delle alternative proposte
La risposta giusta è chiaramente la C, contronominale dell’implicazione.
“Soltanto se la mia auto ha benzina può funzionare”.
Se quanto affermato sopra è vero, allora quale delle seguenti
affermazioni è vera?
I) Se la mia auto ha la benzina, allora funziona
II) Se la mia auto non funziona, allora non ha benzina
III) Se la mia auto funziona, allora ha benzina

(A) La I (B) La II (C) La III (D) La I e la II (E) La II e la III

E’ meglio parafrasare l’affermazione iniziale come segue:


“La mia auto può funzionare solo se ha benzina”.
L’affermazione esprime una condizione necessaria, ma non sufficiente:
non dice che se l’auto ha benzina, allora funziona. L’auto potrebbe non
funzionare anche se ha benzina, ad esempio perché ha la batteria scarica.
Ma se l’auto funziona (premessa p) allora essa deve avere necessariamente
benzina (conseguenza q). Dunque l’unica affermazione sicuramente vera è
la III.
Quattro bambine, Alice, Bianca, Cecilia e Daniela, decidono di
comprare un palloncino a testa da un venditore che ha solo palloncini
rossi e blu. Compreranno il palloncino una dopo l’altra: prima Alice,
poi Bianca, poi Cecilia e infine Daniela. Bianca dice:
“Se Alice lo comprerà rosso, anch’io lo comprerò rosso”
Cecilia dice: “Io lo comprerò dello stesso colore di Bianca”
Daniela dice: “Se Alice lo comprerà blu, io lo comprerò dello stesso
colore di Cecilia”.
Quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera?

(A) E’ impossibile che quattro bambine comprino un palloncino rosso


(B) Almeno tre di loro compreranno un palloncino dello stesso colore
(C) Daniela e Bianca compreranno un palloncino dello stesso colore
(D) Almeno due bambine compreranno un palloncino rosso
(E) Nessuna delle precedenti affermazioni è sicuramente vera.
Sintetizziamo in questo modo le affermazioni delle bambine:
A(Rosso)  B(Rosso) B(X)  C(X) A(Blu)  D = C
Analizziamo le risposte possibili:
• Se A(Rosso), allora anche B e C(Rosso), ma D potrebbe comprare
sia un Rosso che un Blu, dato che la premessa A(Blu) è falsa.
Dunque la risposta A è sbagliata.

• Se A(Blu), allora B potrebbe comprare sia un Rosso che un Blu,


dato che la premessa A(Rosso) è falsa. Ma qualunque sia la sua
scelta sia C che D faranno lo stesso, e così tre o quattro di loro
sceglieranno lo stesso colore; la risposta B è quella giusta, ma
vediamo perché non lo sono le altre.
• La risposta C è sbagliata perché D = B solo se A(Blu)
• La risposta D è sbagliata perché se A(Blu) B potrebbe scegliere sia un
Rosso che un Blu (la premessa perché lo compri rosso è falsa) e, se
sceglie un Blu, così faranno anche C e D.

• Come già visto, la risposta E è sbagliata perché la B è giusta.


Riprendiamo in esame la contronominale:
Se p  q allora non(q)  non(p)

In simboli: p  q  q  p
Dopo la scuola Ugo invita i suoi amici a casa sua per studiare e fare
merenda e dice: “Se saremo in pochi studieremo bene; se saremo
in tanti mangeremo poco”.
Quale delle seguenti affermazioni è certamente vera secondo Ugo?
(A) Se si è in pochi si mangia molto
(B) per studiare bene è necessario essere in pochi
(C) se si studia male non si è in pochi
(D) se si mangia poco si è necessariamente in tanti
(E) se si è in tanti si studia male.
Schematizziamo in questo modo le affermazioni:
p: saremo in pochi b: studieremo bene pb
t: saremo in tanti d: mangeremo poco td
Analizziamo le risposte:
(A) Se si è in pochi si mangia molto t  d
(B) per studiare bene è necessario essere in pochi b  p
(C) se si studia male non si è in pochi b  p
(D) se si mangia poco si è necessariamente in tanti d  t
(E) se si è in tanti si studia male. p  b
Come si vede, l’unica affermazione certamente vera è la C, che è
esattamente la contronominale dell’affermazione di Ugo.
La A e la E non sono vere: si può mangiare poco anche se si è in pochi,
così come si può studiare bene anche se si è in tanti.
La B è errata: essere in pochi è condizione sufficiente, non solo necessaria,
per studiare bene.

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