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CLAUS ARNOLD
ANTIMODERNISMO E MAGISTERO ROMANO:
LA REDAZIONE DELLA PASCENDI
RSCr 5(2/2008)
346 Pascendi. Cent’anni dopo
Ogni interpretazione della Pascendi ha risentito del fatto che gli atti pre-
paratori non erano stati reperiti e c’erano soltanto speculazioni (alcune fon-
date) circa gli autori dell’Enciclica. Di fatto gli atti si trovano in luogo „nor-
male” per le Encicliche: presso le “Epistulae ad principes”8. Questo
Segretariato papale servì non solo alla preparazione delle lettere solenni ai
principi e alle dignità ecclesiastiche, ma pure di Encicliche, Costituzioni e
lettere motu proprio9. Il suo capo era un latinista capace, Mons. Vincenzo
Sardi. Sardi aveva già servito sotto Leone XIII comme segretario privato e il
1 Agosto 1903 tenne L’Oratio de eligendo pontifice. Pio X lo fece segretario
delle lettere ai principi il giorno della sua elezione10. Come scrittore Sardi ha
prodotto pubblicazioni agiografiche et biografiche11. In particolare nel
1904/05 ha pubblicato gli atti preparatori della Definizione dell’Immacolata
Concezione del 185412. I processi decisionali magisteriali non gli erano
estranei, e Sardi, stando agli atti, va considerato il redattore finale della
Pascendi13.
Toniolo)
Lahitton (vicino all’Action française) nel 1912. In questo caso, Pio X decise
di saltare il regolare procedimento della Congregazione dell’Indice e d’isti-
tuire una commissione speciale per l’esame della teoria sulla vocazione pre-
sbiteriale (piuttosto autoritaria), presentata dal Lahitton41.
Gli atti del segretario privato di Pio X trasmettono un accento diverso,
più duro di quello del principale redattore della Pascendi. In qualità di con-
sultore dell’Indice, quest’ultimo si schierò tra il 1913-14 tra i principali
difensori dell’Action française di Charles Maurras, la cui messa all’indice
non fu pubblicata da Pio X, tra l’altro per la pressione di Lemius, che inter-
venne allora presso il papa con uno scritto a favore di Maurras42. Come nel
caso Lahitton, si trattò di una cooperazione di tutto il gruppo romano degli
integralisti francesi: Joseph Lemius, Pie de Langogne OFMCap, alias Pierre
Armand Sabadel, Louis Billot S.J. Nella sua lettera al Papa, Lemius diffe-
renziò gli aspetti «sostanziali» da quelli «secondari» dell’Action Française,
annoverando fra i primi la politica antirivoluzionaria, che avrebbe difeso l’u-
nità, la continuità, l’ordine, l’autorità e la famiglia. Anche il carattere antili-
berale, antimodernista e antisillonista dell’AF sarebbe stato, in ambito teolo-
gico, sostanziale, perchè per loro ragione l’AF avrebbe difeso l’indipendenza
e la superiorità della Chiesa contro lo Stato e per questo la si sarebbe dovu-
ta considerare «autenticamente cattolica». L’atteggiamento di Lemius nei
confronti del positivismo di Maurras è significativo; esso viene da lui anno-
verato tra gli aspetti secondari. Il consultore che nella Pascendi aveva porta-
to allo scoperto, senza pietà, l’immanentismo dei modernisti, si mostrò inve-
ce in tale circostanza molto comprensivo, rilevando nel periodico «L’Action
française» soprattutto un «ottimo» positivismo storico e sociale «positivismo
di buonissima lega, e che ha condotto appunto il Maurras, alle sue conclu-
sioni a favore della Chiesa». Secondo Langogne, Maurras avrebbe personal-
mente sentito il proprio positivismo filosofico come un problema e sarebbe
quindi pure stato «immune peraltro dell’agnosticismo modernista, anzi con-
trario a questo». Contrariamente ai modernisti, Maurras non avrebbe cerca-
to d’introdurre il positivismo in teologia, un errore contro cui si era pronun-
ciata la Pascendi (a cui Lemius fece esplicita allusione). Una censura
dell’Action française avrebbe secondo lui in sostanza significato il «trionfo
dei liberali, dei modernisti e dei sillonisti», di cui si sarebbe potuto intende-
re il peàna vittorioso e che, in Francia, nell’imminenza di nuove elezioni
politiche43, avrebbe scoraggiato non pochi cattolici. Nel 1914 Lemius pro-
pose così al papa di seguire la prassi adottata due anni prima per il caso del
teologo ultraconservatore Joseph Lahitton: non seguire la procedura regola-
re dell’Indice, ma creare una commissione straordinaria (segretario della
commissione speciale allora costituita dal papa era significativamente Pierre-
Armand Sabadel, cioè fr. Pie de Langogne ofmcap.) Questa volta Pio X non
evitò la Congregazione, ma decise di sospendere la pubblicazione della
messa all’Indice, che rimase senza effetto (fino alla pubblicazione nel
1926)44.
Nel 1913, come ha mostrato François Trémolières, Lemius fu poi pure
Arnold - Antimodernismo e magistero romano 353
3. Conclusione
ABSTRACT
After the opening of new “Fondi” in the Archivio segreto Vaticano and
the Archivio della Congregazione per la dottrina delle Fede it has become
possible to reconstruct more or less fully the making of the two principal
antimodernist documents of the Roman Magisterium: the decree Lamentabili
358 Pascendi. Cent’anni dopo
sane exitu and the encyclical Pascendi. The long and difficult process of draf-
ting and discussing the propositions of Lamentabili reveals divergent opi-
nions about Loisy and the entire modernist problem within the Holy Office.
Thus, Lamentabili bears traces of attenuation and compromise, Pascendi, on
the other hand, was clearly inspired by leading antimodernists like Albert
Maria Weiss OP or the Cardinal Vives y Tuto OFMCap, and drafted mainly by
Joseph Lemius OMI, whose strictly antimodernist theological orientation and
integralist mentality is explored on the basis of his personal papers and let-
ters to his brother Jean-Baptiste Lemius OMI.
1 «Tu, infatti, hai parole vere e ai nostri giorni hai nuovamente confermato la nostra fede
con l’autentico giudizio del tuo infallibile magistero»; ASV 82 1908 fasc. 7 fol. 61: Arcivescovo
Thomas Duhamel da Ottawa e gli OMI dell’Università di Ottawa a Pio X, 7 marzo 1908. – La
ricerca presente si svolge nell’ambito del progetto «Antimodernismus und römisches
Lehramt» della Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG).
2 Per la vasta bibliografia cfr. A. Botti-R. Cerrato (eds.), Il Modernismo tra Cristianità e
Secolarizzazione. Atti del Convegno Internazionale di Urbino 1-4 ottobre 1997, Quattro Venti,
Urbino 2000; D. Jodock (eds.), Catholicism contending with modernity. Roman Catholic
modernism and anti-modernism in historical context, CUP, Cambridge 2000; Otto Weiß,
Modernismus in Deutschland. Eine Bestandsaufnahme, in «Laurentianum» XLVI, 1-3(2005),
pp. 27-65.
3 C. Arnold, Der Beginn des Falles Turmel vor der Indexkongregation (1900/01). Mit
Seitenblicken auf Alfred Loisy und einem Gutachten von Laurentius Janssens, in: P. Walter-H.J.
Reudenbach (eds.), Bücherzensur – Kurie – Katholizismus und Moderne. FS Herman H.
Schwedt, Peter Lang, Frankfurt am Main 2000, pp. 83-104; Id., Die Römische Indexkon-
gregation und Alfred Loisy am Anfang der Modernismuskrise (1893-1903) Mit besonderer
Berücksichtigung von P. Thomas Esser O.P. und einem Gutachten von P. Louis Billot S.J., in
«Römische Quartalschrift» XCVI, 3-4(2001), pp. 290-332.
4 C. Arnold, Lamentabili sane exitu (1907). Das Römische Lehramt und die Exegese
Alfred Loisys, in «Zeitschrift für Neuere Theologiegeschichte» XI, 1(2004), pp. 24-51.
5 Cfr. C. Arnold, Absage an die Moderne? Papst Pius X. und die Entstehung der Enzyklika
Pascendi (1907), in «Theologie und Philosophie» LXXX, 2(2005), pp. 201-224.
Arnold - Antimodernismo e magistero romano 359
6 Cf. H.H. Schwedt, Art. Pascendi dominici gregis, in «Lexikon für Theologie und
Kirche»3,7(1998), pp. 1406.
7 «Acta Sanctae Sedis» XL (1907), pp. 593-650
8 A tale scoperta sono stato guidato da F. Beretta, De l’inerrance absolue à la vérité sal-
vifique de l’Ecriture. Providentissimus entre Vatican I et Vatican II, in «Freiburger Zeitschrift
für Philosophie und Theologie» 46(1999), pp. 461-501, ibi p. 485.
9 F.R. Blouin (ed.), Vatican Archives. An Inventory and Guide to Historical Documents of
the Holy See, OU, New York-Oxford 1998, pp. 175-177.
10 Vincenzo Sardi di Rivisondoli (1855-1920): Protonotario apostolico nel 1903, nel 1908
arcivescovo titolare di Cesarea in Palestina, nel 1909-14 Delegato apostolico a Costantinopoli,
1916 Consultore di Propaganda Fide, nel 1917 Assessore della Concistoriale e segretario del
Collegio cardinalizio (v. Annuarii Pontificii 1903-1921).
11 Cfr. V. Sardi, Vita del B. Gaspare del Bufalo, canonico della Basilica marciana, fon-
datore della Congregazione dei missionari del Preziosissimo Sangue di N.S.G.C., descritta
secondo i processi, Tip. Pallotta, Roma 1904.
12 V. Sardi, La solenne definizione del dogma dell’Immacolato concepimento di Maria
Santissima. Atti e documenti pubblicati nel cinquantesimo anniversario della stessa definizio-
ne, 2 vol., Tipografia Vaticana, Roma 1904-05.
13 «La Croix» del 14 novembre 1907 aveva fatto il Sardi il solo autore della Pascendi; cfr.
P. Sabatier, Les Modernistes. Notes d’histoire religieuse contemporaine, Librairie Fischbacher,
Paris 1909, p. 66, n. 4. A smentita v. Corrispondenza Romana Nr. 168 (18 Novembre 1907):
Sardi fu soltanto traduttore.
14 ASV, Epistulae ad principes. Positiones et minutae 157(1907/08), fascicolo 35ª (senza
impaginazione). Il Sardi stesso ha segnato e firmato il primo foglio del fascicolo. –
Straordinaria la numerazione: «35ª» (inserzione tardiva nella serie?).
15 ASV, Epistulae ad principes. Positiones et minutae 156; p.e. l’enciclica «Acerbo nimis»
del 1905: ibi, Nr. 17.
16 ASV, Epistulae ad principes. Positiones et minutae 157 (1907/08), fasc. 35ª.
17 Su di lui O. Weiß, Modernismus und Antimodernismus im Dominikanerorden. Zugleich
ein Beitrag zum «Sodalitium Pianum», Pustet, Regensburg 1998, pp. 133-203 e passim.
18 Testo originale latino in C. Arnold, Absage, cit.
19 L. Bedeschi, L’Antimodernismo in Italia. Accusatori, polemisti, fanatici, Edizioni San
Paolo, Milano 2000, p. 36. Cfr. G. Daly, Transcendence and Immanence. A Study in Catholic
Modernism and Integralism, Clarendon Press, Oxford 1980, p. 191 (discorso concistoriale una
«declaration of war»).
20 ASS ZL (1907), pp. 266-269; p. 268. Cfr. Lettera Weiß I (Testo in C. Arnold, Absage,
cit.).
21 Ibidem. Cfr. Lettera Weiß II.
22 Ibidem. Cfr. Lettera Weiß III.
23 ASS XL (1907), p. 593: «Decretum S. Officii diei 3. Iulii 1907, quo damnati sunt prae-
cipui modernistarum errores, mirifice illustratur ac perficitur [!] per hodiernum providentissi-
mum ac momentosum Summi Pontificis documentum. Modo namque Pius PP. X vi supremi
officii divinitus sibi collati, universum modernismi systema, quod omnium haeresum collec-
tionem merito definit, uno sub adspectu dilucide exponit in iis quae ad philosophiam, fidem,
theologiam, historiam, criticam, apologeticam et reformationem pertinent; dein errorum
nexum causasque intimius scrutatur et indicat, atque demum remedia praescribit ad tam perni-
ciosum malum avertendum apta. Faxit Deus ut iuvenes praesertim ecclesiastici, qui e peregri-
nis modernistarum doctrinis incaute decepti sunt, tandem aliquando vocem Christi Vicarii cla-
mantem audiant, et erroneas abiicientes doctrinas ad bonam frugem revertantur! Interea
omnium nostrum erit debitas gratias reddere Deo qui talem ac tantum nobis dedit Pontificem,
qui fidelem populum ac clerum de errore inter omnes perniciossimo summa vigilantia ac for-
titudine admonuit ab eoque liberavit (N.R.)».
24 Su di lui cfr. J. Madey in «Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon» 12(1997),
p. 327 s. e P. Pecorari, Toniolo. Un economista per la democrazia, Studium, Roma 1991.
360 Pascendi. Cent’anni dopo
25 A.M. Dieguez, L’Archivio particolare di Pio X. Cenni storici e inventario, ASV, Città del
Vaticano 2003; A.M. Dieguez-S. Pagano (ed.), «Le carte del Sacro Tavolo». Aspetti del ponti-
ficato di Pio X dai documenti del suo archivio privato, 2 vol., ASV, Città del Vaticano 2006.
26 ASV, Archivio particolare Pio X, b. 15 (Corrispondenza: Settembre 1905), fol. 797-799
(Non è allegato il memoriale del Weiß).
27 L’intenzione del Weiß di influenzare Pio X tramite Toniolo risulta chiara dalle sue let-
tere al professore torinese: cfr. Biblioteca Apostolica Vaticana, Carteggio Toniolo, lettera nr.
4533: Weiß a Toniolo, 22 sett.1905: «Wer das Ohr des Papstes hat und diese Freiheit nicht
benutzt, der ladet eine Verantwortung vor Gott auf sich». Ibi, lettera nr. 4600: Weiß a Toniolo,
13 nov. 1905: «Es muß auf katholischer Seite durch die Kirche selber ein entschiedener Schritt
zur Reform des Lebens und des theologischen Studiums geschehen [...] Es ist ganz wie zu den
Zeiten Luthers. Läßt man alles gewähren oder will man gar nichts von ‚”Reformen” hören, so
kommt beides auf dasselbe hinaus: die Gefahr wird immer größer». «Es genügt nicht, bloß [...]
zu verurtheilen. Es muß auch etwas, und zwar etwas Ernstliches geschehen, damit die alten
Wahrheiten in neuer Form und mit neuen Mitteln gelehrt und verteidigt werden». «Lieber
verehrter Herr Professor [...] Stellen Sie das dem Papst mündlich vor. Schriftlich macht es nicht
genug Eindruck, wenn er überhaupt Zeit findet es zu lesen».
28 Cfr. L. Bedeschi, L’Antimodernismo, cit., pp. 29-32.
29 Archivio della Congregazione per la dottrina della fede S.O. St. St. S 5-p. fol. 187-248.
30 Un altro Memoriale importante, con una sintesi del «riformismo» religioso, è stato pre-
sentato al Papa, quasi contemporaneamente, dal Gesuita Alfonso Maria Casoli (ringrazio cor-
dialmente il Prof. Giovanni Vian, di Venezia, per questa informazione). Tale sintesi era meno
teologica e più concentrata sulla situazione italiana, ma pure rinvia anche alla traduzione ita-
liana del libro Die religiöse Gefahr di Weiß (Albert Maria Weiß, Riforme della religione e reli-
gioni riformiste dell’epoca contemporanea. Traduzione di Gino Tamburini, con prefazione e
appendice del Can. Giovanni Rampa, Libr. Edit. Fiorentina, Firenze 1905). Su di Casoli cfr.
Giovanni Sale, «La Civiltà Cattolica» nella crisi modernista (1900-1907), Jaca Book, Milano
2001, 243-246.
31 Tendenze del pensiero scientifico odierno in materia religiosa; ASV Epistulae ad prin-
cipes. Positiones et minutae 157(1907/08), fasc. 35A.
32 Cfr. la lettera di P.A. Perbal OMI (1884-1971) in «Bulletin de littérature ecclésiastique»
XLVII (1946), p. 242 s., (commento di) J. Rivière, Qui rédigea l’encyclique «Pascendi», ibi, pp.
143-161. Identico testo in A. Perbal, Le Père Joseph Lemius et l’encyclique «Pascendi», in
«Études Oblates» VI (1947), p. 147 s. Su Perbal cfr. E. Lapointe (ed.), Correspondance entre
François Laydevant et Albert Perbal, 1927-1952. Dialogue du Missionnaire et du Missiologue,
Brill Academic Publishers, Leiden 1994.
33 G. Daly, op. cit., pp. 232-234.
34 «Sunto del sistema de’ modernisti, specie del Loisy»; ASV Epistulae ad principes.
Positiones et minutae 157 (1907/08), fasc. 35A.
35 Archivio Generale OMI (AGO), Fondo Lemius, Joseph, PF XIX/1 (Pascendi).
36 Ibidem.
37 Ibidem.
38 Su di lui cfr. H.H. Schwedt-T. Lagatz in H. Wolf (ed.), Prosopographie von Römischer
Inquisition und Indexkongregation 1814-1917, vol. 2: L-Z, Schöningh, Paderborn 2005, p. 858
s., cfr. anche H.E. Winter, Joseph Lemius O.M.I. Liberal or Conservative? in «Vie/Oblate Life»
LII, 2(1993), pp. 70-76 (Lit.) (http://www.omiworld.org/vie.asp?L=1). Id., Searching for the
Lemius Family in «Vie/Oblate Life» LVII, 3(1998), pp. 501-519; ibi, p. 501: «La famille des
Lemius a influencé notre Congrégation plus que n’importe quelle autre famille, sauf celle de
notre Fondateur. Plusieurs Oblats sont émerveillés devant les grandes choses accomplies par
les trois Oblats: Jean-Baptiste, le prédicateur, Joseph, le théologien et François, le saint».
39 G. Daly, op. cit., pp. 179-187.
40 R. Boudens, Le Saint-Siège et la crise de l’Institut Supérieur de Philosophie à Louvain
(1895-1900), in «Vie/Oblate Life» XL (1981), pp. 129-154.
41 R. Boudens, Le P. Joseph Lemius O.M.I. et «L’Affaire Lahitton» (1909-1912), in
Arnold - Antimodernismo e magistero romano 361
sir. Ton catéchisme de l’Encyclique a pris l’importance d’une sorte de document pontifical, il
ne faut y rien ajouter. Du reste, te le dirai-je, le catéchisme du Décret n’en est pas un: il n’é-
claire rien du tout, et ne dépasse pas en importance des manchettes que l’on aurait mises aux
divers articles. Un catéchisme proprement dit devrait essayer de relier et de synthétiser les
diverses propositions. Donne donc bien vite des ordres pour [que] tout cela soit supprimé. Il a
été question entre le card. et moi d’une dépêche à t’envoyer; mais je lui ai fait observer que
certainement tu ne donnerais pas le bon à tirer avant d’avoir reçu mes observations. – Je n’ai
plus qu’un seul exemplaire, et plusieurs amis m’en ont demandé; fais-moi expédier un bon
stock de la nouvelle édition. – J’ai donné hier le bon à tirer de l’édition italienne. Elle se ven-
dra six sous l’exemplaire. – Je crois qu’il est bon de laisser Fitz-Patrick travailler tout seul. Son
travail sera revu par le card. Merry del Val. Celui-ci tient à ce que l’édition anglaise soit très
bien faite. – Il va sans dire que je regrette le travail que tu as fait, ou que tu as fait faire, et qui
va être inutile. Je soupçonne [Joseph] Lahitton. – Adiou [patois gascon], je t’embrasse tendre-
ment, Joseph».
59 J.-B. Lemius, Catéchisme sur la franc-maçonnerie d’après la lettre encyclique
“Humanum genus” de S. S. Léon XIII, Impr. de l’Œuvre de Saint-Paul, Paris 1884.
60 J.-B. Lemius, Catéchisme de la question ouvrière, d’après la lettre encyclique sur la
condition des ouvriers de S.S. Léon XIII, 8, rue François-Ier, Paris 1892.
61 Cfr. le reminiscenze de Jean-Baptiste Lemius al fratello; H.E. Winter, Lemius Liberal?,
cit., p. 72.
62 «Quand on parlait devant lui des modernistes et qu’une dirècte allusion était faite à
l’Encyclique, il esquissait un fin sourire et se taisait»; A. Perbal, op. cit., p. 243.
63 Secondo E. Poulat, Intégrisme et catholicisme intégral. Un résau international anti-
moderniste: «La Sapinière» (1909-1921), Casterman, Paris 1969, p. 390, Lemius fu uno dei
«conseillers préférés» de Merry.
64 Una chiarissima analisi si trova in G. Daly (op. cit., p. 179-189), certo senza conside-
rare la «parte morale» dell’enciclica.
65 AGO, Fondo Lemius, Joseph, PF XIX/1 (Pascendi) G/4: Le basi filosofiche del sistema
Loisiano, 2 maggio 1907, dattiloscritto di 15 pagine: « [p. 2]: Quando il nemico sta vicino, a
lui per fermo tutto deve esser rivolto: tutte le indagini per rintracciarlo, per svelare le sue trame,
scoprire le sue insidie; tutte le energie per apparecchiare e mettere in opera i mezzi più poten-
ti di difesa e di attacco. Direi che non è quasi lecito, in quei momenti di commune angoscia,
di rinchiudersi in sè per godervi, foss’anche i più legittimi, anzi i più nobili diletti umani, quel-
li cioè della mente. Quando fu colpito Archimede, egli era bensì assorto nella soluzione di un
problema di matematica sublime, ma diretto questo, come insegna la storia, alla difesa della
patria. – Stiamo noi, a quest’ora in tempo di guerra? Chi ne può dubitare? Sotto il nome di cri-
tica biblica, vanno serpeggiando ed inoculandosi nelle menti, di coloro anche i quali si debbo-
no pur considerare come i protettori e difensori della fede, i peggiori errori che si possano
immaginare contro la medesima fede. Errori filosofici che, dopo girato a lungo attorno alla
piazza, cercando di scagliarvi, di sopra alle mura, le loro freccie avvelenate, vi sono stati final-
mente introdotti di soppiatto e sotto veste mentitrice, da chi altra incombenza non avea per
contrario, che di respingerli e di farli star lontani. – Tant’è. Quel movimento, così detto, di cri-
tica bibblica, non è in fondo, a guardarlo non alla superficie, ma di dentro e nelle sue intime
radici, che un movimento filosofico: non è cioè che il tentativo di adattare alla fede cattolica,
per formolarne e spiegarne i dommi, i principii della filosofia moderna; che di surrogare a quel-
l’antica filosofia di Aristotele e di S. Tommaso, ormai colpita senza rimedio, dicono, dalla
legge fatale dell’evoluzione, e ridotta ad un ammasso [p. 3] di formole vane, senza senso e
senza vita [...] [p. 4] [...] dove cercai di dimostrare, allegando anche i documenti, come la cri-
tica loisiana altro non è che un rampollo della filosofia moderna. [...] [p. 11] Concludendo, se
vogliamo riassumere in poche parole il sistema di filosofia religiosa del Loisy, diremo così, che
in un primo processo dall’agnosticismo, egli passa all’immanenza sentimentale, e da questa
poi al simbolismo; che, in un secondo processo, dall’agnosticismo, come causa negativa, dal-
l’immanenza sentimentale, come causa positiva, dal simbolismo, come condizione, fa transito
all’evoluzione del domma ».
Arnold - Antimodernismo e magistero romano 363
66 Cfr. C. Arnold, Lamentabili, cit., p. 34 s. – Simili formule («Il veleno kantiano») pres-
so Guido Mattiussi SJ, cfr. G. Daly, op. cit., pp. 166-171.
67 G. Losito, La mise à l’Index de Lucien Laberthonnière en 1906: le choc de l’apologé-
tique et de la modernité, Tesi dott., Univ. Paris IV-Sorbonne, 2001.
68 A Pio X. Quello che vogliamo. Lettera aperta di un gruppo di sacerdoti, Roma 1907.
Cfr. Bedeschi, Interpretazioni e sviluppo del modernismo cattolico, Bompiani, Milano 1975,
pp. 150-170.
69 Sulla viva controversia intorno all’articolo moderato su «Spencer», di Giorgio Bartoli
SJ nella Civiltà Cattolica (1904), cfr. G. Sale, op. cit., pp. 238-254. Lemius nella circostanza
prese le parti degli integralisti più accanati come Guido Mattiussi SJ e Alfonso Maria Casoli SJ,
che si servirono dell’ «L’Unità Cattolica».
70 Un attacco comparabile (e probabilmente noto al Lemius) contro lo psicologismo di
James si trova presso P. Enrico Rosa SJ nella «Civiltà cattolica» del 1907; G. Daly, op. cit., p.
172 s.
71 G. Lease, Merry del Val and Tyrrell. A Modernist Struggle, in «Downside Review» 102
(1984), pp. 133-156; D.G. Schultenover, A View from Rome. On the Eve of the Modernist
Crisis, Fordham University Press, New York 1993, passim.
72 AGO, Fondo Lemius, Joseph, PF XIX/1 (Pascendi), Dattiloscritto dottrinale, p. 1 s.:
«Allorquando alzammo la voce, ne’ primordî del Nostro Pontificato, per proclamare il Nostro
programma, d’instaurare, cioè, omnia in Christo, avevamo il cuore diviso fra sentimenti ben
diversi. Perchè, da una parte, pieno l’animo di santa letizia e di gratitudine verso il Signore,
stavamo considerando quanti strenui cooperatori ci avrebbero coadjuvato nell’ardua opera:
parliamo di voi, VV.FF. il cui zelo per difendere i diritti della Chiesa, promuovere il suo dila-
tarsi fra le nazioni, conservare intemerata la purezza della sua fede; la cui stretta unione con la
S. Sede, comprovata anche di recente con illustri esempî, sono oggetto di universale ammira-
zione. Parliamo del vostro clero che, salvo pochissimi, compatto si stringe attorno a voi, in
piena comunanza con voi di vedute, di sentimenti, di azione. Parliamo degli Istituti religiosi,
quanto mai floridi e fecondi di virtù ed opere. Parliamo anche di tanti laici che, pienamente sot-
tomessi alle autorità legittime, seguendo fedelmente gl’indirizzi da queste tracciati, si dimos-
trano accanto al clero, veri apostoli della fede cattolica. Ma d’altra parte ci si stringeva il cuore
al vedere l’immensa schiera de’ nemici di G.-C. e della sua Chiesa che, uniti e compatti anche
loro, doveano quanto fosse in sè, con ogni arte, con ogni sforzo, intralciare il Nostro disegno,
ostacolare la Nostra azione, rovinare il Nostro operato, anzi argomentarsi, con azione contra-
ria, più viva ed energica, se fosse possibile, di menomare l’influsso salutare della Chiesa e di
distruggere il regno di G.-C. [2] in questa terra».
73 Su di lui K. Hausberger, in Biographisch-bibliographisches Kirchenlexikon XII (1997),
Sp. 1535-1545 (http://www.bautz.de/bbkl/v/vives_y_tuto_j_c.shtml); F. Raurell, L’Antimoder-
nisme i el Cardenal Vives i Tutó, Facultat de Teologia de Catalunya, Barcelona 2000; V. Serra
de Manresa, El capuchino José de Calasanz de Llavaneres, cardenal Vives y Tutó (1845-1913).
Su Actuacíon durante los pontificados de León XIII y Pío X, in «Archivum Historiae Pontificiae»
XLIV (2006), pp. 173-205.
74 Biblioteca Apostolica Vaticana, Carteggio Toniolo, lettera nr. 4871: biglietto di Vives y
Tuto, 6 giugno 1907: «Il Cardinale Vives riverisce l’egregio e carissimo Sigr Prof. Toniolo e
gli dice che per semplice consiglio cercò d’indurre quel buon sacerdote a fare una versione del
libro del P. Weis; ma vista la versione parziale già fatta e la giusta paura dell’editore anche io
credo che non si deve fare. Del resto il P. Weis stesso mi scrive che in vista di ciò la traduzio-
ne sarà impossibile. E così sembra che non deve aver paura l’editore fiorentino».
75 Il manoscritto è stato ordinato dal Vives stesso. La prima frase sulla prima pagina rin-
via a una parte anteriore (Incipit: «Alla gravità dei mali del modernismo o progessismo o rifor-
mismo sopra accennati [...]»).
76 Cfr. R. Aubert, Art. Pius X, in «Lexikon für Theologie und Kirche»3 8(1999), pp. 333-
335.
77 Il dattiloscritto della parte morale e disciplinare porta soltanto una nota manoscritta in
margine di Lemius: a p. 12 a commento del passo: «certi scritti, i cui autori saranno magari
364 Pascendi. Cent’anni dopo
degli ottimi cattolici, di eccellente spirito, di rettissime intenzioni, ma che, sprovvisti di soda e
sana teologia, più o meno imbevuti di filosofia moderna», riporta i nomi di Ferdinand
Brunetière e George Fonsegrive, in AGO, Fondo Lemius, Joseph, PF XIX/1 (Pascendi).
78 Merry del Val a Sardi, 25 agosto 1907; ASV Epistulae ad principes, Positiones et minu-
tae 157(1907/08), fasc. 35ª: «Le mando qui unite le osservazioni promesse. Abbia la bontà di
guardarle e se il S. Padre le approva, di tenere conto. [Cfr. dattiloscritto allegato: «Osservazioni
generali – Osservazioni particolari»; cfr. p.e. ibid.: «Pagina 47: “expetunt ad methodum”, forse
meglio “ad suam methodum” per non condannare ogni metodo moderno. ... Pagina 64: Per non
fare troppo gridare sarebbe forse meglio dire “prudenti severitate” invece di “summa severita-
te”»]. Oltre alle due traduzioni raccomando i due sunti per le agenzie telegrafiche le quali
daranno la prima informazione e quella duratura presso la mano della gente che non legge e
non studia». Merry del Val a Sardi, 5 sett. 1907; ibid.: «Monsignore Veneratissimo – La rin-
grazio di tutto. Non so quando precisamente vuole il S. Padre che esca l’Enciclica. Ora per evi-
tare contratempi e fastidi incalcolabili colla stampa, sarebbe necessario prendere accurata-
mente gli accordi, fissare il momento preciso della consegna del sunto ai giornalisti, l’invio
della traduzione completa per posta prima della pubblicazione a Roma perchè possa uscire
“pari passu” etc etc. È necessaria tutta una manovra abbastanza complicata e lo dico per sua
norma, stando io lontano dal centro, e conviene pensarci. – Mi raccomandi al Signore e per-
doni la fretta con cui scrivo questo biglietto».
79 Cfr. i contributi di J. Ickx, H.H. Schwedt e G. Vian al convegno sul Modernismo di Villa
Vigoni; imminenti in Wolf-Schepers (ed.), op. cit.