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Avvio del primo “ponte elettrico” con i Balcani «Allacciare l`Italia ai Paesi balcanici e
dei Nord Africa mediante cavi sottomarini - spiega Flavio Cattaneo - è il passo
necessario per rafforzare l`Italia come hub elettrico del Mediterraneo».
Terna ha sottoscritto oggi, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico,
Paolo Romani, l’accordo definitivo per la partnership strategica con l’operatore di
trasmissione locale CrnoGorski Elektroprenosni Sistem AD (“CGES”) e lo Stato del
Montenegro, in qualità di socio di maggioranza di CGES.
-La firma dell`accordo - presenti oltre alle principali autorità del Montenegro anche il
ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e l`amministratore
delegato di Terna Flavio Cattaneo - rappresenta anche un elemento della
aggressiva diplomazia economica verso la piccola Repubblica balcanica, grande più o
meno come l`Abruzzo e con una popolazione di soli 700.000 abitanti.
«Un paese amico, candidato all`ingresso nella Nato e nell`Unione europea», dice il
ministro RomaniUna tradizionale direttrice della politica estera italiana verso i Balcani
che adesso torna in voga: fa gola il rinnovamento della rete ferroviaria locale e del
porto di Bar.
Ma soprattutto fa gola la ricchezza potenziale dei bacini idroelettrici non sfruttati in
Montenegro e nell`area balcanica.
Un tesoro su cui l`Italia vuol mettere le mani: le quattro centrali idroelettriche la cui
produzione verrà portata (in parte) in Italia saranno gestite dalla società elettrica
montenegrina Epcg, controlla- La nuova energia è tutta idroelettrica e riduce la
nostra media di emissioni di C02 ta con il 43% dalla A2A, la multiutility che fa capo
ai Comuni di Milano e Brescia. Il cavo di Terna sarà lungo in tutto 415 chilometri,
entrerà e uscirà dal mare (a Pescara, da noi) interrato.
I lavori cominceranno nel 2011 e finiranno nel 2015.
«Allacciare l`Italia ai Paesi balcanici e dei Nord Africa mediante cavi sottomarini -
spiega Flavio Cattaneo - è il passo necessario per rafforzare l`Italia come hub
elettrico del Mediterraneo».
Da "LA STAMPA" di mercoledì 24 novembre 2010