Sei sulla pagina 1di 13

DE MAU RO Comin cerei con lui, con L ui gi Meneghel -

10. T i ricord i q ue! passo belJiss im o in Libera nos a Malo?


«Nell 'epide rmide di un uo mo si possono trova re, sopra,
Ie ferite superficiali , vergate in itali ano, in francese, in la-
rino; sotto ci sono Ie fe rite pi" antiche, queUe delle parole
del dialetto, che rim argin andosi hanno Fano deUe crosre.
(Jueste fer ite, se tocca te, provocano una reazione a ca tena,
difficile da spiegare a chi no n ha il dialetto. Ce un noccio lo
indisrruttibile d i materia, presa coi rralei prensili dei sensi ;
Ia parola del dialen o e sempre in cavicchiata alla realra, per
la ragione che e la cos a sressa, percepi ra prim a che impa-
rassimo a ragionare, e immodificabile, anche se in seguiro
ci hanno insegnaro a ragionare in un'altra lingua» .

CAM ILLERI U dialetto e sempre la lingua degli affe rri ,


un [atro confidenziale, in rimo, famili are. Come diceva
Pirande!lo, la parola del d ialetto e 1a cosa Siena, perchc il
e1 ialetto eli un a cosa es prime il sentimenro, mentre la lingua
eli quella sressa cosa esprime il con cetto.
A casa mia si parl ava un misro d i dialetto e iraliano. Un
gio rno analizza i una [rase che mia maelre mi aveva e1en o

5
quando avevo diciassette an ni : mi aveva daro Ie chiavi di
come ti dicevo, un misto di italiano e sicil iano, I' italiano 10
casa e io tomavo tardi la notte. Mi disse: «Figliu me, vidi

I ca si tu nun tomi pres to ]a sira e io nun sento la po rta ca


si chi ui, nun arrinescio a p igli ari sonnu . Restu viglianti cu
adope ravamo per sottolineare, per mettere in chiaro, per
prendere Ie distanze, per dire «te 10 dico un a volta e per
tutte». II res to era in diaJetto.
I'occhi aperri. Ese q uesta storia d ura ancora io ti taglio i
viveri e voglio vedere cosa fa i fuori fino alle d ue di notte!».
Porca miseria, dissi, la prima pa rte di sto cliscorso e. Ja DE MAU RO La mia stori a lingui sti ca personale c diversa.
mozione degli afferti, la seconda parte in terviene il notaio, [a Mio pad re era di Foggia, mia madre d i Napoli e di fami -
giustizia, iJ commissal'io d i pubblica sicurezza, i[ legalitario. glia napoletana. Si erano sposati giovani - ma gia prim a di
A me con il dia[etto, con la ling ua del cuo re, che non e sposarsi mio padre aveva studi ato all'universitil pri ma a
so[tanto del euore ma quakosa di anco ra pi':' comp[esso, Napoli, poi a Ro ma - e si erano trasferiti a Roma nel19 16
succede una cosa appassionante. Lo dico da persona che (e qui mia mad re si era iscritta all 'universita, a Scienze,
scrive. Mi cap ita di usare parole d iaJettaJi che esp rimono stud iava matematica), poi a Milano, poi erano tom ati a
compiutamente, rotonda mente, come un sasso, q uello che Napoli , dove io ho vissuto da bambino. Ed erano laureati.
io volevo d ire, e no n lruvo ['equiva lente nella lingua italiana. Racconto questi fatti priva ti perche nell'Italia degli anni
Non e solo un a q uestio ne di cuo re, e anehe di testa . 'Irema, ma an cora vent'anni dopo, iJ matrimon io tra per-
Testa e cuo re. E una relazione molto articolata. Non vivo in sone di diversa regione e quindi diaJetto, I'immigrazione in
. Sicil ia da sessant'anni , non c'e nessun siciliano in fa miglia , citta anch'essa da altra regione e diaJetto, la [au rea erano
mia moglie e romana ma e stata ed ucata a Mi lano, Ie mie appunto Ie tre condizioni cbe, in I.In 'ItaJiJ !j)er a[men.o due
figlie so no nate tutte aRoma, nessun a di lo ro con osee iJ terzi totalmente.diaJettofonayspingevan o. ciascuno verso l'a-
dia letto. Posso stare un ann o, anche d i pi ll senza parl are in dozione dell 'italiaflo. Nel caso delJa mia fam iglia erano tutte
diaktto. Allora, la mia testa selezio na Ie parole del d ialet- e tre presenti. E furono operan ti . A casa si pat'lava itaJiano 0,
to attraverso una fo rmuJa di perdita e guadagno, rom ano per dir meglio, parlavano itaJi ano i miei tre fratelli maggio ri
nell a mia memoria pa roJe che - attenzio ne - sono Ie pi':' e parlavano italiano con noi 0 noi presenti mio pad re e mi a
lonta ne dalJ 'itaJiano, ma incise p rofo ndamente in me fin
madre. Solomolto pi':' tardi, da ragazzo, ho scoperto che tfa (2-
da lla nascita, mentre q ueUe ven ute do po Ie dinlenti co.
[oro i mei gen ito ri parlavano in diaJettonapoletano. Mia pa-
Nell a mia fam iglia, in Sicilia, non si pa rlava un diaJetto
dre aveva adottato iI d ialetto della moglie, quasi certamente
mo lto stretto. Certo, qu and o parlav i con i contad ini di non -
perche iln apoletano era, in tutto il Sud , il dialetto prin cipe,
no dovevi per forza parlare in siciliano. Peri'> nell a nostra
il dialetto dell'antica capitaJe del Regno per all tonomasia,
i"amig[ia, un a famiglia medio-bo rghese, in genere usavamo,
come ancora si chiamava il regno borbonico.

6
7
Parlavamo dunque italian o. Ma il dialetto ci circonda- , I,l' con una di queUe storie ho ch iuso l'intervente che ho
va, dominava in queJJo che si sentiva per strada 0 nei n.e- LillO per Ia laurea bonoris causa deUo Iulm . E ra la storia
gozi, e con est ranei 0 amici si insinuava nei discorsi. Certe dell 'uomo con due teste che parlano due lingue diverse che
cose non potevano che chiamarsi e dirsi ill dialetto, aveva Ilon gli fanno cap ire niente trasformandolo in un mostro,
ragione Pirandello. La scoliosi deformame, oggi non se ne Ill" che to rna normale quando Ie due teste parlano Ia stessa
ha pi" idea, cra purtreppo assai diffusa: ma un gobbo si
lingua.
chiamava, era uno scarlellalo; uno scartellatiello se era un Certo, djre che si parla un dialetto e generico. Prend ia-
bambino 0 era piccoletto.
1110 il sici liano: non da conto deU'enorme diversita tra il
Uno zio di mia madre, un ingegnere pensionato da anni, dialetto che si parla, per esemp io, a Catania 0 ad Agrigen-
vecch issimo (tale mi appariva), passava il tempo a leggere to. PirandcUo sCl'ive Liola in dialette girgentano, perche
seduto aJ/a sua scriva nia, sempre con un toscano in bocca, - dichiara - e queUo che pill d i tutti si avvicina aHa lingua
che lasciava spegnere e di continuo riaccendeva. E cosl italiana, cd e vero. Se senti par/are un catanese nel suo
un mio cugilletto 10 aveva battezzato Appicc'e SllIla, e il d ialetto pi" stretto, anche se sei un siciliano, rischi di non
nomignolo circolava in tutto il vasto parentado, anchc tra. capirlo.
gli italofoni. Non parlavamo dialetto attivamente, ma era
impossibile non imparame il necessario per riferirci ad al -
cune cose e per capire iJ prossimo. E questo avveniva da DE MAURO Piu 0 meno 10 stesso ci e successo parec-
un capo aJ/'altro dell'Italia. chi ann i fa, nel 1992, mentre prepa ravamo un vocaboJa-
rio dell' ital iano parlato neUe grandi citta, Napoli, Roma,
Firenze, Milano. AI momento della sbobinatura e della
CAMILLERI 10 avevo una nonna, Elvira, che mi leggeva trascrizione, per il napoletano abbiamo dovuto chicdere
non solo Alice nel paese delle meraviglie ma mi recitava aiuto ad altri colleghi. Di tanto in tanto incappavamo in
anche a memoria, io ere appena un bambino, Ie poesie di persone che parlavano un napoletano talmente stretto da
Giovanni Meli,l'abate Meli. E ricordo che mi piaceva mol- essere impenetrabile. 10, napol etano di origine, mediocre
to senti re il suono del di.letto, stavo per ore ad ascoltarla. dialettofono «passivo», nOll capivo niente. Ma anche il
Da piccolo passavo gran parte dell'anno in campagna, team di colleghi esperti napoletani dovette arrestarsi di-
n
che poi era a due chilometri dal paese. E c'era un mez- nanzi a certe parti di un dialogo concitato tra un inferm ie-
zadro, Millicu, che ascoltavo per giornate intere. Minicu re e alcuni portantini in un ospedale d i Napoli, talmeille
mi raccontava Ie storie dei contad ini e io 10 pagavo con Ie incomprensib ili che non siamo riusciti a capi re e decifrare
sigarette Milit di mio padre. Mi sono rimaste cosl in mente
molte parole.

8
9
Specie in una grande citta esistono e coesistono ancora I' uni co testimone) : «Dite, Nicolino, con il gui presente
gradazioni diverse di adesione al dialetto e, guindi, di per- C aetano fuvvi cOl1gresso?». Nicolino 10 guarda interdet-
sistenza Ji forme dialettali. A Napoli puoi sentire invece 10. U magistrato, paziente, cerca di essere a modo suo pill
di piovuto e spiovuto Ie forme dialettali chiovuto, schiovuto chiaro: «N ico lino, fuvvi coneubito?» . Nicolino continua a
participi passati regolari di chiovere e schiovere. Viceversa, lio n capire e il magistrato si spinge al massimo della pre-
e rarissimo sentire i participi «fort i» chioppeto e schioppeto, cisione consentitagli dall'eloguio giudiziario: «N ico li no,
che pere circolano ancora.
<litemi, fuvvi copula?» . Nicolino 10 guarda smarrito. E al-
lo ra ilmagistrato abbandona I'ital iano giudiziario e gli dice
finalmente: «Nicull, isso, Gaetano, te I'ha misse 'n cu lo?».
CAM1LLERI Per dire, esiste un bellissimo dizionario sici-
E Nicolino finalmente annuisce e risponde: «Sl, s],>.
liano dell'Ottoeento, un dizionario numcrico, pubb li eato
in Sicilia dopo l' Un ita d'Jtalia per i primi titolari dei banehi
/
del gioco del Lotto cbe, non essen do siciliani, avevano bi- CAMILLERI Un aspetto divertente del dialetto e I'inver- .I?
sogno di un «LraJuttore» per smorfiare i sogni dei sici liani sione d i signifi cato. Ii racconto una storia di famiglia. Nel
che andavano a giocare.
dopoguerra, per mesi siamo rinlasti scnza notizie del frate! -
10 di mia madre. E ra a Milano, direttore di banca, e faceva
]a sua vita. Poi nel '46 tome in Sicilia, sposato. Ci man de
DE MAURO Ti e mai capitato di sentire Ie storie giudi-
un telegramma: «A rrivo con mia mogtie». Tutta la faill igli a,
ziarie che si tramandano i bravi magistrati napoletani? Ne
che era num erosa, si riun! nell a casa d i campagna pe r rice-
ricordo una in particolare. A volte ne abbiamo riso, ma
vere la milanese che arrivava.
poi una mia coUega e amica fiorentina,..Eatrizia Bellucci,
La ragazza - si chiamava Franca - si sedette con noi a
che ha studiato a fondo la <dinguistica gi udiziaria», oss ia Ie
tavola, e comin ciammo a mangiare. Alia fine, come succe-
interazioni verbali nei proeessi, ha spiegato in un suo bel
deva sempre, Ie donne si aJzarono per sparecch iare. Na-
libro Ie basi linguistiche e cwtural i che sono a monte della
turalmente, ancbe Franca si alze, e fu un coro di uomini:
storiella giudiziaria. La storia ri guardava un caso di stupro.
«Moviti Fran ca, moviti, movitj », e lei si mise a correre. Mi
La riproduco per obb ligo filologico e prego lettrici e lettori
accorsi, dopo un po', che aveva I'occhio smarrito, e capii
che non amano I'abuso onnai corrente di male parole (per
che si stava chiedendo in che famiglia Fosse piombata. AI-
fortuna siamo in parecch i a resistere) di perdonarmi per
lora Ie diss i: «Fran ca, g uarda, da noi moviti significa esatta-
I'occasione. Durante il processo il magistrato, per aceer-
~ente il contra rIO, significa stai/erma». Respire di sollievo,
tare i fatti, chiede alJa vittima (che, come accade, e anche
perchi' lei pensava, giustamente, a «muoviti».

10
II
DE MAURO Succede un po' 10 stesso con un 'a lrra parola
II,: ,(L,te bene, per i veri siciliani Agrigento resta sempre
siciliana: amUicomento, al1nac(I1'Ji che e il movimenro del-
( ",.~c nti), Mi stupii dello strano nome: pinlajola, Scopro
la culla, I'addormenrarsi dolcemenre, ma e anche il movi -
mento femmin ile", , h" solo a Licata chiamano coslla corriera, II problema
, " venne insolubile, Un giomo, parlandone con un amico
Ir:ll emo, compagno di li ceo, Gasparc Gi udice, iI biografo
CAMILLEHI SI, rna anche di un uomo che ha pose e atteg- .Ii Pirandcllo, vengo in terrotto dal capoffi cin a di mio pa-
giamenti raffinati, si dice che si «annaca». C'e anche un'al - dre, uno slavo, Kun ic, che avendo semi to iI mio discorso
tra espressionc: «va ad annaca riti a '0 Cassaro»; il Cassaro di ce: «Probabi lmente la prima corriera di Licata cra una
era una piazza di Palermo dove la nobilt" faceva sfoggio I.ancia», «Scusa KaniS., perche?», «Perche i modelli della
di vestiti e ca rrozze all'ultima moda, E ha ancora un altro I,ancia eranodenomina[i da lettere greche», Aveva ragione
significato: per esempio, un e1enore va a chiedere un favo- lui, La prima corriera che arrivo a Licata era una Lancia
re al suo deputato e quello g li dice «no n ti preoccuparc, Penta Jora, e cia all o ra - e tunora - a Licata tune Ie corriere
provveden'»>; I'elettore pLIO rispondcre «mi dice sopra 'u si chiamano pinlajole, Se non era per il capofficina,,,
serio 0 m' annaca?», che sta per «mi dice sul serio 0 mi cul la
nell'ill usione?»,
DE MAURO ILfatto e che il dialctlo non e solo la lingua
In dialeno ci so no parole e locuzioni di cui ti scervelli
delle en'1ozionj) 1'ho capito proprio in Sic ilia, da non sici
a cercare l'origine, penso per esempio: cbinniahiel1nacchi,
liano, quando sono arrivato a Palermo, professore all 'u -
Significa: «rna che c'entra?», «che ci trase?», Sei mesi fa
niversita, accolto affettuosa mente dalle fam igiie dei coll e-
mi scrive un professore che in segna latino arcaico, e mi
ghi siciliani come la signora Franca 10 fu nella rua, E ra il
spiee a che cbinnicchiennaccbi deriva paro paro dal latino
[964, Quando ci trovavamo a pranzo 0 cena e stavamo a
arcaico, basta scrivere col k qZIIJ" hie i17 hac (<<cos'€' questo
lavola (erano tutti molto ospitali ), si partiva con I'italiano,
in questa cosa?», «che c'emra?») ed ecco svelato ilmistero
dell'origine di chtitniccbiennacchi, ncl senso che tutti parlavano in italiano. Ma appena la cli -
scussione si accendeva - e quando c'era Sciascia capitava
Mi ricordo un giorno che andai a Licata con mio padre,
spesso - e magari si pa$sava alia poli[ica, imp1'Ovvisamenre
ero giovane, era il primo dopoguerra, A Licata si ruppe
cambiavano registro linguistico, Un po' aHa volta slittava-
la macchina, un meccanico ci disse che ci volevano alme-
no nel dialetto, e dell'italiano si scordavano, Gli uomini,
no due giomi per aggiustarh Papa si informo se c'era un
per parlare cli arilomenti pill im pegnativi intellenualmenre, #
mezzo per lornare ad Agrigento, Gli risposero che c'era
usavano il c1ialetto (Ie donne no, Ie donne gia nell964 tra
una pinlajola che in un'ora ci avrebbc ponato a G irgcnti
cli loro parlavano in italiano, di qua lsiasi argomento, anche

12
13
',I"l>i livano di solito Ie loro colo nie sulle coste 0 su isol,,=tte
se conoscevano il dialetto). Perche a Venezia come a.Paler- I II"icre, come Mozia 0 Ischia. Quella citta la costa la '-l0- ,..J
mo, quando il discorso si fa serio, si usa il dialetto. Ancora 1I1111"va e la chi amarono Akragas (il genitivo era Akra",,- ""- an-
oggi il passaggio al d ialetto di chi sa bene I'italiano, non e III'). Dopo Ie guerre puniche i con q uistatori romani 'l ati-
un a scivolata . Lo sli tta mento verso il dialetto in q ue! caso IIlnarono il nome e chiamarono la c itta Agrigenlum. t:sJe1
non e emotivo. +'-... ~ ~I\~ } ~C)( I ,~
Mcdioevo gli arabi di ssero Karkint, che rifl etteva il n<:::::'me
( hc la gente del luogo orm ai usava, Girgentum nei d~cu­
lucnti latini, Girge11li in di aletto sici liano. E coslla cit1::::il si
CAM ILLERJ Fo rse si deve anche a q uesto Ia lunga lo tta fat-
(' chiamata fino al fascis mo, che invcce impose Agrige""11 0,
ta ai dialetti du rante il fasc ismo; anzi, comin cio assai prim a,
IIna forma piu vicin a all atino classico, ma non al secCilare
sin dall' Unita d'Italia, perche, ad esempio, Le miseI'ie 'd
mOllsu Travel eran o state scritte da Bersezio in piemo ntese IIome locale dialettale.
e dovettero essere ri sc ri tte in italiano; gli dissero: no guar-
da, lascia perdere i dialetti perche ora che l'Italia e unita ... CA MILLERI SI , prima era G irgenti, poi diventa Agrig~::t:lto
la lingua comune, ccc. ecc.
col [ascisIlIo. '
M.a jl fascismo £ece un 'autentica guerra-ai dialetti , con
Ie soli te sciocchezze che faceva il fascismo perche poi nelle
circolari del Min C uJPop si diceva: e proibito mettere in DE MAURO Q ucllo dei nomi di luogo sempre "''lato e
scena rappresentazioni in dialetto, fatta eccezio ne per il un problema per l' ufficial ita del nostl'O Paese, che VIJ.]eva
dialetto veneto d i Goldoni, il napoletano dei fratelli De staccarsi dalle denom inaziolli l ocali, di alettali . Lo sai che
F ili ppo, il sicili ano di Angelo Musco .. . e allo ra ? Dove c'e- succedeva ai poveri uHiciali dell 'Istituto geografico '.... -.11 1'1'1-

rano b ravi autori d ialettali 0 bravi atto ri valeva e per gli tare che negli anni Sessanta e Settanta dell 'Ottocent\::l gi-
altri , poveracci, no? I nsomm a un modo un po' partigiano ravano 1'Italia chiedendo notizie sui nomi delle loc<\}ita?
di cons idera re la cosa. Per Ie montagne and avano domandando: "Come si ~h '
'- . la-
ma q uella montagna?»; e la gente rispondeva: «E ~Qme
deve chiamarsi? Pizzo si chiama»; o ppure: <<Sasso», cioe
DE MAURO E poi, come se no n bastasse, il fasc ismo ha rispondevano col no me generi co di alettale per «mo nta'>-n
~ a».
Vl riempito I'ltalia di latinizzazion i inventate.:. Un tradimen - 1 cartografi trasc rivevano e l'Itali a si e riempita di l'~onti
to sistematico della voce dialettale nella ufficialita, spesso
Pizzo 0 Sasso.
senza capo ne coda. Vedi il caso di Agrigento, dove e rela- Delle volte succedevano cose an cora pi ll complic<tt: e .. .
tivamente plausibil e. I greci, come i feni ci e i cartagin esi,
15
J4
C'e un pacsc, anzi una cittadina romagnola, con un suo
vecchio nome che e uno dei tanti residui di una parola go-
'"I I" .II,de filologo, G iorgio Pasqua li , scrisse nella rivista
I '''I~'':J nostra» un pezzo polemico sostenendo che, se
tica, seu/c..-, che significava senti nella , guardia, e sopravvive
, I"",· eontinuato a que! modo, la linea fe rroviari a Ro-
anche in antico toscano e, qu in di, in italiano come seotca
111.1 rvldano avrcbbe finito per chiamarsi Roma-Arrezio-
(0, pil' comunemente, seotta). Localmente, la parola gotica
11""·ll zia- Bononia-Med iolano. E Ange!o Fab i, che ho giir
(e longobarda) e stata modificata a seconda dei dialctti:
I 1I ,1Ie1. ri cordava anche una storidl. d'epoca: «Came rati,
Scureota, Sgurgota, Seotea, ecc. In Romagna la parola Eu
III "fl o i cuori '" Quest'anno abbiamo [ondato Aprili.,
adattata dialetta lmente come Sgurgheida per chiamare cosl
1 .11 honia e Pome~ia. Van no prossimo avremo Quisqui lia,
il paese nato intorno a un 'a ntica rocca gotica 0 longobarda
I .II"lonia e Facez ia!».
su un'altura. Con l'Unita d 'ltalia bisognava dare un nome
in italiano. In romagnolo esiste il verbo scurgiJer, sgurgher,
«seortecciare, scorticarc», e COS! il vecchio nome dialettale, ('\~II I.LI : RIT i r.cconto una storia ehe mi e cap itata. Cera
malinteso, Eu italianizzato in Scorticata. Dapprima ness uno
disse niente, poi col cliffondersi della conoscenza dell'ita-
'"I giovanissimo al lievo e ai uto di Stanislavskij, diventato
1"1' aiuto c attore con Mejerchol'd. Dopo la rivoluzione del
liano il nome apparve sempre meno tollerabi le. Negli anni 17, venne chiamato da Lunacarskij , allOt'a commissa rio al -
Trenta ai cittadini cap ito una vera fortuna. Si dette il caso I., eullura , ed cbbe I'incarico di aprire a Praga una succur-
che a capo del governo ci Eosse un loro conterraneo ... Si
tivolsero a lui, al Duce, e gli chi esero di cambiare nome.
",k del Teatro d' Arte di Mosca. Si chiamava Petr Sarov, e
.101'0 essere state direttore II per qualche an no si trasEer!
E COS! durante un viaggio in auto da Homa al suo paese Illima a Dlisscldorf, e poi in Italia. Qui, a meta tra gli anni
natale, Predappio, Mussolini si Eenno nella cittadin a. Un
(:inquanta e Sessanta ci eonoscemmo e cliventammo amici.
mio vecchio amico romagnolo, Angelo Fabi, ha eonservato
Un giomo ricevettc una lettera dal governo sovietieo
un prezioso documento d'epoca, un giornaletto loca le. In
111 cui gli chiedevano quando intendesse torna re in patl·ia.
prima pagina c'e una grande foto con il capo del fascio
I'en non era mai pil' tornato in Russ ia da11919. Nella let-
che a capo chino si guarda pensoso il basso ventre, e la
lera gli sp iegavano, dato che era all 'estero con un incarico
didascalia dice: «U Duce in atto di meditare il nuovo nome
"friciale, che gli avrebbero riconosciuto gli ann i trascorsi
di Torriana». E Torriana ELI il nome che la cittadina ebbe
f"ori patria come anni di servizio. Dopo qualche mese di
da allom, senza che mai si dimenticasse del tUtto il vecchio
nomc dialettale. angosciosi pensamenti, siamo negli anni Sessanta, deeise di
anda rci per venti giom i e partt. Q uando torno, mi rieQl·do
La gente, pero, in generale non prendeva suI serio Ie
che la prima cosa ehe mi disse Eu: «Che cosa terribil e, non
carnevalate toponomastiche del Eascismo. In quegli anni
capisco piu la mia lingua».

16
17
, " DE MAunO Checche ne di cesse Stalin , iL ru sso doJ2.o la
') po venti an ni dalle Australie, dal le Americhe: in fam igli a
~ Rivolu zione era cambiato. A questo pro pos ito c'e un li bro han no continuato a pa rl are 10 stesso di aletto che parlavano
di una ebrea fin lan dese, Lia Wainstein , un a donna sim pa- qui con noi, che pa rlavano tutti ; tornano e semb rano gente
tica, anticomunista feroce, coltissim a, molto intelligente, <Ii un altro paese 0 di un 'altra eta. Eppure non e la loro
che v iveva aRoma ed era sop rawiss uta ai campi di co n- lingua che si e alterata, e la nostra. E come se anche Ie
cen tramento. Nel lib ro si interrogava su che Cosa avesse parole tornassero in patri a, si ri conoscono con uno strano
~
, signi fica to 10 stalinismo per il vocabolario russo. N on si scntimento, spes so dopo un po' di esitazione: di qualcun a
~ rife riva tanto all 'in trod uzione d i parole nuove, bensl a una perfino ci si vergogna un poco».

",.
sorta di svuotam~nto, uno spostameLlto del signi Gcato del- In Itali a, si tratta cli un 'esperienza piuttosto comun e.
le parole, piegato in modo in edito. D iceva: «Solo il guscio Basta parlare con un nostro emigrato, magari con qualche
e rimasto intatto», e citava num erosi esempi. Fo rse, p iu che professo re di universita, anche di seconda generazione,
la p ronuncia dive rsa, cambiata, era questo a in fastidire il cli origine italian a, diventa to un b ravo st udioso negli Stati
tuo am lco. Uniti 0 in Australia. Se ha perduto i contatti con I'Italia si
avvertc nel suo modo di esprimc rsi un a vera e pro pria frat-
lura, perche pa rla il dialetto che si e po rtato via clal Paese
CAMILLERI L ui , Petr, che era di ottim a fa miglia, era d i- quaranta, cinqu ant'anni fa.
stu r bato dall 'enonn e q uantita di parole che mai avrebbe Del resto, ti ricordi in quella poesia di Pavese, un a delle
·ado perato e che erano ormai entrate nel voca bolario dei prime, I marl del Sud, il dialogo con un cugino emigrato
ru ssi. Parole periferi che era no diventate centrali, parole per ann i e poi tom ato nelle Langhe? «Non pal·la itali ano /
operaie, pa role contadine, ecc. erano state promosse lin - ma adopera lento il dialetto, che, come Ie pietre / di que-
guaggio comune.
sto stesso coll e, e scab ro tan to / che vent' anni di idioilli e
L ui non Ie cap iva, gli era no completamente estranee. di oceani diversi / non gliel' hanno scalfito». Certo, Mene-
ghello e stato un osse rvatore p rivilegiato perche non ha
mai perso i contatti con Malo e poteva osservare questa
D E M AURO Allo ra, gia che abbiamo tra Ie mani il .Me.le-
fenomeno da una cattedra di italianistica a Read iJ g.
ghello di Libera nOJ a Malo, un 'altra citazione: «La lingua '"""'\J'·v).,v·P
r,~ .. - ....
si muove come una corrente: normalmente il suo flusso
sordo non si awerte, perche ci siamo dentro, rna qu an- CAMLLLERI A me questo fenomeno continua a so rpren-
do to rn a qualche emigrato si pu o misurare I. distanza dal dere. Sono sempre state convinto, sbagliando, che il dialet-
p un to dove e uscito a riva. Torn ando do po dieci anni , do- to era destin ato ad un a condizione di immutabilita mentre

18 19
era solo la ling ua che mutava e si rinnovava. Anche se, per
,Ill' nun potevu credere alle mic orecchie. E 10 sai perche?
la verita, venivo smentito quando andavo a leggere G io-
1',,[ li c due avevamo pensato alia stessa situazione, e cioe
vann i Meli, e mi trovavo di fronte a parole dialettali ormai
, IIL' i nostri rispettivi comm issa ri si trovassero con un ass as-
desuete 0, peggio ancora, quando leggevo Micio Tempio
dove il ling uaggio era ancora pi" popolare, e perfino con il ""0 in un vagone lettu. La gente non ci credeva che non ci
vicinissimo Nino Martoglio. nav"mo messi d'accordo. A quel punto si alza un signore
m il la barba e cornin cia a parlare in inglese. «Che di ce?»,
Attribuivo tutto questo pill aile differenze tra il di aletto
catanese e quello girgentano. [n realtii do vevo capirlo 01 0 1- «, non so I'inglese. «Sta dicendo che questa coincid enza
,'nl inevitabil e perche gli scrittori eli gialJi europei basa-
to prima, quando arrivarono in Sicilia Ie truppe da sba r-
110 I'intrecc io suUa psicologia e non sulJ'azione, mentre gli
co americane, qu elle vere, quelle che avevano Ie bombe a
scrittori amcricani ... ».
mano a grappoli intorno al coll o, come i festoni nawaiani.
Erano tutti di origine siciliana. IJ primo che mi pari,), disse: Chiesi al mio vicino chi fosse questo scritto re america-
«Bacio Ie mani, paisa». Era un soldato che si era staccato no. Era niente di meno cbe Ed McBain. Tanto di cappell o.
da un plotone di dodici siculo-america ni cbe avanzavano Conoscevo bene iJ lavoro eli McBain che firmava anche ro-
cfietro un carro anl1ato giga ntesco, poi aggiunse: «Avistivu l1lanzi nOll polizicschi con il n0 111e di Evan Hunter. La sera
tanticchia d 'oglio? Picchi aiu cugliutu la virdura e voglio a cena me 10 trovo accanto, lui non pat'la italiano, io non
fare 'na 'nsalatteddra al me tenenti che non esiciliano. Tra parlo inglese. Mentre stavo mangiando, a un certo punto ,
. du ure tumamo». Infatti to maron o, io gli feci trovare I'olio si volta verso di me e dice: «Ma tu d'unni sl?». E io: «Di
e com in ciammo a par/are. E ricorelo una gran elifficolta nel Porto Empedocle, pirch), tu el'unni si?». <<Io - dice - sllgno
capire Ie sue parole. IJ suo era un dialetto arcaico, eppure di Ci nisi, pirchl me patre e me matre erano di Cini si, u me
nella mia. testardaggine l 'attribuii, ancora una volta, alla veru nomu e Toto Lombino». E IJ mi accorsi della elistanza
.
pronunCla amerI ca na. infinita tra come parlava Toto Lombino il siciliano e come
Ma te ne voglio raCCOntare un 'a ltra. AI Festiva l del Noir 10 pa d avo io. Q uando raccontai queilo che mi era cap itato
di Courmayeur avevano in vitato me e un francese alla let- ai giallisti, non ci credettero, andarono a controUare se era
tura di un racconto breve in edito scritto per I'occasion e. vero. Ed era vero, si chi amava Toto Lombino.
II Olio fu il primo a Cssere letto e tradotto, e via via che si
proceeleva nella lettura il Francese aveva un 'aria sempre pill
DE MAURO P urtroppo all'accadem ia e ai filologi importa
meravigliata, e io mi chiedevo: «Ma che cos'ha questo qui,
poco dei Toto Lombino, vanno a cercare forme molto piu
che mi g uarda in questo modo?». La Cosa bella, p ero, fu
arcaiche. Si intcressano a cio che nei dialetti viene conser-
che quando comin ciarono a Jeggere il suo racconto, Eui io
vato c assai poco a cio che cam bia. Invece i dialetti si tra-

20
21
sformano, si adattano, e non si tratta solo di banale italia- ( :OSI vedo la lingua italiana: cio che ci fa raggiul)gere de-
nizzazione, di parole prese in prestito dail'italiano, anche 1',1, scopi comuni. Ecco perche tengo sempre a di~hl'a rarml.
se l' avvicinamento progressivo del dialetto aUa lingua e un
'" 1(1 sc rittore italiano nato in Sicilia, e quando legg\) .l'cr£ttore
fenomeno per certi aspetti inevitabile. Il fatto interessante
I/liliano mi anabbio un poco, perche io sono uno scri ttore
e che quelli cbe parlano prevalentemente il dialetto se ne ""Iiano che fa uso di un dialetto che e compreso nell a na-
vanno anche per strade loro, continuano a inventare pa- , ione italiana, un dialetto che ha arricchito la nost ra lin
role nuove e a riadattare quelJe vecchie. Le classi colte di s" I'albcro e la lingua, i dialetti sono stati nel tem~o la ~~;~
citta, di Roma, di Milano, pensano cbe i dialetti siano cos a .Ii questo albero. 10 ho scelto di ingrossare quest q vena del
morta, che non si padino pill. Ma e una palese sciocchezza. mio albero della lingua italiana col dialetto, e pe~so che la
Usiamo ancora i dialetti e Ii parliamo con forme ancora perdita dei dialetti sia un dan no anche per I' albeto.
molto autonome rispetto all'italiano. Probabilmente gli
inteUettuali subiscono ancora 1'influenza di Pasolini, che
nel 1964 - prendendo una bella cantonata - sosteneva che I) E MAURO Sono d'accordo. La cosa interessante e che
era nato I'italiano e che il dialetto stava morendo, e che intcrrogarsi su che cos'e una lingua significa per Ie ['estare
avrelllmo parlato un italiano tecnologico. accosto a] che cosa e]a lingua italiana, a1 che cosa ~on o J. d'13 -
letti equal e illoro rapporto e appotto a11'it"li;l)o . L a fre-
quentazione meno intensa dei linguisti ti permette- d 1- d'll'e
. CAMlLLERI Dal mio punto di vista la lingua e tutto. E una profonda, giusta verita: in_ltalia abbial1lQ [alite lin 'Lie.
Ma parecchi linguisti, soprattutto i collegh islorici ~elJa
il modo di comunicare cbe hanno gli appartenenti a una
nazione, e iJ terreno comune che adoperiamo per com - lingua italiana, non accettano questa affermazione . N on /
prendere cio di cui stiamo pat·lando. In altri momenti della accettano nemmeno la formulazione iredda, corretta dei . I jur'!,,"l_
nostra storia, quando 1'italiano come lingua ufficiale non '. I - ~
linguisti teorici che dicono: tutti.gli idiomi S0110 i)ot enz\a
esisteva, la comprensione tra una regione e l' altra dell'ltalia ~ . .
mente eguali, a!cuni vengono chiarnati lingue Per' ~aglOnl
non era facile ne ovvia. Pensa alla spedizione di Garibaldi,
storiche, sociali, per la comunicazione a largo taggio che
a tutte quelle persone provenienti da tante regioni diverse consentono, mentre altn restano ICliolUllocali ' SQCl'a!rn ente
cbe non si capiscono tra loro, c che in due tre giomi di na-
subordinati aUa lingua. Li chiamiamo dialettiJ'll "'a l' nlllea
I'
vigazione diventano un esercito. E un miracolo che ancora di principio non c'e a!cuna differenza clal punto d-1 vtsta.
, ,/
oggi mi commuove, piLI della spedizione in se. E il mira-
dell' organizzazione grammaticale: c e una gramll1atica dei <C
colo compiuto dal comune ideale, dal comune obiettivo, dialetti, di ciascun dia1etto, quanto mai rigorcsa .No n sono
dail'intesa cbe c'e fra queste persone.
modi sbagliati di parlare l'italiano, come nella tradizione

22 23
scol astica gua1che volta si e pensato e insegnato, sono altri I" Ii 11)Ii ca obbligatori a sarebbe un 'invenzione sociali sta, co-
mo di di p arlare continuando I'anti co latino, con Ie lo ro re- 11 1I 1!ll sta. Sara stato un grande economista, rna questa euna
gole , illoro vocabolario, la loro sin tass i, con degli obblighi .. ,,"c hczza . La prim a spinta all ' istruzione obbli gatoria per
e delle liberra che l'itali ano ignora . 111 111 ,· stata un a spinta reiigiosa, venuta dalla Ri forma per
Tutta una parte della ling uisti ca teo ri ca _ si possono .1111 onderc la lettura dei testi sacri cristiani. Quando i P adri
rico rdare i nomi di' Rumbo'idt 0 Sa uss ure _ e d 'accoq:lo 1), II ('grini arrivano sulle coste ame ri can e subito si preocc u-
su questa indisting uibilita di prin cipio, che ha un riscon - 1" 1" " di istituire una scuola obbligatoria «per cOlllbattere iI
tro nella sto ria di lun go periodo: no n c'e d ialetto, non c'e ,1"1I111llio».E una spinta che purtro ppo nel C inquecento in
idio ma subaltern o che col tempo non possa diventare una 11 ,.1,:1 ~ Spagna fu bloccata dalla Chiesa cattolica tridenti -
lingua nel senso stretto di lingua letteraria, ling ua naziona- 11 11 I lira nell 'Ottocento il popoJano di un sonetto di Belli:
Ie, ling ua di larga intesa tm popo lazioni di dialetto di verso. .( ,lIc ve d iceva a la miss io ne er prete? / Li libbri nun so
La sto ria e uropea ce ne da am pia testim onianza : il di aletto ",hila cia cristiano. / F iji , pe ca rita, nun Ii leggete !».
di una citta come F ire nze - no n la pill impo rtante tra Ie Anchc q ueUe che noi cbiamiamo lin gue in senso stretto, ,.
citta italiane - e 13 matrice di g ueUo che nci Cingu ecento 11IlllllaSCUno com e tali ; a1 contrario, nascono com e di aletti
diventa - e comincia a essere chiamato - l'italiano . , ' l""sSO poveri dialetti . La stori a del latino e esemplare.
Accade 10 stesso in F ran cia: no n una, ma pill vo lte, la 1(""):1 era un paesetto, nel 390 avanti C risto ci arrivano i
. pat·lata popo lare pa rigina sa le di livel lo e diventa la ling ua ( ::llli , una banda cli ladroni che sco rrazzavano per l'ltalia,
della nazione Fran cese. E COSI il tedesco, che nacgu e come ,. 1" I11 cttono a fe rro e fuoco, ca cciando gli abitanti. Q uesta,
un miscuglio di di aletti dell a Germania centro-meridiona_ ,.1 principio, era Roma, la futu ra Urbe, eppure il dialetto
le, la Germania di montagna: hochdeutsch (alto tedescol .11 qud paesetto e diventato il latin o. Uso diventa re non
voleva d ire proprio guesto. E ra un a specie d i gergo bu- I d:-' llalmcn te. :·f~' 1 J ~ }l' y

rocratico in tcrdialettale, un im pasto di di aletti locali che Chi di noi ritiene, per ragio ni teori che generali , che ci
Lutero, con un colpo di genio, prende dalle ca ncellerie ' 0111 ull 'cquivalenza poten ziale d i tu tte Ie lin gue, di tutti gli
della Sassonia e degli Stati tedeschi merid ion ali e usa p er "Ii<lllli, cleve anche accorgersi che per di ventare la li ng ua
trad urre la Bibbia e impone a chi sapeva g ia leggere e a cbi, d) una vasta area e d i una grande comunita (immensa nel
per ragio ni religiose nate con la Rifo rma protes tanre, dove- , .1 st' dcl latin o, grande comung ue nel caso dell'Italia ) que- ,
va impara re a leggere i testi direttamente, personalmente, , 1:1 lin gua si deve trasformare, non solo nel vocabolario ma
senza la med iazio ne d i preti . .'Il ehe nella sua struttura pi LI interna. Deve c1iven tare uno
Un valoroso econo mista, perc' liberista fo ndamentali- , I!"lilnento molto piLI duttile, molto pill capace di permet-
sta, M il ton Friedman, ba detto e ri petu to cbe I'istr uzio ne I"rei d i fa re g uel lo che con un di aletto non riusciamo a

24 25
fare, ovvero trascorrere, passare dal massimo dell'informa-
lita e della colloguialita ai livelli ahi di formalita espressiva
richiesti daUa scrittura. NeUa vita privata, anche in conver-
sazioni impegnative, e nella poesia, neJ teatro, iJ dialetto
puo ,mcora bastare, ma nel mondo della cu ltura intellet-
tuale piLI astratta il diaJetto non e pili sufficiente. Se devo
scrivere un libro di geometria, di filosofia 0 di storia ho
bisogno nccessariamente di una lingua.
Questo non contraddice affatto quanto prima diceva-
mo a proposito delle discussioni informali, eli filosofia 0 di
2. EHAVAMO ITALIA NI
SENZA SAPEH.LO
politica e COS! via, e cioe che a un certo punto, a dispetto
del grado di astrazione richiesto, si passa al dialetto. Ma
vale solo nei contesti di discussioni private di cui ho eletro.
Voi sa pete che, quando un 1'01'010
ha perduto patria e libert'
CAM1LLERI [0 ebb i una discussione con Sciascia proprio eva disperso pel mondo, la lingua
su questo. Quando gli diedi La Jtrage dimenttcata, mi disse: gli tiene luogo di patri. e di tutto.
«Guarda che tu non puoi scrivcre in questo modo». «10 Luzgi Settembrini
so scrivere solo COSI», gli rispost. «Allora scrivimi cosl un
tratrato eli filosofia». E COS! ci mettemmo a parlare dei limi-
ti del elialetto in questo sen so, e convenimmo che mentre
, Ia lingua ti ela la possibilita tanto del discorso colloquiale
quotidiano quanto elel eliscorso accademico, il eliaJetto no,
il elialetto ha dei limiti anche di vocabolario.
) 20U, G ius. L.1(crza & Figl i IND ICI;:
www.lacer:.w. it

lI11a cJ i/iont: novemhre 2013

Ediziollc
2 3 4 ) 6
I \mm
4 20 1) 2016 20 17 20 18

Propricdi l c neldri~. flscrvaca I . I~AI.IlEIl() t LA I.I NCUA, I IlIAI.I' r'" SONO LA U N" A :l
G ius. LaCl'I·""''1. & Fig li 51'.1, Roma-Bari

QUCSIO Jibro C S{:1mpalO


2. EIlAVAMO ITAI.I ANI SE~ZA SA PIOIlI.O 27
su carra ami<:a del le foresrc
:3. U\i ITAi.IANO IN CUI NON SI 1)IO~ MAl « DAHl':» 45
Stampmo da
SED!T - l3ari (lm !y) 4. C I so~" TA NTI MOIlI DI I.ECCEIU; 57
per conto d('lIa
G ills. Latcl'l.<l & FiJ:: li Spa
ISBN 97R-RB-)81-0jj)-9
s. SCHIVIl.A em1" I.' II AI IlA CC()~TATA A ME 71

6. AIJA I;rA VOCE 83

7. CONTIHl II . CAT,.,VO USO I)EI.I .E PAIlOLE 103

8. \>:"" .OCO 119

Potrebbero piacerti anche