Sei sulla pagina 1di 32

11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 296

G. INCORPORA

EPILESSIE 11
L’epilessia è una malattia cronica caratterizzata dalla ricor- ne criptogenetico viene riservato alle forme probabil-
renza di convulsioni, tuttavia tra le forme che insorgono in mente sintomatiche.
età pediatrica numerose esitano in guarigione. Le convulsioni parziali vengono distinte in semplici o
La convulsione costituisce l’evento neurologico più fre- complesse a seconda che sia presente o meno compromis-
quente dell’infanzia ed è caratterizzata da un’alterazione sione della coscienza; tuttavia tale dato risulta spesso dif-
momentanea improvvisa e involontaria delle funzioni del ficile da interpretare nei bambini. Le epilessie parziali sin-
sistema nervoso, secondaria a scariche neuronali abnormi. tomatiche sono causate principalmente da alterazioni cere-
Le convulsioni che non si ripetono non rientrano nella brali di tipo displastico, da lesioni prenatali, perinatali e
definizione di epilessia. postnatali e da tumori.
L’epilessia ha un’incidenza annuale di 50 casi su 100.000 Le convulsioni parziali – siano esse semplici oppure
bambini, con tasso maggiore nel primo anno di vita. Nel complesse – possono evolvere nelle forme generalizzate e
75% dei soggetti si manifesta prima dei 20 anni, la distribu- quelle semplici nelle forme complesse. La forma più comu-
zione geografica è omogenea e i maschi sono più colpiti. Le ne di crisi parziale semplice è espressa dalla convulsione
epilessie più frequenti sono quelle di tipo parziale con un somatomotoria che può rimanere localizzata a una piccola
rapporto di 2:1 rispetto alle generalizzate [1, 3, 8]. area corticale o da qui colpire progressivamente l’intera via
motoria. Questa diffusione è conosciuta come marcia jack-
soniana e può avvenire anche nella convulsione parziale di
Meccanismo delle crisi epilettiche tipo sensoriale.
J. Engel nel 2001 ha proposto un nuovo sistema classifi-
Alla base della crisi epilettica vi è un’eccessiva e abnorme cativo delle convulsioni e delle sindromi epilettiche. In
attività sia di singoli che di grossi gruppi di neuroni. Da un
punto di vista elettrofisiologico la scarica epilettica è cau-
sata da oscillazioni del potenziale elettrico di alta ampiez-
za e può essere registrata dal cuoio capelluto.
Nella figura 11.1 è schematizzata la relazione tra scari-
1
che EEG ed eventi intracellulari corticali sia nelle crisi par-
a b
ziali che in quelle secondariamente generalizzate.

Classificazione 2
PDS
La classificazione più nota delle epilessie risale al 1989 [3] 3
ed è riportata nella tabella 11.1. Essa divide le epilessie in
due grandi gruppi: le epilessie parziali (con convulsioni
che hanno origine focale) e le epilessie generalizzate con
convulsioni che iniziano simultaneamente nei due emisferi
senza apparente origine focale. In ognuno dei due gruppi le
epilessie vengono ulteriormente classificate a seconda del- Fig. 11.1. Relazione tra scariche elettroencefalografiche ed
eventi corticali intracellulari nelle convulsioni di tipo parzia-
l’età d’esordio e a partire dal periodo neonatale. Questa li e/o generalizzato.
classificazione comprende anche le forme sindromiche 1. EEG: a) punte interictali; b) scariche toniche seguite dalla
nelle quali il disordine epilettico si associa a particolari fase clonica.
2. Eventi intracellulari: i ritmi di depolarizzazione parossisti-
quadri clinici ed elettroencefalografici (Sindrome di West, ca corrispondono alle punte elettroencefalografiche. PDS:
Sindrome di Lennox-Gastaut, Sindrome di Landau, ecc.). potenziale di scarica.
Sia le epilessie parziali che quelle generalizzate sono 3. Scariche di punte onde generalizzate. Il potenziale inibi-
ulteriormente suddivise in sintomatiche o secondarie torio è probabilmente di origine talamica, segue ogni punta
e corrisponde a una componente lenta. Le oscillazioni del
quando l’eziologia è conosciuta, e in idiopatiche o pri- circuito talamo corticale prevengono le scariche continue
mitive quando non viene riconosciuta una causa. Il termi- dei neuroni corticali (modificata da [1]).
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 297

11 – EPILESSIE 297

Tab. 11.1. Classificazione delle epilessie e delle sindromi Tab. 11.2. Proposta di classificazione delle epilessie secon-
epilettiche. do Engel.

• Livello 1. Terminologia descrittiva dei fenomeni ictali,


Epilessie e sindromi epilettiche correlate alla sede (parziali, focali)
comprende un glossario di termini e definizioni
• Idiopatiche (con inizio età-correlato) • Livello 2. Classificazione delle epilessie su base patofisiologica
– Epilessia benigna dell’infanzia con punte centrotemporali e anatomica
– Epilessia dell’infanzia con parossismi occipitali • Livello 3. Classificazione sindromica
• Livello 4. Classificazione eziologica
– Epilessia primaria da lettura
• Livello 5. Classificazione sul grado di compromissione
• Sintomatiche funzionale dovuta all’epilessia
– Epilessia progressiva cronica (Sindrome di Kojewnikow)
– Sindrome con specifiche modalità d’esordio
(incluse le epilessie parziali acquisite) Tab. 11.3. Classificazione su base fisiologica e anatomica.
(lobo temporale, frontale, parietale, occipitale)
• Criptogenetiche
Convulsioni di tipo autolimitante
Epilessie e sindromi epilettiche generalizzate • Convulsioni generalizzate (tonico cloniche, assenze, spasmi,
• Idiopatiche (con inizio età-correlato) c. miocloniche, assenze con mioclonie palpebrali,
mioclono negativo, crisi atoniche)
– Convulsioni familiari neonatali benigne
– Convulsioni neonatali benigne Convulsioni focali
– Epilessia mioclonica benigna dell’infanzia
– Epilessia-assenza dell’infanzia e dell’adolescenza • Convulsioni focali (sensitive e motorie, con automatismi,
con mioclono focale negativo)
– GM al risveglio
• Convulsioni gelastiche
– Altre forme
• Convulsioni emicloniche
• Criptogenetiche o sintomatiche
• Convulsioni secondariamente generalizzate
– Sindrome di West (spasmi infantili)
• Convulsioni riflesse in sindromi epilettiche focali
– Sindrome di Lennox-Gastaut
– Epilessia con convulsioni mioclono-astatiche Convulsioni di tipo continuo
– Epilessia con assenze miocloniche
• Sintomatiche • Stato epilettico generalizzato
– Ad eziologia non specifica (tonico clonico, clonico, tonico, assenze, mioclonico)
Encefalopatia mioclonica precoce • Stato epilettico focale (epilepsia partialis continua,
aura continua, emiconvulsivo con emiparesi)
Sindrome di Ohtahara
• Epilessie non determinate sia focali che generalizzate Convulsioni riflesse da stimoli precipitanti
– Neonatali
– Epilessia mioclonica severa dell’infanzia • Visivi
– Sindrome di Landau-Kleffner • Pensiero
– Epilessia con punte onde-continue in sonno • Musica
• Sindromi speciali • Mangiare
– Convulsioni febbrili • Leggere
– Convulsioni isolate • Acqua calda
– Stato epilettico isolato • Startle
– Convulsioni da eventi tossici o metabolici • Stimoli propriocettivi e somatosensoriali

base a una serie di livelli o assi organizzati per facilitare ricorrere in un arco di tempo limitato, a meno che non si
l’approccio clinico. Sono stati pertanto riconosciuti 5 livel- instauri una condizione di cronicità che fa evolvere le con-
li o assi (Tab. 11.2). vulsioni verso un’epilessia.
Riportiamo nelle tabelle 11.3, 11.4 e 11.5 le proposte Le epilessie da danno cerebrale congenito e/o acquisi-
classificative dei livelli 2, 3 e 4 in quanto meglio applica- to sono secondarie a fattori prenatali, perinatali e postna-
bili da un punto di vista pratico. tali (Tab. 11.7).
Le cause genetiche sono responsabili sia di forme appa-
rentemente idiopatiche che di forme sintomatiche.
Eziologia
L’eziologia delle convulsioni è riconducibile a tre cause
[1, 3, 7, 8]: DIAGNOSI DI EPILESSIA
• occasionali
• da danno cerebrale cronico congenito o acquisito Dalla corretta formulazione della diagnosi dipende una
• genetiche. corretta impostazione terapeutica.
Si basa sull’anamnesi familiare, sul racconto dell’even-
L’eziologia delle convulsioni di tipo occasionale può to critico e sull’esame elettroencefalografico. Gli esami
dipendere da una serie di cause che sono riportate nella neuroradiologici (TAC e/o RMN) servono per l’inquadra-
tabella 11.6. In tutti questi casi le convulsioni tendono a mento etiologico.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 298

298 11 – EPILESSIE

Tab. 11.4. Classificazione su base sindromica. Tab. 11.5. Classificazione su base eziologica.

• Cause neonatali familiari benigne Gruppo di malattie Malattie specifiche


• Encefalopatia mioclonica precoce
Epilessie miocloniche Ceroido lipofuscinosi, sialidosi,
• Sindrome di Ohtahara
progressive malattia di Lafora, distrofia
• Convulsioni parziali migranti dell’infanzia neuroassonale, MERF, atrofia
• Sindrome di West dentatorubropallidoluisiana, altre
• Epilessia mioclonica benigna dell’infanzia Sindromi Sclerosi tuberosa, NF1, ipomelanosi
• Convulsioni infantili benigne (familiari e non familiari) neurocutanee di Ito, Sindrome del nevo epidermico,
• Sindrome di Dravet Sindrome di Sturge Weber
• Sindrome HH Malformazioni Sequenza lissencefalica isolata,
• Epilessia benigna con punte centrotemporali da alterato Sindrome di Miller-Dieker, lissencefalia
• Epilessia occipitale dell’infanzia (tipo Panayiotopoulos) sviluppo corticale X-linked, eterotopia a bande
precoce, (tipo Gastaut) tardiva sottocorticali, nodulare periventricolare,
• Epilessia con assenze miocloniche, con convulsioni focale, emimegalencefalia, Sindrome
mioclonoastatiche perisilviana bilaterale, polimicrogiria
unilaterale, schizencefalia, displasie
• Sindrome di Lennox-Gastaut
corticali focali o multifocali,
• Sindrome di Landau-Kleffner Sindrome di Aicardi ecc.
• Epilessia con punte-onde continue nel sonno
Tumori DNET, gangliocitomi, gangliogliomi,
• Epilessia assenza dell’infanzia astrocitomi, amartomi ipotalamici,
• Mioclono epilettico progressivo angiomi cavernosi
• Epilessia generalizzata idiopatica con vari fenotipi Cromosomopatie Sindrome di Wolf-Hirschhorn o
(epilessia-assenza giov., epilessia mioclonica giov., monosomia parziale 4p, trisomia
con c. ton. clon. gen.) 12p, inversione duplicazione 15,
• Epilessia riflessa (idiopatica, occipitale fotosensitiva, 20 ad anello
da lettura, startle)
Malattie monogeniche Sindrome Fra-X, Angelman, Rett
• Epilessia notturna del lobo frontale
mendeliane con complesso
(autosomica dominante)
meccanismo patogenetico
• Epilessia familiare del lobo temporale
Disordini congeniti Iperglicinemia non chetotica, acidemia
• Epilessia generalizzata con CF plus
del metabolismo propionica, organico acidurie,
• Epilessia focale sintomatica (limbica, sclerosi mesiale piridossina dipendenza
temporale, sclerosi ippocampo, altri tipi) aminoacidopatie, disordine del
• Epilessia neocorticale (Sindrome di Rasmussen, metabolismo dei carboidrati, della
altri tipi definite dalla sede e dall’eziologia) biotina, dell’acido folico e della B12,
Menkes, glicogenosi, Krabbe,
Condizioni con crisi epilettiche che non richiedono disordini dei perossisomi,
la diagnosi di epilessia Sanfilippo, malattie mitocondriali
Lesioni ischemiche Poroencefalia, leucomalacia
• Convulsioni neonatali benigne o anossiche pre periventricolare, microcefalia,
• Convulsioni febbrili o perinatali calcificazioni cerebrali dovute
• Convulsioni riflesse a toxo, CVI, HIV ecc.
• Convulsioni indotte da farmaci o da altre sostanze Infezioni postnatali Cisticercosi, Herpes, meningiti batteriche
• Convulsioni posttraumatiche immediate
Altri fattori postnatali Traumi cranici, abuso di alcool
e sostanze tossiche, stroke
Altro Malattia celiaca, Sindrome
L’anamnesi familiare e personale del paziente dev’esse- di Coffin-Lowry, Malattia di
re raccolta in maniera molto accurata e può risultare utile la Alzheimer, di Huntington, di Alper’s
stesura di un albero genealogico, che consente di rilevare
oltre alla consanguineità, l’incidenza di patologie genetiche
familiari neurodegenerative, neuromuscolari, metaboliche La diagnosi errata o mancata di epilessia determina una
e malformative, oltre che convulsive. serie di ripercussioni piuttosto gravi che riguardano l’uso,
Il racconto dell’evento critico di solito è riferito da uno per lungo tempo, di farmaci non utili in pazienti sani o, al
dei genitori o da chi ha assistito alla crisi. Solo il bambino contrario, il mancato impiego di terapie opportune.
più grande, o in età adolescenziale, è in grado di riferire La semplice diagnosi di epilessia tuttavia non è suffi-
autonomamente ciò che ricorda dell’evento critico. ciente, poiché occorre specificare il tipo, la causa eziologi-
Il primo punto che occorre accertare nell’impostazio- ca e la prognosi.
ne della diagnosi di epilessia è che si tratti realmente di
convulsioni e non di fenomeni parossistici non epiletti- Elettroencefalogramma (EEG)
ci, come spasmi affettivi, reflusso gastroesofageo, mio-
e altre indagini
clono non epilettico, disturbi del sonno o eventi di tipo
sincopale, parasonnie, disturbi del movimento e vertigi- L’EEG costituisce l’indagine d’elezione per lo studio del-
ni parossistiche e ancora episodi di autogratificazione l’epilessia, è un esame non invasivo e facilmente eseguibi-
(masturbazione). le comprende: EEG intercritico in veglia e in sonno ed
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 299

11 – EPILESSIE 299

Tab. 11.6. Principali cause di convulsioni occasionali. gnostica per la registrazione elettroencefalografica del
neonato e del lattante e in presenza di crisi toniche, ato-
Infezioni intracraniche niche e miocloniche
• Batteriche (meningiti, ascessi, empiemi, trombosi venosa settica) La magnetoencefalografia (MEG) è una metodica
• Virali (meningiti, encefaliti) recente e ancora non molto diffusa in campo clinico. Essa
si basa sulla registrazione di un campo magnetico generato
Malattie metaboliche da correnti elettriche che attivano una popolazione di neu-
• Ipocalcemia, ipomagnesemia, ipoglicemia roni che scarica in maniera sincrona permettendo di analiz-
• Iponatremia (inappropriata secrezione ADH, zare le modificazioni spazio-temporali dell’attività cere-
intossicazione da acqua, inadeguata reidratazione) brale. Così come nel caso dell’EEG, essa si avvale di una
risoluzione temporale inferiore al millisecondo e quindi
Intossicazioni superiore a quella di metodiche come PET e SPECT.
• Endogene (uremia, dialisi renale, encefalopatia epatica, Inoltre con questo tipo di indagine il passaggio del segnale
chetoacidosi diabetica) magnetico attraverso la teca cranica, meningi, liquor e
cuoio capelluto è meno distorto e filtrato di quello
Encefalopatia ipertensiva
dell’EEG e può fornire una localizzazione topografica più
fedele. La testa del soggetto viene considerata come una
Malattie renali
sfera omogenea più sensibile a correnti in direzione tan-
Traumi cranici
genziale al cuoio capelluto. In particolare la MEG è otti-
male per lo studio dei generatori intracorticali posti nelle
Ipossia cerebrale acuta pareti dei giri e delle circonvoluzioni cerebrali, ma è scar-
samente sensibile ai generatori posti in profondità dal
• Arresto cardiaco momento che il campo magnetico si attenua rapidamente.
• Collasso cardiocircolatorio
Nei casi di epilessia con indicazione al trattamento chirur-
Accidenti cerebrovascolari gico è possibile ricorrere alle registrazioni elettroencefalo-
grafiche con applicazione di elettrodi intracerebrali.
• Occlusioni delle arterie, trombosi venosa, emorragie,
malformazioni vascolari
Indagini neuroradiologiche
Tab. 11.7. Fattori eziologici delle epilessie secondarie a
danno cerebrale.
Le indagini neuroradiologiche TC, RM, angioRM, sono
fondamentali per lo studio e la diagnosi delle epilessie
Fattori prenatali (vedi capitolo 4). Nel caso di epilessie in cui sia certa la
natura idiopatica (nell’epilessia-assenza, nell’epilessia a
• Disgenesie (malformazioni del SNC, malattie metaboliche,
sindromi malformative, cromosomopatie)
parossismi rolandici) può non essere necessario eseguire
• Infezioni (toxoplasmosi, citomegalovirus, rosolia) l’esame neuroradiologico o eseguirlo durante il follow-up
• Malattie metaboliche materne (diabete, PKU) nel caso insorga un dubbio diagnostico.
La TC è indicata in genere nelle forme di epilessia che
Fattori perinatali esordiscono con segni di focalità e nelle quali si sospetta un
• Infezioni tumore cerebrale o la presenza di calcificazioni intracerebrali.
• Emorragie La RM è l’esame più sensibile e meno aggressivo e viene
• Sindrome ipossico-ischemica oggi considerato come esame di prima scelta nella valuta-
zione dei soggetti con epilessia: essa permette l’identifica-
Fattori postnatali zione di tutte le condizioni malformative, dismaturative,
• Ipossia postnatale demielinizzanti, infettive, neoformative.
• Traumi La PET è soprattutto indicata per lo studio del metaboli-
• Meningiti-encefaliti smo cerebrale che varia da regione a regione in base a par-
ticolari condizioni. L’esame rileva alterazioni distrettuali
da iperperfusione o da ipoperfusione.
EEG critico. Il video-EEG consente, assieme alla regi- La sua validità a fini diagnostici è dubbia. Un ruolo,
strazione elettroencefalografica, la contemporanea regi- ancora in corso di conferma riguarda l’impiego nella valu-
strazione con videocamera degli eventi critici. tazione prechirurgica dei pazienti con farmacoresistente.
L’EEG holter consente una registrazione prolungata per La SPECT ha le stesse indicazioni della PET.
24 ore o più mentre il paziente svolge le normali attività. Altre indagini di ausilio alla diagnosi di gravi forme sinto-
Questa metodica, pur essendo molto valida, risulta a volte matiche di epilessia sono la biopsia cutanea e la biopsia
di difficile interpretazione per la presenza degli artefatti. muscolare che consentono la coltura dei frammenti biopsia-
La registrazione poligrafica consente la contempora- ti e lo studio biochimico e la determinazione di alcuni enzi-
nea registrazione di alcuni parametri quali respiro, atti- mi. Nelle forme familiari è possibile eseguire lo studio mole-
vità cardiaca e muscolare. È di fondamentale utilità dia- colare che consente la determinazione del locus genico noto.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 300

300 11 – EPILESSIE

Semeiologia delle crisi convulsive Costituiscono l’espressione clinica più classica delle crisi di
tipo GM (grande male). Le crisi tonico-cloniche si manife-
Da un punto di vista semeiologico le crisi convulsive ven- stano in tre fasi successive: fase tonica, fase clonica e fase
gono divise nel seguente modo [1-3, 20]: postcritica. Nella fase tonica si ha flessione degli arti supe-
riori ed estensione di quelli inferiori con arresto del respiro
• assenze, tipiche e atipiche; e manifestazioni di tipo vegetativo. La fase clonica segue
• convulsioni tonico-cloniche; quella tonica e si caratterizza per la presenza di contrazioni
• spasmi; muscolari progressivamente meno frequenti e dura circa 30
• crisi miocloniche; secondi. La fase postcritica o di recupero può durare anche
• crisi atoniche; qualche ora. Il paziente è ipotonico confuso o incosciente,
• crisi toniche; può perdere il controllo sfinteriale o lamentare cefalea.
• crisi parziali semplici e complesse.
Spasmi
Assenze Gli spasmi sono caratterizzati da movimenti brevi e bruschi
Sono caratterizzate da una perdita improvvisa e ripetuta di di flessione o estensione degli arti superiori e inferiori sul
contatto con l’ambiente. Durano pochi secondi – da 10 a 20 – tronco e hanno la durata di 1-2 secondi. Possono essere fles-
e sono caratterizzate da fissità dello sguardo. Possono essere sori, flessori ed estensori o, più raramente, solo estensori,
semplici e complesse. Nelle assenze complesse sono presenti simmetrici o asimmetrici. Di solito si ripetono a salve al
automatismi (movimenti della mano, della bocca, deambula- risveglio o all’addormentamento e sono seguiti da pianto.
zione a piccoli passi) o mioclonie (palpebrali o buccali). Le Sono l’espressione clinica della Sindrome di West, che viene
assenze sono la manifestazione clinica dell’epilessia-assenza anche definita Sindrome degli spasmi infantili, ma possono
ma possono essere presenti anche in altri tipi di epilessia gene- essere presenti anche in soggetti con epilessie parziali.
ralizzata o parziale. All’EEG si rendono evidenti con scariche Crisi miocloniche
di punte-onde lente sincrone e simmetriche di 3 c/s (Fig. 11.2).
Le crisi miocloniche sono caratterizzate da una brusca e invo-
Assenze atipiche. Hanno inizio e fine più graduale, dura- lontaria contrazione muscolare di breve durata (generalmen-
no un po’ di più e si accompagnano a modificazioni del te meno di 100 msec) singolare e ripetitiva che determina la
tono muscolare come caduta del capo o del tronco, mio- perdita del tono improvvisa, seppur momentanea, del capo, di
clonie palpebrali o buccali. Il paziente talora continua la un arto o di tutto il corpo con o senza perdita di coscienza. In
sua attività ma in maniera rallentata. All’EEG sono pre- base al loro verificarsi si distinguono in mioclonie a riposo e
senti scariche di punte-onde lente di 1-2 c/s. Sono fre- d’azione; invece facendo riferimento alla distribuzione si
quenti nella Sindrome di Lennox-Gastaut ma anche nelle distinguono in parcellari (uno o più muscoli), segmentarie
epilessie miocloniche. (un arto), globali o massive (più distretti muscolari).
Le mioclonie sottocorticali sono massive mentre quelle
Convulsioni tonico-cloniche corticali sono generalmente parcellari e interessano un
muscolo o un gruppo di muscoli di un lato, colpiscono in
Le convulsioni tonico-cloniche sono caratterizzate da maniera predominante le palpebre, i muscoli della faccia e
improvvisa caduta al suolo e da movimenti bruschi e conti- del collo, gli arti superiori più che quelli inferiori. Fattori
nui di flessoestensione degli arti con ipertonia del tronco. precipitanti sono la deprivazione di sonno, la fatica, lo
stress, e la stimolazione luminosa.
Fp2-F4 Le crisi miocloniche costituiscono l’espressione clinica
F4-C4 di tutte le epilessie miocloniche da quelle benigne all’epi-
C4-P4 lessia di Janz, alle epilessie evolutive più gravi ma posso-
P4-O2 no far parte di altre sindromi epilettiche (Tab. 11.8).
F8-T4 All’EEG le crisi miocloniche si associano alla presenza
di polipunte-onde spesso sincrone con le scosse.
T4 -T6

Mioclono non epilettico. Il mioclono non epilettico (Tab.


Fp1-F3 11.9) può variare da quello normale fisiologico dell’addor-
F3-C3
mentamento (mioclonie ipnagogene) a quello più grave e
C3-P3
disabilitante che determina gravi alterazioni del movimento.
P3-O1
Il mioclono non epilettico non si associa ad alterazioni EEG.
F7-T3
T3-T5 Crisi atoniche
Fz-T4
Le crisi atoniche sono caratterizzate da brusco cedimento
T4-T6
posturale per improvvisa riduzione o abolizione del tono
OA OC
muscolare e clinicamente sono indistinguibili dalle crisi
Fig. 11.2. EEG registrato in fase di veglia in un bambino di miocloniche. Sono frequenti nelle epilessie miocloniche e
9 anni con assenze e mioclonie palpebrali. nella Sindrome di Lennox-Gastaut.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 301

11 – EPILESSIE 301

Tab. 11.8. Epilessie miocloniche progressive. Tab. 11.10. Criteri clinici tra assenza e crisi parziali complesse.

Cause genetiche specifiche Criteri clinici Assenze Convulsioni parziali complesse

• Malattia di Unverricht-Lundborg Durata < 30 sec. Sempre Raramente


Cromosoma 21q22.3, gene CSTB (EPM1) Durata > 1 min. Raramente Sempre
Stato epilettico Frequente Raro
• Malattia di Lafora non convulsivo
Corpi di Lafora nella biopsia muscolare
Automatismi Frequenti Frequenti
Cromosoma 6q 24, gene EPM2A
Evoluzione in Mai Frequente
Cromosoma 6p 22, gene EPM2B
altre crisi focali
• Epilessia mioclonica con ragged red fibers Inizio e fine Sempre Frequente
Ragged red fiber alla biopsia muscolare improvviso
Gene MTTK del DNA mitocondriale Sintomi postictali Assenti Frequenti
• Ceroido lipofuscinosi Crisi riproducibili Sempre Raramente
Tipiche inclusioni intracellulari con iperventilazione
Cromosoma 11p15 gene TPP1 (forma classica);
cromosoma 16 gene CLN3 (variante infantile);
cromosoma 13q21 CLN5 (variante Finnish)
EPILESSIE E SINDROMI EPILETTICHE
• Sialidosi
Deficit di neuraminidasi nei leucociti e nei fibroblasti
Riportiamo le epilessie e le sindromi epilettiche in base
Tipo I (mioclono con macchia rosso ciliegia)
(cromosoma 6P21.3, gene NEU1) all’età d’esordio. Dal momento che l’età di comparsa di
Tipo II (galattosialidosi) cromosoma 20 una Sindrome epilettica è piuttosto ampia la suddivisione
per fascia di età è solamente indicativa.

Tab. 11.9. Classificazione del mioclono non epilettico.

• Mioclono fisiologico CONVULSIONI E SINDROMI


(mioclonie del sonno, mioclono benigno del risveglio)
• Mioclono parafisiologico (movimenti periodici del sonno,
CONVULSIVE A ESORDIO
Sindrome delle gambe senza riposo, mioclono benigno del
sonno neonatale e della prima infanzia)
NEONATALE
• Polimioclono familiare benigno
• Mioclono segmentale del tronco encefalico Convulsioni neonatali
(opsoclono, mioclono palatale)
• Mioclono segmentale del midollo spinale Le convulsioni neonatali si manifestano dalla nascita ai primi
28-30 giorni di vita in neonati a termine e pretermine e per
l’80% nei primi 2 giorni di vita. L’incidenza è di 2-2,8 su 1000
Crisi toniche nei nati a termine e di 13,5 nei nati con peso inferiore a 2500
Le crisi toniche sono caratterizzate da contrazione muscolare gr. L’incidenza è molto più alta raggiungendo picchi di oltre
persistente che dura da pochi secondi a un minuto. Sono crisi 50 casi per 1000 nati vivi nei soggetti pretermine. Possono
che insorgono soprattutto di notte e sono presenti in assoca- avere inizio precoce (0-3 giorni) o inizio tardivo (4-30 giorni)
zione alle crisi atoniche e miocloniche nella Sindrome di in relazione a cause eziologiche diverse. Nella tabella 11.11
Lennox-Gastaut. Sono frequenti anche nei bambini prematu- sono riportate le principali cause di CN e nella tabella 11.12 la
ri e nei pazienti con emorragia intraventricolare. All’EEG causa è collegata all’età d’esordio delle convulsioni [21-23].
possono essere evidenti scariche reclutanti di polipunte.
Crisi parziali semplici e complesse Eziologia
Le crisi parziali si definiscono semplici se non vi è perdita Le principali cause di convulsioni neonatali comprendono
di coscienza e complesse quando questa, invece, si verifica l’encefalopatia ipossico-ischemica, le emorragie intracra-
(Tab. 11.10). L’espressione clinica della crisi è soprattutto niche, le infezioni, le malformazioni cerebrali, le malattie
in relazione alla sede d’origine del focolaio epilettogeno: metaboliche, le cause tossiche e la sospensione di anticon-
frontale, temporale, centrale, parietale, occipitale. Inoltre vulsivanti. Alcune forme, sono idiopatiche familiari e non.
possono essere a prevalenza motoria o sensoriale (allucina-
zioni uditive o visive, sensazioni olfattive e gustative) Sindrome ipossico-ischemica. È tra le cause più fre-
oppure somatosensoriali (torpore, formicolii, parestesie) o quenti tuttavia non tutti gli eventi critici convulsivi sono
vegetative (ipersalivazione, tachicardia, nausea, arrossa- di natura epilettica.
mento) o, infine, psichiche con disfunzioni delle funzioni
corticali superiori senza interessamento della coscienza Emorragia intracranica. In questo caso le crisi insorgono
(afasia, sensazione del già visto e già vissuto, stato sognan- nelle prime 24-48 ore di vita e si associano a letargia e, talora,
te, pensiero forzato, paura, ansia). a coma; le convulsioni possono essere di tipo clonico e tonico.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 302

302 11 – EPILESSIE

Tab. 11.11. Principali cause di convulsioni neonatali. Le convulsioni nei nati da madri epilettiche sono da
attribuire alla sospensione del farmaco o alla farmaco-
• Encefalopatia ipossico-ischemica pre- peri e postnatale
dipendenza.
• Emorragie intracrancihe
– Subaracnoidee
– Intraventricolari Manifestazioni cliniche
– Intracerebrali
• Infezioni intracraniche (batteriche e virali) La semeiologia clinica delle convulsioni neonatali è varia e
• Malattie metaboliche talvolta le crisi sono così brevi e poco evidenti da essere
• Cause tossiche o sospensione di farmaci
difficilmente colte se non si ha un occhio esperto e se non
• Malformazioni cerebrali
• Idiopatiche
si allunga il tempo di osservazione del neonato.
– Convulsioni neonatali familiari I tipi di convulsioni che più frequentemente si osservano
– Convulsioni neonatali benigne di origine non nota sono le crisi cloniche focali, le convulsioni toniche e le
convulsioni sottili o minime.
Le crisi cloniche focali sono parziali e vengono definite
Tab. 11.12. Convulsioni neonatali ed età d’esordio. migratorie per la peculiarità della multifocalità e del passag-
gio da un punto all’altro del soma. Le crisi sono asincrone tra
Esordio precoce Esordio tardivo i foci di origine e le scariche si susseguono con ritmi diffe-
(0-3 giorni) (3-30 giorni) renti, simultaneamente o in breve successione. Sono più fre-
Sindrome ipossico-ischemica Ipocalcemia quenti con emorragie subaracnoidee nei neonati a termine di
Emorragia intracranica Infezioni
1-5 giorni e nel caso di ematomi intracerebrali.
Le convulsioni toniche sono più frequenti nel corso di
Ipoglicemia, ipocalcemia Errori congeniti del metabolismo
emorragie ventricolari; si associano ad apnea e non sempre
Sospensione di farmaci Anomalie di sviluppo
hanno un riscontro elettroencefalografico. Le convulsioni
Anomalie di sviluppo Ipossia, ischemia
sottili o minime comprendono fenomeni caratterizzati da
Deficit di B6 Convulsioni idiopatiche movimenti orali e oculari, da masticazione, da sbarramen-
Convulsioni familiari benigne to degli occhi o da clonie, da pedalamento o da serramento
dei pugni. Altre volte possono essere presenti solo momen-
ti di apnea o di cianosi oppure rossore al volto. Alcuni di
Tab. 11.13. Aspetti clinici delle CN.
questi episodi sono favoriti da stimolazioni di qualsiasi
natura. Nella tabella 11.13 sono riportate le varie manife-
Tipo di convulsione Manifestazione clinica
stazioni cliniche delle CN.
Tonico clonica generalizzata Contrazioni toniche seguite da Le clonie da convulsioni devono essere distinte dai tre-
brevi clonie (solo nelle epilessie mori, che sono costituiti da movimenti periodici a un ritmo
familiari benigne)
di 5-6 per secondo soppressi dal cambiamento di posizio-
Tonica generalizzata Ipertono posturale simmetrico ne, dalle mioclonie benigne del sonno e dai fenomeni vege-
(a volte da stimolazione) tativi come le apnee non epilettiche.
Clonica focale Clonie ritmiche non abolite
dalla posizione
EEG
Tonica focale Ipertono di un singolo arto o
deviazione fissa degli occhi L’interpretazione elettroencefalografica in questa fascia di
Mioclonica Mioclonie aritmiche, generalizzate,
età presuppone una notevole esperienza. Solo una piccola
focali o frammentarie, masticazione, percentuale di soggetti con convulsioni neonatali presenta
pedalamento, digrignamenti alterazioni elettroencefalografiche chiare, mentre è possi-
bile in numerosi casi registrare crisi convulsive subcliniche
Altri sintomi Apnee isolate
senza che vi siano manifestazioni cliniche convulsive
apparenti (Fig. 11.3). La registrazione elettroencefalografi-
ca in sonno quieto e/o in sonno attivo mostra un EEG di
Infezioni. Soprattutto da malattie virali contratte in epoca tipo alternante. La registrazione in veglia mostra un’attività
prenatale (citomegalovirus). di base continua di basso voltaggio più o meno regolare.
È sempre opportuno nei pazienti con convulsioni neona-
Malattie metaboliche. Sono tra le cause più numerose tali effettuare assieme alla registrazione elettroencefalogra-
e frequenti e quelle curabili determinano convulsioni fica lo studio poligrafico con la registrazione di altri para-
occasionali. Le convulsioni neonatali secondarie a ipo- metri quali respiro, frequenza cardiaca, attività muscolare,
calcemia e ipoglicemia sono comuni, ma è possibile oculogramma, ecc., che consentono di valutare maglio la
osservare CN secondarie a malattie metaboliche più natura dell’evento parossistico.
rare quali acidurie organiche, aminoacidopatie, deficit Le convulsioni neonatali che non si accompagnano ad
di biotinidase, CDG (Sindrome da deficit delle glico- alterazioni elettroencefalografiche possono essere seconda-
proteine) ecc. ri a eventi non epilettici da danno corticale.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 303

11 – EPILESSIE 303

Fp1 -C3 ziale sono brevi, compaiono con frequenza ravvicinata


C3-O1 per qualche giorno, anche in numero di 20-30, per poi
Fp1-T3 risolversi nell’arco di 1-6 mesi dall’inizio. Nel 14% dei
T3-O1
casi possono ripresentarsi sucessivamente o come CF o
come C afebbrili. Il gene è stato localizzato sul cromoso-
T4-C4
ma 20q12.3 e sul cromosoma 8q24. In generale vengono
C4-Cz
sotttodiagnosticate in quanto non riferite dalle famiglie
Cz-C3 che riconoscono la natura benigna degli eventi. L’impiego
C3 -T3
di farmaci per controllare le crisi è discusso ma non accet-
CT 0,3 µV 100 tato da tutti.
Le convulsioni neonatali benigne non familiari sono
Fig. 11.3. EEG registrato in fase di veglia in un bambino di state denominate per molto tempo “convulsioni del quinto
15 giorni con crisi parziali subcliniche.
giorno”. Sono rappresentate da crisi cloniche con apnee e
si manifestano il 3° e il 7° giorno di vita. Il tracciato è di
Prognosi solito normale ma può essere evidente un ritmo theta
(punte theta alternanti).
La prognosi è in relazione alla causa che ha determinato le La prognosi è buona. Le crisi non rincorrono e lo svi-
CN: la prognosi peggiore è legata alla presenza di gravi luppo psicomotorio è normale. Non necessitano di terapia.
displasie, di encefalopatia ipossico-ischemica e di infezio-
ni neonatali. Le sequele più temibili, oltre l’epilessia, sono
il ritardo mentale e le paralisi cerebrali infantili. Sindrome di Ohtahara
(encefalopatia epilettica infantile
Terapia con burst suppression)

La necessità di provare i nuovi farmaci antiepilettici in que- La Sindrome di Ohtahara è la forma più grave e rara di
sto tipo di convulsioni è notevole, ma ragioni soprattutto di encefalopatia epilettica età-correlata; l’età di esordio è
carattere etico rallentano le ricerche cliniche. molto precoce e compresa tra il primo e il terzo mese
Quando le CN sono secondarie a cause note, è consi- di vita.
gliato intervenire sulla causa che le ha determinate come
nel caso di malattie metaboliche e di infezioni. La piri- Aspetti clinici
dossina in bolo deve essere sempre somministrata (100 Si manifesta con tre tipi di convulsioni che sono gli spa-
mg in dose singola), ma occorre porre attenzione in quan- smi di tipo tonico, le convulsioni parziali e le crisi mio-
to dosi eccessive possono causare apnea e ipotonia. Il cloniche.
trattamento con fenobarbital ad alte dosi (30 mg/kg/die) è Gli spasmi tonici durano 1-10 secondi e possono essere
concordemente il più impiegato e svolge anche un’azione singoli o a grappolo. Le crisi parziali sono erratiche moto-
neuroprotettiva. rie colpiscono l’intero soma o la metà. Le crisi miocloni-
Le benzodiazepine – in particolare il diazepam, il lora- che sono più rare.
zepam e il midazolam – rimangono tra i farmaci meglio
tollerati. Aspetti elettroencefalografici
Le convulsioni neonatali possono essere sovradiagno-
sticate o sottodiagnosticate. La priorità del trattamento Gli aspetti elettroencefalografici sono peculiari e caratte-
deve essere rivolta alla causa eziologica. Seppur rara- rizzano la Sindrome per la presenza di un pattern caratte-
mente l’apnea isolata può essere l’unica causa delle con- rizzato da scariche periodiche altovoltate diffuse che si
vulsioni neonatali. Tutti i neonati con convulsioni la cui alternano a tratti di tracciato piatto.
eziologia non è nota dovrebbero essere sottoposti a pun-
tura lombare. Il trattamento anticonvulsivante di mante- Eziologia
nimento non appare necessario e dovrebbe essere con-
L’eziologia è sintomatica quasi sempre. Spesso sono pre-
dotto per breve tempo in quanto in età neonatale il perio-
senti alterazioni di vario tipo come, disgenesie cerebrali,
do attivo per le convulsioni è piuttosto breve.
displasie, emimegalencefalia, Sindrome del nevo sebaceo,
encefalopatie evolutive. Alcuni casi sono criptogenetici [7,
Convulsioni neonatali idiopatiche. Comprendono due
23, 24].
forme ben note sia dal punto di vista clinico che genetico e
sono le convulsioni neonatali familiari benigne e le con-
Trattamento e prognosi
vulsioni neonatali benigne non familiari.
Le convulsioni neonatali familiari benigne si ereditano Questa Sindrome è molto difficile da trattare e le convul-
con meccanismo autosomico dominante. Iniziano nella sioni, nella maggior parte dei casi, sono farmacoresisten-
prima settimana di vita ma in un t erzo dei casi anche dopo ti. La prognosi è sempre grave e dipende dalla patologia
il primo mese. Le convulsioni di tipo generalizzato o par- di base.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 304

304 11 – EPILESSIE

CONVULSIONI E SINDROMI • il FEB1 è localizzato sul cromosoma 8q13-q21, è stato il


primo locus individuato;
CONVULSIVE CON ESORDIO • il FEB2 è stato mappato sul cromosoma 19p;
NEI PRIMI ANNI DI VITA • il FEB 3 è sul cromosoma 2q23-q25 e successivi studi di
linkage hanno individuato sullo stesso gene le prime fami-
Convulsioni febbrili glie con GEFS+;
• il FEB 4 è stato mappato sul cromosoma 5q14-q15 in
Definizione e incidenza famiglie giapponesi con CF semplici.

Le convulsioni in corso di una malattia febbrile costituisco- Bambini con genitori o fratelli affetti da CF corrono un
no la patologia neurologica più comune dell’età pediatrica. rischio circa 5 volte maggiore rispetto alla popolazione
Le convulsioni febbrili (CF) sono eventi critici età-cor- generale di avere CF.
relati, in soggetti con suscettibilità genetica benigna alle
convulsioni, senza infezioni apparenti del SNC e senza pre- Aspetti clinici
cedenti convulsioni afebbrili. Le convulsioni febbrili sono comunemente suddivise in
L’età di esordio è compresa tra 6 mesi e 5 anni per le forme semplici e complesse.
classiche, ma in alcuni casi va oltre questa fascia di età. Le CF semplici costituiscono il gruppo più cospicuo,
L’incidenza complessiva è del 3-5%, ma in alcune aree sono tonico-cloniche, generalizzate e di breve durata (da
geografiche come il Giappone è molto più alta e raggiunge pochi secondi a pochi minuti), non ricorrono durante lo
picchi del 10%. I maschi sono più colpiti delle femmine. stesso episodio febbrile o nelle successive 24 ore e non
Le convulsioni febbrili non costituiscono un’unica entità lasciano paralisi di Todd.
clinica, ma una forma sindromica nella quale sono com- Le CF complesse durano più di 10-15 minuti, possono
presi diversi tipi di convulsioni e/o epilessie e tra le forme ricorrere nelle 24 ore successive, sono focali e possono
genetiche sono comprese inoltre le CF familiari, la GEFS+ lasciare una paralisi di Todd residua.
(epilessia generalizzata con CF plus) e l’EMS (epilessia Questo tipo di classificazione è ancora valida e ampiamen-
mioclonica severa dell’infanzia o Sindrome di Dravet). te impiegata, tuttavia da un punto di vista clinico appare più
opportuno suddividere le CF in tipiche, inserendo in questo
Patogenesi gruppo le CF semplici e in atipiche che comprendono l’am-
Le CF possono manifestarsi in occasione di qualunque rial- pia gamma dei vari fenotipi delle CF complesse e cioè: lo
zo termico improvviso o di infezione febbrile intercorren- stato di male febbrile (c. di lunga durata), le CF in famiglie
te, soprattutto di tipo virale rispetto alle batteriche. con differenti tipi di epilessia (compresa la GEFS+), le CF e
La patogenesi non è nota: età, fattori genetici e fattori afebbrili in soggetti sani o con patologie neurologiche, le CF
ambientali sono concordemente coinvolti. a esordio molto precoce, le CF a esordio o con ricorrenza tar-
Soggetti con rialzi termici improvvisi e consistenti pos- diva oltre i 7 anni (comprese le CF+), le CF in corso di mode-
sono manifestare eventi parossistici non convulsivi come la sto rialzo termico o durante la defervescenza, le CF con alta
“sincope febbrile” o “sincope anossica riflessa” nella quale ricorrenza e le CF che precedono epilessie genetiche come la
l’evento critico parossistico si manifesta clinicamente EMS o l’epilessia familiare del temporale (tabella 11.15).
come una convulsione, ma si tratta di una crisi sincopale da
vasodilatazione periferica, con bradicardia o asistolia e Indagini strumentali
riduzione del flusso ematico. Le CF tipiche non richiedono altre indagini se la diagnosi
clinica è certa. L’EEG è solitamente normale. Nel caso di
Genetica convulsioni con febbre da probabile infezione del SNC
I fattori genetici giocano un ruolo determinante nella pato- occorre invece procedere con altre indagini (esami neuro-
genesi delle CF e ciò è dimostrato dall’elevata incidenza radiologici, puntura lombare).
di familiarità, fino al 60%, sia per CF sia per epilessia
(Tab. 11.14).
Il tipo di trasmissione non è ancora noto e i modelli gene- Tab. 11.15. CF con differenti fenotipi clinici (CF atipiche).
tici ipotizzano un meccanismo autosomico dominante, • Stato di male febbrile (convulsioni febbrili di lunga durata)
autosomico recessivo, poligenico e multifattoriale. • CF in famiglie che presentano differenti tipi di epilessia (GEFS+)
Fino a oggi sono stati individuati 4 loci genici che sono • CF e CaF in soggetti sani o con patologie neurologiche
il FEB 1-2-3-4: • CF a esordio precoce (<1anno)
• CF a esordio tardivo (>6anni)
• CF che ricorrono oltre i 6 anni
Tab. 11.14. Loci genici delle convulsioni febbrili.
• CF che insorgono in corso di modesto rialzo febbrile
Locus Cromosoma o durante la fase di defervescenza
Feb 1 8q13-q21 • CF con alta ricorrenza (quasi ogni episodio febbrile)
Feb 2 19p • CF che ricorrono durante lo stesso episodio febbrile
Feb 3 2q23-q24 • CF che precedono l’epilessia mioclonica severa o l’epilessia
Feb 4 5q14-q15 idiopatica del temporale o altre epilessie
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 305

11 – EPILESSIE 305

Le CF con fenotipi più complessi possono necessitare di Tab. 11.16. Sindromi epilettiche e incidenza di CF (modifi-
ulteriori approfondimenti e anche di esami neuroradiologi- cata da Baulac, 2004).
ci in accordo agli altri dati clinici come per esempio pre- Epilessia assenza 20%
senza di alterazioni all’esame neurologico, alta ricorrenza Epilessia mioclonica giovanile 5-10%
delle crisi, lunghi stati di male febbrile. Epilessia mioclono-astatica 15-28%
Sindrome di Lennox-Gastaut 8%
Prognosi Epilessia rolandica 8%
Le CF tipiche, hanno prognosi buona e le recidive non si Epilessia occipitale 17%
presentano oltre il quinto anno di vita. In generale il 60% Epilessia lobo-temporale 25%
ha un solo episodio, il 30% due e il 10% più di 3. Epilessia mesiale refrattaria del temporale 50-80%
L’incidenza di successive convulsioni afebbrili oscilla dal
3 al 10% e fattori di rischio maggiori sono: la storia fami- Tab. 11.17. Mutazioni della GEFS+.
liare di epilessia o di CF, patologie neurologiche prima
della comparsa delle crisi e età d’insorgenza precoce. Cromosoma Gene Epilessia
Nei pazienti con CF il rischio di epilessia aumenta dal 2 19q13.2 SCN1B GEFS+
al 10-15%, soprattutto nei soggetti con sviluppo psicomo-
2 SCN1A GEFS+/SMEI
torio anormale, quando è presente familiarità per epilessia, SCN2A GEFS+/ BFNIS
quando le crisi febbrili sono di lunga durata. Nella tabella
11.16 sono riportate le sindromi epilettiche che con mag- 5 GABRG2 GEFS+
giore frequenza esordiscono o si associano alle CF e la loro
frequenza all’interno della Sindrome.
La CF+ costituisce all’interno della Sindrome il fenoti-
Terapia po più frequente ed è caratterizzata dalla ricorrenza delle
Nella maggior parte dei casi l’evoluzione delle CF è buona CF oltre l’età di 6 anni (di solito si esauriscono intorno agli
e non necessita di alcun trattamento. 11 anni) e dalla coesistenza di convulsioni afebbrili di tipo
La somministrazione di benzodiazepine per via rettale, al tonico clonico.
momento della convulsione, interrompe la crisi in atto e Responsabili della GEFS+ sono finora 4 geni, 3 codifi-
costituisce il trattamento più in uso. Questo può essere ese- cano per i canali del sodio voltaggio dipendenti e il quarto
guito anche a domicilio ed è valido per prevenire lo stato di per la subunità dei recettori del GABA (Tab. 11.17).
male febbrile. Il primo gene, localizzato sul cromosoma 19q, è stato
È obbligo curare anche la patologia responsabile della chiamato SCN1B (sodium channel β-1 subunit) il secondo
febbre. Nelle CF classiche, il trattamento per la prevenzio- e il terzo, localizzati sul cromosoma 2, SCN1A (sodium
ne non è mai consigliato. channel α-1 subunit) e SCN2A (sodium channel α-2 subu-
Nelle CF con fenotipo complesso deve essere valutato nit) e il quarto GABRG2 (recettore GABAa, subunità γ-2)
ogni singolo caso, tuttavia può essere preso in considera- sul cromosoma 5.
zione quando l’età d’esordio è molto precoce, se le recidi- La mutazione del gene SCN1B è stata la prima a essere
ve sono molto numerose e quando sono presenti problemi descritta, tuttavia il coinvolgimento del gene SCN1A è più
neurologici consistenti. I farmaci più impiegati sono il val- frequente e numerose mutazioni de novo di questo gene
proato di sodio e il fenobarbital. sono state ritrovate anche nell’epilessia mioclonica severa.
Il trattamento intermittente con benzodiazepine, per via La correlazione genotipo-fenotipo della mutazione del
orale o rettale, durante l’episodio febbrile, è molto dibattu- gene SCN1A ci permette di affermare che esiste un ampio
to e non trova reale indicazione. spettro di condizioni che va da forme più semplici e meno
gravi come la GEFS+, a forme di media gravità, fino alla
grave epilessia mioclonica severa o Sindrome di Dravet.
Epilessia generalizzata con CF+ Le mutazioni interferiscono sulla modulazione dei cana-
li del sodio, che sono i principali generatori del potenziale
L’epilessia generalizzata con CF plus (GEFS+) (il termi- d’azione dei neuroni, determinando ipereccitabilità o ini-
ne GEFS+ è l’acronimo di Generalized Epilepsy Febrile bendo l’attività neuronale.
Seizures plus) è una Sindrome epilettica genetica, di recen- Nonostante la GEFS+ sia frequente da un punto di
te individuazione. È stata descritta da Sheffer e Berkovic vista clinico, la mutazione è stata riscontrata solo in
nel 1997 in una grande famiglia australiana nella quale è poche famiglie confermando il dato secondo cui l’epiles-
stata individuata anche la prima mutazione genica. sia è una condizione multifattoriale e l’espressività gene-
Si trasmette in maniera autosomica dominante con tica è molto variabile.
espressività variabile e si caratterizza per la coesistenza,
nella stessa famiglia, di un ampio spettro di fenotipi clinici Epilessia mioclonica benigna
convulsivi, che vanno dalle CF tipiche, alle CF+ e ad altri
tipi di convulsioni afebbrili generalizzate o parziali come le È una rara forma di epilessia idiopatica generalizzata gene-
convulsioni tonico-cloniche, le assenze, le convulsioni ticamente determinata. Colpisce bambini di età compresa
mioclono-astatiche, le convulsioni miocloniche o atoniche. tra 6 mesi e 4 anni neurologicamente normali. Le crisi
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 306

306 11 – EPILESSIE

Fp2-C4 Tab. 11.18. Principali cause di spasmi infantili.


C4 -O2
Fp2-T4 Sindromi neurocutanee
T4-O2
Fp1-C3 • Sclerosi tuberosa
C3 -O1 • NF1
Fp1-T3 • Malattia di Sturge-Weber
T3-O1 • Incontinentia pigmenti
T4-C4 • Ipomelanosi di Ito
C4-Cz • Sindrome del nevo lineare sebaceo
Cz-C3
C3 -T3 Malformazioni cerebrali

Delt Dx • Sindrome di Aicardi


Delt Sx • Agiria/pachigiria
• Oloprosencefalia
CT 0,3 µV 100
• Emimegalencefalia
• Eterotopia, displasia, difetti di migrazione
Fig. 11.4. EEG + poligrafia registrati durante il sonno in un • Lissencefalia
bambino di 3 anni con epilessia mioclonica: registrazione di
una crisi tonica. Malattie cromosomiche
• Sindrome di Down
F1-F3
• Sindrome dell’X-Fragile
F3-C3 • Sindrome Miller-DIEKER (17p13)
C3-P3
P3-O1 Malattie metaboliche e neurodegenerative
F2-C2
C2-P2 • Fenilchetonuria
F2-F4 • Iperglicinemia non chetotica
F4-C4 • Piridossina-dipendenza
C4-P4 • Deficit di biotinidasi
P4-O2 • Malattia di Leigh
T3-C3
• Malattie mitocondriali
C3-Cz
• Sindrome CDG
Cz-C4
C4-T4
• PEHO (encefalopatia con edema, atrofia ottica, ipsaritmia)
Delt Dx • Sindrome di Rett
Delt Sx CT 0,3 µV 100
Malattie infettive
Fig. 11.5. EEG + poligrafia in fase di veglia in un bambino
di 11 anni con assenze miocloniche. • Infezioni da citomegalovirus

Encefalopatia ipossico-ischemica
miocloniche costituiscono l’unico tipo di convulsione pre- • Prenatale, perinatale e postnatale
senti, e sono massive, poco frequenti in veglia e più fre- • Infarto cerebrale
quenti nel sonno. Un certo numero di pazienti può svilup-
pare crisi di tipo TCG. L’EEG di fondo è normale (Figg. Tumori cerebrali
11.4 e 11.5). L’evoluzione è buona e questo tipo di epiles-
sia tende a guarire intorno all’adolescenza. Malformazioni vascolari

Sindrome di West (spasmi infantili)


quelle disgenetiche o malformative hanno una notevole
La Sindrome di West o degli spasmi infantili è caratteriz- incidenza e comprendono – oltre le sindromi neurocuta-
zata dalla triade che comprende spasmi in flessione, regres- nee – le displasie corticali, le eterotopie, l’oloprosence-
sione psicomotoria e alterazioni EEG di tipo ipsaritmico. È falia, la lissencefalia, la schizencefalia e le cromosomo-
una Sindrome relativamente frequente (3-5 su 10.000 nati patie [20, 21].
vivi) e colpisce lattanti di età compresa tra 4 e 12 mesi. Gli Tra le infezioni è opportuno ricordare quelle prenatali da
spasmi in flessione sono una sorta di marker della citomegalovirus, toxoplasma e rosolia e quelle postnatali
Sindrome di cui esistono forme criptogenetiche e forme come meningiti, ascessi cerebrali o encefaliti. Le cause
secondarie. Alcuni Autori sostengono l’esistenza di forme metaboliche sono anche numerose e oltre la PKU, la piri-
primitive. La patogenesi non è nota. dossina-dipendenza, le malattie mitocondriali, la CDG, il
deficit di biotinidasi.
Eziologia La forma a trasmissione X-linked recessiva colpisce
L’eziologia è riportata nella tabella 11.18. Non esiste solo i maschi nati da madri asintomatiche ed è stata asso-
una lesione unica e le cause vengono distinte in prena- ciata alla mutazione del gene ARX (Aristoles-related
tali, perinatali e postnatali. Dopo le cause perinatali homeobox gene) .
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 307

11 – EPILESSIE 307

Aspetti clinici
Gli spasmi costituiscono la manifestazione clinica convul-
siva tipica della Sindrome. Si manifestano con una brusca
flessione del capo, del tronco e degli arti in avanti; posso-
no essere in flessione, in estensione o misti, se asimmetrici
colpiscono un solo emisoma. Insorgono a grappolo al
risveglio o all’addormentamento e sono seguiti da pianto e
da senso di fastidio (Fig. 11.6). Gli spasmi tendono a scom-
parire dopo i primi due anni, se persistono, l’evoluzione è
verso la Sindrome di Lennox-Gastaut o verso altre forme di
epilessia soprattutto di tipo parziale complesso.
Fig. 11.6. Spasmi infantili in flessione in fase critica in un
Aspetti EEG bambino con NF1.
Gli spasmi si accompagnano a un quadro EEG peculiare
chiamato ipsaritmico (Fig. 11.7) nel quale è presente una Fp2 -C4

completa perdita del ritmo di base con comparsa di onde C4-O2

lente altovoltate (più di 200 microvolts) e punte-onde mul- Fp2-T4

tifocali che rendono il tracciato caotico. Questo aspetto T4-O2

ipsaritmico intercritico è presente in veglia ma anche in Fp1 -C3

sonno. L’ipsaritmia può essere anche parziale (emipsarit- C3-O1


mia) (Fig. 11.8), come nella Sindrome di Aicardi (Fig. Fp1-T3
11.9). Solitamente l’ipsaritmio di tipo simmetrico è indica- T3-O1
tiva delle forme idiopatiche o criptogenetiche mentre la
T4-C4
forma asimmetrica unilaterale è indicativa di lesioni strut-
C4-Cz
turali. Il tracciato in fase critica è caratterizzato dalla pre-
Cz-C3
senza di onde lente generalizzate transitorie seguite da un
C3-T3
abbassamento di voltaggio che corrisponde allo spasmo
(Fig. 11.10). In presenza di spasmi insorti di recente è sem- CT 0,3 µV 100
pre utile eseguire un EEG in sonno se quello in veglia non
mostra ancora l’ipsaritmia. Intorno ai 2-4 anni di età il qua- Fig. 11.7. EEG registrato in fase di veglia in un bambino di
5 mesi con sclerosi tuberosa e ipsaritmia.
dro ipsaritmico gradualmente si organizza e scompare ed è
sostituito da altri pattern EEG.
Fp2-C4
Prognosi
C4-O2
La prognosi è differente a seconda che si tratti di forme Fp2-T4
criptogenetiche o di forme secondarie; in quest’ultimo caso
T4-O2
è più grave. La mortalità è del 5%, il ritardo mentale è pre-
sente nel 90% dei casi e nel 70% è grave. L’evoluzione in Fp1-C3

altre forme di epilessia come la Sindrome di Lennox- C3-O1


Gastaut o le epilessie parziali complesse avviene nel 70% Fp1-T3
dei casi. Un certo numero di pazienti, inoltre, presenta
T3-O1
disturbi del comportamento, disturbo autistico e deficit set-
toriali delle funzioni cognitive.
Fig. 11.8. EEG registrato in fase di veglia in una bambina di
Terapia 7 mesi con Sindrome di Aicardi ed emipsaritmia.
La terapia degli spasmi infantili costituisce uno dei capitoli
più controversi del trattamento delle epilessie. L’ACTH, a
dosi variabili, costituisce la terapia più impiegata e viene
riportata in ogni protocollo di trattamento, tuttavia, pur
risultando efficace sul controllo delle crisi e sul quadro elet-
troencefalografico non previene il danno neurologico e il
deficit mentale. L’indirizzo formativo di questa scuola neu-
ropediatrica ha sempre preferito l’impiego di terapie farma-
cologiche alternative che trovano ormai ampi consensi.
Il vigabatrin tra tutti i farmaci impiegati è quello che
offre i migliori risultati sul controllo degli spasmi ed è indi-
cato come farmaco di prima scelta, soprattutto nel tratta- Fig. 11.9. Sezione sagittale della RM con immagini T1-
mento degli spasmi infantili secondari e sclerosi tuberosa. pesate in una bambina con Sindrome di Aicardi.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 308

308 11 – EPILESSIE

Fp2-C4 Tab. 11.19. Sindrome di Lennox-Gastaut: caratteristiche cliniche.


C4 -O2
Fp2-T4 Caratteristiche discriminanti
T4-O2
• Convulsioni toniche durante il sonno
Fp1-C3 • Stati di male
C3 -O1
Caratteristiche consistenti
Fp1-T3
• Convulsioni di tipo misto
T3-O1
• Ritardo mentale
T4-C4
• Scariche di punte-onde lente all’EEG di 1-2,5 c/s
C4-Cz

Cz-C3
Caratteristiche variabili
C3 -T3 • Tipo di convulsioni (toniche, miocloniche, assenze atipiche, CTCG)
spasmo CT 0,3 µV 100 • Frequenza delle convulsioni
• Eziologia sintomatica o idiopatica
Fig. 11.10. EEG registrato durante la fase critica in una
bambina di 7 mesi con ipsaritmia.

F2-C4 nella sua forma classica. Il 50% dei casi si manifesta suc-
C4-O2
cessivamente alla Sindrome di West [1, 20].
F2-T4
È caratterizzata dalla presenza di più tipi di convulsioni e si
accompagna a grave deterioramento cognitivo. Le crisi toni-
T4-O2
che sono più frequenti nel sonno e sono patognomoniche
F1-C3
della Sindrome. Le assenze sono atipiche e sono presenti
C3-O1
anche crisi atoniche di caduta e crisi miocloniche.
F1-T3 Caratteristici della Sindrome di Lennox sono i cosiddetti
T3-O1 “stati”, periodi lunghi anche giorni durante i quali coesistono
T4-C4 deterioramento cognitivo e veri e propri stati di male dovuti
C4-Cz
alla frequente ricorrenza delle crisi (anche molte decine al
Cz-C3
giorno). Questi “stati” sono particolarmente resistenti ai far-
maci talché è consigliabile non instaurare altri trattamenti.
C3 -T3
Nella Sindrome di Lennox-Gastaut l’EEG mostra delle
anomalie specifiche che in veglia sono costituite da scari-
Delt Dx
che di 1,5-2,5 c/s prevalenti nelle regioni frontali e tempo-
Delt Sx rali che diffondono a tutte le derivazioni e nel sonno ten-
dono ad aumentare (Fig. 11.11).
Il rapporto tra Sindrome di Lennox-Gastaut e Sindrome di
Fig. 11.11. EEG + poligrafia durante il sonno in un bambi-
no di 4 anni e 6 mesi con Sindrome di Lennox-Gastaut. West è un problema tutt’oggi non soluto; per alcuni Autori
le due forme costituiscono un continuum età-correlato.
Anche la Sindrome di Lennox-Gastaut come la Sindrome
Tuttavia il riscontro di gravi effetti collaterali spesso irre-
di West costituisce un’epilessia difficile da trattare; l’impie-
versibili a carico dell’occhio, che si manifestano con ridu-
go di alcuni nuovi farmaci antiepilettici (felbamato, lamo-
zione concentrica del campo visivo, limita l’uso di questo
trigina, topiramato) consente un certo controllo delle crisi.
farmaco ai soli primi mesi di trattamento.
Tra i vecchi farmaci il sodio valproato, il clonazepam per le
Gli altri farmaci impiegati sono il valproato e il nitraze-
crisi miocloniche e la fenitoina per le crisi toniche.
pam, tra i vecchi farmaci antiepilettici e il topiramato, tra i
Nella tabella 11.19 sono riportate le caratteristiche clini-
farmaci di nuova generazione.
che della Sindrome di Lennox-Gastaut. La prognosi in
genere non è buona: il 5% dei pazienti muore, l’80-90%
Sindrome di Lennox-Gastaut continua ad avere convulsioni in età adulta e presenta ritar-
do mentale anche grave e turbe del comportamento.
La Sindrome di Lennox-Gastaut è l’encefalopatia epiletti-
ca più nota dell’infanzia.
Essa fu osservata per la prima volta dal neurologo france-
se Lennox nel 1932 mentre si trovava a Chicago. Lennox EPILESSIA MIOCLONICA SEVERA
osservò infatti che l’EEG di bambini con assenze presentava DELL’INFANZIA (EMS)
scariche di punte-onde di 1-2,5 c/s, al posto di 3 c/s e definì
questo petit mal variant. Nel 1965 Gastaut descrisse tale
condizione con più accuratezza dal punto di vista clinico,
Sindrome di Dravet
rilevando la presenza di crisi toniche e di assenze atipiche. È una grave encefalopatia epilettica genetica a carattere
La Sindrome di Lennox-Gastaut insorge tra i 2 e i 10 progressivo. Si manifesta in diversi periodi successivi e si
anni con un picco tra 3-5 anni ed è un’epilessia molto rara caratterizza per la presenza di più tipi di convulsioni: CF a
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 309

11 – EPILESSIE 309

esordio nel primo anno di vita, crisi miocloniche, assenze malattia si manifesta con la sequenza talora in più giorni, di
atipiche e convulsioni parziali complesse. una serie di emiconvulsioni tonico-cloniche di lunga dura-
L’incidenza è di circa 1 caso ogni 30.000 bambini e i ta, cui segue emiplegia omolaterale che diventa permanen-
maschi sono 2 volte più colpiti rispetto alle femmine. Si te in circa i due terzi dei pazienti. Le convulsioni hanno
manifesta prima dei 3 anni di vita. spesso inizio in corso di episodi febbrili e in bambini neu-
Il meccanismo di trasmissione non è ancora noto. In rologicamente normali. L’epilessia si manifesta successi-
alcuni pazienti, circa il 60%, sono presenti mutazioni de vamente in circa l’80% dei soggetti.
novo del gene SCN1A (lo stesso della GEFS+) che codifi- Di solito non viene rilevata nessuna eziologia, a parte la
ca per la subunità α-1 del canale del sodio. In molti casi è presenza di familiarità per CF, tuttavia poiché si manifesta
presente familiarità per CF e per altri tipi di epilessia. in associazione a una malattia febbrile, può esservi un’in-
Le alterazioni segnalate alle neuroimmagini sono fezione non nota del SNC. Le cause traumatiche o vascola-
aspecifiche. ri sono rare. L’EEG nella fase acuta appare asimmetrico.
Questa condizione impone un trattamento acuto d’emer-
Decorso clinico genza; tuttavia la prognosi è, nella maggior parte dei casi,
È vario e la diagnosi si conferma lungo il follow-up attra- grave in quanto l’epilessia che si instaura tende a essere
verso alcuni aspetti che comprendono: la sequenza dei vari farmacoresistente.
tipi di convulsioni, la tendenza alla farmacoresistenza e il Possono permanere disturbi neurologici focali e turbe del
progressivo deterioramento mentale e neurologico. linguaggio.
Le crisi insorgono nel primo anno di vita con la febbre, Probabilmente l’ampia diffusione, anche domiciliare,
ma successivamente si ripresentano senza febbre e sono delle benzodiazepine per interrompere le crisi convulsive
cloniche o tonico-cloniche generalizzate, ma anche focali e in atto ha sensibilmente ridotto la reale incidenza di questa
spesso di lunga durata. Con il passare degli anni compaio- grave condizione.
no anche le crisi miocloniche massive e le assenze atipiche.
Tutte le crisi tendono alla farmacoresistenza. Quando la Convulsioni focali migranti
malattia si è stabilizzata le crisi convulsive tendono a regre- Questa Sindrome è solo da poco tempo inserita nelle nuove
dire spontaneamente, ma il deficit intellettivo e le altera- proposte di classificazione e quindi è in via di completa
zioni neurologiche si sono drammaticamente instaurate e definizione.
permangono per sempre. Colpisce ambedue i sessi e inizia in un’età media com-
Aspetti elettroencefalografici presa nei primi tre mesi di vita.
Si caratterizza per la comparsa di convulsioni suben-
Nella fase iniziale l’EEG è normale, ma successivamente tranti multifocali, che inizialmente appaiono poco signifi-
compaiono le prime alterazioni che sono costituite dalle sca- cative perché le condizioni generali e lo sviluppo psico-
riche parossistiche generalizzate di punte onde e polipunte motorio dei soggetti affetti appaiono del tutto normali;
lente di 1-2 c/s spesso facilitate dalla fotostimolazione e dal dopo 1 o 2 mesi però, le convulsioni ricorrono con alta fre-
sonno. Sono anche evidenziabili burst di attività teta a 5-6 quenza e clinicamente sono caratterizzate da crisi motorie
c/s sulle regioni centro parietali. Successivamente il traccia- parziali a variabile espressività (toniche miocloniche, toni-
to di base si altera per la presenza di notevole attività lenta e co-cloniche). I pazienti cominciano a presentare regressio-
ciò avviene in coincidenza con il deterioramento neuropsi- ne dello sviluppo motorio, ipotonia assiale e quadriplegia
cologico. È costante la presenza di marcata fotosensibilità. spastica. Tutti gli esami volti a escludere patologie di tipo
metabolico, neurodegenerativo o malformativo appaiono
Prognosi
normali. L’EEG presenta scariche multifocali di attività
Purtroppo la prognosi di questa condizione è grave, sia per teta o di ritmi indipendenti da una zona corticale all’altra,
quanto riguarda le convulsioni che sono intrattabili e ten- ma migranti.
dono a persistere, sia per il deterioramento mentale e neu- La terapia antiepilettica non risolve il quadro convulsivo,
rologico progressivo che determina anche atassia e segni che tende a diventare farmacoresistente.
neurologici di tipo piramidale. Il linguaggio è severamente L’etiologia rimane sconosciuta e non di rado, questa con-
compromesso, può essere presente deficit di attenzione con dizione porta a morte.
iperattvità. In alcuni casi l’evoluzione è in exitus.
Terapia Epilessia mioclono-astatica di Doose
Non esiste un tipo di trattamento che funzioni meglio di un
altro, per cui solitamente si viene a realizzare un avvicen- Esordisce, in bambini di età compresa tra 1 e 3 anni nei
darsi di farmaci da soli o in combinazione, nella speranza quali esiste familiarità per epilessia, con mioclonie astati-
di rallentare l’incalzare delle crisi convulsive. che soprattutto al risveglio, crisi atoniche e assenze. Il sog-
getto cade improvvisamente a terra e può riportare traumi.
Sindrome HHE (Hemiconvulsion, Hemiplegia, Epilpesy) Le crisi di caduta sono numerose e frequenti ma consento-
È caratterizzata da emiconvulsione, emiplegia ed epilessia. no al soggetto di riprendersi dopo pochi secondi; di solito
Costituisce una Sindrome molto rara e grave, e colpisce non è presente ritardo mentale all’esordio ma può compa-
prevalentemente bambini nei primi due anni di vita. La rire successivamente. In un primo momento la sintomato-
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 310

310 11 – EPILESSIE

logia di esordio può essere simile a quella della Sindrome


di Lennox-Gastaut. AFASIA E/O DISTURBO DEL LINGUAGGIO
All’EEG è costante la presenza di attività theta a circa 6
cicli al secondo nelle regioni centro-anteriori e parietali
soprattutto in determinati periodi. La poligrafia consente la
LANDAU EPILESSIA
registrazione delle crisi astatiche. L’epilessia mioclono-
DISTURBI
astatica di Doose evolve raramente in guarigione. DEL COMPORTAMENTO

Sindrome di Landau-Kleffner ALTERAZIONI EEG


(Sindrome afasia-epilessia o afasia
epilettica acquisita) Fig. 11.12. Caratteristiche della Sindrome di Landau-Kleffner.

La Sindrome di Landau e Kleffner è caratterizzata da due sin-


F4 -C4
tomi fondamentali – l’afasia e l’epilessia – da specifiche alte-
F3 -C3
razioni elettroencefalografiche e da turbe comportamentali
C4 -T4
(Sindrome da iperattività e disturbo autistico) (Fig. 11.12).
C3 -T3
Nella maggior parte dei casi l’afasia è acquisita e si
T4-T6
manifesta in bambini con normale sviluppo neurologico
che avevano già maturato capacità espressive. In più del T3-T5

50% dei casi esordisce con apparente perdita delle capacità T6-O
uditive e di comprensione (agnosia uditiva verbale) e suc- T5-O
cessivamente con perdita del linguaggio (afasia percettiva
F3-F4
ed espressiva). L’epilessia come sintomo di esordio avvie-
T3-C3
ne nel 40-50% dei casi prima dell’afasia oppure in coinci-
C2-Cz
denza con essa. Le convulsioni sono parziali-complesse,
ma possono anche essere generalizzate, tonico-cloniche, Cz-C4

atoniche e tipo assenze. C4-T4


L’afasia è un sintomo in genere grave e spesso persiste T5-T6
fino all’adolescenza e all’età adulta. L’epilessia tende ad
T6-O
essere ben controllata dai farmaci antiepilettici; la guari-
T5-O
gione completa avviene solamente in pochi casi.
L’EEG è caratterizzato dalla presenza di scariche di CT 0,3 µV 100

punte-onde lente in regione temporale o centro-temporale


Fig. 11.13. EEG registrato in fase di sonno in una bambina
di solito sinistro che tendono ad essere attivate durante la di 6 anni che aveva presentato emorragia talamica e che
fase di sonno lento e per buona parte del tracciato (più del mostra punte-onde continue in sonno lento (POCS).
70%) tanto da assumere in alcuni casi caratteristiche ricon-
ducibili ad un quadro di ESES.
Da un punto di vista clinico le crisi convulsive, quando
Non risente di un trattamento terapeutico univoco.
presenti, sono polimorfe: parziali, generalizzate, assenze
L’impiego dei cortocosteroidi è controverso.
o mioclonie.
Il deterioramento delle funzioni cognitive è soprattutto
Epilessia con punte-onde presente in relazione ai periodi di peggioramento del trac-
in sonno lento (ESES) ciato. Accanto a forme idiopatiche esistono forme iatroge-
ne (soprattutto da carbamazepina) e secondarie a danno
Il termine originale ESES indica il dato elettroencefalogra- cerebrale organico.
fico di electrical status epilepticus during sleep. Questa La risposta alla maggior parte dei farmaci antiepilettici
condizione oggi viene anche designata con il termine POCS non è buona. Il farmaco che presenta maggiore efficacia è
(punte-onde continue in sonno lento) ed il quadro EEG da l’acido valproico da solo o in associazione all’etosuccina-
solo non viene considerato indicativo della Sindrome. mide e al clobazepam. Nei casi resistenti può essere utiliz-
Infatti l’alterazione elettroencefalografica si accompagna a zato il cortisone.
deterioramento mentale e a crisi convulsive di vario tipo. Il
disturbo sia nella forma completa che in quella senza segni Epilessie miocloniche progressive
clinici e con la sola alterazione elettroencefalografica può
durare mesi oppure anni e l’incidenza è probabilmente mag-
o evolutive
giore di quanto comunemente riportato. Le epilessie miocloniche progressive (EMP) sono secon-
L’EEG, durante la fase di sonno lento, presenta scari- darie a malattie rare da cause genetiche [7, 4, 8].
che di punte-onde lente continue per tutto il tracciato Una causa frequente di epilessia mioclonica progressiva
(Fig. 11.13); tali alterazioni scompaiono nella fase REM. era la PESS o panencefalite subacuta sclerosante, che non
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 311

11 – EPILESSIE 311

sottende una causa genetica. Si manifesta con andamento lo scheletrico, nel fegato e nelle cellule dei dotti delle
progressivo dopo molti anni di latenza da un’infezione ghiandole sudoripare dove devono essere cercati.
morbillosa. Con l’impiego, su vasta scala, del vaccino anti- I geni della malattia di Lafora sono L’EPM2A e l’EPM2B
morbilloso, non si osserva più. situati sul cromosoma 6 rispettivamente 6q24 e 6q22
In una fase precoce delle EMP l’aspetto clinico ed elet-
Epilessia mioclonica con ragged red fibres (MERRF)
troencefalografico è assimilabile alle sindromi epilettiche
generalizzate idiopatiche come l’epilessia mioclonica gio- È una patologia di tipo mitocondriale, può essere sporadica o
vanile. Con il passare del tempo la diagnosi viene sospetta- familiare e in quest’ultimo caso è ereditata per via materna.
ta per la comparsa dei segni di un progressivo deteriora- I segni clinici comprendono miopatia, neuropatia, perdi-
mento neurologico ed elettroencefalografico. ta dell’udito, declino cognitivo, bassa statura e atrofia otti-
Il mioclono è frammentario e multifocale ed è spesso ca. Segni meno frequenti sono la cardiomiopatia, i lipomi
precipitato dalla postura, dal movimento o da stimoli ester- multipli e il diabete mellito. Presenta dei segni in comune
ni come la luce, il rumore, il contatto ed è più evidente nei con la Sindrome MELAS, ma la MERRF ha un decorso più
muscoli facciali e nelle estremità distali. Con l’aumentare lungo e meno grave.
del mioclono e dell’involuzione neurologica è compromes- L’EEG mostra scariche di punte onde lente a 2-5 Hz con
sa anche la normale attività quotidiana e i soggetti diventa- marcato rallentamento dell’attività di base.
no disabili. L’età d’esordio, i sintomi, il tipo di epilessia e Alla RMN possono essere presenti atrofia cerebrale e
di mioclono, i segni cerebellari variano in relazione alle calcificazioni dei gangli della base.
differenti forme. Nella tabella 11.18 sono riportate le pato- La biopsia muscolare mette in evidenza le ragged red
logie genetiche che sono causa di EMP. fibres nel 90% dei casi.
Il difetto molecolare consiste in una sostituzione nucleo-
Malattia di Unverricht-Lundborg tidica (adenosina-guanina o tiroxina-citosina) nel gene
Questa condizione autosomica recessiva, è più diffusa in MTTK del DNA mitocondriale ed è presente nel 90% dei
Finlandia ed è sporadica in tutto il resto del mondo esordi- pazienti con MERRF tipica.
sce tra 6 e 15 anni di età e i sintomi progrediscono in
maniera insidiosa. Ceroido-lipofuscinosi neuronale
Nella metà dei casi inizia con un mioclono secondario a Le forme di CLN che causano epilessia mioclonica pro-
stimoli sensitivi. L’esame neurologico, in un primo momen- gressiva sono 5 e ognuna di queste è geneticamente distin-
to normale, evidenzia con il progredire degli anni atassia, ta e si trasmette con meccanismo autosomico recessivo, a
incoordinazione, tremori intenzionali, disartria. La malattia parte la forma adulta che è dominante:
non porta precocemente a morte.
Il tracciato di base, normale durante i primi anni di malat- • forma classica tipo 2 o M. Di Jansky-Bielschowsky;
tia, mostra successivamente anomalie tipiche della epilessia • forma giovanile tipo 3 o malattia di Spielmeyer-Vogt-
generalizzata idiopatica, fino a presentare rallentamenti dif- Sjogren o malattia di Batten;
fusi dell’attività di base e scariche di punte onde lente e poli- • variante infantile finnica tipo 5;
punte onde comprese tra 2-6 Hz. È presente fotosensitività. • variante infantile tardiva tipo 6;
La RMN è di solito normale. Il gene CSTB della malat- • forma dell’adulto tipo 4.
tia di Unverricht Lundborg è meglio noto come EPM 1 ed
è sul cromosoma 22 q22.3 e codifica per la cistatina B che In tutte le forme esiste un accumulo intracitoplasmatico
è un inibitore della cisteina. Il meccanismo patofisiologico anormale con quantità abnormi di lipopigmento nei lisosomi.
della malattia è ancora sconosciuto. La ceroido-lipofuscinosi classica o tipo 2 si manifesta
Il sospetto clinico è fondamentale per la diagnosi che tra i 2 e i 4 anni. Le crisi sono di tipo mioclonico, tonico o
può essere confermata tramite la ricerca della mutazione. assenze atipiche. Nell’arco di pochi mesi s’instaura atassia
Non esiste un trattamento specifico. I farmaci più impie- e regressione psicomotoria, l’epilessia diventa sempre più
gati sono il Clonazepam e il Levetiracetam. intrattabile, compaiono decadimento delle funzioni menta-
li superiori e spasticità. Questa condizione porta a morte
Malattia di Lafora nel giro di 4-5 anni dall’esordio.
Insorge tra 12 e 17 anni ed è un disordine autosomico L’EEG presenta un marcato rallentamento del ritmo di
recessivo. base e scariche epilettiformi generalizzate. Un dato elettro-
Durante la fase iniziale, la sintomatologia epilettica è fisiologico caratteristico è costituito dalla presenza di
riconducibile all’epilessia mioclonica giovanile da cui è potenziali giganti, che si evocano nelle regioni posteriori in
difficile distinguerla, ma dopo si manifestano convulsioni seguito alla stimolazione con un singolo flash luminoso.
di tipo occipitale, con cecità e allucinazioni visive, assenze Il gene di questa malattia è chiamato TPP1, in quanto
atipiche, crisi atoniche e parziali complesse. Con il progre- codifica per la proteina tripeptidil peptidase 1 ed è stato
dire della malattia, le crisi diventano intrattabili, comincia mappato sul cromosoma 11p15.
l’atassia, la disartria, il declino cognitivo. La variante giovanile tipo 3 inizia tra 4 e 10 anni. I
Patognomonico di questa condizione è il rinvenimento disturbi prevalenti sono di tipo visivo; successivamente
dei corpi di Lafora: particolari inclusioni intracellulari a compaiono, in maniera graduale, sia la spasticità sia l’invo-
base di carboidrati che si ritrovano nei neuroni, nel musco- luzione mentale e il mioclono in concomitanza con disturbi
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 312

312 11 – EPILESSIE

psicotici e allucinazioni. Le anomalie elettroencefalografi- Tab. 11.20. Criteri per differenziare le crisi epilettiche dalle
che sono accentuate dal sonno, ma non dalla stimolazione pseudocrisi.
luminosa. Il gene CLN3 è localizzato sul cromosoma 16.
La variante infantile finnica tipo 5 differisce dalla Dati clinici Pseudocrisi Crisi epilettiche
forma classica per l’insorgenza più tardiva, intorno ai 5 Cambiamento della Rara Frequente
anni, e per il decorso più lento; tra i sintomi più eclatanti frequenza con i farmaci
sono da considerare la cecità e l’ipotonia. L’atassia compa- Aumento della frequenza Frequente Occasionale
re intorno ai 7 anni e le crisi miocloniche intorno agli 8. Il con lo stress
gene CLN5 è stato mappato sul cromosoma 13q21-q32. Linguaggio volgare Frequente Raro
La variante infantile tardiva tipo 6 ha inizio interme-
Autoaggressività Rara Comune
dio tra 5 e 7 anni. Il gene CLN6 è stato mappato sul cro-
mosoma 15q21-23. Incontinenza sfinterica Rara Comune
Ferite alla lingua Rare Comuni
Sialidosi Esordio notturno Raro Comune
Le sialidosi che causano EMP sono due: la sialidosi tipo 1 Stereotipia degli attacchi Spesso variabile Poco variabile
o mioclono con macchia rosso ciliegia e la sialidosi tipo II Eventi postictali Rari Costanti
ambedue autosomiche recessive.
EEG intercritico Spesso normale Anormale
La prima forma insorge in età giovanile è dovuta a defi-
cit di α-neuraminidase e si manifesta con mioclono di azio- EEG critico Normale Sempre
anormale
ne e intenzionale. La progressione della malattia è molto
lenta non vi è deterioramento mentale ma deficit visivo,
atassia ed epilessia.
La Sialidosi tipo II o galattosialidosi è causata dal deficit improvvisa e momentanea perdita di contatto con l’am-
sia di N-acetil neuraminidase che di β-galattosialidasi. Si biente della durata di pochi secondi (10-30 secondi). Le
può manifestare dal periodo neonatale fino alla seconda assenze vengono definite assenze semplici se non si
decade di vita, ma le alterazioni dismorfiche appaiono accompagnano ad altri fenomeni motori e assenze com-
peculiari. È presente, infatti, aspetto grossolano del volto, plesse se si accompagnano a piccole mioclonie delle pal-
opacità corneale, epatomegalia, displasie scheletriche, dif- pebre o degli arti, ad automatismi gestuali (strofinio delle
ficoltà di apprendimento e mioclonie. dita delle mani tra loro o con i vestiti, movimenti a picco-
La RMN può mostrare nelle fasi più avanzate atrofia li passi, ecc.) oppure a cambiamenti della postura. Le
pontocerebellare e cerebrale. Il gene delle sialidosi NEU 1 assenze cominciano e finiscono bruscamente interrompen-
è localizzato sul cromosoma 6p 21.3. do l’attività del paziente, non si accompagnano né sono
La diagnosi viene confermata dal riscontro degli enzi- precedute da fenomeni del tipo aura e non sono seguite da
mi lisosomiali deficitari nei leucociti o nella cultura dei fenomeni postcritici. La frequenza è varia, ma talora molto
fibroblasti. alta con picchi di 50-100 crisi al giorno. Le assenze sono
Le EMP sono molto difficili da trattare per la loro accentuate dalla fatica e dalla tensione emotiva. Lo svi-
peculiare farmacoresistenza ai trattamenti farmacologici luppo psicomotorio e il QI sono nella norma tranne rare
convenzionali. eccezioni (Tab. 11.20).

Aspetti EEG
L’EEG è caratteristico per la presenza di scariche paros-
EPILESSIE IDIOPATICHE sistiche di punte-onde lente di 3 cicli al secondo; ad alcu-
GENERALIZZATE ne di esse può corrispondere clinicamente l’assenza. Le
scariche iniziano e finiscono bruscamente, non durano più
di 20-30 secondi e sono tipicamente scatenate dall’iper-
Epilessia-assenza (petit mal) ventilazione. Anche la fotostimolazione può determinare
l’insorgenza delle scariche di 3 c/s. Il tracciato in sonno
È la forma più nota di epilessia generalizzata dell’età pedia- può mostrare le stesse anomalie. Altre alterazioni elet-
trica con forte predisposizione genetica. Colpisce più fre- troencefalografiche consistono in rallentamenti nelle
quentemente soggetti sani di sesso femminile in età scolare regioni posteriori.
secondo due picchi: 4-10 anni (epilessia-assenza dell’infan- Quando le assenze si manifestano in bambini neurologi-
zia) e 6-12 anni (epilessia-assenza dell’adolescenza). camente normali e quando sono presenti all’EEG le punte-
Alcuni soggetti presentano convulsioni febbrili semplici onde di 3 cicli al secondo su un tracciato di base normale
o complesse prima di manifestare epilessia-assenza. non occorre effettuare altre indagini. Nei casi in cui le
assenze sono complesse o atipiche può essere più difficile
Manifestazioni cliniche
distinguerle da crisi parziali complesse a partenza dal lobo
L’aspetto più caratteristico di questa epilessia è dato dalla frontale e/o temporale. Nella tabella 11.20 riportiamo i cri-
comparsa di assenze che possono ripetersi numerose volte teri clinici di diagnosi differenziale tra le assenza tipiche e
nel corso della giornata. Le assenze sono caratterizzate da le convulsioni focali complesse.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 313

11 – EPILESSIE 313

Prognosi e terapia no pochi secondi. Le scariche sono aumentate dall’iperventi-


La prognosi è solitamente buona e questa forma di epiles- lazione e non si verificano se la registrazione viene effettuata
sia si risolve sempre in l’adolescenza o subito dopo. La in una stanza buia. È presente fotosensitività.
terapia consiste nella somministrazione indifferentemente La registrazione con video EEG può essere di notevole
di etosuccimide o dipropilacetato di Na o di Mg [13, 15]. utilità per evidenziare le assenze.
Prognosi e terapia
Epilessia con assenze miocloniche
Questa condizione solitamente non evolve in guarigione e
È un’epilessia relativamente rara nella forma tipica. In tende a persistere per tutta la vita. Il trattamento più indi-
alcuni soggetti può essere presente un lieve ritardo psico- cato è l’acido valproico da solo o in associazione con l’e-
motorio. Le mioclonie seguono o accompagnano le crisi di tosuccimide o il clonazepam.
assenza e il decorso non sempre evolve verso la guarigio-
ne. All’EEG sono presenti scariche di 3 c/s come nell’epi-
lessia-assenza (Fig. 11.4). Epilessia tonico-clonica generalizzata
(epilessia tipo grande male)
Epilessia con assenze e mioclonie palpebrali
(Sindrome di Jeavons) Questa epilessia è molto temuta per la drammaticità dei
sintomi e per la violenza con la quale si manifesta.
Costituisce l’unica forma tra le epilessie fotosensitive L’epilessia generalizzata tonico-clonica tipo grande male
riflesse con caratteristiche sindromiche. È stata descritta (GM) può essere generalizzata sin dall’inizio o secondaria-
per la prima volta da Jeavons nel 1977 e probabilmente è mente generalizzata. Nel primo corso le convulsioni inizia-
più frequente di quanto si pensi. È presente familiarità. no bilateralmente e simmetricamente senza segni di foca-
Le crisi convulsive si manifestano alla chiusura degli occhi lità; nel secondo le convulsioni hanno inizio focale e si
e sono caratterizzate da mioclonie delle palpebre e rotazione generalizzano successivamente.
laterale dei globi oculari con contrazioni tonico-cloniche dei Le manifestazioni cliniche sono precedute da due fasi che
muscoli perioculari. I soggetti affetti possono presentare comprendono l’aura e i sintomi prodromici. L’aura corri-
occasionali convulsioni tonico-cloniche generalizzate che sponde a una crisi parziale ed è espressione di una scarica elet-
compaiono in coincidenza con stress o con deprivazione di trica focale del cervello, dura pochi secondi e viene riferita
sonno. Caratteristicamente sono presenti mioclonie palpebra- come una sensazione epigastrica sgradevole. L’aura non viene
li fini alla chiusura degli occhi anche nei periodi intercritici. mai riferita dai bambini al di sotto dell’età adolescenziale. I
Questa Sindrome fa parte delle epilessie generalizzate sintomi prodromici possono presentarsi anche alcuni giorni
idiopatiche ma è anche un’epilessia di tipo riflesso di pro- prima della crisi e vengono riferiti dai genitori come cambia-
babile origine genetica. menti del comportamento, astenia, pallore, inappetenza, ecc.
Ancora non è inserita nella classificazione ufficiale, tut- La crisi, quando insorge, è brusca ed è stereotipata nella
tavia le caratteristiche cliniche peculiari la rendono facil- sua sequenza. Prima vi è la fase tonica caratterizzata da
mente riconoscibile. flessione degli arti superiori e da iperestensione degli arti
Il marker è costituito dalla presenza delle mioclonie pal- inferiori; ad essa segue il serramento della bocca che è
pebrali (frequente e continuo ammiccamento delle palpe- tenuta chiusa e spesso procura lacerazione della lingua
bre) alla chiusura degli occhi più evidenti in piena luce e con emissione di piccole quantità di sangue. Vi può esse-
presenti anche nei periodi intercritici. La malattia esordisce re in questa fase respirazione rumorosa o apnea.
tra 2 e 14 anni con un picco intorno a 8 anni; sono più col- Successivamente inizia la fase tonico-clonica che si
pite le femmine. manifesta con movimenti ritmici e dura da pochi secondi
a più minuti e infine, la fase postictale nella quale è pre-
Decorso clinico
sente incontinenza degli sfinteri, talora cefalea e torpore.
Le crisi si ripetono più volte nel corso della giornata e se In alcuni pazienti il periodo postictale può essere lungo
alla mioclonia segue l’assenza si può associare breve per- anche quando la crisi è stata breve.
dita di coscienza. In coincidenza con la comparsa delle In bambini piccoli la crisi può avere caratteristiche clini-
mioclonie, o anche prima, i pazienti presentano spesso epi- che diverse da quelle descritte e manifestarsi con ipotonia
sodi di CTCG che ricorrono in maniera molto sporadica e generalizzata. La ricorrenza delle crisi è imprevedibile;
che possono essere scatenate dalla deprivazione di sonno, solitamente gli eventi epilettici si ripetono a lunga distan-
dalla luce, dallo stress, dall’alcool. za, talora anche di anni.
A volte la diagnosi clinica avviene in ritardo perché la L’EEG intercritico in veglia e in sonno può presentare
mioclonia palpebrale con l’assenza viene erroneamente scariche focali con tendenza alla generalizzazione in varie
considerata come un tic motorio. sedi, ma in molti casi è normale.
La diagnosi è apparentemente piuttosto semplice anche
Aspetto elettroencefalografico se può essere difficile differenziarla dalle pseudocrisi, le
Sono evidenti scariche parossistiche generalizzate di punte e crisi di tipo sincopale gli spasmi affettivi. Nella tabella
punte onde lente di 6-8 c/s che in maniera caratteristica si 11.20 sono riportati i criteri per differenziare le crisi epilet-
verificano in coincidenza con la chiusura degli occhi e dura- tiche dalle pseudocrisi.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 314

314 11 – EPILESSIE

Il grande male del risveglio si manifesta con caratteri- Fp2-Fp1

stiche cliniche simili a quelle del GM ma al risveglio o Fp2-C4

subito dopo, ed è più frequente in età adolescenziale. Le C4-O2


Fp2 -T4
crisi sono favorite dal risveglio precoce, dalla privazione
T4-O2
di sonno, dallo stress fisico, dalla stimolazione luminosa;
sono in genere rare (1-2 per anno) e possono comparire
anche assenze o mioclonie. Fp1-C3

La terapia consente un buon controllo delle crisi sia con C3-O1

l’impiego di farmaci di vecchia che di nuova generazione Fp1-T3

(Valproato di sodio, lamotrigina, topiramato, gabapentina) T3-O1

preferibilmente in monoterapia. CT 0,3 µV 100

Epilessia mioclonica non evolutiva Fig. 11.14. EEG registrato in fase di veglia in una bambina
di 12 anni con epilessia mioclonica giovanile di Janz.
Epilessia mioclonica giovanile (Sindrome di Janz).
Colpisce soggetti della seconda decade di vita e, quindi, in
età adolescenziale. Il locus genico dell’epilessia miocloni- seguite talvolta da successiva generalizzazione. Alcuni di
ca di Janz è localizzato sul cromosoma 6p11 e 15q14. Si questi bambini oppure i familiari possono aver presentato
caratterizza per la presenza di grappoli mattutini di mio- convulsioni febbrili nella prima infanzia.
clonie che improvvise insorgono subito dopo il risveglio e
Decorso clinico
che determinano la caduta improvvisa o spesso il lancio di
oggetti che il paziente tiene nelle mani (tazza del caffè, Le crisi si manifestano soprattutto durante il sonno e nelle
sapone ecc.), senza perdita di coscienza. prime fasi dell’addormentamento e sono caratterizzate da
Accanto a queste crisi mattutine possono essere presen- movimenti clonici di solito della bocca e, successivamente,
ti assenze atipiche. Le crisi miocloniche così come le di un emilato; sono accompagnati da rumori gutturali, sali-
assenze possono essere aggravate dalla fatica e dallo stress vazione e difficoltà a parlare, senza che vi sia perdita di
e, quindi, ripresentarsi durante le ore serali. Una parte dei coscienza. La crisi può essere singola o più spesso può
pazienti con epilessia di Janz manifesta anche crisi tonico ripetersi nell’arco di poco tempo per poi ripresentarsi
cloniche generalizzate che possono presentarsi al mattino anche dopo mesi e di solito è di breve durata. La genera-
al risveglio o costituire la parte finale di un grappolo di lizzazione può avvenire raramente. In alcuni casi le crisi si
mioclonie. Raramente può insorgere uno stato di male manifestano di giorno durante la veglia.
mioclonico. Lo sviluppo neurologico e psicomotorio è Le alterazioni elettroencefalografiche, danno il nome alla
solitamente normale e non vi è ritardo mentale ma in alcu- Sindrome. Il quadro intercritico è caratteristico sia in veglia
ni casi deficit selettivi. che in sonno e mostra su un tracciato di base normale la pre-
senza di punte-onde lente altovoltate singole o in piccoli
Aspetti elettroencefalografici gruppi sulla regione centrale e centrotemporale: tali alterazio-
Le alterazioni elettroencefalografiche sono piuttosto ni si attivano e tendono ad aumentare durante il sonno. Alcuni
caratteristiche e meglio espresse nel tracciato intercriti- componenti della famiglia possono presentare anomalie EEG
co eseguito dopo deprivazione di sonno. Esse sono analoghe, senza avere mai presentano convulsioni.
caratterizzate dalla presenza di punte e di polipunte- Quando i dati clinici ed elettroencefalografici sono clas-
onde rapide a 3-6 cicli al secondo che tendono a genera- sici, non è indicata alcuna altra indagine.
lizzare (Fig. 11.14). L’EBPR guarisce con l’età, di solito entro la pubertà, per
cui è preferibile evitare il trattamento terapeutico a meno
Prognosi e terapia che non vi sia una particolare ricorrenza delle crisi.
La terapia prevede la somministrazione di DPK. La pro-
gnosi è in genere buona, ma con l’ausilio della terapia che Epilessia benigna con parossismi occipitali
non va mai sospesa.
Questa epilessia fa parte delle epilessie idiopatiche beni-
gne dell’infanzia. Comprende due forme cliniche: la
Convulsioni e sindromi convulsiva Sindrome di Panayiotopoulos o epilessia occipitale a
a esordio dopo il secondo esordio precoce e la Sindrome di Gastaut o epilessia occi-
anno – epilessie parziali idiopatiche pitale a esordio tardivo.

Epilessia benigna a parossismi rolandici (EBPR) Sindrome di Panayiotopuolos


È la forma di epilessia parziale benigna dell’infanzia più
frequente e più nota sia da un punto di vista clinico che Le convulsioni hanno inizio in un’età compresa tra 3 e 6
elettroencefalografico. anni prevalentemente durante il sonno e colpiscono maschi
Si manifesta in bambini neurologicamente normali di e femmine alla stessa maniera. È presente un’alta inciden-
età compresa tra 5 e 11 anni con crisi notturne parziali za di familiarità per CF.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 315

11 – EPILESSIE 315

Decorso clinico illusoria di movimento degli occhi o di deviazione da un


In due terzi dei casi durante il sonno il paziente si sveglia, lato o di dolore. La coscienza non è quasi mai compro-
è vigile ma sofferente, pallido lamenta dolore e nausea, messa. La crisi è seguita da cefalea diffusa o localizzata a
presenta deviazione laterale dello sguardo; altri segni del un emilato, della durata di circa un’ora, raramente la cefa-
sistema nervoso autonomo sono il rash cutaneo, cianosi, lea può precedere i sintomi ictali. Questo dato impone la
midriasi o miosi, alterazioni cardiorespiratorie e della ter- diagnosi differenziale con una crisi emicranica o con epi-
moregolazione, scialorrea e incontinenza. La deviazione lessia occipitale sintomatica.
dello sguardo persiste e può subentrare la perdita di Aspetti elettroencefalografici
coscienza con clonie emifacciali, mioclonie, nistagmo e
automatismi; la crisi culmina con il vomito nella maggior L’EEG in fase intercritica può essere normale o mostrare
parte dei casi. Di solito l’episodio tende a durare a lungo le scariche di punte onde lente prevalenti in regione occi-
anche più di mezz’ora-un’ora, determinando una sorta di pitale. L’EEG critico mostra le scariche di attività rapida
stato di male. Alla fine dell’evento critico il paziente si in regione occipitale.
riprende senza ricordare nulla, dopo qualche ora di sonno.
Prognosi e trattamento
Nella maggior parte dei casi l’episodio critico è singolo
e solo una piccola percentuale di pazienti (circa 5%) può Anche questa forma ha evoluzione buona e tende a regre-
presentare numerose recidive. dire un paio d’anni dopo l’insorgenza, tuttavia per la note-
All’insorgere dei primi episodi critici, data la comples- vole ricorrenza degli eventi critici appare appropriato l’in-
sità e la gravità delle manifestazioni cliniche che possono tervento terapeutico con la somministrazione di carbama-
far nascere il sospetto di patologie neurologiche acute gravi zepina, che interrompe in breve tempo gli eventi critici.
di altra natura, i sintomi del sistema nervoso autonomo non
vengono considerati di tipo convulsivo e i soggetti, ricove-
rati in urgenza, sono sottoposti a numerose indagini che Epilessia parziale atipica benigna
risultano normali. Questa condizione, piuttosto rara, viene indicata anche
Aspetti EEG con il termine di Sindrome Pseudo-Lennox e inizia con
una sintomatologia quasi sovrapponibile all’epilessia a
Mettono in evidenza scariche di punte onde lente altovol- parossismi rolandici da cui si distingue per il differente
tate che possono avere origine in qualsiasi sede, ma hanno decorso clinico.
una netta prevalenza in regione occipitale. Queste altera-
zioni si attivano sempre con il sonno, ma possono non Decorso clinico
essere evidenziabili con il solo tracciato in veglia. La malattia insorge alla stessa età dell’epilessia rolandica
Prognosi e terapia o poco prima e quindi dai 4 agli otto anni in bambini neu-
rologicamente normali. Le crisi esordiscono durante la
È una condizione a evoluzione benigna e tende a risolversi fase di addormentamento o di sonno ma anche in veglia e
un paio d’anni dopo l’insorgenza dei primi sintomi o in sono parziali facciali di tipo motorio. Successivamente
adolescenza. Pochi soggetti presentano anche epilessia non solo tendono a persistere e a intensificarsi ma si asso-
rolandica. ciano a crisi di caduta, crisi atoniche focali o di tutto il
Nel caso di episodi critici di lunga durata i pazienti tronco, e si presentano a grappolo. Altre crisi possono
devono essere curati in ambiente idoneo e la crisi va inter- essere le assenze atipiche o le CTCG tipo grande male. A
rotta con l’impiego di benzodiazepina e.v. alla dose di volte le crisi rolandiche e le assenze possono diventare
0,2-0,3mg/Kg. così numerose da essere subentranti e determinare uno
Data la scarsa ricorrenza degli eventi critici non è con- stato di male che tende a durare qualche giorno se non
sigliata alcuna terapia preventiva, ma l’impiego, come viene interrotto. In questo arco di tempo si può avere afa-
nelle CF, della benzodiazepina per via rettale, da usare sia o disturbo del linguaggio, scialorrea e compromissione
anche a domicilio. dello stato di coscienza con decadimento delle funzioni
cognitive, accompagnato da deficit di attenzione con ipe-
Sindrome di Gastaut rattività. Può essere presente mioclono negativo.

È più rara e si manifesta in età compresa tra 3 e 15 anni, Aspetti EEG


con picco intorno agli 8. Il quadro elettroencefalografico mostra, nella fase ini-
ziale, scariche altovoltate di punte-onde lente in regione
Decorso clinico centrotemporale o frontocentrale del tutto sovrapponibi-
Si caratterizza per la presenza di crisi convulsive che si pre- li alle alterazioni che si riscontrano nell’epilessia a
sentano sottoforma di allucinazioni visive e cecità insieme parossismi rolandici, ma con il progredire dei sintomi
o alternate, della durata di pochi secondi o di qualche anche il tracciato diviene più alterato per la presenza di
minuto. Le allucinazioni visive sono caratteristiche in una forte attivazione in fase di sonno tanto da assumere
quanto prevalentemente determinate dalla visione di nume- le caratteristiche del tracciato con punte onde continue
rose palline colorate a volte accompagnate da sensazione in sonno lento.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 316

316 11 – EPILESSIE

Prognosi e terapia Nel primo caso sono presenti sia una storia di CF sia la
La prognosi è benigna in quanto, nella maggior parte dei presenza di aura viscerale, gustativa od olfattiva, seguita
casi, guarisce. Tuttavia possono residuare dei deficit che da arresto motorio o assenza e afasia. La durata è di pochi
vanno dal deficit attentivo con iperattività a veri e pro- minuti, l’inizio graduale e l’evoluzione lenta. Nel secondo
pri disturbi del linguaggio. La risposta alla terapia è a caso l’aura è prevalentemente visiva con allucinazioni e
volte scarsa per l’alta ricorrenza e la diversità degli epi- talvolta distonie.
sodi critici. La carbamazepina può accentuare il mioclo- Esistono due condizioni riferibile a apilessia familiare
no negativo. del lobo temporale:

• epilessia familiare del temporale autosomica dominante;


Epilessia autosomica dominante • convulsioni febbrili ed epilessia del lobo temporale.
notturna del frontale
Epilessia familiare del lobo temporale autosomica
È stata la prima Sindrome focale autosomica dominante, dominante
ereditata da singolo gene a essere descritta. È stata descritta da Ottman nel 1995. Esordisce tra l’in-
Si manifesta nella tarda infanzia e in circa il 90% dei casi fanzia e l’età adulta con una netta prevalenza in adole-
prima dei 20 anni, può persistere fino all’età adulta. scenza. Le convulsioni sono focali, ma talora con secon-
L’epilessia del frontale è secondaria a diversi loci daria generalizzazione. È presente una tipica aura uditi-
genici che codificano per i recettori nicotinici. Il primo va suggestiva, della sede laterale del lobo temporale.
(ENFL1) è stato localizzato sul cromosoma 20q13, il Non sono evidenti anomalie strutturali cerebrali e il
secondo (ENFL2) sul cromosoma 15q24 e il terzo decorso è benigno.
(ENFL3) sul cromosoma 1q21. Altre mutazioni sono L’EEG non sempre presenta anomalie e spesso questa
quelle sul cromosoma 2 e sul 10q. Nonostante questa condizione resta non diagnosticata.
notevole eterogeneità genetica il fenotipo clinico è piut- Il gene di questa epilessia è stato mappato sul cromosoma
tosto omogeneo. 19q24 ed è stato denominato LGI1, codifica per una protei-
na chiamata epitempina la cui funzione non è ancora nota.
Decorso clinico
Le crisi si manifestano tipicamente durante il sonno o subi- Convulsioni febbrili ed epilessia del lobo temporale
to prima del risveglio e mai di giorno, sono molto frequen- Le convulsioni febbrili, precedono la comparsa dell’epi-
ti, quasi ogni notte, e sono caratterizzate da crisi motorie di lessia del lobo temporale e, nel 30-60% dei casi, l’epi-
tipo ipercinetico, tonico o distonico. Le crisi motorie sono lessia mesiale del temporale si associa a sclerosi dell’ip-
improvvise, brusche e afinalistiche, spesso con improvvisi pocampo. La reale relazione tra queste due condizioni è
cambiamenti di posizione, sobbalzi, movimenti di pedala- stata a lungo discussa ma non è ancora chiara. È proba-
mento degli arti e delle braccia e può esservi secondaria bile che nella stessa famiglia le anomalie dell’ippocam-
generalizzazione. Non vi sono fenomeni postictali, la po predispongano alle CF, alla sclerosi e all’epilessia
coscienza è conservata. Gli aspetti clinici di questa epiles- del lobo temporale, oppure che le CF e l’epilessia del
sia possono apparire poco chiari ed essere confusi con temporale abbiano una doppia base genetica o ancora
quelli degli eventi clinici parossistici non epilettici per cui che le CF familiari possano complicarsi con la sclerosi
la diagnosi può essere errata o ritardata. L’EEG è spesso dell’ippocampo.
normale sia in fase critica che in fase intercritica. Le forme familiari di epilessia del lobo temporale con
CF comprendono:
Prognosi e terapia
La terapia prevede una monoterapia con uno dei farmaci • epilessia del lobo temporale con CF
per l’epilessia parziale tuttavia in un terzo dei casi s’in- • epilessia del lobo temporale con sclerosi dell’ippocampo
staura una certa farmacoresistenza. Questa epilessia tende con o senza CF
a persistere a lungo. • altre epilessie del lobo temporale

Epilessie parziali occipitali


Epilessia del lobo temporale
Queste epilessie comprendono oltre all’epilessia benigna
È la forma più comune di epilessia focale. Per molti anni è idiopatica a parossismi occipitali, l’epilessia occipitale con
stata considerata esclusivamente secondaria a lesioni cere- crisi notturne e l’epilessia occipitale con calcificazioni uni-
brali congenite o acquisite. laterali o bilaterali.
Le epilessie non lesionali del lobo temporale comprendo-
no un gruppo di epilessie genetiche alquanto disomogenee. Epilessia del lobo parietale
Da un punto di vista strettamente clinico è possibile In questa forma le crisi sono prevalentemente somatosen-
dividere le epilessie del temporale in due gruppi: epiles- soriali con sensazioni di parestesie e offuscamenti; sono
sia mesiale del lobo temporale ed epilessia laterale del frequenti e possono essere associate a fenomeni motori
lobo temporale. oppure a marcia jacksoniana.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 317

11 – EPILESSIE 317

EPILESSIE SINTOMATICHE Fp1-C3

PARZIALI E GENERALIZZATE C3-O1

Le epilessie sintomatiche sono riportate in tab 11.5 e sono


Fp1-T3
distinte in base alla causa eziologica.
In questo gruppo di epilessie le crisi convulsive posso-
T3-O1
no essere parziali, generalizzate, miocloniche, toniche
ecc. Nel caso di crisi focali dipendono dalla sede di origi- Fp2-C4
ne della scarica: epilessia temporale, frontale, parietale,
occipitale (Fig. 11.15 e 11.16).
C4-O2
Naturalmente, sia il decorso clinico che la terapia e la
prognosi dipendono dalla patologia di base che sostiene
Fp2-T4
l’epilessia.
Le malformazioni dello sviluppo corticale sono diventa-
T4-O2
te causa frequente di epilessia, anche in età pediatrica, e la
diagnosi viene ormai posta molto precocemente; è così
anche per tumori, le infezioni, le cause ischemiche o vasco- T3-C3
lari, le sindromi neurocutanee.
In una parte di epilessie sintomatiche, quando la lesione è C3-Cz
responsabile delle scariche convulsive e la sede è aggredibi-
le, la terapia chirurgica può costituire il trattamento elettivo. Cz-C4

Tuttavia la terapia farmacologia attraverso l’utilizzazione di


C4-T4
un ampio spettro di farmaci consente un ottimo controllo
delle crisi a meno che non si instauri farmacoresistenza.

Epilessia parziale continua


Fig. 11.15. EEG registrato durante la fase critica in un bam-
(epilepsia partialis continua) bino di 13 mesi con epilessia parziale sintomatica tempora-
Questa è una condizione molto rara in età pediatrica ed è le: si osserva la registrazione di una crisi parziale ad insor-
genza dal lobo temporale con secondaria generalizzazione.
caratterizzata dalla presenza di crisi che esordiscono con
piccole mioclonie che possono colpire un arto, parte di esso
(la mano, le dita) oppure, talora, un solo gruppo di musco- Fp2-C4
li (ad es., muscoli del tronco, dell’addome o del volto). Gli C4-O2

episodi critici possono durare poche ore o anche giorni e Fp2-T4

determinare uno stato di male, da cui la denominazione T4-O2


“partialis continua”. Questo tipo di epilessia è patognomo- Fp1-C3
nica della Sindrome di Rasmussen, un’encefalite lentamen- C3-O1
te progressiva che colpisce prevalentemente un emisfero e Fp1-T3
in particolare la regione frontocentrale con progressiva T3-O1
atrofia ad inizio in regione frontale ed espansione all’inte- CT 0,3 µV 100
ro emisfero a volte controlateralmente (vedi capitolo 27).
Fig. 11.16. EEG registrato in fase di veglia in un bambino di
8 anni con esiti di encefalite erpetica: si osservano scariche
continue in sede frontale.
EPILESSIE RIFLESSE
(EPILESSIE STIMOLO-SENSITIVE) li tattili), epilessie indotte da altri stimoli sensitivi (da
immersione in acqua calda) e, infine, epilessie indotte da
In queste epilessie la crisi convulsiva viene scatenata da attività complesse (da lettura, da pensiero, da scrittura,
uno stimolo noto o specifico [23, 26]. da masticazione).
Le prime segnalazioni di epilessie riflesse risalgono ai
primi anni del Novecento e sono precedenti alla tecnica di Epilessie fotosensitive
attivazione con fotostimolazione stroboscopica che è stata Le epilessie fotosensitive sono secondarie ad una stimola-
applicata da Walter nel 1946 [21, 26]. zione luminosa.
Nella tabella 11.21 è riportata una classificazione La fotosensitività è dovuta a un trait genetico con
delle epilessie riflesse; si distinguono le epilessie foto- penetranza età dipendente (5-15 anni) autosomico domi-
sensitive (epilessia fotosensitiva pura, epilessia fotosen- nante ed è caratterizzata da abnorme risposta clinica ed
sitiva con crisi spontanee, con mioclonie palpebrali e elettroencefalografica all’emissione di luce intermitten-
con assenze, autoindotta, e da pattern specifici), startle te; colpisce più frequentemente il sesso femminile in età
epilessia (epilessia indotta da movimenti, rumori, stimo- adolescenziale. La risposta elettroencefalografica si ha
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 318

318 11 – EPILESSIE

Tab. 11.21. Epilessie riflesse. suti a strisce, scale mobili, radiatori ecc. L’epilessia scate-
nata da televisori e videogame è la più nota. Si manifesta in
Epilessie fotosensitive bambini che sono soliti passare molto tempo davanti al
• Pure televisore a distanza ravvicinata oppure cambiando conti-
• Con crisi spontanee nuamente programma. Possono essere molto utili alcuni
• Con mioclonie palpebrali e con assenze semplici consigli come quelli di regolare la distanza alla
• Autoindotte quale si guarda il televisore o di usare lenti fotocromatiche
• Da pattern specifici protettive per evitare l’insorgere delle crisi.
Startle epilessia
Epilessia fotosensitiva autoindotta. Si manifesta sia in
• Da movimenti soggetti con gravi handicap che in soggetti normali. I meto-
• Da rumori di per scatenarla sono vari; tra i più comuni è l’induzione
• Da stimoli tattili della crisi riflessa attraverso le mani poste davanti a una
Epilessia indotta da altri stimoli sorgente luminosa, o il battere veloce delle palpebre.
Convulsioni autoindotte sono assenze o crisi miocloniche.
• Da immersione in acqua calda

Epilessia indotta da attività complesse Startle epilessia


• Da lettura
Startle significa sobbalzo. L’equivalente francese è sur-
• Da pensiero
• Da scrittura
saut . La risposta startle è caratterizzata da una contrazione
• Da masticazione muscolare breve e improvvisa provocata da rumori, movi-
menti bruschi, o stimolazioni tattili, improvvise e inattese.
La risposta startle ai rumori è molto espressa nella malattia
di Tay-Sachs (gangliosidosi GM2) dove rappresenta l’e-
Fp2-F4
sordio della malattia.
F4-C4 La startle epilessia è una forma secondaria di epilessia, i
C4-P4 sobbalzi compaiono precocemente nel lato più colpito in
P4-O2 pazienti con encefalopatia. Questa condizione si associa a
crisi convulsive e ad anomalie elettroencefalografiche.
F8-T4
La Sindrome startle o iperkeplexia è una Sindrome auto-
T4 -T6
somica dominante rara, con gene localizzato sul braccio
Fp1-F3 lungo del cromosoma 5q33-35, nella porzione distale.
F3-C3 Alcuni Autori includono questa Sindrome tra le sindromi
da disturbi del movimento: essa è caratterizzata da marca-
C3-P3
ta ipertonia muscolare e da risposta startle con caduta al
P3-O1
suolo in seguito a stimolazione sonora (vedi capitolo 16).
F7-T3

T3 -T5
Epilessia indotta da altri stimoli sensitivi
T4-C4

C4-Cz Tra queste epilessie si ricordano l’epilessia scatenata dal


Cz-C3
toccare il capo, la faccia o altre parti del corpo e la forma
più rara di epilessia musicogena e di epilessia da immer-
C3-T3
sione in acqua calda. Questa forma insorge anche in età
CT 0,3 µV 100 OC OA precoce, le crisi si manifestano prevalentemente in coinci-
denza o subito dopo l’immersione in acqua. La prognosi
Fig. 11.17. EEG registrato in fase di veglia in una ragazza di non sempre è buona e in alcuni casi sono presenti convul-
17 anni con epilessia fotosensitiva.
sioni al di fuori dell’immersione in acqua calda.

con la comparsa di scariche di punte-onde o di polipun-


te-onde diffuse a tutte le derivazioni durante la fotosti- Epilessia indotta da attività complesse
molazione (risposta fotoconvulsiva) (Fig. 11.17) talvolta
con comparsa di crisi convulsive di vario tipo. Il traccia- Epilessia da lettura. L’epilessia primaria da lettura è un’e-
to di base è normale. pilessia riflessa idiopatica età-correlata e sede-correlata.
Colpisce soprattutto gli adolescenti maschi di età compre-
Epilessia fotosensitiva pura. Viene scatenata da fattori sa tra 12 e 19 anni. In questa forma di epilessia non com-
precipitanti vari e al primo posto è la televisione, seguita da paiono crisi spontanee al di fuori della lettura e queste sono
videogames, computer, luci stroboscopiche o fonti lumino- scatenate dalla lettura prolungata, sono accentuate dalla let-
se naturali come i raggi del sole filtrati dagli alberi o rifles- tura silente e da quella a voce alta e consistono in brevi
si sulle onde. Può essere scatenata da altri pattern come tes- mioclonie diffuse alla guancia e ai muscoli masticatori che
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 319

11 – EPILESSIE 319

Tab. 11.22. Precauzioni da adottare nelle epilessie foto- Epilessia post-traumatica precoce
sensitive.
Insorge entro una settimana dal trauma, nel 50% dei casi
• Guardare la televisione rimanendo a una certa distanza (almeno 2 m) entro le prime 24 ore; tra tutte le epilessie post-traumatiche
• Guardare la televisione in una stanza illuminata questa è 30 volte più frequente nei bambini, probabilmen-
• Evitare di avvicinarsi allo schermo o farlo con un occhio chiuso te per la loro maggiore tendenza ad avere convulsioni.
• Usare lenti protettive Le convulsioni sono di tipo parziale nel 75% dei casi e nei
• Evitare luci che lampeggiano
bambini di età inferiore a 5 anni può insorgere stato di male.
Le crisi convulsive precoci dovrebbero essere differenzia-
te da fenomeni come cecità improvvisa, afasia, emianopsia e
tendono a generalizzare se la lettura continua. Il mioclono disturbi della coscienza che sono manifestazioni parossisti-
della guancia può essere favorito oltre che dalla lettura, che frequenti nelle ore successive al trauma cranico.
dall’atto del parlare, dallo scrivere e dal pensiero, cioè da Il significato delle crisi convulsive precoci non è noto. Di
attività mentali complesse. solito non sono l’unico segno indicativo di complicanze di
La prognosi è buona e le crisi non sono mai gravi. Può tipo chirurgico anche se creano notevoli problemi diagno-
essere curata con acido valproico o clonazepam. stici; non rappresentano nemmeno segni premonitori di
aumentato rischio di epilessia a insorgenza tardiva.
Epilessia scatenata da masticazione o da deglutizione.
Questa forma, nella maggior parte dei casi, è secondaria a Epilessia post-traumatica tardiva
lesioni organiche. La crisi parziale o generalizzata avviene
mentre il soggetto mangia o anche mentre ingoia liquidi al Insorge nel 5% circa dei pazienti con trauma cranico, di
poppatoio. Oltre alle crisi riflesse sono presenti crisi spon- solito una settimana dopo, ma il rischio massimo è concen-
tanee È molto difficile da trattare e può creare problemi trato nei primi due anni. L’incidenza è maggiore nel caso
legati alla difficoltà di nutrizione. di ematomi che richiedono il drenaggio chirurgico, le frat-
ture depresse e le amnesie post-traumatiche. Il rischio di
Terapia sviluppare epilessia a 5 anni da un trauma cranico varia in
rapporto alla gravità del trauma ed è del 12% nei casi di
Una parte delle epilessie riflesse fotosensitive pure non
trauma grave, del 2% circa per i traumi moderati e dello
necessita di trattamento ed è sufficiente eliminare i fattori
0,5% per i traumi lievi.
scatenanti oppure prendere alcune precauzioni riportate nella
Di solito le convulsioni sono di tipo parziale complesso,
tabella 11.22. I pazienti che presentano crisi spontanee oltre
ma apparentemente generalizzate. Le lesioni del lobo fron-
alle crisi riflesse, necessitano del trattamento farmacologico
tale possono essere responsabili di epilessia Lennox-like o
con l’acido valproico. Tra i nuovi farmaci sono indicati la
di stato epilettico. La prognosi di queste forme è impreve-
lamotrigina e il levetiracetam.
dibile, anche se tende a risolversi nell’arco di 5 anni nel
50% dei casi.
Di solito l’EEG non è di ausilio diagnostico ed è normale
EPILESSIA POST-TRAUMATICA nel 40% circa dei casi nel periodo intercorrente tra il trauma
e la comparsa delle crisi. Al contrario la presenza di punte-
L’epilessia post-traumatica dell’infanzia e dell’adole- onde focali non è indicativa di insorgenza di epilessia.
scenza costituisce un evento più frequente rispetto al pas- La possibilità di effettuare una prevenzione del focus
sato e ciò è legato all’incremento degli incidenti per la più epilettico con l’impiego di farmaci è stata proposta a lungo,
larga diffusione dei mezzi di trasporto e per la routinarietà ma i dati attuali non confermano l’efficacia.
con cui avvengono gli spostamenti. In alcuni casi l’epi-
lessia è l’unica sequela, e si manifesta nel 7% di tutti i
traumi cranici.
Il meccanismo che sta alla base dell’insorgenza dell’epi- STATO DI MALE
lessia non è ancora noto: è probabile che il trauma deter-
mini una rottura degli assoni con perdita di neuroni inibi- Lo stato di male epilettico costituisce la complicanza più
tori attraverso una degenerazione anterograda transinapti- temibile dell’epilessia.
ca, oppure che vi sia il rilascio di aspartato o di glutamma- Si definisce “stato di male” ogni evento critico che tende
to, oppure ancora che vi sia un aumento della gliosi reatti- a durare più di 30 minuti o le crisi convulsive tanto ravvi-
va o un’abnorme risposta ai radicali ossidanti secondari al cinate da non esserci recupero della coscienza.
rilascio di emoglobina o di ferro contenente eme nel tessu- Una crisi convulsiva parziale o generalizzata che tende
to cerebrale. a durare può trasformarsi in stato di male e deve essere
Da un punto di vista clinico la convulsione può insorge- interrotta nel più breve tempo possibile in quanto l’ecces-
re immediatamente o dopo pochi secondi o minuti dal trau- siva durata può creare danno cerebrale persistente. In età
ma (crisi immediate o molto precoci), entro una settimana pediatrica lo stato di male ha un’incidenza del 3-6% e
(crisi precoci) oppure dopo mesi o anni (epilessia tardiva). costituisce una delle complicanze neurologiche più temi-
Le crisi immediate (molto precoci) spesso rimangono iso- bili. Nel 70% circa dei bambini costituisce inoltre l’esor-
late e non devono essere considerate come eventi epilettici. dio di una epilessia.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 320

320 11 – EPILESSIE

Eziologia Tab. 11.23. Cambiamenti fisiopatologici associati a con-


vulsioni e stato di male.
L’eziologia dello stato epilettico è varia e le forme sinto-
matiche (traumi, disordini vascolari, malattie infettive, Durata delle convulsioni < 30 minuti: fase di compenso
malattie febbrili, disordini elettrolitici, encefalopatie
progressive) prevalgono sulle forme idiopatiche con un • Aumentato flusso cerebrale
• Aumento concentrazione di glucosio
rapporto di 3:1. L’esordio di uno stato di male in un sog- • Aumento rilascio di catecolamine
getto prima normale è indicativo di una patologia grave, • Aumento flusso cardiaco
sia essa metabolica che infettiva o malformativa. In
pazienti epilettici trattati per lungo tempo lo stato di male Durata delle convulsioni > 30 minuti: fase di scompenso
può essere precipitato dalla brusca sospensione di anti- • Perdita autoregolazione cerebrale
convulsivanti, da deprivazione di sonno o da fattori infet- • Ipoglicemia
tivi intercorrenti. • Ipossia
• Acidosi
• Iponatremia
Fisiopatologia • Ipokalemia/iperkalemia
Il meccanismo secondo il quale una crisi inizia e poi • Coagulazione intravasale disseminata
• Leucocitosi
cessa non è conosciuto, sebbene sia noto che all’inizio • Caduta PA e gittata cardiaca
di una crisi vi è uno squilibrio tra neurotrasmissione • Rabdomiolisi
eccitatoria e inibitoria che determina scariche neurona-
li abnormi.
Gli effetti sistemici dello stato di male convulsivo sono
inizialmente compensati dal tentativo di mantenere una Fp2-Fp1
corretta omeostasi. All’inizio si ha aumento della pressio- Fp2-C4
ne e del glucosio, ma se dopo 30 minuti le crisi persistono C4-O2
inizia la fase di scompenso durante la quale il flusso cere- Fp2-T4
brale, il glucosio e l’ossigenazione del parenchima dimi- T4-O2

nuisce, compare acidosi metabolica e respiratoria, squili-


brio elettrolitico e ipertermia che culmina nella rabdomio- Fp1-C3

lisi. Nella tabella 11.23 sono riportati i cambiamenti fisio- C3 -O1

patologici sistemici e cerebrali associati alle convulsioni di Fp1-T3

lunga durata e allo stato di male epilettico. T3-O1


T4-C4

Classificazione C4-Cz
Cz-C3
Lo stato di male si divide in convulsivo o non convulsivo C3-T3
[16]. Entrambi possono essere parziali o generalizzati.

Stato di male convulsivo. Si manifesta con una successio-


ne di convulsioni tonico-cloniche o con una lunga convul-
sione clonica, senza recupero di coscienza e con difficoltà Fig. 11.18. EEG registrato in fase di veglia in un bambino di
respiratoria, cianosi, tachicardia, midriasi e ipersecrezione. 7 anni con stato di male.
In un primo tempo le funzioni vitali (respiro, frequenza
cardiaca) sono ben conservate mentre successivamente può essere associata a condizioni progressive che includono
instaurarsi una grave compromissione delle funzioni vitali tumori, malattie mitocondriali, episodi di stroke o encefali-
con comparsa di acidosi, depressione respiratoria, ipoten- ti in bambini immunosoppressi. La causa più frequente
sione e febbre. Lo scompenso metabolico che si instaura rimane l’encefalite di Rasmussen.
può essere molto grave. Nell’infanzia lo stato di male uni-
laterale è più frequente. Stato di male non convulsivo. Insorge in bambini con
L’EEG è caratterizzato dalla presenza di attività parossi- epilessie note e può essere generalizzato o parziale. Nel
stica generalizzata (Fig. 11.18) o emilateralizzata. primo caso esistono due condizioni: lo stato di assenze
Nei casi di lunga durata può comparire un “appiattimen- tipiche (nel corso di epilessie generalizzate primarie) e lo
to” del tracciato o può verificarsi la comparsa di scariche stato di assenze atipiche (nel corso di epilessie genera-
periodiche; in entrambi i casi la prognosi non è buona. lizzate secondarie: Sindrome di Lennox-Gastaut, epiles-
sie miocloniche). Lo stato di coscienza è variabilmente
Stato di male parziale. In questo caso l’attività convulsi- compromesso, da semplice rallentamento ideativo a
va rimane localizzata a un determinato distretto oppure a profonda letargia. Episodi di “stato tonico o atonico
un segmento del corpo senza generalizzare. puro” sono frequenti nella Sindrome di Lennox-Gastaut
L’epilessia partialis continua quando si manifesta come e durano giorni oppure settimane, in questo caso, per la
stato di male parziale si associa a mioclono permanente e particolare farmacoresistenza è bene non instaurare alcun
viene anche denominata Sindrome di Kojewnikow. Può tipo di trattamento.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 321

11 – EPILESSIE 321

Lo stato epilettico parziale non convulsivo è raro nei Tab. 11.24. Assistenza e supporto delle funzioni vitali in
bambini e si manifesta nelle epilessie da lesioni del corso di stato di male.
lobo temporale (Fig. 11.18).
• Porre il paziente in posizione laterale, slacciare i vestiti
Il trattamento farmacologico prevede l’impiego di ben- e sistemare il capo su un oggetto morbido
zodiazepine. • Assicurarsi che le vie aeree siano libere
(per esempio da secrezioni mucose)
Prognosi • Somministrare ossigeno con la maschera o con la cannula
La prognosi dello stato epilettico è notevolmente migliora- per via nasale
ta ed è collegata alla durata, ma soprattutto alla causa pato- • Isolare una vena e fare un prelievo per elettroliti, glucosio,
ammonio, azotemia, livello farmaci antiepilettici o
genetica. La prognosi a breve termine riguarda il rischio di per quanto altro possa servire ai fini diagnostici
exitus e questo si è notevolmente ridotto grazie alla possi- • Infondere una soluzione glucosata al 10% (2-4 ml/kg)
bilità di interromperlo con l’impiego di diversi farmaci e • Continuare l’infusione e controllare nel tempo la glicemia
supportare le funzioni vitali. La prognosi a lungo termine che tende a scendere
riguarda invece il rischio di insorgenza di danno cerebrale • Controllare la pressione arteriosa
grave da morte cellulare, soprattutto in alcune sedi: ippo- • Effettuare un equilibrio acido-base
• Controllare la temperatura corporea
campo e regione temporale. Studi recenti sono concordi
• Iniziare la terapia specifica dello stato di male
nell’affermare che la sclerosi del temporale è secondaria a
stati di male particolarmente lunghi oltre i 90-120 minuti.
Lo stato di male epilettico può essere ricorrente nelle Tab. 11.25. Complicanze dello stato di male epilettico.
forme sintomatiche, raramente nelle forme idiopatiche.
Complicanze cardiorespiratorie e del SNA
Terapia
• Ipotensione
L’interruzione dello stato di male deve essere effettuata
• Ipertensione
ogniqualvolta un evento critico persiste oltre i 10-15 minu-
• Aritmia e arresto cardiaco
ti. Le prime fasi di trattamento dello stato di male coinci- • Ostruzioni respiratorie
dono con le prime fasi dell’interruzione di una qualunque • Edema polmonare
crisi convulsiva. Infatti quanto più lunga è la crisi, tanto più • Polmonite da aspirazione
difficile diventa interromperla aumentando il rischio di • Iperpiressia
peggiorare la prognosi.
Prima del trattamento farmacologico è bene valutare le Complicanze metaboliche
funzioni vitali e correggere eventuali squilibri assicurando • Deidratazione
una buona ventilazione, un buon compenso cardiaco e una • Ipoglicemia
buona perfusione cerebrale. È bene evitare che si creino • Danno acuto epatico, renale e pancreatico
traumi a causa dei continui movimenti dovuti alla crisi con- Complicanze varie
vulsiva e, occorre tenere il paziente in posizione laterale
• Coagulopatia intravasale
con un oggetto morbido sotto il capo.
• Rabdomiolisi
Nella tabella 11.24 vengono riportati i momenti princi-
• Infezioni
pali dell’assistenza a un paziente con stato di male, mentre • Fratture
nella tabella 11.25 sono riportate le complicanze.
Il trattamento farmacologico dello stato di male si attua Danno cerebrale
con l’impiego di specifici farmaci ad azione anticonvulsi- • Danno indotto dalle convulsioni (specialmente all’ippocampo)
vante che vanno impiegati secondo una sequenza stabilita • Edema cerebrale e aumento della pressione intracranica
(Tab. 11.26). • Emorragia, tromboflebite

Diazepam. Il diazepam è il farmaco maggiormente


impiegato e ha un’efficacia superiore al 60%; tuttavia la strando il farmaco molto lentamente e con particolare cau-
sua efficacia è momentanea. Si distribuisce velocemente tela in quei pazienti che hanno assunto altri antiepilettici
ai tessuti e attraversa la barriera ematoencefalica, ma la come i barbitutici. Particolare attenzione deve essere posta
sua concentrazione ematica può cadere al di sotto dei per i pazienti che hanno insufficienza respiratoria e malat-
valori normali già dopo 30 minuti dal suo impiego. La tie polmonari.
dose da utilizzare è di 0,2-0,4 mg/kg per endovena per un
massimo di 20 mg e dovrebbe essere somministrato a non Lorazepam. Il lorazepam è un’altra benzodiazepina
più di 1-2 mg al minuto. viene usata in alternativa al diazepam. Ha un’emivita di
Ogni dose può essere ripetuta dopo 20 minuti; di solito 13-15 ore e raggiunge rapidamente il SNC. Rispetto al
l’interruzione della crisi avviene dopo un intervallo di diazepam presenta il vantaggio di produrre una minore
tempo oscillante tra 5 e 20 minuti. depressione cardiovascolare e respiratoria. Per la sua
Il diazepam può provocare depressione respiratoria e maggiore distribuzione ha anche una più lunga durata
ipotensione: benché ambedue questi effetti collaterali siano d’azione e, inoltre, può essere impiegata anche in pazien-
temibili, sono molto rari e possono essere evitati sommini- ti che hanno assunto dosi croniche di barbiturici. La dose
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 322

322 11 – EPILESSIE

Tab. 11.26. Proprietà e posologia dei farmaci antiepilettici per il trattamento dello stato di male.

Farmaco Dose mg/kg Risoluzione crisi min Emivita Durata di azione Principali effetti collaterali
Diazepam 0,2-0,5 5-20 51 ore minuti Ipotensione
(max 20 mg) Apnea
Sonnolenza
Lorazepam 0,05-0,1 mg/kg 10 13-15 ore Ipotensione
Apnea
Sonnolenza
Fenitoina 15-20 mg/kg 5-30 10-15 12-24 ore Aritmia
(3 mg/min e.v.) Ipotensione
Fenobarbital 15-20 mg/kg 30-60 80-100 giorni Ipotensione
(2 mg/min) Apnea
Sonnolenza

iniziale è di 0,05-0,1 mg/kg da somministrare alla velo- Tab. 11.27. Protocollo di trattamento dello stato di male.
cità di 1 mg al minuto. Il controllo delle crisi avviene
entro 10 minuti. Prima di usare gli anticonvulsivanti controllare vie aeree,
respiro e circolazione
Midazolan. È una benzodiazepina ad azione ansiolitica Somministrare:
ipnotica oltre che anticonvulsivante. Si può impiegare 1. Diazepam per via endovenosa
alla dose di 0,2 mg/kg per via endovenosa seguita da una o per via rettale (0,2-0,4 mg/kg), max 20 mg
dose di mantenimento. È indicato anche per il trattamen- • Se continua o riprende dopo 20 minuti
to delle convulsioni neonatali. Nuove formulazioni pro- 2. Diazepam per via endovenosa (0,2-0,4 mg/kg), max 10 mg
pongono l’impiego di questa benzodiazepina anche per • Se continua dopo altri 20 minuti
via endonasale. 3. Fenitoina per via endovenosa
18 mg/kg (non più di 1 mg/kg/min)
Propofol. Viene impiegato per l’induzione dell’anestesia • Se continua assistenza anestesiologica per anestesia generale
generale per via endovenosa alla dose di 1-2 mg/kg segui- con bolo di tiopentone 2-4 mg/kg
ta da 2-10 mg/kg l’ora. Intubazione e ventilazione

Fenitoina. La fenitoina interrompe lo stato di male nel


60% circa dei casi ed è abbastanza tollerato. La dose è di sua lunga durata di azione la dose di mantenimento non
15-20 mg/kg e deve essere somministrata alla velocità di 3 deve essere ripetuta prima delle 12 ore.
mg al minuto. Questo farmaco può essere diluito in solu- In letteratura esistono numerosi protocolli per il tratta-
zione salina. I picchi di concentrazione nel SNC vengono mento dello stato di male. Proponiamo quello che conside-
raggiunti in circa 30 minuti. Occorre monitorare la fre- riamo più facilmente applicabile (Tab. 11.27)
quenza cardiaca e la pressione arteriosa. Le controindica-
zioni nel bambino sono la bradicardia sinusale, il blocco Diazepam per via rettale. Questo tipo di trattamento è
senoatriale e atrioventricolare, l’ipotensione e l’insuffi- oggi molto diffuso e consente l’interruzione delle crisi
cienza miocardica. anche quando si è lontani da un pronto soccorso. La som-
ministrazione per via rettale di una soluzione parenterale di
Fosfenitoina. La fosfenitoina è l’estere fosfato della 0,5 mg/kg di diazepam (dose massima 10 mg) controlla in
fenitoina. Nella sua composizione non è presente il gli- 15 minuti circa l’80% dei casi di stato di male. Esiste anche
cole propilene che è causa di gravi complicanze cardio- una formula in gel predosata da 5 e 10 mg.
vascolari.
Il farmaco viene assorbito rapidamente e completamen-
te; per le sue peculiari proprietà farmacocinetiche e per la
mancanza di effetti collaterali è consigliato il suo impiego GENETICA ED EPILESSIA
per il trattamento per via parenterale (intramuscolare e
intravenoso) delle convulsioni e dello stato di male del lat- Tra le epilessie considerate idiopatiche, molte sono geneti-
tante. Le dosi consigliate sono di 10-20 mg/kg. che, pertanto occorre prendere in considerazione:

Fenobarbital. Il fenobarbital continua ad essere un farma- • epilessie sintomatiche focali o generalizzate causate da
co molto usato per la sua efficacia e tollerabilità. Si som- disordini di natura genetica (Tab. 11.28)
ministra in bolo alla dose di 15-20 mg/kg non superando i • epilessie e sindromi epilettiche genetiche con mutazione
150 mg al minuto. Raggiunge il picco ematico dopo 30-60 nota (Tab. 11.29).
minuti. La risposta terapeutica è più lenta rispetto a quella La maggior parte di queste forme sono state trattate nei
che si raggiunge con il diazepam e con la fenitoina. Per la capitoli precedenti.
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 323

11 – EPILESSIE 323

Tab. 11.28. Epilessie sintomatiche genetiche. Tab. 11.29. Epilessie genetiche primitive con mutazione nota.

Malattie autosomiche dominanti Tipo di epilessia Gene


• Sclerosi tuberosa Epilessia mioclonica GABRA 1 (recettori del GABAA)
• Angioma familiare cavernoso giovanile AD
• Malattia di Huntington (forma giovanile)
• Atrofia dentatorubropallidoluisiana Epilessia notturna CHRNA4 (recettori ACh )
del lobo frontale 1 AD
Malattie autosomiche recessive Epilessia notturna CHRNB2 (recettori ACh)
• Fenilchetonuria del lobo frontale 3 AD
• Piridossina-dipendenza Epilessia parziale LG I 1 (non è canalopatia)
• Lissencefalia (alcune forme) del temporale
• Malattia di Tay-Sachs con sintomi uditivi AD
• Malattia di Unverricht-Lundborg Convulsioni neonatali KCNQ2 (canale del K+)
• Malattia di Lafora familiari benigne 1
• Ceroidolipofuscinosi neuronale
Convulsioni neonatali KCNQ3 (canale del K+)
Malattie X-linked familiari benigne 2

• Sindrome dell’X-fragile Atassia episodica tipo KCNAI (canale del K)


1 con epilessia parziale
• Incontinentia pigmenti
• Eterotopia periventricolare familiare Atassia episodica tipo CACNA1A (canale Ca+)
• Eterotopia subcorticale familiare 2 con epilessia
• Sindrome di Aicardi Convulsioni febbrili SCN2A (canale del Na+)
• Malattia di Lesch-Nyhan e afebbrili

Malattie mitocondriali Convulsioni febbrili GABRG2 (recettori del GABA)


e assenze
• Epilessia mioclonica Ragged Red Fibrer (MERRF)
Epilessia generalizzata SCN1B (canali del Na+)
Altro con CF+ (GEFS+ 1)

• Sindrome di Rett Epilessia generalizzata SCN1A (canali del Na +)


• Sindrome di Angelman con CF+ (GEFS+ 2)
Epilessia generalizzata GABRG2 ( Recettori del GABA)
con CF+ (GEFS+ 3)
Epilessia generalizzata CLCN2 (canali del Cl )
TERAPIA DELLE EPILESSIE E giovanile
FARMACI ANTICONVULSIVANTI Epilessia generalizzata CACNb4 (canali del Ca+)
giovanile
Epilessia mioclonica CACNB4 (canali del Ca+)
La terapia antiepilettica è farmacologica, (Tab. 11.30) [9, giovanile
11, 15, 16, 23, 25], tuttavia esiste la possibilità di terapie
alternative che sono quella dietetica e quella chirurgica.
L’inizio di un trattamento antiepilettico deve essere Tab. 11.30. Terapia antiepilettica.
sempre attentamente valutato e non deve essere effet-
tuato alla prima crisi convulsiva. I genitori devono esse- Farmacologica
re informati sugli scopi che il trattamento farmacologi-
co si propone di raggiungere e sulle modalità di tratta- • Farmaci in uso da diversi anni (fenobarbital, carbamazepina,
etossuccimide, valproato di sodio o di magnesio,
mento (inizio graduale, costanza della terapia, durata, nitrazepam, clonazepam, clobazepam)
effetti collaterali, controlli periodici, divieto di sospen- • Farmaci nuovi (vigabatrin, lamotrigina, felbamato,
sione improvvisa). topiramato, gabapentina, levefiracetam)
La monoterapia è sempre preferibile, mentre l’associa-
zione di più farmaci deve essere riservata ai casi più resi- Non farmacologica
stenti con alto numero di recidive. I farmaci oggi disponi- • Dieta chetogenica
bili comprendono farmaci in uso da molti anni (barbituri- • Steroidi
ci, carbamazepina, benzodiazepine, valproato di sodio e di • Stimolatore vegale
magnesio, etosuccimide) e nuovi farmaci (vigabatrin, • Terapia chirurgica
lamotrigina, felbamato, topiramato, oxcarbazepina, leveti-
racetam) il cui impiego anche in età pediatrica è ormai
ampiamente diffuso senza che vi sia ancora completa Per quanto riguarda i nuovi farmaci, alcuni di essi sono
conoscenza riguardo l’efficacia e gli effetti collaterali. molto validi sia per l’efficacia sia per i minori effetti col-
Nella tabella 11.31 sono riportati i farmaci anticonvulsi- laterali legati alla sfera psichica (vigilanza, memoria,
vanti di prima e di seconda scelta di più comune impiego. performance intellettive) [11, 17, 25].
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 324

324 11 – EPILESSIE

Tab. 11.31. Farmaci per i differenti tipi di epilessia.

Tipo di convulsioni e/o sindromi epilettiche Farmaci


Crisi parziali, crisi generalizzate tonico-cloniche 1ª scelta: carbamazepina, fenitoina, fenobarbital
Crisi toniche 2ª scelta: valproato di sodio o di magnesio, clobazepam,
lamotrigina, topiramato
Assenze tipiche, crisi miocloniche e atoniche 1ª scelta: valproato di sodio o di magnesio, etosuccimide
Epilessia mioclonica giovanile 2ª scelta: clobazepam, clonazepam, lamotrigina
Spasmi infantili, Sindrome di Lennox-Gastaut 1ª scelta: ACTH, corticosteroidi, vigabatrin
Epilessie farmacoresistenti 2ª scelta: valproato di sodio o di magnesio, clobazepam
clonazepam, nitrazepam, lamotrigina, topiramato, levetiracetam

Di seguito sono riportati alcuni dati sui farmaci di nuova Topiramato (TPM)
generazione più usati [3, 15]. È un carboidrato il cui meccanismo d’azione è complesso e
Vigabatrin (VGB) include l’inibizione dei canali per il sodio voltaggio-dipen-
denti, il potenziamento della trasmissione GABAergica e
Il vigabatrin agisce aumentando i livelli del GABA in l’antagonismo dei neurotrasmettitori eccitatori. Inoltre è
quanto inibitore delle gaba-transaminasi. inibitore dell’anidrasi carbonica. Tra gli effetti collaterali
Può essere impiegato con buoni risultati per il tratta- sono la nefrocalcinosi, la riduzione di peso.
mento delle epilessie parziali resistenti e per il trattamen- In età pediatrica è indicato per il trattamento delle crisi
to degli spasmi infantili soprattutto quando associati a parziali, della Sindrome di Lennox-Gastaut e anche della
sclerosi tuberosa. Tuttavia le segnalazioni dei gravi effet- Sindrome degli Spasmi Infantili. La posologia in età
ti indesiderati a carico della sfera visiva, con riduzione pediatrica varia da 5 a 8 mg/kg/die.
irreversibile del campo visivo, limitano l’uso a periodi di
tempo piuttosto brevi. Levetiracetam
Si impiega alla dose di 50-100 mg/kg/die.
È uno dei più recenti farmaci antiepilettici di nuova gene-
Lamotrigina (LTG) razione e appare molto promettente, con ampio spettro d’a-
zione. Il suo impiego è indicato anche per le epilessie mio-
È una triazina che agisce bloccando la liberazione del cloniche ed è il farmaco che al momento appare privo di
glutammato e dell’aspartato per stabilizzazione delle effetti collaterali. Avrebbe un unico meccanismo d’azione.
membrane presinaptiche e blocco dei canali del sodio
voltaggio-dipendenti. Zonisamide
La lamotrigina possiede un ampio spettro d’azione e può
È molto diffusa in Giappone. È indicata sia per le epiles-
essere impiegata nelle epilessie generalizzate sintomatiche
sie di tipo parziale che per le generalizzate. L’emivita
e idiopatiche, nelle epilessie parziali anche secondaria-
prolungata permette l’impiego anche in monosommini-
mente generalizzate. L’efficacia sulle epilessie miocloni-
strazione e presenta ridotta interazione con gli altri far-
che è controversa. Oltre all’efficacia sul piano clinico,
maci antiepilettici. Tra gli effetti collaterali può dare
sembra determinare un miglioramento delle capacità atten-
nefrolitiasi e sonnolenza.
tive e delle performance.
La posologia varia a seconda se viene impiegata in asso- Oxcarbazepina (OCBZ)
ciazione a valproato (0,2-0,5 mg/kg/die) o da sola (2-5
mg/kg/die). È un analogo della carbamazepina; il suo impiego è legato
Alcuni effetti collaterali di tipo acuto come i rash posso- al fatto che previene il metabolismo dell’epossido che è un
no essere evitati se la LTG viene impiegata con dosi ini- metabolita della CBZ responsabile degli effetti collaterali
ziali piccole e senza bruschi incrementi. più gravi. Le indicazioni sono sovrapponibili a quelle della
carbamazepina.
Felbamato (FBM)
È un dicarbamato insolubile in acqua; esso agisce in parte
Come iniziare e come sospendere il
bloccando i canali del sodio voltaggio-dipendenti; gli altri
meccanismi d’azione non sono completamente chiariti. trattamento con farmaci anticonvulsivanti
Inizialmente è stato ampiamente impiegato soprattutto in
politerapia, ma la comparsa di gravi effetti collaterali ema- Formulata la diagnosi di epilessia e presa la decisione di
tologici (aplasia midollare) ne ha limitato l’impiego. Altri iniziare una terapia anticonvulsivante è bene rispettare o
effetti collaterali sono l’anoressia e l’insonnia. Oggi viene seguire alcune “regole” che dovrebbero consentire di otte-
indicato come farmaco di scelta nella Sindrome di nere la massima efficacia con minimi effetti collaterali.
Lennox-Gastaut e nelle epilessie parziali resistenti. La La scelta del primo farmaco dipende dal tipo di epilessia
posologia è di 15-45 mg/kg/die. e, quindi, occorre distinguere tra forme generalizzate e par-
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 325

11 – EPILESSIE 325

ziali tenendo conto delle caratteristiche di ogni farmaco. Tab. 11.32. Effetti collaterali dei più comuni farmaci
Alcuni tipi di epilessia – come gli spasmi infantili, l’epiles- antiepilettici.
sia-assenza, alcune epilessie riflesse o parziali – necessita-
no di farmaci specifici per tutte le altre forme; la scelta ini- Farmaco Effetto collaterale
ziale del farmaco dipende dalle conoscenze e dall’esperien- Fenobarbital sonnolenza, aggressività, disturbi del sonno,
za individuale. iperattività, osteomalacia, anemia, malattia
di Steven-Johnson
Alcune regole generali possono essere così riassunte:
Fenitoina atassia, nistagmo, ipertrofia gengivale,
irsutismo, anemia, malattia di Steven-Johnson
• Prima di iniziare il trattamento è opportuno fare un lungo Carbamazepina diplopia, vertigini, atassia, rash cutanei,
colloquio con i genitori e con i pazienti – se adolescenti –, pseudolinfoma
spiegando loro il tipo di patologia, la storia naturale (quan- Valproato di sodio nausea, vomito, epatotossicità, perdita
do nota), lo scopo della terapia, gli effetti collaterali poten- di capelli, tremori, iperammoniemia,
aumento di peso, pancreatite
ziali e la durata del trattamento [11, 14, 16].
Etosuccinamide anoressia, nausea, sonnolenza, cefalea,
• La dose iniziale non deve essere quella totale: è meglio singhiozzo, anemia, Sindrome simil-lupus
iniziare con dosi più basse, un terzo o metà dell’intera dose, Clonazepam atassia, astenia, ipersalivazione, broncorrea,
e aumentare gradualmente fino al raggiungimento della debolezza
dose massima. Lamotrigina rashes, sonnolenza, cambiamenti
del comportamento
• È consigliabile iniziare con un solo farmaco (monotera-
Vigabatrin sonnolenza, iperattività, aumento di peso
pia) e introdurre il secondo solamente se il primo ha fallito Felbamato sonnolenza, nausea, perdita di peso,
o non si è ottenuto un completo controllo delle crisi come pancitopenia
previsto. La politerapia è prevista solo per alcuni tipi di Topiramato perdita di appetito e di peso, difficoltà
epilessia. Vi sono associazioni che determinano un poten- di concentrazione, calcolosi renale
ziamento dell’efficacia (valproato-etosuccimide, valproa-
to-lamotrigina). È preferibile associare farmaci con mecca-
nismo d’azione diverso. effetti collaterali; comunque è bene tener presente che in
• Il dosaggio del livello ematico del farmaco ha il solo alcuni casi l’effetto collaterale del farmaco può manife-
scopo di valutare la compliance o di vedere se i livelli starsi con un aumento paradosso delle crisi o sulla sfera
sono al di sopra dei valori medi consigliati nel caso di cognitiva.
comparsa di effetti collaterali e non serve per gli aggiusta- Nella tabella 11.32 sono riportati gli effetti collaterali più
menti posologici che devono essere effettuati in base comuni dei farmaci antiepilettici attualmente in uso.
all’andamento clinico. Può es sere comunque utile contr ol-
lare i livelli ematici non più di una-due volte l’anno. La
determinazione del range non viene effettuata per i nuovi ALTRE TERAPIE
farmaci antiepilettici.
• Una volta iniziata la terapia deve essere continuata ininter-
rottamente per almeno un anno a prescindere da altre terapie Nonostante l’impiego dei nuovi farmaci antiepilettici vi
concomitanti e non deve essere mai interrotta bruscamente. sono pazienti che non rispondono ai vari tentativi farmaco-
• La sospensione deve essere programmata e iniziata non logici oppure manifestano effetti collaterali tali da non
prima del secondo anno dall’ultima crisi per le forme di poter continuare la terapia. Di questi solo una parte sono
epilessia che evolvono in guarigione. Negli altri casi l’ini- candidati al trattamento chirurgico per cui possono essere
zio della riduzione fino alla sospensione deve essere valu- impiegate terapie alternative.
tato singolarmente, caso per caso.
Dieta chetogena
• Presa la decisione di sospendere una terapia antiepilettica,
il farmaco viene ridotto gradualmente di circa un terzo ogni La dieta chetogena ha origini antiche ed è in uso da parec-
due-tre mesi, anche se l’argomento è tuttora controverso. chio tempo per trattare l’epilessia farmaco resistente, tutta-
• L’EEG non è determinante nella decisione di sospensio- via il meccanismo attraverso il quale determina, in alcuni
ne della terapia. casi, il miglioramento delle crisi non è noto e il suo impie-
go è andato incontro a fasi alterne con periodi di maggiore
o minore diffusione. In questi ultimi anni è stata nuova-
Effetti collaterali mente rivalutata; in età pediatrica presenta alcune difficoltà
dei farmaci antiepilettici di applicazione che riguardano soprattutto la compliance e
gli effetti collaterali.
Tutti i farmaci antiepilettici possono determinare effetti Può essere efficace nei bambini di età compresa tra 1 e
collaterali lievi o gravi e questi variano dalle intossicazio- 10 anni al di là del tipo di epilessia e dell’eziologia.
ni acute (allergiche o idiosincrasiache), alle intossicazioni Questa dieta si avvale dell’introduzione di alimenti a
croniche ad effetti minori che si ripercuotono sulla sfera basso contenuto glicidico e protidico e ad alto contenuto
sociale e psicologica. lipidico (con una ratio grassi:glicidi e proteine di 4:1) in
Oggi l’impiego in monoterapia della maggior parte di maniera da determinare nell’organismo uno stato costante
questi farmaci ha ridotto notevolmente l’incidenza degli di chetoacidosi e acetonuria. La chetoacetosi da depriva-
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 326

326 11 – EPILESSIE

zione di glucosio costringe il tessuto cerebrale a passare dal Terapia chirurgica dell’epilessia
consumo di glucosio quasi esclusivo quale substrato ener-
getico al consumo di corpi chetonici. Per favorire l’inizio Circa il 5-10% dei soggetti con epilessia diviene farma-
della chetoacidosi il bambino deve esser tenuto a digiuno coresistente, non risponde cioè al trattamento farmaco-
durante le prime fasi di trattamento. Gli effetti collaterali logico. I confini per la definizione di farmacoresistenza
riguardano soprattutto la comparsa di diarrea, l’arresto di sono difficili da stabilire; tra le varie definizioni vi è
crescita, l’ipercolesterolemia, la calcolosi renale e, in alcu- quella che caratterizza tale condizione come mancato
ni casi, gravi episodi di acidosi. Oggi esistono dei proto- controllo delle convulsioni dopo almeno due tentativi
colli alternativi che comprendono diete a base di trigliceri- con anticonvulsivanti di scelta, al dosaggio massimo
di a media catena e composti a lunga e media catena. Non consentito in monoterapia e dopo un tentativo completo
si conoscono i tempi di durata di tale tipo di trattamento, con farmaci antiepilettici in politerapia. In realtà nel
tuttavia si tratta di una terapia consigliata nei casi di grave bambino oggi vengono eseguiti diversi tentativi in mono-
farmacoresistenza a prescindere dal tipo di epilessia. terapia e spesso anche più tentativi in politerapia prima
di affermare che il soggetto è affetto da epilessia farma-
Terapia con ACTH e steroidi coresistente [3, 4, 9, 10, 17].
L’ACTH e gli steroidi sono in uso da molto tempo per il In genere i bambini che diventano candidati alla resezio-
trattamento di alcune forme di epilessia, soprattutto gli spa- ne chirurgica funzionale sono affetti da epilessia sintoma-
smi infantili e le encefalopatie epilettiche gravi del primo tica e vanno accuratamente selezionati tramite indagini
anno di vita. prechirugiche, alcune delle in aggiunta a quelle in uso per
In alcuni casi, come nella Sindrome di Landau-Kleffner, il la caratterizzazione del tipo di epilessia.
ruolo degli steroidi non è chiaro e i pareri sono discordanti.
L’ACTH si adopera alla dose di 2-10 unità/kg/die e ven- Valutazione preoperatoria. Serve per dimostrare, neuro-
gono preferite dosi più basse. Gli steroidi più impiegati fisiologicamente, che nel bambino candidato alla resezione
sono l’idrocortisone, il prednisone e il desametasone. chirurgica funzionale le convulsioni originano tutte da una
Questo tipo di terapia prevede cicli di trattamento della circoscritta area corticale. Il monitoraggio con video-EEG
durata, solitamente, di 15-20 giorni seguiti da fasi di ridu- conferma la diagnosi del tipo di epilessia e localizza l’area
zione i cui protocolli dipendono dall’età del paziente e dal- affetta. La RM volumetrica o con altra tecnica (vedi capi-
l’esperienza di chi opera. tolo 3) può permettere di evidenziare lesioni cerebrali
anche minime (displasie, ecc.). Le indagini vanno comple-
tate con studi PET e SPECT per confermare se vi è corri-
Prognosi spondenza tra le aree epilettogene ed eventuali aree a dimi-
nuito metabolismo o con deficit di flusso regionale. Vanno
Nella tabella 11.33 sono riportati alcuni fattori prognostici anche eseguiti test neuropsicologici e deve essere valutata
indicativi di buona evoluzione nelle diverse sindromi epi- la dominanza emisferica. Qualora si renda necessario, pos-
lettiche. La remissione è un’evenienza che rimane stretta- sono essere posti elettrodi corticali intraoperatori per otte-
mente collegata all’eziologia e ad alcuni importanti fattori nere una “mappa” delle aree funzionali da sottoporre a
quali età d’esordio, anomalie neurologiche dimostrabili, resezione (elettrocorticografia) [3, 4, 9, 10].
elettroencefalogramma, ecc. La prognosi è più favorevole
per le forme idiopatiche e criptogenetiche e per i bambini Resezione chirurgica funzionale di specifiche aree cere-
con uno sviluppo psicomotorio normale prima dell’inizio brali. Rappresenta il tipo di resezione chirurgica più comu-
dell’epilessia. ne ed è impiegata nelle epilessie con foci epilettogeni cor-
Nei pazienti con epilessia esiste un’aumentata incidenza ticali circoscritti e definiti dal punto di vista neurofisiolo-
di mortalità che è di circa il 6% nei primi dieci anni di vita, gico e di neuroimaging. La resezione comprende anatomi-
e del 3% nel secondo decennio. Inoltre tutti i soggetti epi- camente tutto – o tutti – i foci epilettici non comportando
lettici sono a rischio di morte improvvisa (sudden death) e ablazione di tessuto funzionalmente importante. Questa
non sono ancora note le cause per cui questa si verifica. tecnica viene impiegata nel trattamento delle epilessie far-
macoresistenti del lobo temporale e spesso è limitata alla
Tab. 11.33. Fattori prognostici favorevoli. sola amigdaloippocampectomia oppure alla resezione del
lobo temporale anteriore. Si ottengono risultati favorevoli
• Assenza di anomalie neurologiche o di lesioni cerebrali nel 70-80% dei casi trattati; le principali conseguenze fun-
dimostrabili
zionali postoperatorie sono i deficit del campo visivo, lo
• Assenza di ritardo mentale
stroke postoperatorio e la paralisi del III nervo cranico.
• Convulsioni di un solo tipo
• Breve durata delle crisi non controllate, buona e rapida
Altra tecnica impiegata è quella della lesionectomia nel
risposta ai farmaci caso di lesioni cerebrali circoscritte (malformazione veno-
• Insorgenza delle crisi dopo i 3-4 anni se, amartomi, tumori capsulati, ecc.) attraverso tecniche di
• Bassa frequenza delle crisi chirurgia stereotassica. Con questa metodica si ottiene un
• Assenza di alcuni tipi di crisi (toniche, atoniche e stati epilettici) controllo delle convulsioni nel 50-60% dei casi; possono
• EEG normale all’inizio residuare debolezza muscolare o deficit del campo visivo.
La resezione corticale non lesionale è un tipo di resezione
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 327

11 – EPILESSIE 327

più ampia da eseguire nei casi in cui non sia stato possibi- megalencefalia, ecc.). Invariabilmente si ha comparsa di
le identificare con certezza la lesione con le neuroimmagi- emiparesi, emiSindrome sensoria ed emianopsia.
ni. I risultati sono certamente meno soddisfacenti e le com-
plicanze più gravi. Resezione multipla subpiale. Viene impiegata nelle crisi
che originano da aree cerebrali vitali quali l’area del lin-
Resezione del corpo calloso. Questa tecnica viene impie- guaggio o la corteccia motoria e mira, eliminando le fibre
gata nei casi di epilessia con crisi atoniche o toniche e man- neuronali orizzontali che trasmettono gli impulsi epiletto-
cata individuazione di un’area cerebrale epilettogena (ciò geni, ad impedirne la propagazione.
accade, ad esempio, in bambini affetti da Sindrome di
Lennox-Gastaut). Sebbene rappresenti un palliativo e non Stimolazione del nervo vago. È la terapia d’elezione nelle
una terapia eziologica, viene registrata nell’80% dei casi crisi parziali complesse farmacoresistenti e il suo impiego
riduzione o scomparsa delle convulsioni atoniche o toni- si è ampiamente allargato anche nei bambini piccoli.
che. Complicanze postoperatorie possono essere sindromi Richiede l’impianto di un generatore di impulsi elettroma-
da “disconnessione”, deficit del linguaggio e aumento della gnetico sottocutaneo nel torace che conduce impulsi al
frequenza o intensità delle crisi parziali. nervo vago. Si ha riduzione significativa delle crisi in circa
un terzo dei casi; gli effetti indesiderati sono cambiamenti
Emisferectomia. Questa tecnica è adoperata nelle convul- nel tono della voce, difficoltà respiratorie, nausea o asisto-
sioni con foci epilettogeni localizzati a un intero emisfero lia ventricolare. Il meccanismo che provoca l’interruzione
(Sindrome di Sturge-Weber, encefalite di Rasmussen, emi- delle crisi è a tutt’oggi sconosciuto.

BIBLIOGRAFIA

[1] AICARDI J., Epilepsy in Children 2ª ed., Raven Press, New York, [14] PAVONE P., INCORPORA G., FIUMARA A. et al. Epilepsy is not a
1994. prominent feature of primari autism Neuropediatrics. Aug.
[2] AICARDI J., Paroxysmal disorders. In AICARDI J. (ed.), Diseases 35(4):207-210, 2004.
of the Nervous System in Childhood 2ª ed., Mac Keith Press, [15] PELLOCK J.M., New antiepileptic drugs in childhood epilepsy.
Londra, 1998, pp. 573-663. Semin. Pediatr. Neurol., 4:1-67, 1997.
[3] BROWNE T.R., HOLMES G.L., Handbook of Epilepsy 2ª ed., [16] PELLOCK J.M., WILDER B.J., Issues of quality of life, epilepsy
Lippincott Williams & Wilkins, Filadelfia, 2000. advances, and evolving role of anticonvulsants. Neurology,
[4] CHAN E.M., ANDRADE D.M., F RANCESCHETTI S. et al. 55(Suppl 1):S1-S58, 2000.
Progressive myoclonics epilepsies: EPM 1, EPM 2, EPM 2B. [17] RUGGIERI M., Mc SHANE M . A ., Epilepsy and Angelman syndrome:
Ad. Neurol., 95:47-57, 2005. a parental questionnaire study. Arch. Dis. Child, 79:423-426, 1998.
[5] CROSS J.H., Update on surgery for epilepsy. Arch. Dis. Child., [18] RYAN S.G., Ion channels and the genetic: contribution to epile-
81:350-359, 1999. psy. J. Child Neurol., 14:58-66, 1999.
[6] ELMSLIE F., Gene tables. Epilepsy (update). Eur. J. Pediatr. [19] SCOTT R.C., SUNKEES R.A.H., NEVILLE B.G.R., Status epilepti-
Neurol., 2:163-165, 1998. cus. Pathophysiology, epidemiology and outcome. Arch. Dis.
[7] ENGEL J. jr. A proposed diagnostic scheme for people with epi- Child., 79:73-77, 1998.
leptic seizures and with epilepsy: report of the ILAE Task force [20] SHETH R.D., Pediatric epilepsy surgery. Semin. Pediatr. Neurol.,
on classification and terminology. Epilepsia, 42.796803, 2001. 7:145-240, 2000.
[8] Epilepsy in the new millenium. Neurology, 55(Suppl 1):S1- [21] STEPHENSON J.B.P., Fits and Faints (Clinics in Developmental
S44, 2000. Medicine, 109), Mac Keith Press, Londra, 1990.
[9] HIRTZ D.G., NELSON K.B., Febrile seizures. In D AVID R.B., [22] VOLPE J.J., Neonatal seizures. In VOLPE J.J. (ed.), Neurology of
Child and Adolescent Neurology, Mosby, St. Louis, 1998, pp. the Newborn 4ª ed., WB Saunders Company, Filadelfia, 2001,
551-560. pp. 178-214.
[10] KUNDSEN F.U., Febrile seizures: treatment and prognosis. [23] WALLACE S., Epilepsy in Children, Chapman & Hall Medical,
Epilepsia, 41:2-9, 2000. Londra, 1996.
[11] MARIA B.L., Current Management in Child Neurology. BC [24] WATANABE K., West syndrome: etiological and prognostic
Decker Inc., Hamilton, 1999. aspects. Brain Dev., 20:1-8, 1998.
[12] NEVILLE B.G.R., Reversible disability associated with epilepsy. [25] WILDER B.J., Management of epilepsy: consensus conference on
Brain Dev., 21:82-85, 1999. current clinical practice. Neurology, 51(Suppl 4):S1-S44, 1998.
[13] PAVONE P., BIANCHINI R., TRIFILETTI R., INCORPORA G., PARANO [26] ZIFKIN B.J., ANDERMAN F., BEAUMANOOIR A. et al., Reflex epile-
E., et al., Neuropsychological assessment in children with absen- psies and reflex seizures (Advances in Neurology, 75),
ce epilepsy. Neurology, 56:1047-51, 2001. Lippincott Raven, Filadelfia, 1998.

Potrebbero piacerti anche