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G. INCORPORA
EPILESSIE 11
L’epilessia è una malattia cronica caratterizzata dalla ricor- ne criptogenetico viene riservato alle forme probabil-
renza di convulsioni, tuttavia tra le forme che insorgono in mente sintomatiche.
età pediatrica numerose esitano in guarigione. Le convulsioni parziali vengono distinte in semplici o
La convulsione costituisce l’evento neurologico più fre- complesse a seconda che sia presente o meno compromis-
quente dell’infanzia ed è caratterizzata da un’alterazione sione della coscienza; tuttavia tale dato risulta spesso dif-
momentanea improvvisa e involontaria delle funzioni del ficile da interpretare nei bambini. Le epilessie parziali sin-
sistema nervoso, secondaria a scariche neuronali abnormi. tomatiche sono causate principalmente da alterazioni cere-
Le convulsioni che non si ripetono non rientrano nella brali di tipo displastico, da lesioni prenatali, perinatali e
definizione di epilessia. postnatali e da tumori.
L’epilessia ha un’incidenza annuale di 50 casi su 100.000 Le convulsioni parziali – siano esse semplici oppure
bambini, con tasso maggiore nel primo anno di vita. Nel complesse – possono evolvere nelle forme generalizzate e
75% dei soggetti si manifesta prima dei 20 anni, la distribu- quelle semplici nelle forme complesse. La forma più comu-
zione geografica è omogenea e i maschi sono più colpiti. Le ne di crisi parziale semplice è espressa dalla convulsione
epilessie più frequenti sono quelle di tipo parziale con un somatomotoria che può rimanere localizzata a una piccola
rapporto di 2:1 rispetto alle generalizzate [1, 3, 8]. area corticale o da qui colpire progressivamente l’intera via
motoria. Questa diffusione è conosciuta come marcia jack-
soniana e può avvenire anche nella convulsione parziale di
Meccanismo delle crisi epilettiche tipo sensoriale.
J. Engel nel 2001 ha proposto un nuovo sistema classifi-
Alla base della crisi epilettica vi è un’eccessiva e abnorme cativo delle convulsioni e delle sindromi epilettiche. In
attività sia di singoli che di grossi gruppi di neuroni. Da un
punto di vista elettrofisiologico la scarica epilettica è cau-
sata da oscillazioni del potenziale elettrico di alta ampiez-
za e può essere registrata dal cuoio capelluto.
Nella figura 11.1 è schematizzata la relazione tra scari-
1
che EEG ed eventi intracellulari corticali sia nelle crisi par-
a b
ziali che in quelle secondariamente generalizzate.
Classificazione 2
PDS
La classificazione più nota delle epilessie risale al 1989 [3] 3
ed è riportata nella tabella 11.1. Essa divide le epilessie in
due grandi gruppi: le epilessie parziali (con convulsioni
che hanno origine focale) e le epilessie generalizzate con
convulsioni che iniziano simultaneamente nei due emisferi
senza apparente origine focale. In ognuno dei due gruppi le
epilessie vengono ulteriormente classificate a seconda del- Fig. 11.1. Relazione tra scariche elettroencefalografiche ed
eventi corticali intracellulari nelle convulsioni di tipo parzia-
l’età d’esordio e a partire dal periodo neonatale. Questa li e/o generalizzato.
classificazione comprende anche le forme sindromiche 1. EEG: a) punte interictali; b) scariche toniche seguite dalla
nelle quali il disordine epilettico si associa a particolari fase clonica.
2. Eventi intracellulari: i ritmi di depolarizzazione parossisti-
quadri clinici ed elettroencefalografici (Sindrome di West, ca corrispondono alle punte elettroencefalografiche. PDS:
Sindrome di Lennox-Gastaut, Sindrome di Landau, ecc.). potenziale di scarica.
Sia le epilessie parziali che quelle generalizzate sono 3. Scariche di punte onde generalizzate. Il potenziale inibi-
ulteriormente suddivise in sintomatiche o secondarie torio è probabilmente di origine talamica, segue ogni punta
e corrisponde a una componente lenta. Le oscillazioni del
quando l’eziologia è conosciuta, e in idiopatiche o pri- circuito talamo corticale prevengono le scariche continue
mitive quando non viene riconosciuta una causa. Il termi- dei neuroni corticali (modificata da [1]).
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Tab. 11.1. Classificazione delle epilessie e delle sindromi Tab. 11.2. Proposta di classificazione delle epilessie secon-
epilettiche. do Engel.
base a una serie di livelli o assi organizzati per facilitare ricorrere in un arco di tempo limitato, a meno che non si
l’approccio clinico. Sono stati pertanto riconosciuti 5 livel- instauri una condizione di cronicità che fa evolvere le con-
li o assi (Tab. 11.2). vulsioni verso un’epilessia.
Riportiamo nelle tabelle 11.3, 11.4 e 11.5 le proposte Le epilessie da danno cerebrale congenito e/o acquisi-
classificative dei livelli 2, 3 e 4 in quanto meglio applica- to sono secondarie a fattori prenatali, perinatali e postna-
bili da un punto di vista pratico. tali (Tab. 11.7).
Le cause genetiche sono responsabili sia di forme appa-
rentemente idiopatiche che di forme sintomatiche.
Eziologia
L’eziologia delle convulsioni è riconducibile a tre cause
[1, 3, 7, 8]: DIAGNOSI DI EPILESSIA
• occasionali
• da danno cerebrale cronico congenito o acquisito Dalla corretta formulazione della diagnosi dipende una
• genetiche. corretta impostazione terapeutica.
Si basa sull’anamnesi familiare, sul racconto dell’even-
L’eziologia delle convulsioni di tipo occasionale può to critico e sull’esame elettroencefalografico. Gli esami
dipendere da una serie di cause che sono riportate nella neuroradiologici (TAC e/o RMN) servono per l’inquadra-
tabella 11.6. In tutti questi casi le convulsioni tendono a mento etiologico.
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Tab. 11.4. Classificazione su base sindromica. Tab. 11.5. Classificazione su base eziologica.
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Tab. 11.6. Principali cause di convulsioni occasionali. gnostica per la registrazione elettroencefalografica del
neonato e del lattante e in presenza di crisi toniche, ato-
Infezioni intracraniche niche e miocloniche
• Batteriche (meningiti, ascessi, empiemi, trombosi venosa settica) La magnetoencefalografia (MEG) è una metodica
• Virali (meningiti, encefaliti) recente e ancora non molto diffusa in campo clinico. Essa
si basa sulla registrazione di un campo magnetico generato
Malattie metaboliche da correnti elettriche che attivano una popolazione di neu-
• Ipocalcemia, ipomagnesemia, ipoglicemia roni che scarica in maniera sincrona permettendo di analiz-
• Iponatremia (inappropriata secrezione ADH, zare le modificazioni spazio-temporali dell’attività cere-
intossicazione da acqua, inadeguata reidratazione) brale. Così come nel caso dell’EEG, essa si avvale di una
risoluzione temporale inferiore al millisecondo e quindi
Intossicazioni superiore a quella di metodiche come PET e SPECT.
• Endogene (uremia, dialisi renale, encefalopatia epatica, Inoltre con questo tipo di indagine il passaggio del segnale
chetoacidosi diabetica) magnetico attraverso la teca cranica, meningi, liquor e
cuoio capelluto è meno distorto e filtrato di quello
Encefalopatia ipertensiva
dell’EEG e può fornire una localizzazione topografica più
fedele. La testa del soggetto viene considerata come una
Malattie renali
sfera omogenea più sensibile a correnti in direzione tan-
Traumi cranici
genziale al cuoio capelluto. In particolare la MEG è otti-
male per lo studio dei generatori intracorticali posti nelle
Ipossia cerebrale acuta pareti dei giri e delle circonvoluzioni cerebrali, ma è scar-
samente sensibile ai generatori posti in profondità dal
• Arresto cardiaco momento che il campo magnetico si attenua rapidamente.
• Collasso cardiocircolatorio
Nei casi di epilessia con indicazione al trattamento chirur-
Accidenti cerebrovascolari gico è possibile ricorrere alle registrazioni elettroencefalo-
grafiche con applicazione di elettrodi intracerebrali.
• Occlusioni delle arterie, trombosi venosa, emorragie,
malformazioni vascolari
Indagini neuroradiologiche
Tab. 11.7. Fattori eziologici delle epilessie secondarie a
danno cerebrale.
Le indagini neuroradiologiche TC, RM, angioRM, sono
fondamentali per lo studio e la diagnosi delle epilessie
Fattori prenatali (vedi capitolo 4). Nel caso di epilessie in cui sia certa la
natura idiopatica (nell’epilessia-assenza, nell’epilessia a
• Disgenesie (malformazioni del SNC, malattie metaboliche,
sindromi malformative, cromosomopatie)
parossismi rolandici) può non essere necessario eseguire
• Infezioni (toxoplasmosi, citomegalovirus, rosolia) l’esame neuroradiologico o eseguirlo durante il follow-up
• Malattie metaboliche materne (diabete, PKU) nel caso insorga un dubbio diagnostico.
La TC è indicata in genere nelle forme di epilessia che
Fattori perinatali esordiscono con segni di focalità e nelle quali si sospetta un
• Infezioni tumore cerebrale o la presenza di calcificazioni intracerebrali.
• Emorragie La RM è l’esame più sensibile e meno aggressivo e viene
• Sindrome ipossico-ischemica oggi considerato come esame di prima scelta nella valuta-
zione dei soggetti con epilessia: essa permette l’identifica-
Fattori postnatali zione di tutte le condizioni malformative, dismaturative,
• Ipossia postnatale demielinizzanti, infettive, neoformative.
• Traumi La PET è soprattutto indicata per lo studio del metaboli-
• Meningiti-encefaliti smo cerebrale che varia da regione a regione in base a par-
ticolari condizioni. L’esame rileva alterazioni distrettuali
da iperperfusione o da ipoperfusione.
EEG critico. Il video-EEG consente, assieme alla regi- La sua validità a fini diagnostici è dubbia. Un ruolo,
strazione elettroencefalografica, la contemporanea regi- ancora in corso di conferma riguarda l’impiego nella valu-
strazione con videocamera degli eventi critici. tazione prechirurgica dei pazienti con farmacoresistente.
L’EEG holter consente una registrazione prolungata per La SPECT ha le stesse indicazioni della PET.
24 ore o più mentre il paziente svolge le normali attività. Altre indagini di ausilio alla diagnosi di gravi forme sinto-
Questa metodica, pur essendo molto valida, risulta a volte matiche di epilessia sono la biopsia cutanea e la biopsia
di difficile interpretazione per la presenza degli artefatti. muscolare che consentono la coltura dei frammenti biopsia-
La registrazione poligrafica consente la contempora- ti e lo studio biochimico e la determinazione di alcuni enzi-
nea registrazione di alcuni parametri quali respiro, atti- mi. Nelle forme familiari è possibile eseguire lo studio mole-
vità cardiaca e muscolare. È di fondamentale utilità dia- colare che consente la determinazione del locus genico noto.
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Semeiologia delle crisi convulsive Costituiscono l’espressione clinica più classica delle crisi di
tipo GM (grande male). Le crisi tonico-cloniche si manife-
Da un punto di vista semeiologico le crisi convulsive ven- stano in tre fasi successive: fase tonica, fase clonica e fase
gono divise nel seguente modo [1-3, 20]: postcritica. Nella fase tonica si ha flessione degli arti supe-
riori ed estensione di quelli inferiori con arresto del respiro
• assenze, tipiche e atipiche; e manifestazioni di tipo vegetativo. La fase clonica segue
• convulsioni tonico-cloniche; quella tonica e si caratterizza per la presenza di contrazioni
• spasmi; muscolari progressivamente meno frequenti e dura circa 30
• crisi miocloniche; secondi. La fase postcritica o di recupero può durare anche
• crisi atoniche; qualche ora. Il paziente è ipotonico confuso o incosciente,
• crisi toniche; può perdere il controllo sfinteriale o lamentare cefalea.
• crisi parziali semplici e complesse.
Spasmi
Assenze Gli spasmi sono caratterizzati da movimenti brevi e bruschi
Sono caratterizzate da una perdita improvvisa e ripetuta di di flessione o estensione degli arti superiori e inferiori sul
contatto con l’ambiente. Durano pochi secondi – da 10 a 20 – tronco e hanno la durata di 1-2 secondi. Possono essere fles-
e sono caratterizzate da fissità dello sguardo. Possono essere sori, flessori ed estensori o, più raramente, solo estensori,
semplici e complesse. Nelle assenze complesse sono presenti simmetrici o asimmetrici. Di solito si ripetono a salve al
automatismi (movimenti della mano, della bocca, deambula- risveglio o all’addormentamento e sono seguiti da pianto.
zione a piccoli passi) o mioclonie (palpebrali o buccali). Le Sono l’espressione clinica della Sindrome di West, che viene
assenze sono la manifestazione clinica dell’epilessia-assenza anche definita Sindrome degli spasmi infantili, ma possono
ma possono essere presenti anche in altri tipi di epilessia gene- essere presenti anche in soggetti con epilessie parziali.
ralizzata o parziale. All’EEG si rendono evidenti con scariche Crisi miocloniche
di punte-onde lente sincrone e simmetriche di 3 c/s (Fig. 11.2).
Le crisi miocloniche sono caratterizzate da una brusca e invo-
Assenze atipiche. Hanno inizio e fine più graduale, dura- lontaria contrazione muscolare di breve durata (generalmen-
no un po’ di più e si accompagnano a modificazioni del te meno di 100 msec) singolare e ripetitiva che determina la
tono muscolare come caduta del capo o del tronco, mio- perdita del tono improvvisa, seppur momentanea, del capo, di
clonie palpebrali o buccali. Il paziente talora continua la un arto o di tutto il corpo con o senza perdita di coscienza. In
sua attività ma in maniera rallentata. All’EEG sono pre- base al loro verificarsi si distinguono in mioclonie a riposo e
senti scariche di punte-onde lente di 1-2 c/s. Sono fre- d’azione; invece facendo riferimento alla distribuzione si
quenti nella Sindrome di Lennox-Gastaut ma anche nelle distinguono in parcellari (uno o più muscoli), segmentarie
epilessie miocloniche. (un arto), globali o massive (più distretti muscolari).
Le mioclonie sottocorticali sono massive mentre quelle
Convulsioni tonico-cloniche corticali sono generalmente parcellari e interessano un
muscolo o un gruppo di muscoli di un lato, colpiscono in
Le convulsioni tonico-cloniche sono caratterizzate da maniera predominante le palpebre, i muscoli della faccia e
improvvisa caduta al suolo e da movimenti bruschi e conti- del collo, gli arti superiori più che quelli inferiori. Fattori
nui di flessoestensione degli arti con ipertonia del tronco. precipitanti sono la deprivazione di sonno, la fatica, lo
stress, e la stimolazione luminosa.
Fp2-F4 Le crisi miocloniche costituiscono l’espressione clinica
F4-C4 di tutte le epilessie miocloniche da quelle benigne all’epi-
C4-P4 lessia di Janz, alle epilessie evolutive più gravi ma posso-
P4-O2 no far parte di altre sindromi epilettiche (Tab. 11.8).
F8-T4 All’EEG le crisi miocloniche si associano alla presenza
di polipunte-onde spesso sincrone con le scosse.
T4 -T6
11 – EPILESSIE 301
Tab. 11.8. Epilessie miocloniche progressive. Tab. 11.10. Criteri clinici tra assenza e crisi parziali complesse.
302 11 – EPILESSIE
Tab. 11.11. Principali cause di convulsioni neonatali. Le convulsioni nei nati da madri epilettiche sono da
attribuire alla sospensione del farmaco o alla farmaco-
• Encefalopatia ipossico-ischemica pre- peri e postnatale
dipendenza.
• Emorragie intracrancihe
– Subaracnoidee
– Intraventricolari Manifestazioni cliniche
– Intracerebrali
• Infezioni intracraniche (batteriche e virali) La semeiologia clinica delle convulsioni neonatali è varia e
• Malattie metaboliche talvolta le crisi sono così brevi e poco evidenti da essere
• Cause tossiche o sospensione di farmaci
difficilmente colte se non si ha un occhio esperto e se non
• Malformazioni cerebrali
• Idiopatiche
si allunga il tempo di osservazione del neonato.
– Convulsioni neonatali familiari I tipi di convulsioni che più frequentemente si osservano
– Convulsioni neonatali benigne di origine non nota sono le crisi cloniche focali, le convulsioni toniche e le
convulsioni sottili o minime.
Le crisi cloniche focali sono parziali e vengono definite
Tab. 11.12. Convulsioni neonatali ed età d’esordio. migratorie per la peculiarità della multifocalità e del passag-
gio da un punto all’altro del soma. Le crisi sono asincrone tra
Esordio precoce Esordio tardivo i foci di origine e le scariche si susseguono con ritmi diffe-
(0-3 giorni) (3-30 giorni) renti, simultaneamente o in breve successione. Sono più fre-
Sindrome ipossico-ischemica Ipocalcemia quenti con emorragie subaracnoidee nei neonati a termine di
Emorragia intracranica Infezioni
1-5 giorni e nel caso di ematomi intracerebrali.
Le convulsioni toniche sono più frequenti nel corso di
Ipoglicemia, ipocalcemia Errori congeniti del metabolismo
emorragie ventricolari; si associano ad apnea e non sempre
Sospensione di farmaci Anomalie di sviluppo
hanno un riscontro elettroencefalografico. Le convulsioni
Anomalie di sviluppo Ipossia, ischemia
sottili o minime comprendono fenomeni caratterizzati da
Deficit di B6 Convulsioni idiopatiche movimenti orali e oculari, da masticazione, da sbarramen-
Convulsioni familiari benigne to degli occhi o da clonie, da pedalamento o da serramento
dei pugni. Altre volte possono essere presenti solo momen-
ti di apnea o di cianosi oppure rossore al volto. Alcuni di
Tab. 11.13. Aspetti clinici delle CN.
questi episodi sono favoriti da stimolazioni di qualsiasi
natura. Nella tabella 11.13 sono riportate le varie manife-
Tipo di convulsione Manifestazione clinica
stazioni cliniche delle CN.
Tonico clonica generalizzata Contrazioni toniche seguite da Le clonie da convulsioni devono essere distinte dai tre-
brevi clonie (solo nelle epilessie mori, che sono costituiti da movimenti periodici a un ritmo
familiari benigne)
di 5-6 per secondo soppressi dal cambiamento di posizio-
Tonica generalizzata Ipertono posturale simmetrico ne, dalle mioclonie benigne del sonno e dai fenomeni vege-
(a volte da stimolazione) tativi come le apnee non epilettiche.
Clonica focale Clonie ritmiche non abolite
dalla posizione
EEG
Tonica focale Ipertono di un singolo arto o
deviazione fissa degli occhi L’interpretazione elettroencefalografica in questa fascia di
Mioclonica Mioclonie aritmiche, generalizzate,
età presuppone una notevole esperienza. Solo una piccola
focali o frammentarie, masticazione, percentuale di soggetti con convulsioni neonatali presenta
pedalamento, digrignamenti alterazioni elettroencefalografiche chiare, mentre è possi-
bile in numerosi casi registrare crisi convulsive subcliniche
Altri sintomi Apnee isolate
senza che vi siano manifestazioni cliniche convulsive
apparenti (Fig. 11.3). La registrazione elettroencefalografi-
ca in sonno quieto e/o in sonno attivo mostra un EEG di
Infezioni. Soprattutto da malattie virali contratte in epoca tipo alternante. La registrazione in veglia mostra un’attività
prenatale (citomegalovirus). di base continua di basso voltaggio più o meno regolare.
È sempre opportuno nei pazienti con convulsioni neona-
Malattie metaboliche. Sono tra le cause più numerose tali effettuare assieme alla registrazione elettroencefalogra-
e frequenti e quelle curabili determinano convulsioni fica lo studio poligrafico con la registrazione di altri para-
occasionali. Le convulsioni neonatali secondarie a ipo- metri quali respiro, frequenza cardiaca, attività muscolare,
calcemia e ipoglicemia sono comuni, ma è possibile oculogramma, ecc., che consentono di valutare maglio la
osservare CN secondarie a malattie metaboliche più natura dell’evento parossistico.
rare quali acidurie organiche, aminoacidopatie, deficit Le convulsioni neonatali che non si accompagnano ad
di biotinidase, CDG (Sindrome da deficit delle glico- alterazioni elettroencefalografiche possono essere seconda-
proteine) ecc. ri a eventi non epilettici da danno corticale.
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11 – EPILESSIE 303
La necessità di provare i nuovi farmaci antiepilettici in que- La Sindrome di Ohtahara è la forma più grave e rara di
sto tipo di convulsioni è notevole, ma ragioni soprattutto di encefalopatia epilettica età-correlata; l’età di esordio è
carattere etico rallentano le ricerche cliniche. molto precoce e compresa tra il primo e il terzo mese
Quando le CN sono secondarie a cause note, è consi- di vita.
gliato intervenire sulla causa che le ha determinate come
nel caso di malattie metaboliche e di infezioni. La piri- Aspetti clinici
dossina in bolo deve essere sempre somministrata (100 Si manifesta con tre tipi di convulsioni che sono gli spa-
mg in dose singola), ma occorre porre attenzione in quan- smi di tipo tonico, le convulsioni parziali e le crisi mio-
to dosi eccessive possono causare apnea e ipotonia. Il cloniche.
trattamento con fenobarbital ad alte dosi (30 mg/kg/die) è Gli spasmi tonici durano 1-10 secondi e possono essere
concordemente il più impiegato e svolge anche un’azione singoli o a grappolo. Le crisi parziali sono erratiche moto-
neuroprotettiva. rie colpiscono l’intero soma o la metà. Le crisi miocloni-
Le benzodiazepine – in particolare il diazepam, il lora- che sono più rare.
zepam e il midazolam – rimangono tra i farmaci meglio
tollerati. Aspetti elettroencefalografici
Le convulsioni neonatali possono essere sovradiagno-
sticate o sottodiagnosticate. La priorità del trattamento Gli aspetti elettroencefalografici sono peculiari e caratte-
deve essere rivolta alla causa eziologica. Seppur rara- rizzano la Sindrome per la presenza di un pattern caratte-
mente l’apnea isolata può essere l’unica causa delle con- rizzato da scariche periodiche altovoltate diffuse che si
vulsioni neonatali. Tutti i neonati con convulsioni la cui alternano a tratti di tracciato piatto.
eziologia non è nota dovrebbero essere sottoposti a pun-
tura lombare. Il trattamento anticonvulsivante di mante- Eziologia
nimento non appare necessario e dovrebbe essere con-
L’eziologia è sintomatica quasi sempre. Spesso sono pre-
dotto per breve tempo in quanto in età neonatale il perio-
senti alterazioni di vario tipo come, disgenesie cerebrali,
do attivo per le convulsioni è piuttosto breve.
displasie, emimegalencefalia, Sindrome del nevo sebaceo,
encefalopatie evolutive. Alcuni casi sono criptogenetici [7,
Convulsioni neonatali idiopatiche. Comprendono due
23, 24].
forme ben note sia dal punto di vista clinico che genetico e
sono le convulsioni neonatali familiari benigne e le con-
Trattamento e prognosi
vulsioni neonatali benigne non familiari.
Le convulsioni neonatali familiari benigne si ereditano Questa Sindrome è molto difficile da trattare e le convul-
con meccanismo autosomico dominante. Iniziano nella sioni, nella maggior parte dei casi, sono farmacoresisten-
prima settimana di vita ma in un t erzo dei casi anche dopo ti. La prognosi è sempre grave e dipende dalla patologia
il primo mese. Le convulsioni di tipo generalizzato o par- di base.
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304 11 – EPILESSIE
Le convulsioni in corso di una malattia febbrile costituisco- Bambini con genitori o fratelli affetti da CF corrono un
no la patologia neurologica più comune dell’età pediatrica. rischio circa 5 volte maggiore rispetto alla popolazione
Le convulsioni febbrili (CF) sono eventi critici età-cor- generale di avere CF.
relati, in soggetti con suscettibilità genetica benigna alle
convulsioni, senza infezioni apparenti del SNC e senza pre- Aspetti clinici
cedenti convulsioni afebbrili. Le convulsioni febbrili sono comunemente suddivise in
L’età di esordio è compresa tra 6 mesi e 5 anni per le forme semplici e complesse.
classiche, ma in alcuni casi va oltre questa fascia di età. Le CF semplici costituiscono il gruppo più cospicuo,
L’incidenza complessiva è del 3-5%, ma in alcune aree sono tonico-cloniche, generalizzate e di breve durata (da
geografiche come il Giappone è molto più alta e raggiunge pochi secondi a pochi minuti), non ricorrono durante lo
picchi del 10%. I maschi sono più colpiti delle femmine. stesso episodio febbrile o nelle successive 24 ore e non
Le convulsioni febbrili non costituiscono un’unica entità lasciano paralisi di Todd.
clinica, ma una forma sindromica nella quale sono com- Le CF complesse durano più di 10-15 minuti, possono
presi diversi tipi di convulsioni e/o epilessie e tra le forme ricorrere nelle 24 ore successive, sono focali e possono
genetiche sono comprese inoltre le CF familiari, la GEFS+ lasciare una paralisi di Todd residua.
(epilessia generalizzata con CF plus) e l’EMS (epilessia Questo tipo di classificazione è ancora valida e ampiamen-
mioclonica severa dell’infanzia o Sindrome di Dravet). te impiegata, tuttavia da un punto di vista clinico appare più
opportuno suddividere le CF in tipiche, inserendo in questo
Patogenesi gruppo le CF semplici e in atipiche che comprendono l’am-
Le CF possono manifestarsi in occasione di qualunque rial- pia gamma dei vari fenotipi delle CF complesse e cioè: lo
zo termico improvviso o di infezione febbrile intercorren- stato di male febbrile (c. di lunga durata), le CF in famiglie
te, soprattutto di tipo virale rispetto alle batteriche. con differenti tipi di epilessia (compresa la GEFS+), le CF e
La patogenesi non è nota: età, fattori genetici e fattori afebbrili in soggetti sani o con patologie neurologiche, le CF
ambientali sono concordemente coinvolti. a esordio molto precoce, le CF a esordio o con ricorrenza tar-
Soggetti con rialzi termici improvvisi e consistenti pos- diva oltre i 7 anni (comprese le CF+), le CF in corso di mode-
sono manifestare eventi parossistici non convulsivi come la sto rialzo termico o durante la defervescenza, le CF con alta
“sincope febbrile” o “sincope anossica riflessa” nella quale ricorrenza e le CF che precedono epilessie genetiche come la
l’evento critico parossistico si manifesta clinicamente EMS o l’epilessia familiare del temporale (tabella 11.15).
come una convulsione, ma si tratta di una crisi sincopale da
vasodilatazione periferica, con bradicardia o asistolia e Indagini strumentali
riduzione del flusso ematico. Le CF tipiche non richiedono altre indagini se la diagnosi
clinica è certa. L’EEG è solitamente normale. Nel caso di
Genetica convulsioni con febbre da probabile infezione del SNC
I fattori genetici giocano un ruolo determinante nella pato- occorre invece procedere con altre indagini (esami neuro-
genesi delle CF e ciò è dimostrato dall’elevata incidenza radiologici, puntura lombare).
di familiarità, fino al 60%, sia per CF sia per epilessia
(Tab. 11.14).
Il tipo di trasmissione non è ancora noto e i modelli gene- Tab. 11.15. CF con differenti fenotipi clinici (CF atipiche).
tici ipotizzano un meccanismo autosomico dominante, • Stato di male febbrile (convulsioni febbrili di lunga durata)
autosomico recessivo, poligenico e multifattoriale. • CF in famiglie che presentano differenti tipi di epilessia (GEFS+)
Fino a oggi sono stati individuati 4 loci genici che sono • CF e CaF in soggetti sani o con patologie neurologiche
il FEB 1-2-3-4: • CF a esordio precoce (<1anno)
• CF a esordio tardivo (>6anni)
• CF che ricorrono oltre i 6 anni
Tab. 11.14. Loci genici delle convulsioni febbrili.
• CF che insorgono in corso di modesto rialzo febbrile
Locus Cromosoma o durante la fase di defervescenza
Feb 1 8q13-q21 • CF con alta ricorrenza (quasi ogni episodio febbrile)
Feb 2 19p • CF che ricorrono durante lo stesso episodio febbrile
Feb 3 2q23-q24 • CF che precedono l’epilessia mioclonica severa o l’epilessia
Feb 4 5q14-q15 idiopatica del temporale o altre epilessie
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11 – EPILESSIE 305
Le CF con fenotipi più complessi possono necessitare di Tab. 11.16. Sindromi epilettiche e incidenza di CF (modifi-
ulteriori approfondimenti e anche di esami neuroradiologi- cata da Baulac, 2004).
ci in accordo agli altri dati clinici come per esempio pre- Epilessia assenza 20%
senza di alterazioni all’esame neurologico, alta ricorrenza Epilessia mioclonica giovanile 5-10%
delle crisi, lunghi stati di male febbrile. Epilessia mioclono-astatica 15-28%
Sindrome di Lennox-Gastaut 8%
Prognosi Epilessia rolandica 8%
Le CF tipiche, hanno prognosi buona e le recidive non si Epilessia occipitale 17%
presentano oltre il quinto anno di vita. In generale il 60% Epilessia lobo-temporale 25%
ha un solo episodio, il 30% due e il 10% più di 3. Epilessia mesiale refrattaria del temporale 50-80%
L’incidenza di successive convulsioni afebbrili oscilla dal
3 al 10% e fattori di rischio maggiori sono: la storia fami- Tab. 11.17. Mutazioni della GEFS+.
liare di epilessia o di CF, patologie neurologiche prima
della comparsa delle crisi e età d’insorgenza precoce. Cromosoma Gene Epilessia
Nei pazienti con CF il rischio di epilessia aumenta dal 2 19q13.2 SCN1B GEFS+
al 10-15%, soprattutto nei soggetti con sviluppo psicomo-
2 SCN1A GEFS+/SMEI
torio anormale, quando è presente familiarità per epilessia, SCN2A GEFS+/ BFNIS
quando le crisi febbrili sono di lunga durata. Nella tabella
11.16 sono riportate le sindromi epilettiche che con mag- 5 GABRG2 GEFS+
giore frequenza esordiscono o si associano alle CF e la loro
frequenza all’interno della Sindrome.
La CF+ costituisce all’interno della Sindrome il fenoti-
Terapia po più frequente ed è caratterizzata dalla ricorrenza delle
Nella maggior parte dei casi l’evoluzione delle CF è buona CF oltre l’età di 6 anni (di solito si esauriscono intorno agli
e non necessita di alcun trattamento. 11 anni) e dalla coesistenza di convulsioni afebbrili di tipo
La somministrazione di benzodiazepine per via rettale, al tonico clonico.
momento della convulsione, interrompe la crisi in atto e Responsabili della GEFS+ sono finora 4 geni, 3 codifi-
costituisce il trattamento più in uso. Questo può essere ese- cano per i canali del sodio voltaggio dipendenti e il quarto
guito anche a domicilio ed è valido per prevenire lo stato di per la subunità dei recettori del GABA (Tab. 11.17).
male febbrile. Il primo gene, localizzato sul cromosoma 19q, è stato
È obbligo curare anche la patologia responsabile della chiamato SCN1B (sodium channel β-1 subunit) il secondo
febbre. Nelle CF classiche, il trattamento per la prevenzio- e il terzo, localizzati sul cromosoma 2, SCN1A (sodium
ne non è mai consigliato. channel α-1 subunit) e SCN2A (sodium channel α-2 subu-
Nelle CF con fenotipo complesso deve essere valutato nit) e il quarto GABRG2 (recettore GABAa, subunità γ-2)
ogni singolo caso, tuttavia può essere preso in considera- sul cromosoma 5.
zione quando l’età d’esordio è molto precoce, se le recidi- La mutazione del gene SCN1B è stata la prima a essere
ve sono molto numerose e quando sono presenti problemi descritta, tuttavia il coinvolgimento del gene SCN1A è più
neurologici consistenti. I farmaci più impiegati sono il val- frequente e numerose mutazioni de novo di questo gene
proato di sodio e il fenobarbital. sono state ritrovate anche nell’epilessia mioclonica severa.
Il trattamento intermittente con benzodiazepine, per via La correlazione genotipo-fenotipo della mutazione del
orale o rettale, durante l’episodio febbrile, è molto dibattu- gene SCN1A ci permette di affermare che esiste un ampio
to e non trova reale indicazione. spettro di condizioni che va da forme più semplici e meno
gravi come la GEFS+, a forme di media gravità, fino alla
grave epilessia mioclonica severa o Sindrome di Dravet.
Epilessia generalizzata con CF+ Le mutazioni interferiscono sulla modulazione dei cana-
li del sodio, che sono i principali generatori del potenziale
L’epilessia generalizzata con CF plus (GEFS+) (il termi- d’azione dei neuroni, determinando ipereccitabilità o ini-
ne GEFS+ è l’acronimo di Generalized Epilepsy Febrile bendo l’attività neuronale.
Seizures plus) è una Sindrome epilettica genetica, di recen- Nonostante la GEFS+ sia frequente da un punto di
te individuazione. È stata descritta da Sheffer e Berkovic vista clinico, la mutazione è stata riscontrata solo in
nel 1997 in una grande famiglia australiana nella quale è poche famiglie confermando il dato secondo cui l’epiles-
stata individuata anche la prima mutazione genica. sia è una condizione multifattoriale e l’espressività gene-
Si trasmette in maniera autosomica dominante con tica è molto variabile.
espressività variabile e si caratterizza per la coesistenza,
nella stessa famiglia, di un ampio spettro di fenotipi clinici Epilessia mioclonica benigna
convulsivi, che vanno dalle CF tipiche, alle CF+ e ad altri
tipi di convulsioni afebbrili generalizzate o parziali come le È una rara forma di epilessia idiopatica generalizzata gene-
convulsioni tonico-cloniche, le assenze, le convulsioni ticamente determinata. Colpisce bambini di età compresa
mioclono-astatiche, le convulsioni miocloniche o atoniche. tra 6 mesi e 4 anni neurologicamente normali. Le crisi
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 306
306 11 – EPILESSIE
Encefalopatia ipossico-ischemica
miocloniche costituiscono l’unico tipo di convulsione pre- • Prenatale, perinatale e postnatale
senti, e sono massive, poco frequenti in veglia e più fre- • Infarto cerebrale
quenti nel sonno. Un certo numero di pazienti può svilup-
pare crisi di tipo TCG. L’EEG di fondo è normale (Figg. Tumori cerebrali
11.4 e 11.5). L’evoluzione è buona e questo tipo di epiles-
sia tende a guarire intorno all’adolescenza. Malformazioni vascolari
11 – EPILESSIE 307
Aspetti clinici
Gli spasmi costituiscono la manifestazione clinica convul-
siva tipica della Sindrome. Si manifestano con una brusca
flessione del capo, del tronco e degli arti in avanti; posso-
no essere in flessione, in estensione o misti, se asimmetrici
colpiscono un solo emisoma. Insorgono a grappolo al
risveglio o all’addormentamento e sono seguiti da pianto e
da senso di fastidio (Fig. 11.6). Gli spasmi tendono a scom-
parire dopo i primi due anni, se persistono, l’evoluzione è
verso la Sindrome di Lennox-Gastaut o verso altre forme di
epilessia soprattutto di tipo parziale complesso.
Fig. 11.6. Spasmi infantili in flessione in fase critica in un
Aspetti EEG bambino con NF1.
Gli spasmi si accompagnano a un quadro EEG peculiare
chiamato ipsaritmico (Fig. 11.7) nel quale è presente una Fp2 -C4
308 11 – EPILESSIE
Cz-C3
Caratteristiche variabili
C3 -T3 • Tipo di convulsioni (toniche, miocloniche, assenze atipiche, CTCG)
spasmo CT 0,3 µV 100 • Frequenza delle convulsioni
• Eziologia sintomatica o idiopatica
Fig. 11.10. EEG registrato durante la fase critica in una
bambina di 7 mesi con ipsaritmia.
F2-C4 nella sua forma classica. Il 50% dei casi si manifesta suc-
C4-O2
cessivamente alla Sindrome di West [1, 20].
F2-T4
È caratterizzata dalla presenza di più tipi di convulsioni e si
accompagna a grave deterioramento cognitivo. Le crisi toni-
T4-O2
che sono più frequenti nel sonno e sono patognomoniche
F1-C3
della Sindrome. Le assenze sono atipiche e sono presenti
C3-O1
anche crisi atoniche di caduta e crisi miocloniche.
F1-T3 Caratteristici della Sindrome di Lennox sono i cosiddetti
T3-O1 “stati”, periodi lunghi anche giorni durante i quali coesistono
T4-C4 deterioramento cognitivo e veri e propri stati di male dovuti
C4-Cz
alla frequente ricorrenza delle crisi (anche molte decine al
Cz-C3
giorno). Questi “stati” sono particolarmente resistenti ai far-
maci talché è consigliabile non instaurare altri trattamenti.
C3 -T3
Nella Sindrome di Lennox-Gastaut l’EEG mostra delle
anomalie specifiche che in veglia sono costituite da scari-
Delt Dx
che di 1,5-2,5 c/s prevalenti nelle regioni frontali e tempo-
Delt Sx rali che diffondono a tutte le derivazioni e nel sonno ten-
dono ad aumentare (Fig. 11.11).
Il rapporto tra Sindrome di Lennox-Gastaut e Sindrome di
Fig. 11.11. EEG + poligrafia durante il sonno in un bambi-
no di 4 anni e 6 mesi con Sindrome di Lennox-Gastaut. West è un problema tutt’oggi non soluto; per alcuni Autori
le due forme costituiscono un continuum età-correlato.
Anche la Sindrome di Lennox-Gastaut come la Sindrome
Tuttavia il riscontro di gravi effetti collaterali spesso irre-
di West costituisce un’epilessia difficile da trattare; l’impie-
versibili a carico dell’occhio, che si manifestano con ridu-
go di alcuni nuovi farmaci antiepilettici (felbamato, lamo-
zione concentrica del campo visivo, limita l’uso di questo
trigina, topiramato) consente un certo controllo delle crisi.
farmaco ai soli primi mesi di trattamento.
Tra i vecchi farmaci il sodio valproato, il clonazepam per le
Gli altri farmaci impiegati sono il valproato e il nitraze-
crisi miocloniche e la fenitoina per le crisi toniche.
pam, tra i vecchi farmaci antiepilettici e il topiramato, tra i
Nella tabella 11.19 sono riportate le caratteristiche clini-
farmaci di nuova generazione.
che della Sindrome di Lennox-Gastaut. La prognosi in
genere non è buona: il 5% dei pazienti muore, l’80-90%
Sindrome di Lennox-Gastaut continua ad avere convulsioni in età adulta e presenta ritar-
do mentale anche grave e turbe del comportamento.
La Sindrome di Lennox-Gastaut è l’encefalopatia epiletti-
ca più nota dell’infanzia.
Essa fu osservata per la prima volta dal neurologo france-
se Lennox nel 1932 mentre si trovava a Chicago. Lennox EPILESSIA MIOCLONICA SEVERA
osservò infatti che l’EEG di bambini con assenze presentava DELL’INFANZIA (EMS)
scariche di punte-onde di 1-2,5 c/s, al posto di 3 c/s e definì
questo petit mal variant. Nel 1965 Gastaut descrisse tale
condizione con più accuratezza dal punto di vista clinico,
Sindrome di Dravet
rilevando la presenza di crisi toniche e di assenze atipiche. È una grave encefalopatia epilettica genetica a carattere
La Sindrome di Lennox-Gastaut insorge tra i 2 e i 10 progressivo. Si manifesta in diversi periodi successivi e si
anni con un picco tra 3-5 anni ed è un’epilessia molto rara caratterizza per la presenza di più tipi di convulsioni: CF a
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11 – EPILESSIE 309
esordio nel primo anno di vita, crisi miocloniche, assenze malattia si manifesta con la sequenza talora in più giorni, di
atipiche e convulsioni parziali complesse. una serie di emiconvulsioni tonico-cloniche di lunga dura-
L’incidenza è di circa 1 caso ogni 30.000 bambini e i ta, cui segue emiplegia omolaterale che diventa permanen-
maschi sono 2 volte più colpiti rispetto alle femmine. Si te in circa i due terzi dei pazienti. Le convulsioni hanno
manifesta prima dei 3 anni di vita. spesso inizio in corso di episodi febbrili e in bambini neu-
Il meccanismo di trasmissione non è ancora noto. In rologicamente normali. L’epilessia si manifesta successi-
alcuni pazienti, circa il 60%, sono presenti mutazioni de vamente in circa l’80% dei soggetti.
novo del gene SCN1A (lo stesso della GEFS+) che codifi- Di solito non viene rilevata nessuna eziologia, a parte la
ca per la subunità α-1 del canale del sodio. In molti casi è presenza di familiarità per CF, tuttavia poiché si manifesta
presente familiarità per CF e per altri tipi di epilessia. in associazione a una malattia febbrile, può esservi un’in-
Le alterazioni segnalate alle neuroimmagini sono fezione non nota del SNC. Le cause traumatiche o vascola-
aspecifiche. ri sono rare. L’EEG nella fase acuta appare asimmetrico.
Questa condizione impone un trattamento acuto d’emer-
Decorso clinico genza; tuttavia la prognosi è, nella maggior parte dei casi,
È vario e la diagnosi si conferma lungo il follow-up attra- grave in quanto l’epilessia che si instaura tende a essere
verso alcuni aspetti che comprendono: la sequenza dei vari farmacoresistente.
tipi di convulsioni, la tendenza alla farmacoresistenza e il Possono permanere disturbi neurologici focali e turbe del
progressivo deterioramento mentale e neurologico. linguaggio.
Le crisi insorgono nel primo anno di vita con la febbre, Probabilmente l’ampia diffusione, anche domiciliare,
ma successivamente si ripresentano senza febbre e sono delle benzodiazepine per interrompere le crisi convulsive
cloniche o tonico-cloniche generalizzate, ma anche focali e in atto ha sensibilmente ridotto la reale incidenza di questa
spesso di lunga durata. Con il passare degli anni compaio- grave condizione.
no anche le crisi miocloniche massive e le assenze atipiche.
Tutte le crisi tendono alla farmacoresistenza. Quando la Convulsioni focali migranti
malattia si è stabilizzata le crisi convulsive tendono a regre- Questa Sindrome è solo da poco tempo inserita nelle nuove
dire spontaneamente, ma il deficit intellettivo e le altera- proposte di classificazione e quindi è in via di completa
zioni neurologiche si sono drammaticamente instaurate e definizione.
permangono per sempre. Colpisce ambedue i sessi e inizia in un’età media com-
Aspetti elettroencefalografici presa nei primi tre mesi di vita.
Si caratterizza per la comparsa di convulsioni suben-
Nella fase iniziale l’EEG è normale, ma successivamente tranti multifocali, che inizialmente appaiono poco signifi-
compaiono le prime alterazioni che sono costituite dalle sca- cative perché le condizioni generali e lo sviluppo psico-
riche parossistiche generalizzate di punte onde e polipunte motorio dei soggetti affetti appaiono del tutto normali;
lente di 1-2 c/s spesso facilitate dalla fotostimolazione e dal dopo 1 o 2 mesi però, le convulsioni ricorrono con alta fre-
sonno. Sono anche evidenziabili burst di attività teta a 5-6 quenza e clinicamente sono caratterizzate da crisi motorie
c/s sulle regioni centro parietali. Successivamente il traccia- parziali a variabile espressività (toniche miocloniche, toni-
to di base si altera per la presenza di notevole attività lenta e co-cloniche). I pazienti cominciano a presentare regressio-
ciò avviene in coincidenza con il deterioramento neuropsi- ne dello sviluppo motorio, ipotonia assiale e quadriplegia
cologico. È costante la presenza di marcata fotosensibilità. spastica. Tutti gli esami volti a escludere patologie di tipo
metabolico, neurodegenerativo o malformativo appaiono
Prognosi
normali. L’EEG presenta scariche multifocali di attività
Purtroppo la prognosi di questa condizione è grave, sia per teta o di ritmi indipendenti da una zona corticale all’altra,
quanto riguarda le convulsioni che sono intrattabili e ten- ma migranti.
dono a persistere, sia per il deterioramento mentale e neu- La terapia antiepilettica non risolve il quadro convulsivo,
rologico progressivo che determina anche atassia e segni che tende a diventare farmacoresistente.
neurologici di tipo piramidale. Il linguaggio è severamente L’etiologia rimane sconosciuta e non di rado, questa con-
compromesso, può essere presente deficit di attenzione con dizione porta a morte.
iperattvità. In alcuni casi l’evoluzione è in exitus.
Terapia Epilessia mioclono-astatica di Doose
Non esiste un tipo di trattamento che funzioni meglio di un
altro, per cui solitamente si viene a realizzare un avvicen- Esordisce, in bambini di età compresa tra 1 e 3 anni nei
darsi di farmaci da soli o in combinazione, nella speranza quali esiste familiarità per epilessia, con mioclonie astati-
di rallentare l’incalzare delle crisi convulsive. che soprattutto al risveglio, crisi atoniche e assenze. Il sog-
getto cade improvvisamente a terra e può riportare traumi.
Sindrome HHE (Hemiconvulsion, Hemiplegia, Epilpesy) Le crisi di caduta sono numerose e frequenti ma consento-
È caratterizzata da emiconvulsione, emiplegia ed epilessia. no al soggetto di riprendersi dopo pochi secondi; di solito
Costituisce una Sindrome molto rara e grave, e colpisce non è presente ritardo mentale all’esordio ma può compa-
prevalentemente bambini nei primi due anni di vita. La rire successivamente. In un primo momento la sintomato-
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 310
310 11 – EPILESSIE
50% dei casi esordisce con apparente perdita delle capacità T6-O
uditive e di comprensione (agnosia uditiva verbale) e suc- T5-O
cessivamente con perdita del linguaggio (afasia percettiva
F3-F4
ed espressiva). L’epilessia come sintomo di esordio avvie-
T3-C3
ne nel 40-50% dei casi prima dell’afasia oppure in coinci-
C2-Cz
denza con essa. Le convulsioni sono parziali-complesse,
ma possono anche essere generalizzate, tonico-cloniche, Cz-C4
11 – EPILESSIE 311
sottende una causa genetica. Si manifesta con andamento lo scheletrico, nel fegato e nelle cellule dei dotti delle
progressivo dopo molti anni di latenza da un’infezione ghiandole sudoripare dove devono essere cercati.
morbillosa. Con l’impiego, su vasta scala, del vaccino anti- I geni della malattia di Lafora sono L’EPM2A e l’EPM2B
morbilloso, non si osserva più. situati sul cromosoma 6 rispettivamente 6q24 e 6q22
In una fase precoce delle EMP l’aspetto clinico ed elet-
Epilessia mioclonica con ragged red fibres (MERRF)
troencefalografico è assimilabile alle sindromi epilettiche
generalizzate idiopatiche come l’epilessia mioclonica gio- È una patologia di tipo mitocondriale, può essere sporadica o
vanile. Con il passare del tempo la diagnosi viene sospetta- familiare e in quest’ultimo caso è ereditata per via materna.
ta per la comparsa dei segni di un progressivo deteriora- I segni clinici comprendono miopatia, neuropatia, perdi-
mento neurologico ed elettroencefalografico. ta dell’udito, declino cognitivo, bassa statura e atrofia otti-
Il mioclono è frammentario e multifocale ed è spesso ca. Segni meno frequenti sono la cardiomiopatia, i lipomi
precipitato dalla postura, dal movimento o da stimoli ester- multipli e il diabete mellito. Presenta dei segni in comune
ni come la luce, il rumore, il contatto ed è più evidente nei con la Sindrome MELAS, ma la MERRF ha un decorso più
muscoli facciali e nelle estremità distali. Con l’aumentare lungo e meno grave.
del mioclono e dell’involuzione neurologica è compromes- L’EEG mostra scariche di punte onde lente a 2-5 Hz con
sa anche la normale attività quotidiana e i soggetti diventa- marcato rallentamento dell’attività di base.
no disabili. L’età d’esordio, i sintomi, il tipo di epilessia e Alla RMN possono essere presenti atrofia cerebrale e
di mioclono, i segni cerebellari variano in relazione alle calcificazioni dei gangli della base.
differenti forme. Nella tabella 11.18 sono riportate le pato- La biopsia muscolare mette in evidenza le ragged red
logie genetiche che sono causa di EMP. fibres nel 90% dei casi.
Il difetto molecolare consiste in una sostituzione nucleo-
Malattia di Unverricht-Lundborg tidica (adenosina-guanina o tiroxina-citosina) nel gene
Questa condizione autosomica recessiva, è più diffusa in MTTK del DNA mitocondriale ed è presente nel 90% dei
Finlandia ed è sporadica in tutto il resto del mondo esordi- pazienti con MERRF tipica.
sce tra 6 e 15 anni di età e i sintomi progrediscono in
maniera insidiosa. Ceroido-lipofuscinosi neuronale
Nella metà dei casi inizia con un mioclono secondario a Le forme di CLN che causano epilessia mioclonica pro-
stimoli sensitivi. L’esame neurologico, in un primo momen- gressiva sono 5 e ognuna di queste è geneticamente distin-
to normale, evidenzia con il progredire degli anni atassia, ta e si trasmette con meccanismo autosomico recessivo, a
incoordinazione, tremori intenzionali, disartria. La malattia parte la forma adulta che è dominante:
non porta precocemente a morte.
Il tracciato di base, normale durante i primi anni di malat- • forma classica tipo 2 o M. Di Jansky-Bielschowsky;
tia, mostra successivamente anomalie tipiche della epilessia • forma giovanile tipo 3 o malattia di Spielmeyer-Vogt-
generalizzata idiopatica, fino a presentare rallentamenti dif- Sjogren o malattia di Batten;
fusi dell’attività di base e scariche di punte onde lente e poli- • variante infantile finnica tipo 5;
punte onde comprese tra 2-6 Hz. È presente fotosensitività. • variante infantile tardiva tipo 6;
La RMN è di solito normale. Il gene CSTB della malat- • forma dell’adulto tipo 4.
tia di Unverricht Lundborg è meglio noto come EPM 1 ed
è sul cromosoma 22 q22.3 e codifica per la cistatina B che In tutte le forme esiste un accumulo intracitoplasmatico
è un inibitore della cisteina. Il meccanismo patofisiologico anormale con quantità abnormi di lipopigmento nei lisosomi.
della malattia è ancora sconosciuto. La ceroido-lipofuscinosi classica o tipo 2 si manifesta
Il sospetto clinico è fondamentale per la diagnosi che tra i 2 e i 4 anni. Le crisi sono di tipo mioclonico, tonico o
può essere confermata tramite la ricerca della mutazione. assenze atipiche. Nell’arco di pochi mesi s’instaura atassia
Non esiste un trattamento specifico. I farmaci più impie- e regressione psicomotoria, l’epilessia diventa sempre più
gati sono il Clonazepam e il Levetiracetam. intrattabile, compaiono decadimento delle funzioni menta-
li superiori e spasticità. Questa condizione porta a morte
Malattia di Lafora nel giro di 4-5 anni dall’esordio.
Insorge tra 12 e 17 anni ed è un disordine autosomico L’EEG presenta un marcato rallentamento del ritmo di
recessivo. base e scariche epilettiformi generalizzate. Un dato elettro-
Durante la fase iniziale, la sintomatologia epilettica è fisiologico caratteristico è costituito dalla presenza di
riconducibile all’epilessia mioclonica giovanile da cui è potenziali giganti, che si evocano nelle regioni posteriori in
difficile distinguerla, ma dopo si manifestano convulsioni seguito alla stimolazione con un singolo flash luminoso.
di tipo occipitale, con cecità e allucinazioni visive, assenze Il gene di questa malattia è chiamato TPP1, in quanto
atipiche, crisi atoniche e parziali complesse. Con il progre- codifica per la proteina tripeptidil peptidase 1 ed è stato
dire della malattia, le crisi diventano intrattabili, comincia mappato sul cromosoma 11p15.
l’atassia, la disartria, il declino cognitivo. La variante giovanile tipo 3 inizia tra 4 e 10 anni. I
Patognomonico di questa condizione è il rinvenimento disturbi prevalenti sono di tipo visivo; successivamente
dei corpi di Lafora: particolari inclusioni intracellulari a compaiono, in maniera graduale, sia la spasticità sia l’invo-
base di carboidrati che si ritrovano nei neuroni, nel musco- luzione mentale e il mioclono in concomitanza con disturbi
11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 312
312 11 – EPILESSIE
psicotici e allucinazioni. Le anomalie elettroencefalografi- Tab. 11.20. Criteri per differenziare le crisi epilettiche dalle
che sono accentuate dal sonno, ma non dalla stimolazione pseudocrisi.
luminosa. Il gene CLN3 è localizzato sul cromosoma 16.
La variante infantile finnica tipo 5 differisce dalla Dati clinici Pseudocrisi Crisi epilettiche
forma classica per l’insorgenza più tardiva, intorno ai 5 Cambiamento della Rara Frequente
anni, e per il decorso più lento; tra i sintomi più eclatanti frequenza con i farmaci
sono da considerare la cecità e l’ipotonia. L’atassia compa- Aumento della frequenza Frequente Occasionale
re intorno ai 7 anni e le crisi miocloniche intorno agli 8. Il con lo stress
gene CLN5 è stato mappato sul cromosoma 13q21-q32. Linguaggio volgare Frequente Raro
La variante infantile tardiva tipo 6 ha inizio interme-
Autoaggressività Rara Comune
dio tra 5 e 7 anni. Il gene CLN6 è stato mappato sul cro-
mosoma 15q21-23. Incontinenza sfinterica Rara Comune
Ferite alla lingua Rare Comuni
Sialidosi Esordio notturno Raro Comune
Le sialidosi che causano EMP sono due: la sialidosi tipo 1 Stereotipia degli attacchi Spesso variabile Poco variabile
o mioclono con macchia rosso ciliegia e la sialidosi tipo II Eventi postictali Rari Costanti
ambedue autosomiche recessive.
EEG intercritico Spesso normale Anormale
La prima forma insorge in età giovanile è dovuta a defi-
cit di α-neuraminidase e si manifesta con mioclono di azio- EEG critico Normale Sempre
anormale
ne e intenzionale. La progressione della malattia è molto
lenta non vi è deterioramento mentale ma deficit visivo,
atassia ed epilessia.
La Sialidosi tipo II o galattosialidosi è causata dal deficit improvvisa e momentanea perdita di contatto con l’am-
sia di N-acetil neuraminidase che di β-galattosialidasi. Si biente della durata di pochi secondi (10-30 secondi). Le
può manifestare dal periodo neonatale fino alla seconda assenze vengono definite assenze semplici se non si
decade di vita, ma le alterazioni dismorfiche appaiono accompagnano ad altri fenomeni motori e assenze com-
peculiari. È presente, infatti, aspetto grossolano del volto, plesse se si accompagnano a piccole mioclonie delle pal-
opacità corneale, epatomegalia, displasie scheletriche, dif- pebre o degli arti, ad automatismi gestuali (strofinio delle
ficoltà di apprendimento e mioclonie. dita delle mani tra loro o con i vestiti, movimenti a picco-
La RMN può mostrare nelle fasi più avanzate atrofia li passi, ecc.) oppure a cambiamenti della postura. Le
pontocerebellare e cerebrale. Il gene delle sialidosi NEU 1 assenze cominciano e finiscono bruscamente interrompen-
è localizzato sul cromosoma 6p 21.3. do l’attività del paziente, non si accompagnano né sono
La diagnosi viene confermata dal riscontro degli enzi- precedute da fenomeni del tipo aura e non sono seguite da
mi lisosomiali deficitari nei leucociti o nella cultura dei fenomeni postcritici. La frequenza è varia, ma talora molto
fibroblasti. alta con picchi di 50-100 crisi al giorno. Le assenze sono
Le EMP sono molto difficili da trattare per la loro accentuate dalla fatica e dalla tensione emotiva. Lo svi-
peculiare farmacoresistenza ai trattamenti farmacologici luppo psicomotorio e il QI sono nella norma tranne rare
convenzionali. eccezioni (Tab. 11.20).
Aspetti EEG
L’EEG è caratteristico per la presenza di scariche paros-
EPILESSIE IDIOPATICHE sistiche di punte-onde lente di 3 cicli al secondo; ad alcu-
GENERALIZZATE ne di esse può corrispondere clinicamente l’assenza. Le
scariche iniziano e finiscono bruscamente, non durano più
di 20-30 secondi e sono tipicamente scatenate dall’iper-
Epilessia-assenza (petit mal) ventilazione. Anche la fotostimolazione può determinare
l’insorgenza delle scariche di 3 c/s. Il tracciato in sonno
È la forma più nota di epilessia generalizzata dell’età pedia- può mostrare le stesse anomalie. Altre alterazioni elet-
trica con forte predisposizione genetica. Colpisce più fre- troencefalografiche consistono in rallentamenti nelle
quentemente soggetti sani di sesso femminile in età scolare regioni posteriori.
secondo due picchi: 4-10 anni (epilessia-assenza dell’infan- Quando le assenze si manifestano in bambini neurologi-
zia) e 6-12 anni (epilessia-assenza dell’adolescenza). camente normali e quando sono presenti all’EEG le punte-
Alcuni soggetti presentano convulsioni febbrili semplici onde di 3 cicli al secondo su un tracciato di base normale
o complesse prima di manifestare epilessia-assenza. non occorre effettuare altre indagini. Nei casi in cui le
assenze sono complesse o atipiche può essere più difficile
Manifestazioni cliniche
distinguerle da crisi parziali complesse a partenza dal lobo
L’aspetto più caratteristico di questa epilessia è dato dalla frontale e/o temporale. Nella tabella 11.20 riportiamo i cri-
comparsa di assenze che possono ripetersi numerose volte teri clinici di diagnosi differenziale tra le assenza tipiche e
nel corso della giornata. Le assenze sono caratterizzate da le convulsioni focali complesse.
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11 – EPILESSIE 313
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Epilessia mioclonica non evolutiva Fig. 11.14. EEG registrato in fase di veglia in una bambina
di 12 anni con epilessia mioclonica giovanile di Janz.
Epilessia mioclonica giovanile (Sindrome di Janz).
Colpisce soggetti della seconda decade di vita e, quindi, in
età adolescenziale. Il locus genico dell’epilessia miocloni- seguite talvolta da successiva generalizzazione. Alcuni di
ca di Janz è localizzato sul cromosoma 6p11 e 15q14. Si questi bambini oppure i familiari possono aver presentato
caratterizza per la presenza di grappoli mattutini di mio- convulsioni febbrili nella prima infanzia.
clonie che improvvise insorgono subito dopo il risveglio e
Decorso clinico
che determinano la caduta improvvisa o spesso il lancio di
oggetti che il paziente tiene nelle mani (tazza del caffè, Le crisi si manifestano soprattutto durante il sonno e nelle
sapone ecc.), senza perdita di coscienza. prime fasi dell’addormentamento e sono caratterizzate da
Accanto a queste crisi mattutine possono essere presen- movimenti clonici di solito della bocca e, successivamente,
ti assenze atipiche. Le crisi miocloniche così come le di un emilato; sono accompagnati da rumori gutturali, sali-
assenze possono essere aggravate dalla fatica e dallo stress vazione e difficoltà a parlare, senza che vi sia perdita di
e, quindi, ripresentarsi durante le ore serali. Una parte dei coscienza. La crisi può essere singola o più spesso può
pazienti con epilessia di Janz manifesta anche crisi tonico ripetersi nell’arco di poco tempo per poi ripresentarsi
cloniche generalizzate che possono presentarsi al mattino anche dopo mesi e di solito è di breve durata. La genera-
al risveglio o costituire la parte finale di un grappolo di lizzazione può avvenire raramente. In alcuni casi le crisi si
mioclonie. Raramente può insorgere uno stato di male manifestano di giorno durante la veglia.
mioclonico. Lo sviluppo neurologico e psicomotorio è Le alterazioni elettroencefalografiche, danno il nome alla
solitamente normale e non vi è ritardo mentale ma in alcu- Sindrome. Il quadro intercritico è caratteristico sia in veglia
ni casi deficit selettivi. che in sonno e mostra su un tracciato di base normale la pre-
senza di punte-onde lente altovoltate singole o in piccoli
Aspetti elettroencefalografici gruppi sulla regione centrale e centrotemporale: tali alterazio-
Le alterazioni elettroencefalografiche sono piuttosto ni si attivano e tendono ad aumentare durante il sonno. Alcuni
caratteristiche e meglio espresse nel tracciato intercriti- componenti della famiglia possono presentare anomalie EEG
co eseguito dopo deprivazione di sonno. Esse sono analoghe, senza avere mai presentano convulsioni.
caratterizzate dalla presenza di punte e di polipunte- Quando i dati clinici ed elettroencefalografici sono clas-
onde rapide a 3-6 cicli al secondo che tendono a genera- sici, non è indicata alcuna altra indagine.
lizzare (Fig. 11.14). L’EBPR guarisce con l’età, di solito entro la pubertà, per
cui è preferibile evitare il trattamento terapeutico a meno
Prognosi e terapia che non vi sia una particolare ricorrenza delle crisi.
La terapia prevede la somministrazione di DPK. La pro-
gnosi è in genere buona, ma con l’ausilio della terapia che Epilessia benigna con parossismi occipitali
non va mai sospesa.
Questa epilessia fa parte delle epilessie idiopatiche beni-
gne dell’infanzia. Comprende due forme cliniche: la
Convulsioni e sindromi convulsiva Sindrome di Panayiotopoulos o epilessia occipitale a
a esordio dopo il secondo esordio precoce e la Sindrome di Gastaut o epilessia occi-
anno – epilessie parziali idiopatiche pitale a esordio tardivo.
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Prognosi e terapia Nel primo caso sono presenti sia una storia di CF sia la
La prognosi è benigna in quanto, nella maggior parte dei presenza di aura viscerale, gustativa od olfattiva, seguita
casi, guarisce. Tuttavia possono residuare dei deficit che da arresto motorio o assenza e afasia. La durata è di pochi
vanno dal deficit attentivo con iperattività a veri e pro- minuti, l’inizio graduale e l’evoluzione lenta. Nel secondo
pri disturbi del linguaggio. La risposta alla terapia è a caso l’aura è prevalentemente visiva con allucinazioni e
volte scarsa per l’alta ricorrenza e la diversità degli epi- talvolta distonie.
sodi critici. La carbamazepina può accentuare il mioclo- Esistono due condizioni riferibile a apilessia familiare
no negativo. del lobo temporale:
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Tab. 11.21. Epilessie riflesse. suti a strisce, scale mobili, radiatori ecc. L’epilessia scate-
nata da televisori e videogame è la più nota. Si manifesta in
Epilessie fotosensitive bambini che sono soliti passare molto tempo davanti al
• Pure televisore a distanza ravvicinata oppure cambiando conti-
• Con crisi spontanee nuamente programma. Possono essere molto utili alcuni
• Con mioclonie palpebrali e con assenze semplici consigli come quelli di regolare la distanza alla
• Autoindotte quale si guarda il televisore o di usare lenti fotocromatiche
• Da pattern specifici protettive per evitare l’insorgere delle crisi.
Startle epilessia
Epilessia fotosensitiva autoindotta. Si manifesta sia in
• Da movimenti soggetti con gravi handicap che in soggetti normali. I meto-
• Da rumori di per scatenarla sono vari; tra i più comuni è l’induzione
• Da stimoli tattili della crisi riflessa attraverso le mani poste davanti a una
Epilessia indotta da altri stimoli sorgente luminosa, o il battere veloce delle palpebre.
Convulsioni autoindotte sono assenze o crisi miocloniche.
• Da immersione in acqua calda
T3 -T5
Epilessia indotta da altri stimoli sensitivi
T4-C4
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Tab. 11.22. Precauzioni da adottare nelle epilessie foto- Epilessia post-traumatica precoce
sensitive.
Insorge entro una settimana dal trauma, nel 50% dei casi
• Guardare la televisione rimanendo a una certa distanza (almeno 2 m) entro le prime 24 ore; tra tutte le epilessie post-traumatiche
• Guardare la televisione in una stanza illuminata questa è 30 volte più frequente nei bambini, probabilmen-
• Evitare di avvicinarsi allo schermo o farlo con un occhio chiuso te per la loro maggiore tendenza ad avere convulsioni.
• Usare lenti protettive Le convulsioni sono di tipo parziale nel 75% dei casi e nei
• Evitare luci che lampeggiano
bambini di età inferiore a 5 anni può insorgere stato di male.
Le crisi convulsive precoci dovrebbero essere differenzia-
te da fenomeni come cecità improvvisa, afasia, emianopsia e
tendono a generalizzare se la lettura continua. Il mioclono disturbi della coscienza che sono manifestazioni parossisti-
della guancia può essere favorito oltre che dalla lettura, che frequenti nelle ore successive al trauma cranico.
dall’atto del parlare, dallo scrivere e dal pensiero, cioè da Il significato delle crisi convulsive precoci non è noto. Di
attività mentali complesse. solito non sono l’unico segno indicativo di complicanze di
La prognosi è buona e le crisi non sono mai gravi. Può tipo chirurgico anche se creano notevoli problemi diagno-
essere curata con acido valproico o clonazepam. stici; non rappresentano nemmeno segni premonitori di
aumentato rischio di epilessia a insorgenza tardiva.
Epilessia scatenata da masticazione o da deglutizione.
Questa forma, nella maggior parte dei casi, è secondaria a Epilessia post-traumatica tardiva
lesioni organiche. La crisi parziale o generalizzata avviene
mentre il soggetto mangia o anche mentre ingoia liquidi al Insorge nel 5% circa dei pazienti con trauma cranico, di
poppatoio. Oltre alle crisi riflesse sono presenti crisi spon- solito una settimana dopo, ma il rischio massimo è concen-
tanee È molto difficile da trattare e può creare problemi trato nei primi due anni. L’incidenza è maggiore nel caso
legati alla difficoltà di nutrizione. di ematomi che richiedono il drenaggio chirurgico, le frat-
ture depresse e le amnesie post-traumatiche. Il rischio di
Terapia sviluppare epilessia a 5 anni da un trauma cranico varia in
rapporto alla gravità del trauma ed è del 12% nei casi di
Una parte delle epilessie riflesse fotosensitive pure non
trauma grave, del 2% circa per i traumi moderati e dello
necessita di trattamento ed è sufficiente eliminare i fattori
0,5% per i traumi lievi.
scatenanti oppure prendere alcune precauzioni riportate nella
Di solito le convulsioni sono di tipo parziale complesso,
tabella 11.22. I pazienti che presentano crisi spontanee oltre
ma apparentemente generalizzate. Le lesioni del lobo fron-
alle crisi riflesse, necessitano del trattamento farmacologico
tale possono essere responsabili di epilessia Lennox-like o
con l’acido valproico. Tra i nuovi farmaci sono indicati la
di stato epilettico. La prognosi di queste forme è impreve-
lamotrigina e il levetiracetam.
dibile, anche se tende a risolversi nell’arco di 5 anni nel
50% dei casi.
Di solito l’EEG non è di ausilio diagnostico ed è normale
EPILESSIA POST-TRAUMATICA nel 40% circa dei casi nel periodo intercorrente tra il trauma
e la comparsa delle crisi. Al contrario la presenza di punte-
L’epilessia post-traumatica dell’infanzia e dell’adole- onde focali non è indicativa di insorgenza di epilessia.
scenza costituisce un evento più frequente rispetto al pas- La possibilità di effettuare una prevenzione del focus
sato e ciò è legato all’incremento degli incidenti per la più epilettico con l’impiego di farmaci è stata proposta a lungo,
larga diffusione dei mezzi di trasporto e per la routinarietà ma i dati attuali non confermano l’efficacia.
con cui avvengono gli spostamenti. In alcuni casi l’epi-
lessia è l’unica sequela, e si manifesta nel 7% di tutti i
traumi cranici.
Il meccanismo che sta alla base dell’insorgenza dell’epi- STATO DI MALE
lessia non è ancora noto: è probabile che il trauma deter-
mini una rottura degli assoni con perdita di neuroni inibi- Lo stato di male epilettico costituisce la complicanza più
tori attraverso una degenerazione anterograda transinapti- temibile dell’epilessia.
ca, oppure che vi sia il rilascio di aspartato o di glutamma- Si definisce “stato di male” ogni evento critico che tende
to, oppure ancora che vi sia un aumento della gliosi reatti- a durare più di 30 minuti o le crisi convulsive tanto ravvi-
va o un’abnorme risposta ai radicali ossidanti secondari al cinate da non esserci recupero della coscienza.
rilascio di emoglobina o di ferro contenente eme nel tessu- Una crisi convulsiva parziale o generalizzata che tende
to cerebrale. a durare può trasformarsi in stato di male e deve essere
Da un punto di vista clinico la convulsione può insorge- interrotta nel più breve tempo possibile in quanto l’ecces-
re immediatamente o dopo pochi secondi o minuti dal trau- siva durata può creare danno cerebrale persistente. In età
ma (crisi immediate o molto precoci), entro una settimana pediatrica lo stato di male ha un’incidenza del 3-6% e
(crisi precoci) oppure dopo mesi o anni (epilessia tardiva). costituisce una delle complicanze neurologiche più temi-
Le crisi immediate (molto precoci) spesso rimangono iso- bili. Nel 70% circa dei bambini costituisce inoltre l’esor-
late e non devono essere considerate come eventi epilettici. dio di una epilessia.
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Classificazione C4-Cz
Cz-C3
Lo stato di male si divide in convulsivo o non convulsivo C3-T3
[16]. Entrambi possono essere parziali o generalizzati.
11 – EPILESSIE 321
Lo stato epilettico parziale non convulsivo è raro nei Tab. 11.24. Assistenza e supporto delle funzioni vitali in
bambini e si manifesta nelle epilessie da lesioni del corso di stato di male.
lobo temporale (Fig. 11.18).
• Porre il paziente in posizione laterale, slacciare i vestiti
Il trattamento farmacologico prevede l’impiego di ben- e sistemare il capo su un oggetto morbido
zodiazepine. • Assicurarsi che le vie aeree siano libere
(per esempio da secrezioni mucose)
Prognosi • Somministrare ossigeno con la maschera o con la cannula
La prognosi dello stato epilettico è notevolmente migliora- per via nasale
ta ed è collegata alla durata, ma soprattutto alla causa pato- • Isolare una vena e fare un prelievo per elettroliti, glucosio,
ammonio, azotemia, livello farmaci antiepilettici o
genetica. La prognosi a breve termine riguarda il rischio di per quanto altro possa servire ai fini diagnostici
exitus e questo si è notevolmente ridotto grazie alla possi- • Infondere una soluzione glucosata al 10% (2-4 ml/kg)
bilità di interromperlo con l’impiego di diversi farmaci e • Continuare l’infusione e controllare nel tempo la glicemia
supportare le funzioni vitali. La prognosi a lungo termine che tende a scendere
riguarda invece il rischio di insorgenza di danno cerebrale • Controllare la pressione arteriosa
grave da morte cellulare, soprattutto in alcune sedi: ippo- • Effettuare un equilibrio acido-base
• Controllare la temperatura corporea
campo e regione temporale. Studi recenti sono concordi
• Iniziare la terapia specifica dello stato di male
nell’affermare che la sclerosi del temporale è secondaria a
stati di male particolarmente lunghi oltre i 90-120 minuti.
Lo stato di male epilettico può essere ricorrente nelle Tab. 11.25. Complicanze dello stato di male epilettico.
forme sintomatiche, raramente nelle forme idiopatiche.
Complicanze cardiorespiratorie e del SNA
Terapia
• Ipotensione
L’interruzione dello stato di male deve essere effettuata
• Ipertensione
ogniqualvolta un evento critico persiste oltre i 10-15 minu-
• Aritmia e arresto cardiaco
ti. Le prime fasi di trattamento dello stato di male coinci- • Ostruzioni respiratorie
dono con le prime fasi dell’interruzione di una qualunque • Edema polmonare
crisi convulsiva. Infatti quanto più lunga è la crisi, tanto più • Polmonite da aspirazione
difficile diventa interromperla aumentando il rischio di • Iperpiressia
peggiorare la prognosi.
Prima del trattamento farmacologico è bene valutare le Complicanze metaboliche
funzioni vitali e correggere eventuali squilibri assicurando • Deidratazione
una buona ventilazione, un buon compenso cardiaco e una • Ipoglicemia
buona perfusione cerebrale. È bene evitare che si creino • Danno acuto epatico, renale e pancreatico
traumi a causa dei continui movimenti dovuti alla crisi con- Complicanze varie
vulsiva e, occorre tenere il paziente in posizione laterale
• Coagulopatia intravasale
con un oggetto morbido sotto il capo.
• Rabdomiolisi
Nella tabella 11.24 vengono riportati i momenti princi-
• Infezioni
pali dell’assistenza a un paziente con stato di male, mentre • Fratture
nella tabella 11.25 sono riportate le complicanze.
Il trattamento farmacologico dello stato di male si attua Danno cerebrale
con l’impiego di specifici farmaci ad azione anticonvulsi- • Danno indotto dalle convulsioni (specialmente all’ippocampo)
vante che vanno impiegati secondo una sequenza stabilita • Edema cerebrale e aumento della pressione intracranica
(Tab. 11.26). • Emorragia, tromboflebite
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Tab. 11.26. Proprietà e posologia dei farmaci antiepilettici per il trattamento dello stato di male.
Farmaco Dose mg/kg Risoluzione crisi min Emivita Durata di azione Principali effetti collaterali
Diazepam 0,2-0,5 5-20 51 ore minuti Ipotensione
(max 20 mg) Apnea
Sonnolenza
Lorazepam 0,05-0,1 mg/kg 10 13-15 ore Ipotensione
Apnea
Sonnolenza
Fenitoina 15-20 mg/kg 5-30 10-15 12-24 ore Aritmia
(3 mg/min e.v.) Ipotensione
Fenobarbital 15-20 mg/kg 30-60 80-100 giorni Ipotensione
(2 mg/min) Apnea
Sonnolenza
iniziale è di 0,05-0,1 mg/kg da somministrare alla velo- Tab. 11.27. Protocollo di trattamento dello stato di male.
cità di 1 mg al minuto. Il controllo delle crisi avviene
entro 10 minuti. Prima di usare gli anticonvulsivanti controllare vie aeree,
respiro e circolazione
Midazolan. È una benzodiazepina ad azione ansiolitica Somministrare:
ipnotica oltre che anticonvulsivante. Si può impiegare 1. Diazepam per via endovenosa
alla dose di 0,2 mg/kg per via endovenosa seguita da una o per via rettale (0,2-0,4 mg/kg), max 20 mg
dose di mantenimento. È indicato anche per il trattamen- • Se continua o riprende dopo 20 minuti
to delle convulsioni neonatali. Nuove formulazioni pro- 2. Diazepam per via endovenosa (0,2-0,4 mg/kg), max 10 mg
pongono l’impiego di questa benzodiazepina anche per • Se continua dopo altri 20 minuti
via endonasale. 3. Fenitoina per via endovenosa
18 mg/kg (non più di 1 mg/kg/min)
Propofol. Viene impiegato per l’induzione dell’anestesia • Se continua assistenza anestesiologica per anestesia generale
generale per via endovenosa alla dose di 1-2 mg/kg segui- con bolo di tiopentone 2-4 mg/kg
ta da 2-10 mg/kg l’ora. Intubazione e ventilazione
Fenobarbital. Il fenobarbital continua ad essere un farma- • epilessie sintomatiche focali o generalizzate causate da
co molto usato per la sua efficacia e tollerabilità. Si som- disordini di natura genetica (Tab. 11.28)
ministra in bolo alla dose di 15-20 mg/kg non superando i • epilessie e sindromi epilettiche genetiche con mutazione
150 mg al minuto. Raggiunge il picco ematico dopo 30-60 nota (Tab. 11.29).
minuti. La risposta terapeutica è più lenta rispetto a quella La maggior parte di queste forme sono state trattate nei
che si raggiunge con il diazepam e con la fenitoina. Per la capitoli precedenti.
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Tab. 11.28. Epilessie sintomatiche genetiche. Tab. 11.29. Epilessie genetiche primitive con mutazione nota.
324 11 – EPILESSIE
Di seguito sono riportati alcuni dati sui farmaci di nuova Topiramato (TPM)
generazione più usati [3, 15]. È un carboidrato il cui meccanismo d’azione è complesso e
Vigabatrin (VGB) include l’inibizione dei canali per il sodio voltaggio-dipen-
denti, il potenziamento della trasmissione GABAergica e
Il vigabatrin agisce aumentando i livelli del GABA in l’antagonismo dei neurotrasmettitori eccitatori. Inoltre è
quanto inibitore delle gaba-transaminasi. inibitore dell’anidrasi carbonica. Tra gli effetti collaterali
Può essere impiegato con buoni risultati per il tratta- sono la nefrocalcinosi, la riduzione di peso.
mento delle epilessie parziali resistenti e per il trattamen- In età pediatrica è indicato per il trattamento delle crisi
to degli spasmi infantili soprattutto quando associati a parziali, della Sindrome di Lennox-Gastaut e anche della
sclerosi tuberosa. Tuttavia le segnalazioni dei gravi effet- Sindrome degli Spasmi Infantili. La posologia in età
ti indesiderati a carico della sfera visiva, con riduzione pediatrica varia da 5 a 8 mg/kg/die.
irreversibile del campo visivo, limitano l’uso a periodi di
tempo piuttosto brevi. Levetiracetam
Si impiega alla dose di 50-100 mg/kg/die.
È uno dei più recenti farmaci antiepilettici di nuova gene-
Lamotrigina (LTG) razione e appare molto promettente, con ampio spettro d’a-
zione. Il suo impiego è indicato anche per le epilessie mio-
È una triazina che agisce bloccando la liberazione del cloniche ed è il farmaco che al momento appare privo di
glutammato e dell’aspartato per stabilizzazione delle effetti collaterali. Avrebbe un unico meccanismo d’azione.
membrane presinaptiche e blocco dei canali del sodio
voltaggio-dipendenti. Zonisamide
La lamotrigina possiede un ampio spettro d’azione e può
È molto diffusa in Giappone. È indicata sia per le epiles-
essere impiegata nelle epilessie generalizzate sintomatiche
sie di tipo parziale che per le generalizzate. L’emivita
e idiopatiche, nelle epilessie parziali anche secondaria-
prolungata permette l’impiego anche in monosommini-
mente generalizzate. L’efficacia sulle epilessie miocloni-
strazione e presenta ridotta interazione con gli altri far-
che è controversa. Oltre all’efficacia sul piano clinico,
maci antiepilettici. Tra gli effetti collaterali può dare
sembra determinare un miglioramento delle capacità atten-
nefrolitiasi e sonnolenza.
tive e delle performance.
La posologia varia a seconda se viene impiegata in asso- Oxcarbazepina (OCBZ)
ciazione a valproato (0,2-0,5 mg/kg/die) o da sola (2-5
mg/kg/die). È un analogo della carbamazepina; il suo impiego è legato
Alcuni effetti collaterali di tipo acuto come i rash posso- al fatto che previene il metabolismo dell’epossido che è un
no essere evitati se la LTG viene impiegata con dosi ini- metabolita della CBZ responsabile degli effetti collaterali
ziali piccole e senza bruschi incrementi. più gravi. Le indicazioni sono sovrapponibili a quelle della
carbamazepina.
Felbamato (FBM)
È un dicarbamato insolubile in acqua; esso agisce in parte
Come iniziare e come sospendere il
bloccando i canali del sodio voltaggio-dipendenti; gli altri
meccanismi d’azione non sono completamente chiariti. trattamento con farmaci anticonvulsivanti
Inizialmente è stato ampiamente impiegato soprattutto in
politerapia, ma la comparsa di gravi effetti collaterali ema- Formulata la diagnosi di epilessia e presa la decisione di
tologici (aplasia midollare) ne ha limitato l’impiego. Altri iniziare una terapia anticonvulsivante è bene rispettare o
effetti collaterali sono l’anoressia e l’insonnia. Oggi viene seguire alcune “regole” che dovrebbero consentire di otte-
indicato come farmaco di scelta nella Sindrome di nere la massima efficacia con minimi effetti collaterali.
Lennox-Gastaut e nelle epilessie parziali resistenti. La La scelta del primo farmaco dipende dal tipo di epilessia
posologia è di 15-45 mg/kg/die. e, quindi, occorre distinguere tra forme generalizzate e par-
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ziali tenendo conto delle caratteristiche di ogni farmaco. Tab. 11.32. Effetti collaterali dei più comuni farmaci
Alcuni tipi di epilessia – come gli spasmi infantili, l’epiles- antiepilettici.
sia-assenza, alcune epilessie riflesse o parziali – necessita-
no di farmaci specifici per tutte le altre forme; la scelta ini- Farmaco Effetto collaterale
ziale del farmaco dipende dalle conoscenze e dall’esperien- Fenobarbital sonnolenza, aggressività, disturbi del sonno,
za individuale. iperattività, osteomalacia, anemia, malattia
di Steven-Johnson
Alcune regole generali possono essere così riassunte:
Fenitoina atassia, nistagmo, ipertrofia gengivale,
irsutismo, anemia, malattia di Steven-Johnson
• Prima di iniziare il trattamento è opportuno fare un lungo Carbamazepina diplopia, vertigini, atassia, rash cutanei,
colloquio con i genitori e con i pazienti – se adolescenti –, pseudolinfoma
spiegando loro il tipo di patologia, la storia naturale (quan- Valproato di sodio nausea, vomito, epatotossicità, perdita
do nota), lo scopo della terapia, gli effetti collaterali poten- di capelli, tremori, iperammoniemia,
aumento di peso, pancreatite
ziali e la durata del trattamento [11, 14, 16].
Etosuccinamide anoressia, nausea, sonnolenza, cefalea,
• La dose iniziale non deve essere quella totale: è meglio singhiozzo, anemia, Sindrome simil-lupus
iniziare con dosi più basse, un terzo o metà dell’intera dose, Clonazepam atassia, astenia, ipersalivazione, broncorrea,
e aumentare gradualmente fino al raggiungimento della debolezza
dose massima. Lamotrigina rashes, sonnolenza, cambiamenti
del comportamento
• È consigliabile iniziare con un solo farmaco (monotera-
Vigabatrin sonnolenza, iperattività, aumento di peso
pia) e introdurre il secondo solamente se il primo ha fallito Felbamato sonnolenza, nausea, perdita di peso,
o non si è ottenuto un completo controllo delle crisi come pancitopenia
previsto. La politerapia è prevista solo per alcuni tipi di Topiramato perdita di appetito e di peso, difficoltà
epilessia. Vi sono associazioni che determinano un poten- di concentrazione, calcolosi renale
ziamento dell’efficacia (valproato-etosuccimide, valproa-
to-lamotrigina). È preferibile associare farmaci con mecca-
nismo d’azione diverso. effetti collaterali; comunque è bene tener presente che in
• Il dosaggio del livello ematico del farmaco ha il solo alcuni casi l’effetto collaterale del farmaco può manife-
scopo di valutare la compliance o di vedere se i livelli starsi con un aumento paradosso delle crisi o sulla sfera
sono al di sopra dei valori medi consigliati nel caso di cognitiva.
comparsa di effetti collaterali e non serve per gli aggiusta- Nella tabella 11.32 sono riportati gli effetti collaterali più
menti posologici che devono essere effettuati in base comuni dei farmaci antiepilettici attualmente in uso.
all’andamento clinico. Può es sere comunque utile contr ol-
lare i livelli ematici non più di una-due volte l’anno. La
determinazione del range non viene effettuata per i nuovi ALTRE TERAPIE
farmaci antiepilettici.
• Una volta iniziata la terapia deve essere continuata ininter-
rottamente per almeno un anno a prescindere da altre terapie Nonostante l’impiego dei nuovi farmaci antiepilettici vi
concomitanti e non deve essere mai interrotta bruscamente. sono pazienti che non rispondono ai vari tentativi farmaco-
• La sospensione deve essere programmata e iniziata non logici oppure manifestano effetti collaterali tali da non
prima del secondo anno dall’ultima crisi per le forme di poter continuare la terapia. Di questi solo una parte sono
epilessia che evolvono in guarigione. Negli altri casi l’ini- candidati al trattamento chirurgico per cui possono essere
zio della riduzione fino alla sospensione deve essere valu- impiegate terapie alternative.
tato singolarmente, caso per caso.
Dieta chetogena
• Presa la decisione di sospendere una terapia antiepilettica,
il farmaco viene ridotto gradualmente di circa un terzo ogni La dieta chetogena ha origini antiche ed è in uso da parec-
due-tre mesi, anche se l’argomento è tuttora controverso. chio tempo per trattare l’epilessia farmaco resistente, tutta-
• L’EEG non è determinante nella decisione di sospensio- via il meccanismo attraverso il quale determina, in alcuni
ne della terapia. casi, il miglioramento delle crisi non è noto e il suo impie-
go è andato incontro a fasi alterne con periodi di maggiore
o minore diffusione. In questi ultimi anni è stata nuova-
Effetti collaterali mente rivalutata; in età pediatrica presenta alcune difficoltà
dei farmaci antiepilettici di applicazione che riguardano soprattutto la compliance e
gli effetti collaterali.
Tutti i farmaci antiepilettici possono determinare effetti Può essere efficace nei bambini di età compresa tra 1 e
collaterali lievi o gravi e questi variano dalle intossicazio- 10 anni al di là del tipo di epilessia e dell’eziologia.
ni acute (allergiche o idiosincrasiache), alle intossicazioni Questa dieta si avvale dell’introduzione di alimenti a
croniche ad effetti minori che si ripercuotono sulla sfera basso contenuto glicidico e protidico e ad alto contenuto
sociale e psicologica. lipidico (con una ratio grassi:glicidi e proteine di 4:1) in
Oggi l’impiego in monoterapia della maggior parte di maniera da determinare nell’organismo uno stato costante
questi farmaci ha ridotto notevolmente l’incidenza degli di chetoacidosi e acetonuria. La chetoacetosi da depriva-
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zione di glucosio costringe il tessuto cerebrale a passare dal Terapia chirurgica dell’epilessia
consumo di glucosio quasi esclusivo quale substrato ener-
getico al consumo di corpi chetonici. Per favorire l’inizio Circa il 5-10% dei soggetti con epilessia diviene farma-
della chetoacidosi il bambino deve esser tenuto a digiuno coresistente, non risponde cioè al trattamento farmaco-
durante le prime fasi di trattamento. Gli effetti collaterali logico. I confini per la definizione di farmacoresistenza
riguardano soprattutto la comparsa di diarrea, l’arresto di sono difficili da stabilire; tra le varie definizioni vi è
crescita, l’ipercolesterolemia, la calcolosi renale e, in alcu- quella che caratterizza tale condizione come mancato
ni casi, gravi episodi di acidosi. Oggi esistono dei proto- controllo delle convulsioni dopo almeno due tentativi
colli alternativi che comprendono diete a base di trigliceri- con anticonvulsivanti di scelta, al dosaggio massimo
di a media catena e composti a lunga e media catena. Non consentito in monoterapia e dopo un tentativo completo
si conoscono i tempi di durata di tale tipo di trattamento, con farmaci antiepilettici in politerapia. In realtà nel
tuttavia si tratta di una terapia consigliata nei casi di grave bambino oggi vengono eseguiti diversi tentativi in mono-
farmacoresistenza a prescindere dal tipo di epilessia. terapia e spesso anche più tentativi in politerapia prima
di affermare che il soggetto è affetto da epilessia farma-
Terapia con ACTH e steroidi coresistente [3, 4, 9, 10, 17].
L’ACTH e gli steroidi sono in uso da molto tempo per il In genere i bambini che diventano candidati alla resezio-
trattamento di alcune forme di epilessia, soprattutto gli spa- ne chirurgica funzionale sono affetti da epilessia sintoma-
smi infantili e le encefalopatie epilettiche gravi del primo tica e vanno accuratamente selezionati tramite indagini
anno di vita. prechirugiche, alcune delle in aggiunta a quelle in uso per
In alcuni casi, come nella Sindrome di Landau-Kleffner, il la caratterizzazione del tipo di epilessia.
ruolo degli steroidi non è chiaro e i pareri sono discordanti.
L’ACTH si adopera alla dose di 2-10 unità/kg/die e ven- Valutazione preoperatoria. Serve per dimostrare, neuro-
gono preferite dosi più basse. Gli steroidi più impiegati fisiologicamente, che nel bambino candidato alla resezione
sono l’idrocortisone, il prednisone e il desametasone. chirurgica funzionale le convulsioni originano tutte da una
Questo tipo di terapia prevede cicli di trattamento della circoscritta area corticale. Il monitoraggio con video-EEG
durata, solitamente, di 15-20 giorni seguiti da fasi di ridu- conferma la diagnosi del tipo di epilessia e localizza l’area
zione i cui protocolli dipendono dall’età del paziente e dal- affetta. La RM volumetrica o con altra tecnica (vedi capi-
l’esperienza di chi opera. tolo 3) può permettere di evidenziare lesioni cerebrali
anche minime (displasie, ecc.). Le indagini vanno comple-
tate con studi PET e SPECT per confermare se vi è corri-
Prognosi spondenza tra le aree epilettogene ed eventuali aree a dimi-
nuito metabolismo o con deficit di flusso regionale. Vanno
Nella tabella 11.33 sono riportati alcuni fattori prognostici anche eseguiti test neuropsicologici e deve essere valutata
indicativi di buona evoluzione nelle diverse sindromi epi- la dominanza emisferica. Qualora si renda necessario, pos-
lettiche. La remissione è un’evenienza che rimane stretta- sono essere posti elettrodi corticali intraoperatori per otte-
mente collegata all’eziologia e ad alcuni importanti fattori nere una “mappa” delle aree funzionali da sottoporre a
quali età d’esordio, anomalie neurologiche dimostrabili, resezione (elettrocorticografia) [3, 4, 9, 10].
elettroencefalogramma, ecc. La prognosi è più favorevole
per le forme idiopatiche e criptogenetiche e per i bambini Resezione chirurgica funzionale di specifiche aree cere-
con uno sviluppo psicomotorio normale prima dell’inizio brali. Rappresenta il tipo di resezione chirurgica più comu-
dell’epilessia. ne ed è impiegata nelle epilessie con foci epilettogeni cor-
Nei pazienti con epilessia esiste un’aumentata incidenza ticali circoscritti e definiti dal punto di vista neurofisiolo-
di mortalità che è di circa il 6% nei primi dieci anni di vita, gico e di neuroimaging. La resezione comprende anatomi-
e del 3% nel secondo decennio. Inoltre tutti i soggetti epi- camente tutto – o tutti – i foci epilettici non comportando
lettici sono a rischio di morte improvvisa (sudden death) e ablazione di tessuto funzionalmente importante. Questa
non sono ancora note le cause per cui questa si verifica. tecnica viene impiegata nel trattamento delle epilessie far-
macoresistenti del lobo temporale e spesso è limitata alla
Tab. 11.33. Fattori prognostici favorevoli. sola amigdaloippocampectomia oppure alla resezione del
lobo temporale anteriore. Si ottengono risultati favorevoli
• Assenza di anomalie neurologiche o di lesioni cerebrali nel 70-80% dei casi trattati; le principali conseguenze fun-
dimostrabili
zionali postoperatorie sono i deficit del campo visivo, lo
• Assenza di ritardo mentale
stroke postoperatorio e la paralisi del III nervo cranico.
• Convulsioni di un solo tipo
• Breve durata delle crisi non controllate, buona e rapida
Altra tecnica impiegata è quella della lesionectomia nel
risposta ai farmaci caso di lesioni cerebrali circoscritte (malformazione veno-
• Insorgenza delle crisi dopo i 3-4 anni se, amartomi, tumori capsulati, ecc.) attraverso tecniche di
• Bassa frequenza delle crisi chirurgia stereotassica. Con questa metodica si ottiene un
• Assenza di alcuni tipi di crisi (toniche, atoniche e stati epilettici) controllo delle convulsioni nel 50-60% dei casi; possono
• EEG normale all’inizio residuare debolezza muscolare o deficit del campo visivo.
La resezione corticale non lesionale è un tipo di resezione
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più ampia da eseguire nei casi in cui non sia stato possibi- megalencefalia, ecc.). Invariabilmente si ha comparsa di
le identificare con certezza la lesione con le neuroimmagi- emiparesi, emiSindrome sensoria ed emianopsia.
ni. I risultati sono certamente meno soddisfacenti e le com-
plicanze più gravi. Resezione multipla subpiale. Viene impiegata nelle crisi
che originano da aree cerebrali vitali quali l’area del lin-
Resezione del corpo calloso. Questa tecnica viene impie- guaggio o la corteccia motoria e mira, eliminando le fibre
gata nei casi di epilessia con crisi atoniche o toniche e man- neuronali orizzontali che trasmettono gli impulsi epiletto-
cata individuazione di un’area cerebrale epilettogena (ciò geni, ad impedirne la propagazione.
accade, ad esempio, in bambini affetti da Sindrome di
Lennox-Gastaut). Sebbene rappresenti un palliativo e non Stimolazione del nervo vago. È la terapia d’elezione nelle
una terapia eziologica, viene registrata nell’80% dei casi crisi parziali complesse farmacoresistenti e il suo impiego
riduzione o scomparsa delle convulsioni atoniche o toni- si è ampiamente allargato anche nei bambini piccoli.
che. Complicanze postoperatorie possono essere sindromi Richiede l’impianto di un generatore di impulsi elettroma-
da “disconnessione”, deficit del linguaggio e aumento della gnetico sottocutaneo nel torace che conduce impulsi al
frequenza o intensità delle crisi parziali. nervo vago. Si ha riduzione significativa delle crisi in circa
un terzo dei casi; gli effetti indesiderati sono cambiamenti
Emisferectomia. Questa tecnica è adoperata nelle convul- nel tono della voce, difficoltà respiratorie, nausea o asisto-
sioni con foci epilettogeni localizzati a un intero emisfero lia ventricolare. Il meccanismo che provoca l’interruzione
(Sindrome di Sturge-Weber, encefalite di Rasmussen, emi- delle crisi è a tutt’oggi sconosciuto.
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