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Il prototipo del decadentismo italiano è Gabriele D’Annunzio. Nasce a Pescara, dopo il liceo
si stabilisce a Roma dove inizia la sua attività di giornalista, scrittore, uomo del mondo.
Nel 1910, per causa di alcuni debiti, si trasferisce a Francia, e nel 1915 rientra in patria a
propagandarvi la guerra che esalta con spiriti nazionalistici ed estetizzanti. Poi prende parte
attiva alla guerra, e alla fine della guerra lui è animatore di moti nazionalistici: organizza “la
marcia di Ronchi” che occupa Fiume, dove promuove il fascismo. Dopo l’intervento delle
troppe governative deve lasciare la città e si ritira in una villa a Gardone Riviera.
LA PROSA:
• Il libro delle vergini – queste novelle descrivono l’ambiente provinziale; la natura viene
esaltata sotto l’aspetto sensuale, l’autore è alla ricerca di una verginità naturale primitiva
• Novelle della Pescara – i racconti dove sono descritte le pulsioni destruttive dell’uomo
con scene di violenza
• Il piacere; Giovanni Episcopo; L’innocente; Il trionfo della morte; Le vergini
delle rocce; Il fuoco
LE OPERE TEATRALI:
• La città morta; Sogno d’un mattino di primavera; La Gioconda; La Gloria; La
nave; Parisina
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LE RACCOLTE DELLE PROSE DI AVANGUARDIA E DI MEMORIA E QUELLE POLITICHE E
PATRIOTICHE:
• Notturno; Taccuini...
POETICA: Pascoli lavora negli stessi anni del D’Annunzio e Fogazzaro. Secondo Pascoli, il poeta è
un ‘fanciullino’ che sa vedere e scoprire nelle cose il nuovo, ma non sa cogliervi le relazioni e i
legami razionali. La poetica del ‘fanciullino’ è dunque concezione dell’arte come sogno, visione,
astrazione. L’artista aspira a una poesia asociale, fuori del tempo. In Pascoli c’è una tendenza a
ridurre la poesia a intuizione, momento, frammento.
TEMI: Le liriche di Pascoli sono state pubblicate da lui stesso secondo criteri di temi o di generi:
Myricae; Primi poemetti; Odi ed inni; Poemi del risorgimento; Poemi convivali;
Nuovi poemetti; Canti di Castelvecchio; Poesie varie. Gli argomenti ed i titoli stessi delle
liriche paiono suggerire una distinzione fra una lirica di intervento sulla società d’una parte e una
lirica intima dall’altra parte.
(I critici indicano nella sua opera la presenza di alcuni motivi o parole chiavi: siepe = metafora
politica contro il socialismo collettivista; nido = la famiglia, la casa)
VITA: Il triestino Ettore Schmitz nasce da famiglia della buona borghesia commerziale. A 12 anni
va in Germania in collegio, e tornato a Trieste si iscrive a un istituto tecnico. Poi entra nell’impresa
dei suoceri, viaggia molto a Venezia, a Londra. Pubblica 2 romanzi a sue spese (Una vita;
Senilità) che non ottengono un gran successo. Ma la pubblicazione del 3° romanzo La coscienza
di Zeno gli dà la fama internazionale, e lui inizia la composizione di un 4° romanzo Il vecchione
o Le confessioni di un vegliarda. Muore dopo un incidente automobilistico.
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IDEOLOGIA: Durante lo studio in Germania, Svevo si accosta a pensatori come Schopenhauer e
Nietzche, subisce anche l’influsso del pensiero positivista (Darwin) ed ha una conoscenza non
superficiale di Marx. Da Darwin, come da Schopenhauer, Svevo deduce la spinta a un
approfondimento personale del tema dei “vinti” e ad un’analisi dei nulle inganni che l’uomo fa a
se stesso nel tentativo vano e illusorio di credersi arbitro del proprio destino. Svevo è influenzato
anche dalla dottrina di Freud, con la sua insistenza sull’inconscio. Poi si accosta al socialismo che
si può vedere nel racconto La tribù (racconto allegorico – il problema della felicità dell’uomo e di
come raggiungerla).
Svevo è un conservatore, la cui meditazione si esercita sull’uomo, nel suo posto nell’universo,
sulla sua immedicabile ‘malattia’. Il suo pensiero è volto alla meditazione sul’uomo, sulla senilità,
sulla indifferenza per la vita.
UNA VITA – il suo 1° romanzo, un romanzo tardoverista, racconto della storia di un vinto; un
uomo sconfitto in perpetua lotta che è la vita.
Ad Alfonso Nitti la situazione economica ed il ruolo subalterno a cui è condannato per la nascita,
non gli permettono di realizzare le sue ambizioni sociali e letterarie. Le cause della sua sconfitta
sono interne – non è un intelettuale, non si oppone contro le strutture sociali che lo condannano,
lui è un inetto, predestinato ad essere sconfitto in un mondo dove gli altri difendono il loro posto
nel mondo.
SENILITÀ – è la storia di un vinto, Emilio Brentani, uomo impotente, tormentato da ambizioni
e paure che non sa dominare. È ammareggiato per non aver goduto piaceri e amori; ha una grande
paura di se stesso e della debolezza del proprio carattere. Cerca di cavarsi da questo stato d’animo
attraverso l’amore con una popolania, Angiolina, ma lei fugge con un altro. Lui ritorna alla sua
senilità, già vecchio a 35 anni, pronto per una vita di innerte tranquillità. Il libro è realista alla
maniera di Flaubert, non è costruito sui fatti, ma sulle loro risonanze in Emilio, ed è determinato da
moti interni.
LA COSCIENZA DI ZENO – Come cura, Zeno Cosini scrive la storia della propria vita, ma a
libro finito lui conclude che nemmeno la psicoanalisi può guarire. Il libro riassume tutta
l’esperienza umana di Svevo; lui è convinto che la vita è una lotta, l’inettudine non è più un destino
individuale ma una sorte universale. La vita è una malattia, e può apparire o un’enorme tragedia o
un’allegra commedia. Zeno è così uno fra i simboli massimi di una crisi che non è sociale ma
esistenziale.
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• NOVELLE: Corto viaggio sentimentale; Una burla riuscita; La novella del
buon vecchio e della bella fanciulla
• RACCONTO: La tribù
• i frammenti del romanzo: Il vecchione
I CREPUSCOLARI prendono come argomento per la loro poesia gli aspetti più umili e
banali della vita quotidiana, togliendo però alle piccole cose quotidiane quel valore simbolico
che era proprio di Pascoli. Il ritmo della vita quotidiana si presenta in tutto il suo grigiore, privo di
ogni ideale superiore e di ogni entusiasmo.
I TEMI sono l’arridità, la sfiducia, la noia e l’incapacità di dare un significato alla vita.
Nelle liriche è presente l’ironia come una continua consapevolezza della vanità, delle illusioni e
della vacuità della vita quotidiana. Loro tendono alla riduzione della poesia e prosa e il loro
verso rompe il rapporto con la metrica tradizionale.
Fonda la rivista “Poesia”. Dopo la pubblicazione del Manifesto (22 feb 1909), si mette alla
testa del movimento che rivela gli scopi politici e nazionalistici oltre che letterari.
Era filosofo, storiografo, teorico e critico letterario, uno dei rappresentanti più operosi e
influenti della cultura borghese nella 1° metà del secolo.
Concepì una filosofia dello Spirito articolata in 4 momenti (estetica, logica, economia, filosofia),
esposta in alcune opere come:
- Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale
- Filosofia della pratica: economia ed etica
- Teoria e storia della storiografia
Compone anche scritti di storia:
- Storia del regno di Napoli
- Storia d’Italia dal 1871 al 1915
- La storia come pensiero e come azione
...e scritti di critica letteraria:
- La poesia di Dante, Ariosto, Shakespeare e Corneille
- Poesia e non poesia
Croce è stato sempre un intelettuale impegnato; contribuisce alla dissoluzione del positivismo e
al trionfo di un neo-idealismo, però combate il decadentismo. Per lui, LA POESIA è un momento
particolare dello Spirito, valutabile solo in base al concetto di bello senza altre categorie come vero,
utile, buono; L’ARTE è intuizione.
Però, poi Croce passa da quella prima definizione dell’arte come intuizione pura a quella
dell’arte come intuizione logica, e più tardi sottolinea il carattere universale (cosmico) dell’
intuizione estetica.
Le tesi di estetica gli permettono di teorizzare e praticare una critica letteraria. Scrive anche:
VITA: Nasce ad Agrigento, studia filologia romanza a Roma e a Bonn, si stabilisce a Roma, intento
solo all’attività letteraria e giornalistica. Ma il fallimento di una impresa lo costringe
all’insegnamento nell’Istituto Superiore Femminile di Magistero, e poi è costretto di dare lezioni
private di giorno e scrivere la letteratura di notte. Dopo la 1° guerra mondiale si rivolge al teatro.
Nel ’21 Sei personaggi in cerca d’autore gli danno la fama mondiale, poi fonda una
compagnia teatrale con cui gira l’Europa e l’America. Nel ’34 riceve il premio Nobel. Lascia
un’enorme produzione letteraria.
IDEOLOGIA: Pirandello si forma nella cultura positivistica e rimane legato ad alcuni presupposti di
essa, anche se poi partecipa al moto antipositivista. Contemporaneamente lamenta il fallimento
degli ideali risorgimentali nella nuova Italia. Non crede ne nel socialismo ne nella democrazia.
La concezione del suo umorismo nasce dalla situazione sociale della fine del secolo quando
l’individuo incontra le difficoltà nello sforzo di adeguarsi alle rapide trasformazioni sociali e
culturali importante dalla civiltà industriale.
Per lui, l’uomo non è più il centro del mondo ma è dislocato in più centri, è incerto sulla
propria identità.
Il suo teatro e la sua narrativa rappresentano un grido contro le forze che limitano,
imprigionano, soffocano il libero espandersi dell’uomo. I suoi eroi sono tragici proprio perché
anelano a una libertà di affetti e di gesti che gli permette di essere pienamente se stessi.
L’umorismo pirandelliano si allontana dal comico, nella sua ultima fase non ci fa ridere. La
concezione dell’umorismo nasce dalla situazione sociale della fine del secolo quando l’individuo
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incontra le difficoltà nello sforzo di adeguarsi alle rapide trasformazioni sociali e culturali
importante dalla civiltà industriale.
L’esistenza dell’individuo diventa difficile e problematica perché deve accettare questi rapidi
cambiamenti di ritmo della vita. Così l’uomo non è più il centro del mondo ma è dislocato in più
centri, e disorientato ed è incerto sulla propria identità. Lui non è più artefice del proprio destino
ma deve lottare per confermare la propria presenza nel mondo.
ROMANZI:
• L’ESCLUSA – il suo 1° romanzo che rappresenta la rottura con i moduli veristici. (È
la storia di una donna respinta dal marito che le attribuisce un amante, ma ripresa
da lui quando, andata a costruirsi una sua vita, si è data realmente al presunto
amante.) L’invenzione paradossale, i ritratti inclementi dei vari personaggi, le
situazioni portate all’estremo, lo stile e la lingua, denunziano l’estraneità in Pirandello
ai presupposti del naturalismo.
Scrive numerose novelle, raccolte con il titolo Novelle per un anno. Prima furono novelle
regionalistiche (la Sicilia e i siciliani sono deformati da un acre umor nero), poi i protagonisti delle
sue novelle furono piccoli borghesi, o intelettuali cittadini, travolti in casi strani e paradossali.
• Amori senza amore
• Quand’ero matto
• Bianche e nere
• La vita nuda
• Le due maschere
Durante la guerra, la produzione di Pirandello si rivolge sopratutto al teatro. Anche il suo teatro,
come la narrativa, si definisce sempre meglio con gli anni, come negazione e antitesi di quello
naturalista.
• La ragione degli altri – la protagonista è portavoce delle tesi dell’autore: le cose
sono quali noi le viviamo, e mutano apparenza e significato col passare del tempo”.
• Se non è così – la sua 1° commedia
• Pensaci, Giacomino!
• Così è (se vi pare) – parla dell’impossibilità di conoscere la verità e si suggerisce
come l’unico rimedio a nostro brancolare nel buoio una mutua comprensiva pietà
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• 6 personaggi in cerca d’autore – questo dramma gli porta il successo
internazionale. Da inizio alla trilogia del teatro nel teatro (Ciascuno a suo modo;
Questa sera si recita a soggetto)
• Liolà
• Il piacere dell’onestà
• Tutto per bene
• Come prima meglio di prima
La guerra aveva rafforzato il radicalismo di destra, aveva accrescinato anche il numero degli
appartenenti ai ceti medi, che stretti tra un’alta borhesia e un proletariato organizzato, si sentivano
tagliati fuori dal processo storico. Il proleterizzarsi del loro ceto provocava un senso amaro di
frustrazione e di impotenza.
Molti autori come LUCIANO ZUCCOLI, UGO OJETI (romanzo Mio figlio ferroviere),
ALFREDO PANZINI (romanzo Il padrone sono me!) hanno scritto di questo stato d’animo.
L’aristocrazia del momento è quella industriale e agraria. L’ala rivoluzionaria del movimento
operaio voleva la rivoluzione sul modello russo, ma non sapeva né poteva farla. Un blocco
conservatore-reazionario affidò a Mussolini il compito di far fuori il movimento operaio e i suoi
capi per ristabilire l’ordine e la pace sociale.
Dopo l’ottobre del 1922 e marcia su Roma, il fascismo si insediò al governo dove rimase per
oltre 20 anni. Il fascismo sostituì lo stato liberale con uno stato dittatoriale-totalitario.
Fu caratterizzato dalla soppressione della lotta politica, dall’abolizione della libertà della
stampa, dal privilegiamento della religione cattolica, dalla teoria e politica della razza.
Gran parte della cultura liberale italiana per paura del socialismo aveva guardato al fascismo
con simpatia, ma se ne staccò quando esso si trasformò in dittatura e in regime. Gli avversari
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politici finivano in carceri fasciste e quelli ritenuti più pericolosi pagarono con la vita la loro
opposizione.
16. LE RIVISTE nell’età del FASCISMO
Il fascismo mirò ad agreggare gli intellettuali e a diffondere le sue parole d’ordine con scuole,
università, teatro, case editrici, riviste.
• la rivista “LA RONDA” (pubblicata a Roma dal 1919 al 1923 a cura di scrittori e critici come
VINCENZO CARDARELLI, EMILIO CECCHI, ANTONIO BALDINI, LORENZO MONTANO,
BRUNO BARILLI, ecc). La Ronda rifletté la tendenza all’ordine propria della borghesia
italiana, alimentò un disprezzo per il parlamentarismo e la politica, avversò il socialismo,
vide nel fascismo un fatto positivo, polemizzò contro il futurismo, il vocianesimo, Pascoli.
• le riviste di PIERO GOBETTI furono del tutto diverse della Ronda:
- “ENERGIE NUOVE” – Gobetti disdegna l’accademismo e la rettorica e pone
attenzione ai problemi concreti e precisi.
- “LA RIVOLUZIONE LIBERALE” – (soppressa dal regime) – maturò dai suoi
studi di storia e filosofia
- “IL BARETTI” – un periodico di cultura letteraria, organo dell’antifascismo
piemontese
• “SOLARIA” – fu l’espressione di una cultura che tendeva a prendere atto di quanto era
accaduto dal principio del secolo nella cultura e nelle lettere in Italia e fuori
• “PRIMATO” – (GIORGIO BOTTAI)-> propugnò un fascismo moderno. Su questa rivista
gli intellettuali potevano discuttere liberamente di letteratura e di problemi politici e morali
• “LETTERATURA” – esclusivamente letterario
• “LA RIFORMA LETTERARIA” – la palestra di coloro che lavoravano nei limiti del
regime
• “FRONTESPIZIO” – fu la rivista dei cattolici militanti
I lirici trovano nelle forme chiuse ed ermetiche un alibi a dire la propria avversione o
indifferenza al regime. La lirica novecentesca rifiuta i generi, i metri, rima; è una lirica che vuole
condensare in un minimo di fatti espressivi un massimo di significati e di suggestioni.
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In una sua prima fase, questa lirica si definisce come tendenza al frammento – a
componimenti di breve misura.
IL FRAMMENTISMO è caratterizzato da un discorso poetico raddensato, sciolto dai vincoli
tradizionali, liberato dalla oratoria. I rappresentanti della linea ligure (la rivista Riviera Ligure):
• Giovanni Boine – il romanzo Il peccato e altre cose, saggi si acuto intervento critico
sulla letteratura militante; Discorsi militari – è evidente l’affinità di Boine con le correnti
conservatrici.
• Piero Jahier – il rappresentante maggiore di un populismo contadino, esalta i contadini in
guerra (Con me e con gli alpini)
• Camillo Sbarbaro – versi (Resine; Pianissimo), prosa (Trucioli) – caratterizzato
dallo sforzo di tradurre la propria vicenda personale in una simbolica vicenda universale.
Ungaretti fu una delle più notevoli personalità letterarie del ‘900 italiano, elaboratore di un
nuovo modello di lirica.
Alla base delle sue liriche era una POETICA che Ungaretti definì DELLA PAROLA. Per lui, la
parola non era suono o colore o presa sensuale del mondo, ma ricerca pensosa di un’essenzialità.
Ungaretti adoperò tutti gli strumenti tecnici dei simbolisti – sopratutto l’analogia e la sintesia –
a congiungere velocemente oggetti e affetti apparentemente lontani.
LE OPERE:
• Vita di un uomo: l’allegria – che unisce le due raccolte precedenti (Il porto sepolto e
Allegria di naufragi)
• Sentimento del tempo
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• Il dolore
• La terra promessa
• Morte delle stagioni
Sono importanti le sue traduzioni dei poeti stranieri come Racine, Mallarme, Shakespeare.
La sua prima poesia è Meriggiare pallido e assorto, e poi segue la raccolta di poesie
Accordi che comprende 58 poesie. Il titolo della raccolta è un riferimento alla morte (gli scheleti
delle seppie che galleggiano sul mare), ma è anche un simbolo di essenzialità. Il linguaggio della
raccolta nasce da un’esperienza pascoliana e dannunziana.
Scrive Le occasioni dove raccoglie i testi pubblicati in riviste; la vita è presentata come
un’enigma assurdo, l’uomo si sente un albero bruciato dallo scirocco, a salvare può essere solo la
memoria: essa recupera dal passato un gesto o un momento che salva.
• La buffera e l’altro – Montale continua il suo esame di un mondo che sente sempre più
estraneo, in un rincorrersi di immagini e simboli che dicono quella ostile estraneità delle
cose e degli uomini.
• Satara
• Diario 71-72
• Quaderno di quattro anni
Saba è ostile al frammentismo, tende a eliminare o evitare il lessico aulico, cercando i versi
mediocri e immortali. Non ama neanche l’ermetismo. Secondo il suo gusto, la poesia deve essere
discorso e canto.
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I suoi versi sono pubblicati in varie raccolte che confluirono nel Canzoniere che è vario di
motivi e di toni. È pieno di un mondo di luoghi, di cose, di donne: Trieste, la moglie Lina e tante
altre donne, animali, osterie, caffé di periferia, ecc.
Saba ama la verità che giace al fondo delle cose per cui le umili cose gli si trasfigurano e il belato
lamentoso di una capra gli diventa la voce del dolore eterno del mondo.
Il Canzoniere è il libro della lirica e della vita di Saba perché era continuamente ampliato a
raccogliere la produzione nuova.
La lirica dal 1930 circa all 2° guerra mondiale è battezzata con il termine ERMETISMO che
indica un modo di vedere le cose e che può riferirsi sia a lirici sia a prosatori.
Gli ERMETICI (o i lirici nuovi) costituirono una vera e propria ‘scuola’, sia per il loro
riferirsi agli stessi maestri (Mallarme, Rimbaud, Valery, Ungaretti), sia per una comune tematica
che si muove fra il mondo reale (disgregato e inorganico) e un sognato mondo di favola (libero e
felice).
È caratteristico il loro uso dell’analogia e della sintesia. Erano convinti che la poesia è tanto
maggiore quanto più vivo è lo scarto dal linguaggio comune. Volevano trasferire il lettore dalla
realtà in un mondo di mito.
I RAPPRESENTANTI:
Sergio Solmi Girogio de Chirico
Corrado Pavolini Libero de Libero
Salvatore Quasimodo Alfonso Gatto
Nella sua opera Il Meridione, grazie allo sviluppo industriale, affronta tutti gli aspetti di
modernità, di crudeltà, di corruzione.
Non gli sfugge che al di sotto dell’entusiasmo, dell’urbanesimo, e dell’espansione produttiva
della vita moderna si ritrovano irrisolti numerosi problemi dell’Italia e che in realtà lo squillibrio
fra settentrione e meridione diventava sempre più evidente con il progresso industriale del Nord e
con la permanente arretratezza e con la primitiva economia del Sud.
La gente in Aspromonte – Alvaro riprende i temi verghiani e li ripropone nei modi più lirici
che narrativi. Contrapone la realtà della vita in campagna e in città e rapporto ingiusto che sta tra la
vita in città e in campagna.
Offre una descrizione minuziosa con la quale mette in rilievo la realtà dei contadini. Non ci sono
dialoghi e l’autore non si concentra sui protagonisti ma sul mondo dei poveri in generale.
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novelle:
Inverno di malato Cortigiana stanca
Fine di una relazione L’ufficiale inglese
romanzi:
Agostino La Romana
La disubbidienza La Ciocara
Il disprezzo La noia
L’amante infelice Gli indifferenti
Gli indifferenti – sono una specie di contaminazione poetica della tecnica del romanzo e quella
del teatro; sono anche una descrizione molto cruda e molto sfavorevole della borghesia di Roma.
Moravia contradice l’ideologia e la retorica fascista di un’Italia sana, potente, conquistatrice del
mondo.
Il mondo di Moravia è invece un mondo privo di luce, stanco e indifferente. I personaggi
cercano in vano di restituire il sapore alla vita e di vincere la loro stanchezza e l’inquietudine nelle
avventure, nel piacere e nel sesso. Moravia cerca di offrire una descrizione oggettiva e minuziosa
che solo raramente rivella il suo disgusto.
Il suo STILE è talvolta grezzo, spoglio e piatto, mentre il suo LESSICO dimostra le parole
povere, comuni e tutta la forza della sua prosa si trasferisce nella sintasi.
L’opera racconta il dramma di una generazione incapace di aderire alla vita e di provare
passioni sincere.
Agostino – è un romanzo di esistenzialismo o di formazione. Il tema fondamentale è il passagio
dall’adolescenza alla virilità. L’approccio di Agostino alla sessualità inizia con il cambiamento della
figura della madre e con il cambiamento del suo comportamento. Nel romanzo, Moravia fa soffrire
sia i ricchi, sia i poveri.
Bontempelli è uno degli scrittori più insofferenti della tradizione. Fonda la rivista ‘900 dove si
vede il nucleo della sua poetica. Per il suo volume di racconti L’amante felice vince il premio
Strega.
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Quasi in tutte le sue opere rimane fedele alla poetica del REALISMO MAGICO – la capacità di
estrare il dato fantastico e irreale delle vicende quotidiane.
Con il suo RM tende a concigliare le spinte contraddittorie del tempo: il ritorno a un ordine
interiore e formale, ma pure il bisogno dell’immaginazione e della fantasia; la volontà di arrivare al
cuore segreto delle cose.
Bontempelli usa la tecnica e l’intelligenza limpida con le quali contempla il mondo delle cose e
degli uomini. Attraverso questa intelligenza e attraverso la vena umoristica vengono filtrate nel
racconto le situazioni più complesse dell’uomo moderno.
Il surrealista, fu il frequentatore degli ermetici, traduttore dal francese, dal tedesco, dal russo,
autore di una trentina di volumi (liriche, romanzi, raccolti).
Il libro La biere du pecheur (La bara del peccatore/La birra del pescatore) ha affermato
che, in antitesi con quello di D’Annunzio, il suo stato d’animo poteva dirsi uno stato d’insufficienza.
Questo stato d’insufficienza, male di vivere, si traduce nell’invenzione di favole e simboli dove il
reale è continuamente forzato a sfiorare il surreale.
Racconti Rien va
La pietra lunare Racconti impossibili
Racconto d’autunno
La vecchia Italia rurale e artigiana è quasi scomparsa; l’intervento dello Stato nella produzione è
cresciuto enormemente e si è costituita una potente borghesia di Stato; le campagne si sono
spopolate; migrazioni interne hanno alterato l’aspetto e il costume di campagne e di città.
C’è un’evoluzione di mass-media: radio, televisione, cinema, giornalismo che fondono in se
informazione, influiscono sul gusto, trasformano la lingua. L’editoria è intrecciata con altre attività
come il giornalismo, il cinema, la radio, la TV. È mutato radicalmente il pubblico potenziale: si
forma un pubblico di massa.
Il quarantennio si può suddividere distinguendo:
1) una 1° fase dell’impegno e del neorealismo (dalla guerra agli anni ’50)
2) una 2° fase dello sperimentalismo e delle neoavanguardie (gli anni ’60)
In lirica, si può parlare di POST-ERMETISMO , una lirica che, conservando alcuni caratteri
dell’ermetismo, mirava ad accogliere immagine e parole realistiche.
Pavese è una figura contradditoria, diviso tra l’impegno politico e il disaggio esistenziale. È stato
considerato per molti anni lo scrittore realista anche se nella sua opera si trovano molte
caratteristiche del decadentismo. Le sue opere mostrano le antitesi tipo tra infanzia e maturità,
tra età primitiva dell’uomo e età civile e colta, tra campagna e città, ecc.
Cian Masino – racconti
Lavorare stanca – versi
Il tema della sua arte e della sua vita è la SOLITUDINE dalla quale Pavese cerca di uscire per tutta
la vita attraverso l’amore e la partecipazione alla vita sociale.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi - versi Il mestiere di vivere – diario
Il compagno – romanzo Dialoghi con Lenco
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Per Pavese la sostanza dell’arte è il mito, l’arte è creazione di miti. Altre opere:
Paesi tuoi
Luna e i falò => Anguilla passa un periodo in America, torna nel proprio paese e il suo amico
d’infanzia Nida gli racconta della guerra e cose capitate. Nella trama capitano i diversi flash-back
che interrompono il racconto. Le figlie del sior Matteo (Irene, Silvia, Santa) hanno avuto una brutta
sorte e sono finite male nella vita. Queste 3 donne sono figure reali, ma nella memoria di Anguilla
restano nella loro giovinezza e sono così anche le figure mitiche. Loro tre sono il suo contatto con il
passato.
Da molto giovane perde la madre e vive con i nonni, poi si ammala di tuberculosi – di questa sua
difficile fanciullezza e adolescenza scrive in tante sue opere:
Egli pensò a un ciclo narrativo Una storia italiana – 3 romanzi indipendenti tra loro:
Metello; Lo scialo; Allegoria e derisione.
Le altre opere:
Il quartiere Il tappetto verde
Uneroe del nostro tempo Le ragazze di San Freddiano
Comincia con un’attività giornalistica: a Firenze collabora alla rivista Solaria. Lavora come
traduttore dell’inglese (importante per l’influsso sulla sua opera). Capita la guerra di Spagna che lo
spinge ad un impegno politico e fa maturare in lui l’idea di una cultura rivoluzionaria.
Partecipa al movimento della resistenza facendo parte del partito comunista italiano e la 2° guerra
mondiale fonda una rivista POLITECNICO. La fine della rivista coincide con il suo allontanamento
dal partito comunista.
Romanzi:
Il garofano rosso
La Garibaldina
Fu scrittore, saggista, pittore, laureato in medicina. Nel ’34 viene arrestato come antifascista e
mandato al confino in un paesetto in Lucania; così aveva modo di venire a contatto con un mondo
contadino primitivo.
Il suo capolavoro – Cristo si è fermato a Eboli – racconto della sua permanenza in Lucania.
Il titolo dell’opera è significativo – il Cristo si fermò sulle rive del mare, ma non salì fino alle
montagne della Lucania, significa che Lucania, come altre terre del Mezzogiorno italiano, sono
state tagliate fuori dalla storia, non hanno vissuto i grandi fatti di storia e di cultura quali il
cristianesimo, l’età comunale, il Rinascimento, l’Illuminismo.
È un libro che voleva essere un’analisi di sociologia e di politica, mentre in realtà era un grido
disperato, una denuncia e una speranza.
Membro del Partito socialista, collabora al giornale del Partito L’AVARITI; dopo la guerra fonda il
periodico L’ORDINE NUOVO. Viene arrestato come antifascista e condannato a 20 anni in carcere.
Il pensiero di Gramsci si forma e sviluppa nel fuoco delle battaglie politiche della Torino
dell’immediato dopoguerra, ed è condizionato dalla dottrina marxista e dalla battaglia socialista che
si svolge in Italia.
Quaderni del carcere – le riflessioni sulla cultura, sugli intellettuali, sulla loro
organizzazione, sulla loro storia. Per Gramsci l’azione politica tende alla conquista del potere, ma
questo scopo ultimo non è raggiungibile senza la conquista preventiva di una egemonia culturale e
morale. Essa si può ottenere solo per la presenza di intellettuali organici, capaci di tradurre in
termini di cultura le esigenze e le aspirazioni delle classi subalterne.
Gramsci scrive della necessità di rielaborare e diffondere una filosofia della prassi.
Già intorno alla metà degli anni ’50 ha luogo una crisi che può essere documentata
attraverso fatti di letteratura:
2) escono romanzi dove gli autori testimoniano e lamentano il fallimento degli ideali
resistenziali
La crisi del Neorealismo coincide con la crisi culturale e politica italiana e anche mondiale. L’Italia
conosce un suo boom economico ed è maturata una generazione nuova che, rimasta estranea al
fascismo, alla guerra, alla Resistenza, agli entusiasmi e speranze dell’immediato dopoguerra,
guarda criticamente la politica sinistra, legge i classici del marxismo ma in un contesto storico e
psicologico diverso.
35. I POSTERMETICI
Il termine si riferisce agli scrittori che si sono formati nel clima dell’ermetismo ma che, più tardi, si
sono aperti a interessi civili.
Ciò che unisce i postermetici è lo stato con cui hanno vissuto i difficili anni della loro vita.
• VITTORIO SERENI – dell’ermetismo lombardo
Frontiera (raccolta, libro d’antiguerra)
Diario d’Allegria
Stella variabile
La sua poesia è una poesia problematica, ma è anche una poesia dignitosa.
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• FRANCO FORTINI – vicino per un tempo all’ermetismo, ma se ne allontana presto,
polemizzando sia contro gli ermetici sia contro i neorealisti. Scritti di politica, polemica,
metodo:
Dieci inverni
Verifica dei poteri
Saggi italiani
Nelle sue liriche è presente una polemica contro la poesia che pretenda di essere rivoluzionaria solo
per i suoi contenuti.
• MARIO LUZI – comincia lavorando nei modi dell’ermetismo per procedere per una strada
sua.
Libro di Ispazia – dramma, il conflitto tra i cristiani e filosofi neoplatonici
nostalgici della morente cultura greca.
Su fondamenti invisibili – raccolta
Un gruppo di lirici che nella 2° metà degli anni ’50 rifiutarono radicalmente le ideologie e le
poetiche del neorealismo si proclamarono neoavanguardisti e sperimentalisti.
Uno dei sperimentalisti più noti fu Pier Paolo Pasolini. Lui sperimentò quasi tutti i generi di
scrittura; fu linguista, storico, critico, disegnatore e regista cinematografico.
Alcuni motivi di fondo – la polemica contro ciò che è limite e costrinzione.
Le ceneri di Gramsci
Premio Viareggio
È stato il teorico e rappresentante più vivace di uno sperimentalismo radicalmente innovatore.
Una vita violenta
La religione del mio tempo => raccolte di versi
Poesia in forma di rosa
Empirismo eretico – raccolta di saggi
Calderon – tragedia in versi
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Il romanzo Ragazzi di vita – rappresenta la società neocapitalistica e il mondo prolettario
delle borgate romane. Rappresenta la miseria, la fame e tutti gli altri problemi del proletariato
romano. Si intreccia la descrizione di Roma con la descrizione dei personaggi. Roma viene
rappresentata come luogo pieno di contraddizioni ma al centro sono giovani sottoproletteri
destinati tutti o alla morte precoce o al carcere o alla prostituzione.
Il romanzo di 8 capitoli che raccontano un arco di 7 anni. Pasolini sperimenta linguisticamente
e stilisticamente, si può trovare il dialetto romano.
I suoi organi di battaglia furono alcune riviste (Quindici; Il Verri) e alcune antologie (I
novissimi; Vent’anni di impazienza).
LA TESI del gruppo – sola arte è quella di avanguardia il cui compito è lo smascheramento e
denunzia della mercificazione del mondo; questo compito può essere assolto solo attraverso il
linguaggio.
ELSA MORANTE – l’auttrice inclina verso una versione della vita tragicamente desolata che negli
anni ’70 si esprime nel tentativo di un romanzo popolare (La storia).
Menzogna e sortilegio
L’isola di Arturo
Gadda non può essere ascritto a nessuna delle scuole o correnti degli anni ’20, ’30, ’40.
L’opera di Gadda è un fenomeno del 2° dopoguerra. Comincia a collaborare a Solaria dove pubblica
i suoi primi libri:
La reazione di Gadda di fronte alla vita si definisce sempre più come una specie di rabbia
sprezzante, polemica irosa contro la società che gli sta intorno, disprezzo aristocratico verso gli
uomini, sfiducia assoluta nella storia.
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Gadda ha profondamente rinnovato la narrativa italiana attraverso un originale uso e mischio
di dialetti, gerghi, tecnicismi e linguaggi diversi e attraverso un continuo stravolgimento delle
strutture romanzesche tradizionali.
Israelita di buona famiglia borghese, studia e si laurea in chimica. Viene arrestato nel ’43 e
trasferito ad Auschwitz; viene liberato dai russi e dopo un viaggio ritorna in Italia.
Sente il bisogno di raccontare la sua esperienza: così nasce il suo capolavoro Se questo è un
uomo – un libro di memorie dove Levi cerca non di accusare e di polemizzare, ma di analizzare e
capire come il male possa essere frutto non di ignoranza e stupidità, ma proprio di intelligenza e
cultura, ma di un’intelligenza e cultura corrotte che hanno perso il limite e non distinguono più fra
il giusto e l’ingiusto.
Dalle sue descrizioni scientifiche, prive di rancore e giudizio, deriva la forza del libro.
La tregua – nuovo libro di memorie
Storie naturali
Lilit e altri racconti
Calvino è la figura preminente della 2° metà del ‘900. I suoi primi libri sulla Resistenza (Il
sentiero dei nidi di ragno; Ultimo viene il corvo) parvero scritti neorealistici per la
tematica resistenziale e per impegno civile, però il suo neorealismo fu particolare in quanto lui
voleva non tanto documentare o informare quanto esprimere.
Nei romanzi Il visconte dimezzato; Il barone rampante; Il cavaliere inesistente, sul
modello del racconto filosofico dell’illuminismo, Calvino attraverso allegorie fantasiose esprimeva
la condizione mutilata dell’uomo.
La speculazione edilizia -> riprendeva gli stessi temi ma in chiave espressiva, di realismo
grottesco.
Poi, la stagione sperimentale :
Cosmicomiche Il castello dei destini incrociati
Ti con zero Palomar
Il giardino dei sentieri che si biforcano -> ricorso alla linguistica, allo strutturalismo e
semiologia.
L’opera di Calvino rivela la sua personalità inquieta, consapevole dei mutamenti accaduti nel
mondo e preoccupata di trovare modi espressivi in sintonia con il presente.
Il visconte dimezzato -> Calvino racconta di Medardo di Terralba, un visconte che partecipa a
una guerra di religione alla fine del ‘600 in Boemia. Il protagonista viene tagliato in 2 parti
speculari da una palla di cannone. Comincia la vita parallela delle 2 metà di Medardo. Il lato
maligno, capace di terribili atrocità ritorna al paese. Ma rivela anche inaspettate doti di umorismo e
di realismo. Torna anche l’altra metà – gentile, buona, altruista ma queste caratteristiche vengono
esasperate fino alla nausea.
A Calvino interessa il problemma dell’uomo contemporaneo dimezzato, cioè incompleto,
alienato, e proprio a tal fine, ha dimezzato il suo personaggio secondo la linea di frattura tra bene-
male.
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42. UMBERTO ECO e le sue opere
Sciascia è uno degli scrittori che vogliono intervenire attivamente, con le loro opere, sulla politica e
sul costume, e per farlo scelgono strutture come il giallo, il romanzo-saggio, ecc, ma cercando di
non restare prigionieri dello schema di quel genere.
Tramite insegnamento nelle elementari, Sciascia viene in contatto diretto con il mondo
contadino.
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Le parrochie di Regalpetra
Favola della dittatura
La Sicilia, il suo cuore – poesie
Scrive anche 3 racconti lunghi nell’opera Gli zii di Sicilia; 2 romanzi che trattano il fenomeno
mafioso Il giorno della civetta (un romanzo di mafia con la struttura di un giallo) e A
ciascuno il suo (un giallo di tono pessimistico).
Il teatro è messo in crisi dalla crescità del cinema, della radio, della TV. I fatti interni: l’influsso
sugli scrittori delle correnti di cultura e delle poetiche del ‘900.
Si formano teatri e teatrini sperimentali ma rivolti a un pubblico ristretto, c’è un scarso numero
di scrittori capaci di dare vita a un teatro moderno.
Gli scrittori di spicco maggiore sono stati uomini di generazioni precedenti: EDUARDO DE
FILIPPO, DIEGO FABBRI, DARIO FO -> il suo teatro è un teatro politico, sia che riprenda
dalla cronaca fatti caratteristici e scandali d’oggi, sia che cerchi i suoi tempi nel passato, mirando
sempre a negare istituzioni e costumi con la risata e la satira.
UGO BETTI -> dopo Pirandello crea un linguaggio autentico. Caratteristica: pessimismo
nichilistico. La Padrona; Il vento notturno.
EDUARDO DE FILIPPO -> la sua opera più celebre Natale in casa – usa il dialetto
napoletano a cui ha dato la dignità della lingua (Napoli milionaria; Questi fantasmi)
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Caratteri distintivi del postmodernismo: tendenza alla globalizzazione di tutte le attività proprie
dell’uomo (il capitalismo, l’industrialismo), la mondilizzazione del commercio, standard di vita e
costumi uniformi, sviluppo di nuovi strumenti di communicazione e di trasporto.
Gli scrittori rinunciano l’impegno e si tende alla produzione di opere neutre, mosse non da
passione, utopia o polemica ma dalla ricerca del successo, elementi del linguaggio tecnico, delle
pubblicità, forestierismi, ecc, entrano nel linguaggio letterario e ne formano un pastiche. La poesia
diventa autosufficiente.
ALESSANDRO BARICCO -> uno degli scrittori più conosciuti e amati dai lettori di narrativa in
Italia. L’amore per la musica e per la letteratura ha ispirato fin dall’inizio la sua attività di brillante
saggista e narratore.
Castelli di rabbia City
Oceano mare Novecento – teatro
Seta Davila Roa - teatro
CLAUDIO MAGRIS -> è uno dei più notevoli saggisti contemporanei, lo scrittore e germanista.
Oltre che a Trieste, la sua formazione è legata anche a Torino dove Magris si laurea in lingua e
letteratura tedesca.
Lontano da dove
Dietro le parole
Il suo capolavoro è Danubio -> suggestivo diario sentimentale e viaggio nello spazio e nel
tempo.
Poi segue un romanzo breve Un altro mare e l’intenso e musicale racconto Il Conde.
FULVIO TOMIZZA -> istriano che ha raggiunto i suoi risultati più alti nei romanzi che narrano le
vicende della sua terra negli anni tragici della guerra e del dopoguerra.
Materada
La ragazza di Petrovia -> trilogia istriana
Il bosco di acacie
Gli sposi di Via Rossetti -> la storia di 2 giovani triestini di nazionalità slovena, sullo sfondo
della quale sono le vicende di Trieste negli anni del fascismo, della guerra, dell’occupazione tedesca,
ecc.