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Questo è il motivo per cui esistono migliaia di tecniche di meditazione, quello che è importante è capire che

la tecnica che va bene per uno non necessariamente può andar bene per voi.
Per questo le sperimenteremo tutte in maniera che ognuno di voi possa trovare la migliore per sé.

Però prima di parlare di queste tecniche visto che stiamo parlando di Meditazione Taoista vi esporrò dei
temi in relazione con il Taoismo.

Voi già sapete che uno dei temi del Taoismo è l’Alchimia, una delle tecniche principali del Taoismo è la
trasformazione del Jing in Qi e poi in Shén, e quello che si fa è arrendersi all’abbandono del corpo fisico
per dirigersi verso una dimensione immateriale rappresentata dallo Spirito, e la fase intermedia tra
l’Essenza e il Jing, è il Qi.
Quindi si ritiene che la trasformazione avvenga grazie al Qi e quindi dobbiamo localizzare dove si trova il Qi
nell’area del Jing per poter trasformare il Jing in Shén, quindi dobbiamo cercare il Mare del Qi che in lingua
alchemica viene definito Dan Tian: “il Campo dell’Elisir”.

Dal punto di vista agopunturistico il Mare del Qi è stato identificato con il CV6 che si chiama QI HAI: il Mare
del QI; e seppure è un punto utilizzato in agopuntura sappiamo che è una metafora di una condizione e
poiché il QI rappresenta un aspetto dello Yang, ed è lo Yang che muove lo Yin, cioè il Jing /Essenza, in
qualcosa che è ancora più Yang cioè lo Shén. Quindi si ritiene che se vogliamo sperimentare questa
trasformazione dovremmo avvertire una sensazione Yang che è Calore.

Questo Fuoco che noi generiamo in alcune parti del corpo attraverso la concentrazione diventerà il Fuoco
che permetterà la Trasformazione.

C’è poi la tradizione mistica che ritiene che la realtà si fondi sulla consapevolezza: ciò che è la verità
dipende da ciò che la nostra mente vuole che sia la verità. Quindi il viaggio mistico che implica il viaggiare
attraverso diversi stati di coscienza è anche supportato dall’idea che se anche non vedo (un qualcosa) in
questa realtà può esistere lo stesso in questa realtà. Per esempio noi non siamo in grado di vedere i batteri
ma sappiamo che essi esistono in questa realtà perché abbiamo sviluppato strumenti medici che ci
permettono di trovarli, così come sappiamo che esistono attività paranormali e abbiamo sviluppato
strumenti scientifici in grado di registrarle.

Questo ci può aiutare a pensare che esista una condizione di coscienza che noi non vediamo ma che
possiamo pensare che esista in questa realtà, questo può includere la capacità di visualizzare i nostri cari
che sono dipartiti, visualizzare dei fantasmi.
Quindi nella tradizione mistica lavoriamo lo stesso con l’Essenza, ma l’Essenza con cui lavoriamo è quella
del Cervello e quindi dei Midolli e del Sangue, trasformiamo i Midolli per portarci a quel livello di
consapevolezza, di coscienza che chiamiamo Shén o Spirito.
E la forza mediatrice tra il Midollo e lo Spirito è costituita dall’anima Hun e dall’anima Po.
Quindi quando si inizia a praticare la meditazione mistica si può vedere la dimensione del Po che implica
anche le anime dei nostri cari trapassati e anche la dimensione dell’anima Hun che è la dimensione del
Tempo.
Possiamo, quindi, avere delle tecniche di meditazione che ci permettono di vedere il passato e anche il
futuro e quindi si diventa oracoli, profeti o in alcune tradizioni i cosiddetti “fortune tellers” che sono gli
indovini.

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