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SEIZA

Il Seiza è una delle posizioni per sedersi più comunemente usate nel "Budo" giapponese (arti
marziali), e nei vari mestieri ed arti d'origine giapponese. I Budoka (coloro che si esercitano in una
delle arti marziali: judo, karate, aikido, kendo, ecc…), assumeranno questa posizione per il saluto
all'inizio e alla fine di ogni lezione, per la meditazione ed altre formalità, ma anche in altre arti o
mestieri giapponesi ci si siede in seiza, come ad esempio per creare sui tatami delle composizioni di
fiori, quando si esegue l'arte del tè ecc…; nell'aikido, in particolare, è usato il seiza per i movimenti
di base. Perchè allora il seiza è così importante nel budo tradizionale? Il seiza nella cultura
tradizionale giapponese era ed è una posizione usata nelle occasioni convenzionali e tutto quello che
veniva da quella tradizione, compreso il budo e le altre arti, ne è stato influenzato.
Seiza è scritto con due caratteri cinesi. Il primo carattere si pronuncia "sei" che significa "giusto,
corretto", il secondo carattere "za" significa "posizione seduta" ed è scritto con un ideogramma che
descrive la gente seduta su una piattaforma sollevata, sotto un tetto.Per i giapponesi il Seiza è una
posizione molto bella ed efficiente, ed inoltre è la posizione più adeguata quando ci si trova seduti
sul tatami. Fu durante il periodo Edo (1600-1868) che il Seiza si è lentamente consolidato nella
cultura tradizionale giapponese, divenendo definitivamente la posizione convenzionale per sedersi
sui tatami.
Quando, rimanere seduti in tale posizione provoca il formicolio delle gambe e dei piedi, ciò può
essere causato dalla mancanza di un'adeguata esercitazione e quindi dalla debolezza dei muscoli
delle gambe e da una cattiva circolazione e non dalla posizione ripiegata degli arti. Chiunque se ben
esercitato potrebbe sedere in seiza, sia per pochi minuti sia per un'ora, ed anche per un giorno intero
senza accusare fastidi. Inoltre il seiza aiuta ad allineare naturalmente il corpo e la colonna vertebrale
e conduce ad una mente e ad un corpo più pronto.
La postura che bisogna assumere quando ci si siede in Seiza è con le gambe piegate sotto il bacino.
Le ginocchia per gli uomini dovrebbero essere distanziate tra di loro di circa due pugni mentre le
donne dovrebbero tenerle unite; anche se poi, in realtà, la posizione delle ginocchia dipende
apparentemente dai diversi stili di arti marziali, dalle preferenze dell'insegnante e dalle proprie
dimensioni del corpo. La distanza più corretta rimane comunque quella di due pugni. La schiena è
dritta. Il mento è ripiegato un po' in dentro, in modo che, se vista di lato la parte superiore della testa
sia perpendicolare con i lobi dell'orecchio, con la spalla ed il centro del corpo. La parte anteriore,
deve assumere una posizione tale da far sì che la testa, attraverso il naso, il pomo di Adamo,
l'ombelico, il seika tanden o hara - il punto dove è concentrato il Ki (l'energia dello spirito, tale
punto si trova alcune dita sotto l'ombelico) - si trovino disposti virtualmente su un'unica linea
verticale. Le mani poggiano con i palmi aperti sulle cosce con le dita unite. Le braccia sono
leggermente piegate. Le ascelle sono un po' divaricate come se avessero uno spessore sotto di loro.
Il Seiza è una posizione rilassante, ma permette in qualsiasi momento di trovarsi pronto a
contrastare qualsiasi tentativo d'attacco. Il Seiza, quindi, era una posizione perfetta per i samurai, i
quali dovevano avere un atteggiamento sempre attivo e attento. Tale posizione, mentre da un lato
serve per dare al corpo una postura corretta permette anche di muoversi agilmente, per esempio per
cambiare posizione rapidamente ed estrarre la spada. Molto importante è la posizione degli occhi
che deve essere dritta, come se fissassero un punto posto qualche metro avanti a loro. In questo
modo è possibile vedere anche lateralmente e contrastare ogni eventuale attacco, senza dover
necessariamente fissare lo sguardo verso il lato da dove ha origine l'offensiva. Questo è il sistema
usato nelle arti marziali ed è definito zanshin ("spirito prolungato"; essere vigile, essere attento). Per
cui quando ci si siede in seiza bisogna essere sempre vigili, ma nello stesso tempo mostrare uno
spirito raccolto e calmo, cercare di armonizzare la capacità di vedere (ken) con quella "di percepire"
(kan). In altre parole sviluppa la capacità del praticante marziale di vedere ciò che è visibile e ciò
che non lo è, accrescendo la percezione dello spazio. Il Seiza è una tecnica di pulizia spirituale e
questa posizione è usata come metodo per armonizzare il "corpo" e la "mente".
Per sedersi in Seiza da una posizione eretta bisogna per prima cosa portare giù la gamba sinistra
piegando il piede, in modo tale che solo le dita del piede e il ginocchio rimangano in contatto col
tatami. Dopodiché si porta nella stessa posizione la destra. È importante mantenere la pianta dei
piedi sollevata e poggiare sul tatami solo le dita di entrambi i piedi. Questo perché conferisce al
corpo una stabilità ed un equilibrio tale da permetterci di tornare rapidamente e improvvisamente in
posizione eretta. A questo punto bisogna scendere con il resto del corpo, fino a che le cosce non
vengano in contatto con la parte posteriore della tibia. Questa posizione è chiamata kiza, ed è del
tutto simile al Seiza, tranne che per la disposizione dei piedi che sono alzati e poggiano sul tatami
solo con le dita invece di essere distesi. Il kiza non è soltanto una forma transitoria da assumere per
arrivare al Seiza, ma è di per se una vera e propria posizione.
Chiunque s'inginocchia, senza poggiarsi prima sulle dita dei piedi è definito "morto", perché piegare
le punte, come abbiamo detto precedentemente, contribuisce ad avere un ottimo equilibrio nel caso
fosse necessario risalire improvvisamente, movimento che sarebbe assai lento se ci s'inginocchia
nella posizione scorretta; quando si assume la posizione di kiza, con le punte dei piedi piegate,
indica che il nostro corpo e la nostra mente si trovano in atteggiamento vigile.
Chi indossa l'hakama, quando siede in Seiza, deve far in modo di non schiacciarla sotto i piedi, per
evitare di inciamparci mentre si alza rapidamente nel tentativo di contrastare un attacco. Per non far
finire sotto i piedi l'hakama, bisogna piegare esternamente le due gambe del pantalone nel momento
in cui si scende giù in kiza. Per eseguire la piegatura non si usa mai, naturalmente, la mano sinistra,
perché serve per impugnare la spada alloggiata sulla cintura. E' chiaro quindi che sarà la mano
destra che dovrà piegare l'hakama. Tale operazione si esegue tenendo il palmo della mano destra
aperto e, appena la gamba sinistra inizia a scendere in terra, schiaffeggiando rapidamente la parte
interna della coscia sinistra.
Appena giunto a terra il ginocchio sinistro, a questo punto il palmo va a schiaffeggiare la parte
interna della coscia destra. Lo "schiaffo" dovrebbe essere tagliente e non eccessivamente energico.
Schiaffeggiare in modo eccessivo l'hakama facendogli fare un suono troppo forte era un qualcosa
che gli antichi giapponesi consideravano profondamente fastidioso. Schiaffeggiare l'hakama è
accettato soltanto nel budo (arti marziali), al di fuori di esso chi si siede con l'hakama, per non far
finire il tessuto sotto i piedi, invece di schiaffeggiare il pantalone, porterà semplicemente entrambi i
palmi delle mani nella parte posteriore delle ginocchia mentre scende rapidamente giù in seiza.
Facendo così tirerà l'hakama verso le ginocchia accorciandola, impedendo in questo modo che
finisca sotto i piedi.
Per chi invece non ha l'hakama, ma indossa solo il Kimono (un indumento che gli stessi samurai
hanno portato per lungo tempo, soprattutto nel periodo Edo), scendere in Seiza presenta un
inconveniente ben diverso.
Osservando da dietro chi indossa un kimono mentre sta scendendo in Seiza, potrebbe accadere che
piegando il pantalone possa vedersi la biancheria intima, questo per un samurai non è certamente
una cosa molto elegante. Il sistema per evitare questo imbarazzo, per tutti coloro che indossano il
kimono (uwagi "attrezzatura di pratica" o keikogi "abito di allenamento") consiste nel mantenere in
equilibrio la parte superiore del corpo e piegare contemporaneamente entrambe le gambe. Il
ginocchio di sinistra scenderà leggermente più avanti del destro e poggerà sul tatami. Di
fondamentale importanza è che le punte dei piedi siano piegate. Il ginocchio destro poggerà a sua
volta sul tatami. Arrivati a questo punto si dovrà mantenere ancora la posizione di kiza, con la parte
interna dei talloni unita tra loro.
Mantenere uniti i piedi, fa sì che la piegatura del kimono rimanga aperta e contemporaneamente
impedisce di esporre la biancheria intima a chiunque si trovi seduto dietro. Dalla posizione di kiza
si passa poi lentamente, utilizzando i muscoli delle cosce, in Seiza.
I movimenti da fare per rialzarsi dalla posizione di Seiza, sono per prima cosa tornare in kiza,
dopodiché staccare dal tatami il ginocchio destro e portare il piede corrispondente esattamente di
fianco a dove è poggiato il ginocchio sinistro, facendo sì che le dita del piede rimangano alzate e
ben arricciate sopra.
Da questa posizione, utilizzando i muscoli della coscia, si solleva il tronco fino a giungere in
posizione eretta e si affianca il piede sinistro al destro. Tale movimento è uguale sia per chi indossa
il kimono o l'hakama.
Di fondamentale importanza è assumere sempre una postura rilassata e nello stesso tempo
equilibrata, sia che ci si alzi, si scenda oppure ci si trovi in Seiza. Per i samurai, non essere ben
bilanciati comporta la perdita sia della giusta forma sia dello zanshin. Quando ci si alza o si scende
in seiza bisogna farlo in piena tranquillità, col massimo equilibrio e molta eleganza. Quando si torna
in posizione eretta non bisognerebbe farlo a scatti o in modo sgraziato. Per chi conosce "l'arte del
tè", sa che il movimento che si deve compiere per rialzarsi da seiza deve essere come "il calmo
risalire di una colonna di fumo". E' inoltre molto importante, quando ci si siede in seiza, non farlo a
cavallo di due tatami, sia per evitare un'usura rapida dei bordi che provocherebbero inevitabilmente
la rottura del tatami, sia per un fatto estetico.
È chiaro quindi che il Seiza è abbastanza importante in tutte le scuole di arti marziali come forma di
rispetto. Essa non è soltanto una posizione, a volte anche un po' dolorosa, da assumere per eseguire
il rito del saluto all'inizio e alla fine della lezione o per la meditazione, ma è anche una posizione
che permette di imparare la giusta postura, una posizione che estende ed accresce lo studio delle arti
marziali, trasmettendogli lo zanshin e la bellezza.

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