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Tra destra e sinistra, con rare, rarissime (e fortunate) eccezioni, non corrono
buone acque. Alla meno peggio coabitano negli stessi forum, si scambiano
frecciatine al vetriolo (tanto per rimanere in tema), e piu' spesso si ignorano.
Il motivo per cui prendo la penna e vergo queste righe e' il seguente: io mi
trovo a disagio nelle due ale del parlamento alchemico. Di piu': credo, anzi
sono certo, che questa contrapposizione sia posticcia, e persino nociva.
Sembrerebbe, a detta degli esperti (tra cui va citato l' italiano Fabrizio
Pregadio) che la tradizione Wai Dan preceda quella Nei Dan. Il che non e'
sorprendente: in Occidente e' avvenuto qualcosa di simile, difficile trovare un
testo esplicitamente “interno” prima del tardo rinascimento.
Ma andiamo a vedere cosa si intenda per Nei Dan. Uno dei suoi testi
paradigmatici e' il Mistero del Fiore D' Oro, tradotto dal Whilhelm, un
sinologo amico di Jung, e pubblicato nelle Mediterranee dal Baron Evola. La
traduzione in questione era molto poco filologica, e poteva dare adito a
supporre che l' ipotesi “metaforica” della Sinistra Alchemica fosse corretta
sic et simpliciter.
Non e' cosi'. Certo, qui si parla di evoluzione dell' uomo, della creazione di
Corpi Sottili, ma va anche ricordato che, tranne in alcune variazioni piuttosto
tardive (ad esempio I commentari di Liu Yiming , 1734–1821), della
cosiddetta setta del Cancello Del Dragone) le trasformazioni hanno una base
materiale: si parla di tre essenze, San Bao ( o Tre Tesori), Jing, Qi e Shen (a
un dipresso l'equivalente della ben nota triade alchemica Sale, Mercurio,
Zolfo), e anche della loro locazione nel Corpo Umano .
Non solo, I termini usati sono anche la base della Medicina Tradizionale
Cinese, mostrando una volta ancora la vicinanza tra Alchimia e Medicina (in
occidente la loro prossimita' e' altrettanto ovvia: basti pensare al Grassot, allo
Sgobbis, sino al grande omeopata Hanhemann).
Vale anche la pena di ricordare che, nella lunghissima storia dell' alchimia
cinese, sono documentati casi di personaggi che furono praticanti e maestri di
entrambi percorsi (un esempio tra tutti il leggendario Zhang San Feng, un
monaco a cui e' attribuita la creazione del TaiJiQuan, o Tachichuan).
E' un autore che raccomando a tutti, per la profondita' abissale del suo
messaggio. Ma anche per un'altra ragione: in Ali Puli (il nome orientale
nasconde un Adepto di casa nostra) si trovano espliciti parallelismi tra la
digestione nel corpo umano, vista non solo come mero processo chimico, ma
come atto genuinamente alchemico, e certe operazioni di distillazione che
avvengono nel chiuso del laboratorio. Ma lasciamo la parola all' Adepto:
Affinché possa darvi ulteriore motivo di meditazione, ora descriverò
brevemente alcuni dei principali organi del corpo umano e le loro funzioni e
ciò che può apprendersi da ciascuno di loro a proposito della vera
preparazione della Medicina Universale, a tutto sufficiente.
Mi rendo conto di avere appena sfiorato l'argomento, ma, per brevita', credo
sia tempo di un sunto e una proposta
III Il Corpo come Laboratorio e il Laboratorio come Corpo
Aforisma 84
-Qualsiasi arte è inconcepibile senza una materia: perciò la nozione di
alchimia "spirituale " o puramente "psicologica" è aberrante, poiché
misconosce la funzione primaria dell'alchimia: liberare lo spirito grazie alla
materia, liberando la stessa materia grazie allo spirito.-
(René Alleau, voce Alchimie, in Enciclopedia Universalis, p. 674)
Queste parole stupende valgono dovunque. La Materia e' assolutamente
imprescindibile, per una semplice ragione: senza la Materia, senza la sua
inerzia, non si lavora. Senza il Lavoro, stiamo semplicemende sognando.
ACQUA REGIA
Mirco Mannucci
1 Non esiste Alchimia senza Lavoro sulla Materia. Va pero' precisato cosa si
intenda qui per Materia: una sostanza caotica su cui si possa agire. Si
potrebbe anche dire che l' alchimia non e' affatto “spirituale” nel senso
convenzionale del termine, al contrario KEMI celebra la Materia, vista da
una prospettiva non riduzionistica. Gli alchimisti sono materialisti, ma la loro
materia e' spirituale da sempre, una materia animata, piu' prossima a quella
dei presocratici che a quella dei materialisti settecenteschi. In questo
paradosso si gioca la sfida alchemica.
Legere e' atto alchemico in senso proprio: e' lettura integrale, confronto di
sorgenti sparse, scontro con l'apparente incomprensibilita' dei documenti, con
lo scopo di rintracciare una mappa, fosse pure incompleta, parziale. Non e'
possibile operare senza scontrarsi con I koan dei “buoni testi” , a cui
l'alchimista torna e ritorna giorno dopo giorno.
Nel caso della Via Interna, tale Laboratorium e' il Corpo Umano, visto come
una Fabbrica Alchemica che richiede alcune riparazioni.
Nella Via Esterna, il Laboratorium e' il laboratorio tout court, quello dei
matracci, dei fornelli, dei palloni. Ma, per legge di enantiomorfia, tale
laboratorio e', per l' alchimista operativo, come una estensione del suo proprio
Corpo.
I risultati del Lavoro sono sempre sia esterni che interni: cosi come il
riconoscimento di processi alchemici interni porta al ri-conoscimento di
processi analoghi nel cosiddetto mondo esterno, il contrario ha il medesimo
valore.
Le due strade non sono affatto inconciliabili: esistono alchimisti operativi che
le praticano simultaneamente.
Ci sono anche strade miste, che partono da sostanze prodotte dal Laboratorio
Interno, ovvero il Corpo Umano, e proseguono in quello Esterno (ad esempio
lavori su fluidi umani, come l' urina).
Ci sono anche altre strade , che fabbricano certe sostanze nel Laboratorio
Esterno e le somministrano all' Operatore, per aiutarlo nel suo lavoro interno
(e' il caso di certe tinture che riparano organi critici per il lavoro Interno,
come ad esempio il sistema dei reni)
Mi rivolgo ora ai Fratelli e alle Sorelle delle due ali del Parlamento: il tempo
e' venuto per un confronto, per una disamina del proprio operare e vivere
l'esperienza di praticanti dell' Arte Nostra, senza paraocchi.
Sono certo che, pur nelle grandi difficolta', il risultato potrebbe essere grande,
grandissimo. La posta in gioco e': possiamo ora, dopo millenni, dissotterrare
la Dottrina Comune? Possiamo finalmente vedere, dall' alto della montagna
ermetica, le varie operativita', interne ed esterne, umide e secche, come un
grande affresco che la Natura ha concesso ai mortali nella sua infinita
munificenza?
BIBLIOGRAFIA
La citazione nella seconda sezione sull' alchimia della digestione viene dalle
Lettere. A coloro che hanno dei trascorsi Gurdjieffiani ricordo il celebre “
diagramma del cibo”, dove il mistico greco-armeno mostra in dettagli la serie
di trasformazioni che avvengono nell' apparato digestivo. Qui ci sarebbe
molto da dire, ma per il momento mi limitero' a questo: nella digestione I
prodotti sono portati a differenti densita', si passa dallo stato solido, si
continua a quello liquido, sino a quello gassoso. A un certo punto la
descrizione puramente chimica del processo digestivo si arresta. Cosa
avviene dopo? Si entra in sfere che, dal punto di vista della scienza
contemporanea, non sono materiali.
Il testo di Evola, pur nei suoi numerosi limiti, e' consigliatissimo. A patto che
il lettore, dopo averlo digerito, decida di entrare in prima persona nel mondo
affascinante e sconcertante dei classici: Della Riviera, Filalete, Lullo,
Paracelso, solo per citarne alcuni.
·Andre Vandenbroeck Al KEMI, Lindisfarne Press, 1990
Schwaller de Lubicz e' arcinoto come grande egittologo eretico, e anche come
ermetista di primo piano. Ma in questa biografia, scritta dal suo allievo
Vandenbroeck, il velo si alza, e si scopre un altro Schwaller, il cui nome e'
AOR. Chi e' AOR? Un alchimista operativo, di laboratorio, e anche un
grandissimo studioso della Dottrina Alchemica. Le pagine centrali del libro,
dove AOR e Andre discutono la Dottrina, sono oro colato.
Pregadio e' forse il migliore esperto accademico vivente di Jin Dan, ovvero
dell' Alchimia Cinese. Le sue traduzioni sono filologicamente perfette, ed
anche il suo apparato critico-storico e' utilissimo a chi si addentra nel mondo
magico degli adepti daoisti.
http://www.massimomarra.net/1089/Altus-Isaac-Baulot-Mutus-Liber-1677-
Con-una-nota-biobibliografica-introduttiva-di-Massimo-Marra
Il Mutus Liber e' muto di nome e di fatto: consiste infatti di una serie di
tavole in cui L' Alchimista e la sua Compagna intrapprendono l' Opera.
Consiglio il commentario di Canseliet agli audaci lettori di questo
grandissimo testo della Tradizione Alchemica.
Un mio breve studio sul significato della Lettura attenta dei testi.
Il testo di Alleau e' un buon sommario dell' Alchimia. Non un punto di arrivo,
ma un buon libro per incominciare il cammino.
Mirco A. Mannucci