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Questa classificazione è molto significativa dal punto di vista idraulico e per le macchine
idrauliche ma vedremo in seguito che essa si rivelerà anche molto utile dal punto di vista
geomeccanico e costruttivo per opere in sotterraneo.
4. TERMINOLOGIA UTILIZZATA NEGLI IMPIANTI ELETTRICI
La definizione relativa agli impianti elettrici in base agli Enti di Unificazione per evitare
confusioni interpretative è stata normata come segue:
> Impianti elettrici : Gli impianti elettrici sono in genere complessi costituiti da opere varie
di ingegneria, macchinali, apparecchiature, ecc. destinati alla generazione, alla
trasformazione, al trasporto ed alla distribuzione di energia elettrica.
Essi possono quindi distinguersi in :
Impianti di generazione di energia elettrica:
stazioni e cabine elettriche;
linee di trasporto ed interconnessione e di distribuzione di energia elettrica.
> Centrale di un impianto generatore di energia elettrica.
La centrale di un impianto generatore di energia elettrica è la parte dell'impianto generatore
che comprende il macchinario per la produzione di energia elettrica, le relative
apparecchiature e l'eventuale edificio relativo a detto complesso.
> Centrale idroelettrica.
La centrale idroelettrica è la parte di un impianto idroelettrico che comprende il macchinario
per la produzione di energia elettrica, le relative apparecchiature, l'eventuale edificio relativo
a questo complesso, con l'esclusione delle opere idrauliche (ivi comprese le condotte forzate
e le opere di scarico) e della eventuale stazione di trasformazione annessa, quand'anche
compresa nel medesimo complesso di edifici del macchinario generatore.
Questa stazione viene designata come "stazione di trasformazione annessa alla centrale"
Per quanto concerne le caratteristiche esterne, tra i tipi più correnti di centrali idroelettriche
si possono distinguere sono:
• le centrali idroelettriche all'esterno con l'edifìcio per il macchinario generatore;
• le centrali idroelettriche all'esterno senza l'edifìcio per il macchinario generatore
(all'aperto);
• centrali idroelettriche in caverna (caso particolare della centrale in caverna è la
centrale in "finestra" la cui sala macchine è ricavata nella roccia in guisa di nicchia).
• centrali in pozzo; sono le centrali che realizzate in caverna non disporrebbero di
sufficiente copertura per la sua stabilità o che sarebbero di difficile accesso da una
galleria di accesso per cui l'accessibilità avviene dall'alto attraverso un pozzo sul cui
fondo è installato il gruppo generatore ed a volte lungo il pozzo quando esso è molto
ampio sono ricavati anche gli edifici di servizio della centrale.
In genere la sala di montaggio, col carro ponte, è in superficie per necessità di
movimentazione dei pezzi e per accessibilità con i mezzi di trasporto pesanti e fuori
sagoma.
• altri tipi di centrali; la classificazione succitata non comprende tutte le centrali come le
centrali realizzate nel corpo diga o al piede diga, le centrali in blocco di calcestruzzo
dentro un serbatoio, ecc..
5. TERMINOLOGIA UTILIZZATA NEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
Gli Impianti idroelettrici utilizzano la portata ed il salto disponibile tra due sezioni di un
corso di acqua (sezione di presa e sezione di scarico) sostituendo all'alveo naturale un
condotto opportunamente dimensionato, così da ridurre le resistenze al moto della corrente
tra le sezioni stesse. I parametri caratteristici di un impianto idroelettrico sono i seguenti:
Potenza
Potenza legale o nominale di una concessione (Pn): (misurata in kW): potenza
idraulica media teoricamente disponibile nell'anno in relazione alla portata ed al salto di
concessione.
Per Q .'(misurata in m3/s); H :(misurata in m); T: (misurato in ore) si ha:
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Potenza effettiva di utilizzazione (Pe): (misurata in kW): potenza idraulica effettiva
disponibile in relazione alla portata ed al salto motore :
o
dove :
tic - rendimento condotte forzate (0,93^0,98);
T|t = rendimento delle turbine idrauliche (0,85-7-0,92);
Tjc = rendimento dei generatori elettrici (0,95-7-0,98).
Pe = S*Q*Hu
dove:
Q: misurata in m3/s;
Hu : misurata in m.
Energia
• Energia teorica (Et) (misurata in kWh): E' l'energia ritraibile in un determinato
intervallo di tempo (T):
367,2
Energia effettiva (Ee) (misurata in kWh): E' l'energia effettiva ritraibile in un
determinato intervallo di tempo (T):
dove:
Pe = potenza effettiva in kW disponibile nei singoli intervalli dt (di solito l'ora)
dell'intero periodo.
In pratica si ha:
In sintesi questa relazione evidenzia che per ottenere un kWh di energia effettiva da 1
m /s di acqua occorre disporre di un salto di 460 m.
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6. CONCETTI COSTRUTTIVI DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
Si evidenziano di seguito alcuni elementi presi in considerazione per valutare l'inserimento di un
impianto idroelettrico in un determinato sito.
Saranno tralasciati, per questa trattazione, argomenti anche molto importanti come:
Lo studio degli impianti ad utilizzo plurimo dell'acqua;
Lo studio degli impianti idraulici in rapporto all'ambiente.
Per ognuno degli argomenti in oggetto si farà un richiamo ogni qualvolta essi sono in rapporto con
le indagini geologiche, geotecniche, e quindi, connesse con la costruzione delle opere in sotterraneo
di un impianto.
La necessità di tendere verso la integrale utilizzazione delle disponibilità idrologiche di un corso
d'acqua rende opportuno impostare il programma di utilizzazione delle portate e dei salti disponibili
in base ad un "piano regolatore" così da graduare, con unità di indirizzo, le successive fasi di
sviluppo del sistema idroelettrico.
Per la impostazione del piano regolatore di un sistema idroelettrico è necessario disporre del profilo
longitudinale del corso d'acqua principale e dei suoi affluenti della così detta curva idrodinamica del
corso d'acqua la quale ha per ordinate le quote altimetriche e per ascisse le rispettive estensioni dei
bacini imbriferi tributari.
In tale rappresentazione grafica, tra quote altimetriche ed estensioni tributarie, l'area del rettangolo,
avente per base l'estensione tributaria alla presa e per altezza la differenza altimetrica fra la presa e
la restituzione di un dato impianto risulta, per bacini con caratteristiche geologiche ed idrologiche
abbastanza uniformi, approssimativamente proporzionale alla potenza dell'impianto.
Contemporaneamente è necessario disporre della topografia, della geologia ed idrogeologia del
territorio del bacino imbrifero sotteso ed in particolare di quella delle zone prossime all'alveo del
corso d'acqua per valutare se il sito per l'installazione di opere è adatto all'inserimento delle opere.
Nei riguardi dello schema dello sfruttamento di un corso d'acqua, onde raggiungere la massima
utilizzazione del salto disponibile, valgono in genere i seguenti concetti che hanno valore generale
per uno studio di orientamento.
Il salto o caduta di un impianto (ove non preesista una cascata naturale o un dislivello naturale fra
bacini idrografici diversi) può essere generato mediante un canale derivatore la cui pendenza è
inferiore a quella dell'alveo naturale, ovvero, ritenendo le acque con una diga di una certa altezza e
rigurgitando a monte un tratto del fiume o con l'uno e l'altro mezzo insieme.
Da questa trattazione si tralasciano le centrali sui fiumi di pianura, in quanto in genere non
comportano opere sotterranee e si punta l'attenzione sugli impianti di montagna.
Nei tratti montani di un corso d'acqua si è generalmente in presenza di forti pendenze naturali e
quindi vi è la possibilità di ottenere alti valori di salto; ma a causa della limitata estensione della
superficie dei bacini imbriferi sottesi risulta, d'altra parte, piccolo il valore della portata;
inversamente si ha nei tratti mediani dei corsi d'acqua dove di fronte a più alti valori delle portate
sono necessarie notevoli opere per ottenere sufficienti valori del salto.
Il problema per quanto riguarda la scelta del salto, viene circoscritto dal fatto che le località
topograficamente e geognosticamente adatte per la costruzione di una presa o di un serbatoio si
riducono poi in pratica a poche, almeno in prima approssimazione, facilmente localizzabili.
Maggiore scelta in genere si ha per il posizionamento delle centrali, in quanto se la valle si presenta
stretta e con poche aree utilizzabili si può dislocare l'impianto in sotterraneo, cosa oggi ormai molto
comune.
A fissare comunque il valore del salto di massima convenienza intervengono considerazioni
economiche e di vincoli derivanti dall'antropizzazione del territorio, dato che in definitiva verrà
prescelto l'impianto, che a parità di produzione, avrà il minor costo.
Un problema che si presenta spesso soprattutto in aree del globo ancora da sviluppare è quello se
convenga utilizzare il salto disponibile con un unico impianto, con conseguenti minori oneri per
ammortamenti, manutenzione, minore spesa per esercizio; mentre a vantaggio dei salti frazionati,
stanno i seguenti vantaggi: aumento della energia prodotta (producibilità) per l'aumento delle
portate derivata sulla stessa tratta di corso d'acqua (infatti un impianto successivo a quello di monte
utilizza le portate scaricate da quello di monte più le portate afferenti al bacino compreso fra il
primo impianto ed il secondo).
Il frazionamento degli impianti comporta anche un frazionamento dei rischi di gestione, di aumento
di sicurezza complessiva anche rispetto all'ambiente ed al territorio, di rischio di investimento, e
soprattutto consente anche di graduare nel tempo la costruzione secondo i fabbisogni con una
riduzione degli oneri per interessi passivi durante la costruzione, ecc.
Considerazioni in particolare saranno effettuate per gli impianti di pompaggio!!!
Allo scopo di riunire i vantaggi dei due sistemi, cioè ridurre al minimo il numero delle centrali ed
utilizzare al massimo i salti e le portate di disponibili, la tecnica costruttiva dei moderni impianti
idroelettrici va orientandosi decisamente verso i seguenti schemi di utilizzazione:
installazione in una centrale di macchinali alimentati da salti diversi;
convergenza di due o più condotte derivatrici verso una stessa vasca di carico che alimenta,
con la portata complessiva e con salto unico, il macchinario della centrale;
costruzione di canali raccoglitori, denominati canali di gronda, che raccolgono le acque dei
piccoli affluenti, convogliandoli nella vasca di carico o nella condotta derivatrice.
Per le centrali di piccola potenza, dislocate in località difficilmente accessibile, va
diffondendosi il sistema di funzionamento automatico.
7. ELEMENTI COSTRUTTIVI DI UN IMPIANTO IDROELETTRICO E DESCRIZIONE
SINTETICA DELLA LORO FUNZIONE NELL'IMPIANTO DAL PUNTO DI VISTA
IDRAULICO ED IMPIANTISTICO.
Le caratteristiche costruttive e quindi gli elementi costitutivi di un impianto idroelettrico variano da
impianto ad impianto e dipendono:
> Dallo "schema" prescelto dal progettista in base al "piano regolatore" fondamentale del sistema
idroelettrico;
> Dai risultati dei rilievi "topografici" e "geologici" della zona dove si sviluppa l'impianto;
> Da altre complesse circostanze dovute alla struttura morfologica delle località, alla accessibilità
dei cantieri di lavoro, alla natura degli inerti, ecc.
Funzioni del pozzo piezometrico: Esso è in genere costituito da un serbatoio cilindrico ad asse
verticale collegata alla estremità inferiore della galleria di adduzione, e può essere perforato
nell'ammaso roccioso oppure costruito all'esterno.
La spiegazione sommaria delle funzioni cui esso deve soddisfare sono le seguenti:
a) La sovrapressione massima alla base della condotta può essere approssimata
supponendo una manovra lineare di chiusura della portata della durata T (s), con la formula
di allievi-Michaud:
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g*T
dove:
L = (misurato in m) è lunghezza della condotta forzata compresa fra la turbina o la valvola
di valle a monte della turbina e la prima superficie libera incontrata a monte in genere la
superficie libera dell'acqua nel pozzo piezometrico.
VQ = (misurato in m/s) è la velocità iniziale nella condotta
Se sull'impianto non è presente il pozzo piezometrico, la grandezza L rappresenta la distanza
tra il piede della condotta ed il piano d'acqua del serbatoio di accumulo, ossia la lunghezza
della condotta forzata aumentata della lunghezza della galleria di derivazione.
Si comprende subito come sarebbe aumentato Ap se alla lunghezza della condotta forzata di
qualche centinaio di m si aggiungesse la lunghezza di qualche migliaia di m di galleria di
derivazione.
b) L'onda di pressione prodotta dal colpo di ariete riflettendosi sulla superficie libera del
pozzo piezometrico non percorre la galleria; quindi essa è messa al sicuro contro le
sovrapressioni proprio grazie alla presenza del pozzo piezometrico.
e) La posizione del pozzo piezometrico sull'interfaccia galleria di adduzione e condotta
forzata induce delle oscillazioni di massa nella galleria e nel pozzo stesso in seguito alla
variazione dell'assorbimento di portata e quindi fornitura di potenza da parte della turbina e
ciò comporta delle conseguenze importanti per l'impostazione del tracciato della galleria.
La stabilità di queste oscillazioni è assicurata da una sezione minima del pozzo piezometrico
ed una espressione semplificata è data dalla condizione di Thoma indicata di seguito:
Per una galleria con:
Lgal = lunghezza galleria;
HO = salto netto dell'impianto;
Vgal = velocità di deflusso dell'acqua in galleria;
AH = perdita di carico in galleria
la relazione del rapporto delle sezioni della base del pozzo e della galleria è dato da:
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Questo tempo di lancio è valutato, in prima approssimazione, con la formula seguente per
una condotta di lunghezza L con un deflusso alla velocità V ed un carico HO
II tempo di reazione della turbina ad una manovra degli organi di controllo della macchina è
una funzione crescente del tempo di lancio della condotta forzata, ciò mostra l'interesse per
una corta colonna d'acqua a monte a monte della turbina, per un avviamento dell'impianto
più rapido possibile dei gruppi generatori.
La presenza di un pozzo piezometrico sulla condotta idraulica permette di limitare la
lunghezza di questa colonna d'acqua.
e) Stabilità dei gruppi in marcia è funzione del rapporto fra l'inerzia dei gruppi generatori ed
il tempo di lancio idraulico della colonna d'acqua, a monte della centrale.
Detta stabilità è tanto migliore quanto questo rapporto è più grande, un limite inferiore per
gruppi in marcia isolata o che hanno una funzione di regolazione della rete detto rapporto è
dell'ordine di 3,5.
Tutto ciò dimostra l'interesse considerevole di una riduzione delle distanze fra le centrale e
la prima superficie libera a monte.
Quindi come norma fondamentale ci si dovrà sempre sforzare di ridurre le distanze fra
centrale e prima superficie libera al minimo possibile, tenuto chiaramente ben conto dai
vincoli del sito e dell'economia del progetto.
Tutte queste funzioni del pozzo piezometrico possono eventualmente essere realizzate da
una camera in pressione di aria simile ai palloni anti colpo di ariete delle stazioni di
sollevamento acqua delle condotte di adduzione.
Quest'ultima soluzione può essere sviluppata:
• Con un serbatoio in pressione costruito in superficie a monte della centrale, essa è una
soluzione poco praticabile salvo talvolta delle centrali molto modeste, poiché essa
conduce a delle strutture di volume importante e resistenti ad elevate pressioni.
• In sotterraneo con delle camere in pressione scavate nella roccia.
Quest'ultima soluzione, permette di eliminare il pozzo blindato o la condotta forzata
quando la costruzione del tunnel che collega direttamente la presa alla centrale può
venire realizzato con una galleria con pendenza ragionevole.
Detta soluzione è stata sovente utilizzata per delle centrali ad alta caduta in Norvegia
dove le condizioni climatiche sono molto severe.
In effetti, le frese scandinave per forare la roccia offre delle eccellenti condizioni per la
realizzazione di queste strutture che devono essere ragionevolmente impermeabili
all'aria, perché in caso contrario, la necessità di mantenere la pressione d'aria a mezzo di
un compressore condurrebbe a delle spese di gestione considerevoli e al limite
inaccettabili.
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Anche in questo caso comunque si sono messi a punto dei sistemi di tenuta dell'aria
basati su iniezioni di acqua nell'ammasso roccioso confinanti la camera d'aria in
pressione.
•t* Condotta forzata inclinata o in pozzo: Questa opera può essere realizzata interamente o
parzialmente in sotterraneo o totalmente in superficie, in funzione delle condizioni locali,
dell'economia e dell'ambiente in cui deve sorgere il progetto.
Il principio generale che tende a limitare al massimo la lunghezza del percorso dell'acqua a
monte della centrale mette in vantaggio una soluzione in sotterraneo rispetto ad una soluzione a
ciclo aperto mentre la condizione della stabilità della marcia della centrale può portare, al di là
dell'aumento dell'inerzia dei gruppi generatori, anche alla necessità di aumentare il diametro
della condotta per una soluzione in superficie al di là del minimo economico.
D'altra parte, la lunghezza più ridotta della condotta in pressione porta sovente per una
soluzione sotterranea anche con centrale molto in profondità, delle perdite di carico inferiori ad
una soluzione in superficie, quindi una potenza disponibile maggiore.
Si prenderanno comunque in conto nella analisi della impostazione dell'impianto le seguenti
considerazioni principalmente di tipo economico di seguito evidenziate:
• I rischi inerenti alle costruzioni in sotterraneo sono in generale più importanti rispetto a
quelli delle opere in superficie, particolarmente in caso di informazioni limitate sulla qualità
della roccia, la posizione delle faglie ed altre discontinuità oltre alla incognita delle tensioni
derivanti dalle sollecitazioni che regnano nell'ammasso roccioso.
• La lunghezza più ridotta della condotta in pressione per le centrali in sotterraneo è sovente
controbilanciata dalla lunghezza: della galleria di accesso, della galleria dei cavi per il
trasporto di energia e della ventilazione (con aumento dei problemi legati all'evacuazione
dell'energia, anche se la stessa galleria è utilizzata per le due funzioni) e della o delle gallerie
di fuga.
• La durata della costruzione delle opere sotterranee è generalmente più lunga che per le opere
di superficie, in particolare a causa della necessità di costruire al meno per prima la galleria
di accesso e sovente di scarico prima di procedere allo scavo della caverna della centrale e
delle opere di servizio annesse in gallerie adiacenti.
In genere la flessibilità nella predisposizione del programma temporale dei lavori è più
limitata.
Gli inconvenienti, inerenti a tutte le soluzioni in sotterraneo, sono in via di principio
accertate, se per un sito dato, la performance economica della soluzione sotterranea è
significativamente migliore di quella in superficie, o se alcuna soluzione pratica o sicura può
essere trovata per una condotta forzata, e/o una centrale di superficie, o se i vincoli
ambientali del sito lo richiedono (mancanza di spazio nella valle, valore ambientale di
particolare pregio parchi naturali, ecc.)
In questo quadro, si porterà una attenzione particolare, per le alternative di superficie, alla
stabilità dei versanti, sui quali sarà installata la condotta forzata e che possono dominare la
centrale al piede del versante.
In questo caso occorrerà porre una particolare attenzione alla sistemazione del sito contro le
inondazioni derivanti da rotture della condotta.
Queste considerazioni conducono a preferire sicuramente una soluzione in sotterraneo.
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Centrale: La ubicazione delle centrali elettriche deve essere scelta con particolari avvertenze
rispetto a quelle per gli altri elementi costruttivi di un impianto idroelettrico. Infatti, oltre a
considerazioni idrauliche e costruttive, è necessario tenere presente la necessità di scegliere
località in cui è possibile e facile costruire nuove strade per il trasporto del macchinario senza
incontrare eccessive spese, comprese anche quelle di rinforzo o di sistemazione delle strade già
esistenti. Occorre anche valutare di rendere agevole il soggiorno del personale addetto
all'esercizio delle centrali. Nei riguardi tecnico - economici la centrale va collocata
possibilmente nel punto nel quale, a parità di altre condizioni, il costo delle opere di
restituzione, il cui costo in genere aumenta allontanando la centrale dal punto di scarico delle
acque in alveo, o lago, o serbatoio, risulta uguale a quello della condotta derivatrice.
Dal punto di vista della ubicazione le centrali si possono poi distinguere in centrali in
sotterraneo e centrali in superfìcie
• Le centrali in sotterraneo presentano un certo numero di inconvenienti rispetto alle centrali
in superficie, in particolare per quanto concerne l'accesso, la ventilazione, la sicurezza in
caso di inondazione o di incendio, e la conseguente protezione antincendio.
• Le centrali in superfìcie richiede ampi spazi che a volte non sono disponibili nella valle
inoltre il piano delle macchine deve essere sopraelevato rispetto all'alveo per evitare
inondazioni, oppure richiede delle consistenti opere per proteggerle dalle inondazioni stesse.
Opere di restituzione: La centrale può restituire l'acqua turbinata sia direttamente al
fiume sia attraverso un canale o una galleria.
La galleria a sua volta può essere a superfìcie libera e questo sarà sempre il caso per le centrali
ad alta caduta equipaggiate con turbine Pelton o in pressione, caso generale per una centrale di
salto medio equipaggiata con turbine Francis o pompe reversibili (pompa - turbina).
In questo ultimo caso, se la galleria in pressione supera 200 -5- 300 m di metri essa dovrà quasi
sicuramente essere, come visto per la galleria di derivazione a monte, dotata di pozzo
piezometrico o camera di oscillazione. Questa ipotesi è pressoché sicura negli impianti
pompaggio quando il flusso dell'acqua viene chiamato dal serbatoio soprattutto nel caso di
restituzioni in pressione di una certa lunghezza.
Disposizione del macchinario
Particolare cenno merita questo argomento; in sostanza le apparecchiature sia per una centrale
all'aperto sia per una centrale in sotterraneo sono equivalenti, il concetto guida che distingue fa
distinguere le centrali in sotterraneo da quelle in superficie è il fatto che essendo necessari
scavi di notevole ampiezza si cerca di ottimizzare al massimo gli spazi necessari ed inoltre col
fatto che si il sistema centrale è realizzato in ambiente confinato maggiore cura deve essere
posta ai fini della sicurezza soprattutto contro l'incendio.
Per ridurre gli spai oggi si tende, ad impiegare quasi esclusivamente macchinario ad asse
verticale ed inoltre a ridurre al minimo indispensabile i così detti "spazi morti" cioè quegli
spazi necessari per le operazioni di montaggio e di manutenzione del macchinario.
Per quanto riguarda la sistemazione del macchinario la soluzione in caverna richiede particolari
accorgimenti;
• per le turbine idrauliche occorre verificare che la lunghezza del diffusore non determini il
pericoloso fenomeno del colpo di ariete, applicando in questo caso abbondanti valvole
automatiche di rientrata d'aria all'inizio del tubo diffusore;
• per gli alternatori è necessario predisporre una ventilazione in circuito chiuso;
• per i trasformatori, sono necessari dispositivi efficaci antincendio, e oggi per protezione
contro fenomeni di deflagrazione essi si installano in vani isolati e resistenti alle esplosioni;
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• per l'apparecchiatura di manovra, di protezione e di misura, in genere si realizza una sala
comando isolata e se gli spazi lo consentono si installa anche nella sala macchine. Oggi con
il progresso dell'automazione si tende sempre più a portare la sala comando all'esterno o
addirittura al centro di telecontrollo.
• Sistemi di refrigerazione per il macchinario, di ventilazione e deumidificazione dell'aria per
apparecchiature particolari come locali batterie, locali di clorazione, locali di gas
estinguenti, come CO 2 , impianti di ventilazione e deumidificazione per tutto l'ambiente.
La scelta del tipo di opere, del loro inserimento nel progetto dell'impianto, del loro
dimensionamento dipendono dalle condizioni locali sopracitate, dagli imperativi tecnici legati
all'idraulica delle opere, alle esigenze tecnologiche sia meccaniche che elettriche del macchinario e
degli impianti e dall'economicità generale del progetto che prende in considerazione il costo delle
costruzioni ma anche il costo cumulato attualizzato delle perdite di carico e quindi di energia e di
manutenzione e gestione.
Nelle pagine che seguono considereremo principalmente il caso di impianti comprendenti opere in
sotterraneo.
Gli impianti possibili saranno dunque stabiliti su uno dei profili indicati nella figura 1 riassuntiva
delle soluzioni possibili.
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8. IMPIANTI IDROELETTRICI APPROCCIO GLOBALE DI IMPOSTAZIONE IN
PARTICOLARE PER LE OPERE EV SOTTERRANEO E DIMENSIONAMENTO
DELLE OPERE.
Gli impianti idroelettrici di media ed alta caduta comportano molto frequentemente delle opere
sotterranee molto importanti, e di conseguenza una rete di gallerie a superficie libera o più sovente
in pressione, delle discenderie con inclinazione più o meno accentuata ed a volte dei pozzi verticali,
delle condotte forzate che possono essere poste in superficie, o ormai sovente in galleria e delle
centrali.
L'obiettivo dello studio di questi impianti è pressoché sempre quello di ricercare la soluzione più
economica da tirare da un salto idraulico.
Si vedrà in questa breve descrizione, la diversità delle soluzioni sovente possibili per equipaggiare
un corso d'acqua al fine di produrre energia. Si comprenderà inoltre che sovente esistono numerose
varianti che possono aggiungersi all'incognita di base, che chi si appresta a concepire il progetto
dell'impianto deve iniziare a risolvere.
Per questo conviene definire la potenza dell'impianto, la portata massima delle macchine e di
conseguenza la taglia dell'installazione e la tipologia delle macchine.
Questo punto è primario su tutti poiché contrariamente ad altre opere di infrastnittura la cui
dimensione è condizionata più direttamente da considerazioni esteme, le opere idroelettriche sono
determinate dalle possibilità di generazione di energia del sito in esame però inserito in un contesto
politico economico.
Ciò significa che l'insieme dei fattori che intervengono sulla scelta che andiamo a tentare di
identificare sono, in ogni momento, soggetti a riconsiderazione in funzione del contesto tecnico
economico locale immediatamente e poi in modo più generale nel contesto mondiale che regge non
solamente i costi dell'energia, ma anche in modo sempre più pressante condizionamenti dipendenti
dall'ambiente e di protezione del nostro sistema naturale locale.
Si consideri inoltre che la maggior parte del tempo di costruzione ed il peso economico delle opere
in sotterraneo ed in particolare delle gallerie e cunicoli di servizio è molto importante in rapporto al
resto delle opere, soprattutto se la diga che assicura lo stoccaggio dell'acqua o semplicemente la
derivazione è di taglia modesta.
Il dimensionamento delle condotte idrauliche è dunque sovente un elemento di capitale importanza
dell'economia del progetto, e di conseguenza per la definizione del progetto.
Le riflessioni di seguito riportate saranno basate su elementi che sono tradizionalmente il dominio
degli studi degli ingegneri, sia che si sia all'inizio dello studio di concezione, o più avanti, al
momento della costruzione.
Le discipline che devono intervenire in detti progetti sono: la geologia, la geotecnica, l'idrologia,
l'idrogeologia, l'idraulica, la meccanica, l'elettrotecnica e l'elettronica, ecc..
Queste riflessioni saranno asservite anche a delle nozioni meno scientifiche come l'analisi dello
sviluppo di un progetto in un contesto politico ed economico con delle considerazioni di analisi
finanziaria unitamente all'analisi di gestione dei rischi.
Per illustrare le riflessioni sopra esposte, saranno utilizzati schemi di impianti realizzati.
In un primo tempo , si passeranno in rassegna l'insieme delle opere costituenti un impianto
idroelettrico definendone rapidamente le funzioni, poi si studieranno quali sono le scelte che in
genere si presentano al progettista.
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8 SCELTE PROGETTUALI PER LA COSTRUZIONE DELLA GALLERIA DI
ADDUZIONE O DERIVAZIONE.
Principi generali
Le gallerie e condotte idrauliche si caratterizzano per delle condizioni di funzionamento ben diverse
da altre opere in sotterraneo generalmente costruite dall'uomo. Infatti per la maggior parte delle
opere in sotterraneo uno dei funzionamenti essenziali dell'opera durante l'esercizio è quello di essere
impermeabile alle venute di acqua dall'ammasso roccioso; la cosa può essere vista in modo molto
più articolato per la galleria per uso idraulico.
Per il suo dimensionamento occorre tenere presente che esse può trovarsi a lavorare come galleria
vuota in occasione di interventi ispettivi, in occasione di interventi manutenzione e comunque per
lunghi tempi nella fase iniziale della costruzione.
In queste situazioni la galleria con le sue strutture di sostegno e di rivestimento deve essere in grado
garantire la stabilità e la sicurezza dell'opera. Ciò dovrà anche essere garantito nel tempo ad ogni
svuotamento dell'opera per ispezione o manutenzione.
Nel corso dell'esercizio dell'impianto si possono presentare varie situazioni
Una situazione di primo esercizio in cui si dovrà ripristinare la falda naturale che sicuramente è
stata modificata dal drenaggio avvenuto nel periodo dello scavo e dell'esecuzione dei rivestimenti e
delle iniezioni di impermeabilizzazione dell'ammasso roccioso sino alla messa in servizio.
Durante l'esercizio corrente si possono verificare varie situazioni che potranno dipendere dalle
caratteristiche della pressione interna e della pressione della falda naturale. Si possono verificare
vari casi cioè che a pressione idraulica interna sia maggiore o minore o uguale alla pressione
idraulica della falda naturale. Ciò potrà essere anche variabile per tratti diversi della galleria.
Oltre a questi parametri nel progetto della galleria occorre anche tenere presente tutta la serie di
sollecitazioni dipendenti dal funzionamento dell'impianto sovrapressioni derivanti da colpi di ariete
i quali essendo onde di pressione si propagano anche nelle fessure dell'ammasso roccioso, la
velocità dell'acqua nel condotto in condizioni di portata massima, variazioni di livello del serbatoio
di alimentazione il quale induce variazioni di sollecitazione sulle strutture del rivestimento della
galleria e di conseguenza sull'ammasso roccioso retrostante.
Si devono anche considerare le sollecitazioni derivanti da eventi esterni, come sismi, cambiamento
della temperatura dell'acqua, ecc.
Le grandezze sopra segnalate devono inoltre essere integrate dalla conoscenza geologica e
geomeccanica dell'ammasso roccioso per valutare quali sono le sollecitazioni che possono scaricarsi
sulle strutture di sostegno e rivestimento della galleria.
Occorrerà indagare molto bene la geologia dell'ammasso roccioso soprattutto in casi in cui sono
temute presenze di rocce carsiche che potrebbero nascondere cavità e nel caso di perdite di acqua
dalla galleria portare allo scioglimento della roccia generando a sua volta cavità con la possibilità ad
un certo punto di portare a colasse l'opera.
La stessa attenzione occorrerà porre in situazioni di presenza di rocce rigonfianti e o spingenti; tutte
queste situazioni anomale possono portare a gravi imprevisti di tempi di realizzazione e ad aumenti
di costi difficilmente prevedibili comunque a volte a situazioni economiche disastrose.
Si dovranno inoltre valutare il rischi di degrado della roccia costituente l'ammasso roccioso per
effetto di eventuali fughe di acqua, o per esposizione all'aria durante gli scavi.
Sicuramente si deve tenere conto delle modalità di scavo e della preparazione dell'impresa
costruttrice nel condurre i lavori perché ciò avrà sicuramente influenza sul grado di danneggiamelo
della roccia al contorno dello scavo che si può tradurre in un allentamento del primo strato di roccia,
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il quale poi peggiorerà le sue caratteristiche di tenuta idraulica e di portanza e quindi richiederà
maggiorazione di spessore di rivestimento..
Occorrerà anche conoscere quali sono le condizioni di funzionamento del macchinario in particolare
conoscere la sua rapidità di entrata in servizio, ecc.
I parametri sopra porteranno a definire il progetto della galleria secondo le seguenti fasi:
• tracciato planimetrico della galleria rispetto alla topografia della valle, ossia individuazione di
percorsi che attraversano zone geologiche di qualità migliore possibile, che evitano il più
possibile faglie o zone deboli ma che soprattutto cerchino di disporre la galleria in modo che il
suo asse le incontri il più perpendicolarmente possibile, evitare assolutamente che esso sia con
orientamento parallelo o subparallelo al loro tracciato. Verificare che la copertura della roccia
sia in grado di contrastare il carico idraulico interno limitando solo alla zona di ingresso ed
uscita della galleria dalla montagna la impossibilità di disporre del carico roccioso adeguato.
Tutte le volte che si attraverserà una zona ove questa condizione non è rispettata occorrerà
realizzare un rivestimento della galleria in grado di assorbire la pressione idraulica interna in
genere gallerie di alcuni m di diametro questa condizione richiede spessori di rivestimento
consistenti portando anche a volte a maggiori scavi. Analizzare che il percorso sia tale che non
esistano rischi di fughe di acqua verso l'esterno che giunte in superficie potrebbero innescare
frane e smottamenti sul versante della montagna già in situazione di stabilità limite, oltre che
perdite di acqua dall'impianto e quindi anche di perdita economica per mancata produzione di
energia.
• Occorre anche tenere presente che quando la galleria è molto lunga ossia superiore a 4-5-5 km è
bene al fine di ridurre i tempi di esecuzione inserire delle finestre per poter smarinare ed
eventualmente portare avanti più attività in parallelo. Scavo nella parte a monte della finestra e
rivestimento nella parte di già scavata, ecc.
• tracciato altimetrico; esso sarà scelto in funzione innanzitutto del drenaggio degli scavi in corso
esecuzione per tale scopo sono sufficiente pendenze dell'ordine dello 1 metro per km di
galleria. Ai fini dello scavo la pendenza dovrà essere contenuta entro il 3% se il trasporto dello
smarino sarà eseguito mediante mezzi su binario; detta pendenza potrà salire all'8% se lo
smarino è eseguito con mezzi gommati; questo sistema è molto difficile per gallerie che
superano qualche km e sarà impossibile per gallerie con diametro inferiore a 6 m.
• Dal punto di vista di funzionamento dell'impianto la pendenza dovrà essere tale che in nessuna
situazione di esercizio dell'impianto anche la più onerosa esista il rischio che la piezometrica
minima scenda sotto la quota della generatrice superiore della galleria.
• Dal punto di vista costruttivo inoltre occorrerà che il tracciato della galleria sia il più rettilineo
possibile, il più corto possibile e se sono necessarie delle curve occorre che esse abbiano raggi
di curvatura più ampi possibili.
• Se possibile occorre che l'ingresso e l'uscita della galleria dalla montagna avvengano
perpendicolarmente al versante e possibilmente da una parete rocciosa.
• Si dovranno anche analizzare con molta attenzione i rischi nel tempo per l'alterazione della
roccia all'aria e all'acqua oltre ai rischi di erosione o abrasione legate alla velocità dell'acqua
nelle condotte ed il conseguente rischio di usura delle turbine e quindi sul degrado del loro
rendimento.
• Nell'inventario dei fattori da considerare inoltre c'è la situazione geologica e geotecnica che
definisce l'equilibrio meccanico dello scavo, il quale quasi sicuramente può evolvere nel tempo
in funzione del comportamento dell'ammasso roccioso attraversato. Queste condizioni
definiscono i tipi di supporto, la quantità di supporti da mettere in opera e la rapidità con cui
devono essere posti opera successivamente allo scavo. I sistemi di sostegno le iniezioni di
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consolidamento saranno poi integrate nel sistema permanente di supporto meccanico della
galleria (rivestimento in genere di calcestruzzo).
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