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CENTRALI IDROELETTRICHE IN SOTTERRANEO.

Appunti per Progettazione e Costruzione


Indice
INTRODUZIONE STORICA DEI LAVORI IN SOTTERRANEO
INTRODUZIONE STORICA ALL'UTILIZZO DELL'ENERGIA IDRAULICA
CLASSIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
TERMINOLOGIA UTILIZZATA NEGLI IMPIANTI ELETTRICI
TERMINOLOGIA UTILIZZATA NEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
CONCETTI COSTRUTTIVI DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
ELEMENTI COSTRUTTIVI DI UN IMPIANTO IDROELETTRICO E DESCRIZIONE SINTETICA
DELLA LORO FUNZIONE NELL'IMPIANTO DAL PUNTO DI VISTA IDRAULICO ED
IMPIANTISTICO.
IMPIANTI IDROELETTRICI APPROCCIO GLOBALE DI IMPOSTAZIONE IN PARTICOLARE
PER LE OPERE IN SOTTERRANEO E DIMENSIONAMENTO DELLE OPERE.
SCELTE PROGETTUALI PER LA COSTRUZIONE DELLA GALLERIA DI ADDUZIONE O
DERIVAZIONE
SCELTE PROGETTUALI PER LA COSTRUZIONE DEL POZZO PIEZOMETRICO
SCELTE PROGETTUALI PER LA COSTRUZIONE DELLA CONDOTTA FORZATA
DISTRIBUTORI E COLLETTORI
OPERE SECONDARIE IN SOTTERRANEO
CENTRALE IDROELETTRICA
CENNI SULLE MACCHINE IDRAULICHE E GRUPPI GENERATORI MOTORI
Turbine Plton
Turbine Francis
Pompe reversibili - Turbine
LE CENTRALI IDROELETTRICHE ALL'ESTERNO CENNI
CENTRALI IDROELETTRICHE IN SOTTERRANEO EVOLUZIONE STORICA.
CENTRALI IDROELETTRICHE IN SOTTERRANEO LINEE GUIDA PER IL PROGETTO
DISPOSIZIONI GENERALI
Generalità
Sezione trasversale della sala macchine.
Pianta della sala macchine
Scavi annessi
INFLUENZA DEL MACCHINARIO E DEL MATERIALE SUL DIMENSIONAMENTO DELLO
SCAVO DELLA SALA MACCHINE
Valvole di monte
Galleria delle saracinesche di valle
Gruppi turbine generatori
Modo di montaggio e smontaggio delle giranti delle turbine
Trasformatori
AREE DI MONTAGGIO E DI STOCCAGGIO
CARRO PONTE
Tipologia di carroponte
Vie di corsa dei campente.
Sistemi di sostegno delle travi delle vie di corsa dei campente.
VOLUME DELLE CAVERNE DELLE SALE MACCHINE
Metodo statistico basato sulle caratteristiche del salto e portata
Volume della sala macchine di una centrale in funzione della potenza installata con il criterio del
volume specifico.
DIMENSIONI DELLA SALA MACCHINE
1. INTRODUZIONE STORICA DEI LAVORI IN SOTTERRANEO
L'uomo sin dalla preistoria ha utilizzato le cavità naturali sotterranee come ricovero contro le
intemperie del tempo e come riparo contro predatori.
Si hanno esempi di lavori in sotterraneo sin dall'Epoca del Bronzo circa 15.000 anni A.C. in
particolare per scavi minerari e dislocati in soprattutto nella penisola del Sinai. Questi scavisi sono
sviluppati intorno al 3.500 A.C.
Lo sviluppo dei lavori in sotterraneo viaggia in parallelo con lo sviluppo tecnologico dell'umanità;
si stima che esso inizi con l'epoca del bronzo in quanto questo metallo consentiva di realizzare
utensili capaci di scalfire convenientemente la roccia.
Storicamente si ha un incremento dello sviluppo dell'utilizzo del sotterraneo con la scoperta del
ferro il quale essendo un materiale più duro consente di lavorare la roccia più facilmente.
Intorno al 2.000 A.C. in Egitto si scavano nelle arenarie, nei conglomerati, nei gres, dei pozzi
verticali e dei cunicoli per recuperare materiale da costruzione.
A partire da quel periodo gli scavi in sotterraneo incominciano a diffondersi in tutto il mondo per
realizzare le opere più diverse come: miniere, captazioni di sorgenti o gallerie per trasporto acqua
dalle montagne alle città, pubblici servizi come passaggi sotterranei, scavi per erezione di templi
sotterranei, costruzione di tombe, opere militari ed altre opere ancora.
Si pensi ai "qanat" lunghi km scavati sotto le sabbie del deserto arabico e del medio oriente per
captare le sorgenti sotterranee e portare l'acqua ai pozzi nei presi dei villaggi.
Alcune opere sono di una notevole importanza e dimensione si pensi alla galleria stradale realizzata
nei pressi di Napoli circa nel 36 A.C. della lunghezza di circa 1.220 m 7,70 m di larghezza e 9,5 m
di altezza. Si pensi inoltre alla galleria scavata dai romani per il prosciugamento del lago Fucino
intomo al 50 dopo Cristo.
Si sa poi di altre opere di tunnel sotterranei realizzati nel medio evo come collegamenti segreti fra
castello e castello, di tunnel su canali irrigui, ma è un periodo in cui grandi opere non ne vengono
più realizzate.
Verso l'inizio del 19° secolo si ha una ripresa dei lavori in sotterraneo.
In America si scava 1' Auburn Tunnel fra il 1818 ed il 1821 che fa parte del canale della Pensylvania
II primo tunnel ferroviario scavato in America sempre in Pensylvania è il tunnel Allegheny Portage
negli anni 1831-1833.
Il primo tunnel ferroviario del Moncenisio lungo 11 km viene scavato nelle Alpi fra Italia e Francia
negli anni compresi fra il 1857 ed il 1870.
Dopo la scoperta della dinamite e lo sviluppo dell'industria meccanica dell'aria compressa e della
metallurgia l'uomo si è organizzato per realizzare molte opere in sotterraneo in quanto diventava
possibile abbattere la roccia in modo economicamente conveniente e con tempi di esecuzione
accettabili.
Le prime opere ad essere sviluppate in sotterraneo sono state le gallerie ferroviarie a causa della
tecnologia dei mezzi trasporto che esigevano percorsi con ampie curvature e principalmente con
pendenze ridottissime, anche i sistemi di trasporto delle grandi città iniziano ad essere inseriti nel
sottosuolo, nascono così all'inizio del 1900 le metropolitane e le gallerie per i servizi sotterranei, in
particolare fognature, delle grandi città.
Sino agli anni 30 gli scavi erano di sezione tipo mezzo ferroviario o stradale in genere di larghezza
inferiore a 7^-8 m successivamente si inizia a programmare l'utilizzo del sotterraneo anche per
realizzare altri tipi di opere ed impianti di dimensione più ampia.
In quegli anni, considerata la situazione politica in Europa, si pensa soprattutto all'utilizzo del
sotterraneo da un punto di vista militare ossia come protezione bellica degli impianti strategici
contro i bombardamenti dal ciclo.
Le opere che si inizia a pensare di realizzare in sotterraneo sono installazioni militari ed impianti
strategici che in particolare riguardano gli impianti idroelettrici in quanto situati in siti montagnosi e
di conseguenza favoriti da questa impostazione.
Così pure le opere militari in Europa, essendo dislocate soprattutto sul confine della nazione e
quindi in zone montagnose, sono favorite da questa nuova concezione progettuale.
Militarmente si è ancora fermi alle difese di confine per cui si costruiscono nei pressi dei passi o su
punti strategici per posizione topografica dei forti con camere e cunicoli in sotterraneo.
Anche militarmente si iniziano a realizzare depositi e magazzini per materiali pericolosi e strategici
come polveriere.
Anche gli impianti idroelettrici rivestono un interesse strategico come produttori di energia per cui
anche essi, soprattutto nelle valli verso i confini politicamente più contesi, si iniziano e realizzare in
sotterraneo.
Successivamente alla seconda guerra mondiale ossia al 1945 con l'avvio della ricostruzione e
soprattutto con l'inizio dello sviluppo industriale e quindi la necessità di disporre di molta energia
elettrica si procede allo sviluppo degli impianti idroelettrici anche di grande potenza soprattutto
come impianti di regolazione della potenza in rete. Nella elaborazione di questi progetti si inizia a
mettere a confronto le soluzioni in superfici con la realizzazione in sotterraneo e sovente si osserva
che la realizzazione in sotterraneo è quasi sempre economicamente più conveniente. Questa
considerazione spinge pertanto alla realizzazione dei progetti in sotterraneo.
Negli anni 1980 aumenta anche la sensibilità ai problemi ambientali per cui la soluzione in
sotterraneo viene anche favorita da questo aspetto.
A partire dagli anni 70 i lavori in sotterraneo si moltiplicano si mettono a punto macchine per scavi
di gallerie a piena sezione (TBM)
Si sviluppano le ricerche sulla conoscenza del comportamento Teologico del materiale roccia e
sull'ammasso roccioso
In particolare si sviluppano metodi di rilievo dell'ammasso roccioso passando da un criterio di
geologia prettamente descrittiva ad un metodo di indagine e di classificazione dell'ammasso
roccioso basato su correlazioni fra geometria delle discontinuità, caratteristiche delle stesse,
presenza di acque e caratteristiche meccaniche del litotipo quindi sui giunti faglie consentendo così
una schematizzazione del modello di comportamento dell'ammasso roccioso da scavare.
Si sviluppano anche i metodi di indagine in sito ed in laboratorio.
In particolare in sito si sviluppano metodi meccanici e di tipo geofisico. Questi metodi sono messi a
punto per rilevare strumentalmente parametri come lo stato di sollecitazione naturale, le
caratteristiche elastiche e meccaniche dell'ammasso roccioso in particolare delle discontinuità come
i giunti, le faglie ecc. I metodi geofisici consentono anche loro di rilevare parametri meccanici
dinamici ma soprattutto consentono di definire la distribuzione delle zone con caratteristiche
meccaniche migliori e più deboli su estensioni apprezzabili e ciò diviene particolarmente utile per la
localizzazione dei siti.
In laboratorio si studiano principalmente i comportamenti dei litotipi di roccia come matrice
definendo le leggi reologiche di comportamento in varie condizioni di sollecitazione ed ambiente.
Si sviluppano i metodi di scienza delle costruzioni per renderli adatti a trattare problemi di tipo
geometrico e meccanico in campo bidimensionale e tridimensionale.
Un grande aiuto in questi calcoli viene dallo sviluppo dei calcolatori e dai programmi di calcolo che
permettono di trattare i mezzi continui come Metodo degli Elementi Finiti (FEM), (BEM), ecc. e
più recentemente anche metodi di calcolo basati sul movimento di blocchi rigidi (programmi
UDEC) ecc.
Sui cantieri nasce l'esigenza di costruire con sicurezza soprattutto le grandi cavità; poiché
l'esperienza è limitata e quindi i progetti possono essere soggetti ad una certa alcatorietà si
sviluppano pertanto le tecnologie di controllo in sito con strumentazione installata nell'ammasso
roccioso prima di eseguire gli scavi.
Questi strumenti installati in punti particolarmente critici ed individuati nel corso del progetto
servono a controllare le deformazioni che subirà l'ammasso roccioso durante gli scavi e successiva
installazione dei sostegni e dalla verifica della loro evoluzione se sono o meno in accordo con le
previsioni progettuali si valuterà la bontà del progetto o la necessità di apportare modifiche in corso
d'opera pilotando la estensione e tempistica degli scavi e la successiva posa in opera dei sostegni e
rivestimenti definitivi.
Sono oggi in corso studi per comprendere bene come trattare ed utilizzare rocce con comportamenti
particolari; come rocce con comportamento "Spingente Softening" (materiali che sotto carico
continuano a deformarsi) e con comportamento "Rigonfiante Svelling" (materiali che si deformano
in presenza di acqua modificando la loro struttura chimica e diventando un litotipo diverso con
caratteristiche reologiche anche diverse.
Particolare attenzioni inoltre si sta ponendo nei confronti di rocce che in presenza di circolazione di
acqua possono sciogliersi. Questi litotipi che si presentano sovente stabili con falda satura e non
circolante, possono divenire instabili per innescare fenomeni di scioglimento in conseguenza della
realizzazione di opere in quanto si va ad attivare una circolazione di acqua sostituendo l'acqua
satura di sali e quindi non più in grado di sciogliere i componenti solubili dell'ammasso roccioso,
con acqua non satura causa della riattivazione del fenomeno.
Le prime ricerche di Meccanica delle Rocce furono avviate in Sud Africa nel 1952 dall'industria
mineraria molto sviluppata in quel paese.
Nel 1957 II Talobre in Francia pubblicava il primo libro di meccanica delle rocce che raccoglieva in
modo completo le conoscenze sull'argomento.
Nel settembre del 1966 si svolgeva il primo congresso di "Meccanica delle Rocce" a Lisbona
(Portogallo.
Nella dispensa che segue è trattato in modo particolare la progettazione e costruzione delle centrali
idroelettriche in sotterraneo con particolare riferimento alle realizzazioni più recenti.
2. INTRODUZIONE STORICA ALL'UTILIZZO DELL'ENERGIA IDRAULICA
L'uomo sin da epoche antichissime si era accorto della forza selvaggia delle acque soprattutto nelle
montagne ed ha iniziato a sviluppare dei sistemi per utilizzare detta forza derivante dalla forza della
gravita.
I primi utilizzi sono avvenuti nelle miniere per estrarre l'acqua di drenaggio e per macinare i cereali.
Storicamente si sa di applicazioni precedenti in Medio Oriente nella zona della Mesopotamia ma
una delle opere di maggiori importanza e di cui restano ancora importanti vestigia è il mulino di
Arles costruita dai romani verso il 260 D. C.
Questa opera comprende un canale di derivazione dell'acqua lungo 10 lem; al termine di esso era
disponibile un salto di 18 m il quale era utilizzato con 7-8 salti successivi mediante ruote idrauliche
che azionavano dei mulini per cereali.
Nel Medio Evo sino al XIX0 secolo, si sviluppano numerose installazioni equipaggiate di ruote
idrauliche a tazze con lo scopo di fornire l'energia meccanica per far funzionare forge, mulini,
segherie, o impianti di sollevamento acqua e minerali nelle miniere.
In Francia fra gli impianti più significativi e più noti-ea»» da segnalare sono:
a Tolosa il mulino Bazacle costruito verso il 1190 sulla Garonna il quale comprendeva 25
ruote a tazze elicoidali. La traversa originale in parte esiste ancora oggi ed è in parte utilizzata
per un impianto idroelettrico.
Sulla Senna a valle di Parigi erano famose le macchine di Marly le cui ruote a tazze
azionavano delle pompe per sollevare l'acqua della Senna sino al Castello di Versailles.
In Italia sappiamo degli studi e progetti di Leonardo da Vinci sia relativamente allo sfruttamento
della forza delle acque sia riguardanti lo sviluppo della ruota idraulica da cui emergono i principi
delle odierne turbine.
Gli impianti realizzati nell'antichità per ogni macchina erano però tutti di potenza limitata non
superiore a una decina di kW.
Dalle informazioni sopra emerge chiaramente che sin dai tempi più antichi l'uomo aveva compreso
che la forza dell'acqua derivava dalla forza gravitazionale e che per non essere dissipata come
avveniva nei torrenti e nei fiumi doveva essere captata, trasportata con la minore perdita di energia
sino ad un sito ove in un brevissimo spazio si potesse concentrare la caduta di questa acqua da un
livello più elevato ad un livello inferiore, sfruttando il suo peso mediante ruote idrauliche in genere
a forma di cassetti o tazze dette anche ruote dal di sopra in quanto alimentate da un canale che
versava l'acqua in dette pale a tazza. Esse con il loro peso trascinavano la ruota in caduta verso il
basso ed una volta giunte nella parte inferiore si svuotavano generando così la coppia per far ruotare
la ruota dal cui albero poi si traeva l'energia meccanica per azionare gli impianti succitati.
Questo principio resterà poi per sempre il principio sul quale si basano tutti gli impianti idraulici
compresi quelli idroelettrici.
Nel XIX0 secolo, fa la comparsa la turbina. Infatti nel 1827, un ingegnere francese Fourneyron,
fabbrica una "ruota a pressione universale e continua" come da lui definita, comunque si tratta di
una ruota completamente immersa nell'acqua e nella quale "l'acqua entra senza urto ed esce senza
velocità".
Questa prima turbina su di un salto di 1,4 m a Pont-sur-1'Ognon nella valle de l'Haute Sàone fornì
la produzione di 4,5 kW con un rendimento dell'83% più del triplo di quello delle antiche ruote
idrauliche a pale.
questa tecnica negli anni successivi fu perfezionata da vari ingegneri Fourneyron stesso, da Jonval,
Fontaine e Girard in Francia; da Thomson in Inghilterra, da Pelton e Francis negli Stati Uniti.
Nel 183,7 Fournyron fornisce le turbine per un impianto a St. Blaise nella Foresta Nera il cui salto
è di 108 m e quindi alimentato da una tubazione in pressione e quindi da una condotta forzata.
Quindi nasce il concetto idraulico e meccanico del moderno impianto idraulico.
Nel 1869, Aristide Bergés attrezza a Lancy presso Grenoble un salto di 200 m. La potenza installata
sale a 700 kW ed è ancora utilizzata meccanicamente per alimentare le macchine di una cartiera.
Nel 1882 questo impianto viene rammodemato portando il salto a 500 m la potenza sale a 1 800 kW
con prese di alimentazione da alcuni laghi, la cui derivazione viene regolarizzata con opere di presa.
Il Cavour verso il 1854 aveva proposto per A. Bergés l'appellativo di "pére de la houille bianche".
Negli anni della fine del secolo XIX0 si sviluppa anche la tecnica e tecnologia per la produzione di
energia elettrica anche grazie al prezioso contributo di ricercatori italiani come il Ferraris.
Nel 1883 in Francia Marcel Desprez realizza il primo trasporto di una potenza elettrica di 5 kW in
media tensione su una distanza di 14 km con un rendimento del 62%.
Questa realizzazione che consente il trasporto a distanza dell'energia prodotta dalle centrali idriche
con trasformazione da meccanica ad elettrica rende possibile lo sviluppo degli impianti idroelettrici
assicurando il mercato all'energia da essi prodotta.
Sempre nello stesso periodo sorgono ad iniziativa di molti imprenditori altri impianti in Italia e nel
resto dell'Europa e dell'America del Nord.
Verso la fine del XIX0 secolo T. A. Edison , inventa la lampadina elettrica per cui a questo punto
l'acqua dei torrenti e fiumi può essere considerata domata anche per produrre energia elettrica ed è
l'inizio dell'idre - elettricità.
In tutto il mondo la produzione dell'energia elettrica da fonte idrica subisce un grande incremento
soprattutto nel periodo fra le due guerre mondiali.
Essa subisce in Europa un rallentamento durante la seconda guerra mondiale sia perché cessano le
costruzioni sia perché molti impianti vengono distrutti a causa di azioni belliche, ma riprende con
alacre sviluppo a partire sin dal 1946 per favorire la ripresa dalla guerra e per favorire poi lo
sviluppo unitamente anche agli impianti termici e nucleari.
3. CLASSIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI.
Le classificazioni che si adottano in genere per le centrali idroelettriche sono di tre tipi:
> La prima con riferimento alla potenza installata;
Questa classificazione in genere è funzione di normative dipendenti dal paese preso in
considerazione in quanto in genere si prefigge scopi di tipo economico sociale e non tecnico.
> La seconda con riferimento alla capacità di invaso e quindi di durata della portata utile che
consente il funzionamento della centrale a portata nominale e definito tempo di riempimento del
serbatoio di alimentazione (tr), ripartita in ore in genere secondo lo schema seguente:

Tab.l Classificazione delle centrali idroelettriche secondo la capacità di regolazione del


serbatoio di alimentazione.
classificazione Tempo
Centrali a filo acqua tr< 2 h
Centrali con traversa 2 h< tr<400 h
Centrali con serbatoio ^400 h

A questa tipologia di impianti si è aggiunto il tipo di impianto di accumulazione per pompaggio


per i quali si è introdotto la seguente classificazione riportata in tabella 2:
Tab. 2 Classificazione degli impianti di pompaggio:
classificazione Tempo
pompaggio produzione
Pompaggio puro con 6-^8 ore 4-5-6 ore
riserva giornaliera
Pompaggio puro con Come gli impianti giornalieri IO-M2 ore giorno lavorativo a
serbatoio a riserva oltre a 30^50 ore in più a fine pieno carico
settimanale settimana
Pompaggio unito ad un Pompaggio a seconda 1(H12 ore giorno per i giorni
serbatoio disponibilità di energia di lavorativi a pieno carico
esubero oppure come riserva di
sicurezza anche per più
settimane.
Pompaggio stagionale Pompaggio per recupero Produzione anche spostata in
esuberi di energia in qualsiasi periodi stagionali di scarsa
giorno dell'anno disponibilità di acqua, ma
anche utilizzato per
produzioni di punta o di
riserva in caso di avaria di
grossi impianti termici o
nucleari.
>• La terza classificazione molto usata in tutto il mondo è la classificazione in base all'altezza del
salto secondo la tabella 2 seguente.

Tab. 3 Classificazione degli impianti idroelettrici in base al salto idraulico.

classificazione Altezza del salto Hn


Centrali ad alta caduta Hn < 200 m
Centrali a media caduta 40< Hn < 200 m
Centrali a bassa caduta Hn < 40 m

Questa classificazione è molto significativa dal punto di vista idraulico e per le macchine
idrauliche ma vedremo in seguito che essa si rivelerà anche molto utile dal punto di vista
geomeccanico e costruttivo per opere in sotterraneo.
4. TERMINOLOGIA UTILIZZATA NEGLI IMPIANTI ELETTRICI
La definizione relativa agli impianti elettrici in base agli Enti di Unificazione per evitare
confusioni interpretative è stata normata come segue:
> Impianti elettrici : Gli impianti elettrici sono in genere complessi costituiti da opere varie
di ingegneria, macchinali, apparecchiature, ecc. destinati alla generazione, alla
trasformazione, al trasporto ed alla distribuzione di energia elettrica.
Essi possono quindi distinguersi in :
Impianti di generazione di energia elettrica:
stazioni e cabine elettriche;
linee di trasporto ed interconnessione e di distribuzione di energia elettrica.
> Centrale di un impianto generatore di energia elettrica.
La centrale di un impianto generatore di energia elettrica è la parte dell'impianto generatore
che comprende il macchinario per la produzione di energia elettrica, le relative
apparecchiature e l'eventuale edificio relativo a detto complesso.
> Centrale idroelettrica.
La centrale idroelettrica è la parte di un impianto idroelettrico che comprende il macchinario
per la produzione di energia elettrica, le relative apparecchiature, l'eventuale edificio relativo
a questo complesso, con l'esclusione delle opere idrauliche (ivi comprese le condotte forzate
e le opere di scarico) e della eventuale stazione di trasformazione annessa, quand'anche
compresa nel medesimo complesso di edifici del macchinario generatore.
Questa stazione viene designata come "stazione di trasformazione annessa alla centrale"
Per quanto concerne le caratteristiche esterne, tra i tipi più correnti di centrali idroelettriche
si possono distinguere sono:
• le centrali idroelettriche all'esterno con l'edifìcio per il macchinario generatore;
• le centrali idroelettriche all'esterno senza l'edifìcio per il macchinario generatore
(all'aperto);
• centrali idroelettriche in caverna (caso particolare della centrale in caverna è la
centrale in "finestra" la cui sala macchine è ricavata nella roccia in guisa di nicchia).
• centrali in pozzo; sono le centrali che realizzate in caverna non disporrebbero di
sufficiente copertura per la sua stabilità o che sarebbero di difficile accesso da una
galleria di accesso per cui l'accessibilità avviene dall'alto attraverso un pozzo sul cui
fondo è installato il gruppo generatore ed a volte lungo il pozzo quando esso è molto
ampio sono ricavati anche gli edifici di servizio della centrale.
In genere la sala di montaggio, col carro ponte, è in superficie per necessità di
movimentazione dei pezzi e per accessibilità con i mezzi di trasporto pesanti e fuori
sagoma.
• altri tipi di centrali; la classificazione succitata non comprende tutte le centrali come le
centrali realizzate nel corpo diga o al piede diga, le centrali in blocco di calcestruzzo
dentro un serbatoio, ecc..
5. TERMINOLOGIA UTILIZZATA NEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
Gli Impianti idroelettrici utilizzano la portata ed il salto disponibile tra due sezioni di un
corso di acqua (sezione di presa e sezione di scarico) sostituendo all'alveo naturale un
condotto opportunamente dimensionato, così da ridurre le resistenze al moto della corrente
tra le sezioni stesse. I parametri caratteristici di un impianto idroelettrico sono i seguenti:

> Salto: (valgono le seguenti definizioni)


• Salto naturale (Hrrì): (misurato in m): differenza di quota fra la superficie libera
dell'acqua alla estremità del rigurgito creato dalle opere di presa e la superficie liquida
alla sezione di restituzione
• Salto legale o di concessione (He): (misurato in m): differenza di quota fra i due peli
morti dei canali di monte ed a valle del meccanismo motore (art. 35 Testo Unico 11
dicembre 1933 n° 1775.
• Salto disponibile o salto utile lordo (Hd): (misurato in m): differenza di quota fra la
superficie libere dell'acqua nella vasca di carico o nel pozzo piezometrico e nel canale
di scarico immediatamente a valle del meccanismo motore. Il salto utile lordo coincide
con il salto legale negli impianti a pelo libero.
• Salto motore utile o salto utile netto (Hn): (misurato in m): differenza tra il carico
totale della corrente all'entrata del meccanismo motore ed il carico totale all'uscita del
meccanismo stesso.

Portata: (valgono le seguenti definizioni)


• Portata naturale (0:(misurata in m3/s): portata di un corso d'acqua, in una data
sezione non modificata dalla presenza o dal funzionamento di eventuali opere a monte.
• Portata presente (Qp).(misurata in m3/s): portata di un corso d'acqua, in una data
sezione, quale si presenta in seguito al funzionamento di opere a monte.
• Portata media ((>m):(misurata in m3/s): in una data sezione e per un dato intervallo
(giorno, settimana, decade, mese, anno) è data dal quoziente del deflusso relativo
all'intervallo di tempo per la durata di questo.
• Portata media giornaliera (Qg): (misurata in m3/s):è il volume defluito in 24 ore
diviso per il numero di secondi corrispondenti; nella pratica, è la media delle portate
corrispondenti alle diverse letture eterniate durante la giornata.
• Portata media mensile (Qmm): (misurata in m3/s): è la media aritmetica delle portate
medie giornaliere del mese considerato.
• Portata media annuale o modulo medio (Qma) Smisurata in mVs): è la media
ponderata delle portate medie mensili(per tener conto della quantità di giorni mese per
mese), o meglio la media delle portate medie dei 365 giorni dell'anno; essa corrisponde
anche al quoziente del volume totale (V) ):(misurato in m 3 ) defluito in un anno per il
numero di secondi esistenti in un anno (ossia 3,15 *107 s ).
• Modulo medio (o pluriennale) (M) :(misurata in m3/s): è la media aritmetica dei
moduli di un numero più grande possibile di anni di osservazione.
• Portata derivabile ((W):(misurata in m3/s) alle opere di presa: portata che si può
derivare, tenuto conto delle effettive portate del corso d'acqua e delle caratteristiche
costruttive delle opere di derivazione . Qualora non altrimenti specificato, la portata
disponibile si riferisce a quella che si può utilizzare in centrale (portata turbinabile).
• Deflusso derivabile (0:(misurato in m3) è il deflusso costituito dalla portata derivabile
durante l'intervallo di tempo considerato.
• Portata media derivabile o disponibile:(misurata in nr/s): quoziente del deflusso
derivabile per l'intervallo di tempo al quale il deflusso stesso si riferisce.
• Portata (o deflusso) di sfioro :(misurata in m3/s): differenza positiva tra la portata (o il
deflusso) presente e la portata (o il deflusso) derivabile.
• Portata (o deflusso) utilizzata ^misurata in m'Vs): quota parte della portata (o
deflusso) derivabile per un dato impianto effettivamente utilizzata per la produzione di
energia elettrica.
• Portata (o deflusso) accumulatole .(misurata in m3/s): differenza tra la portata che
affluisce al serbatoio e la portata utilizzata.
• Portata continua (Qc) :(misurata in m3/s): portata sempre presente in un corso d'acqua
in corrispondenza delle opere di presa. La portata continua coincide in teoria con la
portata minima derivabile; tuttavia considerato che gli impianti idroelettrici sono
interconnessi ad altri impianti ed a centrali termiche, per cui sono ammissibili brevi e
limitate deficienze delle portate continue, la portata continua è quella che si ha
mediamente per almeno 10-rll mesi all'anno, cioè quella corrispondente all'incirca alla
media delle portate di magra (portata di durata compresa tra l'80% ed 90% dell'intero
periodo di osservazione)
•3
• Portata stagionale (Qs) :(misurata in m /s): portata disponibile durante i periodi di
morbida, cioè per 5+7 mei all'anno
• Portata annua media derivabile (Qu):(misurata in m3/s): portata media derivabile
durante l'anno. La portata media derivabile corrisponde al valore medio pluriennale
ricavato dalla curva media di durata estesa a tutto il periodo di osservazione. La curva
di durata, che lega la portata disponibile e derivabile alla durata della portata stessa,
viene generalmente indicata portando sulle ascisse i mesi e sulle ordinate le portate
medie derivabili mese per mese.La curva media di durata si ottiene costruendo un'unica
curva di durata con tutte le portate dell'intero periodo di osservazione.
• Portata di massima piena conosciuta (QM) : (misurata in mVs): E' la portata più
grande osservata nel passato ( si distingue ancora in portata di colmo o portata massima
giornaliera).
• Deflusso specifico medio annuo (qm) : (misurato in 1/s): è il quoziente del modulo
medio per la superficie totale del bacino sotteso dalla sezione S considerata. (M/Sb)
_M_
"m rt

Potenza
Potenza legale o nominale di una concessione (Pn): (misurata in kW): potenza
idraulica media teoricamente disponibile nell'anno in relazione alla portata ed al salto di
concessione.
Per Q .'(misurata in m3/s); H :(misurata in m); T: (misurato in ore) si ha:

12
Potenza effettiva di utilizzazione (Pe): (misurata in kW): potenza idraulica effettiva
disponibile in relazione alla portata ed al salto motore :

o
dove :
tic - rendimento condotte forzate (0,93^0,98);
T|t = rendimento delle turbine idrauliche (0,85-7-0,92);
Tjc = rendimento dei generatori elettrici (0,95-7-0,98).

Per calcoli orientativi si utilizza in genere la relazione seguente:

Pe = S*Q*Hu
dove:
Q: misurata in m3/s;
Hu : misurata in m.

Potenza efficiente di una centrale (Peff): (misurata in kW): è la massima potenza


misurata ai morsetti dei generatori, complessivamente svilupparle dalla centrale in
servizio continuo (esclusi cioè temporanei sovraccarichi) nelle più favorevoli condizioni
di salto e di portata.
Potenza idraulica (misurata in kW), od elettrica installata (misurata in kVA): potenza
complessiva, somma delle potenze di targa, delle turbine idrauliche (in kW) o dei
generatori elettrici (in kVA) installati, comprese le eventuali riserve (Pi)
Nelle grandi centrali moderne collegate a grandi reti di trasmissione e di
interconnessione è Wi = Weff.
Potenza garantita (misurata in kW), serve a caratterizzare il contributo di una centrale
connessa ad una rete di interconnessione al passaggio del periodo critico (generalmente
l'inverno); questa nozione è legata alla forma particolare del diagramma di carico della
rete.
Il diagramma di carico della rete italiana fig ma simile pressoché in tutti i paesi
europei ed industrializzati evidenzia che l'insieme dei consumi si realizza in circa 16 ore
per giorno pertanto questo intervallo di tempo costituisce il periodo critico soprattutto
durante l'inverno.
potenza garantita: Per una centrale si definisce potenza garantita la potenza che essa è
suscettibile di fornire, a colpo sicuro, per contribuire al soddisfacimento della richiesta
in questo periodo critico.
Questa potenza dipende, in particolare, dal regime del corso d'acqua, dalla possibilità di
accumulo del serbatoio che alimenta la centrale e dalle condizioni di esercizio.
Questa grandezza interviene in modo molto importante nella determinazione del
coefficiente del valore dì un impianto il quale serve a classificarlo in un programma di
equipaggiamento.
Potenza di punta (misurata in kW), è la potenza di una centrale che può essere inserita
in rete per soddisfare la fornitura della potenza di punta richiesta dalla rete dei
consumatori.

Energia
• Energia teorica (Et) (misurata in kWh): E' l'energia ritraibile in un determinato
intervallo di tempo (T):

367,2
Energia effettiva (Ee) (misurata in kWh): E' l'energia effettiva ritraibile in un
determinato intervallo di tempo (T):

dove:
Pe = potenza effettiva in kW disponibile nei singoli intervalli dt (di solito l'ora)
dell'intero periodo.
In pratica si ha:

In sintesi questa relazione evidenzia che per ottenere un kWh di energia effettiva da 1
m /s di acqua occorre disporre di un salto di 460 m.

14
6. CONCETTI COSTRUTTIVI DEGLI IMPIANTI IDROELETTRICI
Si evidenziano di seguito alcuni elementi presi in considerazione per valutare l'inserimento di un
impianto idroelettrico in un determinato sito.
Saranno tralasciati, per questa trattazione, argomenti anche molto importanti come:
Lo studio degli impianti ad utilizzo plurimo dell'acqua;
Lo studio degli impianti idraulici in rapporto all'ambiente.
Per ognuno degli argomenti in oggetto si farà un richiamo ogni qualvolta essi sono in rapporto con
le indagini geologiche, geotecniche, e quindi, connesse con la costruzione delle opere in sotterraneo
di un impianto.
La necessità di tendere verso la integrale utilizzazione delle disponibilità idrologiche di un corso
d'acqua rende opportuno impostare il programma di utilizzazione delle portate e dei salti disponibili
in base ad un "piano regolatore" così da graduare, con unità di indirizzo, le successive fasi di
sviluppo del sistema idroelettrico.
Per la impostazione del piano regolatore di un sistema idroelettrico è necessario disporre del profilo
longitudinale del corso d'acqua principale e dei suoi affluenti della così detta curva idrodinamica del
corso d'acqua la quale ha per ordinate le quote altimetriche e per ascisse le rispettive estensioni dei
bacini imbriferi tributari.
In tale rappresentazione grafica, tra quote altimetriche ed estensioni tributarie, l'area del rettangolo,
avente per base l'estensione tributaria alla presa e per altezza la differenza altimetrica fra la presa e
la restituzione di un dato impianto risulta, per bacini con caratteristiche geologiche ed idrologiche
abbastanza uniformi, approssimativamente proporzionale alla potenza dell'impianto.
Contemporaneamente è necessario disporre della topografia, della geologia ed idrogeologia del
territorio del bacino imbrifero sotteso ed in particolare di quella delle zone prossime all'alveo del
corso d'acqua per valutare se il sito per l'installazione di opere è adatto all'inserimento delle opere.
Nei riguardi dello schema dello sfruttamento di un corso d'acqua, onde raggiungere la massima
utilizzazione del salto disponibile, valgono in genere i seguenti concetti che hanno valore generale
per uno studio di orientamento.

Il salto o caduta di un impianto (ove non preesista una cascata naturale o un dislivello naturale fra
bacini idrografici diversi) può essere generato mediante un canale derivatore la cui pendenza è
inferiore a quella dell'alveo naturale, ovvero, ritenendo le acque con una diga di una certa altezza e
rigurgitando a monte un tratto del fiume o con l'uno e l'altro mezzo insieme.
Da questa trattazione si tralasciano le centrali sui fiumi di pianura, in quanto in genere non
comportano opere sotterranee e si punta l'attenzione sugli impianti di montagna.
Nei tratti montani di un corso d'acqua si è generalmente in presenza di forti pendenze naturali e
quindi vi è la possibilità di ottenere alti valori di salto; ma a causa della limitata estensione della
superficie dei bacini imbriferi sottesi risulta, d'altra parte, piccolo il valore della portata;
inversamente si ha nei tratti mediani dei corsi d'acqua dove di fronte a più alti valori delle portate
sono necessarie notevoli opere per ottenere sufficienti valori del salto.
Il problema per quanto riguarda la scelta del salto, viene circoscritto dal fatto che le località
topograficamente e geognosticamente adatte per la costruzione di una presa o di un serbatoio si
riducono poi in pratica a poche, almeno in prima approssimazione, facilmente localizzabili.
Maggiore scelta in genere si ha per il posizionamento delle centrali, in quanto se la valle si presenta
stretta e con poche aree utilizzabili si può dislocare l'impianto in sotterraneo, cosa oggi ormai molto
comune.
A fissare comunque il valore del salto di massima convenienza intervengono considerazioni
economiche e di vincoli derivanti dall'antropizzazione del territorio, dato che in definitiva verrà
prescelto l'impianto, che a parità di produzione, avrà il minor costo.
Un problema che si presenta spesso soprattutto in aree del globo ancora da sviluppare è quello se
convenga utilizzare il salto disponibile con un unico impianto, con conseguenti minori oneri per
ammortamenti, manutenzione, minore spesa per esercizio; mentre a vantaggio dei salti frazionati,
stanno i seguenti vantaggi: aumento della energia prodotta (producibilità) per l'aumento delle
portate derivata sulla stessa tratta di corso d'acqua (infatti un impianto successivo a quello di monte
utilizza le portate scaricate da quello di monte più le portate afferenti al bacino compreso fra il
primo impianto ed il secondo).
Il frazionamento degli impianti comporta anche un frazionamento dei rischi di gestione, di aumento
di sicurezza complessiva anche rispetto all'ambiente ed al territorio, di rischio di investimento, e
soprattutto consente anche di graduare nel tempo la costruzione secondo i fabbisogni con una
riduzione degli oneri per interessi passivi durante la costruzione, ecc.
Considerazioni in particolare saranno effettuate per gli impianti di pompaggio!!!
Allo scopo di riunire i vantaggi dei due sistemi, cioè ridurre al minimo il numero delle centrali ed
utilizzare al massimo i salti e le portate di disponibili, la tecnica costruttiva dei moderni impianti
idroelettrici va orientandosi decisamente verso i seguenti schemi di utilizzazione:
installazione in una centrale di macchinali alimentati da salti diversi;
convergenza di due o più condotte derivatrici verso una stessa vasca di carico che alimenta,
con la portata complessiva e con salto unico, il macchinario della centrale;
costruzione di canali raccoglitori, denominati canali di gronda, che raccolgono le acque dei
piccoli affluenti, convogliandoli nella vasca di carico o nella condotta derivatrice.
Per le centrali di piccola potenza, dislocate in località difficilmente accessibile, va
diffondendosi il sistema di funzionamento automatico.
7. ELEMENTI COSTRUTTIVI DI UN IMPIANTO IDROELETTRICO E DESCRIZIONE
SINTETICA DELLA LORO FUNZIONE NELL'IMPIANTO DAL PUNTO DI VISTA
IDRAULICO ED IMPIANTISTICO.
Le caratteristiche costruttive e quindi gli elementi costitutivi di un impianto idroelettrico variano da
impianto ad impianto e dipendono:
> Dallo "schema" prescelto dal progettista in base al "piano regolatore" fondamentale del sistema
idroelettrico;
> Dai risultati dei rilievi "topografici" e "geologici" della zona dove si sviluppa l'impianto;
> Da altre complesse circostanze dovute alla struttura morfologica delle località, alla accessibilità
dei cantieri di lavoro, alla natura degli inerti, ecc.

Per un impianto tipo gli elementi costitutivi sono i seguenti:


<» Opere di sbarramento: possono essere costituite da una semplice "traversa" avente lo scopo di
intercettare il corso d'acqua, nella località prescelta per la presa, senza creare una apprezzabile
sopraelevazione del pelo dell'acqua nell'alveo, ed un invaso utile a monte; oppure da una "diga"
che, oltre ad intercettare il corso d'acqua, crea una apprezzabile sopraelevazione del pelo liquido
ed in generale anche un invaso utile(serbatoio di regolazione o di accumulo). La distinzione
legislativa fra traversa e sbarramento sta nella sua altezza e nella capacità di invaso che si può
realizzare alle sue spalle; se essa è inferiore a 10 m sul punto più basso della fondazione e
l'invaso è inferiore a 100.000 m3 allora si considera traversa, al disopra si considera diga.
> Le traverse: possono essere costruite in muratura, in terra, in acciaio, in alluminio o
addirittura in materiale di gomma gonfiabile, a seconda della potenzialità dell'impianto,
della configurazione dell'alveo, delle portate massime in corrispondenza della sezione
prescelta per la presa.
Possono essere:
• di tipo fisso con semplici paratoie sghiaiatrici,
• di tipo mobile, ossia munite di ampie paratoie che vengono aperte durante le piene per
evitare rigurgiti eccessivi e pericolosi e soprattutto per attenuare l'inghiaiamento o
l'interramento dell'alveo a monte della traversa.
Le traverse mobili vengono pure applicate per scopi di navigazione fluviale, in quanto
consentono di ripristinare la sezione naturale del corso d'acqua.
> Le dighe propriamente dette, possono essere costruite in vari tipi in relazione alla
conformazione ed alla costituzione geologica e geotecnica della località dove la diga deve
essere costruita ed anche in dipendenza del materiale con cui saranno realizzate.
In sintesi esse possono essere raggnippate in base al materiale con cui sono costruite come
segue:
• Dighe murarie: sono realizzate in calcestruzzo gettato con casseri o rullato e compattato
come il conglomerato bituminoso sulle strade o di muratura ordinaria (oggi utilizzato
solo più per piccole opere in zone montagnose molto isolate).
• Dighe in materiali sciolti: sono costituite in terra o in da materiali lapidei, detritici, di
adatta composizione granulometrica ed opportunamente stabilizzati con aggiunta o senza
sostanze idonee, nelle quali la stabilità è affidata alla coesione ed all'attrito del materiale
e l'impermeabilità è assicurata a mezzo di diaframma o di rivestimento del paramento di
monte.
1-7
<• Opere di presa: Esse sono variabilissime nella forma a seconda delle caratteristiche del coro
d'acqua e del tipo di sbarramento.
Nei riguardi della ubicazione va scelta la località più opportuna non solamente nei riguardi del
costo ma anche dal punto di vista del deposito e della chiamata dei materiali solidi.
> Le opere di presa da traversa comprendono generalmente:
• i dispositivi di chiusura della condotta di derivazione con antistante apposite griglie fisse
o mobili con sistemi di pulizia delle griglie manuali o automatici;
• i bacini di decantazione delle acque quando la derivazione è da traversa;
• i dispositivi di sghiaiamento e di dissabbiamento;
• gli sfioratori destinati a smaltire l'eccedenza di portata senza dar luogo ad eccessivo
rigurgito.
> Le opere di presa da diga in genere non comprendono bacini di decantazione, dispositivi di
sghiaiamento o dissabbiamento e sono prive di sfioratori in quanto tutte queste funzioni
sono assicurate dal serbatoio. Tutte le opere di presa da diga sono sotto battente per cui i
dispositivi di chiusura con antistante griglie fisse o mobili devono essere dimensionate
tenendo presente i carichi idraulici dovuti all'invaso e così pure i sistemi di pulizia delle
griglie dovranno operare sotto battente.
•t* Opere di trasporto: Le opere di trasporto sono essenzialmente costituite dalla condotta
derivatrice o canale per l'adduzione dell'acqua dalle opere di presa al bacino di carico o al pozzo
piezometrico.
Tale condotta può essere costruita all'aperto o in galleria, può essere a pelo libero o in
pressione.
L'opera all'aperto consiste in un canale con limitata pendenza che contorna la montagna
posizionato su di una livelletta quasi orizzontale.
L'opera in galleria detta anche galleria di adduzione o di derivazione consiste in una
galleria con asse più rettilineo possibile e con pendenza minima nel caso di galleria con
funzionamento a superficie libera, con meno problemi di pendenza nel caso di funzionamento in
pressione.
In genere si usano opere di trasporto a pelo libero per derivazioni da traverse mentre si usano
opere in pressione per derivazioni da dighe per non perdere il carico idraulico dovuto all'invaso.
La soluzione in pressione è generalmente la più adottata.
La soluzione a superficie libera, un tempo classica, è oggi poco utilizzata, salvo problematiche
particolari.
Infatti le gallerie in pressione presentano più adattabilità nella progettazione delle opere e
richiedono a perdite di carico uguali delle sezioni più ridotte, dunque delle costruzioni più
economiche. Esse accettano delle variazioni di carico o pressione importanti, e sono quindi
particolarmente adatte in quei casi in cui le variazioni di pressione a monte (ossia all'opera di
presa) sono variabili (alimentazione da serbatoio o lago).
Dette gallerie necessitano tuttavia di:
• un posizionamento sufficientemente profondo per essere costantemente in pressione;
• di essere sufficientemente distanti dalla superficie libera del suolo per evitare fughe di di
acqua e ridrofratturazione dell'ammasso roccioso o suolo in cui sono inserite;
• della costruzione di un pozzo piezometrico appena la lunghezza della galleria supera
qualche centinaio di metri.

Vasca di carico. Pozzo piezometrico:


> Vasca di carico: Per le condotte derivatoci a pelo libero(canali e gallerie a pelo libero) è
opportuno disporre all'estremità a valle della condotta una vasca di carico di volume
sufficiente per funzionare quale volano in caso di brusche variazioni di carico della centrale
e conseguenti richiami di portata superiore a quella consentita dal canale adduttore (queste
vasche di carico negli impianti più recenti per ridurre l'impatto ambientale sono anche state
realizzate in caverna).
> Pozzo piezometrico: Si può trovare inserito sia sulle condotte di derivazione sia sulle
condotte di aspirazione e/o scarico che utilizzano turbine a reazione o pompe turbine. Il
pozzo inserito sulla galleria di derivazione di monte si definisce in genere "pozzo di
monte", mentre per il pozzo piezometrico inserito sulle gallerie di aspirazione e/o scarico
quando esse sono molto lunghe si definisce "pozzo di valle".
Per le condotte in pressione è necessario sistemare l'estremità a valle della condotta un
pozzo piezometrico di dimensioni tali che le sue variazioni di livello contengano in limiti
tollerabili le sovrapressioni nella condotta di derivazione e per evitare che le depressioni
scendano sotto la quota del ciclo della condotta e quindi evitare le pressioni negative molto
più pericolose per l'instabilità dei rivestimenti.
Il pozzo piezometrico è anche un serbatoio installato in derivazione sulla giunzione della
galleria di derivazione con la condotta forzata (fig. 1), con lo scopo di:
• Ridurre in alcuni casi le sovrapressioni dovute al colpo di ariete creato nelle condotte
forzate dalla variazione di funzionamento delle turbine in particolare nel caso di loro
arresto istantaneo.
• Ridurre o sopprimere le sovrapressioni create dal colpo di ariete nella galleria di
derivazione.
• Permettere delle prese di carico rapido alle turbine (le turbine idrauliche sono in grado di
raggiungere la massima potenza entro un minutoXin questi casi le portate derivate
passano da zero al valore massimo in pochi secondi max 1-2 minuti).
• Permettere una regolazione stabile delle turbine assorbendo le inevitabili piccole
irregolarità sulla energia assorbita in rete e nel circuito idraulico.

Funzioni del pozzo piezometrico: Esso è in genere costituito da un serbatoio cilindrico ad asse
verticale collegata alla estremità inferiore della galleria di adduzione, e può essere perforato
nell'ammaso roccioso oppure costruito all'esterno.
La spiegazione sommaria delle funzioni cui esso deve soddisfare sono le seguenti:
a) La sovrapressione massima alla base della condotta può essere approssimata
supponendo una manovra lineare di chiusura della portata della durata T (s), con la formula
di allievi-Michaud:

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g*T

dove:
L = (misurato in m) è lunghezza della condotta forzata compresa fra la turbina o la valvola
di valle a monte della turbina e la prima superficie libera incontrata a monte in genere la
superficie libera dell'acqua nel pozzo piezometrico.
VQ = (misurato in m/s) è la velocità iniziale nella condotta
Se sull'impianto non è presente il pozzo piezometrico, la grandezza L rappresenta la distanza
tra il piede della condotta ed il piano d'acqua del serbatoio di accumulo, ossia la lunghezza
della condotta forzata aumentata della lunghezza della galleria di derivazione.
Si comprende subito come sarebbe aumentato Ap se alla lunghezza della condotta forzata di
qualche centinaio di m si aggiungesse la lunghezza di qualche migliaia di m di galleria di
derivazione.
b) L'onda di pressione prodotta dal colpo di ariete riflettendosi sulla superficie libera del
pozzo piezometrico non percorre la galleria; quindi essa è messa al sicuro contro le
sovrapressioni proprio grazie alla presenza del pozzo piezometrico.
e) La posizione del pozzo piezometrico sull'interfaccia galleria di adduzione e condotta
forzata induce delle oscillazioni di massa nella galleria e nel pozzo stesso in seguito alla
variazione dell'assorbimento di portata e quindi fornitura di potenza da parte della turbina e
ciò comporta delle conseguenze importanti per l'impostazione del tracciato della galleria.
La stabilità di queste oscillazioni è assicurata da una sezione minima del pozzo piezometrico
ed una espressione semplificata è data dalla condizione di Thoma indicata di seguito:
Per una galleria con:
Lgal = lunghezza galleria;
HO = salto netto dell'impianto;
Vgal = velocità di deflusso dell'acqua in galleria;
AH = perdita di carico in galleria

la relazione del rapporto delle sezioni della base del pozzo e della galleria è dato da:

Sch > V2gal i Lgal


Sgal 2*g A//*//0
La sezione del pozzo quindi dipende principalmente dalle caratteristiche del tunnel, dalla
lunghezza, dalla sezione, dalle perdite di carico e dalla portata oltre che dal salto netto.
La funzione sopra dipende anche, ma in misura inferiore, dalle caratteristiche della condotta
forzata e dalle macchine.
d) II tempo di lancio idraulico 6 di una condotta, corrisponde al tempo necessario perché
una colonna di acqua raggiunga la velocità di servizio della condotta a perdita di carico
nulla.

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Questo tempo di lancio è valutato, in prima approssimazione, con la formula seguente per
una condotta di lunghezza L con un deflusso alla velocità V ed un carico HO

II tempo di reazione della turbina ad una manovra degli organi di controllo della macchina è
una funzione crescente del tempo di lancio della condotta forzata, ciò mostra l'interesse per
una corta colonna d'acqua a monte a monte della turbina, per un avviamento dell'impianto
più rapido possibile dei gruppi generatori.
La presenza di un pozzo piezometrico sulla condotta idraulica permette di limitare la
lunghezza di questa colonna d'acqua.

e) Stabilità dei gruppi in marcia è funzione del rapporto fra l'inerzia dei gruppi generatori ed
il tempo di lancio idraulico della colonna d'acqua, a monte della centrale.
Detta stabilità è tanto migliore quanto questo rapporto è più grande, un limite inferiore per
gruppi in marcia isolata o che hanno una funzione di regolazione della rete detto rapporto è
dell'ordine di 3,5.
Tutto ciò dimostra l'interesse considerevole di una riduzione delle distanze fra le centrale e
la prima superficie libera a monte.
Quindi come norma fondamentale ci si dovrà sempre sforzare di ridurre le distanze fra
centrale e prima superficie libera al minimo possibile, tenuto chiaramente ben conto dai
vincoli del sito e dell'economia del progetto.
Tutte queste funzioni del pozzo piezometrico possono eventualmente essere realizzate da
una camera in pressione di aria simile ai palloni anti colpo di ariete delle stazioni di
sollevamento acqua delle condotte di adduzione.
Quest'ultima soluzione può essere sviluppata:
• Con un serbatoio in pressione costruito in superficie a monte della centrale, essa è una
soluzione poco praticabile salvo talvolta delle centrali molto modeste, poiché essa
conduce a delle strutture di volume importante e resistenti ad elevate pressioni.
• In sotterraneo con delle camere in pressione scavate nella roccia.
Quest'ultima soluzione, permette di eliminare il pozzo blindato o la condotta forzata
quando la costruzione del tunnel che collega direttamente la presa alla centrale può
venire realizzato con una galleria con pendenza ragionevole.
Detta soluzione è stata sovente utilizzata per delle centrali ad alta caduta in Norvegia
dove le condizioni climatiche sono molto severe.
In effetti, le frese scandinave per forare la roccia offre delle eccellenti condizioni per la
realizzazione di queste strutture che devono essere ragionevolmente impermeabili
all'aria, perché in caso contrario, la necessità di mantenere la pressione d'aria a mezzo di
un compressore condurrebbe a delle spese di gestione considerevoli e al limite
inaccettabili.

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Anche in questo caso comunque si sono messi a punto dei sistemi di tenuta dell'aria
basati su iniezioni di acqua nell'ammasso roccioso confinanti la camera d'aria in
pressione.

•t* Condotta forzata inclinata o in pozzo: Questa opera può essere realizzata interamente o
parzialmente in sotterraneo o totalmente in superficie, in funzione delle condizioni locali,
dell'economia e dell'ambiente in cui deve sorgere il progetto.
Il principio generale che tende a limitare al massimo la lunghezza del percorso dell'acqua a
monte della centrale mette in vantaggio una soluzione in sotterraneo rispetto ad una soluzione a
ciclo aperto mentre la condizione della stabilità della marcia della centrale può portare, al di là
dell'aumento dell'inerzia dei gruppi generatori, anche alla necessità di aumentare il diametro
della condotta per una soluzione in superficie al di là del minimo economico.
D'altra parte, la lunghezza più ridotta della condotta in pressione porta sovente per una
soluzione sotterranea anche con centrale molto in profondità, delle perdite di carico inferiori ad
una soluzione in superficie, quindi una potenza disponibile maggiore.
Si prenderanno comunque in conto nella analisi della impostazione dell'impianto le seguenti
considerazioni principalmente di tipo economico di seguito evidenziate:
• I rischi inerenti alle costruzioni in sotterraneo sono in generale più importanti rispetto a
quelli delle opere in superficie, particolarmente in caso di informazioni limitate sulla qualità
della roccia, la posizione delle faglie ed altre discontinuità oltre alla incognita delle tensioni
derivanti dalle sollecitazioni che regnano nell'ammasso roccioso.
• La lunghezza più ridotta della condotta in pressione per le centrali in sotterraneo è sovente
controbilanciata dalla lunghezza: della galleria di accesso, della galleria dei cavi per il
trasporto di energia e della ventilazione (con aumento dei problemi legati all'evacuazione
dell'energia, anche se la stessa galleria è utilizzata per le due funzioni) e della o delle gallerie
di fuga.
• La durata della costruzione delle opere sotterranee è generalmente più lunga che per le opere
di superficie, in particolare a causa della necessità di costruire al meno per prima la galleria
di accesso e sovente di scarico prima di procedere allo scavo della caverna della centrale e
delle opere di servizio annesse in gallerie adiacenti.
In genere la flessibilità nella predisposizione del programma temporale dei lavori è più
limitata.
Gli inconvenienti, inerenti a tutte le soluzioni in sotterraneo, sono in via di principio
accertate, se per un sito dato, la performance economica della soluzione sotterranea è
significativamente migliore di quella in superficie, o se alcuna soluzione pratica o sicura può
essere trovata per una condotta forzata, e/o una centrale di superficie, o se i vincoli
ambientali del sito lo richiedono (mancanza di spazio nella valle, valore ambientale di
particolare pregio parchi naturali, ecc.)
In questo quadro, si porterà una attenzione particolare, per le alternative di superficie, alla
stabilità dei versanti, sui quali sarà installata la condotta forzata e che possono dominare la
centrale al piede del versante.
In questo caso occorrerà porre una particolare attenzione alla sistemazione del sito contro le
inondazioni derivanti da rotture della condotta.
Queste considerazioni conducono a preferire sicuramente una soluzione in sotterraneo.

22
Centrale: La ubicazione delle centrali elettriche deve essere scelta con particolari avvertenze
rispetto a quelle per gli altri elementi costruttivi di un impianto idroelettrico. Infatti, oltre a
considerazioni idrauliche e costruttive, è necessario tenere presente la necessità di scegliere
località in cui è possibile e facile costruire nuove strade per il trasporto del macchinario senza
incontrare eccessive spese, comprese anche quelle di rinforzo o di sistemazione delle strade già
esistenti. Occorre anche valutare di rendere agevole il soggiorno del personale addetto
all'esercizio delle centrali. Nei riguardi tecnico - economici la centrale va collocata
possibilmente nel punto nel quale, a parità di altre condizioni, il costo delle opere di
restituzione, il cui costo in genere aumenta allontanando la centrale dal punto di scarico delle
acque in alveo, o lago, o serbatoio, risulta uguale a quello della condotta derivatrice.
Dal punto di vista della ubicazione le centrali si possono poi distinguere in centrali in
sotterraneo e centrali in superfìcie
• Le centrali in sotterraneo presentano un certo numero di inconvenienti rispetto alle centrali
in superficie, in particolare per quanto concerne l'accesso, la ventilazione, la sicurezza in
caso di inondazione o di incendio, e la conseguente protezione antincendio.
• Le centrali in superfìcie richiede ampi spazi che a volte non sono disponibili nella valle
inoltre il piano delle macchine deve essere sopraelevato rispetto all'alveo per evitare
inondazioni, oppure richiede delle consistenti opere per proteggerle dalle inondazioni stesse.
Opere di restituzione: La centrale può restituire l'acqua turbinata sia direttamente al
fiume sia attraverso un canale o una galleria.
La galleria a sua volta può essere a superfìcie libera e questo sarà sempre il caso per le centrali
ad alta caduta equipaggiate con turbine Pelton o in pressione, caso generale per una centrale di
salto medio equipaggiata con turbine Francis o pompe reversibili (pompa - turbina).
In questo ultimo caso, se la galleria in pressione supera 200 -5- 300 m di metri essa dovrà quasi
sicuramente essere, come visto per la galleria di derivazione a monte, dotata di pozzo
piezometrico o camera di oscillazione. Questa ipotesi è pressoché sicura negli impianti
pompaggio quando il flusso dell'acqua viene chiamato dal serbatoio soprattutto nel caso di
restituzioni in pressione di una certa lunghezza.
Disposizione del macchinario
Particolare cenno merita questo argomento; in sostanza le apparecchiature sia per una centrale
all'aperto sia per una centrale in sotterraneo sono equivalenti, il concetto guida che distingue fa
distinguere le centrali in sotterraneo da quelle in superficie è il fatto che essendo necessari
scavi di notevole ampiezza si cerca di ottimizzare al massimo gli spazi necessari ed inoltre col
fatto che si il sistema centrale è realizzato in ambiente confinato maggiore cura deve essere
posta ai fini della sicurezza soprattutto contro l'incendio.
Per ridurre gli spai oggi si tende, ad impiegare quasi esclusivamente macchinario ad asse
verticale ed inoltre a ridurre al minimo indispensabile i così detti "spazi morti" cioè quegli
spazi necessari per le operazioni di montaggio e di manutenzione del macchinario.
Per quanto riguarda la sistemazione del macchinario la soluzione in caverna richiede particolari
accorgimenti;
• per le turbine idrauliche occorre verificare che la lunghezza del diffusore non determini il
pericoloso fenomeno del colpo di ariete, applicando in questo caso abbondanti valvole
automatiche di rientrata d'aria all'inizio del tubo diffusore;
• per gli alternatori è necessario predisporre una ventilazione in circuito chiuso;
• per i trasformatori, sono necessari dispositivi efficaci antincendio, e oggi per protezione
contro fenomeni di deflagrazione essi si installano in vani isolati e resistenti alle esplosioni;
23
• per l'apparecchiatura di manovra, di protezione e di misura, in genere si realizza una sala
comando isolata e se gli spazi lo consentono si installa anche nella sala macchine. Oggi con
il progresso dell'automazione si tende sempre più a portare la sala comando all'esterno o
addirittura al centro di telecontrollo.
• Sistemi di refrigerazione per il macchinario, di ventilazione e deumidificazione dell'aria per
apparecchiature particolari come locali batterie, locali di clorazione, locali di gas
estinguenti, come CO 2 , impianti di ventilazione e deumidificazione per tutto l'ambiente.
La scelta del tipo di opere, del loro inserimento nel progetto dell'impianto, del loro
dimensionamento dipendono dalle condizioni locali sopracitate, dagli imperativi tecnici legati
all'idraulica delle opere, alle esigenze tecnologiche sia meccaniche che elettriche del macchinario e
degli impianti e dall'economicità generale del progetto che prende in considerazione il costo delle
costruzioni ma anche il costo cumulato attualizzato delle perdite di carico e quindi di energia e di
manutenzione e gestione.
Nelle pagine che seguono considereremo principalmente il caso di impianti comprendenti opere in
sotterraneo.
Gli impianti possibili saranno dunque stabiliti su uno dei profili indicati nella figura 1 riassuntiva
delle soluzioni possibili.

24
8. IMPIANTI IDROELETTRICI APPROCCIO GLOBALE DI IMPOSTAZIONE IN
PARTICOLARE PER LE OPERE EV SOTTERRANEO E DIMENSIONAMENTO
DELLE OPERE.
Gli impianti idroelettrici di media ed alta caduta comportano molto frequentemente delle opere
sotterranee molto importanti, e di conseguenza una rete di gallerie a superficie libera o più sovente
in pressione, delle discenderie con inclinazione più o meno accentuata ed a volte dei pozzi verticali,
delle condotte forzate che possono essere poste in superficie, o ormai sovente in galleria e delle
centrali.
L'obiettivo dello studio di questi impianti è pressoché sempre quello di ricercare la soluzione più
economica da tirare da un salto idraulico.
Si vedrà in questa breve descrizione, la diversità delle soluzioni sovente possibili per equipaggiare
un corso d'acqua al fine di produrre energia. Si comprenderà inoltre che sovente esistono numerose
varianti che possono aggiungersi all'incognita di base, che chi si appresta a concepire il progetto
dell'impianto deve iniziare a risolvere.
Per questo conviene definire la potenza dell'impianto, la portata massima delle macchine e di
conseguenza la taglia dell'installazione e la tipologia delle macchine.
Questo punto è primario su tutti poiché contrariamente ad altre opere di infrastnittura la cui
dimensione è condizionata più direttamente da considerazioni esteme, le opere idroelettriche sono
determinate dalle possibilità di generazione di energia del sito in esame però inserito in un contesto
politico economico.
Ciò significa che l'insieme dei fattori che intervengono sulla scelta che andiamo a tentare di
identificare sono, in ogni momento, soggetti a riconsiderazione in funzione del contesto tecnico
economico locale immediatamente e poi in modo più generale nel contesto mondiale che regge non
solamente i costi dell'energia, ma anche in modo sempre più pressante condizionamenti dipendenti
dall'ambiente e di protezione del nostro sistema naturale locale.
Si consideri inoltre che la maggior parte del tempo di costruzione ed il peso economico delle opere
in sotterraneo ed in particolare delle gallerie e cunicoli di servizio è molto importante in rapporto al
resto delle opere, soprattutto se la diga che assicura lo stoccaggio dell'acqua o semplicemente la
derivazione è di taglia modesta.
Il dimensionamento delle condotte idrauliche è dunque sovente un elemento di capitale importanza
dell'economia del progetto, e di conseguenza per la definizione del progetto.
Le riflessioni di seguito riportate saranno basate su elementi che sono tradizionalmente il dominio
degli studi degli ingegneri, sia che si sia all'inizio dello studio di concezione, o più avanti, al
momento della costruzione.
Le discipline che devono intervenire in detti progetti sono: la geologia, la geotecnica, l'idrologia,
l'idrogeologia, l'idraulica, la meccanica, l'elettrotecnica e l'elettronica, ecc..
Queste riflessioni saranno asservite anche a delle nozioni meno scientifiche come l'analisi dello
sviluppo di un progetto in un contesto politico ed economico con delle considerazioni di analisi
finanziaria unitamente all'analisi di gestione dei rischi.
Per illustrare le riflessioni sopra esposte, saranno utilizzati schemi di impianti realizzati.
In un primo tempo , si passeranno in rassegna l'insieme delle opere costituenti un impianto
idroelettrico definendone rapidamente le funzioni, poi si studieranno quali sono le scelte che in
genere si presentano al progettista.

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8 SCELTE PROGETTUALI PER LA COSTRUZIONE DELLA GALLERIA DI
ADDUZIONE O DERIVAZIONE.
Principi generali
Le gallerie e condotte idrauliche si caratterizzano per delle condizioni di funzionamento ben diverse
da altre opere in sotterraneo generalmente costruite dall'uomo. Infatti per la maggior parte delle
opere in sotterraneo uno dei funzionamenti essenziali dell'opera durante l'esercizio è quello di essere
impermeabile alle venute di acqua dall'ammasso roccioso; la cosa può essere vista in modo molto
più articolato per la galleria per uso idraulico.
Per il suo dimensionamento occorre tenere presente che esse può trovarsi a lavorare come galleria
vuota in occasione di interventi ispettivi, in occasione di interventi manutenzione e comunque per
lunghi tempi nella fase iniziale della costruzione.
In queste situazioni la galleria con le sue strutture di sostegno e di rivestimento deve essere in grado
garantire la stabilità e la sicurezza dell'opera. Ciò dovrà anche essere garantito nel tempo ad ogni
svuotamento dell'opera per ispezione o manutenzione.
Nel corso dell'esercizio dell'impianto si possono presentare varie situazioni
Una situazione di primo esercizio in cui si dovrà ripristinare la falda naturale che sicuramente è
stata modificata dal drenaggio avvenuto nel periodo dello scavo e dell'esecuzione dei rivestimenti e
delle iniezioni di impermeabilizzazione dell'ammasso roccioso sino alla messa in servizio.
Durante l'esercizio corrente si possono verificare varie situazioni che potranno dipendere dalle
caratteristiche della pressione interna e della pressione della falda naturale. Si possono verificare
vari casi cioè che a pressione idraulica interna sia maggiore o minore o uguale alla pressione
idraulica della falda naturale. Ciò potrà essere anche variabile per tratti diversi della galleria.
Oltre a questi parametri nel progetto della galleria occorre anche tenere presente tutta la serie di
sollecitazioni dipendenti dal funzionamento dell'impianto sovrapressioni derivanti da colpi di ariete
i quali essendo onde di pressione si propagano anche nelle fessure dell'ammasso roccioso, la
velocità dell'acqua nel condotto in condizioni di portata massima, variazioni di livello del serbatoio
di alimentazione il quale induce variazioni di sollecitazione sulle strutture del rivestimento della
galleria e di conseguenza sull'ammasso roccioso retrostante.
Si devono anche considerare le sollecitazioni derivanti da eventi esterni, come sismi, cambiamento
della temperatura dell'acqua, ecc.
Le grandezze sopra segnalate devono inoltre essere integrate dalla conoscenza geologica e
geomeccanica dell'ammasso roccioso per valutare quali sono le sollecitazioni che possono scaricarsi
sulle strutture di sostegno e rivestimento della galleria.
Occorrerà indagare molto bene la geologia dell'ammasso roccioso soprattutto in casi in cui sono
temute presenze di rocce carsiche che potrebbero nascondere cavità e nel caso di perdite di acqua
dalla galleria portare allo scioglimento della roccia generando a sua volta cavità con la possibilità ad
un certo punto di portare a colasse l'opera.
La stessa attenzione occorrerà porre in situazioni di presenza di rocce rigonfianti e o spingenti; tutte
queste situazioni anomale possono portare a gravi imprevisti di tempi di realizzazione e ad aumenti
di costi difficilmente prevedibili comunque a volte a situazioni economiche disastrose.
Si dovranno inoltre valutare il rischi di degrado della roccia costituente l'ammasso roccioso per
effetto di eventuali fughe di acqua, o per esposizione all'aria durante gli scavi.
Sicuramente si deve tenere conto delle modalità di scavo e della preparazione dell'impresa
costruttrice nel condurre i lavori perché ciò avrà sicuramente influenza sul grado di danneggiamelo
della roccia al contorno dello scavo che si può tradurre in un allentamento del primo strato di roccia,

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il quale poi peggiorerà le sue caratteristiche di tenuta idraulica e di portanza e quindi richiederà
maggiorazione di spessore di rivestimento..
Occorrerà anche conoscere quali sono le condizioni di funzionamento del macchinario in particolare
conoscere la sua rapidità di entrata in servizio, ecc.
I parametri sopra porteranno a definire il progetto della galleria secondo le seguenti fasi:
• tracciato planimetrico della galleria rispetto alla topografia della valle, ossia individuazione di
percorsi che attraversano zone geologiche di qualità migliore possibile, che evitano il più
possibile faglie o zone deboli ma che soprattutto cerchino di disporre la galleria in modo che il
suo asse le incontri il più perpendicolarmente possibile, evitare assolutamente che esso sia con
orientamento parallelo o subparallelo al loro tracciato. Verificare che la copertura della roccia
sia in grado di contrastare il carico idraulico interno limitando solo alla zona di ingresso ed
uscita della galleria dalla montagna la impossibilità di disporre del carico roccioso adeguato.
Tutte le volte che si attraverserà una zona ove questa condizione non è rispettata occorrerà
realizzare un rivestimento della galleria in grado di assorbire la pressione idraulica interna in
genere gallerie di alcuni m di diametro questa condizione richiede spessori di rivestimento
consistenti portando anche a volte a maggiori scavi. Analizzare che il percorso sia tale che non
esistano rischi di fughe di acqua verso l'esterno che giunte in superficie potrebbero innescare
frane e smottamenti sul versante della montagna già in situazione di stabilità limite, oltre che
perdite di acqua dall'impianto e quindi anche di perdita economica per mancata produzione di
energia.
• Occorre anche tenere presente che quando la galleria è molto lunga ossia superiore a 4-5-5 km è
bene al fine di ridurre i tempi di esecuzione inserire delle finestre per poter smarinare ed
eventualmente portare avanti più attività in parallelo. Scavo nella parte a monte della finestra e
rivestimento nella parte di già scavata, ecc.
• tracciato altimetrico; esso sarà scelto in funzione innanzitutto del drenaggio degli scavi in corso
esecuzione per tale scopo sono sufficiente pendenze dell'ordine dello 1 metro per km di
galleria. Ai fini dello scavo la pendenza dovrà essere contenuta entro il 3% se il trasporto dello
smarino sarà eseguito mediante mezzi su binario; detta pendenza potrà salire all'8% se lo
smarino è eseguito con mezzi gommati; questo sistema è molto difficile per gallerie che
superano qualche km e sarà impossibile per gallerie con diametro inferiore a 6 m.
• Dal punto di vista di funzionamento dell'impianto la pendenza dovrà essere tale che in nessuna
situazione di esercizio dell'impianto anche la più onerosa esista il rischio che la piezometrica
minima scenda sotto la quota della generatrice superiore della galleria.
• Dal punto di vista costruttivo inoltre occorrerà che il tracciato della galleria sia il più rettilineo
possibile, il più corto possibile e se sono necessarie delle curve occorre che esse abbiano raggi
di curvatura più ampi possibili.
• Se possibile occorre che l'ingresso e l'uscita della galleria dalla montagna avvengano
perpendicolarmente al versante e possibilmente da una parete rocciosa.
• Si dovranno anche analizzare con molta attenzione i rischi nel tempo per l'alterazione della
roccia all'aria e all'acqua oltre ai rischi di erosione o abrasione legate alla velocità dell'acqua
nelle condotte ed il conseguente rischio di usura delle turbine e quindi sul degrado del loro
rendimento.
• Nell'inventario dei fattori da considerare inoltre c'è la situazione geologica e geotecnica che
definisce l'equilibrio meccanico dello scavo, il quale quasi sicuramente può evolvere nel tempo
in funzione del comportamento dell'ammasso roccioso attraversato. Queste condizioni
definiscono i tipi di supporto, la quantità di supporti da mettere in opera e la rapidità con cui
devono essere posti opera successivamente allo scavo. I sistemi di sostegno le iniezioni di

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consolidamento saranno poi integrate nel sistema permanente di supporto meccanico della
galleria (rivestimento in genere di calcestruzzo).

Ottimizzazione del progetto della galleria di adduzione


Una volta eseguite le valutazioni sopracitate ed aver individuato il percorso planimetrico ed
altimetrico ottimale e dopo aver definito anche la posizione e geometria del pozzo piezometrico
resta da definire il diametro della galleria di adduzione.
In effetti non esiste una sola soluzione del problema ma anche in questo caso esso è governato da
più variabili e per far transitare la massima portata e le portate inferiori prevista per l'impianto e per
l'equipaggiamento di gruppi in centrale.
Il diametro del tunnel più piccolo corrisponde ad una velocità più elevata di solito di costo inferiore
anche come costruzione, mentre i diametri maggiori riducono la velocità e di conseguenza le perdite
di carico, permettendo così di aumentare la produzione, però aumentano i costi di costruzione e
dell'investimento.
E' abitudine nel progetto di questa opera così importante eseguire una analisi completa delle
soluzioni facendo variare il diametro della e ricercando il minimo della funzione del costo
dell'investimento più il costo della perdita di produzione corrispondente alle perdite di carico
attualizzate sul periodo previsto per il ritorno dell'investimento.
Il costo di investimento è definito con la valutazione del costo stimato dei lavori, sulla base dei
prezzi unitari dei lavori equivalenti, realizzati per opere in condizioni simili, compreso i lavori
diversi associati e tutte quei lavori che non possono essere previsti allo stadio dello studio
preliminare(di solito stimati in percentuale degli altri costi e definiti "costi imprevisti").
Il costo attualizzato delle perdite di carico unitamente all'analisi economica dell'impianto che
contiene un ampio ventaglio di soluzioni corrisponde all'ottimizzazione della produzione
dell'impianto.
Questa analisi è in genere molto complessa e si conduce, seguendo il criterio utilizzato per le
simulazioni del funzionamento, seguendo il mercato dell'energia prodotta nel tempo (compreso la
sua valorizzazione economica).

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