Sei sulla pagina 1di 21

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELLE ETA’ DELLA VITA

UNITA’ 1- LO STUDIO DELLO SVILUPPO

Natura e causa dello sviluppo

I ricercatori che si occupano di psicologia dello sviluppo rispondono a tre domande fondamentali

a- La natura dello sviluppo (tutta la serie di cambiamenti a cui va incontro l’individuo)


b- Quali sono i fattori e i processi che determinano questi cambiamenti
c- Se questo cambiamento sia di tipo continuo o improvviso e discontinuo

Diversi approcci teorici

a- 1- Il cambiamento è quasi sempre di tipo quantitativo una volta raggiunto un certo tipo
di dati/esperienze si verifica il cambiamento Comportamentismo, il bambino è
plasmabile dall’esperienza, il bambino è tabula rasa dove l’esperienza va a scrivere.
2- Altri di tipo qualitativo il sorgere di determinate strutture fa sì che il soggetto entri in uno step
successivo teorie organismiche il bambino è un attivo costruttore delle proprie
capacità/abilità; il bambino agisce attivamente nel cambiamento
b- 1- fattori ambientali comportamentismo; fattore fondamentale è ambientale, è essenziale
l’esperienza del bambino
2- fattori genetici Chomsky; lo sviluppo del linguaggio avviene perché nel bambino c’è una base
genetica, una predeterminazione a sviluppare la capacità linguistica, senza tener conto dei fattori
ambientali.
3- teorie organismiche, ritengono che il cambiamento sia dovuto dall’interazione di questi due
fattori
c- 1- cambiamento è di tipo quantitativo il processo è continuativo
2- cambiamento di tipo qualitativo, processo di tipo discontinuo; ad una certa età si verifica
cambiamento in maniera improvvisa
3- processi continui nel quale però ogni tanto esce un cambiamento improvviso.

Prospettive teoriche sullo sviluppo cognitivo

Tre macro domande a cui ci sono tre risposte, tre approcci:

a- Comportamentista il soggetto è plasmabile attraverso l’esperienza e possiede capacità ilimitata


di apprendimento. Cause di tipo ambientali provocano cambiamento; metodo privilegiato è
sperimentazione con il massimo controllo delle variabili. Distinguere 2 tipi di comportamentismo
1. Comportamentismo di Skinnerapprendimento avviene attraverso il condizionamento
classico/operante (cane di Pavlov)
2. Teoria dell’apprendimento sociale di Bandura apprendimento avviene attraverso
osservazione e capacità di imitare il comportamento osservato
b- Organismico cambia concezione dell’organismo; organismo che si attiva, partecipa attivamente
alla costruzione dello sviluppo. Cambiamento è guidato da leggi regolative e risponde a principi
organizzativi intrinseci. Metodo è sempre la sperimentazione ma con un moderato grado di
controllo.
c- PsicoanaliticoFreud, organismo diventa di tipo simbolico, determinato dalla sua storia personale.
Cambiamento è sempre il risultato di conflitti interni; lo sviluppo è di tipo qualitativo, la soluzione o
non del problema crea lo sviluppo. Metodo è osservazione con il minimo controllo e l’osservazione
della relazione osservatore/osservante. Capacità di mettere in luce i meccanismi adottati.
Tre prospettive teoriche sullo sviluppo cognitivo:

a. Maturazionismo Gesell, sostiene che il meccanismo che regola la comparsa o meno di nuove
abilità sia la maturazione, indipendente dall’esercizio e della pratica. Arriva a maturazione
senza influenze da parti esterne; si rifanno sempre a componente ereditaria
b. Comportamentismo soggetto plasmabile, apprendimento dipende dall’esperienza, la pratica
c. Costruttivismo il pensiero infantile è qualitativamente diverso dall’adulto; i bambini costruiscono
la propria intelligenza e le proprie credenze attraverso un’interazione bidirezionale con
l’ambiente; le strutture intellettive compaiono secondo una sequenza invariante e universale

L’importanza del contesto

Concetto di contesto; fino agli anni 70’ lo sviluppo del bambino veniva considerato all’interno delle sue
relazioni esclusivamente a livello di famiglia. Fine del 900’, nasce esigenza di ampliare il concetto di
contesto: teoria ecologica dello sviluppo dimostra come l’individuo e il suo sviluppo non dipenda solo
da sé stesso e l’interazione con la famiglia.

Bronfenbrenner parte da concetto di sistemi intesi come concetti, inclusi l’uno nell’altro.

1- Microsistemi la scuola, la famiglia, la relazione con i coetanei (che non è solo scuola, parcogiochi)
2- Mesosistema insieme delle relazioni che possono sussistere nei microsistemi
3- Esosistema tutto ciò che riguarda le condizioni di vita e di lavoro; il bambino è inserito all’interno
di una società, con determinate regole e agevolazioni.
4- Macrosistema politiche sociali

Ecologia ha portato all’estremo il concetto di contesto, ha però avuto merito di porre l’accento sul fatto che
lo sviluppo del bambino non possa essere estraneo all’ambiente circostante

Le differenze individuali dello sviluppo

Studio delle differenze. Concezione stadiale di Piaget; ricerche che hanno messo in luce gli schemi comuni
dello sviluppo.

a- Schemi evolutivi comuni concezioni di tipo stadiali: Piaget, Freud


b- Differenze individuali differenze interindividuali e intra-individuali: studi sul temperamento,
la popolarità, il ritmo di acquisizione della lingua materna.

Da una parte è sì importante andare a vedere i tratti comuni nello sviluppo ma d’altra parte le differenze
individuali possono avere delle ripercussioni sugli schemi comuni e se possono avere un riscontro a lungo
termine.

Importanza delle differenze individuali:

1- Le differenze si spiegano solo attraverso l’interazione tra fattori maturativi e il ruolo dell’ambiente.
2- Le differenze sono meccanismi che contribuiscono alla costruzione delle capacitò che si sviluppano

Studio del temperamento, studio longitudinale (un gruppo di bambini viene seguito dalla nascita fino al
compimento di dieci anni).
Metodi di indagine in psicologia dello sviluppo

a- Disegno di ricerca longitudinale lo stesso gruppo di individui viene seguito per diversi anni (da un
paio d’anni fino a vent’anni).
Vantaggi Consente di seguire lo sviluppo individuale nel tempo; consente di rispondere
adomande circa la stabilità del comportamento indagato; consente di determinare gli effetti di
esperienze o condizioni antecedenti sullo sviluppo successivo.
Svantaggi modello molto costoso in termini di investimenti di energie; i soggetti potrebbero
abbandonare la ricerca, accidentalmente o volontariamente. Potrebbero sorgere confusioni tra i
cambiamenti legati all’età e i cambiamenti di tipo sociale e storico che si verificano nel corso della
ricerca
b- Disegno di ricerca trasversale individui diversi con età diverse che svolgono lo stesso compito.
Confronti fatti nello stesso momento temporale.
Vantaggi consente di identificare differenze tra le età; relativamente poco costoso, veloce
nell’esecuzione e facili da replicare.
Svantaggi non dice nulla sullo sviluppo all’interno degli individui.

Metodi di ricerca

a- Esperimento ho un massimo controllo di variabili. Controllo sulla variabile indipendente per


determinare il comportamento osservato; analisi della relazione che potrebbe esistere tra le
variabili in risposta alla manipolazione; l’obiettivo è la verifica della relazione causa-effetto.
Vantaggi capacità di stabilire relazioni di causa-effetto tra variabile indipendente e variabile
dipendente; facilità di essere replicato per ottenere ulteriori conferme o smentite delle ipotesi
Svantaggi i soggetti osservati in condizioni controllate e artificiali potrebbero comportarsi
diversamente in ambito reale.
b- Osservazione nessun controllo sulla variabile indipendente, osservazione del comportamento
spontaneo; relazioni esistenti tra le variabili; l’obiettivo è la descrizione
Vantaggi permette di guardare la risposta spontanea risposta del bambino
Svantaggi non posso isolare con certezza quella che è la causa determinante quella risposta.

UNITA’ 2- LO SVILUPPO FISICO E MOTORIO

Lo sviluppo prenatale, la nascita e il neonato

L’individuo nasce ad un certo punto, ma si è già sviluppato fisicamente prima, nei 9 mesi di gestazione.
Sviluppo prenatale è vero che il bambino è protetto dall’ambiente esterno ma lo espone comunque
a sollecitazioni varie. Il feto è risultato da parte di patrimonio genetico ma in parte risultato di fattori
ambientali dovuti al rapporto con l’organismo materno:

a- Nutrimento malnutrizione della madre crea problemi


b- Sostanze chimiche, ormonali e virus rosolia della madre provoca cecità al figlio
c- Agenti teratogeni

È importante andare a vedere l’influenza di questi fattori; ultimi decenni aumento sullo sviluppo prenatale.
Fattori che possono essere controllati, come il fumo, possono essere estinti, altri no, sono ereditari etc.

Si può parlare di due fasi dello sviluppo del bambino a livello prenatale:

a. Periodo embrionale dalla 3° alla 8° settimana di gestazione; l’embrione diventa feto,


differenziazione delle cellule (regioni corporee, testa, tronco, arti) e tessuti specializzati, muscolare
e nervoso. È il periodo di più rapida crescita dell’intera vita umana.
b. Periodo fetale dalla 9° settimana al termine della gestazione; crescita e sviluppo fisico
importantissimo. 3° mese, i diversi sistemi dell’organismo sono formati ed iniziano a funzionare; 4°
mese, la madre sente i movimenti del feto, le labbra diventano sensibili al tatto; 5° mese, i polmoni
sono formati ma non ancora funzionanti, pelle sviluppata completamente, capelli ed unghie
sviluppate; 6° mese, gli occhi si aprono e si chiudono, si alternano periodi di sonno con periodi di
veglia; ultimi mesi il bambino cresce in maniera tale da far sentire alla madre sempre meno
movimenti, lo spazio comincia ad essere stretto.

Le prime capacità del neonato

Neonato viene al mondo fornito di tutti gli strumenti necessari per affrontare l’ambiente esterno.
Produzione elevata di ormone dello stress, per rispondere allo stress della nascita; riflesso respiratorio,
automatico; riflesso di suzione, si nutre attraverso la bocca. Sono riflessi adattivi, i principali sono:

a. Rotazione de capo se viene toccato sulla guancia, gira la testa verso il lato stimolato e poi la gira
verso l’altro
b. Suzione quando la bocca viene a contatto con qualcosa che può essere succhiato, succhia
c. Moro quanto sente un rumore forte o subisce uno shock fisico, contrae i muscoli dorsali
conabduzione ed estensione degli arti
d. Babinsky se gli si accarezza la pianta del piede, prima stende le dita, poi le richiude
e. Presa se gli si tocca il palmo della mano, afferra con le dita
f. Marcia automatica se viene tenuto in posizione eretta e in modo che i piedi tocchino u a
n
superficie, compie movimenti simili a quelli della deambulazione

Caratteristica di questi riflessi è che sono tutti involontari, è il corredo attraverso cui il bambino si approccia
al mondo, lasciando poi posto a comportamenti di tipo consapevole (da marcia automatica a marcia
consapevole). Affianco ai riflessi, ci sono le capacità percettive:

a. Vista mette a fuoco con entrambi gli occhi a una distanza di 20 cm; segue con gli occhi
un oggetto in movimento, discrimina i colori
b. Udito localizza la fonte sonora; risponde a diversi suoni, soprattutto alla voce umana; discrimina
la voce della madre da quella di altre persone
c. Odorato reagisce ad alcuni odori (ammoniaca); discrimina l’odore della madre già nella prima
settimana di vita
d. Gusto discrimina il dolce dal salato, l’acido dall’amaro; preferisce le sostanze zuccherine
e. Tatto risponde alle stimolazioni tattili in quasi tutte le parti del corpo, soprattutto intorno
alemani e sulla bocca

Lo sviluppo motorio

Primissime competenze che il bambino acquisisce:

a- Teoria classica Gesell, due elementi della legge di progressione


1- cefalo-caudale: il controllo del capo dell’asse corporeo precede quello degli altri arti
2- prossimo-distale: lo sviluppo dei movimenti delle parti prossimali precede quello delle parti
distali degli arti
b- teoria dei sistemi dinamici fattori intrinseci al sistema nervoso+ fattori ambientali (forza di
gravità) + caratteristiche biodinamiche dell’individuo

le tappe nello sviluppo della postura:

1. 0 mesi posizione fetale


2. 1 mese solleva il mento
3. 2 mesi solleva il torace
4. 3 mesi allunga le braccia e cerca invano di afferrare
5. 4 mesi siede con l’aiuto di altri
6. 5 mesi siede in grembo, afferra gli oggetti
7. 6 mesi siede sul seggiolone, afferra oggetti appesi
8. 7 mesi siede da solo

Le tappe nello sviluppo della deambulazione:

9. 8 mesi si regge in piedi con l’aiuto di altri


10. 9 mesi si regge in piedi appoggiandosi ai mobili
11. 10 mesi procede a carponi
12. 11 mesi cammina tenuto per mano
13. 12 mesi si alza in piedi appoggiandosi a mobili
14. 13 mesi sale i gradini
15. 14 mesi sta in piedi da solo
16. 15 mesi cammina da solo

Forte variabile soggettiva, sono solo genericamente delle tappe evolutive. La sequenza evolutiva è
universale ma le tempistiche no.

Lo sviluppo sessuale

Prima tappa dello sviluppo sessuale avviene nella fecondazione, poi nello sviluppo prenatale, intorno alla
nona settimana, nel maschio presenti cellule produttive di testosterone, nella femmina nessuno stimolo
ormonale specifico. I caratteri genitali visibili (eco-graficamente) sono visibili dalla 13° settimana, ma ben
visibili dalla 18° settimana. Sviluppo sessuale inizia a livello prenatale, per raggiungere l’apice in età
puberale. Nella prima infanzia la differenziazione sessuale c’è ma è molto attenuata, gli stessi rapporti tra i
bambini sono tranquilli, senza che vengano fuori conflitti dovuti da differenze di genere. Cambiamenti e
sviluppo sessuale nella prima infanzia molto attenuati. Dai nove anni, si presenta differenza che i bambini
sentono e che sfocerà nella pubertà.

Pubertà momento di massima differenziazione sessuale, si arriva ad una completa maturazione degli
organi sessuali, primari (organi riproduttivi) e secondari (sviluppo del seno, prima mestruazione nelle
ragazze, peli e barba nei ragazzi). Lo studio di tutti i cambiamenti sono i responsabili di problemi anche a
livello psicologico: il corpo del bambino sta per diventare quello del giovane adulto ma la testa no.
Manifestazioni a livello psicologico sono adattamenti della testa del bambino nel corpo di un adulto
giovane.

Lo sviluppo del sistema nervoso

Preposto al controllo di tutto. Al momento della nascita nel bambino è presente la maggior parte dei
neuroni, ma si tratta di un sistema nervoso non perfetto; è manchevole a livello di sinapsi, di collegamenti a
livello neuronale; inoltre c’è una produzione di cellule nervose. Primi due anni di vita fondamentali. Visto
che la nostra capacità di vedere è direttamente controllata dal sistema nervoso, c’è un periodo critico oltre
il quale il sistema nervoso non si specializza più, e quindi se non è sviluppata quella competenza non si può
più raggiungere?
UNITA’ 3- LO SVILUPPO PERCETTIVO

Sensazione e percezione

 sensazione: effetto soggettivo e immediato che deriva dallo stimolo che viene a toccare il nostro
organodi senso.

 percezione: organizzazione dinamica e significativa di quelli che sono gli stimoli sensoriali del
mondoesterno (io sono sdraiato a letto, sento rumore ho sensazione del rumore fisico, ma quando
elaboro il dato è percezione)

Corredo percettivo del neonato è ridotto, imperfetto; per avere percezione sensoriale dobbiamo essere in
grado di riorganizzare quello che è lo stimolo e dargli un significato. Il sistema nervoso non è ancora
specializzato; affinché ci sia una percezione, abbiamo bisogno che il sistema nervoso si sia sviluppato
completamente.

La percezione uditiva

Le sensazioni gustative e olfattive nel neonato hanno due principali finalità:

a- La nutrizione predilige gusto dolce, latte della madre


b- La mediazione della relazione con il
genitore/tutore

Il bambino mostra espressioni di soddisfazioni con sapori dolci e odori gradevoli (odore della madre);
espressioni di disgusto e irritazione con gusti amari e odori amari. (Due batuffoli imbevuti di latte, uno
materno, uno no; il bambino si volta verso il batuffolo con il latte della madre).
Esiste una percezione uditiva precoce. Capacità innata di preferenza verso la voce della madre. I bambini,
fino al 6 mesi di età, sono ricettivi a tutti i fonemi del mondo; dopo i sei mesi, l’esposizione costante alla
stessa lingua la concretizza come lingua madre.

La percezione visiva

Campo in cui abbiamo i maggiori dati; cosa succede nei primi mesi di vita del bambino? Maggiori limiti sono
a livello visivo. Il neonato qualcosa vede, ma non ha la piena maturazione del:

a- Sistema visivo
b- Sistema nervoso

Cosa vede un neonato?

a- 1° mese di vita vista ridotta, accomodazione minima e assenza del coordinamento binoculare;
capace del movimento di inseguimento.
b- 3° mese di vita visione binoculare migliorata straordinariamente

Percezione cromatica

Alla nascita il neonato discrimina il rosso se posto al fianco del blu o del verde; a tre mesi c’è una visione
tricromatica (rosso blu e verde); a quattro mesi la visione cromatica somiglia a quella di un adulto.

La preferenza per il volto

Caratteristiche della percezione visiva; preferenza per il volto umano: capacità innata, con valore adattivo,
portandolo in contatto con altre persone. Conoscenza e sviluppo della percezione del volto si articola in:

a- Percezione del volto abilità di individuare gli aspetti salienti e comuni di altre forme
b- Riconoscimento del volto abilità a discriminare le diverse configurazioni facciali.
Caratteristiche del volto che attraggono i bambini:

a. Nitidezza dei contorni


b. Movimento facciale
c. Simmetria
d. Complesso e vario
e. Regolarità nella struttura schematica

Le costanze percettive

Costanti percettive e percezioni di distanza

Costanza di forma il neonato riesce a riconoscere i propri oggetti/giochi da diverse angolature

Costanza di grandezza vedo pallone da distante o da vicino, so che si tratta sempre dello stesso pallone;
già alla nascita esiste una parziale costanza di grandezza.

UNITA’ 4- LO SVILUPPO COGNITIVO

Lo sviluppo mentale dall’infanzia all’adolescenza, secondo Piaget

Assunti base della teoria di Piaget:

a- Lo sviluppo è comprensibile all’interno della storia evolutiva delle specie, di cui l’organizzazione
biologica e psicologica dell’uomo costituisce l’apice
b- L’organismo è attivo e si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente
c- Lo sviluppo consiste nella trasformazione di strutture che non sono innate, ma si costituiscono
grazie all’attività dell’individuo.

Il bambino è visto da P. come un organismo attivo che si modifica per adattarsi. L’intelligenza è frutto di
due processi:

1- Assimilazione l’intelligenza incorpora nei propri schemi i dati dell’esperienza


2- Accomodamento l’intelligenza modifica i propri schemi per adattarli ai nuovi dati

Tutta l’evoluzione del pensiero dell’intelligenza si fonda su questi due principi, garantendo l’adattamento
dell’organismo all’ambiente; costante equilibrio.

P. ha fatto ricerca inizialmente con i suoi tre figli (metodo osservativo). Poi, colloquio clinico, poi
esperimenti. Nello studiare e osservare questi bambini, P. ha riconosciuto diversi stadi:

• Ciascuno stadio prevede una particolare forma di organizzazione psicologica


• Il passaggio da uno stadio al successivo può essere graduale e l’età può variare da un ambito
all’altro
• Ogni stadio è qualitativamente diverso dal precedente, presenta forma e regole proprie
• Le acquisizioni di uno stadio non si perdono con il passaggio allo stadio successivo, ma vengono
integrate in strutture più evolute (integrazione gerarchica tra stadi)

Stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget:

1. Sensomotorio; 0-2 anni comprende il mondo in base a ciò che può fare con gli oggetti e con
le informazioni sensoriali.
Egocentrismo radicale: incapacità del bambino di considerare il punto di vista degli altri e sé stesso
come un’entità separata e diversa che si può confrontare con le altre persone
2. Preoperatorio; 2-6 anniconquista della rappresentazione, si rappresenta mentalmente gli oggetti
e comincia a comprendere la loro classificazione in gruppi.
a. Imitazione differita: il bambino ripete azioni viste giorni prima, non subito
b. Gioco simbolico: nella loro testa si è sviluppata la rappresentazione
c. Competenza linguistica: utilizzata come sistema di simboli
Si riferiscono a una realtà non percepita in quel momento e la evocano
Egocentrismo intellettuale: incapacità di capire che l’altra persona che ha davanti ha un punto
di vista sulla situazione presente diversa
3. Operatorio concreto; 6-12 anni la capacità logica progredisce grazie allo sviluppo di nuove
operazioni mentali (addizione, sottrazione ecc.); le azioni mentali isolate si coordinano tra loro e
diventano operazioni concrete.
Reversibilità: ad ogni operazione corrisponde un’operazione inversa; segna la genesi del pensiero
logico in quanto permette la coordinazione dei diversi punti di vista tra loro
4. Operatorio formale; 12 anni è capace di organizzare le informazioni in modo sistematico e pensa
in termini ipotetico-deduttivi.
Pensiero ipotetico deduttivo: consente di compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche e di
ricavarne le conseguenze appropriate. Una volta individuati i potenziali fattori coinvolti in un
fenomeno, li varia in modo sistematico per verificare quali causino quel fenomeno
Gli esperimenti classici di Piaget e le critiche alla sua teoria

1- Compito delle tre montagne: veniva presentato al bambino un plastico con tre montagne di diversa
altezza; dato al bambino, poteva vedere le diverse prospettive/angolature, rendendosi conto che
spostandosi vedeva le montagne diversamente. Risposto il plastico sul tavolo, dall’altra parte di
questo veniva posizionata una bambola. Al bambino veniva chiesto di descrivere cosa vedesse la
bambola. Piaget ha evidenziato che i bambini, fino agli otto anni, descrivevano il loro punto di vista
(egocentrismo intellettuale).
2- Compito della conservazione della sostanza: venivano presentati ai bambini due sfere identiche di
pongo e si veniva chiesto ai bambini se queste fossero uguali; a questo punto si prendeva (davanti
al bambino) una delle due palline e si allungava, creando un salsicciotto; si chiedeva poi al bambino
se nel salsicciotto ci fosse ancora tanto pongo come nella pallina. Fino agli 8/9 anni il bambino
sosteneva di no.
3- Compito del pendolo: si danno al bambino una serie di pesi e una cordicella appesa a un gancio e gli
si dice che può variare la lunghezza della cordicella, cambiare il peso e variare la forza della spinta.
Il compito consiste nello scoprire quale di questi fattori determina la durata di una oscillazione del
pendolo. Nello stadio operatorio formale l’adolescente verifica ogni fattore in maniera sistematica.
Egli formula un’ipotesi su quale sia il fattore determinante e la mette alla prova finché tutte le
possibilità sono state indagate.

Tre esperimenti sono stati punto di critica vs. Piaget. Molti ricercatori criticano che le capacità del bambino
risultano più avanzate rispetto a quelle valutate da Piaget. Riformulando la consegna e le domande,
presentando situazioni più realistiche e modificando gli aspetti centrali del compito, il bambino, sostiene la
critica, risolverebbe il problema. Variando piccole cose varia il risultato. Altra critica riguarda il fatto che
non vi sia stabilità e sistematicità nelle risposte che uno stesso individuo fornisce in diversi compiti, che pur
appartengono al medesimo stadio. Piaget sottovaluta il ruolo dell’esperienza sociale e dedica un’attenzione
esclusiva all’esperienza fisica e logico-matematica del bambino. Esperimenti più realistici come quello dei
due poliziotti che devono prendere il bambino dimostrano che il bambino riesce a comprendere il punto di
vista dei poliziotti.
Lo sviluppo mentale secondi Vygotskij

Pensatore russo, a lungo sconosciuto. Aveva puntato l’accento sull’influenza del contesto socioculturale sui
processi cognitivi. Lo sviluppo del pensiero e lo sviluppo dell’intelligenza sono una forma di interiorizzazione
delle forme culturali: fondamentale il contesto storico e socioculturale.

Zona di sviluppo prossimale distanza tra il livello di sviluppo effettivo e il livello di sviluppo potenziale.

C’è nel bambino uno sviluppo delle capacità cognitive che diventa effettivo solamente attraverso la
mediazione che si trova in relazione con il bambino adulto porta a termine i compiti che il bambino n
o
riesce.

Rapporto tra pensiero e linguaggio:

Piaget nelle prime fasi di sviluppo il pensiero e il linguaggio sono egocentrici, ovvero non adattati ala
realtà e non comunicabili agli altri.

Vygotskij il primo uso del linguaggio è di tipo sociale e comunicativo. In seguito, il linguaggio attraversa
una fase egocentrica (il bambino commenta verbalmente le proprie azioni). Infine, si trasforma in
linguaggio interiore o pensiero verbale. Sviluppo dell’intelligenza influenzata con la società.

Lo sviluppo cognitivo secondo Bruner

L’organizzazione del comportamento vien ben compresa tenendo ben conto degli scopi e delle intenzioni
che lo governano e delle funzioni che assolve. Nell’acquisire il pensiero maturo il bambino passa attraverso
tre forme di rappresentazione:

1- Esecutiva la realtà viene codificata attraverso l’azione


2- Iconica la realtà viene codificata attraverso le immagini
3- Simbolica la realtà viene codificata attraverso il linguaggio e altri sistemi simbolici
(linguaggio, musica)

In queste forme di rappresentazione diventa fondamentale il ruolo che il bambino ha con l’adulto.
Riprendendo Vygotskij, Bruner sostiene che i processi mentali hanno un fondamento sociale e che la
cognizione umana è influenzata dalla cultura, attraverso i suoi simboli e convenzioni. Bruner analizza le
relazioni sociali che il bambino stabilisce precocemente con chi si prende cura di lui. Scaffolding: ruolo
dell’adulto.

A differenza di Piaget, Bruner ritiene sia fondamentale il pensiero narrativo poiché:

• è una forma diversa dal pensiero razionale o logico-scientifico


• riguarda la realtà psichica e si basa su una logica intrinseca alle azioni umane (desideri, emozioni,
affetti e credenze) e alle interazioni tra individui (regole e motivazioni sociali)
• consente di organizzare l’esperienza e di rappresentare gli eventi trasformandoli in oggetto di
analisi e riflessione.

Lo sviluppo cognitivo secondo l’approccio dell’elaborazione dell’informazione

Intelligenza artificiale corrente di pensiero che sostiene che la mente umana funzioni come un
computer, e come tale possa essere analizzata. Lo sviluppo cognitivo secondo l’approccio dell’elaborazione
dell’informazione (HIP) ci dice che la mente:

a. funziona come un sistema per elaborare informazioni (metafora del computer)


b. codifica le informazioni ricevute dall’ambiente
c. esegue in successione operazioni singole e spesso indipendenti tra loro
d. individua le operazioni che servono a eseguire un dato compito cognitivo (analisi del compito); viene
descritta e spiegata la prestazione cognitiva (non la competenza)

confronto tra l’approccio piagetiano e l’approccio HIP

approccio piagetiano  enfasi sulla competenza; cambiamenti qualitativi; concetto di stadi che si
sviluppain maniera discontinua; processi di dominio-generali; pone l’enfasi sul che cosa si sviluppa

approccio HIP enfasi sulla prestazione; cambiamenti quantitativi; stadi continuativi; processi di dominio-
specifici; enfasi sul come si sviluppa

La teoria della mente

Essere umano è sistema di credenze e di desideri, e ciò lo differenzia dagli altri esseri umani. Il bambino
costituisce la propria conoscenza del mondo psicologico, arriva a comprendere sé stesso e gli altri; capisce
motivazioni, desideri, intenzioni e credenze.

Compito della falsa credenza: abbiamo due bamboline, Sally e Anna, nascondono una biglia in un cesto.
Sally esce, Anna resta e sposta la biglia dal cesto alla scatola. Rientra Sally e viene chiesto al bambino dove
crede che andrà a cercare la biglia Sally. Esperimento che permette di discriminare la capacità del bambino
nel vedere la differenza vera dalla falsa. È difficile per il bambino credere che Sally possa avere una falsa
credenza, sapendo lui (bambino) la verità.

La valutazione dell’intelligenza

Test dell’intelligenza, cosiddetti test che misurano il QI; ad inizio 900’ nascono. Aumento della
scolarizzazione e consapevolezza che non tutti ci arrivavano; necessità di capire quando mettere in atto i
programmi speciali per i bambini. Nel 1904, ministero della pubblica istruzione francese, esigenza di trovare
uno strumento per valutare eventuali ritardi; 1905: la scala di Binet (per i bambini).

Quando uscì il primo test di intelligenza si gridò al successo, poiché si aveva in mano uno strumento per
studiare i bambini, andare a testare la sua intelligenza.

Critiche al test di intelligenza:

• l’intelligenza viene vista come una capacità unitaria e stabile; un potenziale finito con cui l’individuo
nasce e che rimane costante nel corso del suo sviluppo e che non subisce cambiamenti qualitativi,
né l’influenza di condizioni ambientali.
• Possono diventare strumenti di possibile emarginazione dei bambini che risultano avere un QI
inferiore alla media.

UNITA’ 5- LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE

Le principali teorie sull’acquisizione del linguaggio

Linguaggio è una forma di comunicazione, capacità comunicativa. Esistono anche forme di conversazioni
non verbali. Esso è caratterizzato per avere una forte creatività e per essere arbitrario. Imparare a parlare
non è pronunciare le parole ma mettere insieme le parole, fare frasi, utilizzare regole e utilizzare un diverso
linguaggio a seconda dei contesti.

Abilità necessarie per imparare a parlare:

a- Analizzare i suoni linguistici che si ascoltano in modo da identificare i costituenti (morfemi, parole,
frasi)
b- Padroneggiare i pattern articolatori necessari a produrre i fonemi e le sequenze di fenomeni della
propria lingua
c- Acquisire e ampliare un vocabolario contenente un enorme numero di voci lessicali
d- Padroneggiare le regole morfologiche e sintattiche
e- Imparare a conversare in base al contesto e all’interlocutore

Il linguaggio continua a svilupparsi anche nell’adolescenza, ma le trasformazioni più consistenti si


sviluppano nei primi tre anni di vita.

La natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi

a- Suono fonologia
b- Significato semantica
1- Lessico
2- Morfologia e sintassi grammatica
c- Contesto pragmatica
1- Funzioni comunicative
2- Conversazione
3- Discorso

Qual è peso della componente innata e quale quello della componente appresa nell’acquisizione del
linguaggio?

Quali rapporti il linguaggio intrattiene con le capacità cognitive e sociali dell’individuo?

Esiste una relazione tra linguaggio e comunicazione?

Spiegazione innatista (Chomsky, 1965)

Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio LAD (language aquisition device). Programma
biologico che corrisponde ad una grammatica universale, la quale contiene la descrizione degli
aspetti strutturali condivisi da tutte le lingue naturali.

Acquisizione del linguaggio è processo attivo di scoperta di regole:

a- Indipendente sia dall’intelligenza che dalla capacità comunicativa


b- In cui la competenza linguistica precede l’esecuzione

La fase prelinguistica

Bambino nel momento in cui nasce ha già una sua comunicazione, di natura vegetativa (pianto per fame,
dolore o irritazione)

I primi suoni

0-1 mese suoni di natura vegetativa: pianto (di fame, di dolore, di irritazione); sbadigli, ruttini, gorgoglii
2-6 mesi vocalizzazioni: le vocalizzazioni del bambino si inseriscono tra i turni verbali del genitore (proto-
conversazioni)
6-7 mesi lallazione canonica: il bambino produce sequenze consonante-vocale con le stesse
caratteristiche delle sillabe, spesso ripetute due o più volte (pa.pa/ma.ma/ta.ta)
10-12 mesi lallazione variata: il bambino produce sequenze
silabiche complesse. Compaiono i primi suoni simili a parole
Gesti comunicativi:

a- performativi o deittici esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-


evento che si può individuare osservando il contesto (es: stendere il braccio con la mano aperta e il
palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente il palmo con la mano; indicare)
-utilizzati per chiedere l’intervento o l’aiuto dell’adulto richiesta
-attirare l’attenzione e condividere con l’adulto l’interesse per un evento esterno dichiarazione
b- referenziali o rappresentativi esprimono un’intenzione comunicativa e rappresenta un
referente
specifico; il loro significato non varia sulla base del contesto (es.: agitare le mani per significare
“uccello”; aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la testa per “no”).

Relazione tra repertorio gestuale e vocale nello sviluppo periodo in cui il bambino usa gesti referenziali;
periodo in cui il vocabolario raggiunge le 50 parole; diminuzione dei gesti referenziali.

Le prime parole

Dopo lallazione variata abbiamo lo sviluppo delle prime parole. Età compresa tra gli undici e i tredici mesi.
L’utilizzo delle prime parole è utilizzo in contesti specifici e contestualizzati; uso non referenziale. Si
riferiscono a persone familiari, oggetti familiari o azioni che il bambino compie abitualmente. Il bambino
che a 7 mesi dice “ma-ma” guardando qualsiasi cosa è lallazione; ma se dice “ma-ma” quando ha 11 mesi,
per voler chiamare la mamma, in quel caso è espressione di parola. Si parla si uso referenziale della parola,
perché usata in varietà di contesti e situazioni.

Le fasi dello sviluppo lessicale:

1- 12-16 mesi circa l’ampiezza del vocabolario si attesta in media sulle 50 parole
2- 17-24 mesi circa maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole: esplosione del vocabolarioil
ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine del periodo il
vocabolario si attesta mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600 parole.

Errori lessicali:

 di sovra-estensione: il bambino chiama cane qualsiasi animale a 4 zampe

 errori di sotto-estensione: il bambino chiama bambola esclusivamente la sua bambola preferita

 errori di sovra-posizione: il bambino usa aprire per riferirsi non soltanto all’azione di aprire una porta
anche all’azione di accendere la luce
m

La comprensione delle parole è sempre maggiore della produzione.

Lo sviluppo della grammatica

Morfologia: acquisizione di suffissi e prefissi, articoli, pronomi e verbi ausiliari

Sintassi: capacità del bambino di costruire combinazioni di parole con regole della lingua materna

Browen e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le parole che compaiono nei medesimi contesti

1- Classe perno piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente e sempre in


posizioneiniziale della frase
2- Classe aperta tutte le altre parole del vocabolario, che sono più numerose ma ricorrono meno
frequentemente e non hanno una posizione fissa

Critiche:

- scarse conferme della presenza delle classi perno e aperta


- è descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la dimensione semantica

Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi semantica alla produzione linguistica dei bambini che
imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo

1- I bambini producono espressioni di 2 o più parole che contengono la struttura nucleare della frase,
cioè un predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con cui si pronuncia la frase
2- La struttura nucleare minima si amplia e include strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi
inserite.

Lo sviluppo morfosintattico

a- Morfologia verbale: 3 anni di produzione- 7 anni di comprensione non c’è accordo tra soggetto e
verbo (il cane inseguono i gatti)
b- Morfologia nominale: 3 anni forme del genere (m/f) e del numero (singolare/plurale) relative
ai nomi
c- Morfologia pronominale: 3-4 anni pronomi personali, bambino fa primi discorsi

Imparare a usare il linguaggio

Competenza pragmatica; bambino deve imparare a adattare la modalità linguistica a seconda


dell’interlocutore. Verso i 4 anni il bambino è in grado di adattare il suo linguaggio; frasi più semplici
quando si parla con coetanei; dialoghi più complessi con altra gente. Tra i 3 e i 6 anni i bambini sanno
modulare il discorso in base all’interlocutore (vs. Piaget, pensava che fino a 7 anni il linguaggio fosse
egocentrico).

La consapevolezza metalinguistica

Capacità dei bambini di trattare il linguaggio in quanto linguaggio; permette al bambino di riflettere sul
linguaggio in quanto sistemi di simboli. Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetti di analisi,
considerarle per sé stesse piuttosto che come veicolo di intenzioni e significati.

Verbi che si riferiscono a stati mentali: credere, pensare, dubitare

Verbi che si riferiscono ad atti linguistici: pregare, maledire, promettere, ordinare

Termini con cui ci si riferisce a parti o unità del codice linguistico: parole, frasi, sillabe, lettere

Processo di conoscenza della scrittura

a- Fase pre-sillabica non differenzia la scrittura del disegno


b- Fase sillabica il segno scritto corrisponde a una forma sonora
c- Fase sillabico-analfabetica la sillaba corrisponde a un segmento acustico ma la lettera
no d- Fase alfabetica verbalizzare gli attributi criteriali

Processo di conoscenza della lettura

a- Fase olografica riconoscimento di configurazioni


percettive b- Fase alfabetica regole grafema-fonema
c- Fase ortografica lessico ortografico indipendente dalle caratteristiche percettive
UNITA’ 6- LO SVILUPPO SOCIALE

La coscienza di sé e degli altri

Il neonato è un essere sociale; da subito sviluppa le sue competenze attraverso uno scambio bidirezionale
con gli altri. Da un punto di vista dello sviluppo sociale, diventano importanti le relazioni sociali con le altre
persone per lo sviluppo del bambino.

Competenza sul piano sociale:

a- Capacità di comprendere le persone e sé stesso come dotati di stati interni, emozioni, pensieri etc.
b- Non si sa se si sviluppa prima una coscienza di sé o degli altri ma lo sviluppo sociale subisce un
notevole impulso quando si verifica la differenziazione tra i due
c- La consapevolezza di sé oltre che interna può essere vista come esterna e generale
autoconsapevolezza a conoscenza sociale

La coscienza di sé si articola in:

a. Sé esistenziale componente implicita del sé che organizza l’esperienza


b. Sé categorico componente esplicita del sé che deriva dall’autoconsapevolezza (dai 2 anni)

Consapevolezza di sé si articola in:

a. Consapevolezza primaria coincide con il sé esistenziale e si basa:


1- Sulla percezione immediata e precoce proveniente dalle informazioni sensoriali
2- Sulla comunicazione verbale e non verbale nelle interazioni diadiche
b. Consapevolezza secondaria coincide con il sé categorico e si basa:
1- Sulla capacità di rappresentazione e di autoriflessione
2- Sullo sviluppo delle competenze linguistiche

A che età il bambino attua il passaggio da sé esistenziale a sé categorico? Indicatore: abilità di riconoscere
la propria immagine allo specchio; fino a 4-5 mesi i bambini sono attratti dall’immagine della madre ma non
dalla loro; 12-18 mesi capacità di riconoscersi allo specchio (esperimento pallino rosso sul naso). La
consapevolezza di sé inizia a 15 mesi.
La conoscenza degli altri: criterio utile a capire se c’è consapevolezza degli altri: la familiarità. Durante i
primi mesi i neonati non reagiscono alle persone sconosciute. A 3 mesi le osservano; a 6-8 mesi ne hanno
timore. Le relazioni di paura nei confronti dell’estraneo: le reazioni sono diverse a seconda delle persone. I
bambini mettono in relazione l’altro in base all’immagine che hanno costruito di sé. La percezione dell’altro
tiene conto di stabilità spazio-temporale, emozioni e consapevolezza del punto di vista altrui.

Lo sviluppo morale secondo Piaget

Tre dimensioni dell’acquisizione delle norme morali

a- Significato affettivo-emotivo: fornisce indicazioni su come sentirsi se si rispettano o meno le norme


b- Guida per la condotta: prescrizione di comportamenti socialmente desiderabili e sanzione di quelli
non desiderabili
c- Conoscenza delle norme: comprensione del significato implicito ed esplicito delle norme, favorita
dallo sviluppo intellettivo

1- Anomia
2- Realismo morale: morale eteronoma; fino a 8-9 anni. Per Piaget 8-9 anni età fondamentale dello
sviluppo (esperimento conservazione dei liquidi).
Possiede un punto di vista egocentrico: giudica la responsabilità oggettiva (conseguenza
dell’azione) più importante della responsabilità soggettiva (intenzionalità) (esperimento 2 tazze). Il
bambino utilizza una morale eteronoma: a validità dei principi morali è strettamente connessa con
l’autorità che li promuove. Rispetta le norme morali per paura delle sanzioni; considera la
menzogna un comportamento sbagliato tanto più grave quanto più si discosta dalle realtà.
2.1 Relativismo morale (dai 9 anni): considera le regole come determinate dal consenso reciproco e
quindi modificabili; utilizza una morale autonoma: la validità dei principi morali è svincolata
dall’autorità che li promuove; attribuisce importanza agli elementi specifici della situazione e
alle intenzioni (responsabilità soggettiva); considera la menzogna immorale in sé perché
danneggia la fiducia reciproca e i rapporti interpersonali, minando la stabilità e l’ordine sociale;
ritiene che tutti abbiano diritto al rispetto e alla giustizia.
3- Soggettivismo morale

Pratica e coscienza di regole secondo Piaget:

 primo stadio, abitudini motorie: il bambino manipola gli oggetti non secondo regole, ma secondo
regolarità individuali in funzione dei suoi desideri e secondo schemi di comportamento rituali. Il gioco è
individuale e mancano le regole collettive.
-Primo livello: la regola viene inconsapevolmente subita.

 secondo stadio, egocentrismo (2-5 anni): il bambino imita le regole codificate che riceve dall’esterno
e imita i bambini più grandi iniziando a praticare le regole. Gioca senza entrare in rapporto con i
compagni, senza competere. Ognuno gioca per proprio conto, senza preoccuparsi delle regole.
-Secondo livello: la regola viene considerata sacra e intangibile, impostata dagli adulti e per questo
intrinsecamente valida. Modificare le regole significa trasgredire

 terzo stadio, cooperazione incipiente (6-11 anni): compare l’agonismo e ognuno vuole vincere. Nasce
l’esigenza di cooperare per codificare le regole in base con le quali definire vincitori e vinti.
-Terzo livello: le regole sono concepite come frutto del consenso reciproco e generale e, come tali, possono
essere modificate

 quarto stadio, codificazione delle regole (dagli 11 anni): le regole assumono un significato collettivo
e ben definito che tutti conoscono. Si acquisisce la consapevolezza che per cambiare le regole è
necessario l’accordo di tutti.

Lo sviluppo morale secondo Kohlberg

La storia di Heinz; moglie moribonda a causa di un tumore curabile solo con un farmaco che il farmacista
vende a caro prezzo. Heinz tenta una mediazione con in farmacista; Heinz sottrae il farmaco.

Kohlberg poi chiede ai bambini di dare un giudizio sul comportamento di Heinz. Tre livelli morali:

a- Livello pre-convenzionale (fino a 9-10 anni) valutazione delle conseguenze delle azioni
sul soggetto stesso.
1° stadio: orientamento premio-punizione
2° stadio: orientamento individualistico e strumentale
b- Livello convenzionale (13-20 anni) focalizzazione sui rapporti interpersonali e sui valori sociali.
3° stadio: orientamento del bravo ragazzo
4° stadio: orientamento al mantenimento dell’ordine sociale
c- Livello post-convenzionale (dopo i 20 anni) focalizzazione su principi etici astratti
5° stadio: orientamento del contratto sociale
6° stadio: orientamento della coscienza e dei principi universali
La relazione tra pari

Le prime relazioni coi pari

 unidirezionalità: all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro


 interazioni speculari contemporanee: i bambini tendono a fare la stessa cosa contemporaneamente
 interazioni speculari differite: il bambino imita l’azione dell’altro

bambino L’evoluzione delle relazioni coi pari:

a- età prescolare dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. Si sviluppano


le attività di gruppo grazie all’incremento delle capacità comunicative e delle capacità simboliche:
giochi di finzione.
b- Infanzia le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla comunanza di
interessi e di attività. In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni dello stesso
sesso (segregazione sessuale).
c- Adolescenza le relazioni diventano stimolo di confronto, fonte di sostegno e supporto
all’autostima.

Comportamenti aggressivi e bullismo

Relazione di abuso sistematico di potere di un individuo (il bullo) su un altro (la vittima). Caratteristiche:

a- Intenzionalità delle prepotenze


b- Reiterazione delle prevaricazioni
c- Squilibrio di potere, psicologico, fisico o sociale

Bullismo diretto/bullismo indiretto

Ruoli: aiutante del bullo; sostenitore del bullo; difensore della vittima. Caratteristiche di bullo e vittima:

a- Teoria della mente di secondo ordine


b- Buone competenze narrative
c- Livelli più elevati di machiavellismo
d- Livello di autostima nella media
e- Buon senso di autoefficacia
f- Atteggiamento passivo nei confronti della violenza

UNITA’ 7- LO SVILUPPO EMOTIVO

Il significato e le funzioni delle emozioni

Emozione: esperienza complessa, multisensoriale e processuale che svolge un ruolo di organizzatore


cognitivo-affettivo e che media il rapporto tra l’organismo e l’ambiente. Modificazione del normale stato di
quiete dell’organismo che si esprime con l’impulso all’azione e specifiche reazioni fisiologiche interne,
designando diverse risposte emotive.

Le dimensioni dell’emozione:

• fisiologica presenza di specifiche reazioni corporee connesse alle diverse emozioni


• cognitiva valutazione e attribuzione di significato alle reazioni messe in atto dall’organismo,
chestimola l’individuo a far fronte agli eventi
• motivazionale regolazione del comportamento in relazione ai desideri e agli scopi
• espressione comunicativa presenza di configurazioni facciali e altre manifestazioni non verbali,
universali e specifiche per ogni emozione
• sociale presenza di un carattere specifico che dipende dal contesto e dalle relazioni

Le principali teorie dello sviluppo emotivo

Teoria della differenziazione emotiva (Sroufe- 1979) stato di eccitazione indifferenziata. Precursori
dell’emozione: sorriso endogeno, trasalimento e pianto. Sviluppo dopo il terzo mese del:

a- sistema piacere-gioia: il sorriso endogeno evolve in sorriso sociale, riso e attivo di gioia
b- sistema circospezione-paura: il disappunto e il trasalimento evolvono in emozioni di paura e
circospezione
c- sistema frustrazione-rabbia: delusione e circospezione evolvono in emozioni di collera

Teoria differenziale delle emozioni:

0-2 mesi: reazioni sensorio/affettive: reazioni fisiologiche che comunicano i bisogni e stabiliscono un
contatto con il caregiver
3-9 mesi: reazioni percettivo-affettive: attenzione più specifica verso persone e oggetti.
9-24 Mesi: reazioni cognitivo/affettive: maggior consapevolezza di sé e
dell’ambiente, emozioni sociali (timidezza, senso di colpa, vergogna)

Dopo i due anni lo sviluppo emotivo prosegue con la regolazione dell’emozione.

Lo sviluppo delle emozioni

Espressione dell’emozione: qualità espressive del neonato che consentono all’adulto di capirne i bisogni e
lo stato emotivo

Riconoscimento delle emozioni: capacità del neonato di comprendere che cosa prova lui stesso e che cosa
provano gli altri

Espressioni delle emozioni: le emozioni si esprimono tramite pattern universali e specifici; le prime reazioni
emotive (disgusto-piacere) si configurano come risposte espressive comuni a più situazioni. Il sistema
edonico di piacere-dolore è l’unico a esprimersi con pattern mimici universali e invarianti. Le reazioni
fisiologiche del neonato acquisiscono significato grazie al caregiver, che vi attribuisce un’intenzione
comunicativa.

Il riconoscimento delle emozioni: l’attenzione precoce per il volto favorisce il processo di differenziazione e
di comprensione delle espressioni emotive. Il neonato precocemente risponde in modo congruo alle
espressioni di gioia, tristezza e collera e mostra disagio se esse sono sfasate o non adeguate al ritmo
dell’interazione. Il riconoscimento delle emozioni precede l’effettiva comprensione del loro significato.
Nell’interazione diadica si creano aspettative basate sul significato delle diverse espressioni emotive, che
aiutano il bambino a regolare il proprio comportamento. Lo sviluppo emozionale diventa fondamentale per
interagire con la società.

Espressione e riconoscimento delle emozioni

Legame di attaccamento predisposizione biologica del piccolo verso chi si prende cura di lui,
assicurandogli la sopravvivenza (Bowlby). Una motivazione intrinseca e primaria basata sulla ricerca di
contatto e confronto, che si attiva nelle situazioni di pericolo. Il legame è duale. Un sistema di controllo di
tipo cibernetico, con lo scopo di mantenere un equilibrio omeostatico tra vicinanza ed esplorazione. Un
comportamento orientato ad uno scopo comune: la sopravvivenza e il successo emotivo.

Fasi dello sviluppo del legame di attaccamento:


fase 1, 0-2 mesi comportamenti di segnalazione di avvicinamento: ricerca non selettiva di contatto
e prossimità.

Fase 2, 3-6 mesi comunicazioni dirette: ricerca selettiva di contatto e prossimità con le figure familiari
che si occupano di lui

Fase 3, 6-24 mesi segnali di mantenimento della vicinanza: creazione dell’effettivo legame orientato
e preferenziale, ricerca di contatto con il caregiver e paura dell’estraneo

Fase 4, dai 24 mesi relazione basata su uno scopo programmato: proseguimento di scopi comuni regolati
dai feedback provenienti dall’ambiente

Tipologie di attaccamento:

a- Attaccamento insicuro-evitante. Madre insensibile ai segnali dei bambini, rifiutante del contatto
fisico. Bambino non ha fiducia in una risposta adeguata da parte della madre; distacco, evitamento
del contatto. Nel bambino, eccesso di autonomia e indifferenza alla separazione.
b- Attaccamento sicuro. Madre sensibile alle richieste e ai segnali di disagio del bambino. Bambino
trova fiducia e sicurezza interna; mostra segni di disagio alla separazione, ma al ritorno della madre
si lascia consolare.
c- Attaccamento insicuro ansioso-ambivalente. Madre imprevedibile nelle risposte, dettate più dai
suoi bisogni che da quelli del bambino. Bambino incerto rispetto alla disponibilità materna, non
riesce ad utilizzarla come base sicura e ne è assorbito completamente. Forte disagio alla
separazione, inconsolabile al ritorno della madre.
d- Attaccamento disorganizzato. Madre dominata da esperienze traumatiche irrisolte, non risponde
alle richieste del bambino. Bambino non dispone di strategie stabili. Comportamenti contraddittori,
azioni mal dirette, stereotipate e asimmetriche, congelamento, immobilità, disorientamento.

Sviluppo affettivo e legami di attaccamento

Famiglia è sistema aperto, in continua modificazione. Può modificarsi nel tempo; ogni componente della
famiglia è autonomo. La famiglia nel suo insieme è diversa dalla somma dei singoli componenti.

Autoregolazione: famiglia è sistema dinamico che cambia in continuazione e riesce a cambiare a seconda
del contesto.

UNITA’ 8- L’ADOLESCENZA

Aspetti generali e cambiamenti somatici dell’adolescenza

Costruzione dell’identità personale; essa coincide con due dimensioni:

a- Idea che un individuo ha di sé, ossia che pensa di essere


b- Ciò che l’individuo è realmente

Nella pubertà e nell’adolescenza il senso di identità si esprime tramite:

1- Idea di sé cercata: ricerca attiva di esperienze e situazioni in cui mettersi alla prova
2- Idea di sé riflessa: ricerca di una coerenza delle qualità personali e nelle esperienze; sforzo di
riflessione e consapevolezza.
Erikson, concezione dello sviluppo di tipo stadiale. 8 stadi psicosociali; nell’evoluzione dell’essere umano,
ad ogni stadio l’essere umano vive una crisi, e la risoluzione di questa crisi gli permette di arrivare al
prossimo stadio, se non ci riesce, resta intrappolato in quella fase dello sviluppo.

Concetti principali della teoria di Erikson:

• L’identità dell’io: l’io svolge diverse funzioni:


a- Organizzare e mediare gli impulsi dell’es e del super io
b- Mantenere l’unitarietà e centralità della persona
c- Garantire flessibilità del rapporto con l’ambiente
• L’idea personale: il sentimento cosciente che consiste nella percezione della continuità
dell’esistenza propria e altrui nel tempo
• Identità negativa: costituzione di un’identità mediante identificazioni e ruoli non socialmente
desiderabili
• Sviluppo dell’identità: 8 stadi organizzati in sequenza a cui corrispondono CRISI PSICOSOCIALI, con
esito adattivo o disadattivo.

L’identità adolescenziale

Sviluppo intellettivo in adolescenza acquisizione di un pensiero operatorio formale:

a. Raggiungimento delle capacità di astrazione


b. Nascita della capacità di formulare ipotesi e di trarre conclusioni
c. Capacità di valutare diverse combinazioni tra variabili
d. Capacità di utilizzare il pensiero proposizionale
e. Scoperta del piacere dell’utilizzo del pensiero piacere nel ragionare su determinati fatti,
soprattutto nell’esporre il risultato del suo ragionamento (ecco perché discute)
f. Sviluppo del pensiero narrativo capacità di pensare e sviluppare una narrazione, anche
di fantasia.

Lo sviluppo cognitivo e il pensiero operatorio formale

Sviluppo morale dell’adolescente: ragionamento morale si avvale degli strumenti del pensiero formale ed
è sostenuto dai progressi conseguiti nel processo di formazione dell’identità.

Sviluppo morale nella teoria di Kohlberg:

a- Preadolescenza raggiungimento del livello convenzionale, in cui conta il rispetto delle norme
socialmente approvate e non più le conseguenze immediate delle azioni individuali
b- Adolescenza raggiungimento del livello post-convenzionale, in cui le leggi morali vanno
rispettate, in modo da garantire sia i diritti individuali sia i valori universali.

Influenza dei fattori socioculturali sullo sviluppo delle norme: nell’adesione alle norme morali giocano un
ruolo determinante: status economico; valori della cultura di appartenenza; stile familiare.

Giudizio morale e comportamento secondo Kohlberg: stimolare lo sviluppo cognitivo rappresenta un


compito educativo importante per favorire il comportamento morale, dato che non si possono seguire
principi morali, se questi non vengono capiti o se non si crede in essi. (Kolhberg, 1976).

I giovani impegnati in attività politiche e/o sociali raggiungono livelli di giudizio morale post-convenzionale
in percentuali maggiori. Gli adolescenti invece con una storia di condotta deviante utilizzano criteri di
giudizio morale preconvenzionali.
Lo sviluppo morale

Famiglia e adolescenti, 3 possibili sviluppi. Lo stile personale con cui i genitori entrano in relazione con il
figlio adolescente svolge un ruolo importante nel favorire la competenza sociale e lo sviluppo dell’identità
degli adolescenti. In particolare, si differenziano tre stili:

1. Genitore relazionato capisce i punti di vista dell’adolescente, prende in considerazione le


sueproposte, fornisce consigli senza imporsi favorendone lo sviluppo dell’autonomia
2. Genitore autocentrato resta fermo nelle sue convinzioni, credendo di possedere migliori
strumenti per comprendere il bene del figlio e per stabilire le regole a cui obbedire
3. Genitore evasivo appare spesso arrabbiato o deluso ed è psicologicamente assente

Le relazioni con i coetanei hanno il ruolo di rafforzare i processi di:

a. Identificazione
b. Differenziazione/individuazione
c. Integrazione relazionale

Appartenere al gruppo nasce da un bisogno di affiliazione: esigenza di trovare supporto, condivisione


e approvazione diventa bisogno di appartenenza: scelta selettiva di attività e di riferimenti valoriali
congrui con l’immagine di sé che l’adolescente sta costruendo. La capacità di instaurare relazioni di
amicizia è generalmente:

a- Indice del benessere psicologico


b- Indice della sua capacità di cooperare e di negoziare
c- Fattore protettivo del rischio di disagio sociale

L’amicizia ha un diverso valore per:

a. Preadolescenti piacere di stare insieme; condivisione del tempo e delle attività; creazione
di rapporti di cooperazione e di reciprocità
b. Adolescenti riconoscimento delle caratteristiche personali; mutuo rispetto e accettazione
dell’altro; relazione da cui esigere maggiore vicinanza e intimità (importanza delle confidenze).

Potrebbero piacerti anche