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Ritengo ora opportuno introdurre le ottave, croce e delizia di tutti i pianisti.

Come si eseguono le ottave? Mia zia diceva che si fanno di polso, ed era specialista
nel farle…: c’era infatti quel famoso pezzo che si suonava allora…

che si faceva di polso… (applauso). I tempi sono mutati, diciamo la verità, ed i


pianoforti sono più pesanti: chiunque ha suonato qui questa mattina si è accorto del
fatto che questo pianoforte è nuovo, ed ha la tastiera pesantissima; pretendere di fare
le ottave solamente con l’articolazione carpica (cioè con il carpo, ovvero di polso),
sarebbe veramente criminale…
Dunque, le ottave si fanno con la caduta dell’avambraccio: torniamo alle famose
“cadute” dell’inizio, e con questo chiudiamo un ciclo. È semplicissimo. (Esegue la
scala di Do maggiore, come riportato più sotto, prima ripetendo ogni nota 4 volte, poi
3, poi 2, e infine senza ripetizioni, come segue):

Dove avviene l’articolazione? Avviene qui dentro… io potrei tediarvi eseguendo,


alla tarda età di 73 anni, tutto il ciclo delle 12 tonalità, facendole in ottave, senza mai
fermarmi, perché così non ci si stanca: non ci si può stancare. Viceversa, è
pericolosissimo fare le ottave differentemente: con il polso (anche se in qualche
momento può essere richiesto questo tipo di sonorità particolare), perché i filamenti
qui si accavallano, e vengono fuori queste cosiddette “noccioline”, che non sono altro
che degli accavallamenti di gangli, che poi sono molto difficili da togliere (non è certo
l’inconveniente peggiore, ma è sicuramente grave); oppure fare le ottave con
l’avambraccio molto sopra, come consigliano alcuni, per gli inconvenienti che può
provocare. Noi facciamo invece una semplicissima caduta d’avambraccio.
Ieri avete sentito l’esecuzione di alcuni studi con ottave, ed è stato il momento forse
più elementare della loro esecuzione, perché le facevano più spontaneamente di un
passaggio brillante: è infatti un passaggio brillante di note consecutive che è difficile
(avete sentito il n. 65 (del Gradus ad Parnassum) suonato da Michele Campanella, o
il n. 21 (sempre del Gradus) con le ottave spezzate suonato da Sandro De Palma. Io vi
assicuro che le ottave fatte con l’avambraccio e con l’articolazione del gomito sono
facili.
Se adesso qualcuno di voi vuole provare, si accomodi, e non lo divorerò… (imbarazzo
dei presenti…). Io consiglierei, in prima istanza, di fare una scala per l’estensione
di una sola ottava ripetendo 4 volte ogni nota: un esercizio elementarissimo.

(L’allieva esegue con un suono piuttosto pesante)… Impegnati meno con la


pressione… fai solamente la caduta, rimbalza come se stessi giocando a palla…
non tendere… solamente le due dita che suonano l’ottava devono essere tese.
Adesso due volte ogni nota:

Non tirare le dita… solamente queste due. Adesso una sola volta per ogni nota:
Non tendere la mano, altrimenti limiti la velocità… tienila riposata; le dita che suonano
devono essere forti, ma il centro riposato.
Adesso fai la scala minore, mettendo il 4° dito sui tasti neri (esegue la scala di Do
minore).
(Chiama un altro allievo, che la scala con quattro note ripetute). Cammina un po’ di
più… non alzare tanto… suona tutto con la stessa sonorità, e non dare accenti.
Adesso fai tre volte per ogni nota:

Ora due volte (come sopra). Ora fai una scala di 2 ottave:

C’è ancora un po’ di tensione, ma non c’è male…


Ora fai la scala di Sol maggiore 4 volte per ogni nota (esegue). Dorso della mano ed
avambraccio ben riposati: contrai solamente le dita che fanno l’ottava. Non ballare
con le spalle… solamente l’avambraccio si deve muovere. Riposa bene sulla nota
superiore, e cerca di conservare questo riposo.
Ora prova a fare la scala di Do#, solamente con l’avambraccio; ora Do# minore… ora
di 2 ottave.
Perché le ottave di avambraccio sono più facili di quelle di polso? Perché quelle
di polso impongono a cinque diversi complessi tendinei di funzionare
rapidamente; viceversa, quelle di avambraccio chiedono solamente al flessore
profondo dell’avambraccio di intervenire. Quindi le ottave si fanno con
l’avambraccio, e non con la cosiddetta articolazione del polso; questa è una
prerogativa di alcuni pianisti che hanno questa particolare predisposizione. Ma se
dobbiamo insegnare le ottave, è bene insegnare a farlo con la caduta dell’avambraccio.

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