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Il tema

Un’opportunità valida
per la salute,
sostenibile per l’ambiente

I legumi: ingredienti
antichi, protagonisti
ritrovati della dieta sana
Laura Rossi
Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, Roma

Introduzione Sono queste le ragioni che hanno spinto la FAO


(United Nations Food and Agriculture Organi-
Con il termine “legumi” si intendono i semi com- sation) a dichiarare il 2016 “anno internazionale
mestibili delle piante appartenenti alla famiglia dei legumi”, così da promuoverne il consumo,
delle leguminose, disponibili allo stato fresco o anche alla luce del fatto che il loro ruolo nell’am-
secco. Sono legumi il fagiolo, il cece, la lentic-
bito della sicurezza alimentare non è adeguata-
chia, la cicerchia, la soia, il pisello e la fava.
mente riconosciuto e valorizzato (www.fao.org/
Tra gli alimenti vegetali, i legumi sono quelli a
pulses-2016/en/).
maggior quantitativo di proteine, molto più
Infatti, dal punto di vista produttivo, la coltiva-
che frumento e riso. Ricchi inoltre di micronu-
zione di legumi presenta una maggiore so-
trienti, in particolare ferro, zinco e vitamine del
stenibilità ambientale e minori costi rispetto
gruppo B, contengono pochi grassi e molta fibra
(Tabella 1). Questo profilo nutrizionale li rende alla produzione di proteine animali, in quanto i
adeguati ad essere componenti cardine di una legumi necessitano di minori risorse, in termini
dieta sana, adatta a prevenire l’obesità e le altre di consumo idrico, concimi e prodotti chimici.
malattie croniche legate a un’alimentazione non Infine, i legumi possono contribuire a incremen-
equilibrata quali diabete, malattie cardiovasco- tare la fertilità del suolo con ricadute benefiche
lari e cancro. Ultimo, ma non per importanza, sull’ambiente.
il fatto che i legumi coniugano l’elevato valore
nutrizionale con il basso costo: significa che il Sostenere un aumento del consumo di legumi,
loro inserimento nella dieta rappresenta un va- soprattutto se vengono impiegati in sostituzione
lore aggiunto, anche in termini di sostenibilità di alimenti con più elevato impatto ambientale, è
sociale ed economica. un’opportunità sostenibile sia in termini di ridu-

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Tabella 1 – Composizione nutrizionale dei legumi secchi più comuni (g/100g)

Nome scientifico Nome comune Proteine Carboidrati Fibra Grassi


Lens culinaris Lenticchie 25,8 60,1 30,5 1,06
Pisum sativa Piselli 24,6 60,4 25,5 1,16
Cicer arietinum Ceci 19,3 60,7 17,4 6,04
Faseolus vulgaris Fagioli rossi 22,5 61,3 15,2 1,06
Fagioli pinti 21,4 62,6 15,5 1,23
Fagioli bianchi 22,3 60,8 24,4 1,50
Fagioli neri 21,6 62,4 15,2 1,42
Vicia faba Fave 26,1 58,3 25,0 5,70
Fonte: Patterson et al., 2009 - US Department of Agriculture, Agricultural Research Service

zione dell’impatto della dieta, sia come strategia Anche senza entrare nel dettaglio dei singoli
di miglioramento della salute. componenti, la visione generale della tabella è
illuminante rispetto alla capacità preventiva del
Gli italiani non consumano consumo di legumi nei confronti delle malattie
cronico-degenerative e dell’obesità (Patterson et
legumi a sufficienza
al., 2009).
I dati di consumo (INRAN/SCAI 2005-2006) mo-
strano che la popolazione italiana consuma cir- Il profilo nutrizionale
ca 80 grammi a settimana di legumi (Leclercq
dei legumi da conoscere
et al., 2009): tradotto in porzioni, corrisponde a
meno di una porzione a settimana. Il profilo in nutrienti dei vari tipi di legumi, pur con
Secondo le Linee Guida per una sana alimen- lievi differenze, è sostanzialmente sovrapponibi-
tazione italiana (INRAN, 2003) ne dovremmo le. La caratteristica nutrizionale di questi alimenti
mangiare almeno 2-3 porzioni a settimana, è l’abbondanza di proteine, che rende i legumi
ma anche di più, da soli o abbinati ad altri ali- una importante fonte di proteine di origine ve-
menti, vista la loro versatilità di preparazione in getale. Infatti, allo stato secco ne contengono
cucina. Teniamo presente che una porzione di dal 20 al 40%: una percentuale quasi doppia
legumi freschi corrisponde a 80-120 g, mentre rispetto a quella dei cereali e molto vicina a
se li prepariamo a partire dal prodotto secco quella dei prodotti di origine animale.
dobbiamo considerare circa 30-40 g. Anche la qualità delle proteine dei legumi è mol-
Si evidenzia quindi una distanza tra raccoman- to buona, in alcuni casi, come per la soia, para-
dazione e consumo che è ancora più marcata in gonabile a quella della carne: se, infatti, consi-
alcune fasce di età: infatti più della metà (54%) deriamo 100 il valore biologico delle proteine
dei bambini italiani non consuma affatto le- della carne, quello dei legumi è 80 e quello
gumi e solo il 19% li mangia 2-3 volte a settima- della soia è addirittura 95 (LARN, 2014).
na (Martone et al., 2013). Non è un caso se soprattutto in passato erano
ritenuti la “carne dei poveri” e che oggi siano ali-
Promuovere il consumo di legumi significa pro- menti particolarmente preziosi per chi segue un
muovere la salute. Infatti i loro effetti positivi sono regime vegetariano o vegano, in cui rappresen-
sempre più consolidati. Nella tabella 2 sono ri- tano una importante fonte proteica. La presenza
assunti i potenziali effetti preventivi dei nutrien- di proteine vegetali è comunque fondamentale
ti e dei composti bioattivi contenuti nei legumi. in ogni regime alimentare perché permette di ri-

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Tabella 2 - Potenziali benefici per la salute di nutrienti e fattori bioattivi presenti nei legumi

Gestione Malattie
Diabete Cancro
del peso cardiovascolari
Nutrienti
Proteine e idrolisati di proteine • •
Amido resistente • • • •
Fibra • • • •
Oligosaccaridi • • • •
Folati • •
Potassio •
Selenio •
Zinco •
Fattori bioattivi
Inibitori della proteasi • •
Saponine • •
Fitosteroli • •
Lecitine • •
Fitati • • •
Acidi fenolici (lignani, tannini, flavonoidi) • • • •
Fonte: Modificata da Patterson et al., 2009

durre la quota delle proteine da fonte animale, possono consumare freschi, come piselli e fave,
garantendo un’alimentazione più equilibrata e anche vitamina C, ma anche sostanze bioattive
protettiva per lo stato di salute. come i fitosteroli, saponine, fitati, acidi feno-
lici, ecc. che contribuiscono ad avere un ruolo
Sarebbe però riduttivo considerare i legumi solo protettivo nell’insorgenza delle malattie croniche.
in relazione alla quota proteica. Peculiare è an-
che il loro elevato apporto di fibre, sia solubili Legumi: longevità
sia insolubili, che hanno molti effetti protettivi
e malattie croniche
sulla funzionalità intestinale e rallentano l’assor-
bimento di zuccheri e grassi, contribuendo quin- Le diete povere di alimenti di origine animale e
di a modulare i livelli di glicemia e di cole- ricche di frutta, verdura, cereali integrali e legumi
sterolo. A ciò si aggiunge una ridotta presenza rappresentano un vantaggio per la salute. Molti
di grassi (dal 2 al 5%) e una abbondanza di studi epidemiologici degli ultimi 20 anni hanno
carboidrati (che rappresentano circa il 50% del confermato queste osservazioni; l’effetto protetti-
loro peso), che danno buon apporto energetico, vo degli alimenti di origine vegetale (e dei legumi
senza però un elevato indice glicemico, quin- in particolare) è legato alla loro capacità pre-
di senza determinare un’impennata degli zuc- ventiva nei confronti delle malattie cronico-
cheri nel sangue dopo il loro consumo. degenerative, tra cui le malattie cardiovasco-
Inoltre i legumi sono ricchi di preziosi micronu- lari, il diabete, il cancro. È importante, inoltre,
trienti, dai minerali, in particolare ferro, selenio, il loro ruolo nella capacità di gestione del peso
zinco, calcio, fosforo e potassio, alle vitami- corporeo e per la funzione intestinale.
ne, soprattutto del gruppo B e, in quelli che si Tutto questo fa sì che il consumo di legumi sia

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anche associato a maggiore longevità (come il transito intestinale del cibo dopo la digestio-
dimostrano gli studi epidemiologici), grazie alla ne. Questo effetto è molto importante ai fini della
riduzione della mortalità per malattie croniche. riduzione dell’assorbimento del colesterolo e
Lo dimostrano i dati su popolazioni caratterizza- degli zuccheri e quindi della modulazione della
te da longevità come i Giapponesi, che mangia- colesterolemia e della glicemia. Inoltre, la fer-
no regolarmente cibi a base di soia, quali tofu, mentazione delle fibre fa sì che i composti inter-
natto e miso; ma anche la bassa mortalità as- medi, che passano indigeriti nel colon, agiscano
sociata alla Dieta Mediterranea può avere, tra i da prebiotici diventando quindi anche substrati
suoi determinanti, il consumo di lenticchie, ceci utili per il mantenimento e lo sviluppo di un’a-
e fagioli, tipiche coltivazioni delle aree mediterra- deguata flora batterica intestinale (microbiota)
nee (WHO, 2013). È difficile identificare un solo (Bird et al., 2010). Tutto questo è noto per essere
componente a cui attribuire questi effetti positivi; un fattore di protezione per alcuni tipi di cancro,
è più probabile che la scelta di alcuni alimenti (in in particolare quello del colon (Mathers, 2002).
questo caso i legumi) sia l’indicatore generale di
uno stile dietetico più attento e protettivo per la Controllo del peso
salute. I legumi sono caratterizzati anche da un eleva-
to potere saziante e il loro inserimento in una
Malattie cardiovascolari dieta controllata dal punto di vista energetico è
Un pattern alimentare, che preveda l’assunzione utile anche per la gestione del peso. Infatti, con
frequente di legumi e nel quale venga contenuto l’aumentare della quota proteica in una dieta se
il consumo di grassi saturi, permette di control- ne aumenta anche la capacità saziante. In que-
lare il profilo lipidico e ridurre il rischio car- sto senso, dunque, l’inclusione dei legumi negli
diovascolare. I legumi, grazie all’elevato conte- schemi dietetici può essere utile soprattutto per
nuto di fibre, hanno la capacità di modulare la ridurre il carico di proteine di origine anima-
colesterolemia e i livelli di trigliceridi nel sangue, le, bilanciandolo con una buona fonte di proteine
così come concorrono a tenere sotto controllo di origine vegetale (Li et al., 2014).
pressione, il diabete e l’obesità (Winham et al.,
2007). Quali legumi scegliere?
In base a gusto e cucina
Diabete
I legumi sono caratterizzati da un basso indice Fagioli, piselli, lenticchie, ceci, fave sono i legumi
glicemico, oltre che da un elevato quantitativo più diffusi in Italia, cui si aggiungono i tradiziona-
di fibre insolubili, caratteristiche che li rendono li, ma forse meno conosciuti, lupini e cicerchie,
molto utili in caso di necessità di controllo glice- e la soia, di provenienza orientale, ma ormai
mico. Il loro inserimento nella dieta dei pazienti sfruttata ampiamente anche da noi, sia per i suoi
diabetici è dunque auspicabile. Queste caratte- derivati molto impiegati nella cucina vegetariana,
ristiche sono molto importanti anche nell’indivi- sia come seme (l’edamame). Non c’è un legume
duo sano, perché il loro basso indice glicemico da preferire, perché da un punto di vista nutri-
è in grado di prevenire la induzione delle resi- zionale sono, come già detto, sostanzialmen-
stenza insulinica, un fattore di rischio per molte te sovrapponibili, pur riconoscendo alcune mi-
malattie croniche e un prodromo della insorgen- nime variabili.
za del diabete di tipo II (Duranti, 2006). Per esempio, fagioli, lupini e soia sono i più
proteici e quest’ultima è nota anche per l’ab-
Funzionalità intestinale bondanza di isoflavoni (molecole bioattive ad
L’elevato quantitativo di fibre e la loro composi- azione antiossidanti ma non solo; esse sono in-
zione hanno un effetto specifico sulla funzionali- fatti in grado di mimare e modulare l’azione degli
tà intestinale, legato alla capacità di accelerare ormoni estrogeni naturali); fave e piselli, proprio

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perché consumabili freschi, apportano più vi- un lungo ammollo (24 ore) in acqua salata tiepi-
tamina C. I ceci contengono molte saponine, da, seguito da cottura ad alte temperature, che
sostanze che riducono l’assorbimento intestina- minimizza ulteriormente il rischio. Inoltre, è op-
le dei trigliceridi e del colesterolo. Le lenticchie portuno alternare il consumo di questo legume
sono particolarmente ricche di ferro, ma si trat- con altri.
ta di differenze non sostanziali. Il consiglio è co- Nei semi della cicerchia, infatti, è presente una
munque quello di variare tra le diverse tipologie, neurotossina causa di neurolatirismo, patologia
in base al proprio gusto personale, facendo at- che si manifesta con la paralisi degli arti inferiori
tenzione a eventuali controindicazioni legate e che era tipica, in Europa e Asia, dei periodi di
ad allergie specifiche. carestia, quando la cicerchia rappresentava l’u-
nico (o il principale) nutrimento.
Le cicerchie sono un legume energetico e
particolarmente ricco di proteine; hanno però Tutti i legumi si trovano in commercio pratica-
bisogno di un ammollo e di una cottura parti- mente tutto l’anno, freschi o secchi, e un loro
colarmente lunghi, perché contengono sostan- valore aggiunto è la versatilità: si possono
ze potenzialmente tossiche, che devono essere utilizzare per preparare antipasti, primi, contor-
inattivate. Le attuali tecniche di coltivazione han- ni, polpette, salse, insalate eccetera. Proprio la
loro grande versatilità in cucina ne dovrebbe fa-
no fatto sì che il quantitativo di queste sostan-
cilitare il consumo.
ze si sia fortemente ridotto già all’origine. I semi
della cicerchia, però, devono essere trattati con
Tannini, fitati,
faseolamina
Le arachidi, legumi L’utilizzazione dei legumi nell’alimentazione deve
energetici e versatili
tenere conto della presenza di composti di diver-
sa natura chimica, definiti “fattori antinutrizionali”
Un cenno a parte va fatto per le arachidi, comu-
nemente considerate frutta secca, ma che ap- o “antinutrienti”. Nei legumi infatti, come in tutti
partengono alla famiglia dei legumi, anche se si gli alimenti contenenti fibra, sono presenti tanni-
consumano essiccate o tostate, come spuntino. ni e fitati, che hanno la capacità di legare i micro-
Il loro profilo nutrizionale è in effetti più simile a nutrienti, in particolare ferro e zinco, rendendoli
quello della frutta secca: molte le calorie, 598 quindi meno biodisponibili.
kcal/100 g, di cui la maggior parte da grassi Trattamenti domestici, quali l’ammollo e la cot-
(75%); discreta la quantità di proteine (19%) e mi- tura, e altri trattamenti enzimatici industriali
nima la proporzione di carboidrati (6%). permettono un’idrolisi parziale di questi compo-
I semi di arachide vengono solitamente consu-
sti, limitandone così la capacità legante.
mati tostati e salati, oppure tostati e zuccherati,
Nei legumi, inoltre, sono presenti anche fattori
oppure caramellati. In questa forma devono es-
sere consumati con moderazione, per limitare “antinutrizionali” di natura proteica, inattivati gra-
l’apporto di sale e zucchero. Le arachidi vengono zie alla cottura: tra questi ricordiamo le lectine
inoltre ridotte in pasta, per ricavare burro di ara- e la faseolamina, una proteina presente nel fa-
chidi, o creme spalmabili dolci o salate: prodotti giolo crudo, in grado di bloccare l’assorbimento
talmente ricchi di nutrienti, da costituire la base dell’amido. Questa molecola ha destato un certo
dei prodotti formulati per il recupero della malnu- interesse perché limitare l’assorbimento intesti-
trizione grave. nale dell’amido potrebbe rappresentare un ap-
Dai semi di arachide, infine, si ricava l’olio di ara- proccio terapeutico al diabete. Ma, come spesso
chide, che trova ampio uso in cucina, grazie a
succede in nutrizione, quello che si vede in la-
un punto di fumo alto, secondo soltanto a quello
boratorio (o sugli animali) non sempre è altret-
dell’olio di oliva.
tanto riproducibile nell’uomo. Infatti, nell’essere

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umano, non ci sono sufficienti evidenze che la
Il favismo: che cosa
faseolamina funzioni come inibitore dell’as-
bisogna sapere
sorbimento dei carboidrati. Lo stesso discor-
so vale per gli integratori a base di faseolamina,
Nel caso dei legumi, non bisogna trascurare ef-
proposti come dimagranti, ipotizzando la riduzio- fetti tossici specifici, come il favismo, un’intolle-
ne dell’assorbimento dei carboidrati. ranza alimentare che si manifesta nei confronti
di molecole presenti nelle fave, il cui potenziale
Non si può parlare di legumi, senza citare un tossico non si inattiva a seguito della cottura.
problema spesso associato al loro consu- Il favismo deriva dal difetto congenito di un en-
mo: la flatulenza. La produzione di gas intesti- zima normalmente presente nei globuli rossi, la
nali, per cui i legumi sono tristemente noti, è un glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, essenziale per
problema reale ed è dovuta ad alcuni costituenti la vitalità degli eritrociti e, in particolare, per i pro-
zuccherini (galattooligosaccaridi) delle bucce, cessi ossidoriduttivi che in essi si svolgono. Il fa-
che non possono essere digeriti e non vengono vismo è diffuso in particolari aree geografiche e,
nel nostro Paese, soprattutto in Sardegna.
allontanati con la cottura.
Questo difetto enzimatico si trasmette per via
Nel nostro intestino, infatti, mancano gli enzimi
ereditaria tramite il cromosoma X: quindi il favi-
specifici in grado di attaccare queste molecole,
smo colpisce in forma grave i maschi, mentre le
che diventano nutrimento dei batteri intestinali, femmine, portatrici sane, possono trasmettere
i quali li fermentano e ne fanno, appunto, gas. Il il deficit genetico ai figli maschi, o ammalarsi di
problema, ove dovesse costituire un limite alla forme lievi. La carenza di questo enzima provo-
scelta dei legumi nell’alimentazione, può es- ca, dopo ingestione di fave da parte del soggetto
sere risolto “passando” con un passaverdure i affetto, un’improvvisa distruzione dei globuli rossi
legumi, e quindi separando ed eliminando le (emolisi), con la comparsa di anemia emolitica
bucce, oppure scegliendo legumi decorticati. con ittero. Questa tossicità specifica è determi-
In questo modo si facilita la digestione an- nata da due glucosidici pirimidinici presenti nei
che per i bambini più piccoli, durante le fasi cotiledoni della fava, la vicina e la convicina.
Al momento non esistono rimedi e soluzioni vere
di svezzamento. Attenzione: la semplice ridu-
e proprie per prevenire le conseguenze del favi-
zione in purea dei legumi con un frullatore non
smo, se non evitare di ingerire gli alimenti. È una
allontana le bucce, facendo persistere il fastidio
patologia che ha conseguenze importanti per chi
intestinale. ne è affetto; per questo motivo, per legge, i campi
di fave sono sempre segnalati con cartelli specifi-
Conclusioni ci e la segnalazione deve essere presente anche
nei negozi che vendono fave fresche.
• Il consumo di legumi è parte integrante di una
dieta salutare perché i legumi sono buone
fonti di proteine vegetali, fibra, micronutrienti
cente. Per una dieta variata ed equilibrata è
e molecole ad azione protettiva.
bene includere 2-4 porzioni a settimana di le-
• Il consumo di legumi è associato alla preven-
gumi. Tra l’altro i legumi si prestano a molte-
zione di malattie cronico-degenerative, come
le malattie cardiovascolari, il diabete, l’obesi- plici modalità di consumo e possono costitui-
tà, la sindrome metabolica e alcune tipologie re un primo piatto, un secondo, o un contorno.
di cancro. È difficile identificare un compo- • Come per la frutta e la verdura, non occor-
nente a cui ascrivere questi effetti positivi; l’i- re fissare un limite superiore alla frequenza
potesi più probabile è che la scelta di alcuni di consumo: l’unico limite è dato dall’equilibrio
alimenti sia l’indicatore generale di uno stile generale della dieta e dalla presenza di tutti
dietetico più attento e protettivo per la salute. gli altri alimenti nelle giuste proporzioni.
• Nel complesso, l’evidenza dei benefici per la • Il limite delle porzioni non è di tipo “prescritti-
salute del consumo di legumi è molto convin- vo”. Queste quantità vanno lette come consi-

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