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2017
COMUNICATI STAMPA
ITA
DELLA CONFERENZA
EPISCOPALE TEDESCA
In primo luogo ringraziamo non solo il Santo Padre per i suoi impulsi, ma anche tutti coloro
che hanno preparato e accompagnato il percorso sinodale, nelle interviste della prima fase e
nell’elaborazione tecnica. Grazie anche per le preghiere che hanno accompagnato i
partecipanti al sinodo e le loro consultazioni. Tutti hanno contribuito a far sì che il cammino
sinodale sia stato un cammino di tutta la Chiesa.
In questo modo siamo venuti a conoscenza delle molteplici situazioni della vita delle coppie e
delle famiglie. Con grande rispetto abbiamo considerato i problemi che le persone devono
oggi affrontare nella società, sul posto di lavoro e nell’educazione dei figli. Tutti coloro che
ogni giorno in famiglia sono fedeli al partner, amano, curano ed educano i figli, vivono la
solidarietà tra le generazioni e hanno rapporti sinceri in famiglia danno un contributo
infinitamente prezioso alla società, ma innanzitutto l’uno per l’altro. È insostituibile
l’instancabile impegno dei genitori che accompagnano i loro figli nella vita e insegnano loro a
diventare persone responsabili. Perciò ringraziamo particolarmente i coniugi e le famiglie per
la loro testimonianza di vita e di fede. Nell’ambito delle nostre possibilità vogliamo aiutare le
persone lungo questo cammino.
Quali conseguenze derivano ora da Amoris laetitia per la pastorale del matrimonio e della
famiglia in Germania? Molto di ciò dovrà essere sviluppato nelle concrete situazioni pastorali.
Elenchiamo pertanto solo alcuni importanti punti fondamentali. Questi saranno le nostre
future priorità. Verrà così sfruttata la ricchezza di Amoris laetitia. Vogliamo continuare a
occuparci del Vangelo della famiglia, come è stato trattato in Amoris laetitia, e a sviluppare
altri punti centrali. A questo punto i nostri temi principali sono:
• La preparazione al matrimonio,
• L’accompagnamento nel matrimonio,
• Il sostegno della famiglia quale scuola di fede,
• Come trattare le fragilità: accompagnare, differenziare, integrare
Preparazione al matrimonio
la pastorale della famiglia, con seminari per coppie e coniugi fino alla preparazione della
cerimonia del matrimonio. Molte di queste offerte sono però sporadiche e non raggiungono
abbastanza coppie. Spesso non viene insegnato alle giovani coppie quanto sia grande il bene
che il sacramento del matrimonio rappresenta se visto con gli occhi della fede. La nostra
pastorale di preparazione al matrimonio deve essere intensificata, deve avere un carattere
vincolante e nello stesso tempo più convincente. Occorre sviluppare e ampliare ulteriormente
queste offerte sia in loco che nello scambio a livello diocesano e nazionale.
Riteniamo inoltre nostro dovere aumentare gli sforzi compiuti nell'accompagnamento del
matrimonio, valorizzando soprattutto quelli che hanno dato buoni frutti. Si dovrebbero
celebrare cerimonie religiose in occasione di feste particolari e anniversari di matrimonio. È
importante anche approfondire l’aspetto sacramentale del matrimonio e il suo significato
spiegando il Vangelo, nella predica e attraverso l'istruzione degli adulti. D’altronde non basta
limitarsi a proclamare dei principi. “Ci è chiesto uno sforzo più responsabile e generoso, che
consiste nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della
famiglia.” (AL Nr. 35) Sosteniamo espressamente tutti gli sforzi dei circoli matrimoniali e
familiari nelle parrocchie, nelle associazioni e nelle comunità religiose. In tutto questo ci sta
specialmente a cuore lo sviluppo di una spiritualità del matrimonio e della famiglia. Anche nel
nostro paese hanno molta importanza i numerosissimi matrimoni interconfessionali. La loro
situazione comporta una particolare sfida, ma è anche un'opportunità di dialogo ecumenico.
Sappiamo che in questi matrimoni è particolarmente percepita il dolore della separazione
delle Chiese. Di certo ciò accade soprattutto quando si deve battezzare un bambino o si deve
decidere quale educazione religiosa devono avere i figli comuni o si deve scegliere tra Prima
Comunione rispettivamente Confirmazione.
Soprattutto il fatto che in questi matrimoni e in queste famiglie non sia ancora possibile
accostarsi alla Comunione fa chiaramente sentire il dolore della separazione della cristianità.
Sappiamo che ai nostri tempi non è facile comunicare la posizione cattolica e
contemporaneamente trattare questa questione con responsabilità pastorale.
Oltre che ad apprezzare le cose positive, nella fase di accompagnamento di coniugi e famiglie
è assolutamente necessario anche offrire sostegno quando sorgono problemi e difficoltà.
Quasi ogni giorno le famiglie devono affrontare situazioni che complicano la loro vita. La
gamma va da problemi economici a malattie, disabilità fisiche, problemi nell’educazione dei
figli e di relazione, carenza di alloggi, perdita del posto di lavoro, preoccupazione per i
genitori anziani e la loro assistenza fino alla morte di familiari. Altrettanto molteplice deve
essere l'aiuto offerto. I servizi della Caritas, l’offerta della pastorale del matrimonio e della
famiglia e dei consultori religiosi come pure la diretta disponibilità dei collaboratori
parrocchiali e degli enti religiosi, quali ad esempio gli asili infantili, fanno già moltissimo. A
tutti coloro che vi lavorano con impegno, diciamo qui un cordiale grazie. Solo così la Chiesa
può essere percepita come umana e disponibile nella quotidianità delle persone. Per tutti noi
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vale l’appello di Amoris laetitia: “Nelle difficili situazioni che vivono le persone più
bisognose, la Chiesa deve avere una cura speciale per comprendere, consolare, integrare ...”
(AL Nr. 49)
In Amoris laetitia viene sottolineata la speciale importanza della famiglia quale scuola di fede.
“L’educazione dei figli deve essere caratterizzata da un percorso di trasmissione della fede”
(AL Nr. 287) La famiglia è il luogo dei primi rapporti personali e offre uno spazio di intimità.
I bambini hanno una sensibilità particolare per le grandi domande della vita, e i genitori
possono sensibilizzare i propri figli per queste domande. Sono utili í rituali quotidiani come la
preghiera comune o la benedizione che i genitori segnano sulla fronte dei figli. Anche
programmare coscientemente la domenica e le feste religiose in famiglia può essere l’inizio
dell'educazione religiosa e della trasmissione della fede. I genitori vogliono dare ai propri figli
un orientamento per il cammino della vita. A questo scopo può servire anche parlare della
propria fede. “La fede è un dono di Dio ricevuto nel Battesimo, e non è il risultato di
un’azione umana, però i genitori sono strumento di Dio per la sua maturazione e il suo
sviluppo.” (AL Nr. 287) A questo scopo le famiglie cercano forme espressive comuni e
accettabili. Non sono necessarie cose straordinarie per programmare elementi e rituali
religiosi nella vita di famiglia, occorre solo farli diventare parte della quotidianità. Noi
vogliamo aiutare genitori e nonni a cercare e trovare sempre nuove e adeguate forme. I
bambini hanno bisogno di adulti che rispondono alle loro domande e li sostengono nella loro
ricerca. Ma i bambini provocano gli adulti anche con le loro domande. Ciò può contribuire a
far sì che gli adulti ripensino alla propria fede e alle loro pratiche religiose e che la loro fede
cresca. In questo modo la vicinanza di bambini e adulti può essere una vera scuola di fede.
Intendiamo accompagnare maggiormente questi processi, tanto più che nelle famiglie
l’elemento religioso ha in gran parte perso la sua naturalezza.
Nonostante tutta la buona volontà dei coniugi e tutta la preparazione al matrimonio succede
che i rapporti falliscano. Le persone si trovano davanti alle rovine del loro progetto di vita che
era fondato sulla convivenza. Soffrono del loro fallimento e del fatto che non possono
soddisfare il loro ideale di una relazione o di un amore duraturi. A questi dubbi interiori si
aggiungono spesso e volentieri preoccupazioni finanziarie. In un rapporto che fallisce sono
particolarmente colpiti i bambini. In queste situazioni di emergenza è compito della Chiesa
accompagnare e sostenere le persone. In molti casi questo servizio viene svolto dai consultori
religiosi e dalla pastorale per famiglie monoparentali. Ma nella pastorale quotidiana è
necessario avere molto di più che un orecchio vigile e un cuore aperto “per motivare
l’apertura alla grazia” (AL Nr. 37).
Vorremmo anche parlare del problema dei rapporti religiosi con le persone che dopo un
divorzio hanno contratto matrimonio civile e desiderano accostarsi ai sacramenti della
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Ciò che il Papa in questo contesto vuol dire con discernere si capisce quando nell’Amoris
laetitia egli ribadisce: “La Chiesa possiede una solida riflessione circa i condizionamenti e le
circostanze attenuanti. Per questo non è più possibile dire che tutti coloro che si trovano in
qualche situazione cosiddetta “irregolare” vivano in stato di peccato mortale, privi della grazia
santificante“. (AL Nr. 301) Su questo problema Amoris laetitia non offre nessuna regola
generale e non conosce nessun automatismo nel senso di una generale ammissione ai
sacramenti di tutti i divorziati risposati civilmente. Amoris laetitia non ignora né la pesante
colpa che molte persone si addossano in tali situazioni di sconfitta e fallimento dei rapporti
coniugali, né la problematica che un nuovo matrimonio civile si trova in contraddizione con il
sacramento del matrimonio, anche se la persona interessata è stata abbandonata senza sua
colpa. Ciononostante Amoris laetitia non resta ferma alla categorica e irreversibile esclusione
dai sacramenti. La nota 336 (in AL Nr. 300) chiarisce che il discernimento che “può
riconoscere che in una situazione particolare non c’è nessuna grave colpa” dovrebbe avere
conseguenze differenti anche nella normativa sui sacramenti. Inoltre la nota 351 (in AL 305)
ribadisce che anche in una situazione che è obbiettivamente irregolare, soggettiva ma non
responsabile, o almeno non completamente “si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare, e
si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità” (AL 305), se si riceve l'aiuto della
Chiesa e in certi casi anche quello dei sacramenti. Anche questo parla a favore della
possibilità di ricevere i sacramenti in situazioni di questo tipo.
Non tutti i fedeli il cui matrimonio è fallito e che sono divorziati e risposati civilmente
possono ricevere i sacramenti senza alcuna distinzione. Sono piuttosto necessarie soluzioni
differenziate che rendono giustizia al singolo e trovano applicazione se il matrimonio non può
venire annullato. In questo contesto noi incoraggiamo tutti coloro che hanno fondati dubbi sul
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fatto che il loro matrimonio sia stato validamente stipulato a ricorrere al servizio dei tribunali
ecclesiastici affinché possano eventualmente sposarsi di nuovo in chiesa. A questo punto
ringraziamo tutti quelli che lavorano nei tribunali ecclesiastici per il loro lavoro pastorale e
discreto.
Sia per i sacerdoti che per i fedeli Accompagnare, Discernere e Integrare sono una forte
esigenza e una grande sfida. Proprio in situazioni di fallimento, ma anche in altre, le persone
possono sentire che la Chiesa li accompagna e li invita ad essere in cammino insieme a lei.
“Pastori che propongono ai fedeli l’ideale pieno del Vangelo e la dottrina della Chiesa devono
aiutarli anche ad assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare
persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti.” (AL Nr. 308) Nel suo scritto Papa Francesco
elenca molte situazioni. Che siano famiglie monoparentali, migranti o famiglie in fuga, coppie
interconfessionali, interreligiose o interculturali, coppie in cui uno dei due è credente e l'altro
molto meno o addirittura non credente, famiglie che vivono in povertà, che si occupano di
familiari anziani, malati o bisognosi di attenzioni particolari e infine anche le coppie che non
riescono a decidere di sposarsi e i coniugi che hanno divorziato e si sono risposati civilmente.
Con qualcuno cammineremo solo per un beve tratto o potremo avere solo un contatto a
distanza, altri potremo accompagnarli con maggiore intensità e altri ancora saranno sempre in
cammino con noi. E in ogni caso non potremo nascondere il Vangelo della famiglia
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“Staremmo privando il mondo dei valori che possiamo e dobbiamo offrire.“ (AL Nr. 35)
Accompagnare coppie in crisi, divorziate e risposate civilmente rappresenta una grande sfida
ma offre anche l'opportunità di parlare della Chiesa e di ciò che essa pensa del matrimonio.
Noi incoraggiamo tutti quelli che vogliono percorrere la via del matrimonio e della famiglia
con la Chiesa di riflettere personalmente sul testo Amoris laetitia e riscoprire così la ricchezza
del Vangelo della famiglia per la propria vita. Su questa strada vogliamo sostenere, aiutare e
accompagnare tutti i coniugi e tutte le famiglie. Il Santo Padre stesso ci raccomanda: “Tutti
siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti,
e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a
camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa
dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci
è stata promessa.” (AL Nr. 325).