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Canto Xxviii
Canto Xxviii
PARADISO TERRESTRE:
Un’amena foresta, posta sulla sommità del monte, verde e fiorita, allietata da una dolce
brezza, dal conto degli uccelli e da fiumi dalle acque pure. Qui dimorarono Adamo ed Eva
appena creati da dio.
MATERLDA:
Simboleggia la perfetta felicità goduta dall’umanità appena creata da Dio, prima del
peccato originale.
(SCHEDA)
CANTO XXIX
Assistiamo ad una scena tipicamente medievale. Dante ha la possibilità di assistere a un
fatto prodigioso che prende le sembianze di un trionfo: la processione. A un tratta da
questa foresta appare un bagliore, come un lampo. Niente è ciò che si vede, ciascun
elemento è carico di valori, riprese dai versi sacri. La processione riproduce
simbolicamente il costruirsi della chiesa.
Dante non immagina di sana piante ma riprende diverse immagini.
Tutto questo segna gli elementi fondamentali della chiesa, e questo è il canto in
preparazione all’epifania di Beatrice, per rendere più gloriosa la scena, Sopra questo carro
vi è la stessa Beatrice.
-Dante poeta prende la parola per pregare la MUSA URANIA di aiutarlo a descrivere ciò
che vede, poiché ha bisogno di qualcuno.
Sappiamo che Virgilio ha detto a Dante “Da qui in poi non posso più guidarti. La
penitenza è finita. Sei oramai padrone di te” Tutto è davvero nuovo: prati fioriti, dolci
melodie, acque di cristallo, una bella donna (Matelda) innamorata di Dio.
Sul carro, poi, in una nuvola di fiori, come il sole trapela tra i vapori dell’alba, appare una
donna vestita di fiamma sotto verde manto e velata di bianco. E’ Beatrice.
Secondo molti commentatori questo canto fu il primo della divina commedia a essere
scritto o quantomeno pensato da Dante, è per questo che si parla dell’intero poema come
un ritorno di Beatrice, una promessa mantenuta dopo quanto annunciato nella Vita Nova
”più degnamente trattare di lei”.
L’incontro tra Dante e Beatrice non è affatto un incontro IDILLIACO. Beatrice lo rimprovera
per il suo traviamento, Dante sta ritrovando la via della verità, è importante che prenda
coscienza dei propri errori e se ne penta. Successivamente potrà contemplare gli occhi di
beatrice, scagliato come una freccia verso il suo bersaglio volerà nella luce.
Il fiume LETE’ si era gia incontrato in Virgilio, segnava il confine tra la vita e la morte, qui è
il fiume dell’oblio, dal quale si dimenticano le colpe commesse.
BEATRICE: Appare velata da una pioggia di Gigli che gli angeli “a piene mani” le versano
sopra. , come il sole dalla foschia mattutina, circondata da presenze simboliche e vestita di
panni allegorici. Colori: bianco verde rosso, virtù teologali. Le foglie di ulivo (le fronde
di Minerva) simboleggiano la sapienza. I gigli Bianchi che velano la sua apparizione sono
immagine della purezza della fede.
Il VELO è un’immagine assai presente nel canto: Lo spirito divino all’inizio appare velato,
annebbiato a causa della colpa. Poi Beatrice è schermata dalla nuvola di fiori come il sole
dalla foschia. Nel discorso agli angeli Beatrice contrapporrà la loro contemplazione diretta
della luce eterna, alla vista offuscata del pellegrino.
DANTE, presenta continui mutamenti di stati d’animo, si alternano tra il dolore per la
perdita di Virgilio e l’intensa emozione per l’incontro con Beatrice, e da lei percepisce la
forza dell’antica fiamma. Dante però non riesce a cogliere informazioni dai suoi occhi, è la
natura trascendente di Beatrice, che nella coscienza del poeta è l’impronta di Dio. Beatrice
è L’INCARNAZIONE DELLA VERITA’ RIVELATA. Già nella vita Nuova, più che una donna
era più una creatura spirituale(stupore, tremore, senso di mancamento, superiorità donna)
Ora Beatrice si mostra quale Beata, Matura. Dante è ammonito a piangere per la sua
condizione peccaminosa, è sottolineata la durezza con cui si rivolge a lui.
Viene accusato per il suo TRAVIAMENTO MORALE, c’è poi l’accusa di SUPERBIA
INTELLETTUALE, FILOSOFICA DISTACCATA DALLA TEOLOGIA.
Quella che beatrice impone è una confessione più dura, di nuovo sul suo volto di
mostrano le tracce del peccato, ecco all’ora l’invito a specchiarsi nelle acque e a rendersi
conto che c’è bisogno di ciò che chiede Beatrice. Beatrice vuole che dante abbia vergogna
di SE!