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CANTO XXVIII

Entriamo all’interno del Paradiso terrestre.


Nel canto precedente Dante Virgilio e Stazio incontrano un importante autore epico latino
auctor di Virgilio, cornice dei prodighi (XXI). Vi è un forte terremoto che spaventa
improvvisamente dante, ogni volta che termina il suo percorso un’anima, l’avvertimento è
dato da questo.
Prima di salire ai ripidi scalini che portano al paradiso terrestre, Virgilio disse le ultime
parole, Dante è riuscito a passare il muro di fiamme, e Virgilio è libero, non ha più bisogno
di lui, e è libero anche di fare tutto ciò che vuole.
Nel CANTO XXVIII il Paradiso terrestre compare come una foresta, lussureggiante.
Foresta che non può fare a meno di richiamare la selva oscura e il contrasto dell’intensità
cromatica. Il corso d’acqua che s’incontra qui è Letè, bisogna bere la sua acqua per
liberarsi dal piccato. L’altro è l’Eunoè ridà il ricordo solo elle virtù dell’uomo, ora si è pronti
ha salire verso le stelle.
Di fianco al fiume si vede una figura femminile intenta a raccogliere dei fiori, la figura è il
primo personaggio storico all’interno del purgatorio che non ha IDENTITA’ STORICA.
Matelda è un personaggio inventato, che non ha nessun corrispettivo. Questa è un
simbolo, è una creatura celeste a rappresentare la BEATITUDINE EDELICA. (Ad
anticipare il paradiso).
La leggiadria di questa donna è ammirevole, stampata sui tratti di Guinizzelli e Cavalcanti.
A lei si chiederanno le ragioni del vento ecc.. ella spiega che nulla di tutto quello che
appare simile alla natura sulla terra ha origini terrestri. E’ tutta volontà di Dio.

PARADISO TERRESTRE:
Un’amena foresta, posta sulla sommità del monte, verde e fiorita, allietata da una dolce
brezza, dal conto degli uccelli e da fiumi dalle acque pure. Qui dimorarono Adamo ed Eva
appena creati da dio.
MATERLDA:
Simboleggia la perfetta felicità goduta dall’umanità appena creata da Dio, prima del
peccato originale.

(SCHEDA)
CANTO XXIX
Assistiamo ad una scena tipicamente medievale. Dante ha la possibilità di assistere a un
fatto prodigioso che prende le sembianze di un trionfo: la processione. A un tratta da
questa foresta appare un bagliore, come un lampo. Niente è ciò che si vede, ciascun
elemento è carico di valori, riprese dai versi sacri. La processione riproduce
simbolicamente il costruirsi della chiesa.
Dante non immagina di sana piante ma riprende diverse immagini.

ELEMENTI DELLA PROCESSIONE


-SETTE CANDELABRI, che rappresentano lo spirito settemplice della chiesa: sapienza,
intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio.
-24 ANZIANI (SENIORI) vestiti di bianco con una corona di gigli (i libri dell’antico
testamento)
-QUATTRO ANIMALI alati che rappresentano i Vangeli.
-UN CARRO TRIONFALE (la chiesa) trainato da un GRIFONE (Cristo)
da un lato di questo: 3 DONNE l’una rossa l’altra verde, la terza bianca (le tre virtù
teologali la fede la carità e la speranza) dall’altro lato 4 DONNE vestite di rosso (le quattro
virtù cardinali o naturali: prudenza fortezza giustizia temperanza)
-Dietro un MEDICO (San Luca, con gli Atti degli apostoli)
-Un VECCHIO ARMATO DI SPADA (San Paolo, con il libro delle sue lettere)
-QUATTRO UOMINI di aspetto umile (San Giacomo, Pietro, Giovanni, Giuda)
-UN VECCHIO ADDORMENTATO (San Giovanni L’apocalisse)
Gli ultimi sette avranno una corona di Rose come fiamme che circondano la testa.

Tutto questo segna gli elementi fondamentali della chiesa, e questo è il canto in
preparazione all’epifania di Beatrice, per rendere più gloriosa la scena, Sopra questo carro
vi è la stessa Beatrice.
-Dante poeta prende la parola per pregare la MUSA URANIA di aiutarlo a descrivere ciò
che vede, poiché ha bisogno di qualcuno.

ASPETTO CROMATICO CHE SI INCONTRA:


-La luce bianchissima, che poi diventa sempre più rosso, e si contrappone al verde (colori
della virtù).
-Il grifone è DORATO. Colore indice della natura di Cristo. Con le ali verso il cielo che si
inserivano tra gli spazi vuoti della luce che sovrastava l’intera processione, esprime la
concordanza del volere di cristo sullo spirito santo.
-BIANCO E ROSSO della carne, che rimanda alla natura umana di Gesù.
CANTO XXX Appare finalmente Beatrice.

Sappiamo che Virgilio ha detto a Dante “Da qui in poi non posso più guidarti. La
penitenza è finita. Sei oramai padrone di te” Tutto è davvero nuovo: prati fioriti, dolci
melodie, acque di cristallo, una bella donna (Matelda) innamorata di Dio.
Sul carro, poi, in una nuvola di fiori, come il sole trapela tra i vapori dell’alba, appare una
donna vestita di fiamma sotto verde manto e velata di bianco. E’ Beatrice.
Secondo molti commentatori questo canto fu il primo della divina commedia a essere
scritto o quantomeno pensato da Dante, è per questo che si parla dell’intero poema come
un ritorno di Beatrice, una promessa mantenuta dopo quanto annunciato nella Vita Nova
”più degnamente trattare di lei”.
L’incontro tra Dante e Beatrice non è affatto un incontro IDILLIACO. Beatrice lo rimprovera
per il suo traviamento, Dante sta ritrovando la via della verità, è importante che prenda
coscienza dei propri errori e se ne penta. Successivamente potrà contemplare gli occhi di
beatrice, scagliato come una freccia verso il suo bersaglio volerà nella luce.

Il fiume LETE’ si era gia incontrato in Virgilio, segnava il confine tra la vita e la morte, qui è
il fiume dell’oblio, dal quale si dimenticano le colpe commesse.
BEATRICE: Appare velata da una pioggia di Gigli che gli angeli “a piene mani” le versano
sopra. , come il sole dalla foschia mattutina, circondata da presenze simboliche e vestita di
panni allegorici. Colori: bianco verde rosso, virtù teologali. Le foglie di ulivo (le fronde
di Minerva) simboleggiano la sapienza. I gigli Bianchi che velano la sua apparizione sono
immagine della purezza della fede.

Il VELO è un’immagine assai presente nel canto: Lo spirito divino all’inizio appare velato,
annebbiato a causa della colpa. Poi Beatrice è schermata dalla nuvola di fiori come il sole
dalla foschia. Nel discorso agli angeli Beatrice contrapporrà la loro contemplazione diretta
della luce eterna, alla vista offuscata del pellegrino.
DANTE, presenta continui mutamenti di stati d’animo, si alternano tra il dolore per la
perdita di Virgilio e l’intensa emozione per l’incontro con Beatrice, e da lei percepisce la
forza dell’antica fiamma. Dante però non riesce a cogliere informazioni dai suoi occhi, è la
natura trascendente di Beatrice, che nella coscienza del poeta è l’impronta di Dio. Beatrice
è L’INCARNAZIONE DELLA VERITA’ RIVELATA. Già nella vita Nuova, più che una donna
era più una creatura spirituale(stupore, tremore, senso di mancamento, superiorità donna)

STILE: Ricco di Allegorie e Similitudini, mediazione tra aldilà e aldiquà.


Quando il carro si ferma i 24 seniori intonano un canto che fu cantato per l’arrivo di Gesù.

Ora Beatrice si mostra quale Beata, Matura. Dante è ammonito a piangere per la sua
condizione peccaminosa, è sottolineata la durezza con cui si rivolge a lui.
Viene accusato per il suo TRAVIAMENTO MORALE, c’è poi l’accusa di SUPERBIA
INTELLETTUALE, FILOSOFICA DISTACCATA DALLA TEOLOGIA.

Quella che beatrice impone è una confessione più dura, di nuovo sul suo volto di
mostrano le tracce del peccato, ecco all’ora l’invito a specchiarsi nelle acque e a rendersi
conto che c’è bisogno di ciò che chiede Beatrice. Beatrice vuole che dante abbia vergogna
di SE!

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