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Il pianoforte nell’ottocento (cap.

28)
Negli anni del 1800 il pianoforte si sviluppa, si perfeziona raggiungendo un estensione a 7 ottave e
una terza minore, raggiunge una potenza sonora maggiore, e viene aggiunto il doppio scappamento.

I salotti borghesi esibiscono un pianoforte, nei quali si esibiscono i virtuosi della tastiera, riunendosi
in circoli di letterati e artistici. I musicisti erano spesso pagati per partecipare a queste serate; ad
esempio Chopin svolgeva molte di queste serate, ed era contesa tra Parigi e Varsavia

Si sviluppa il “pezzi caratteristici”, ovvero una forma breve, la più usata, senza una struttura
precisa, incentrata su un particolare sentimento (notturno, improvviso, ballata, fantasia, foglio
d’album, preludio, capriccio, romanza ecc.)
Oltre a questi pezzi, venivano suonate arie d’opera (eseguita con la riduzione per pianoforte) e
musica di danza (queste erano piene di scale e arpeggi).
Vengono fatte riduzioni di sinfonie per pianoforte, ed è così che il pianoforte diventa un mezzo per
far diffondere la musica.

Schubert e il pianoforte
La maggior parte delle composizioni pianistiche di Schubert sono danze (valzer e laudler) che
assieme ai lied, alle marce, ai pezzi caratteristici e alle sonate, venivano eseguiti all’interno delle
“Schubertiadi”.
Il valzer iniziava ad essere un genere alla moda, e divenne quasi di corte (tra i più importanti
ricordiamo Strauss Senior).
I “pezzi caratteristici” di Schubert sono proposti in due raccolte:
- “Momens musicales” op. 90 (carattere più intimo)
- “Improptus” op. 94 (alcuni sentimentali, altri più virtuosi)

Scrisse anche in forma più ampia, come nel caso della sonata “Wanderer – Fantasie” op. 15, del
1822, in 4 tempi, scritta su temi dei suoi stessi lied; e la sonata “Gran Duo”, del 1824, e di seguito
altre 6 sonate per pianoforte.

Nelle sue sonate, ci si svincola dalle regole della forma sonata, infatti le modulazioni vengono fatte
alla 3a (maggiore o minore, inferiore o superiore), e non alla 5a.
Crea dei pannelli sonori che non hanno legami forti tra di loro annullando la tensione(come avviene
tra V – I), e attraverso questi accostamenti è come se non ci fosse un fine preciso, come se si
vagasse senza una meta.

Schumann e il pianoforte
Tra 1829 e 1839, scrisse diverse raccolte pianistiche: “Papillons” op. 2 del 1832, ispirato all’ultimo
capitolo di “Anni acerbi” di Richter, in cui i due protagonisti si rincorrono e si perdono in una festa
in maschera con tema le farfalle. Scrisse gli “Studi su capricci di Paganini” op. 3 – 10, del 1832-33,
“Carnaval” op. 9, del 1834-35, “Kreisleriana” op. 16, ispirata al protagonista di “Johannse
Kreisler”, romanzo di Hoffmann, in cui il musicista è diviso tra slancio verso l’infinito e l’attività
lavorativa di maestro di cappella.
Carnaval
La produzione che noi ricordiamo è “Carnaval” op. 9 del 1834-35.
Essa fu ispirata dal nome della città Asch (la, mib, do, si oppure lab, do, si) → questo tema è
presente in tutte le composizioni, 21 pezzi caratteristici, che sono intitolati con il nome di persone
reali (Chiarina → Clara Wieck, Chopin, Paganini) oppure fantastici (Eusebio, Florestano, Maetro
Rano) o personaggi della commedia dell’arte (Pierrot, Arlequin, Pantalone, Colombina).

Un pezzo della raccolta è “Pierrot”. Ha una struttura A B A con coda, che si sviluppa
prevalentemente attraverso il piano e il pianissimo. Solo la cellula mib, do, si, viene eseguita con un
forte → questo allude alla doppia natura del personaggio, malinconico, ma arche crudele e
aggressivo.
Altro pezzo caratteristico è “Arlequin”, con schema A B A, ha carattere evanescente ed aereo. Il suo
incipit è con la cellula ASCH.
“Eusebio”, ha uno schema AA BA BA BA. Rivela l’anima riflessiva e riservata di Schumann; un
inizio sottovoce e adagio. Composto da sole due frasi, variando però il timbro, nelle quali il
pianoforte viene sfruttato in tutte le sue sfumature, attraverso pedali di risonanza, cambi dinamici,
cambi di registro, raddoppio all’ottava.
“Florestan” è un valzer appassionato, espressione di esuberanza ed impetuosità, parte con le note
ASCH. Subito dopo le prime 8 battute troviamo un adagio, indicato con “Papillons?” → ad indicare
come questo vada eseguito con l’intenzione dell’omonimo brano.
Di seguito, il ritorno del valzer, per concludere con un forte su un accordo di 9a di dominante.

Nell’Ottocento si guarda all’infanzia come mondo prediletto di sentimenti puri, creatività e che va
ricreato, per sfuggire al grigiore della vita quotidiana.
Schumann scrive “Kinderszenen” nel 1838, una raccolta di 13 brani ispirati a scene di vita
familiare, “Album per la gioventù” op. 68, del 1848, una raccolta didattica per pianoforte, composta
da 43 miniature illustrate da disegni, per dar modo ai giovani musicisti di leggere questi pezi come
se fossero delle favole.

Mendelssohn e il pianoforte
Scrisse le “Romanze senza parole”, tra 1829 e 1845, 48 brani di breve durata, spesso con struttura
ABA, pubblicati in 8 raccolte. Di queste, solo 5 ricevettero un titolo, di cui 2 dalla cerchia di amici:
- Canzone della gondola veneziana, Duetto, Canzone Popolare (da lui)
- Canzone di caccia, Canzone di primavera (la cerchia di amici)

Frédéric Chopin (Varsavia 1810 – Parigi 1849)


[La vita guardala sul libro (pag. 699) o da appunti INTEGRALI Gio]

Stile
Chopin è considerato un musicista romantico, pur ricordando il classicismo del ‘700 (per via della
grazie e dell’eleganza delle sue composizioni, e per la sostanza espressiva della sua musica).
Il suo linguaggio armonico è tipicamente romantico: uso di cromatismi, enarmonie, melodie liriche
e limpide (che verranno riprese da Bellini nelle sue opere). C’è un ampliamento dell’area tonale e il
superamento della dialettica tonica – dominante.
Predilezione per le forme brevi, tipicamente romantico (come improvvisi, ballate, polche, notturni),
l’intensa cantabilità e l’impiego di materiale folkloristico.
La sua musica è elegante e raffinata, con l'esclusione di connotazioni extramusicali, filosofiche o
letterarie (come in Schumann). Scrive principalmente per pianoforte (poca musica vocale/ camera).
Le Polacche
La polacca era una danza in 3/4 solenne e austera, tipicamente nobiliare, che nel romanticismo
diventa di carattere brillante e sentimentale. Struttura A Trio(B) A’.
Le prime polacche avevano un carattere cantabile, spesso con passi virtuosistici (“Andante spianato
e Grande Polacca” op 22)
Di seguito, nella maturità, scrisse le così dette polacche politiche (della maturità), esse hanno uno
stile eroico, epico militare (intento a rievocare le virtù militari dei polacchi) di questo periodo solo
la “Polacca militare” (n.1 op 40 in la maggiore) e la “Polacca eroica”.
L’ultima polacca composta da lui è detta “Fantasia”, che introduce una grande novità dal punto di
vista formale. Composta da: Intro – A(3 temi) – Trio (B) – A’(1tema di A + tema B)

Mazurke
È una danza tipicamente Polacca, in 3/4 , e può essere di 3 tipi:
- Mazurek → una mazurka urbana, con accenti mobili.
- Kujawiak → contadina, andamento lento e lirico, di carattere malinconico.
- Oberek → più scandita, vivace

Chopin inizialmente si dedico al primo tipo, e successivamente si interesserà anche agli altri due
tipi, usando però uno schema A B A’, accenti mobili e armonie/melodie modali.
Tipicamente, le mazurke sono danze che venivano accompagnate dalla duda, uno strumento che
accompagnava con un bordone di tonica – dominante, e Chopin nella mazurka n. 3 op. 68 richiama
questo strumento usando accordi vuoti di ottava e quinta.

La mazurka n. 3 op. 63 [ occhio non è la stessa di poco fa ] ha uno schema A B A’ coda.


Ad A, troviamo un primo tema in Do# minore, una cellula tematica ridotta a due battute, con
l’inizio in anacrusico e l’accento spostato sul tempo debole (il secondo). Con B, viene proposto il
secondo tema in Do# maggiore (per enarmonia un Reb maggiore) di carattere pacato. Ad A’ viene
ripreso il primo tema, arricchito da un controcanto. La coda comincia con la seconda parte del tema
iniziale).

Studi
Scrive diversi studi (come i 12 studi op. 10 e i 12 op. 25) per superare problemi tecnici in cui si
imbatteva, successivamente, questi studi diventano pezzi da concerto.
Ogni studio affronta un problema tecnico (velocità, accordi spezzati, legato, scale), come molti
musicisti del periodo romantico fecero.

Preludi
Scrisse i 24 preludi op. 28, ispirati dal “Clavicembalo ben temperato” di Bach, seguendo il circolo
delle quinte. Essi sono brani d’apertura, e hanno una funzione improvvisativa (non hanno una
struttura definita). Furono scritti per il suo editore, e per via di una crisi economica.

Notturni
Scrisse 21 notturni, dal 1829 al 1846, e come modello ebbe Field (inventore di questo genere).
Essi hanno una melodia cantabile, tipicamente alla mano destra, mentre la mano sinistra svolge un
accompagnamento di note ribattute o arpeggi, ricco di fioriture (anche improvvisati) → elemento
melodico portante.
Solito di Chopin era improvvisare gli abbellimenti e usare il rubato (rallentare il tempo per poi
riassestare di seguito).
Molti avevano una struttura tripartita. Famoso è il Notturno in Mib maggiore op. 9 n. 2 con struttura
AA’ BA’’ CA’’ coda (essa ha 14 varianti, tutte con fioriture diverse).
Stile (aspetti e influssi)
Giovanile → Influenzato da Cramer e altri pianisti
Influsso della cantabilità italiana → melodie

Periodo eroico (o politico) → volontà di sperimentare il piano, scritture densa e fitta (contrappunto)

Periodo finale → scrittura rarefatta, timbri impalpabili ( che ispirarono Debussy), immagini
giustapposte l’una all’altra quasi senza legami armonici.

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