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Kant nel suo testo ''Che cos'è l'Illuminismo'' svolge un'analisi su cosa significhi, appunto, essere ''illuminati''.

Inizia la sua analisi con la seguente affermazione: ''L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità di
cui egli stesso è colpevole.'' L'uomo quindi può essere definito ''illuminato'' dal momento in cui abbandona il
suo stato di ''minorità'' di cui egli stesso è responsabile.
Per ''minorità'' intende ''l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un
altro”, in altri termini, il fatto che, seppur l'uomo possa contare sulla propria ragione, affida il compito di
ragionare ad altri.
Giustifica questa affermazione col fatto che l'uomo è pigro e ritiene che lasciare scegliere per noi sia molto più
semplice che pensare da soli ; inoltre è difficile che un uomo, abituato ad affidare le proprie responsabilità ad
altri, si liberi di tale stato di minorità.
Kant crede che la soluzione a questo sia la libertà di pensiero, favorire il "pubblico uso della ragione in tutti i
campi". Soltanto garantendo il pieno esercizio della libertà si può condurre gli uomini al pieno uso della ragione.
Egli distingue il suo utilizzo in due categorie: l’uso pubblico e l’uso privato. Il primo, dice Kant, è quello che un
uomo ne fa in qualità di ''studioso'' davanti all’intero pubblico dei lettori; l ''uso privato'' della ragione è invece
quello che si svolge in un certo impiego o funzione civile lui affidata. Nel secondo caso l'uso della propria
ragione è però limitato, poichè si obbedisce a quanto richiesto dai fini comuni anche se nel privato non si
condivide.
A questo proposito Kant propone due esempi: quello del militare tenuto alla disciplina e dell'ecclesiastico
tenuto a rispettare il credo della sua Chiesa nello svolgimento del suo ministero, senza aggiungere alcuna critica
od obiezione personale.
Ciò comporta l'impossibilità, per tutte le prossime generazioni, di estendere il proprio pensiero, di correggere
errori del passato, proprio perchè alcuni principi sono ritenuti indiscutibili. Questo, afferma Kant, ''sarebbe un
crimine contro la natura umana'', la cui destinazione è il progredire.
Non ''illuminarsi'', affidare le proprie scelte agli altri, è una scelta legittima; ma deve essere chiaro nel
contempo che la rinuncia ad “illuminarsi”, non può in alcun modo tradursi nella imposizione di rinuncia alle
generazioni future.
In conclusione, Kant pensa che la libertà di pensiero renderà in prospettiva il popolo capace della libertà di
agire, porterà l'individuo ad essere parte attiva e pensante nella politica e in tutti gli altri campi, e farà sì che il
governo finirà “per comprendere che è nel proprio vantaggio trattare l’uomo, che ormai è più che una
macchina, in modo conforme alla sua dignità”. Kant riconosce, comunque, che quella in cui vive non è ancora
un’epoca “illuminata”, ma solo “un’età di illuminismo”, ossia l’inizio di un ''rischiaramento'', di una fase storica
nuova che porterà in futuro all’emancipazione degli uomini.
Si può affermare che l'epoca in cui viveva Kant non sia poi del tutto differente dall'epoca odierna. Oggi gli
uomini, in alcuni Paesi più modernizzati, sono sicuramente molto più liberi di pensare, ma la libertà acquisita
non viene del tutto sfruttata. Sono sempre molti quelli che delegano ad altri il diritto di agire, decidendo delle
proprie vite e delle sorti del mondo. Viviamo ancora in uno stato di minorità e lo accettiamo. Kant proponeva il
rischiaramento per far diventare l'uomo cittadino del mondo ( parte attiva in politica ), non solo del piccolo
mondo privato. Nella realtà non c'è confronto politico tra gli individui, mentre prevalgono l'interesse personale
e il raggiungimento del successo.
Inoltre alcuni principi continuano a limitare a volontà degli individui.
Un esempio è l'aborto: i paesi che vietano di interrompere una gravidanza sono ancora moltissimi. Se una
persona studia chirurgia, sa bene che potrà capitare nel suo studio una paziente che richieda la pratica
dell’aborto chirurgico. Sa bene, dunque, che, se l’aborto è una pratica legale nel Paese dove opera, dovrà
concederlo, ma nel caso in cui non sia ammesso, non potrà concederlo. Questo è il caso di ''un uso privato della
ragione'', un uso che limita la propria libertà a tal punto di doverla limitare a un individuo in scelte così
importanti.
I problemi affrontati da Kant continuano a coesistere società in cui c'è più libertà di pensiero ma la maggior
parte non sfrutta tale privilegio, è pigra e non intervenire nella realtà, e luoghi in cui sono ancora le autorità ad
avere in mano, incondizionatamente, le scelte degli altri.
Lo stato di ''minorità'', il cui abbandono iniziò secondo Kant durante l'Illuminismo, sembra essere ancora
radicale negli uomini, per cui il processo di abbandono di tale condizione è ancora molto lungo.

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