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Dannosità degli amidi nell’infanzia - Herbert Shleton

Dannosità degli amidi nell’infanzia


Dottor Herbert Shleton

da “Scienza & Salute”, marzo 1990

Il dott. Prospiro Sonsino dimostrò, alcuni anni


fa, nel corso di una serie di esperimenti che
"esiste una dispepsia normale o fisiologica verso
gli alimenti amidacei (assoluta incapacità a
digerirli) nella primissima infanzia”.

Questa teoria incontrò altresì i favori del


fisiologo dott. Routh e dei professori Huxley,
Youmans e Dalton, e, probabilmente, di tutti
coloro che si trovarono ad esaminare la
questione.

Il dott. Densmore, contrario agli amidi persino


negli adulti, afferma a proposito del loro impiego
nella dieta infantile, (How Nature Cure, p. 55),
che:"una dieta a base di cereali o grano, o amidi
in genere, è estremamente negativa per i
bambini, soprattutto nel caso dei neonati. I
fermenti intestinali necessari per la digestione
degli alimenti amidacei non vengono secreti se
non dopo il primo anno di vita, e l'efficacia di tali
fermenti non eguaglia, tuttavia, quella dei
fermenti degli adulti, almeno per alcuni anni.

La digestione di tutti gli alimenti amidacei


dipende da questi fermenti intestinali, mentre
datteri, fichi, prugne, ecc., hanno lo stesso
valore nutritivo di pane e cereali e sono

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facilmente digeribili: l'assorbimento e


l'assimilazione di frutti di questo tipo si
osservano non appena essi vengono ingeriti”.

Il fatto che la Natura non abbia predisposto dei


meccanismi per la digestione degli amidi, prima
dell'età della completa dentizione, dovrebbe
costituire una prova inconfutabile del suo
desiderio di escludere gli amidi dalla dieta dei
bambino nel suo primo periodo di vita.
Prima che i denti raggiungano il completo
sviluppo, la saliva dei bambino contiene una
semplice traccia di ptialina, il fermento digestivo
o enzima che trasforma l'amido in zucchero: la
quantità di ptialina presente nella saliva è
appena sufficiente a trasformare lo zucchero in
destrosio primario.

E' questa quasi totale assenza di enzimi


preposti alla divisione degli amidi, nei succhi
gastrici dei bambino, che spiega buona parte dei
disturbi di carattere digestivo legati all'impiego di
alimenti amidacei nella dieta infantile. Laddove la
digestione degli amidi è impossibile, la loro
fermentazione è inevitabile, e ciò significa
l'intossicazione dei bambino.
E' bene notare come la Natura non abbia
incluso alcun amido nel latte.

Il carboidrato del latte è lo zucchero. Se verso la


fine del primo periodo di alimentazione, si
desidera assicurare al bambino altri carboidrati
oltre a quello contenuto nel latte, si dovrebbe
farlo sotto forma di frutta dolce: datteri, fichi,

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uva, loti, banane ben mature, ecc., piuttosto che


sotto forma di amidi.
Ciò che è certo è che, dal momento che l'amido
di tutti i cibi richiede una masticazione ed
un'insalivazione totali e complete, si dovrebbe
evitare nella maniera più assoluta di fornire
alimenti amidacei ai bambini, prima che questi
abbiano i denti, per poterli masticare e
presentino tutti gli enzimi necessari a digerirli.

Il dott. Page era piuttosto contrariato per la


diffusa abitudine di includere gli amidi nella dieta
dei bambini;
egli dichiarava: ”la farina, il grano, e lo zucchero
raffinato, sono ormai elementi alla moda nella
dieta infantile, anche se in realtà sarebbe ben
difficile riuscire a fare una selezione peggiore”.

Egli manifestava altresì ripetutamente la sua


preoccupazione per i danni che potevano
derivare e gli organi vitali a causa: "di una
alimentazione infantile prematura utilizzante
addirittura i migliori prodotti scelti dalla tabella
generale” ed aggiungeva: "Non è raro che a
bambini così piccoli vengano dati da mangiare
caramelle, ed addirittura, in alcuni casi, carne di
maiale, pesce fritto, cavoli, prosciutto, patate,
ecc., e che la colpa per l'insorgere di disturbi
gastrointestinali, venga poi attribuita ai denti”.

Non ha senso dar da mangiare a bambini così


piccoli cose come purè di patate, farine di cereali,
farina, ed altri piatti simili, pensando che dal
momento che si tratta di alimenti che possono

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essere inghiottiti senza masticare, una dentizione


incompleta non rappresenti un ostacolo.
Questi elementi vengono inghiottiti senza essere
insalivati e vengono mangiati da individui i cui
succhi digestivi mai si adattano alla digestione
degli amidi.

Se ci limitiamo alle osservazioni che seguono,


formulate da Page a proposito del latte di una
madre osservante una dieta sana, notiamo come
la verità in esse contenuta sia eterna.
Egli dice: “Il latte è l'alimento per eccellenza dei
neonati e contiene tutti gli elementi necessari per
lo sviluppo dei denti, e finché non si ha la
completa dentizione, esso dovrebbe continuare a
costituire il solo ed unico cibo del bambino. E'
sufficiente che due o tre o mezza dozzina di denti
siano spuntati, perché ci si aspetti che abbiano
una qualche parte nel lavoro di un bambino
cresciuto".

Anche il dott. Tilden presentava la stessa


determinazione nel sostenere quella che
chiamava dieta per-neonati-senza amidi.
Egli dice: “Fu un errore dar da mangiare amidi al
bambini troppo presto, prima della fine del loro
secondo anno di vita; essi, infatti, hanno grossi
problemi a digerire grandi quantità di amidi”.
“I bambini al di sotto dei due o tre anni di età
hanno difficoltà a trasformare gli amidi in
zuccheri, e sarebbe opportuno che ricavassero
direttamente questi ultimi dalla frutta fresca in
estate e dalla frutta dolce e secca - uva passa,
datteri e fichi - in inverno.»

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Uno dei punti fermi della mia pratica di medico


è di non prescrivere alimenti amidacei di alcun
tipo a bambini al di sotto dei due anni di età.
Nella mia stessa famiglia, i miei figli non hanno
mai mangiato cereali. A meno che non si tratti di
fagiolini e piselli, i cereali tra tutti gli alimenti
amidacei sono i più difficili da digerire. Esistono
buoni motivi per credere che i cereali causino lo
sviluppo di ossa e denti deboli.

I neonati non hanno bisogno di alimenti


amidacei e non possono utilizzarli in alcun modo
vantaggioso. Molti dei disturbi che affliggono i
bambini durante la primissima infanzia sono
collegati all'abitudine diffusa di includere nella
loro dieta alimenti amidacei.

Particolarmente dannosi sono le combinazioni


di cereali con zucchero e crema o zucchero e
latte; come se ciò non bastasse, a peggiorare le
cose, contribuisce il fatto che solitamente cereali
e zucchero vengono denaturati ed il latte viene
pastorizzato.

Il dott. Page sostiene: “A parte qualsiasi altra


considerazione è bene evitare qualsiasi elemento
amidaceo o farinaceo fino a quando non si avrà
avuto il completo sviluppo dei denti; solo allora,
si potrà cominciare, giustamente,, a prendere in
esame l'introduzione di qualche elemento
appartenente alla dieta adulta."  

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