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STUDIO DEL CARATTERE DI UNA SERIE NUMERICA

È raro riuscire a studiare una serie studiandone esplicitamente la


successione delle ridotte (serie telescopiche e serie geometrica).
In genere ci si accontenta di determinarne il carattere: converge?
se non converge, diverge o è inderminata?
In quest’ottica, vedremo:
• che il carattere di una serie non cambia alterandone un numero
finito di termini;
• una condizione necessaria di convergenza;
• come dedurre il carattere di una serie ottenuta operando lin-
earmente su altre dal carattere noto;
• criteri di convergenza per serie a termini di segno costante;
• un criterio di convergenza per serie a termini di segno alterno;
• un criterio di convergenza per serie a termini di segno qualunque.

Proposizione. Il carattere di una serie non cambia alterandone


(modificando, aggiungendo o sopprimendo) un numero finito di
termini:

 ∞

an = bn definit. =⇒ an e bn stesso carattere.
n=n1 n=n2
Dimostrazione. Per ipotesi an = bn per ogni n > n0. Scriviamo
le ridotte delle due serie per N > n0:
n0
 N

AN = an + an ,
n=n1 n=n0 +1

n0
 N
 n0
 N
 n0
 n0

BN = bn + bn = bn + an = bn − an + AN .
n2 n0 +1 n2 n0 +1 n2 n1

Dunque AN e BN = (cost.) + AN hanno lo stesso carattere. 


Osservazioni.

1. Dal punto di visto dello studio del carattere di una serie, non
sarà restrittivo considerare solo serie


an con n0 = 0
n=n0
(e spesso l’indice iniziale non viene neanche indicato).

2. La somma di una serie convergente dipende da tutti i suoi


termini (si veda la formula circondata nella dim. precedente).
Ad esempio, per ogni x ∈ R con |x| < 1 si ha

 ∞
 1 x2
xn = xn − 1 − x = −1−x= .
n=2 n=0 1−x 1−x

Proposizione (condizione necessaria di convergenza).




an converge =⇒ lim a = 0.
n→∞ n
n
Dimostrazione. Per ipotesi lim SN = S ∈ R. Ma SN = SN −1 + aN
N →∞
e quindi
aN = SN − SN −1 → S − S = 0. 

Attenzione! il viceversa è FALSO. Ad esempio vedremo che



 1 1
diverge a +∞, nonostante lim = 0.
n→∞ n
n=1 n
Operazioni sulle serie (combinazione lineare)

 
1 ∀λ = 0, le serie λan e an hanno lo stesso carattere.
 
Se non sono indeterminate, allora λan = λ an.

 
2 Se an e bn convergono, o divergono allo stesso infinito,
  
o una converge e l’altra diverge, allora (an + bn) = an + bn.

 
2bis Se una tra an e bn è indeterminata e l’altra converge,

allora (an + bn) è indeterminata.

Dimostrazione. Immediata, riferendosi alla successione delle


ridotte. 

Serie a termini positivi (o nulli)


Studiamo serie il cui termine generale soddisfa an ≥ 0 .
In effetti
• basta an ≥ 0 definitivamente (posso alterare i primi termini).
 
• studiamo serie a termini di segno costante ( (−an) = − an).

Proposizione (carattere di serie a termini positivi).



Se an ≥ 0, allora an non può essere indeterminata.
Dimostrazione. Poiché an ≥ 0 implica SN = SN −1 +aN ≥ SN −1,
la successione delle ridotte SN è crescente e quindi ammette
sempre limite (= supN SN ), finito o infinito. 


 ∞

Per intendere che an converge, scriveremo anche an < +∞.
n n
Criterio del confronto. Se 0 ≤ an ≤ bn per ogni n ≥ n0, allora

 ∞

an ≤ bn
n=n0 n=n0
 
(va inteso: da un lato an = +∞ ⇒ bn = +∞; dall’altro
 
bn < +∞ ⇒ an < +∞ e vale la disuguaglianza tra le somme).

Dimostrazione. Maggiorando ogni addendo an della ridotta AN



di an con il corrispondente termine bn, si trova

AN = an0 + an0+1 + ... + aN ≤ bn0 + bn0+1 + ... + bN = BN


e dunque risulta
lim AN ≤ lim BN
N →∞ N →∞
(teorema di confronto sui limiti), in quanto tali limiti esistono
(finiti o infiniti). 

Criterio del confronto asintotico. Se an, bn ≥ 0 soddisfano


an
lim =  finito e non nullo (ossia an bn)
n→∞ bn
 
allora an e bn hanno lo stesso carattere.

Dimostrazione. Per ipotesi, abnn è definitivamente prossimo a 


tanto quanto si vuole, ad esempio 2 < abnn < 3
2.
Ciò significa
 3
bn < an < bn definitivamente
2 2
e si conclude applicando quattro volte il criterio del confronto (e
ricordando l’omogeneità dell’operatore di serie). 

Caso particolare notevole è quello dell’equivalenza an ∼ bn, ossia


an
lim =1 (che è spesso più facile da stabilire).
n→∞ bn
Criterio del rapporto.
a
Se an > 0 definitivam. e lim n+1 = L (finito o infinito), allora
n→∞ an
 
L<1 ⇒ an < +∞, L>1 ⇒ an = +∞.

Criterio della radice.



Se an ≥ 0 e lim n an = L (finito o infinito), allora
n→∞
 
L<1 ⇒ an < +∞, L>1 ⇒ an = +∞.

Attenzione! se L = 1 non concludo nulla. Ad esempio


 
1 1/(n+1)
n = +∞ con lim 1/n
= lim n 1/n = 1
n→∞ n→∞
 
1/(n+1)2 n
1 < +∞
n2
con lim 1/n 2 = lim 1/n2 = 1.
n→∞ n→∞

Dimostrazione del criterio della radice.



L < 1 Per ipotesi n an è definitivamente prossima a L tanto
quanto voglio, quindi posso scegliere ε > 0 tale che L + ε < 1 e

0 ≤ n an < L + ε, cioè 0 ≤ an < (L + ε)n.

Ma (L + ε)n è una serie geometrica di ragione < 1 e quindi
concludo applicando il criterio del confronto.

L > 1 finito Per ipotesi n an è definitivamente vicina a L tanto
quanto voglio, quindi posso scegliere ε > 0 tale che L − ε > 1 e

n a > L − ε > 1,
n da cui segue an > 1n = 1.
Allora an → 0 e perciò la serie non converge, ossia diverge.

L = +∞ Risulta an > 1 definitivamente e concludo come sopra.


Definizione (integrale improprio su intervallo illimitato).
Se f : [a, +∞) → R è integrabile su ogni [a, b], si pone
 +∞  b
f (x)dx := lim f (x)dx se esiste (finito o infinito).
a b→+∞ a

Criterio integrale di McLaurin. Se an = f (n) per ogni n ≥ n0


con f : [n0, +∞) → R positiva e decrescente, allora

  +∞ ∞

an ≤ f (x)dx ≤ an
n=n0 +1 n0 n=n0

(va inteso: come per il criterio del confronto). Di conseguenza,


serie e integrale improprio hanno lo stesso carattere.

Dimostrazione. Fissato n ≥ n0 risulta

∀x ∈ [n, n + 1], an+1 = f (n + 1) ≤ f (x) ≤ f (n) = an


(in quanto f decrescente) e quindi, integrando, si trova
 n+1  n+1  n+1
an+1 = an+1dx ≤ f (x)dx ≤ andx = an.
n n n
Allora, sommando per n da n0 ad un qualsiasi N > n0, si ottiene
N
 N  n+1
 N

an+1 ≤ f (x)dx ≤ an
n=n0 n=n0 n n=n0
cioè (rinominando l’indice della prima serie e per additività dell’integrale)
+1
N  N +1 N

an ≤ f (x)dx ≤ an .
n=n0 +1 n0 n=n0

Il risultato segue passando al limite per N → +∞. 


∞ 
 1 = +∞ se 0 < α ≤ 1 Serie armonica
n=1 n
α < +∞ se α > 1 (generalizzata se α = 1)

Ha lo stesso carattere degli integrali impropri


 +∞  b
1 1
dx = lim dx = lim log b = +∞ (diverge)
1 x b→+∞ 1 x b→+∞
e (per α = 1)
 +∞  b  
1 x −α+1 b b1−α − 1
dx = lim −α
x dx = lim = lim
1 xα b→+∞ 1 b→+∞ −α + 1 1 b→+∞ 1 − α

dove

b1−α − 1  +∞ se α < 1 (diverge)
lim =
1−α  1
b→+∞ α−1 se α > 1 (converge).

Serie a termini di segno alterno


Si tratta di serie del tipo


(−1)nbn = b0 − b1 + b2 − b3 + ... con bn > 0.
n=0

Criterio di Leibniz. La serie sopra converge se


i) lim bn = 0
n→∞
ii) (bn) è definitivamente decrescente (bn+1 ≤ bn definitivamente).

Esempio (serie armonica a segni alterni). La serie



 1
(−1)n α
n=1 n
converge per ogni α > 0.
Serie a termini di segno qualsiasi (an ∈ R)

Definizione (di convergenza assoluta).



 ∞

Se |an| < +∞, si dice che an converge assolutamente.
n=0 n=0

Criterio di convergenza assoluta.



∞ ∞ ∞ ∞
   
Se |an| < +∞, allora
an converge e
an ≤ |an|.
n=0 n=0 n=0 n=0

Dunque la convergenza assoluta implica la convergenza semplice .

Attenzione! il viceversa è FALSO.


Ad esempio la serie armonica a segni alterni con 0 < α ≤ 1
converge semplicemente ma non assolutamente.


 Serie esponenziale
xn
converge assolutamente ∀x ∈ R (vedremo che la somma è
n=0 n! ex per ogni x ∈ R)

La serie dei valori assoluti è



∞ n
 ∞

x |x|n |x|2 |x|3
= = 1 + |x| + + + ...
n! n! 2 3!
n=0 n=0
che è a termini positivi e converge banalmente (a 1) se x = 0.

Per x = 0, applichiamo il criterio del rapporto:


|x|n+1 |x|n |x|n+1 n! |x|
L = lim / = lim = lim = 0,
n→∞ (n + 1)! n! n→∞ |x|n (n + 1)! n→∞ n + 1

quindi la serie converge perchè L < 1.

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