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Cane e gatto
Capire il linguaggio degli animali interpretando espressioni e comportamenti.
INDICE
Introduzione 4
Capitolo 1 | Il linguaggio degli animali 5
Capitolo 2 | Il linguaggio del cane 8
Capitolo 3 | Il linguaggio del gatto 13
Capitolo 4 | Tutto sulle espressioni di cane e gatto 18
Ricapitolando 22
LInguaggi e comportamento
come comunicare con cane e gatto
Esseri umani e animali comunicano in modo diverso, attraverso linguaggi differenti fra
loro: se gli uomini, da un lato, esprimono stati d’animo e pensieri con il linguaggio verbale
e gestuale, la comunicazione degli animali nei nostri confronti si articola attraverso
comportamenti ed espressioni che bisogna imparare a riconoscere per interpretare le
loro sensazioni e necessità. Anche gli animali comunicano attraverso i suoni che emet-
tono, che non sono mai identici e rappresentano stati d’animo ben precisi che si possono
imparare a comprendere nel tempo.
Uomini e animali riescono a comunicare tra loro instaurando un dialogo dato dall’intera-
zione quotidiana: in tal senso, l’educazione si colloca come uno step propedeutico alla
comprensione reciproca, in quanto la comunicazione con gli animali è bidirezionale. Così
come noi dobbiamo imparare a comprendere i segnali che i nostri animali ci stanno lan-
ciando, allo stesso modo loro devono essere in grado di distinguere un rimprovero da un
apprezzamento.
Il linguaggio del cane si differenzia da quello del gatto: in queste pagine saranno trattati
in modo approfondito i comportamenti e le reazioni più comuni dei due animali, al fine di
fornire una piccola guida di facile consultazione per l’analisi e la comprensione degli atteg-
giamenti più frequenti da parte delle due specie.
Ci saranno, in particolare, un focus sulle espressioni del muso sia del cane sia del gatto
che potrà servire da cartina tornasole per individuare un eventuale malessere o disagio
da parte dell’animale nell’ambiente in cui si trova, oltre che una panoramica generale sugli
atteggiamenti insoliti che possono fornire indicazioni sulla presenza di eventuali malattie.
Scopriamoli insieme!
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Capitolo 1
Il linguaggio degli animali
Il linguaggio degli animali si articola attraverso il
trasferimento di informazioni da un animale o un
gruppo di animali a uno o un insieme di altri animali.
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Fra i segnali visivi, con cui gli animali comunicano, ci sono i gesti, che sono costituiti da movi-
menti distintivi che rivelano o enfatizzano una parte del corpo. Per esempio, un cane che scopre
i denti e accompagna questo comportamento con un ringhio sta inviando un segnale di minaccia.
Ci sono poi animali che trasmettono informazioni attraverso un cambiamento di colore – si parla
di segnale cromatico – o attraverso la comunicazione bioluminescente: è il caso delle lucciole.
A propositivo dei segnali uditivi, invece, gli animali comunicano tra loro attraverso la voca-
lizzazione, che può avere molteplici scopi: può essere un richiamo di avvertimento in presen-
za di predatori, un rituale di accoppiamento o un modo per indicare dove si trova il cibo, o
ancora uno strumento adoperato per l’apprendimento sociale.
Negli animali l’olfatto rappresenta il metodo di comunicazione più antico: non è affatto un
caso che quello degli animali sia molto più sviluppato rispetto a quello dell’uomo. L’olfatto
è indispensabile per la localizzazione del cibo, ma non solo: la marcatura odorosa e lo sfre-
gamento con i profumi sono forme di comunicazione olfattiva diffusissime tra i mammiferi.
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Comunicazione fra esseri umani e animali
Nonostante uomo e animale parlino due linguaggi diversi sono perfettamente in grado di ca-
pirsi in modo reciproco: un animale domestico, abituato a vivere in compagnia di esseri uma-
ni fin da piccolo, apprende durante il processo educativo il linguaggio verbale, anche se non
è in grado di replicarlo. Un cane o un gatto memorizzano il nome che viene loro assegnato e
imparano a reagire quando vengono chiamati, allo stesso modo gli esseri umani imparano a
distinguere le differenze che ci sono fra i vari tipi di abbaio o miagolio. Un cane felice o un
cane impaurito non comunicano di certo allo stesso modo e lo stesso si può dire per il verso
del gatto.
Secondo quanto presente nel volume Animal vocal communication: a new approach di Eugene
Morton e Donald Henry Owings Cambridge, è stato inoltre confermato che molte specie di uc-
celli e di mammiferi condividono il medesimo schema di intonazione e di velocità dei messaggi di
base: per questo motivo tali specie e gli umani sono del tutto in grado di capirsi quando manife-
stano emozioni come paura, senso di aggressione, ostilità, sottomissione, tranquillità e così via.
1. Le vocalizzazioni
2. Posizione della coda
3. Posizione delle orecchie
4. Postura e posizione delle zampe
5. Espressione del viso
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Capitolo 2
Il linguaggio del cane
Il primo elemento da analizzare per capire il linguaggio del
cane è l’abbaio: si tratta di un vero e proprio linguaggio spe-
ciale, attraverso il quale il cane comunica messaggi diversi.
Dall’analisi dei suoni e delle tonalità, sono state individuate diverse tipologie di abbaio,
ognuna con un suo significato specifico. In particolare, è emerso che:
• un abbaio breve e secco, con un tono medio-basso, indica una sorta di rimprovero in rife-
rimento a un comportamento che non viene apprezzato dal cane;
• un singolo abbaio con un tono un po’ più acuto indica un misto fra la sorpresa e il fastidio.
Può essere, per esempio, la normale reazione di quando si sta spazzolando il cane e per
sbaglio gli si tira il pelo;
• un abbaio breve ma molto acuto indica dolore;
• un abbaio breve intervallato da altri due con un tono medio indica una richiesta, per
esempio quella di uscire per la passeggiata;
• abbai molto ravvicinati fra loro stanno indicando l’arrivo di una possibile minaccia dalla
quale bisogna difendersi;
• un abbaio lieve, che cambia di tonalità, indica invece un sentimento di gioia o piacere, tipo
quello che il cane prova durante il gioco;
• un abbaio veloce, ripetuto più volte è una sorta di saluto e anche in questo caso il cane
è molto felice. Si manifesta, per esempio, quando il proprietario, torna a casa dopo una
giornata fuori.
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La posizione delle orecchie
Anche se i cani hanno orecchie ben diverse dal punto di vista morfologico, perché variano
in relazione alla razza, la loro posizione trasmette le stesse informazioni. A seconda della
posizione, il cane sta comunicando qualcosa di diverso, per esempio:
• orecchie dritte e tese in avanti indicano un cane attento, che sta studiando qualcosa o la
sta facendo per la prima volta. A questo movimento si potrebbe accompagnare anche la
testa che si inclina, da un lato e dall’altro;
• orecchie molto dritte e ferme stanno indicando un atteggiamento dominante, nel quale il
cane è pronto a fronteggiare qualsiasi pericolo;
• orecchie all’indietro indicano invece timore e sono in genere accompagnate da testa bas-
sa, occhi sommessi e coda tra le gambe;
• orecchie rilassate, coda che si muove, occhi sgranati e bocca spalancata sono invece ri-
velatori di grande felicità;
• quando le orecchie si muovono a scatti solitamente il cane è indeciso sul da farsi e sta
valutando la prossima mossa.
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La posizione della coda
Cosa si può intuire osservando il modo in cui il cane dispone o muove la coda? Ecco alcuni dei casi
più comuni e la loro interpretazione:
• se la coda è abbassata e ci sono anche altri segnali, come orecchie basse e posizione accovac-
ciata, il cane potrebbe trovarsi in una condizione di disagio o stress;
• la coda abbassata con lievi movimenti indica invece che il cane è nervoso per una situazione
e non sa bene come reagire;
• quando il cane è felice muove la coda e i fianchi, mentre quando la coda è alta vuol dire che il
cane è sull’attenti e molto sicuro di sé.
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La postura del cane
Dalla postura del cane possiamo cogliere segnali differenti, alcuni dei quali possono anche varia-
re. Ci sono alcuni atteggiamenti molto frequenti che è bene imparare a conoscere:
• quando il cane dà le spalle, per esempio, significa che si sente molto eccitato e ha bisogno di
distrarsi dagli stimoli che sta ricevendo per ritrovare tranquillità;
• se si sdraia con la bocca all’insù, vuol dire che ha grande fiducia nei confronti degli esseri
umani che lo circondano e si mostra in una posizione di sottomissione;
• un cane che si sente minacciato, invece, guarda in direzione opposta rispetto a quella in cui si
trova il proprietario, sbadiglia, si gratta, annusa il suolo;
• il pelo che si drizza sulla schiena, le pupille che si dilatano e un leggero tremore possono es-
sere invece segnali di stress che indicano che il cane potrebbe essere pronto a fuggire o ad
attaccare;
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Informazioni & curiosità
Dall’osservazione di alcuni comportamenti insoliti del cane, è possibile individuare even-
tuali problemi o patologie. Eccone quattro da tenere sotto controllo:
Se il cane si accuccia solo con le zampe anteriori, sta lanciando una richiesta
3 di aiuto. Potrebbe avere un dolore addominale, necessitando quindi del pare-
re di un medico veterinario.
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Capitolo 3
Il linguaggio del gatto
Comunicare con un gatto non è un’impresa impos-
sibile: quello che bisogna fare è osservare i suoi
comportamenti e interpretare i gesti e i segnali
tipici della specie, anche in relazione al contesto.
Per comprendere il linguaggio del gatto, si può iniziare esaminandone il miagolio, che è la
prima vocalizzazione utilizzata dai gatti per comunicare.
I felini che vivono in strada in genere miagolano di più rispetto a quelli che stanno in ap-
partamento perché questi ultimi hanno imparato a strumentalizzare le loro emissioni per
interagire con il proprietario. Così i gatti di casa hanno capito che se miagolano ottengono
qualcosa e sono più o meno chiacchieroni a seconda di quello che desiderano ricevere. Il mia-
golio viene utilizzato quindi come segnale per lanciare una richiesta.
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Tra i più comuni, ci sono:
• il miagolio della pappa, che è una richiesta di attenzione per ottenere qualcosa;
• il miagolio che indica dolore, che è una sorta di strillo, per esempio quello emesso quando
per sbaglio pestiamo la zampa del felino;
• il miagolio di un gatto in calore, che varia in relazione al sesso del gatto. Il gatto maschio
emette dei versi che sembrano quasi le urla di un bambino e lo fa per spaventare even-
tuali altri concorrenti. La gatta, invece, emette miagolii intensi, acuti e molto insistenti,
udibili anche a grandi distanze, per attirare l’attenzione dei maschi;
• il miagolio sommesso e breve, che assomiglia molto a un brontolio, che il gatto emette
quando lo si interrompe nel fare qualcosa.
• il ringhio, una sorta di emissione sonora che si manifesta quando c’è l’incontro con un al-
tro gatto, percepito come un rivale.
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La posizione delle orecchie
La coda è un altro strumento che fa parte del linguaggio del gatto: ogni movimento o posizio-
ne ha un significato ben preciso da memorizzare se si vuole capire quello che il gatto ci sta
comunicando. Per esempio:
• se la coda è alta e dritta, il gatto è felice. Si tratta dell’atteggiamento più amichevole che
il felino può manifestare;
• se la coda è in orizzontale e dritta, il gatto è tranquillo, attento e ben predisposto alle
coccole;
• se la coda dondola, vuol dire che il gatto si sta innervosendo;
• se la coda è bassa e in mezzo alle gambe, significa che il gatto è spaventato;
• se il gatto ingrossa la coda, sta cercando di intimorire perché si sente minacciato;
• se la coda vibra, il gatto è molto felice;
• se la coda si muove a scatti, molto velocemente, significa che il gatto è arrabbiato e si sta
preparando a un agguato;
• se la coda è ricurva e il gatto fa la gobba, è in uno stato di grande agitazione.
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La postura e i comportamenti tipici
Passiamo alla postura del felino: abbiamo già anticipato che quando il gatto fa la gobba, ov-
vero alza il pelo e si drizza sulle zampe, sta cercando di scoraggiare una potenziale minaccia
e difendersi. Se vuole comunicare sottomissione all’avversario, invece, si schiaccia a terra e
si accovaccia.
Un comportamento molto particolare, tipico del gatto, è quello del rolling, una sorta di roto-
lamento della pelle del dorso che rappresenta la ricerca di contatto fisico.
I gatti sono poi soliti strusciarsi sulle persone o sugli oggetti: si tratta di un comportamento af-
filiativo messo in atto per rilasciare marcature olfattive e ottenere contatto fisico da parte del
proprietario.
Un atteggiamento peculiare del gatto è anche quello dello scratching, ovvero la graffiatura. Que-
sto movimento non serve soltanto ad affilare gli artigli, ma anche a lasciare un segnale territo-
riale visivo.
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Informazioni & CUriosità
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Capitolo 4
Tutto sulle espressioni di cane e gatto
Le espressioni facciali giocano un ruolo molto im-
portante nella comunicazione animale: un gesto
facciale è infatti segnale di un’emozione.
Anche gli animali, infatti, come gli esseri umani, sono dotati di una struttura cerebrale che
permette loro di provare emozioni, paragonabili a quelle provate dall’uomo durante l’infan-
zia. Dall’analisi delle espressioni facciali dell’animale si possono carpire tante informa-
zioni su di lui e su quello che sta provando e sta cercando di comunicare.
Un cane è in grado di provare emozioni primarie come amore, affetto, gioia e rabbia, men-
tre non conosce stati d’animo come il senso di colpa, l’orgoglio, la vergogna o il disprezzo. Lo
sguardo languido del cane che è stato rimproverato per aver commesso una marachella non
corrisponde a senso di colpa, ma è legato alla paura della reazione da parte del proprietario
per un gesto che non è stato apprezzato.
Quando un cane mostra i denti non sta sorridendo, ma sta manifestando rabbia nei confronti
di qualcosa. In genere a questa espressione si accompagna anche un ringhio di sottofondo. Se
un cane sbatte le palpebre in modo insistente o gira la testa di lato, sta cercando di far capire
che non si sente a proprio agio rispetto a una situazione. La sua è una richiesta di tranquillità.
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Gli occhi del cane possono comunicare tante
emozioni differenti. Per esempio:
• la bocca in tensione, chiusa e con delle leggere rughe intorno esprime uno stato di agi-
tazione da parte dell’animale;
• se è aperta e ansimante, invece, potrebbe essere dovuta al caldo oppure a una situazio-
ne di stress, che generalmente provoca una respirazione più veloce e meno profonda.
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Espressioni facciali del gatto
Il linguaggio dei gatti non è composto soltanto dai toni di voce, dai gesti e dalle marcature
con gli odori: i gatti comunicano anche con la mimica facciale. Il loro viso è costituito da
tanti muscoli che permettono ai felini di fare delle espressioni in concomitanza a movi-
menti di altre parti del corpo.
Oltre alla posizione delle orecchie, ci sono anche altre parti del volto che si possono analizzare
per interpretare al meglio il linguaggio non verbale dei gatti, ovvero le vibrisse e le pupille.
Le pupille sono contratte nel caso in cui il felino si senta minacciato da qualcosa o dilatate
se prova paura o sorpresa o, ancora, se si trova in un atteggiamento difensivo. Anche le
palpebre possono presentarsi differentemente in relazione allo stato d’animo del felino.
In genere, di fronte a un estraneo sono più aperte perché l’animale è in stato di allerta,
mentre in situazioni di relax sono semi-aperte. In più, quando un gatto viene guardato negli
occhi tende a dare le spalle nel caso in cui si senta minacciato.
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Informazioni & Curiosità
La scienza che studia il comportamento degli animali prende il nome di etologia, mentre
l’insieme di tutti i comportamenti di una specie si chiama etogramma. Fra i comportamenti
del cane e del gatto più comuni che bisogna imparare a interpretare, ci sono anche:.
Lo sbadiglio
I cani sbagliano perché sono stanchi, oppure perché sono stressati o annoiati.
1 Come per ogni comportamento, è bene analizzare il contesto per capire meglio
quale potrebbe essere la causa della reazione. I gatti, invece, sbadigliano quando
stanno bene e si sentono perfettamente a proprio agio nel luogo in cui si trovano.
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RICAPITOLANDO
Quattro chiacchere
con cane e gatto
Imparare il linguaggio di cane e gatto è un percorso da intraprendere insieme al proprio
animale domestico, che bisognerebbe iniziare ancor prima di accogliere il cucciolo in casa.
Avere un quadro generale del modo in cui gli animali comunicano è il punto di partenza
per instaurare un dialogo efficace con l’animale. Comunicare significa proprio “mettere in
comune, fare partecipe” ed è l’azione che consiste nel trasmettere un’informazione da un
individuo a un altro con un codice specie specifico che si chiama linguaggio.
Cani e gatti comunicano con noi attraverso i movimenti delle loro parti del corpo, dalla
coda alle zampe, dalle orecchie alla bocca: osservare non solo il modo in cui si muovono,
ma anche le espressioni del muso e i diversi tipi di abbaio o di miagolio, e interpretarli in
base alla situazione permette di capire l’animale e di rendersi anche conto dell’insorgere di
eventuali problemi di salute.
Queste pagine hanno cercato di illustrare quanto le differenze fra il linguaggio degli esseri
umani e quelli di cane e gatto non costituiscano un ostacolo alla comprensione e di quanto
una conoscenza più approfondita del modo in cui gli animali comunicano tra loro e con gli
esseri umani possa fare la differenza non solo nel rapporto con l’animale in sé, ma anche
nello stile di vita che si può regalare al pet attraverso la comprensione specifica di tutti i
suoi bisogni.
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