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INTRODUZIONE
1L Il mistero della croce è il mistero dell'amore di Dio per l'uomo, di un Padre per il figlio; è il
mistero di una amore che sembra impazzire, che svuota Dio della sua gloria e lo rende
pellegrino in ricerca dell'uomo.
Fissiamo lo sguardo del cuore sulla croce a cui è inchiodato lo Sposo crocifisso per amore:
Cristo Signore!
AdoriamoLo in unione con la Vergine Madre custode di ogni parola del Figlio, come di ogni suo
silenzio; partecipe del suo dolore con cuore di Madre e di discepola fedele, unita a Lui nel Sì
alla volontà del Padre «il quale vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza
della verità» (1Tm 2,4) e alla sua missione «che tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza»
(Gv10,10).
Preghiera
O Gesù, Figlio eterno: l'Amato,
tu sei l'immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura,
per mezzo tuo tutte le cose sono state fatte
e in te sussistono.
OFFRO LA VITA
G. Guardando «lo spettacolo» della Croce (cf. Lc 23-48), potremo scoprire in questo albero
glorioso il compimento e la rivelazione piena di tutto il Vangelo della vita.
1L L'agnello e l'albero. Si chiamano, si desiderano l'un l'altro:
2L Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, come vorrei che fosse già acceso
1L Il fuoco ha la passione dell'amore. Va guadagnando in violenza. Questo albero in attesa,
l'agnello finirà col raggiungerlo. E nel medesimo istante, suo Padre, che laggiù gli dà
appuntamento. Non sopporterà più la minima distanza. Lo bacerà. Vi si inginocchierà. Vi si
stenderà. In tutta la sua lunghezza. Lo amerà. Non vorrà esserne staccato prima dell'ora che il
Padre conosce.
2L Offrirà ai chiodi questa mano da tanto tempo aperta. Non potrà più rinchiudersi: i torrenti del
perdono devono da essa riversarsi.
IL La sorgente può sgorgare, la mano può sanguinare, l'albero può piangere...
2L Sono i chiodi a custodire per così lungo tempo, attaccato l'uno all'altra, l'Albero e la Mano?
Oppure la dolcezza di un amore, che non riesce più a dire diversamente qual è la sua Sorgente?
Canto
ATTIRERO’ TUTTI A ME
1L Nelle prime ore del pomeriggio del venerdì santo, «il sole si eclissò e si fece buio su tutta la
terra... Il velo del tempio si squarciò nel mezzo» (Lc 23,44.45). È il simbolo di un grande
sconvolgimento cosmico e di una immane lotta tra le forze del bene e le forze del male, tra la
vita e la morte. Noi pure, oggi, ci troviamo nel mezzo di una lotta drammatica tra la «cultura
della morte» e la «cultura della vita». Ma da questa oscurità lo splendore della Croce non viene
sommerso; essa, anzi, si staglia ancora più nitida e luminosa e si rivela come il centro, il senso e
il fine di tutta la storia e di ogni vita umana.
2L Gesù è inchiodato sulla Croce e viene innalzato da terra. Vive il momento della sua massima
«impotenza» e la sua vita sembra totalmente consegnata agli scherni dei suoi avversari e alle
mani dei suoi uccisori: viene beffeggiato, deriso, oltraggiato (cf. Mc 15,24-36). Eppure, proprio
di fronte a tutto ciò e «vistolo spirare in quel modo», il centurione romano esclama:
«Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!» (Mc 15,39). Si rivela così nel momento della sua
estrema debolezza, l'identità del Figlio di Dio: sulla Croce si manifesta la sua gloria !
Dall’ Enciclica «Evangelium Vitae»
PERDONALI
1L Con la sua morte, Gesù illumina il senso della vita e della morte di ogni essere umano. Prima di
morire, Gesù prega il Padre invocando il perdono per i suoi persecutori (cf. Lc 23,34) e al
malfattore, che gli chiede di ricordarsi di lui nel suo regno, risponde: «In verità ti dico, oggi
sarai con me in Paradiso» (Lc 23,43). Dopo la sua morte i sepolcri si aprirono e molti corpi di
santi morti risuscitarono (Mt 27,52). La salvezza operata da Gesù è donazione di vita e di
risurrezione.
2L Lungo la sua esistenza, Gesù aveva donato salvezza anche sanando e beneficando tutti (cf. At
10,38). Ma i miracoli, le guarigioni e le stesse risuscitazioni erano segni di un'altra salvezza,
consistente nel perdono dei peccati, ossia nella liberazione dell'uomo dalla malattia più
profonda, e nella sua elevazione alla vita stessa di Dio.
(Dall'Enciclica «Evangelium Vitae»)
Canto
HO SETE
RESE LO SPIRITO
1L Tutto ormai era giunto al suo pieno compimento. Il «rendere lo spirito» descrive la morte di
Gesù, simile a quella di ogni altro essere umano, ma sembra alludere al «dono dello Spirito», col
quale Egli ci riscatta dalla morte e ci apre a una vita nuova.
2L È la vita stessa di Dio che viene partecipata all'uomo. È la vita che, mediante i sacramenti della
Chiesa - di cui il sangue e l'acqua sgorgati dal fianco di Cristo sono simbolo - viene
continuamente comunicata ai figli di Dio, costituiti così come popolo della Nuova Alleanza. Dalla
Croce, fonte di vita, nasce e si diffonde il «popolo della vita».
Dall'Enciclica «Evangelium Vitae»
1L La porta è aperta! Beato è colui che corre verso di essa! È grazie a Lui per mezzo della sua
croce, che noi gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre
2L Ricevuta nell'amore, la ferita rimane aperta, tutta trasparente, perché mai inaridiscano i flutti
di luce dello Spirito. Il sole vi brilla, la guarigione è nei suoi raggi.
1L Era necessario che fossero spezzate tutte le dighe, perché le acque vive per troppo tempo
contenute, potessero finalmente aprirsi un canale fino alle nostre terre screpolate? Perché gli
oceani dell'Amore potessero finalmente straripare? E venire ad irrorare i nostri solchi, a
dissetare i nostri tessuti secchi, a irrigare i nostri deserti, per farne dei frutteti ?...
2L L'acqua viva usciva da sotto il lato destro del Tempio a mezzodì dell'altare. Là dove questa
arriva risana; la vita si diffonde ovunque arriva il torrente.
1L Torrente impetuoso alle fonti delle nevi. Rugiada fragile sulla rosa nel mattino d'estate. Il
cuore aperto: sorgente della Sorgente, che mai più cesserà di mormorare: vieni verso il Padre.
1S La contemplazione della Croce ci porta così alle radici più profonde di quanto è accaduto. Gesù,
che entrando nel mondo aveva detto: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (cf. Ef
10,9), si rese in tutto obbediente al Padre e, «avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò
sino alla fine» (Gv 13,1), donando tutto se stesso per loro.
2S Lui che non era «venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per
molti» (Me 10,45), raggiunge sulla Croce il vertice dell'amore. Nessuno ha un amore più grande
di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15,13). Ed egli è morto per noi mentre eravamo
ancora peccatori (cf. Rm 5,8). In tal modo egli proclama che la vita raggiunge il suo centro, il
suo senso e la sua pienezza quando viene donata.
G. La meditazione a questo punto si fa lode e ringraziamento e, nello stesso tempo, ci sollecita a
imitare Gesù e a seguirne le orme (cf 1 Pt 2,21). Anche noi siamo chiamati a dare la nostra vita
per i fratelli realizzando così in pienezza di verità il senso e il destino della nostra esistenza.
G. O Padre,
nell'oblazione del tuo Figlio
hai dato ad ogni uomo
il vero significato da dare alla propria vita,
immergici nella tua divina fedeltà,
perché sappiamo seguire il nostro redentore
nella sua ascesa alla croce
per poi celebrare con lui
la potenza della risurrezione
e proclamare l'esultanza per il tuo perdono
e la potenza della tua volontà
di rendere nuove tutte le cose
in Cristo Gesù nostro Signore.
T. Amen.
Canto