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GIURISPRUDENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA (sul principio ne bis in idem )

La Corte di giustizia ha interpretato in diverse sentenze tale principio espresso dall’art.54 CAAS,chiarendo i diversi
problemi che si possono riscontrare nell’applicazione di detto principio,dando appunto delle nozioni molto importanti:

◌ Sulla nozione di giudicato ,ovvero di sentenza definitiva in grado di paralizzare l’esercizio dell’azione penale da
parte di altro Stato:
si deve intendere “in giudicato” la sentenza che :
1. Estingua definitivamente l’azione penale e costituisca quindi un ostacolo a nuovi procedimenti
penali per gli stessi fatti nello stesso Stato:
sentenza Vladimir Turandky’ 2008
qui chiarisce appunto la nozione di persona giudicata con sentenza definitiva:
per valutare se una decisione è definitiva ai sensi dell’art.53 CAAS bisogna verificare in via preliminare:
se ai sensi del diritto nazionale dello stato contraente cui appartengono le autorità che hanno adottato
tale decisione essa sia considerata definitiva e obbligatoria
INOLTRE:
assicurarsi se in tale stato membro essa(la decisione) dia luogo alla tutela conferita dal principio ne bis
in idem.

Se questo avviene = la sentenza è considerata definitiva e quindi la persona non potrà


essere sottoposta a nuovi procedimenti penali per gli stessi fatti nello stesso Stato.
2. Definitiva sentenza di assoluzione per insufficienza di prove:
sentenza Jean Leon Van Straaten 2006
infatti la Corte dice a riguardo che non applicare il principio ad una decisione definitiva di assoluzione
per insufficienza di prove avrebbe l’effetto di pregiudicare l’esercizio del diritto alla libera
circolazione,ed inoltre comprometterebbe i principi della certezza del diritto e del legittimo
affidamento:
infatti l’imputato dovrebbe temere nuovi procedimenti penali in un altro stato contraente,sebbene gli
stessi fatti siano stati già definitivamente giudicati.

3. In caso di estinzione dell’azione penale:


Questo è una procedura mediante la quale il PM decide di chiudere i procedimenti penali a carico
dell’imputato dopo che quest’ultimo ha soddisfatto alcuni obblighi, in particolare,ha pagato una
somma di danaro,stabilita dallo stesso PM.
Questa procedura è chiusa direttamente dal PM senza l’intervento del giudice,pertanto nella
sentenza 2003 Brugge:
la corte ha chiarito che ,anche se non c’è l’intervento del giudice e che la decisione non
assuma la forma di una sentenza,questo non può pregiudicare l’applicazione dell’art.54.
pertanto il principio ne bis in idem implica una fiducia reciproca degli stati membri nei
confronti dei rispettivi sistemi giudiziari penali e che ciascuno di questi accetti l’applicazione
del diritto penale vigente negli altri stati membri anche se il proprio condurrebbe a soluzioni
diverse.

4. In caso di sentenza di condanna non eseguita a causa di peculiarità procedurali in forza del
diritto processuale nazionale:
sentenza Boarquain 2008
qui ci si chiedeva se è applicabile il principio anche quando l’imputato è già stato giudicato con sentenza
definitiva in un altro stato contraente ed in forza del diritto dello stato in cui questo è stato condannato,la
pena inflittagli non abbia mai potuta essere eseguita (condanna in contumacia).

In questo caso la Corte rispose positivamente,stabilendo che :


il principio in questione che in caso di sentenza di condanna non eseguita a causa di peculiarità procedurali
in forza del diritto processuale nazionale,dev’esserci comunque l’applicazione del principio e quindi non
può essere avviato un nuoco procedimento penale per reprimere fatti per i quali l’imputato sia stato già
giudicato in altro stato membro.

IN PRATICA IN QUESTA SENTENZA:


l'imputato è già stato definitivamente giudicato in un altro Stato contraente, anche qualora, ai sensi del
diritto dello Stato in cui esso è stato condannato, la pena inflittagli non abbia mai potuto essere
direttamente eseguita a causa di peculiarità procedurali come quelle considerate nel procedimento
principale (processo contumaciale francese per cui, se la persona condannata in contumacia compaia prima
che la pena sia estinta per prescrizione, detta pena non viene eseguita ma viene avviato un nuovo
procedimento in presenza dell’imputato; peraltro nel caso di specie era intervenuta anche una legge di
amnistia ed era intervenuta prescrizione del reato; il secondo procedimento era stato aperto in Germania).

5. HA INVECE ESCLUSO dalla nozione di “giudicato” il caso in cui ci sia la:


decisione giudiziaria di rinuncia ad avviare un procedimento penale a motivo del solo avvio di un
analogo procedimento in un altro stato membro:
sentenza Miraglia 2005
infatti in tale sentenza la Corte ha precisato che non può ritenersi definitiva la decisione giudiziaria
adottata dopo che il Pubblico Ministero ha deciso di non proseguire l’azione penale per il solo motivo che
è stato avviato un procedimento penale in un altro stato membro a carico dello stesso imputato e per gli
stessi fatti,senza svolgimento di alcuna valutazione nel merito:

tale decisione giudiziaria non può costituire una sentenza definitiva che giudica tale persona.

◌ Sulla nozione di “stesi fatti”:


è intervenuta a chiarire che il criterio pertinente è quello dell’identità dei fatti materiali e non quello della
identità di qualificazione giuridica nei due diversi ordinamenti:
infatti nella sentenza Van Straaten 2006 la Corte precisa appunto che:
l’unico criterio pertinente ai fini dell’applicazione dell’art.53 della CAAS è quello dell’identità dei fatti
materiali,intesi come un “insieme di circostanze concrete inscindibilmente collegate tra
loro”,indipendentemente dalla qualificazione giuridica di tali fatti o dall’interesse giuridico tutelato.
(In questa sentenza si parlava a riguardo dei medesimi fatti con riferimento al traffico di stupefacenti.)

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