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Codice Elaborato MR05
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CASA OLEARIA spa - Stabilimento di Monopoli – Terminale Marittimo per Oli Vegetali Modimar srl
INDICE
Capitolo 1 Oggetto dell'appalto designazione, forma e principali dimensioni delle opere a mare .3
Art. 1. Oggetto dell’appalto .........................................................................................................................................3
Art. 2. Designazione sommaria delle opere ...............................................................................................................3
Art. 3. Forma e dimensioni delle opere e delimitazioni ...........................................................................................4
Capitolo 2 Norme di carattere tecnico riguardanti l’appalto qualità e provenienza dei materiali ...5
Art. 4. Materiali in genere ............................................................................................................................................5
Art. 5. Acqua, calce, leganti idraulici, pozzolane ......................................................................................................5
Art. 6. Sabbia, ghiaia, pietrisco ....................................................................................................................................7
Art. 7. Detrito di cava o tout venant di cava o di frantoio .......................................................................................9
Art. 8. Massi naturali...................................................................................................................................................10
Art. 9. Occupazione, apertura e sfruttamento delle cave .......................................................................................11
Art. 10. Materiali ferrosi e metalli vari .......................................................................................................................11
Art. 11. Legnami ............................................................................................................................................................12
Art. 12. Idrofughi - idrorepellenti - additivi ..............................................................................................................13
Art. 13. Bitumi, emulsioni bituminose, catrami, polveri asfaltiche, oli minerali...................................................13
Art. 14. Materiali diversi...............................................................................................................................................14
Art. 15. Prove sui materiali ..........................................................................................................................................14
Capitolo 3 Modo di esecuzione di ogni categoria di lavoro ........................................................... 15
Art. 16. Livello medio del mare ...................................................................................................................................15
Art. 17. Tracciamento delle opere e segnalazioni ......................................................................................................15
Art. 18. Demolizioni e salpamenti ...............................................................................................................................16
Art. 19. Opere a scogliera .............................................................................................................................................16
Art. 20. Scanno di imbasamento ..................................................................................................................................19
Art. 21. Opere in cemento armato ...............................................................................................................................19
Art. 22. Cassoni cellulari in cemento armato per opere marittime .........................................................................35
Art. 23. Strutture prefabbricate ....................................................................................................................................40
Art. 24. Opere in ferro ...................................................................................................................................................40
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Capitolo 1
OGGETTO DELL'APPALTO DESIGNAZIONE, FORMA E
PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE A MARE
• mooring dolphins (6 per ogni fronte di accosto), per l’alloggiamento dei dispositivi di ormeggio
(ganci a scocco rapido o quick release mooring hook), costituiti da elementi di fondazione
sommersi prefabbricati, realizzati con cassoni cellulari riempiti di materiale inerte, da cui si
elevano 9 pali circolari di diametro Ø1200 mm che sostengono una sovrastruttura massiccia
in c.a. sulla quale sono inghisati i ganci a scocco rapido.
• fender dolphins (2 per ogni fronte di accosto), sui quali sono installati i fender per
l’assorbimento degli impatti della nave in fase di ormeggio, anch’essi costituiti da elementi di
fondazione sommersi prefabbricati, realizzati con cassoni cellulari riempiti di materiale
inerte, da cui si elevano 9 pali circolari di diametro Ø1200 mm che sostengono una
sovrastruttura massiccia in c.a.
• piattaforme di carico/scarico (1 per ogni fronte di accosto), sulle quali sono installati tutti i
dispositivi necessari per il collegamento dell’impianto di trasferimento alla nave e consentire
le operazione di carico/scarico dei prodotti. Sono realizzate con due elementi di fondazione
sommersi, costituiti da cassoni cellulari, da cui si elevano dei pali circolari di c.a. a sostegno
di una sovrastruttura realizzata in parte con getti di c.a. e in parte con travi prefabbricate in
c.a.p..
Il pontile di collegamento è costituito da impalcati costituiti da travi prefabbricate in c.a.p. affiancate,
di sezione a doppio T, di 20 m di luce netta. Il pontile ha una sezione trasversale di 10 m di
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larghezza, comprendente una strada carrabile di 4,50 m di larghezza, un marciapiede largo 1,05 m ed
un piano di appoggio delle tubazioni in pressione largo 3,30 m.
Possono essere individuati due tratti distinti del pontile:
• un primo tratto, più prossimo alla terra ferma, in cui gli impalcati sono fondati su dieci (10)
pulvini disposti su terne di pali di 1,00 m di diametro, a distanza in asse di 3,00 m, spinti fino
ad una profondità sufficiente ai fini della stabilità geotecnica;
• nella parte che interessa fondali superiori a 10 m gli impalcati sono appoggiati su otto (8)
pulvini disposti a loro volta su quattro pilastri circolari di 1,00 m di diametro incastrati nei
quattro spigoli di cassoni prefabbricati di c.a., denominati di tipo A, a due file di tre celle, con
fusto di dimensioni in pianta 13,30×9,00 m2, appoggiati un uno strato di pietrame di
spessore minimo pari a 0,50 m. Il solettone di base ha uno spessore di 0,50 m e comprende
un tratto di 0,80 m a sbalzo rispetto al fusto, al fine di incrementare la superficie di impronta
e migliorare le condizioni di stabilità. La sommità dei cassoni è posta a quote variabili fra –
3,50 e -5,00 m s.m.m. Il riempimento dei cassoni è costituito da materiale inerte.
È presente inoltre un tratto di pontile per il collegamento fra la piattaforma n°1 e la n°2, di
caratteristiche identiche a quello descritto in precedenza. Gli impalcati sono in numero di undici
(11), appoggiati su dieci (10) pulvini disposti su quattro (4) cassoni di tipo A e sei (6) mooring
dolphins.
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Capitolo 2
NORME DI CARATTERE TECNICO RIGUARDANTI L’APPALTO
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
ACQUA
L'acqua dovrà essere dolce, limpida, scevra da materie terrose od organiche e non dovrà essere
aggressiva. L'acqua necessaria per i conglomerati cementizi armati potrà contenere al massimo
0,1 g/litro di cloruri mentre per i calcestruzzi potrà contenere al massimo 1 g/litro di solfati.
In casi particolari la Direzione dei Lavori potrà autorizzare per iscritto, previo accertamento con
opportune analisi, l'impiego di acqua di mare nell'impasto di calcestruzzi cementizi non armati,
purché l'acqua sia scevra da impurità e materiali in sospensione e purché la salinità sia inferiore al
40%
CALCE
Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento
dell'esecuzione dei lavori.
La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente, perfetta ed uniforme
cottura, non bruciata nè vitrea nè pigra ad idratarsi ed infine di qualità tale che, mescolata con la
sola quantità di acqua dolce necessaria all'estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda
a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5% dovuti a parti non bene decarburate,
siliciose od altrimenti inerti.
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La calce viva in zolle al momento dell'estinzione dovrà essere perfettamente anidra; sarà rifiutata
quella ridotta in polvere o sfiorita, e perciò l'approvvigionamento dovrà essere effettuato in funzione
del fabbisogno e la calce stessa dovrà essere conservata in luoghi asciutti e ben riparati dall'umidità.
Dopo l'estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o di
muratura, mantenendola coperta con uno strato di sabbia. La calce grassa destinata agli intonaci
dovrà essere spenta almeno sei mesi prima dell'impiego, quella destinata alle murature da almeno 15
giorni.
La calce idrata in polvere, confezionata in sacchi, dovrà essere sempre, sia all'atto della fornitura che
al momento dell'impiego, asciutta ed in perfetto stato di conservazione; nei sacchi dovranno essere
riportati il nominativo del produttore, il peso del prodotto e la indicazione se trattasi di fiore di calce
o calce idrata da costruzione.
POZZOLANE
Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o da
parti inerti: qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal R.D. 16
novembre 1939, n. 2230.
LEGANTI IDRAULICI
Dovranno impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici – cementi - previsti dalle disposizioni vigenti
in materia, dotati di certificato di conformità - rilasciato da un organismo europeo notificato - ad una
norma armonizzata della serie UNI EN 197 ovvero ad uno specifico Benestare Tecnico Europeo
(ETA), purché idonei all’impiego previsto nonché, per quanto non in contrasto, conformi alle
prescrizioni di cui alla Legge 26/05/1965 n.595 ed alle prescrizioni contenute nel presente
Capitolato speciale; l'Appaltatore sarà responsabile sia della qualità sia della buona conservazione del
cemento.
Il cemento da impiegare (marcato CE secondo UNI-EN 197-1) deve essere pozzolanico o d’altoforno
con classe di resistenza 32,5 e 42.5.
I cementi, se in sacchi, dovranno essere conservati in magazzini coperti, perfettamente asciutti
e senza correnti d'aria ed i sacchi dovranno essere conservati sopra tavolati di legno sollevati
dal suolo e ricoperti di cartonfeltri bitumati cilindrati o fogli di polietilene.
La fornitura del cemento, nonché la predisposizione della relativa documentazione tecnica di
accompagnamento, dovrà essere effettuata in conformità alle specifiche tecniche armonizzate di
riferimento, con l'osservanza, qualora non in contrasto, delle condizioni e modalità di cui all'art. 3
della Legge 26 Maggio 1965 n. 595.
Qualora il cemento venga trasportato sfuso dovranno essere impiegati appositi ed idonei mezzi di
trasporto: in questo caso il cantiere dovrà essere dotato di adeguata attrezzatura per lo scarico, di
silos per la conservazione e di bilancia per il controllo della formazione degli impasti ed i
contenitori per il trasporto ed i silos dovranno essere tali da proteggere il cemento dall'umidità e
dovrà essere evitata la miscelazione tra i tipi e le classi di cemento.
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Per i cementi forniti in sacchi dovranno essere riportati sugli stessi il nominativo del Produttore, il
peso e la qualità del prodotto, la quantità d’acqua per malte normali e la resistenza minima a
compressione ed a trazione a 28 giorni di stagionatura, mentre per quelli forniti sfusi dovranno
essere opposti cartellini piombati sia in corrispondenza dei coperchi sia degli orifizi di scarico; su
questi cartellini saranno riportate le indicazioni del citato art. 3 della legge 26 Maggio 1965 n. 595.
L'introduzione in cantiere de ogni partita di cemento sfuso dovrà risultare dal giornale dei lavori e
dal registro dei getti. Le qualità dei cementi forniti sfusi potrà essere accertata mediante prelievo di
campioni come stabilito all'art. 4 della Legge sopra ricordata.
I sacchi dovranno essere mantenuti integri fino all'impiego e verranno rifiutati che presentassero
manomissioni. Il cemento che all'atto dell'impiego risultasse alterato sarà rifiutato e dovrà essere
allontanato subito dal cantiere. Indipendentemente dalle indicazioni contenute sui sigilli, sui sacchi
oppure sui cartellini, il Direttore dei Lavori potrà far eseguire su cemento approvvigionato, ed a
spese dell'Appaltatore, le prove prescritte.
SABBIA
La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi potrà essere naturale od artificiale ma dovrà
essere, in ordine di preferenza, silicea, quarzosa, granitica o calcarea ed in ogni caso dovrà essere
ricavata da rocce con alta resistenza alla compressione; dovrà essere scevra da materie terrose,
argillose, limacciose e polverulente e comunque la prova di decantazione in acqua non deve dare
una perdita di peso superiore al 2%.
La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso uno staccio con
maglie circolari del diametro di mm 2 per murature in genere e del diametro di mm 1 per gli intonaci
e le murature di paramento od in pietra da taglio.
L'accettabilità della sabbia da impiegare nei conglomerati cementizi verrà definita con i criteri indicati
nella norma europea armonizzata UNI EN 12620, e la distribuzione granulometrica dovrà essere
assortita e comunque adeguata alle condizioni di posa in opera.
GHIAIA - PIETRISCO
Le ghiaie dovranno essere costituite da elementi omogenei, inalterabili all'aria, all'acqua ed al gelo,
pulitissimi ed esenti da materie terrose, argillose e limacciose e dovranno provenire da rocce
compatte, non gessose e marnose ad alta resistenza a compressione.
I pietrischi dovranno provenire dalla frantumazione di rocce silicee, quarzose, granitiche o calcaree e
dovranno essere a spigoli vivi, esenti da materie terrose, argillose e limacciose.
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Le ghiaie ed i pietrischi da impiegare nei conglomerati cementizi dovranno avere i requisiti prescritti
indicati nella norma europea armonizzata UNI EN 12620.
La ghiaia ed il pietrisco dovranno avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche
geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro dell'armatura precisando che la dimensione
massima degli elementi stessi dovrà essere tale da non superare il 60% - 70% dell'interferro ed il
25% della dimensione minima della struttura.
La curva granulometrica degli aggregati per i conglomerati, contenuta all'interno del fuso indicato
dalla Direzione Lavori, sarà proposto dall'Impresa in base alla destinazione, al dosaggio ed alle
condizioni della messa in opera dei calcestruzzi.
L'Impresa dovrà garantire per ogni lavoro la costanza delle caratteristiche granulometriche.
Le ghiaie da impiegarsi per formazione di massicciate stradali dovranno essere costituite da elementi
omogenei derivati da rocce durissime di tipo costante, e di natura consimile fra loro, escludendosi
quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica o sfaldabili facilmente, o gelide o rivestite
di incrostazioni.
Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, secondo il tipo di massicciata da eseguire, dovranno
provenire dalla spezzatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o
calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto, alla abrasione, al gelo ed avranno
spigolo vivo: e dovranno essere scevri di materie terrose, sabbia o comunque materie eterogenee.
Sono comunque escluse le rocce marnose.
Qualora la roccia provenga da cave nuove o non accreditate da esperienze specifiche di Enti pubblici
e che per natura e formazione non diano affidamento sulle sue caratteristiche, è necessario effettuare
su campioni prelevati di cava, che siano significativi ai fini della coltivazione della cava, prove di
compressione e di gelività.
Quando non sia possibile ottenere il pietrisco da cave di roccia, potrà essere consentita per la
formazione di esso la utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavabili da scavi, nonché di
ciottoli o massi ricavabili da fiumi o torrenti semprechè siano provenienti da rocce di qualità idonea.
I materiali suindicati, le sabbie e gli additivi dovranno corrispondere alle norme di accettazione del
fascicolo n. 4 ultima edizione, del Consiglio Nazionale delle ricerche. Rispetto ai crivelli U.N.I.
2334, i pietrischi saranno quelli passanti dal crivello 71 U.N.I. e trattenuti dal crivello 25 U.N.I. i
pietrischetti quelli passanti dal crivello 25 U.N.I. e trattenuti dal crivello 10 U.N.I. le graniglie quelle
passanti dal crivello 10 U.N.I. e trattenute dallo staccio 2 U.N.I. 2332.
Di norma si useranno le seguenti pezzature:
1) pietrisco da 40 a 71 mm ovvero da 40 a 60 mm se ordinato, per la costruzione di massicciate
cilindrate;
2) pietrisco da 25 a 40 mm (eccezionalmente da 15 a 30 mm granulometria non unificata) per la
esecuzione di ricarichi di massicciate e per materiali di costipamento di massicciate (mezzanello);
3) pietrischetto da 15 a 25 mm per esecuzione di ricarichi di massicciate per conglomerati
bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;
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• perdita di peso alla prova Los Angeles (ASTM C 131 - AASHO T 96) ≤ 30%
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Gli elementi di acciaio profilati a freddo dovranno rispondere alle vigenti norme CNR 10022-85.
GHISA
La ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile,
facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di frattura grigia finemente granosa e
perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti
capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere, inoltre, perfettamente modellata. È assolutamente
escluso l'impiego di ghisa fosforosa.
METALLI VARI
L'acciaio inox, l'acciaio corten, il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame, l'alluminio e tutti gli altri
metalli o leghe metalliche da impiegare nelle costruzioni devono essere conformi alle vigenti norme
UNI, delle migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori cui sono destinati e
scevri da ogni impurità o difetto che ne vizi la forma o ne alteri la resistenza e la durata.
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Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere
spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di un sesto
del lato della sezione trasversale.
IDROFUGHI
Gli idrofughi dovranno conferire efficace e duratura idrorepellenza alle malte senza alterarne
negativamente le qualità fisico-meccaniche, mantenendo inalterati i colori delle stesse e non
alterando la potabilità delle acque nel caso di intonaci a contatto di acqua potabile; dovranno essere
approvvigionati in confezioni sigillate con l'indicazione della Ditta produttrice, del tipo e del modo
d'impiego.
IDROREPELLENTI
Gli idrorepellenti dovranno conferire efficace e duratura idrorepellenza ai materiali sui quali
verranno applicati senza alterarne le proprietà, l'aspetto ed il colore e dovranno essere
perfettamente trasparenti ed inalterabili agli agenti atmosferici ed agli sbalzi di temperatura;
dovranno essere approvvigionati in confezioni sigillate con l'indicazione della Ditta produttrice, del
tipo e del modo d'impiego.
ADDITIVI
Gli additivi per malte e calcestruzzi sono classificati in fluidificanti, aereanti, acceleranti, ritardanti,
antigelo, ecc., dovranno migliorare a seconda del tipo le caratteristiche di lavorabilità, resistenza,
impermeabilità, adesione, durabilità, ecc. e dovranno essere conformi anche alle prescrizioni di cui
al punto 5 dell'Allegato 1 del D.M 27 Luglio 1985; dovranno essere approvvigionati in confezioni
sigillate con l'indicazione della Ditta produttrice, del tipo e del modo d'impiego.
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Le emulsioni bituminose devono essere conformi alle "Norme per l'accettazione delle emulsioni
bituminose per usi stradali" di cui al fascicolo n.3 del C.N.R., ultima edizione.
I catrami devono essere conformi alle "Norme per l'accettazione dei catrami per usi stradali" di cui
al fascicolo n.1 del C.N.R., ultima edizione. Per i trattamenti si usano i tre tipi: C 10/40, C
40/125, C 125/500.
La polvere asfaltica deve essere conforme alle "Norme per l'accettazione delle polveri di rocce
asfaltiche per pavimentazioni stradali" di cui al fascicolo n.6 del C.N.R., ultima edizione.
Gli olii minerali da impiegarsi nei trattamenti in polvere di roccia asfaltica a freddo, sia di prima che
di seconda mano, potranno provenire:
- da rocce asfaltiche o scisto-bituminose;
- da catrame;
- da grezzi di petrolio;
- da opportune miscele dei prodotti suindicati.
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Capitolo 3
MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO
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Quando i materiali verranno imbarcati sui pontoni o su altri galleggianti, ciascuno di tali mezzi deve
essere accompagnato da una distinta di carico nella quale deve figurare il numero d'ordine del
galleggiante, la stazza a carico completo, l'elenco delle bollette figlie riguardanti ciascuno degli
elementi imbarcati, e la somma dei pesi lordi che in esse figurano. Detta somma dovrà coincidere
con la lettura della stazza a carico completo.
Il materiale comunque perduto lungo il trasporto non potrà essere contabilizzato.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di rimandare al bilico uno o più massi od addirittura tutto il
carico per sottoporlo a nuove verifiche di peso ogni volta che sorga il dubbio che il peso dichiarato
nelle bollette d’accompagnamento sia errato o che nel carico vi siano massi aventi un peso minore di
quello prescritto od infine quando risulti o si possa presumere una qualunque altra irregolarità.
L’Appaltatore non dovrà chiedere alcuno speciale compenso od indennità per il tempo necessario
alle operazioni di taratura, pesatura dei materiali o per controlli su dette operazioni.
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produrre ingombri od inconvenienti, ovvero a salparli, se caduti in mare, e collocarli dove verrò
indicato dalla Direzione dei Lavori.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
L'Impresa è tenuta a verificare la progettazione esecutiva eseguita attenendosi alle norme di seguito
indicate. Come appresso meglio specificato con tale verifica si assume la responsabilità della
progettazione.
L'esame e verifica da parte della Direzione dei lavori dei calcoli di stabilità e degli esecutivi presentati
non esonera in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità a lei derivanti per legge e per precisa
pattuizione contrattuale, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere
eseguiti dalla Direzione dei lavori, l'Impresa stessa rimane l'unica e completa responsabile delle opere
eseguite, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la qualità dei
materiali e la loro esecuzione e pertanto egli dovrà rispondere degli inconvenienti che avessero a
verificarsi di qualunque natura, entità ed importanza essi potessero risultare e qualunque
conseguenza o danno dovessero arrecare.
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Tutte le opere in conglomerato cementizio armato normale o precompresso facenti parte dell'opera
appaltata dovranno essere sottoposte a collaudo statico ed il collaudo stesso dovrà essere eseguito
da un Ingegnere o da un Architetto, iscritto all'Albo da almeno 10 anni, che non sia interessato in
alcun modo nella progettazione, direzione od esecuzione delle opere, nominato
dall'Amministrazione appaltante.
L'Appaltatore è tenuto, altresì, a curare a proprie spese, la presentazione al Genio Civile della
documentazione atta al rilascio della licenza dell'uso e/o del certificato di conformità delle strutture.
L’Impresa è tenuta all’osservanza delle Norme Tecniche (D.M. del 09/01/1996 e successivi
aggiornamenti), emanate in applicazione dell’art. 21 della Legge 5/11/1971 n. 1086, nonché delle
Leggi e Norme UNI vigenti, in quanto applicabili.
Per la confezione dei calcestruzzi e la durabilità delle opere in ambiente marino si fa riferimento in
particolare a:
- D.M. 09/01/1996 contenente le Norme Tecniche per il calcolo, l’esecuzione e il collaudo delle
opere in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche (S.O. alla G.U. n° 29
del 05/02/1996).
- UNI EN 206-1/2001: Calcestruzzo: Specificazione, prestazione, produzione e conformità
- UNI 8981/1999, Parti da 1 a 8,
Oltre alla osservanza delle predette disposizioni e di ogni altra che in proposito dovesse essere
emanata a modifica e/o integrazione di quanto indicato nel citato D.M., l'Impresa dovrà attenersi
alle specifiche normative richiamate nel presente capitolato relativamente all'accettazione degli inerti,
del cemento e degli acciai, al prelievo dei campioni, alla esecuzione delle prove sugli stessi, ecc.
Si intende che tutti gli oneri relativi alla applicazione delle leggi, decreti, regolamenti e circolari in
vigore al momento dell'offerta per l'accollo dei lavori sono compresi e compensati col prezzo di
appalto.
Di eventuali disposizioni di Legge che dovessero intervenire in fase successiva si terrà conto
formulando nuovi prezzi a termini di regolamento ove l'adempimento delle disposizioni stesse
comporti per l'Impresa oneri diversi da quelli corrispondenti alle disposizioni vigenti al momento
dell'offerta.
PRE-QUALIFICA
L’Impresa, sulla scorta delle prescrizioni contenute nel presente capitolato e nei progetti esecutivi
delle opere in conglomerato cementizio semplice o armato, relativamente a caratteristiche e
prestazioni dei conglomerati cementizi stessi, dovrà a suo carico e onere qualificare i materiali e gli
impasti in tempo utile prima dell’inizio dei lavori, secondo le seguenti modalità.
Con congruo anticipo sulla data di inizio dei getti, l’Impresa dovrà eseguire, a proprie spese, una pre-
qualifica delle miscele di calcestruzzo da utilizzare. La pre-qualifica dovrà essere eseguita presso un
laboratorio autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (già Ministero dei Lavori
Pubblici) e dotato di certificazione di qualità ISO 9001:2000.
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Le materie prime necessarie per la pre-qualifica dovranno essere campionate presso l’impianto
destinato alla produzione del conglomerato alla presenza di un incaricato dalla Direzione Lavori che
redigerà un verbale di prelievo nel quale saranno indicate tipo e quantità delle materie prime
campionate. Copia del verbale di prelievo dovrà essere allegata al dossier di pre-qualifica del
laboratorio.
La pre-qualifica delle miscele in laboratorio dovrà essere preceduta dalla caratterizzazione delle
materie prime. In particolare, il laboratorio dovrà procedere, nonostante la richiesta presenza di una
marcatura CE degli aggregati, alla determinazione della distribuzione granulometrica, della massa
volumica e dell’assorbimento d’acqua delle singole frazioni campionate; si dovrà procedere, inoltre,
alla definizione della curva granulometrica ottimale dell’inerte combinato.
Sulle miscele di conglomerato messe a punto, il laboratorio dovrà procedere alla determinazione
delle seguenti caratteristiche:
- lavorabilità mediante abbassamento al cono di Abrams (UNI EN 12350-2) per calcestruzzi con
classe di consistenza fino alla S5. La misura dovrà essere eseguita al termine del mescolamento e
ripetuta dopo un lasso di tempo equivalente al tempo necessario per trasportare il calcestruzzo dalla
centrale di betonaggio al cantiere aumentato del tempo necessario per scaricare l’intera betoniera.
Trascorso questo periodo di tempo la consistenza dovrà essere conforme al valore di capitolato;
- massa volumica allo stato fresco e contenuto d’aria (UNI EN 12350/6, 7);
- resistenza meccanica a compressione (UNI EN 12390/3) definita come media di tre cubetti alle
scadenze di 1, 3, 7 e 28 giorni. La resistenza meccanica a compressione media misurata a 28 giorni
dovrà essere conforme al valore caratteristico prescritto in capitolato sulla base di un controllo di
accettazione di tipo A;
- determinazione del modulo elastico secante (UNI 6556) a 1, 7, 14 e 28 giorni;
- determinazione della resistenza meccanica a trazione indiretta (UNI EN 12390-5) a 1, 7, 14 e 28
giorni.
I risultati delle pre-qualifiche in laboratorio faranno parte di un dossier redatto dal laboratorio che ha
eseguito le prove e consegnato dall’Impresa alla Direzione Lavori per l’accettazione. Il dossier dovrà
contenere:
- la documentazione relativa alla certificazione delle materie prime: aggregati, acqua, cemento,
eventuali aggiunte e additivi;
- la composizione del conglomerato con pesate riferite alla condizione s.s.a. (saturo a superficie
asciutta) per gli aggregati definita come nella UNI EN 1097-6;
- i risultati di tutte le prove sopra elencate.
I dossier di pre-qualifica in laboratorio delle varie miscele dovranno essere trasmessi alla Direzione
Lavori almeno trenta giorni prima dell’inizio dei getti.
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all’adozione di provvedimenti di ripristino della sicurezza e della durabilità da essa stessa proposti ma
che, per diventare operativi, dovranno essere formalmente approvati dalla Direzione Lavori.
Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all’Impresa se la Rck risulterà maggiore a quella indicata
nei calcoli statici e nei disegni di progetto.
In fase di indurimento la Direzione Lavori potrà prescrivere il controllo della resistenza meccanica a
compressione o di qualsiasi altro parametro fisico-meccanico (resistenza a trazione, modulo elastico,
permeabilità all’acqua) a diverse epoche di maturazione, su campioni appositamente confezionati.
Di tutti i prelievi e le operazioni, eseguite a cura e spese dell’Impresa, e sotto il controllo della
Direzione Lavori, verranno redatti appositi verbali numerati progressivamente e controfirmati dalle
parti.
Saranno a carico dell’Impresa tutti gli oneri relativi alle prove di laboratorio, sia effettuate presso i
Laboratori della Direzione Lavori, sia presso i Laboratori Ufficiali, comprese le spese per il rilascio
dei certificati.
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c. Controlli ispettivi
La Direzione Lavori è tenuta all’esecuzione di controlli ispettivi con periodicità non superiore a 6
mesi e con preavviso di 7 giorni presso l’impianto di betonaggio. Nel corso del sopralluogo verranno
eseguite verifiche della documentazione inerente i controlli di gestione e di qualità e potrà essere
disposto il prelievo di campioni di materie prime e di conglomerato cementizio sui quali eseguire gli
accertamenti del caso.
IMPIANTO DI BETONAGGIO
L’impianto o gli impianti di betonaggio dovranno trovarsi ad una distanza dal luogo di getto tale da
garantire un costante e controllato ritmo di approvvigionamento di conglomerato durante i getti,
indispensabile per il raggiungimento di una sufficiente costanza di qualità nei getti ed evitare la
formazione di “giunti freddi”.
L’impianto o gli impianti utilizzati dovranno possedere specifici requisiti atti a garantire, in maniera il
più possibile automatizzata, una composizione costante e stabile del conglomerato prodotto.
L’impianto di betonaggio da realizzare in cantiere avrà le seguenti caratteristiche minime:
- possibilità di gestire 3 o più pezzature diverse di aggregato con dosaggio ponderale di ciascuna
singola pezzatura;
- lettura in continuo del contenuto di umidità di tutti gli aggregati dosati con sonde di umidità,
possibilmente di tipo capacitivo o a microonde;
- presenza di un sistema di controllo automatico che, in funzione delle variazioni di umidità degli
aggregati dosati, modifichi le pesate degli stessi e il quantitativo d’acqua da aggiungere per ottenere
che il rapporto acqua/cemento e la lavorabilità del conglomerato risultino costanti;
- presenza di un silo per lo stoccaggio di ognuno dei tipi di aggiunta minerale, oltre a quelli per il
cemento;
- possibilità di stoccaggio e dosaggio volumetrico di almeno due (2) additivi liquidi;
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CONFEZIONAMENTO E TRASPORTO
La confezione dei conglomerati cementizi potrà quindi incominciare solo dopo la pre-qualifica
positiva da parte della Direzione Lavori e l’esito positivo delle prove di campo.
La dosatura effettiva degli aggregati dovrà essere realizzata con precisione del 3%; quella del
cemento con precisione del 2%. Le bilance dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due
mesi e tarate all’inizio del lavoro e successivamente almeno una volta all’anno.
Per l’acqua e gli additivi è ammessa anche la dosatura a volume. La dosatura effettiva dell’acqua
dovrà essere realizzata con precisione del 2% ed i relativi dispositivi dovranno essere tarati almeno
una volta ogni due mesi o comunque quando richiesto dalla Direzione Lavori.
I dispositivi di misura del cemento, dell’acqua e degli additivi dovranno essere del tipo individuale.
Le bilance per la pesatura degli aggregati possono essere di tipo cumulativo (peso delle varie
pezzature con successione addizionale).
I silos del cemento debbono garantire la perfetta tenuta nei riguardi dell’umidità atmosferica.
L’impasto dovrà risultare di consistenza uniforme ed omogenea, uniformemente coesivo (tale cioè
da essere trasportato e manipolato senza che si verifichi la separazione dei singoli elementi);
lavorabile (in maniera che non rimangano vuoti nella massa o sulla superficie dei manufatti dopo
eseguita la vibrazione in opera).
Se, al momento della posa in opera, la consistenza del conglomerato cementizio non fosse quella
prescritta, lo stesso non dovrà essere impiegato per l’opera ma scaricato in aree indicate dalla
Direzione Lavori. Si da comunque facoltà alla Direzione Lavori, se la consistenza fosse minore di
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In caso di risultato sfavorevole delle prove di resistenza e duttilità, previste per legge, il complesso
delle barre al quale si riferisce il campione dovrà essere accantonato e identificato in attesa dei
risultati delle ulteriori verifiche.
Rimane comunque salva la facoltà del Direttore dei Lavori di disporre eventuali ulteriori controlli
per giustificati motivi a carico dell'Impresa.
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La giunzione delle barre di diametro fino a 30mm compreso, di norma, deve essere eseguita per
sovrapposizione.
La giunzione tramite saldatura di barre di armatura, secondo le indicazioni previste negli elaborati di
progetto o quando richiesta in opera, previa approvazione della Direzione Lavori, dovrà essere
effettuata secondo quanto prescritto dalla normativa prEN ISO 17660:2002 (Welding of reinforcing
steel) con particolare riferimento ai processi e alla loro qualifica, ai materiali e al paragrafo ‘Welded
joints’.
Valgono comunque le seguenti prescrizioni.
La saldatura deve essere del tipo elettrico-manuale con elettrodo.
Le barre da giuntare devono essere accostate di testa, senza alcuna puntatura, con interspazio
compreso fra 5 e 10mm. Due spezzoni di barra dello stesso tipo e diametro delle barre da giuntare
(ad eccezione delle barre da 30mm per le quali il diametro degli spezzoni deve essere da 24mm)
aventi lunghezza minima, ciascuno, di dieci volte il diametro stesso, devono essere accostati,
simmetricamente all’intersezione delle barre. La saldatura tra le barre e gli spezzoni deve essere
realizzata, per tutta la lunghezza dei tratti sovrapposti, su entrambi i lati, ottenendo così otto cordoni
di saldatura.
Prima di procedere all’esecuzione delle giunzioni, l’Impresa deve effettuare un ampio studio nonché
le prove di qualificazione per definire in dettaglio le caratteristiche dei materiali da impiegare e i
procedimenti di esecuzione. L’Impresa deve consegnare alla Direzione Lavori, con congruo anticipo
rispetto all’inizio delle giunzioni, un relazione tecnica indicante per ogni tipo e diametro delle barre
di armatura, nonché per ogni posizione di giunzione (orizzontale, verticale e inclinata), i materiali ed
i procedimenti di giunzione che intende impiegare. Nella suddetta relazione devono in particolare
essere evidenziate, descritte e motivate le seguenti questioni:
• il procedimento di saldatura che l’Impresa intende seguire in relazione alle caratteristiche
dell’acciaio;
• il tipo di elettrodi che l’Impresa intende impiegare;
Dopo l’esame, con esito positivo, da parte della Direzione Lavori, della suddetta relazione tecnica,
l’Impresa deve eseguire le prove di qualificazione secondo i seguenti criteri:
• i giunti da sottoporre a prova distruttiva di trazione saranno giunti ‘gemelli’, cioè eseguiti su
spezzoni di barre dello stesso diametro, in posizione e condizione ambientale analoga a quella del
corrispondente giunto in opera. L’Impresa deve sottoporre alle prove di trazione di cui ai punti
seguenti, per ogni lotto di 150 giunti eseguiti dallo stesso operatore, nella stessa posizione (verticale,
orizzontale, inclinata) e con lo stesso diametro e tipi di barra il seguente numero di campioni scelti
dalla Direzione lavori: a) per il primo lotto, un giunto tra i primi dieci eseguiti, un giunto tra i
successivi quaranta e un giunto tra i successivi cento, b) per ognuno dei lotti successivi: un giunto;
• dovranno essere effettuati due giunti di prova per ogni tipo e per il massimo diametro
previsto dalle barre di armatura, nonché per ogni posizione del giunto (orizzontale, verticale,
inclinata);
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• tutti i giunti di prova dovranno essere sottoposti all’esame visivo; esso consiste nel verificare
dopo l’esecuzione del giunto, quando questo si è raffreddato a temperatura ambiente, che il giunto
stesso non presenti difetti quali cricche, incisioni, scarsità di materiale, ecc.
• tutti i giunti di prova dovranno essere sottoposti a prova distruttiva di trazione: a) in sede di
qualificazione , la resistenza a trazione deve essere uguale o superiore al 125% del carico minimo di
snervamento della barra di armatura, nonché deve essere maggiore o uguale al carico di rottura
prescritto per la barra; b) in corso d’opera, la resistenza a trazione di tutti i giunti provati deve essere
uguale o superiore al carico di rottura prescritto per le barre di armatura.
La giunzione meccanica di barre d’armatura secondo le indicazioni previste negli elaborati di
progetto dovrà essere effettuata con manicotti tipo Lenton e secondo quanto prescritto nella
certificazione e nei manuali d’uso del produttore.
I manicotti dovranno essere del tipo indicato negli elaborati di progetto (di riduzione o di posizione),
o approvati dalla Direzione Lavori, e dotati di una resistenza allo snervamento nominale non
inferiore a 550 MPa e una resistenza a trazione non inferiore a 775 MPa.
I manicotti dovranno essere serrati con apposita chiave di serraggio fornita dal produttore e la
filettatura delle barre rispondente ai requisiti della casa produttrice dei manicotti.
COPRIFERRO
Copriferro ed interferro saranno conformi alle disposizioni delle norme di esecuzione per c.a. e
c.a.p., contenute nelle “Norme Tecniche per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere
in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche” (D.M. 09/01/1996 e
successivi aggiornamenti), emanate in applicazione dell’art. 21 della Legge 5/11/1971 n. 1086, alle
prescrizioni del presente progetto.
Lo spessore di copriferro previsto per i diversi manufatti è dettagliato negli elaborati grafici di
progetto e nelle relazioni tecniche.
Si ammette una tolleranza di -0, +15mm rispetto ai valori sopra indicati.
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Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni così prescritte dalla Direzione
Lavori, saranno a totale carico dell’Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le
demolizioni di opere di spettanza dell’Impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere di
adattamento di strutture o impianti, i ritardi, le fornitura aggiuntive di materiali e l’assistenza muraria.
INSERTI
Gli inserti sono costituiti da carpenteria metallica che deve essere resa solidale alle strutture in
conglomerato cementizio previo posizionamento e fissaggio prima della posa in opera del
conglomerato stesso. Eventuali particolari istruzioni di posizionamento saranno precisate negli
elaborati di progetto o in appositi articoli di capitolato. L’Impresa deve provvedere a porre in opera
tutti gli inserti previsti nelle diverse strutture e a fornire e porre in opera tutti i materiali occorrenti
per il loro posizionamento, sostegno e fissaggio, comprese le eventuali dime di posizionamento.
b. Inserti vari
La posa in opera di inserti vari (profilati normali o del tipo Halfen, piastre, manicotti, telai, zanche,
mensole, conduits, elementi di polifore, ecc.) deve essere eseguita con operazioni analoghe a quelle
indicate al paragrafo precedente ma, di norma, senza l’ausilio di maschere.
Gli inserti, comunque, devono essere rigidamente fissati nella posizione prescritta ed eventualmente
collegati all’armatura metallica.
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c. Tasselli
Allo scopo di prevenire l’interferenza con i ferri o errori di posizionamento, laddove sia previsto in
progetto l’impiego di tasselli (sia chimici che meccanici), l’Impresa provvederà a predisporre dei
tubetti in PVC o plastica da lasciare nel getto come indicatore di posizione e come invito alla
perforazione. Il diametro esterno di tali predisposizioni non dovrà essere superiore al 60% del
diametro del tassello stesso. E’ ammesso l’impiego di predisposizioni equivalenti, previa
approvazione della Direzione Lavori
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La compattazione del conglomerato dovrà avvenire in modo da assicurare che la massa volumica del
calcestruzzo in opera non risulti inferiore al 97% di quella misurata sui cubetti prelevati per i
controlli di accettazione. Controlli in questo senso potranno essere eseguiti dalla direzione lavori
sulla base della curva di correlazione, ottenuta per il tipo di calcestruzzo analizzato, con i risultati
delle prove ultrasoniche.
La finitura superficiale delle solette dovrà essere eseguita con staggia, preferibilmente di tipo non
vibrante, in modo da ottenere una deviazione dalla planarità superficiale non superiore a 5 mm/m.
Dovranno, inoltre, essere garantiti in ogni punto i livelli di ricoprimento delle armature previsti in
progetto.
Eventuali irregolarità o sbavature dovranno essere asportate mediante bocciardatura e i punti
incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta cementizia a ritiro
compensato immediatamente dopo il disarmo; ciò qualora tali difetti o irregolarità siano contenuti
nei limiti che la Direzione Lavori, a suo insindacabile giudizio, riterrà tollerabili, fermo restando in
ogni caso che le suddette operazioni ricadranno esclusivamente e totalmente a carico dell’Impresa.
Quando le singole irregolarità siano mediamente superiori a mm 10, la Direzione Lavori ne imporrà
le regolarizzazione a totale cura e spese dell’Impresa mediante uno strato di materiali idonei che, a
seconda dei casi e ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori potrà essere costituito da:
- malte o betoncini reoplastici a base cementizia a ritiro compensato;
- malte o betoncini epossidici.
Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto dovrà avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad
evitare la segregazione. A questo scopo il conglomerato dovrà cadere verticalmente al centro della
cassaforma e sarà steso in strati orizzontali di spessore limitato e comunque non superiore a 50 cm
misurati dopo la vibrazione.
È vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l’impiego del vibratore; è
altresì vietato lasciar cadere dall’alto il conglomerato cementizio per un’altezza superiore ad un
metro; se necessario si farà uso di tubi getto e si getterà mediante pompaggio. Gli apparecchi, i tempi
e le modalità per la vibrazione saranno quelli preventivamente approvati dalla Direzione Lavori.
È fatto divieto di eseguire getti di strutture orizzontali (platee, solette, pavimenti) in giornate in cui è
prevista la possibilità di intense precipitazioni. Nel caso in cui, nonostante le precauzioni adottate, si
verifichi un fenomeno piovoso di particolare intensità durante il getto di una struttura orizzontale,
dovranno essere approntati tutti i provvedimenti possibili tesi a minimizzare eventuali effetti negativi
sulle prestazioni meccaniche e sulla impermeabilità del conglomerato gettato (ad esempio, copertura
con teli del fronte del getto). In ogni caso sarà facoltà della Direzione Lavori, eventualmente a
seguito di controlli non distruttivi, decidere eventuali riparazioni e/o demolizioni delle strutture o
parti di struttura interessate dal fenomeno piovoso.
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Per i getti di maggiori dimensioni, previa approvazione della Direzione Lavori, saranno consentite
riprese con giacitura orizzontale (getto per strati successivi), e con giacitura verticale (getto per conci
attigui). I singoli strati orizzontali di getto dovranno avere spessore non superiore a 1 m. Le riprese
di getto verticali dovranno essere sfalsate in modo da ottenere nel complesso un sistema più
monolitico ed evitare la formazione di sezioni più favorevoli all’innesco di lesioni.
In corrispondenza delle riprese di getto a giacitura orizzontale si dovrà provvedere alle seguenti
operazioni prima dell’esecuzione dei getti di ripresa:
- Pulizia della superficie del getto di livello inferiore con acqua in pressione;
- Eliminazione mediante aria compressa o aspirazione dell'acqua in eccesso;
- Applicazione a spruzzo di boiacca cementizia additivata con lattice immediatamente prima del
getto di ripresa.
In ogni strato di getto separato dal precedente e dal successivo da una ripresa di getto a giacitura
orizzontale, dovranno essere individuati conci appartenenti a getti di prima fase e getti di seconda
fase. I vari conci saranno separati da riprese di getto a giacitura verticale.
Riprese di getto a giacitura verticale dovranno essere realizzate solo in direzione trasversale alla
direzione dell'armatura principale. In corrispondenza di tali riprese di getto, si dovrà provvedere al
contenimento dei getti di prima fase mediante casseratura “forata” costituita da una rete metallica a
perdere tipo “Pernervometal”. Le armature metalliche longitudinali dovranno attraversare la ripresa
di getto. Eventuali riprese di armature per sovrapposizione dovranno essere eseguite, possibilmente,
ad almeno 2 m dal baricentro della ripresa di getto.
I getti di prima fase di ciascuno strato di getto verranno eseguiti con ordine alternato (uno sì e uno
no) avendo cura, comunque, di realizzare sempre in prima fase sia il primo che l’ultimo concio di
ciascuno strato. In questo modo si realizzerà un adeguato contrasto per i getti di seconda fase.
L’Impresa dovrà elaborare un piano dei getti che dovrà essere sottoposto per approvazione con
congruo anticipo rispetto all’inizio dei getti.
STAGIONATURA E DISARMO
La durata della stagionatura, intesa come giorni complessivi di permanenza nei casseri e di
protezione dopo la rimozione degli stessi, va in generale determinata in base alle indicazioni del
punto 10.6.3, prospetti XII e XIII, della Norma UNI 9858.
A getto ultimato dovrà essere curata la stagionatura dei conglomerati cementizi in modo da evitare
un rapido prosciugamento delle superfici esposte all’aria dei medesimi e la conseguente formazione
di fessure da ritiro plastico, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo,
fermo restando che il sistema proposto dall’Impresa dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
Le superfici del conglomerato cementizio non protette dalle casseforme dovranno essere mantenute
umide il più a lungo possibile e comunque per almeno 7 giorni, sia per mezzo di prodotti
antievaporanti (agenti di curing), da applicare a spruzzo subito dopo il getto, sia mediante continua
bagnatura, sia con altri sistemi idonei.
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I prodotti antievaporanti ed il loro dosaggio dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori. Le
loro caratteristiche dovranno essere conformi a quanto indicato nella Norma UNI 8656: tipi 1 e 2.
La costanza della composizione dei prodotti antievaporanti dovrà essere verificata, a cura della
Direzione Lavori ed a spese dell’Impresa, al momento del loro approvvigionamento.
Non è ammesso l’utilizzo di prodotti antievaporanti su superfici destinate ad essere sede di ripresa di
getto.
Per le solette, che sono soggette all’essiccamento prematuro ed alla fessurazione da ritiro plastico
che ne deriva, è fatto obbligo di applicare sistematicamente i prodotti antievaporanti di cui sopra o di
proteggere le superfici con teli di juta bagnati o con bagnatura costante, per mezzo di sistemi a
pioggia o a nebulizzazione. Nel caso che sulle solette si rilevino manifestazioni di ritiro plastico con
formazione di fessure di apertura superiore a 0,3 mm, l’Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese
al ripristino della superficie integra con mezzi e sistemi idonei e approvati, di volta in volta, dalla
Direzione Lavori.
Durante il periodo della stagionatura i getti dovranno essere riparati da possibilità di urti, vibrazioni e
sollecitazioni di ogni genere.
La rimozione delle armature di sostegno dei getti dovrà in ogni caso essere effettuata quando siano
state sicuramente raggiunte le prescritte resistenze. In assenza di specifici accertamenti, l’Impresa
dovrà attenersi a quanto stabilito nelle Norme Tecniche emanate in applicazione dell’art. 21 della
Legge 5/11/1971 n. 1086 (D.M. 09/01/1996 e successivi aggiornamenti).
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L'approvazione dei disegni costruttivi e dei calcoli di cui sopra non esonera peraltro in alcun modo
l'impresa dalla sua integrale responsabilità per la buona e regolare riuscita dell'opera.
Nella redazione dei progetto strutturale dei cassoni vanno rispettate le prescrizioni contenute nelle
normative vigenti; è da raccomandare particolarmente l'osservanza delle norme che riguardano la
sicurezza allo stato limite di fessurazione e di quelle che fissano l'armatura minima da disporre negli
elementi strutturali inflessi, nonché lo studio della miscela del calcestruzzo (mix design) eseguito
secondo le indicazioni contenute nelle “Linee guida per il calcestruzzo strutturale” emanate dal
Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con esplicito riferimento agli
ambienti XS2 e XS3 ed a quanto riportato nel presente Capitolato.
Le pareti dovranno essere armate anche nelle zone in cui teoricamente non occorrerebbero armature
metalliche, per far fronte ad eventuali sforzi anomali sia durante le operazioni di trasporto e posa in
opera sia per effetto dell'azione dinamica dei mare.
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atterrà scrupolosamente a tale tabella e alle modifiche successive che la Direzione dei Lavori
ritenesse dover introdurre.
La Direzione dei Lavori ha la facoltà di richiedere preventivamente tutti gli studi di granulometria,
resistenza e permeabilità dei calcestruzzi che crederà opportuni; l'Appaltatore farà eseguire questi
studi a sue spese presso un Laboratorio ufficiale o laboratorio autorizzato ai sensi dell'art. 20 della
Legge n. 1086/1971, oppure presso il laboratorio appositamente attrezzato presso il cantiere. Per i
cassoni va tenuto dall'Appaltatore un apposito registro nel quale vengono tempestivamente annotate
le numerazioni, te date di confezione, sformatura, stagionatura, varo, trasporto, affondamento in
opera, di ciascuno di essi; questo registro deve essere a disposizione della Direzione dei Lavori.
Per soddisfare le esigenze di lavorabilità è ammesso l'impiego di prodotti fluidificanti nella
confezione dei calcestruzzi, previa approvazione da parte dei Direttore dei Lavori.
Per consentire alla Direzione dei Lavori di effettuare i necessari controlli sui calcestruzzi per
accertare la rispondenza alle Norme tecniche vigenti e a quelle specifiche di progetto e di contratto -
e sempre che la qualità, il tipo e la destinazione dei calcestruzzi lo richiedano - devono essere sempre
disponibili in cantiere:
a) serie completa di stacci ALTMP-UNI per la analisi granulometrica;
b) bascula;
c) bilancia;
d) serie di casseforme metalliche per provini regolamentari;
e) recipienti tarati per dosaggio di acqua;
f) cono di Abrams per prova di consistenza;
g) accessori d'uso.
Durante la stagione invernale l'Appaltatore deve annotare in apposito registro i valori minimi della
temperatura risultanti da apposito termometro esposto nei cantieri di lavoro. La Direzione dei
Lavori ha la facoltà di sospendere i getti in condizioni meteorologiche sfavorevoli. Nel caso di
freddo intenso l'Appaltatore deve provvedere a proteggere a sue spese e con mezzi idonei i getti in
corso di esecuzione.
Nella confezione dei cassoni l'Appaltatore deve provvedere al collocamento di opportuni ganci o
anelli per il trasporto in sito in relazione alle proprie attrezzature.
Le armature metalliche dei cassoni prefabbricati saranno di norma costituite da barre ad aderenza
migliorata in acciaio B450C e dovranno essere disposte esattamente secondo quanto riportato negli
elaborati di progetto.
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Oltre a quanto indicato negli articoli del presente Capitolato, l'Impresa deve provvedere ad ottenere
presso le Autorità competenti la concessione per l'occupazione dei tratti di banchina o di costa e di
specchi acquei per l'installazione dei cantieri per la costruzione dei cassoni, qualora vengano costruiti
in ambito portuale.
L'Appaltatore, nel rispetto delle condizioni fissate dalle Autorità competenti per la concessione di
tratti di banchina o di costa, può scegliere a propria convenienza il procedimento per la costruzione
dei cassoni.
Il progetto per la formazione dei cantieri per la costruzione dei cassoni deve essere elaborato
dall'Appaltatore rispettando i ritmi di produzione necessari al completamento dell'opera nei tempi
indicati nel programma dei lavori; tale progetto, prima della realizzazione dell'opera, deve essere
sottoposto all'approvazione della Direzione dei Lavori.
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Malgrado tutti i controlli effettuati dalla Direzione dei Lavori, unico responsabile dell'esecuzione dei
lavori rimane sempre l'Appaltatore.
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A getto avvenuto l'Appaltatore deve provvedere alla protezione delle superfici esposte e con
l'innaffiamento abbondante giornaliero per tutta la durata della stagionatura, oppure con irrorazione
di idonei prodotti antievaporanti preventivamente accettati dalla Direzione dei Lavori.
Lo smontaggio delle carpenterie dovrà avvenire solo dopo il periodo che fisserà il Direttore dei
Lavori e, comunque, non prima di sette giorni dal getto.
L'Appaltatore deve tenere a disposizione della Direzione dei Lavori, in cantiere, apposito registro
firmato dal responsabile dei cantiere, dal quale risulti la data di inizio e fine dei getti, il loro dosaggio
di cemento e la data dei disarmo.
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I fori saranno tutti eseguiti col trapano; le chiodature, ribaditure, ecc. dovranno essere perfette,
senza sbavature; i tagli essere rifiniti a lima.
Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentino imperfezione od indizio
d'imperfezione.
Ogni pezzo od opera completa in ferro dovrà essere fornita a piè d'opera colorita a minio.
Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione dei lavori, l'Appaltatore dovrà presentare il
relativo modello, per la preventiva approvazione.
L'Appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le
misure esatte delle diverse opere in ferro, essendo egli responsabile degli inconvenienti che potessero
verificarsi per l'omissione di tale controllo.
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