Sei sulla pagina 1di 4

26 CLARA RHODOS

cui fu ritrovato buon numero negli scavi greci ·arcaici. E ben


possibile che il centro produttore di questi oggetti fosse la
città greco-egizia di Naucrati 1; ma non è escluso - com'è
' opinione del collega prof. Giuseppe Botti, il quale, con
i somma cortesia, ha voluto interpretare i segni degli amuleti
i
:! di tipo egizio rinvenuti quest'anno -. che sia e3istita una
fabbrica nella stessa Rodi.
\i
j: Riferisco per esteso la cbiara e dotta esposizione del Botti:
I
j.
t· « Cartello sormontato dall'emblema· osiriano della doppia piuma,
Il
li quindi riferentesi a un faraone defunto, che si suole.general­

Hn I
mente assegnare alla categoria degli scarabei-amuleti (Fi,g. !).
Per la disposizione, incomprensione dei geroglifici e
aggiunta sotto di essi, arbitrariamente, per puro sc�po_ orna­
FIG. 8.
CARTilLLO CORSEGNI

.;I,J E"GJZI INCISI.

l·r
mentale; del mezzo disco lunare, riproduce, in modo inesatto,
,I una delle forme del cartello del noto faraone della XXVI
;I dinastia W :· � � l b - r' Apries (Hophra, 5 88-5 69), regolarmente scritta in gero­
glifico nella maniera seguente:

! �

BRUGSCH-BùuRIANT, Livre des rois, p. rì8,

BUDGE, Book oj Kings, II, n. IV: (<) � .� �.:;I


n. 71_0:

. il
:

i.
'

it
Non pare dunque da considerarsi un prodotto genuino dell'arte egiziana;
ma piuttosto un nuovo esemplare di una .delle tante.fatture delle fabbriche, fuori
d'Egitto, che lavoravano· senza bàdare alla precisione filologica, se pure, poichè
,!I a Ialiso già si sono trovati altri scarabei, non si deve ritenere un prodotto della
"
!j
stessa fabbrica di Rodi.
Anello con scarabeo di pasta vitrea (Fig. g). - Sopra al monogramma espri­
'I

,j
mente il nome d'oro di Horo, parte del tit0Io ptotocollare di un Sovrano, ripro­
dotto entro l'ovale, anzichè fuori, come di consueto, e con la riproduzione del
geroglifico · del gufo invece· del falco,
evidentemente pet incomprensione del
·':-}\;·;..,, modello ,copiàto, si svolge la leggenda
:.11
Nefer-ma'at-Rè' somigliante alla compo­
i il sizione abituale del prenòmen di un cartello
Il
! tj
reale, ma che non corrisponde, per quanto
mi consti, a quella di alcun cartello si­
:i,
uil1·
nora noto.
Sembra quindi doversi cçinsiderare
il documentò come la riproduzione im­
: ! perfetta di uno scarabeo pseudo reale.
i I . 1 V. BLINKF.NBE�G, op. rit., p. 5 75; l'ipotesiè del Flindcn;
'1 � PJG. 9 - ANELLO SIGILLO E SCARAllEQ
i· CON SEGNI EGIZI INCISI, �trie.
1
.I
1

lt
NECROPOLI IALISIE

Anello con placchetta in oro (Fig. g). - Contiene riprodotti, in forma difet­
tosa, ai lati dell'immagine del Sovrano, portante la corona del Basso Egitto,
pure espressa in maniera inesatta, due dei tre geroglifici, componenti la nota
formula augurale rivolta particolarmente ai sovrani, e cioè:

f 'n"lj, che egli possa vivere ! t:h w4; che egli possa essere salvo. !

Le imperfezioni nella riproduzione dei segni geroglifici che anche iri. questi
due nuovi documenti si riscontrano, servono di rincalzo aµ.'ipotesi già espressa,
a proposito del cartello di Apries, per considerarli prodotti di una fabbrica non
egiziana».
GrusE'PPE Born.

Oggetti in metallo. - Negli scavi di Marmaro del 19.34, le oreficerie si rinven­


�!� ::�·.
;,,-,_
•",i
.' <
nero in buon numero, e interessanti. Fra gli anelli, il tipo più diffuso è quello
costituito da una verghetta sottile appiattita s�l davanti a forma di losanga. Esem­
plari di questo genere furono già trovati a Ialiso negli scavi degli anni precedenti
insieme con materiale del VI sec. a. C. 1 Nelle tombe dj Camiro, almeno in
quelle scavate dagli italiani, il tipo non è apparso.
Anelli d'altre forme sono quelli delle tombe n. ro e 41 di Marmara,
fìgg. 95, 138. Nell'uno è incisa la figura di un cinghiale, alato, simbolo mone­
tario di Ialiso e Clazomene arcaiche, nell'altro quella di un leone, resa con viv;o
naturalismo. Non è possibile una datazione precisa di questo bell'oggetto perchè
il sarcofago non conteneva corredo, ma, poichè si sa che la :figura di quest'ani­
male è stata trattata natura,listicamente in età arcaica, è lecito collocare l'anello
nella massa dei ritrovamenti di questa parte della necropoli jalisia, databili ap­
punto nella seconda metà del sec. VI. Oggetti d'oro interessanti sono anche le
fasce munite di fiorellini per l'applicazione sul tessuto; di esse, tre sono pressate
e una, fig. 97, reca una geranomachia lavorata in isbalzo, che si può porre
intorno il 5 50 a. C.
Vere e proprie tenie d'oro sono state trovate nelle tombe 3 r, 32 e 60 di
Marmara; due sono fornite di asticciole, forse per l'inserzione del rametto di
mirto, l'altra, per la fogliolina posta sul davanti, ricluama alla mente la tenia
dell'Efebo di Maratona. Applicazioni su tessuti dovevano essere i bottoni, le
palmette e i bastoncini, tutti forati, della ricca tomba 3 2 di Marmaro. Ma forse
� , .. ,::� . ..

;.
�-r Y;"
··,.·> -·=
quest'ultimi formavano una collana.
•.'.. -- -. Rimane un problema la destinazione delle rosette .figg. 89. 96, r 32, 154,
f -· :. .· i�$�. - lavorate nella tecnica della lamina pressata, e a finissima granulazione con
.-..: :.�. ;-:.

• )Jt·
aggiunte di smalto azzurro. Alcune possono essere state cucite sulla fascia
frontale, secondo l'uso jonico, ma altre devono essere state adopera.te come
]�;;, testate d'aghi crinali. Le due rosette della tomba 32 di Marmaro ha...11.no infatti

Jiii:" 1 Uno solo può essere attribuito alla metà del V sec. a. C. V. Cl. R/J., III, pag.
non è perfettamente uguale.
207, fig. 2.04, ma la forma

Potrebbero piacerti anche