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Il lavoro non finisce qua però, dopo la prima esecuzione in pubblico ritorno al punto 4 e lavoro per migliorare ancora. Sono
convinto che si arrivi a padroneggiare abbastanza bene un brano dopo la seconda o terza esecuzione.
Al passaggio 3), nel caso di musica contrappuntistica (vedi Bach e figli), non guasta lo studio a voci separate, anzi, è proprio
necessario.
Al passaggio 6), io lo dividerei in "sottopassaggi", nel 6a) "il qualcuno" è un registratore, solo quando noi saremo soddisfatti di
quello che sentiremo allora saremo pronti per il 6b) dove "il qualcuno" sarà una persona in carne ed ossa.
La registrazione lo vedo un passaggio irrinunciabile, ci trasforma in reali ascoltatori esterni di quello che è stata la nostra
performance...e ci costringe, nel caso di insoddisfazione, a ciclare persino dal punto 3, se dovesse servire.
Ripensandoci, anche al punto 2) farei delle precisazioni, immagino siano implicitamente comprese, ma l'analisi dovrebbe
orientare la nostra interpretazione e di conseguenza la diteggiatura necessaria ma anche l'individuazione di gesti tecnici
necessari per perorare la nostra causa. Dopo aver smarcato questo, io mi sentirei pronto alla memorizzazione che però
riguarda solo la memoria visiva e intellettuale, quella cinetica ad esempio per forza non può avvenire prima di 5) o comunque
con lo studio mentale può avvenire prima solo parzialmente. E comunque tutte e 4 le aree di memoria andrebbero esercitate
durante lo studio pratico.