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Mago Silvan Trattato Di Magia Salani 2001
Mago Silvan Trattato Di Magia Salani 2001
Mago Silvan Trattato Di Magia Salani 2001
TRATTATO
di
MAGIA
Illustrazioni di
Rossano Liberatore
SALANI
~ EDITORE
ISBN 88-8451-010-4
in modo ineguagliabile,
e a quanto di più caro
possiedo oggi:
!rene, Sara eStefano
SOMMARIO
l. LA PSICOMAGIA ......................................................l 7
4. LA CARTOMAGIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . 51
6. SPEZZO E RICOMPONG0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
stidigitateur '-
il.
francese \ '
che, una
sera del
lontano e
romanttco
1850, pre-
sentò a uno
scelto pub-
blico pari-
.
gtno uno
spettacolo
di magia
teatrale
dallo stesso
titolo, evo-
catore di
una serata
davvero
fantastica.
Premessa
11
Esiste, insomma, per chi legge queste pagine, la possi
bilità di acquisire una sicura abilità nell'eseguire alcuni
giochi di prestigio accessibili al principiante.
Si può dire che un gioco ben eseguito può contribuire
a infondere in un ragazzino quella fiducia in se stesso
necessaria per diventare un adulto non più insicuro; e a
un uomo d'affari la presridigirazione può essere urile per
rompere il ghiaccio durante una rrarrariva non facile.
D'accordo, penserà qualcuno, ma per imparare a ese
guire giochi davvero interessanti chissà che lunga e diffici
le preparazione si deve affrontare . . .
Rassicuratevi. Non occorre saper far sparire un elefante
o ragliare a pezzi una ragazza. Vi basterà usare oggerri
reperibili ovunque per giochi che, sul momento, appari
ranno al vostro pubblico aurentici miracoli.
Ve lo assicuro: resre coronare, grandi filosofi, scienziati,
studiosi hanno praticato la magia della presridigirazione
come passatempo o, come oggi si usa dire, come hobby.
Provare a farlo anche voi e la vira vi sorriderà.
Seguiremi, e vi prometto di farvi diventare non soltan
to bravi prestigiatori dilettanti ma anche di insrillarvi la
passione e l'interesse necessari a farvi accedere un giorno,
che mi auguro vicino, alla grande famiglia dei prestigiatori
professionisti.
I giochi che descriverò sono srari da me presentati più
volre in runo il mondo: in casa di amici, durante party in
club, circoli e saloni più o meno mondani e frequentati da
personaggi più o meno illustri.
Questi stessi giochi sono srari da me personalizzari col
passare degli anni e non è detto che anche voi non possia
te aggiungervi qualche cosa di vostro. Non a caso, le dori
che fanno grande un prestigiatore sono proprio la sua
immaginazione, la sua fantasia e la sua personale creati
vità. Ed è opportuno ricordare che il successo di un gioco
12
dipende, nel novanta per cento dei casi, dalla sua "recipre
sentazione"; che, per chi non l'avesse afferrato subito, è la
somma di recitazione e presentazione.
L'unica cosa di cui, in proposito, sono certo, e che vi
posso garantire in anticipo, è come ogni gioco che vi sve
lerò può trasformarsi in un vero e autentico prodigio:
soprattutto se viene presentato nella circostanza e nel
momento più adatti.
Mi sto ripetendo? Può darsi. Ma ho un vero e proprio
"culto per la presentazione", che considero responsabile al
90% del successo di quest'arte. La pratica è altrettanto
importante; è l'unico modo per perfezionarsi in ogni tipo
di disciplina e di attività.
Tenete sempre presenti queste regole basilari. Sono
quelle che vi suggeriscono in quale ottica dovete conside
rare i vostri giochi.
Fare il gioco in continuità, cioè sempre e dovunque, è
la miglior maniera per apprendere come va eseguito.
Non svelate mai il trucco, perché così facendo perdere
ste immediatamente l'interesse del pubblico non soltanto
per il gioco in sé ma anche per la vostra persona.
Non ripetete mai un gioco davanti allo stesso pubblico.
Vi coglierebbero in flagrante proprio nel momento critico.
Imparate a memoria la massima secondo la quale
«conoscere un gioco è niente, saperlo fare è già qualcosa,
saperlo presentare è tutto••. È quella che apriva un mio
Manuale di molti, molti anni fa. E vale ancora.
Ma le mie raccomandazioni non finiscono qui . Devo
ricordarvi, ad esempio, anche di stare attenti a non sotto
valutare un gioco soltanto perché il trucco su cui si basa è
molto semplice. Il solo fatto che il trucco vi appaia tale, se
non addirittura banale (ricordate l' uovo di Colombo?) ,
non deve trarvi in inganno, magari al punto da farvi esclu
dere il gioco dal vostro repertorio.
13
Infatti, per mia personale esperienza, vi posso assicurare
che più il gioco è semplice nella realizzazione tecnica, più
il trucco risulterà incomprensibile al pubblico. Ciò vi con
sentirà di non preoccuparvi oltre il necessario della sua
riuscita "meccanica", consentendovi anzi, al contrario, di
concentrarvi e di trasferire le vostre energie sul "come por
gerlo", di arricchirlo cioè di una garbata presentazione ver
bale.
Quest'ultima deve basarsi soprattutto su un atteggia
mento sicuro ed espressivo, che privilegi sempre la teatra
lità rispetto alla credibilità.
Dopo tanti anni di convivenza con la magia, mi sono
convinto di una cosa. Mentre sono gli attori che fanno il
teatro , i musicisti che fanno la musica, i cantanti che
fanno le canzoni, i danzatori che fanno la danza, gli scher
midori che fanno la scherma, i calciatori che fanno il cal
cio e così via . . . i giochi di prestigio chi li fa? Li imparano e
li fanno tutti! Capi di stato, presidenti, ministri, intellet
tuali, magistrati, farmacisti, medici, droghieri, giornalisti,
dentisti, commercialisti, preti, poliziotti, avvocati, chirur
ghi, commercialisti, piloti, librai, standisti, parrucchieri,
tassisti, tennisti ... Tutti, sì, perché la magia è come la pa
stasciutta: piace a tutti!
Scherzi a parte: i giochi che vado a descrivere richiedo
no pratica e abilità quanto basta, ma soprattutto, da parte
vostra, interesse, entusiasmo e amore per l' ane che vi
accingete ad abbracciare. Perché la magia ha, tra le proprie
colonne portanti, proprio il coinvolgimento personale
totale e una vera e propria arte della finzione. Se ancora
non siete convinti di tutto ciò, provvederà in merito il
resoconto che segue tra qualche pagina, proprio per que
sto dedicato alla psicomagia.
14
,,,
-·
,,,
15
.. .
• •
..· ..
.,.
l.
La psicomagia
17
verbale, contribuiscono all'affermazione del
prestigiatore. Come? Quanto? Ve lo dimo
strerò racco ntan dovi di un gioco con i l
quale ho debuttato, al tempo dei miei esor
di, sul palcoscenico del Teatro Smeraldo di
Milano e che successivamente ho eseguito
anche al Madison Square di New York e
finalmente in televisione.
E proprio spiegandovi questo gioco vi
farò conoscere quanto tecnicamente viene
definito misdirection.
Con questo termine anglosassone, che
alla lettera significa "indicazione sbagliata",
si intende il modo in cui il p restigiatore
distrae il pubblico quel poco che basta per
ché gli sfugga il trucco del gioco. In breve,
se il pubblico è ben misdirected (cioè, ingan
nato) il gioco riesce senza difficoltà.
Torniamo al gioco del mio debutto mila
nese e poi newyorchese.
Le note a lato chiariscono i punti in cui
realizzo, durante lo spettacolo, quanto amo
definire "l'essenza della mistificazione pre
stidigitatoria".
Tenetene conto perché questi principi,
con varianti e modifiche proprie, l i appli
cherete anche nei giochi che vi spiegherò
nel corso di questo trattato. Insomma: l'im
portante è essere sinceri . .. sapendo di menti
re!
18
del mio repertorio. Ne sarà protagonista un Dopo la consue
!a formula di
mazzo di carte "ancora intonso ", in quanto saluw, il mio
non è stato ancora disigillato né usato assolu discorso va subi-
tamente in alcun modo. 10 al dunque...
con una vcri!à
fìnizia ma
Infatti, ho preso nel frattempo un mazzo plausibile.
di carte ancora sigillato. E tenendolo tra le Quella del gioco
mani, proseguo il discorso in troduttivo. ..
rccupera!O e
"
del mazzo
che dichiaro
Il professor Ludwig Klochster dell'Uni "inwnso" (!er-
versità di Bultrecht nei Paesi Bassi, famosa nel .
mme mconsuew
.
19
Chiedo di zo interamente ricostituito, torno sul palco
mostrare le carre
ai vicini perché
scenico. E faccio un riepilogo.
quando, più Dunque, da un mazzo di 52 carte com
avanti, dovran pletamente diverse una dall'altra e accurata
no citarne il mente mescolato sono state scelte quattro
valore, porreb
carte, da altrettante persone diverse che in
bero non ricor
darselo e io... contro per la prima volta e che quindi non
farei fiasco! posso assolutamente conoscere.
Le carte da loro scelte sono state casual
mente disperse all'interno del mazzo e nes
suno al mondo (sottolineo, nessuno al mon
do) può conoscere la posizione che hanno
assunto nel mazzo stesso. E mentre dico
questo eseguo alcuni altri ben visibili rime
scolamenti.
Divido quindi il mazzo in due parti più
o meno uguali e, unendo in verticale le due
estremità dei lati corti faccio sì che le due
parti si intersechino.
E subito dopo le apro tutte insieme, for
mando un ventaglio di grandi dimensioni.
A questo punto, inizia un lontano e sug
gestivo rullo di timpani, .s:he accompagna il
gesto di una splendida assistente, la quale
mi porge solennemente una grande spada.
Qui il prestigia Sulla lama acuminata splende la luce del
tore mette m
20
La quale giungerà al culmine quando il È quanto serve
ad atrirare l' at
fragore dei timpani rullanti verrà sovrastato
tenzione del
da tre col p i di "piatti", che accompagneran pubblico sulla
no e ritmeran no l ' i nfìlzarsi di altrettan te propria abilità e
carre sulla lama da me levata verso l'alto. a predisporre il
pubblico stesso
Perché verso l'alto? Perché lassù, nel frat
ad accetrare psi
tempo, ho lanciato, con tutta l'energia pos cologicamente
sibile, il mazzo intero, rrasformandolo da quanto sta per
21
Freno voluta no ad applaudire di rinviare il battimani a
mente l' applau
gioco concluso.
so perché alla
fine sia...
Afferro la seconda carta, ne dichiaro il
decuplicato! valore e la libero dalla lama . . . faccio lo stesso
Infatti, l'applau con la terza e . . . mi inchino ringraziando il
so da me prima
pubblico dell'applauso che ora non si ferma
soffocato ora .
'
esplode! p!U.
Ma, a un tratto, mi mostro sorpreso, co
me se fosse accaduto qualcosa di inaspetta
to . . . Riparando mi gli occhi con una mano,
come fossi abbacinato dalle luci dei riflettori
e fingendo di aver udito una voce levarsi dal
pubblico, domando, rivolro verso la parte
della platea dove poco prima ero sceso per
far scegliere le carte, e come se parlassi a una
persona precisa:
•
L'indispensabile
coinvolgimento
((Scusi, signora, come dice?. . . e subito
••
22
estraggo una carta di formato gigante. Ne
mostro il seme, esclamando ad alta voce:
'
mvenrato e
rivolto nella
Ora il pubblico è ammutolito e si avverte direzione della
u n'atmosfera di suspense. . . Mi rivolgo alla signora che ha
gwre anenzwne,
me davvero individuata, pensa alla carta, io come è accaduto
invito il resto del p ubblico, più che mai "'
per 1nronso .
li
23
Se il prestigiato attento, a seguire un fatto dawero prodigio
re è convinto di
so: i cinque semi della mia carta si sdoppia
quello che dice,
convincerà
no e, scivolando sulla superficie della carta
anche il pubbli si posizionano come dovuto venendo a for
co. L' anenzione mare . . . un dieci di picche! Ed ecco che l' ap
dello spenawre è
plauso del pubblico si scatena, entusiasta e
sempre llunuan
te, non è mai anche . . . liberato rio! Io mi inchino abbassan
costante. Per do leggermente il capo e portando la mano
mamencrla viva al cuore . . .
è necessario che
il prestigiatore si ,,,
-·
,,,
aiuti non solo
con la gestualità
delle mani e con Il lettore che sta autocandidandosi alla pra
il linguaggio del
tica della prestidigitazione, se desidera real
propno corpo.
ma anche abbas mente capirne l'anima, ha seguito di cerro
sando la voce c attentamente la descrizione di questo gioco
modulandone il e le note che l'hanno accompagnata.
suono. Le parole
M i p e rme tto d i aggi u ngere che sarà
verranno pro
nunCiate con meglio per lui tornare a riflettere ancora un
dizione chiara c po' su come il gioco si è svolto, attraverso le
. . .
24
universitario della statistica. Parlate e guardate
negli occhi la per
Se il prestigiatore affermasse dogmatica
sona che avete di
mente certe verità, ci sarebbe sempre l' om fronte, ma abbas-
. .
bra del dubbio . . . ma se, al contrario, la cita sate 1 vostn quan-
zione è attribuita a un genio della statistica do, mostrando il
mazzo di carte
acquista più valore . . .
dispiegato, le dire-
.
re con Sicurezza:
Manipolazione della verità «Prego, prenda
una carta!» (e non
«scelga una
Parlando di un mazzo prima "ìntonso" e poi
carta»). La perso
"d isigil lat" faccio ricors o a e s p res s i o n i na guarderà nel
appartenenti ad altri contesti linguistici. Il punto dove voi
25
sopra il mazzo, in modo che esse vengano
"scelte", sì, ma . . . per forza, come spiego det
tagliatamente in un'altra parte del trattato,
riguardante proprio l'importante tema della
rorzatura"l.
uc
26
virtù della ben nora fo rmula mnemon ica
come quando fuori piove, la quale gioca sulle
iniziali dei nomi dei semi e li mette automa
ticamente in sequenza così : cuori, quadri,
fiori e picche.
Quanto al riepilogo, l'autorità e la consa
pevolezza dimostrare dal prestigiatore nel
condurlo, ne rafforzano il parere di persua
sione. Ed egli corregge il ricordo di quanto è
avvenuto all'inizio del gioco inducendo lo
sperrarore a ricordare tale inizio in modo
diverso da come in realtà si è svolto!
Il mescolamento e llnfilzamento delle carte
nella lama sono anch'essi falsi. Le carre che
la spada infilza hanno valori identici a quelli
delle carte scelre dagli spertarori, ma non
sono le sresse. Altrettanto falso è il miscu
glio che precede l'infìlzamento, per quanto
appaia perfetto. Infatti le carre rimangono
esattamente nella posizione iniziale.
Allorché sono state reinserite nel mazzo,
io le riporto nella loro posizione primitiva,
cioè sopra il mazzo stesso. E, nel momento
in cui lascio la plarea per far ritorno sul
palco , le faccio sparire prima nel palmo
della mano (ossia, per dirla tecnicamente, le
impalmo); quindi le faccio furtivamente sci
volare all'interno di una piccola tasca che si
apre sulla destra dei miei calzoni. Facendo
così sono sicuro di non dare ad alcuno la
possibilità di cercarle, a gioco fin ito, tra
quelle piovute sul palco durante l'infilza
mento. Una variante possibile è quella che
ho eseguito a New York, dove ho presentato
27
Il dolore del pre questo stesso gioco con tre carte firmate dai
stigiatore è una
misdirection psi
tre spettatori (ma questa è un'altra storia) .
cologica. Serve
Il dolore al ginocchio è una delle mie pic
per distrarre lo cole astuzie, che magari appaiono esagerate.
spettatore dal
.
Il prestigiatore che fi nge uno strappo mu
trucco con cu1
scolare, anche se leggero, accentua la dram
sono state infil
zate le tre carte. maticità e la difficoltà della situazione. Il
pubblico partecipa maggiormente allo svol
gersi del prodigio delle carte che volano e
Quello che il della lama che le infilza. Così aumenta nel
pubblico vede e pubblico la carica di simpatia nei confronti
ascolta è deter
del prestigiatore.
minato da
quanto il presti Ricordate: più i l prestigiatore trasmette
giatore vuole calore e dimostra capacità sulla scena, più
che veda e immediate e intense saranno la partecipa
ascolti, ricor
zione e la simpatia del pubbl ico nei suoi
rendo anche in
questo caso a riguardi. E l'applauso finale non sarà soltan
piccoli e fuor to di ammirazione ma anche di affettuoso
vianti sotterfugi rispetto. Pertanto, meditate: è la finalità che
psicologici.
conta, non il metodo.
La quarta carta non infilzata è anch'essa
Si è sempre da annoverare tra le mie piccole astuzie.
detto che un L'errore riconosciuto e addirittura ostentato
presng1atore
e ingigantito dal p restigiatore con la sua
deve essere
attore, ma recitazione e le sue finte domande improvvi
anche possedere sate mira a un ribal tamento negativo del
quella particola giudizio del pubblico sulla sua bravura, giu
re dote di intui
dizio che diventa: « È bravo, sì, però qui ha
zione psicologi-
ca che gli con sbagliato».
sente di preve Ciò spinge lo spettatore a un'altalena
dere le reazioni emotiva («Ha sbagliato . . . mi dispiace . . . »)
del suo pubblico
dalla quale il prestigiatore non trae che van
in un determi
nato momento taggi, primo tra i quali quello di apparire
" "
ptu umano .
. ,
del gioco.
28
La premonizione in busta e il cinque di
picche che diventa dieci fanno ancora parte
delle piccole astuzie di cui sopra.
Allorché l'apertura della busta della "pre
monizione" porta all'esibizione dell"'errato"
cinque di picche, nel pubblico può scatenar
si addirittura una certa ilarità, interpretabile
come un sadico: ((Ha sbagliato due volte!» . . .
Che però non h a tempo d i essere goduto (o
sofferto?) perché il p restigiatore tramuta
(per "telecinesi " ! ) il cinque in dieci con
grande maestria e il pubblico torna al sorri
so e . . . ali' applauso scrosciante e appagante!
29
Un'immagine di Silvan giovanissimo, quando si faceva
chiamare "Mago Saghibu"
2.
Venezia: la magia
31
assicuravamo all'impugnatura della chiave con una cordi
cella. Tenendo in mano la cordicella a cui era appesa la
chiave, la facevamo oscillare finché l'estremità con la
capocchia del chiodo non colpiva muri e pareti, provocan
do un enorme fragore. Il rimbombo era così forte che
faceva fuggire le suore . . . con le gonne insolitamente solle
vate ... oltre la caviglia!
Tra il baluginare dell'acqua che si infrange perenne
mente sulla riva di marmo liscio e lucido, disseminata di
piccoli ciuffi di verde, salgo con mia moglie sul motoscafo
che ci porterà a casa. Seduto all'interno dell'imbarcazione,
mi sento piacevolmente accompagnato da un rumore a
me caro: lo sciacquio che il motoscafo lascia dietro di sé
insieme con la scia bianca e schiumosa provocata dall'eli
ca. Percorriamo così due file di splendidi palazzi, che sem
brano finti tanto sono di fiabesca e irreale beltà. Penso agli
immensi saloni con i tipici pavimenti a pezzetti asimme
trici di marmo dai diversi colori , detti "alla veneziana" ;
penso all'acre odore di cera che emanano, e mi tornano
alla memoria le stupite suorine del Sestiere di Santa Cro
ce. Là sono nato, nella casa che fu di Gaspare Gozzi, il fra
tello di Carlo, cioè dell'autore dell'Amore delle tre me/aran
ce, di Turandot e di tanti altri fantastici e magici racconti.
Così, immerso in questa piacevole esaltazione della fan
tasia, mi domando perché ho cominciato così presto a
interessarmi di magia. La mia famiglia, veneziana da sem
pre, non ha mai annoverato un prestigiatore.
Lo stesso mi accade quando perco rro il Campo di
Santa Maria Formosa, coo la sua fontana. Da ragazzo rac
coglievo un po' d'acqua della fontana nel palmo delle
mani congiunte tramutandola "magicamente" in una nu
vola di coriandoli che scaraventavo addosso ai miei amici,
e poi fuggivo. E loro mi rincorrevano per vendicarsi.
Mi inoltro nella calle che porta al Palazzo Querini-
32
Stampalia e mi avvicino alla chiesa dove è custodito il
"pentittico" del bergamasco (e veneziano di adozione)
Palma il Vecchio, cioè il dipinto con Santa Barbara tra i
santi An to nio Abate, Sebastiano, Vincenzo Ferreri e
Giovanni Battista.
Sotto il dolce sguardo di lrene, prendo a sfiorare (non
posso farne a meno!) il portone chiuso, sbiadito, scrostato
e consunto dal tempo, attraverso il quale si accedeva al
l'Oratorio parrocchiale e al teatrino addobbato con pesan
ti velluti color bordeaux, in mezzo ai quali mi esibivo. E
mi domando chissà dove è finito quel parroco che, quan
do lessi nel suo pensiero la prima parola di una domanda
che aveva scritto e messo dentro una busta sigillata, balzò
in piedi dalla sua sedia in prima fila esclamando: ((Dio
mio, no xe posibié!))
Era un gioco che ora vi spiegherò, sperando che, grazie
al suo bellissimo effetto, serva a qualcuno tra voi, come
servì a me, per iniziare un lungo e felice cammino magico.
È un gioco che appartiene al mondo misterioso della tele
patia. Lo intitolerò, infatti . . .
33
domanda a proprio piacimento su qualcosa che dovrà
accadere in futuro, per esempio: «Che voto p renderò
domani a scuola?» oppure: «Domenica sarà una giornata
di sole?» e così via. Poi lo spettatore piegherà il foglio o il
cartoncino in quattro, lo infilerà nella busta e la sigillerà
accuratamente.
Raccogliete o fate raccogliere le buste, mescolatele fra
loro e deponetele sul vostro tavolino. Assumete un atteg
giamento serio e pensoso e portate la prima busta alla
fronte. Mostrate una certa esitazione nel dire: «Ecco . . . sto
leggendo ... quel che è scritto in questa busta. . . ecco ... Che
vot.
.. Che voto pren-de-rò. . . do. . domani? Le onde magneti
.
34
come se vi riuscisse di leggere nella mente dello spettatore.
E ripeterete ciò con tutte le altre buste.
Avevo quindici anni quando presentai questo gioco
all'Oratorio. Vi assicuro che allora ebbe un enorme impat
to sul pubblico: e lo stesso avviene anche oggi.
35
mondiale del quale i veneziani erano i protagonisti.
Insomma, una realtà ben diversa da quella di oggi, con
il disordine dei canali e gli edifici scrostati, che ci vorrebbe
così poco a restituire all'originaria bellezza, con qualche
tocco di intonaco, come un velo di cipria offerto a un'a
mante sempre e comunque seducente . . .
Eppure, Venezia, specialmente oggi, è una città non da
visitare nel senso tradizionale del termine, ma da ispezio
nare nelle sue pieghe più nascoste, quelle che custodiscono
ancora l'essenza e lo spirito della storica Serenissima e l'a
nima del veneziano puro.
Per questo, da prestigiatore e veneziano quale io sono,
non posso fare a meno di ricordare lo spettacolino privato
che presentai a Sua Eminenza Angelo Roncalli, quando
era Patriarca di Venezia, e a un gruppo di prelati, nel pa
lazzo patriarcale che sorge accanto alla splendida Basilica
di San Marco.
Presentai allora diversi numeri, tra cui quello della
"palla zombie" , una sfera di metallo che, coperta da un
leggero fazzoletto di seta, volteggia a mezz'aria senza nes
sun sostegno apparente.
Eseguii poi la manipolazione delle palline da ping
pong, accompagnato musicalmente dal celebre Bolero di
Ravel, diffuso da un piccolo registratore di marca "Ge-
l oso, .
A un tratto, mentre il Patriarca e i prelati stavano se
guendo con attenzione quanto stavo facendo, il registrato
re . . . si inceppò! Turbato, ma senza perdere la calma, mi
voltai verso mio fratello Renato, il quale, appostato dietro
un paravento di damasco rosso, armeggiava con l' apparec
chio. Accennai reverente un sorriso come di scusa verso il
mio ristretto pubblico e continuai la manipolazione . . .
quand'ecco che mio fratello, come se glielo avessi real
mente suggerito per via telepatica, mi venne in aiuto bat-
36
tendo le dita sopra un tavolo e, proseguendo sul ritmo del
suddetto famoso Bolero, si mise a canticchiare
37
o
3.
E ora "prestigiamo" in salotto
39
non avevo nulla in contrario a esibirmi davanti a sua mae
stà il re Costantino di Grecia, allora sul trono ellenico.
«Ne sarei onoratissimo)) risposi, accettando l'invito.
Qualche giorno dopo, una lussuosa macchina nera mi
portò a trascorrere un pomeriggio nella suntuosa dimora
reale, in un ampio salone, arredato con gran gusto, tra
preziosi oggetti d'antiquariato e finestre aperte su un vasto
prato all'inglese, ombreggiato da palme gigantesche. Una
trentina di persone elegantissime, che si esprimevano per
fettamente in francese o in i nglese, erano riunite per
festeggiare il compleanno della promessa sposa del re, Ma
ria Grazia di Danimarca.
Alla fine del mio ben accolto intrattenimento ufficiale,
fui fatto accomodare in un salotto dove gustai un buon tè,
lasciando agli altri il piacere di bere una gran varietà di li
quori. E, come c'era da aspettarsi, eseguii alcuni giochini
"improvvisati" grazie al materiale che, come sempre, avevo
con me e che anche voi dovete abituarvi a tenere a portata
di mano, fedeli al motto latino che ripeteva spesso mio
padre: estote parati, che significa «siate sempre pronti)).
Cominciai mostrando tre anelli di cartone, ognuno di
colore diverso: uno giallo, uno azzurro e il terzo rosso. In
vitai la festeggiata, che è una nobildonna davvero simpati
ca, oltre che colta e intelligente, a infilare gli anelli con
una cordicella di cotone bianco che le porgevo, pregando
la quindi di renerne i due capi, uno per mano. Come feci
notare ai presenti, non era assolutamente possibile liberare
i cerchi dalla cordicella, se non con un colpo di forbici
oppure strappandoli.
Pregai re Costantino di indicarmi, scegliendo un co
lore, uno dei tre anelli e quando lui me lo indicò, chiesi in
prestito a uno degli ospiti un fazzoletto. Lo distesi sopra i
tre anelli, tra cui quello prescelto dal sovrano.
A quel punto chiesi l'attenzione generale, quindi misi
40
Fig. 1
Fig. 2 / \
Fig. 3
\'
'
\ l
l
/
�� '
l
\ '
\ __
--
41
le mani sotto il fazzoletto e, pian piano, ne cavai l'anello. . .
ovviamente . . . intatto!
((Ma come ha fatto?» esclamò felice e divertita la princi
pessa, mentre le consegnavo l'anello con un inchino e un
augurio. Naturalmente la sua domanda non ha avuto
risposta, perché la principessa aspirava a diventare regina e
non prestigiatrice . . . come voi. E per voi, invece, ecco subi
to la spiegazione.
Tenete pronte due serie di anelli, una perfettamente
uguale all'altra. La prima va tenuta nella tasca destra dei
vostri pantaloni, la seconda in quella sinistra. Attenzione:
le due serie di anelli devono anche essere in uguale se
quenza rispetto al colore, sia nell'una che nell'altra tasca.
Dalla tasca di sinistra estraete quelli che vanno conse
gnati allo spettatore incaricato di infìlarli nella cordicella e
di impugnarne e tenderne i capi (Fig. l ) .
Chiedete ora un fazzoletto ai presenti e coprite gli anel
li raccolti al centro della cordicella. Domandate di quale
colore dev'essere l'anello da liberare; e, nel dire ciò, mette
te con disinvoltura le mani in tasca e impalmate l'anello
del colore richiesto (che troverete facilmente grazie alla
sequenza dei colori che avete memorizzato) . Cavando la
mano di tasca, trattenete l'anello con il pollice della mano
destra e copritelo con le restanti quattro dita (Fig. 2 ) .
Quindi infilate entrambe le mani sotto il fazzoletto.
A questo punto, attenzione: mentre le mani sono co
perte dalla stoffa, spezzate l'anello richiesto (Fig. 3), piega
telo e infìlatelo sotto il cinturino del vostro orologio da
polso, che il polsino della camicia terrà ben coperto.
Ora potete togliere le mani da sotto il fazzoletto: dopo
aver mostrato l'anello intero, consegnatelo ai vostri ospiti
invitandoli a constatare che . . . l'avete fatto uscire dalla cor
dicella senza romperlo!
42
• Bibbia e magia •
• Il primo riferimento biblico al mondo della magia è •
• •
quello dell'interpretazione che Giuseppe, prigioniero in •
•
• Egitto, dà ai sogni del Faraone, ottenendone in premio •
• la carica di vicerè. Ma più noto e più vicino ai temi di •
• •
questo trattato è il gesto con cui Mosè (anche lui sotto •
•
• gli occhi del Faraone) trasforma il bastone da pastore di •
• suo fratello Aronne in un serpente. Con quel che segue: •
• •
anche gli indovini e i maghi di corte egizi dimostrarono •
•
• di saper fare lo stesso con i propri bastoni. Solo che i l •
• serpente creato da Mosè . . . divorò tutti i serpenti creati •
• •
da loro! •
•
• Anche i sovrani d'Israele si servivano di maghi e incan •
• tatori, il cui potere, di conseguenza, fu davvero inaudito. •
• •
* * ** * ********** * ** * ** * ******
43
A Come vi mostra l'il
l ustrazione, dovete pre
sentarvi al vostro pubbli
co con le tre spille già
infilate nei tre cartoncini
colorati, dichiarando su
bito che intendete pre-
sen tare u n esperimento
•
particolare suggestione.
« Co m e vedete)) d i
rete al pubblico, sempre
senza vo ltarvi, « io non
posso sapere quale dei tre
spettatori ha l'una o l'al
t r a s p i l l a . E p p u re , i n
questo momento, sono
p ro n t o a i n d ovi n are i l
c o l o re d e l c a r t o n c i n o
racchiuso nella spilla che,
. .
a s u o p t ac t m e n t o , u n
altro tra gli spettatori mi
c '
.
p o rt e r a e m 1 m e t t e r a
'
n e l l e m an i , che c o n t i -
44
nuerò a tenere dietro la schiena».
Allorché avrete tra una mano e l'altra la spilla e il relati
vo cartoncino, procedete con la vostra presentazione, di
cendo, con convinzione e in tono sincero, quanto segue:
«Esiste, come saprete, una teoria secondo la quale, stro
finando contro qualcosa di metallico un materiale ricco di
fibre vegetali (il cartoncino ne contiene molte) , si produce
un'energia statica capace di trasmettere vibrazioni più o
meno intense. Sono quelle che io cercherò di percepire
attraverso la sensibilità dei miei polpastrelli al colore.
Silenzio, per favore!»
E nel silenzio voi scioglierete il mistero.
Infatti, appena ricevuta tra le mani la spilla e il relativo
cartoncino, vi volterete verso il pubblico e, tra la sorpresa
generale, senza esitazioni direte qual è il colore percepito e
fino a quel momento misterioso.
Come è possibile?
È presto spiegato. Tornare al disegno delle spille e ve
drete che ognuna di esse ha un proprio inconfondibile
segno di riconoscimento, che le vostre mani individueran
no subito, sempre restando dietro la schiena.
Guardando negli occhi lo spettatore . . . direte che si trat
ta del cartoncino di colore A se sentirete che la spilla pun
ge; se invece, aprendo la relativa spilla (e subito dopo ri
chiudendola) avvertirete che le manca la punta, direte che
è il cartoncino di colore B; mentre affermerete che è il C
se la spilla non si apre, grazie alla colla a presa istantanea
con cui avrete fissato la punta nel suo alloggio.
45
schio p po" dal posto di lavoro, sia perché tanto l'abitato
quanto la pineta che lo circonda costituiscono un delizio
so luogo di ritrovo.
Anch'io vi abito d'estate e trascorro felici periodi di
vacanza con la mia famiglia. Sono spesso invitato a cena in
casa di amici e, se l'atmosfera è quella giusta, non esito ad
accettare l'immancabile invito a eseguire qualche interes
sante gioco da salotto, come questo.
Già dal titolo si capisce che è un emozionante tuffo nel
mistero. . .
•
46
no di fronte di comporre il numero sul telefono fisso della
famiglia che vi ospita o anche sul telefonino di uno dei
presenti, tanto per rendere l'esperimento ancora più coin
volgente e attuale.
La telefonata ha inizio e colui che ha effettuato la chia
mata, dopo essersi presentato, dirà all'interlocutore: «Sia
mo qui con Silvan, che ci ha proposto di chiamarla, per
effettuare un esperimento di telepatia. Siamo riuniti in un
salotto e abbiamo scelto un oggetto . . . ))
47
ragionier Tomasuni -
-
divano
donor Tomasuni -
-
sedia
avvocato Tomasuni -
boniglia
architeno Tomasutti -
-
lampadario
ingegner Tomasuni -
-
quadro
commendator Tomasuni -
-
orologio
professar Tomasutti -
-
tappeto
onorevole Tomasuni -
bicchiere
signor Tomasutti vaSSOIO
o
-
-
maestro Tomasuni -
-
statuena
La sigaretta generosa
� I magi: re o maghi? �
� I tre Re Magi che, secondo il Vangelo di Matreo, visita �
. �
no prima re Erode e poi la capanna di Betlemme, gui .
�
• dati dalla cometa, erano esponenti di una casta politi •
• co-sacerdotale dedita allo studio degli astri. Secondo •
� .
un'interpretazione altomedievale, i doni che deposero .
�
• davanti a Gesù Bambino avevano precisi significati sim •
• bolici: l'oro indicava la regalità di Cristo, l'incenso ne •
. �
• celebrava la divinità e la mirra il mistero della sua pas- •
s10ne. •
o
•
� - - - --- �
* * * * * * * ** * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
48
tempi. Il perché lo capirete a gioco spiegato. Intanto ve
diamo come va presentato.
Si comincia con l'estrarre una sigaretta (del tipo con il
filtro) dal pacchetto. La si mostra al pubblico e poi, a sor
presa, la si immerge in un bicchiere colmo d'acqua.
L'immersione dura pochi secondi, cioè quanto basta a
dimostrare che la sigaretta si è ben intrisa d'acqua. Dopo
di che il prestigiatore la chiude tra i palmi dell'una e del
l' altra mano e inizia a sfregarla velocemente, per il tempo
necessario ad aumentare curiosità e arresa nel pubblico.
La conclusione del gioco sarà davvero sorprendente: in
farti alla fine dello sfregamento tra le mani del prestigiato
re non ci sarà più la sigaretta ma . . . una banconota da mille
lire!
Non c'è bisogno di dirvi che l'occorrente per il gioco
sono un pacchetto di sigarette e una banconota da mille
lire. Si deve soltanto aggiungere un po' di colla liquida.
Bisogna inoltre preparare la banconota, arrotolandola
su se stessa più strettamente possibile: al punto, cioè, di
porerla infilare nella cartina della sigaretta dopo aver svuo
tato quest'ultima di rutto il tabacco. Un piccolo quantira
rivo di tabacco deve essere però conservato e applicato alla
sigaretta, all'estremità opposta all'imboccatura, con una
goccia di colla liquida, in modo che sembri proprio una
sigaretta come le altre del pacchetto da cui viene estratta
all'inizio del gioco.
È chiaro che lo sfregamento della sigaretta tra le mani
serve a disintegrarne a poco a poco la carta bagnara. In
farri, quando sentirete che la banconota si è liberata del
l'involucro cartaceo , vi basterà, per suscitare l'applauso,
buttare sul tavolo il filtro e quindi aprire, tra le due mani,
le mille lire. . . prodotte per magia, sulle quali avrete scritto:
«Sim, Sala Bim! Mille lire di meno . . . in fumo, mille lire
guadagnare . . . in salute!»
49
4.
La cartomagia
51
futuro attraverso la lettura di carte da gioco comuni o di
tipo speciale, come i tarocchi.
La cartomagia, dunque, ha un suo campo specifico:
comprende tutti i giochi che si possono fare con un sem
p lice e comunissimo mazzo di carte. E questi giochi
sono . . . migliaia! Più numerosi di tutti gli altri giochi di
prestigio, comprese le cosiddette grandi illusioni. E sapete
perché?
Ve lo dico subito, e nel vostro interesse: perché oggi è
molto più facile, per i prestigiatori in genere, essere chia
mati a eseguire tra la gente giochi di carte e di micromagia
piuttosto che a presentare quelli che chiamo "gioconi" da
palcoscenico, i quali esigono una presentazione coreografi
ca particolarmente costosa nonché un esecutore credibile e
soprattutto dotato di esperienza, personalità e respiro tea
trale, ciò che in America viene definito showmanship. Un
esempio? Houdini era un uomo dotato di grande show
manship, perché riusciva a teatralizzare e a rendere interes
sante tutto ciò che faceva.
Insomma: oggi per il prestigiatore è up to date, cioè di
moda, essere un cardician (da card e magician) , ovvero un
mago particolarmente versato nei giochi con le carte. Che
sono poi quelli che si eseguono davanti a un pubblico
ristretto e stando dietro un tavolino sopra il quale si depo
ne quanto occorre per praticare il dose up, ossia la micro
magia vista da vicino.
Negli Stati Uniti, tanto per fare un esempio concreto,
tale specializzazione, che sta facendo molti adepti anche in
Europa, fornisce una fonte non indifferente di guadagno
ai prestigiatori di professione, grazie alla crescente richiesta
da parte dei proprietari di bar, ristoranti e ritrovi in gene
re, nonché nelle cosiddette convention o riunioni di lavo
ro di professionisti di ogni tipo. In tali circostanze può ca
pitare di vedere all'opera, e in contemporanea, addirittura
52
una dozzina di prestigiatori, tutti intenti a intrattenere
ospiti e clienti con operazioni carromagiche!
Nella carromagia e sulla micromagia si sta concentran
do, dunque, la massa dei futuri prestigiatori? Non è del
rutto vero, ma in gran parre sì, anche perché l'attrezzatura
necessaria a esercitare tali magie è alla portata di tutte le
. . .
53
guere quelli adatti a un pubblico di colleghi da quelli per
un pubblico normale. Si tratta, com'è facile intuire, di at
teggiamenti e risultati psicologici completamente diversi.
Il pubblico normale cerca l'intrattenimento, lo stupore,
l'atmosfera che soltanto l'esecutore può creare, valendosi
di infinite sfumature nel presentare il gioco. È un po'
come scegliere un gelato come dessert. Non lo si ordina
soltanto per goderne la freschezza ma anche per gustarne
sapore, dolcezza, colori e tutto il resto.
E il pubblico, non dimenticatelo, va sempre acconten
tato e mai annoiato, specialmente se ha acquistato un bi
glietto. A un bravo prestigiatore dilettante non serve cono
scere centinaia di giochi. Ne bastano anche tre o quattro,
purché siano presentati come si deve.
Lo conferma un aneddoto molto divertente e istrutti
vo, che riguarda David Devant. Il celebre prestigiatore in
glese del primo Novecento, si trovava un giorno nel pro
prio camerino, quando gli si presentò un giovane mago
dilettante, il quale, di botto e senza esitazione alcuna, gli
domandò: ((Egregio Maestro, io so fare trecento giochi
con le carte! E lei . . . quanti?)) Devant non batté ciglio.
Calmo e sorridente, fissò lo sguardo negli occhi balenanti
del principiante e rispose: ((Soltanto otto . . . ma so farli
bene)).
54
Si tratta di una pratica che crea, in chi vi osserva men
tre state mescolando un mazzo di carte, l'impressione che
stiate cambiando posto a ogni carta all'interno del mazzo.
Gli stessi movimenti che voi fate in successione ritmica
confermano tale impressione. I n realtà la prima carta
posta sopra il mazzo manterrà (anche alla fine del miscu
glio) la stessa posizione di partenza, pronta per essere
"impalmata" o "forzata".
Con il finto miscuglio il prestigiatore controlla una o
più carte. Per creare tale suggestione visiva è necessario un
po' di esercizio da parte vostra. Cominciate dunque subi
to, prendendo in mano un mazzo di carte e seguendo
attentamente le istruzioni che seguono.
Trattenete il mazzo per il senso della sua lunghezza
nella mano destra, serrandone i lati corti tra il pollice da
una parte e il medio e l'anulare dall'altra.
Ora entra in funzione la sinistra, la quale infila sotto il
mazzo le quattro dita che aderiscono e premono contro il
dorso dell'ultima carta, mentre il pollice preme contro le
prime. Così mostra la figura l , nella pagina successiva.
A questo punto, la mano destra sfilerà verso l'alto il
mazzo di carte, facendo in modo che la prima e l'ultima
siano trattenute e fatte ben unire insieme dalle dita della
mano sinistra (Fig. 2).
Fatto ciò, la destra abbasserà il mazzo tra il pollice della
sinistra che si sarà scostato e la prima carta, alzandosi e
abbassandosi rimicamente, consentendo al pollice della
mano sinistra di far scivolare una carta, cinque carte o pic
coli mazzetti alla volta, sulla porzione di carte sottostante.
Proseguendo questo miscuglio regolarmente, veloce
mente e senza discontinuità, alla fine la carta prescelta
sopra il mazzo sarà rimasta nella stessa posizione iniziale.
Quando sarete ben allenati potrete controllare (perché
l'avrete adocchiata all'inizio del gioco che intendete effet-
55
'
Fig. l Fig. 2 -
56
Nel gergo del prestigiatore "impalmare", e l'altrettanto
usatissimo " impalmaggio" (altro termine introvabile nei
dizionari che ho consultato) significano entrambi « na
scondere una o più carte nel palmo di una mano)). Non
basta: la prestidigitazione ne prevede l' uso anche al di
fuori della cartomagia, ossia nei giochi con palline, mone
te, sigarette e altro, che il palmo della vostra mano può
celare aila vista altrui e permetterne, quindi, la "sparizio
ne", senza che lo spettatore si accorga di nulla.
Ma non perdiamoci in inutili equilibrismi con le paro
le, tanto più che queste pagine sono dedicate ai princi
pianti, cui preme soprattutto imparare a . . . (si potrà dire?)
prestidigitare. Ecco perché offriamo al lettore una spiega
zione dell' impalmaggio soprattu tto visiva, attraverso i
disegni del nostro Rossano Liberatore, il quale ha disegna
to le mie mani in azione e che di mani disegnate e dipinte
si intende davvero: è lui, intmi, che ha eseguito il prezioso
pannello che, in occasione del "Giubileo degli Artigiani",
è stato offerto a Papa Giovanni Paolo Il, come simbolo
dell'opera di restauro in corso nel mondo intero. Nel pan
nello sono raffigurate, con la tecnica dell'affresco, niente
meno che le mani del Creatore e quelle di Adamo, ispirate
agli affreschi di Michelangelo Buonarroti nella Cappella
Sistina.
Torniamo dunque a noi. Supponiamo che la vostra in
tenzione sia quella di impadronirvi della carta che appli
cando il falso miscuglio avrete posizionato sopra il mazzo,
perché è quella che il pubblico ha scelro. Ve ne dovete
impadronire, per ritrovarla poi, in cento maniere diverse
(quelle che la vostra immaginazione vi aiuterà a inventare)
man mano che acquisirete la pratica necessaria. Tenendo il
mazzo nella mano sinistra a dorso in su, si appoggia il
palmo della destra sopra il mazzo stesso per compattarlo e
squadrar! o bene. Intanto si parla con il pubblico o con l'e-
57
ventuale interlocutore di retto, mentre le nostre seconde
falangi del medio e dell'anulare e le prime dell'indice e del
mignolo spingono in avanti, e quindi in fuori, il lato corto
esterno della carta (Fig. 1 ) . Questa viene cioè inclinata,
ovvero spinta verso il basso, e ciò fa sollevare il lato oppo
sto della carta. La quale, trovandosi premuta contro le fa
langi, aderirà perfettamente al palmo della vostra mano,
che voi curverete leggermente per favorire tale adesione.
A questo punto la carta può già dirsi impalmata nella
mano destra.
Afferrate il mazzo con il pollice e l'indice della mano
destra come mostra la figura 2. In questo modo la mano
assumerà una posizione naturale, mantenendo la quale
consegnerete il mazzo allo spettatore.
lnvitatelo a cercare la carta scelta e ad apporvi la pro
pria firma con il pennarello che state per fornirgli. Infatti,
mentre dite tutto ciò (con la massima naturalezza possibi
le, m i raccomando!) portate la mano alla tasca interna
della vostra giacca e deponetevi la carta impalmata, estra
endo subito dopo un pennarello indelebile che avrete po
sto in precedenza nella stessa tasca. Lo spettatore, tuttavia,
non troverà la carta all'interno del mazzo. A quel punto la
estrarrete dalla vostra tasca dicendogli, sorridendo: ((Forse
è meglio che apponga io la firma!))
Non dubitate: appena avrete appreso la tecn ica di
impalmaggio sarete i n grado di eseguire moltissimi altri
interessanti giochi con le carte, oltre a quelli che queste
pagme VI propongono.
. .
58
Fig. l
Fig. 2
.._---:-·
--
l
59
Restiamo dunque nel ·settore cartomagico e convincia
moci che è assolutamente indispensabile apprendere come
si forza una carta. La ragione vi è ormai certamente chiara:
si tratta di far proprio il segreto per eseguire un'infinità di
giochi. Infatti state per apprendere un sistem� di forzatura
grazie al quale, ovunque vi troverete con u n mazzo d i
carte a disposizione, vi sarà consentito d i eseguire giochi
di cartomagia che vi renderanno prestigiatori autentici. E
potrete anche sviluppare tutte le divertenti variazioni che
vi suggerirà la fantasia e, come dicevo poc' anzi, la vostra
immaginazione, entrambe sorrette da passione autentica.
Mi auguro che quest'arte vi trasmetterà ciò che trasmi
se al sottoscritto nella sua adolescenza.
Cominciate facendo sì che lo spettatore da voi invitato
a collaborare scelga una carta di cui voi già conoscete il
valore e che quindi potrete facilmente " indovinare" in
mille maniere diverse: tra cui quella (tanto per fare un
esempio) di chiamare sul telefonino un amico già a cono
scenza della carta che voi forzerete, pregandolo di annun
ciarne il valore.
Fig. l carta da
adocchiare
'
Sfogliando il mazzo con una scusa qualsiasi, per esem
pio quella di eliminare i jolly, adocchiate la prima carta
(Fig. 1 ) .
E passate all'azione. Tenete il mazzo di carte nel palmo
della vostra mano sinistra come mostra la figura 2: cioè
con il pollice all'altezza dell'angolo sinistro superiore del
mazzo e l'indice piegato sotto lo stesso. Servirà quale con
trappeso e sostegno al mazzo mentre farete scorrere dall'al
to in basso il pollice, premendo sull'angolo delle carte.
Prima di eseguire tale movimento pregate lo spettatore
di ordinarvi uno ((Stop!" a suo piacere. A tale ordine, arre
state il pollice dove è venuto a trovarsi. (Ancora Fig. 2, qui
sotto)
Fig. 2
Fig. 3
Ed ecco il momento cruciale, quello che vi richiederà
di eseguire simultaneamente ben due mosse velocissime.
Premete leggermente sul dorso della prima carta del
mazzo con le ultime tre dita della mano sinistra (Fig. 3) e
contemporaneamente prendere rapidamente con la destra
la parte di mazzo superiore facendo scivolare la prima
carta sulla parte di mazzo sottosrante.
Ora, allontanate la mano destra e porgete allo spettato
re il mazzetta che tenete nella mano sinistra, pregando lo
stesso di prendere la carta «che sta nel punto)), gli direte,
«dov'era il pollice quando lei ha detto stop!))
E il gioco è farro, perché lui, in realtà, prenderà la prima
carta del mazzo, quella che voi già conoscere avendola
adocchiata all'inizio, quando avere sfogliato il mazzo con
la scusa di togliere i jolly. . .
62
Fig. l
63
La manipolazione: un'arte anche per i Romani
Ai tempi dell'Impero Romano, l'arte del prestigiatore è
stata particolarmente apprezzata come forma di spettaco
lo. Il numero preferito era quello che ancora oggi si chia
ma "gioco dei bussolotti" , caro anche al mondo greco.
Consisteva nel far sparire e riapparire sassolini bianchi
arrotondati. I.:evoluzione di questo gioco è diventata, al
giorno d'oggi, più spettacolare e difficile, perché i presti
giatori che lo hanno in repertorio, nel finale, fanno appa
rire limoni, palle da tennis o addirittura pulcini vivi!
** **************************
64
mazzetta che pro Fig. 2
prio lei ha taglia
to di sua libera e
s p o n ta n e a v o
lontà». (Fig. 3)
Ormai ne siete
certi anche voi: il
valore della carta
s a r à i n evi t a b i l
mente quello che
la vostra "facol tà
"
precogn i t iva , o
c h i a r o v e gg e n z a
che dir s i vogl ia,
.
avevano previsto,
permettendovi di
scriverlo sul fa
moso foglietto!
Fig. 3
Gli inizi della magia
È impossibile stabilire come e quando l'arte magica ha
avuto inizio. Unica certezza è che, nella più remota anti
chità, mentre in una parte del mondo la magia coincide
va con la religione, in un'altra era pratica quotidiana fra
la gente comune; e in un'altra ancora venivano affidate a
soluzioni magiche tanto le vicende delle singole famiglie
quanto le più ampie relazioni sociali.
66
vistosamente imbanditi con prezioso e ricercato vasellame
Richard Ginori. E intorno ai tavoli era tutto un andirivie
ni di maìtre, chef e camerieri.
�� Sarà una festa meravigliosa» pensai, �� e per chissà
quanta gente! . . . »
A mezzogiorno il direttore dell'albergo, che cortese
mente mi era venuto incontro all'arrivo per salutarmi, mi
confermò che gli ospiti sarebbero arrivati entro un'o retta.
Pensai che lo spettacolo sarebbe cominciato alle tre del
pomeriggio e verso le due iniziai i preparativi, nei cameri
ni a noi riservati. Ma poiché verso le quattro non si vedeva
nessuno, chiesi notizie al direttore. Ed ebbi la sorprenden
te risposta che il signor Kashoggi e i suoi ospiti stavano
prendendo l'aereo privato a Nizza e che quindi sarebbero
arrivati . . . «entro qualche minuto»!
Cominciai a temere che si potesse trattare di uno scher
zo, ma al tempo stesso ricordai che ore prima avevo visto
con i miei occhi il personale intento all'addobbo della sala
e anche della pedana sulla quale avrei dovuto esibirmi.
Pertanto, continuai l'attesa . . .
Per non prolungare la vostra, vi dirò che cominciai lo
spettacolo alle sette della sera e con un pubblico compo
sto . . . immaginate un po' da quante persone? Soltanto tre
bambini! Uno era figlio di Kashoggi, ed era il festeggiato;
gli altri erano due suoi coetanei!
Né io né i miei collaboratori facemmo, come si suoi
dire, una piega e professionalmente lavorammo esatta
mente con lo stesso fervore e lo stesso impegno di quando
il nostro pubblico, nelle conven tion, conta addirittura
migliaia di persone. Dopo lo spettacolo, fui invitato da
Kashoggi e gentile consorte alla degustazione di una torta
d i compleanno e a una piacevole conversazione sulla
magia. In una suite lussuosissima parlammo delle illusioni
dei maghi dell'Antico Oriente ed eseguii, su richiesta,
67
alcuni giochi di micromagia, uno dei quali entusiasmò
particolarmente il giovanissimo festeggiato. Eccolo. È un
gioco semplice ma di grande effetto, tra quelli che si fanno
m cartomag1a.
• •
68
Passare alla seconda, alla terza, alla quarta . . . e così via,
esclamando ogni volta, con sempre maggior sicurezza,
quello che il polpasrrello vi comunica, ossia, se ha avverti
to oppure no il pizzicorino:
«Nera . . . Rossa. . . Rossa . . . Nera . . »
.
69
Silvan , i n una delle sue innumerevoli apparizioni televisive, con Sheeba,
,
un pachiderma di 40 quintali, poco prima della sua ((sparizione , .
5.
Chi vuole tagliare la corda?
71
gruppetto di miei coetanei, mi imbattei in una piccola
folla che stava assistendo, incuriosita, alle riprese di un
film in costume, avvenimento abbastanza usuale in quella
magica città. Il direttore di produzione conosceva mio
padre e mi invitò, offrendo il gelato a me e ai miei amici,
a esibirmi, dopo avermi presentato quale giovanissimo
prestigiatore a un signore corpulento e dai grandi occhi
tondi. Doveva essere un personaggio importante (un atto
re o forse il regista) del film. Quel signore mi applaudì,
insieme a tutta la troupe e alla piccola folla che ormai si
era raccolta intorno a me, quando eseguii un paio dei gio
chi con i quali ero solito stupire i miei compagni. Feci
prima magicamente sparire una chiave per poi farla riap
parire nella tasca di uno dei presenti. Quindi, alla richiesta
di un bis, presentai subito, e con uguale successo, un
gioco con una cordicella che viene tagliata e subito dopo
magicamente ricomposta. Il bello è che seppi soltanto
trent'anni dopo che quel personaggio era il grande Orso n
Welles!
Infatti, anni or sono, la rivista americana di magia Top
mi dedicò la copertina di un suo numero e, all'interno,
un'intervista. E proprio l'intervistatore, Geoffrey Hansen,
mi disse che il grande Orson Welles, suo vicino di casa, gli
aveva un giorno raccontato che molti, molti anni prima,
trovandosi a Roma per lavoro in attesa di firmare un con
tratto con un produttore cinematografico, in un mese
aveva avuto un'unica occasione di divertimento: l'assistere
a quattro puntate di uno show televisivo intitolato "Sim
Sala Bim" , presentato, aggiunse, «da un mago eccezionale:
Silvan)). Hansen gli disse allora che mi conosceva, che ero
veneziano e che presentavo ancora spettacoli in televisione
e in teatro . . . «Vuoi vedere che . . . )) esclamò Welles; e prose
guì raccontando come, trovandosi anni prima a Venezia
per girare l' Oteflo, avesse incontrato un ragazzino che l'a-
72
veva stupito con la sua abilità di prestigiatore. Figuratevi
come rimase quando seppe che quel ragazzino era cresciu
to ed era diventato . . . il protagonista della serie "Sim Sala
B Im
. " .l
A questo punto, immagino che vi farebbe piacere sape
re come si può stupire ed entusiasmare con la semplice
sparizione di una chiave un genio come Orson Welles, il
quale, non dimenticatelo, giunse anche a esibirsi quale
prestigiatore professionista.
Eccovi accontentati, con la spiegazione dei due giochi
che ho eseguito il giorno del nostro lontano incontro a
Venezia . . .
73
Fig. l
• A bis
•
---- . '
Fig.2
Alla seconda chiave avrete annodato un elastico, con
l'altra estremità fissata a una spilla da balia (Fig. l -B ) .
Avrete quindi fissato il tutto, grazie alla spilla stessa, all'in
terno della manica destra della vostra giacca, come mostra
la figura 1 -A.
Lazione comincia facendo in modo che, senza che chi
vi sta davanti se ne accorga, mettendo per un attimo le
mani dietro la schiena, l'indice e il pollice della vostra
mano sinistra prelevino la chiave che pende all'interno
della manica destra e la passino in presa sicura a pollice,
indice e medio della mano destra. Questa ora trattiene la
chiave, coprendone il foro e facendo scorrere l'elastico in
modo che resti nascosto sotto il polso (fig. 2) .
A questo punto posate la chiave sul palmo della mano
sinistra, di cui richiudete pian piano le dita . . . e contempo
raneamente liberate la chiave dalla stretta delle dita della
destra, permettendole così di rientrare non vista - e velo
cemente, grazie alla tensione dell'elastico - all' interno
della manica destra.
Tenendo il pugno sinistro chiuso all'insù, non vi resta,
ormai, che aprire lentamente il mignolo, poi l'anulare, il
medio, l'indice e il pollice della mano sinistra e poi della
destra, a dimostrazione che la chiave si è proprio . . . volati
lizzata!
Non c'è dubbio: infatti state ora mostrando entrambe
le mani vuote e proclamando che la chiave è "trasmigrata"
nella tasca di qualcuno dei presenti.
Questi, condizionati dalla sicurezza della vostra affer
mazione, metteranno le mani in tasca, chi dei pantaloni e
chi della giacca.
Voi guardate sempre dalla parte opposta a quella dove
si trova la persona che ha la chiave. E quando sentite una
voce che esclama: «Eccola!)) stupitevi a vostra volta e gode
tevi l'applauso generale!
75
Fig. l
76
Tu tto i n iz i a , d u n q u e ,
con la presentazione di una
cord i cell a al p u b b l i c o , i l
q u a l e è a n c h e i n v i ta t o a
e s a m i n a r n e l u n gh ez z a e
consistenza. La cordicella
viene quindi da voi tagliata
a metà e subito ''riaggiusta
ta" . E il gioco è fatto.
S i tratta i n fa t t i d i u n
tagl i o sol tanto apparente l . t .
! ...
perché la cordicella tagliata Fig.2
è u n' a l t ra . (( P i zzicate" l a
cordicella, cioè stringetela
al cen tro c o n d u e d i t a e
mettetela sul palmo della
mano sinistra, che intanto
rimane rivolta verso di voi
(Fig. 2) .
Successivamente, con la
mano destra prelevate dalla
manica sinistra il cappio di
una cordicella uguale, lega
to a l l ' el a s t i co ( F i g . 3 ) , e
portatelo alla som mità del
pugno.
Ora prendete le forbici e
tagliate al centro il cappio
che i l pubbl ico pensa
appartenga al centro della
cordicella "vera" . Invitate
q u i n d i d u e p e rs o n e a d
afferrare un'estremità della
cordicella per ciascuna. Fig.3
77
Passate la mano sul cappio tagliato, pronunciando la for
mula magica "Sim . . . Sala . . . Bim!" e, subito dopo, chiedete
alle due persone quello che chiesi a due macchinisti della
troupe di Welles: di tirare le due estremità. Al tempo stes
so, aprii la mano e i due si ritrovarono con la corda intera
tesa davanti ai loro occhi, stupiti quanto quelli dell'intera
troupe e quasi quanto quelli di Orson, che apparirono più
grandi e più rotondi che mai!
Il segreto sta tutto . . . nella manica e nel pezzo di cordi
cella a cappio legato all'elastico. Come spiegano le figure,
è questo il cappio a cui darete il fatale colpo di forbici e
che sparirà di botto nella vostra manica!
78
« Questa sera vorre i p ro p r i o . . . ragli are l a cord a . . . No ,
non fra i nten d etem i . . . non sto di cen d o c h e vorre i fuggi re
tatev i di q uesta . . . »
anc h e c o n l e i m m agi n i .
M a il p u n to fo n d a m e n t al e d a t e n e r b e n p rese n t e è
q u e s t o : i m p arate u n o p e r vo l t a o g n i mov i m e n to e n o n
passate al successivo p ri m a di aver p er fetramente memo
r izzato q ue ll o c h e l o p rece de .
gi are l a corda .
79
Ecco lo svolgimento del gioco, spiegato in ogni passag
gio attraverso le i mmagini che seguono, con le relative
didascalie.
Fig. l - Mostrate al
pubblico la corda in
tutta la sua lunghez
za, tenendola fra il
pollice e l'indice a 4
o 5 cm dalle s u e
estremità.
Fig. 2 È op portuno
-
f
Fig. 4 - Nello stesso tempo , afferrate parte della corda più vicina a venti
centimetri dalla sua estremità.
\
Fig. 6 Create
x
-
ztone, un ansa
più pi ccola,
facendo i n modo
che le dita della
mano stntstra
coprano l'acca
vallamento della
corda. Estraete le
forbici dalla
tasca destra della
.
Fig. 7 - Il pubblico
vede ora la corda e
le ue "due'' estre
mità penzolanti.
Ed ecco come i nve
ce stanno le co e ,
. .
grazte a un parnco-
lare che voi oltan
r o vedere e tenere
orro controllo.
Fig. 8 - Ora, coprendo con le dita di entrambe le mani l'ansa del pezzerto
di corda (che fa da ponte alla corda-base) , annodate i due capi del pezzetto
stesso. Dovete avvolgerli proprio con1e questa immagine e la seguente indi
cano chiaramente in sequenza. E il pubblico sarà convinto che si tratti del
l'annodamento della vera corda tagliata.
1 . �
/ . r' j
\
l
. f
l
'l l
l• /
/
�
l
l
-'
\ \
\J
'
/
"
Fig. 9 - Al termine dell'operazione (di cui, qua sotto, vedete le due fasi
finali) al centro di quel che si vede tra le vostre mani c'è un "finto" nodo,
che in realtà è una specie groviglio.
/
Fig. l O Alzate la sinistra, portando il finto nodo all'altezza del vostro
-
viso. Con le forbici nella destra tagliate via completamente i due capi
sporgenti (vedi figura al centro) e fateli cadere in modo visibile per terra
ai vostri piedi .
....-·· ·-···----
--
- .
Cristianesimo e magia
Intorno al 300 d . C . il cristianesimo diventò la religione
ufficiale dell' I m pero Romano. Si p ensò che la fi ne del
paganesimo p ortasse anche alla scomparsa del culto degli
spiriti e degli esseri demoniaci. In effetti, la Il!agia perse
�
85
Importanza della magia nell'epoca romana.
Si chiamava Spurinna ed era etrusco il mago-indovino
che, come riporta Svetonio, avvertì Giulio Cesare con
la famosa frase: �<Guardati dalle idi di marzo!•• Questa
frase si usa ancora oggi come consiglio a un amico o a
un conoscente affi nché eviti un fatto increscioso che
potrebbe capitargli.
Si chiamava "idi" (in latino idus) il giorno 1 5 di vari
mesi dell'anno, tra cui, appunto, marzo. E il 1 5 marzo
del 44 a.C. , Cesare, incurante dell'avvertimento, uscì di
casa e si recò i n Senato. E là fu assassinato.
Analoga fine toccò ad Agrippina Minore, madre di Ne
rone, il quale, seccato per le sue intromissioni nella pro
pria attività di governo, la fece assassinare. Poi si rivolse
a certi maghi perché gliela facessero apparire, in modo
da poterne implorare il perdono.
86
Fig. l - Piegare in due una corda lunga circa
un metro e mezzo. (\
C> A,�l
""' '
1.' >
Fig. 3 - Vol tate la mano sinistra verso voi stessi e afferrate l'estremità
della corda che emerge al di sopra del pollice destro.
Fig. 4 Fate passare tale estremità attraverso l'ansa della corda, creando
-
'\
l
<_
re la seconda.
Fig. 6 A questo punto formate due occhielli circolari che restringerete
-
89
Le mani sono il simbolo della destrezza e dell'abilità manipolatoria,
che è poi l'essenza della presridigitazione. Per questo motivo, in dagli
anni Settanta, l'Autore le utilizza come proprio ((marchio,, per manifesti,
biglietti da visita o carta da lettera (Illustrazione di Casaro) .
6.
Spezzo e ricompongo
91
Il gioco - ma è meglio definirlo esperimento - comin
cia con la richiesta di un prestito di due banconote. Agli
amici americani avevo chiesto naturalmente dei dollari.
Voi potete far tutto con due banconote da diecimila lire.
Dopo averle ricevute ne promettete la restituzione, ma
intanto le sovrapponete una sull'altra e, con gesto deciso,
le strappare al centro. Sì, le strappate! E a chi ve le ha pre
state restituire metà dell'una e metà dell'altra . . . E ora la
magia si compie, perché, una volta fatte sparire misteriosa
mente le altre due metà . . . farete ritrovare le banconote
dentro buste sigillare!
Seguite attentamente la spiegazione, che non è sempli
ce, ma procurerà grandissime soddisfazioni, ve lo assicuro,
Prima di presentare il gioco prendete una banconota da
diecimila lire e, facendo lavorare opportunamente le vo
stre dita, spezzatela al centro, a zig-zag, in due parti. Inse
rirete in una busta, che sigillerete vistosamente con la cera
lacca. Quindi inserite questa busta in un'altra leggermente
più grande, che sigillerete, altrettanto vistosamente, con
un po' di nastro adesivo rosso disposto rutto intorno e
anche, naturalmente, sull'apertura. Quel che importa è
che non resti alcuna fessura (Fig. 1) .
Ora la presentazione al pubblico può cominciare. Pro
nunciate un breve ma convincente discorsetto sull' esperi
mento, rivolgendovi, in particolare, ai due ospiti ai quali
state per chiedere le banconote. Gli stessi, su vostro invito,
saranno disposti uno alla vostra destra e l'altro alla vostra
sinistra, il più distante possibile tra loro. Vedremo tra po
co il perché.
Accennate, con la dovuta serietà, che l'esperimento è
legato nientemeno che ad alcuni aspetti scientifici della
cosiddetta "ricomposizione molecolare" , oggetto della ri
cerca scientifica soprattutto nei laboratori spaziali del
Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida . . .
92
Fig. l
111\}?- .
�
•.
' '
·--
l
l
93
collocateli sotto
i due frammenti
che tenete nella
m a n o s i n i s tra
(Fig. 2) .
Continuando
a conversare con
il p ubbl ico per
distrarne l' atten
z�one dalle vo
stre mosse, con
segnate la prima
mezza bancono
ta ( q u e l l a c h e
sta sopra il muc
chietto) all' ospi
te che avete co
involto e che si
i - -.
trova alla vostra
Fig.2 sinistra (Fig. 3);
subito dopo, con-
,
segnate l' ultima
mezza banconota (ovvero quella che sta sotto il mucchiet
to) all'ospite che è invece alla vostra destra.
Così facendo avrete consegnato loro due frammenti
della medesima banconota, ma questo fatto sfuggirà ai
due ospiti, anche perché, come ho detto sopra, li avete
tenuti a debita distanza tra loro. Inoltre avrete anche detto
a entrambi, allegramente e senza esitazione alcuna: «Ecco
a lei metà della sua banconota ... e metà della sua anche a
l et. .' . ..
»
94
« Co s Ì » s p i eg h e -
'
.
rete, «sara Impos-
sibile che questa
b u s ta v e n ga s o ;
95
un taglio analogo . . .
A questo punto devo rinnovare al lettore l'invito alla
massima attenzione. Siamo al momento decisivo.
Prelevate dalla seconda busta una sola metà della ban
conota da diecimila lire da voi strappata e, rivolgendovi
all'ospite che sta alla vostra sinistra, ditegli: «Vediamo se
questa metà combacia con la sua metà Così dicendo
...»
combaciano perfettamente!
Tornate a rivolgervi all'ospite alla vostra sinistra (ma
anche al pubblico) e, con un pizzico di teatralità in più,
ditegli: <Nuole estrarre lei stesso l'altra metà della banco-
Antichità e prestidigitazione
Anche nell'amichirà l'arre Jei giocolieri e dei prestigia
tori era un settore della magia separato da quello della
divinazione e della negromanzia, che si occupa della
comun icazione con l'aldilà. I prestigiatori erano consi
derati gente di spettacolo e di i n rratte n i m e nto, m a
anche la loro abilità era ritenuta una qualità sovranna
turale.
96
nota che è all'interno della busta e che nessuno, ripeto
nessuno, ha mai toccato? Prego!» Il signore estrae il fram
mento, il quale combaL perfettamente con la metà che
· ·
97
Fig. l artigianalmente.
Vi assicuro che, nonostante
. . . . .
t
i
.
l .
modesti, questo gioco è tut
f
(.
l .
·,
'
,,.� .
.. t'altro che banale. Anche se
è p i u ttosto facile produce
un effetto di grande sorpre
L-------_;::.� � sa. E ciò avverrà specialmen-
te se il gioco sarà da voi ese
guito in modo che sembri
assolutamente improvvisato.
Per esempio, quando ci si
trova con gli ta mici al risto-
rante.
In che cosa consiste il gioco?
Fig.2 ,
E presto detto: nel far spez-
zare a uno degli spettatori
uno stuzzicadenti all'interno
di un tovagliolo ripiegato, e
q u i n d i fargl i e l o r i trovare
intero, a tovagliolo ridisteso.
La procedura? È quella che
segue. Come mostra la figu-
ra l , il tovagliolo deve avere
già uno stuzzicadenti nasco
sto nell'orlo e perciò invisi
bile per chi vi circonda.
Dopo aver disteso il tovagliolo sul tavolo, pregate lo
spettatore di deporvi, al centro, lo stuzzicadenti da spezza
re. Quindi ripiegate intorno allo stuzzicadenti i quattro
angoli del quadrato di stoffa, come mostr� la figura 2 , e
porgete il tovagliolo a uno spettatore chiedendogli di rom
pere lo stuzzicadenti coperto dalla stoffa.
Riaprite il tovagliolo e fate in modo che tutti possano
98
Fig. 3
l
l
l
\
.
99
ora mi concentrerò, cercherò di andare indietro nel tempo
e di cancellare il secondo in cui lei ha rotto lo stuzzicaden
ti. Non ci crede?))
Fate una pausa d'effetto, fingendo concentrazione e
passando una mano aperta sopra la stoffa, come compien
do un gesto magico. Quindi invitate lo spettatore a verifi
care direttamente: «La prego, apra il tovagliolo!))
E, a tovagliolo dischiuso, offrite allo sguardo sbigottito
dei presenti lo stuzzicadenti intatto; e . . . godetevi il loro
applauso convinto!
� Merlino e Stonehenge �
. �
• Come tutti sanno, il Mago Merlino prestò la propria •
. opera alla corte di re Artù. A lui si fa riferimento allor �
• •
ché si cerca di tracciare la storia del famoso, immenso
• •
. monumento chiamato Stonehenge, eretto dai Sassoni �
• dopo la loro conquista dell'Inghilterra. La storia della •
• •
magia vuole che Merlino lo abbia trasferito - magica
• •
• mente, si capisce - dall'Irlanda alla piana di Salisbury, •
� dove ora sorge. .
« .. . . �
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * ** * **
Il gioco superlativo
100
oggi eseguo con modifiche e ripensamenti vari . Pochi
giorni prima di scriverne, come ora faccio, l'ho eseguito
nel bar annesso al Salone Margherita, il celebre locale di
via Due Macelli, a Roma, pieno zeppo di gente e di amici,
quelli con cui ho condiviso sei sabati sera televisivi e che,
alla fine, continuavano a esclamare «Non è possibile!)), « È
incredibile!)) e, in romanesco, « Questo lo vojo raccontà!))
Ecco che cosa ha provocato tanta meraviglia.
Si comincia richiedendo al barista una scatoletta di
gomma da masticare, di una marca comune. Si apre la
confezione e se ne estrae o, meglio ancora, se ne fa estrarre
a uno dei presenti nientemeno che . . . una banconota da
l 00.000 lire!
Seguiremi attentamente e il procedimento di questo
gioco straordinario sarà vostro, anche senza ricorrere
all'aiuto dell'illustratore! Prima dell'esecuzione dovere pro
curarvi una confezione di chewing-gum del tipo che
intendere chiedere al bar. Disigillarela con cura, staccando
la lingueua di cellophane. Aprire la scatoletta (che ha la
dimensione di mezzo paccheuo di sigarette) e inseritevi
una banconota da 1 00.000 lire, ben piegata. Richiudere la
scaroletta, rimeuendo a posto il cellophane, e riponerela
nella tasca destra dei pantaloni.
Siete già pronti per l'azione. Dopo aver preso il caffè,
guardatevi intorno come chi cerca qualcosa tra la merce
esposta e chiedere al barista se per caso dispone di chew
ing-gum della marca che vi interessa. Lui ve la indicherà e
voi, avvicinandovi all'espositore chiedete, interessarissimo:
«Scusi . . . posso vedere anche quelle dietro?)) Prendere in
mano due o tre scatolene, osservarele anentamente e, con
calma, come incerti, sceglierene una. . . Il barista, intanto,
vi osserverà incuriosito, come se foste un marziano. E voi
aumenterete la sua anenzione e la sua meraviglia dicendo
gli: «Scusi . . . ma il telegiornale di oggi - lo ha visto? - ha
101
detto che la ditta produttrice, la TOT, ha stampato sulla
confezione del proprio chewing-gum un segno di identifi
cazione che doveva invece rimanere nascosto, perché riser
vato a certi pacchetti che contengono un regalo a sorpre
sa)).
Alzate la voce in modo che vi sentano anche i vicini;
anzi, coinvolgendo chi vi è accanto, aggiungete: «Si tratta
di un errore di confezionamento. Sono sicuro che questo è
il segno rosso sfumato di cui si è parlato al telegiornale . . .
Lo vede?))
E mentre sembrerete sempre p i ù un marziano agli
occhi del barista e degli altri avventori, direte al barista,
tenendo nella destra il pacchetto da voi scelto: <<Quanto
costa? Tremila lire? Bene ... Aspetti . . . Devo avere diecimila
lire da qualche parte . . . )) E così dicendo, infilate contempo
raneamente entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e
poi, ancora contemporaneamente, estraetele.
Ora, con la sinistra sventolate la banconota da diecimi
la lire che avevate preparato nella tasca sinistra, mentre,
con la destra, impugnate il pacchetto di chewing-gum
preparato in precedenza e che avete sostituito celermente
con quello or ora acquistato (che quindi da questo mo
mento giace in fondo alla tasca destra) .
«Ecco le diecimila lire)) direte al barista mentre posate il
p acchetto di chewing-gum sul banco bene in vista. E
quando lui vi avrà dato il resto, riprendete il pacchetto,
domandandogli: ccL'ho pagato . . . dunque è proprio mio,
non è vero?)) Subito dopo canticchiate a voce sempre più
alta: «Ho vinto! . . . Sono sicuro che ho vinto!)) E mentre
tutti, ormai, vi guardano, liberate il pacchetto dall'involu
cro, aprite la scatolina e . . . estraete le vostre l 00.000 lire!
Ammutoliti dalla sorpresa, tutti i presenti non avranno
occhi che per voi e ricorderanno la vostra immagine per
chissà quanto tempo! Intanto, alcuni di loro si saranno
102
anche lanciati ad acquistare pacchetti su pacchetti di
chewing-gum e, in gara con il titolare e i suoi baristi, apri
ranno scatolina dopo scatolina in cerca di altre, introvabili
banconote da centomila!
1 0.1
7.
Il "mentalismo" salottiero
105
lare a un accertamento minuziosissimo. Evidentemente
volevano esstr certi che non vi si celasse alcun ordigno
potenzialmente pericoloso per la sicurezza dei sette perso
naggi della politica mondiale.
Durante quella serata indimenticabile presentai varie
grandi illusioni veramente impegnative e alcune manipo
lazioni, ma soprattutto indovinai . . . quanti soldi aveva in
tasca il Presidente degli Stati Uniti d'America! Quando
svelai che aveva con sé soltanto venti dollari, Ronald Rea
gan rimase sbigottito! La stessa signora Thatcher si lasciò
sfuggire, ad alta voce, un eloquente «ft's amazing! (È sor
prendente!))), mentre l'onorevole Spadolini sorrideva com
piaciuto, forse pensando che era molto significativo vedere
un italiano stupire l'uomo più potente del mondo . . .
Quando lo spettacolo giunse al termine ricevetti gene
rose congratulazioni ufficiali; e poco dopo, mentre ero già
in camerino, si aggiunse l'inaspettata visita del segretario
privato e personale di Reagan, il quale mi chiese il mio re
capito. La ragione? Il Presidente voleva invitarmi alla Casa
Bianca!
Ripetei lo stesso "esperimento" nel 1 998 in Vaticano,
quando fui invitato con la mia famiglia al completo, al
pranzo di compleanno di monsignor Pietro Principe.
Tra gli alt ri invitati c'erano alti esponenti della gerar
chia ecclesiastica, una ventina di personaggi del mondo
laico e Sua Eminenza il cardi nale Angelo Sodano, Segre
tario di Stato del Vaticano. Proprio a lui rivolsi la parola,
chiedendogli il permesso di indovinare quanto denaro
aveva con sé. Me lo concesse sorridendo. Ma quando rive
lai l'esatto ammontare di quanto aveva in tasca, l'alto pre
lato manifestò addirittura un certo spavento . . . Esclamò
infatti, piuttosto scosso: «Ma lei ... è il diavolo!))
In effetti, constatare che il prestigiatore indovina qual
che cosa che, fino a qualche istante prima, si ignorava è
106
molto intrigante per il pubblico. Ve ne accorgerete anche
voi, quando proverete a eseguire i giochi contenuti in que
sto trattato.
A proposito: immagino che qualcuno di voi si aspetti
che io spieghi il gioco che mi ha permesso di stupire
Reagan e il Cardinale Sodano. Sono desolato, ma non ve
ne rivelerò lo svolgimento perché soddisferei semplice
mente una curiosità: si tratta infatti di un gioco non ese
guibile se non dopo una lunga esperienza nel campo della
prestidigitazione. Sarebbe come chiedere a un ginnasta
esordiente di eseguire agli anelli i difficili esercizi di so
spensione ed equilibrio richiesti dal programma olimpico.
Non me ne vogliate, perché sono certo che gli altri gio
chi che già vi ho svelato e che ancora intendo svelarvi
potrete eseguirli benissimo.
107
loro per autore e titolo, ma l'interno . . . è sempre quello di
uno dei quattro (figura nella pagina a fronte) .
Pertanto dovete acquistare quattro copie uguali di un'o
pera, poniamo, di Shakespeare e tre di autori diversi, per
esempio una di Cechov, una di Goldoni e una di Piran
dello. Private questi ultimi tre delle rispettive copertine e
con esse ricopertinare le tre copie di Shakespeare alle quali
avrete tolto le copertine originali. Inoltre tenete pronti in
tasca un paio di dadi.
Ora il gioco può cominciare. Dopo aver mostrato ai
presenti quattro libri completamente diversi uno dall'altro
(in realtà tre sono truccati, come ho appena detto) invitate
qualcuno a scegliere uno dei titoli.
A questo punto cavare dalla tasca due dadi.
Invitate lo spettatore a buttarli sul tavolo più volte e a
constatare che non sono truccati, cioè che non danno
sempre lo stesso punteggio.
Dimostrato ciò, ordinate un' ultima gettata. Suppo
niamo che uno dei dadi si fermi sul 5 e l'altro sul 4. I due
numeri affiancati formano dunque un 54.
Chiedere allo spettatore di allontanarsi da voi e di apri
re il libro che è nelle sue mani, proprio alla pagina 54. Al
tempo stesso, fare notare che sommando 5 e 4 si ottiene 9 .
Allora pregatelo di andare alla riga 9 (ossia la nona) di pa
gina 54 e di leggere mentalmente la prima parola di quella
riga. A questo punto, impugnare un grande block-notes e
invitate lo spettatore a rrasmettervi, senza parlare, ma . . .
«con le vibrazioni del suo pensiero)), le singole lettere che,
una dopo l'altra, formano tale parola. E voi, in contempo
ranea, trascrivere le nell'ordi ne, formando esattamente
quella parola!
Come potete leggere nel pensiero? Per prima cosa ricor
datevi che i quattro libri racchiudono sotto le loro coperti
ne esattamente le stesse pagine. Seconda annotazione:
108
quando i due dadi che rotolano sul tavolo si fermano,
ponete a sinistra quello con il punteggio più alto e a destra
quello con il punteggio più basso e formate un numero di
due cifre. Con questo procedimento si possono formare
soltanto 2 1 combinazioni e generare quindi, senza ombra
di dubbio, unicamente i numeri seguenti: 1 1 , 2 1 , 3 1 , 4 1 ,
5 1 , 6 1 , 22, 32, 42, 52, 62, 33, 43, 53, 63, 44, 54, 64, 5 5 ,
65, 66.
Terza annotazione: tali numeri saranno stati da voi pre
cedentemente trascritti - insieme con la parola corrispon
dente del libro - su un foglietto posato sopra il vostro
109
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11 .... t4 ,...�.
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. , .... ..,. t< -
,1 '""'• " -
l O) . . . e cosl via.
Quarta annotazione: allorché avete il block-notes in
mano e fingete di captare le "vibrazioni telepatiche'' dello
spettatore, scrivete sul block-notes, lettera per lettera, la
parola da voi sbirciata, con l'atteggiamento serioso di chi
possiede veramente doti paranormali. Ad esempio, potre
ste dire: «Sto ricevendo l'impressione di una C ma l'im
magine non è molto nitida . . . prego, si concentri!. . . Ah!
ecco . . è una G! Ora si concentri sulla lettera che viene
.
dopo. . .»
110
esibii in un suo spettacolo a San Francisco, in California.
Ho sorpreso con lo stesso gioco anche Raffaella Carrà,
Anna Falchi, Gerry Scotti e, recentemente, Fabio Fazio,
nei camerini della RAI a Milano, mentre attendevamo di
andare in onda con una puntata di Quelli che il calcio. . .
Ecco la descrizione del gioco.
«Sapete certamente dell'esistenza della teoria psicome
trica, secondo la quale alcuni oggetti inanimati hanno la
facoltà di impregnarsi della personalità di chi li possiede e,
attraverso determinate vibrazioni, possono rivelarci a chi
sono appartenuti in passato. È quanto ha asserito e dimo
strato il famoso sensitivo Croiset. ..»
Sono queste, più o meno, le parole adatte per creare il
clima di attesa adatto tra i vostri spettatori.
L'esperimento inizia con la consegna di tre foglietti di
carta velina (grandi più o meno l Ox l O cm) , uno bianco,
uno rosso e uno verde, a uno dei presenti. Inviterete quin
di questa persona ad accartocciare i foglietti che ha ricevu
to e a comprimerli, riducendoli a palline ben compattate.
Raccomandate poi di tenere una pallina alla volta, ben
chiusa nel pugno, chiudendo gli occhi per alcuni istanti e
concentrandosi sul colore «onde imprimerle•• direte, «la
vostra energia psichica . . . ••
Esrraete e mostrate al pubblico la fodera di una delle
tasche dei vostri pantaloni, facendola pendere visibilmente
verso l'esterno e dimostrando così che la tasca è completa
mente vuota. Rimessa a posto la tasca, voltate le spalle al
pubblico, portate le mani dietro la schiena e invitate lo
spettatore a consegnarvi le palline da lui confezionate,
deponendole nelle vostre man i. Ringraziate e in filate
quindi le tre palline nella tasca che tutti sanno essere
vuota.
Pregate la persona che ha compattato le palline di avvi
cinarsi a voi e posando la vosrra mano nella sua, «per ren-
111
dere possibile)) direte, «la trasmissione delle onde psicome
triche colorate)), chiedetele quale colore preferisce rivedere,
tra il bianco, il rosso e il verde delle tre palline che ora
tenete in tasca. E quando ne sceglierà uno, voi portate la
mano alla tasca e tirare fuori . . . la pallina del colore ri
chiesto! Porrete addirittura ripetere la cosa ancora una
volta.
Come avere fatto a non sbagliare? Nella sua estrema
semplicità risulterà incomprensibile: quando portate la
mano alla tasca non scendere fino sul fondo dove giaccio
no le tre palline, bensì nel cavo superiore della tasca. Lì
avete messo in ordine di colore altre tre palline da voi
prima accartocciare e sistemare a dovere. Tutto il resto . . . è
teatro!
112
Fig. l
\
·'
113
dalle sue punte, una dopo l'altra, una serie di gocce d' ac
qua, che cadevano in successione sul tavolo, frantumando
si in spettacolari e rapidi schizzi!
Miracolo o gioco? Avete qualche dubbio in proposito?
Leggete la spiegazione che segue e saprete la verità!
Quando impugnate verticalmente la forchetta per farla
lacrimare dovete aver già sistemato dietro il padiglione
dell'orecchio sinistro (Fig. 2) un piccolo batuffolo di coto
ne idrofilo leggermente impregnato d'acqua. Natural
mente il batuffolo deve essere invisibile al pubblico. E voi
(altro particolare importante!) farete in modo di eseguire il
gioco stando seduto a un tavolo, sul quale appoggerete il
\\ '
't
Fig.2
114
gom1to s1n1stro, tenen- Fig. 3
• • •
do l'avambraccio verti
cale.
Prendete la forchetta
con la destra e strofina
te le sue punte contro
l'avambraccio sinistro,
molte volte (anche po
sandola ogni tanto sul
tavolo - fingendo che
si stia surriscaldando -
e r i p re n d e n d o l a p o i
con la mano sinistra
per passarla alla destra,
con la quale ricomince-
rete lo strofinamento sull'avambraccio) . Grazie a questa
misdirection il pubblico si distrarrà dal passaggio finale.
Lasciate nuovamente cadere la forchetta e raccoglietela
con la destra, prendendola dalle punte. Nel contempo,
con le dita della mano sinistra (che è vicinissima all' orec
chio sinistro, data la posizione verticale dell'avambraccio)
preleverete di nascosto il batuffolo impregnato d'acqua e,
afferrando la forchetta, lo nasconderete dietro l'impugna
tura, come mostra la figura n. 3.
Premete leggermente sul batuffolo, quanto basta per far
scendere l'acqua che contiene fino alle punte e . . . farla
sgocciolare!
Terminato l'esperimento posate la forchetta sul tavolo.
Tutti si precipiteranno a esaminarla perché, direte, "trasu
dà' ancora. Intanto trattenete il batuffolo di cotone nel
palmo della mano, alla radice del medio e dell'anulare, tra
l'uno e l'altro dito. Approfittate ancora della misdirection
per sbarazzarvene, mettendolo in tasca, mentre l' attenzio
ne degli ospiti sarà rivolta alla forchetta piangente.
115
Le uova parlanti
116
' ....
' ... . .
!
,.
•
l
,J ' •
..
117
zione della verità come verosimile se presentata dall' esecu-
,. . .
tore con un InterpretaziOne convmcente.
Direte, dunque, in apertura del gioco: «Sto per presen
tarvi un esperimento legato a recentissime scoperte scien
tifiche nel settore delle proteine, a opera di esperti del
l'Università di Denver, nel Colorado. Come vedete, ogni
bicchiere contiene, sul fondo, un chicco di caffè di una
qualità proveniente dal Portorico (Fig. 1). Caroma che il
chicco emana giungerà fino alle cellule più interne del
l'uovo che sta sopra il bicchiere, facendogli emettere un
suono, che io percepirò . . . Ora io vi volterò le spalle e uno
di voi, gentili spettatori, potrà segretamente scegliere un
uovo, custodirlo tra le mani chiuse a secchiello, per circa
trenta secondi, quindi posarlo di nuovo sullo stesso bic
chiere dal quale l'ha sollevato. I bicchieri potranno anche
essere cambiati di posizione, io cercherò . . . e spero di riu
scirei, se osserverete il silenzio più assoluto . . . di individua
re quell'uovo, grazie alla sua voce . . . ))
118
to di capello chiaro e sottilissimo (Fig.2). Allorché, a metà
del gioco, vi volterete verso il pubblico, dalla vostra posi
zione sarà facile notare quale bicchiere non ha più il pez
zetto di capello sull'orlo. Perché? È semplice: nel momen
to in cui lo sperratore ha sollevato l'uovo, il pezzetto di ca
pello è certamente caduto!
Il chicco di caffè, le proteine e gli altri derragli sono il
solito corredo indispensabile della presentazione, la quale
è l'essenza dell'arte del prestigiatore.
119
120
8.
Salutiamoci con le carte
Incredibile!
121
Cominciate il gioco mescolando entrambi le carte e
deponendole davanti a voi sul tavolo.
Pregate lo spettatore che vi sta di fronte di "tagliare" il
proprio mazzo, e voi fate lo stesso. Come sapete, tagliare
le carte non significa prendere l'accetta e dividere in due il
mazzo, bensì separare una metà del mazzo dall'altra metà
e quindi ricomporlo, ponendo sopra la parte che prima
era sotto.
Ora scambiatevi i mazzi, ma prima di consegnare il
vostro allo spettatore sbirciate e memo rizzate l'ultima
carta. Supponiamo, a titolo di esempio, che sia il tre di
cuori : sarà la vostra "carta-chiave" e dovete ricordarlo
bene. Capirete presto il perché . . .
Eseguite un altro taglio del mazzo e mettete da parte la
metà tagliata. Lo spettatore farà lo stesso.
Ora, prendete entrambi la carta che sta sopra il mazzo
restante e guardatela. Lo spettatore dovrà ricordarsela bene
mentre voi dimenticate la vostra (è una simulazione strate
gica che capirete più avanti) . Deponete la carta sopra il
mazzetto e rimetteteci sopra la parte di mazzetta prima
eliminata. Lo spettatore che vi sta di fronte esegue esatta
mente le stesse mosse e viene da voi invitato a ricordare
bene la carta appena vista .
A questo punto scambiatevi ancora i mazzi e sottopo
neteli a un nuovo taglio. Chiedete allo spettatore di cerca
re all'interno del proprio mazzo la carta vista poco fa e di
collocarla sopra il mazzo.
Voi farete lo stesso, o meglio . . . cercherete nel mazzo il
tre di cuori, cioè la vostra carta-chiave adocchiata inizial
mente. Prenderete la carta che nell'ordine la precede e
quindi la poserete, sempre a faccia in giù, sopra il vostro
mazzo.
A questo punto annunciate solennemente che sta per
essere dimostrato che le vostre sfere psichiche viaggiano
122
alle stesse lunghezze d'onda. Basterà che voi pronunciate
la formula magica «Sim . . . Sala . . . Bim!)) e che al Bim capo
volgiate entrambi la carta che sta sopra i vostri rispettivi
mazzi.
•
Il gioco che sto per descrivervi ha fatto parte del mio re
pertorio di micromagia per molto tempo.
A Las Vegas, la bella città del Nevada, negli Stati Uniti,
famosa per i suoi megahotel, le sue case da gioco e i suoi
lussuosi spettacoli di rivista, mi esibii al Tropicana Hotel
con le celebri Folies Bergères per dodici mesi consecutivi.
Ben presto, in tutta Las Vegas non ci fu un bar o un risto
rante in cui io fossi entrato che non po rtasse la mia
"fi rma" proprio g raz ie a questo gioco. Ho infatti presenta
to il gioco che ora vi spiegherò, ovunque mi si porgesse un
mazzo di carte e mi si chiedesse di esibirmi.
Poco tempo dopo fui per la seconda volta nel tempio
del music-hall, I'Olympia di Parigi , in occasione degli
Adieux, lo spettacolo con cui Josephine Baker lasciò le
scene. Ogni volta che la celebre "Venere Nera" riceveva nel
123
suo camerino amici e ospiti, mi chiedeva (tra una pizza e
l'altra, di cui era ghiottissima) di ripetere il gioco: per que
sto ho pensato di dargli il suo mitico soprannome.
Aggiungo, per la cronaca, che il soffitto del suo cameri
no finì per essere tappezzato di carre. Perché? Ecco la spie-
gaztone.
•
124
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r,
fl
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125
a faccia in giù, ossia con le carte che mostrano il dorso.
Ed ecco il momento di lanciare il mazzo verso l'alto,
con tutta la forza di cui disponete. Statene certi: la carta
scelta all'inizio sarà l'unica che, quale permanente ricordo,
resterà appiccicata al soffitto, come mostra la figura nella
pagina precedente. Ve lo assicuro: tutti i presenti, sorpresi,
rimarranno per un po' con il naso all'insù!
La carta impalata
126
facilmente alle punte di un paio di forbici o alla lama di
un coltello.
Fate scegliere una carta a uno spettatore e fategliela
anche firmare, posandola poi sopra il mazzo. Mescolatelo
facendo però in modo che la carta rimanga sempre dove è
stata posata, cioè sopra il mazzo , applicando il "falso
miscuglio" già spiegato p i ù di una volta. Controllatela
senza che lo spettatore se ne renda conto.
Riponete tutto il mazzo nel suo astuccio, facendo in
modo che la carta prescelta venga a trovarsi tra la parete
dell'astuccio e la linguetta ripiegata della chiusura (Fig. 1 ) .
Ora, mentre inserite l'astuccio nel sacchetto, con il pol
lice e il medio della mano destra estraete di nascosto dal
l' astuccio la carta prescelta, che manterrete poi ferma den
tro il sacchetto, tenendola saldamente serrata dall'esterno
con le dita della mano sinistra, come mostra la figura 2.
A questo punto,
mettendo la vostra
mano destra den- Fig. l
t ro i l s a c c h e t t o ,
a n n u n c i at e c h e
aprirete l'astuccio e
sparpaglierete le
carte nel sacchetto.
Procedete i n t a l
s e n s o e agitate i l
sacchetto p e r far
s e n t i re i l r u m o re
delle carte sparpa
gliate. Intanto trat
tenete sempre dal
l ' es t e r n o , c o n l a
mano s i n istra, l a
c a r t a p re s c e l t a e Fig.2
127
.Il
128
Il gioco che piaceva a Strehler
129
dal mazzo e nascoste in una tasca della giacca o dei panta
loni. Non occorre memorizzarne valori né colori.
Con le quattro carte qualunque ormai al sicuro in tasca
dare il mazzo da mescolare a uno spettatore. Appena ve lo
restituisce, stendere sul tavolino le carre a faccia in giù,
allineandole, come si dice in gergo prestidigiratorio, "a
nastro": cioè in fila, una accanto all'altra.
Ora chiedere allo spettatore di estrarre ci nque carte
spingendole fuori una dopo l'altra con l'indice della mano
destra e di lasci arie a faccia in giù. Quando l'avrà fatto,
raccoglierete il resto del mazzo mettendolo da parre.
Ora voltare le spalle allo spettatore e chiedetegli di sce
gliere una delle cinque carre, di mosrrarne la faccia al pub
blico e quindi di rimetterla tra le altre quattro, di mesco
larle e posarle di nuovo in fila sul tavolino, a faccia in giù.
Ora, nemmeno lui sa qual è la carta prescelta.
A questo punto, potere voltarvi e riprendere in mano le
carte. Apritele a ventaglio con le facce verso di voi e me
morizzare la posizione e il valore di ciascuna, dalla prima
alla quinta. Esempio: se le cinque carte fossero, da sinistra
130
a destra, il sette di quadri, la donna di cuori, l'asso di fiori,
il sei di picche e il tre di quadri, dovreste memorizzare,
nell'ordine: 7, D, l , 6, 3. È consigliabile ripetere mental
mente la combinazione per tre o quattro volte per ricor
darne l'esatta successione.
Ora non vi resta che infilare le cinque carte nella tasca,
in cui avete già nascosto le prime quattro. Tenendo la ma
no in tasca dire allo spettatore di concentrarsi sulla propria
carta, sul suo valore e sul seme, e di cercare di trametterve
la mentalmente. Fingete di cercarla nella vostra tasca e ...
tirate fuori, una alla volta, le quattro carte nascoste inizial
mente, disponendole sul tavolino a faccia in giù. Agli
occhi di tutti, ne avete lasciata in tasca una.
<<Per cortesia, vuole dirmi a quale carta sta pensando?»
chiederete ora allo spettatore; e quando lui ve lo rivelerà
aggiungere te: «<nfatti ho recepito il suo pensiero. In tasca
me ne rimane soltanto una!)) E così dicendo, scoprite le
quattro carte che stanno sul tavolino rovesciandole a faccia
in su. Quella pensata dallo spettatore non c'è e lui non si
renderà conto che non sono le stesse di prima, perché
delle cinque aveva visto soltanto la propria.
Adesso voi prelevate velocemente tra le carte che avete
in tasca e che avete memorizzato quella giusta.
Non vi resta che tirarla fuori con un gesto solenne e
spettacolare e un allegro «Et voilà!))
131
Silvan, oltre che illusionista di fama mondiale, è a nche studioso di ' arte magican.
Lo testimonia la foto qui sopra, scartata nel suo studio durante la stesura di questo trattato.
Lo circondano migliaia dj volumi, alcuni dei quali d i inestimabile valore bibliografico.
Appendice
Magie-pillole di storia
133
il lettore possa gustare, ogni tanto, una "pillola" di storia
della magia. Ciò resta vero anche se il terzo millennio si
presenta permeato da uno spirito altamente tecnologico. I
computer sono sempre più sofisticati e l'ingegneria geneti
ca, con la clonazione e i cibi transgenici, genera inquietan-
t1 mterroganvt.
• • • •
134
la testa nera . . . Il trucco di questo gioco si perde nella notte
dei tempi, così come l'origine della parola mago.
A questo punto spero di aver sollecitato al massimo la
vostra curiosità. Troviamo la parola imga presso i Sumeri,
con il significato di sacerdote. Per gli Assiri, il maga era un
sacerdote-stregone, mentre analogo significato era attri
buito, presso i Babilonesi, alla parola rag-mag. Tra i Per
siani lo stregone si chiamava magush, mentre per i Greci
era magos e, per i Latini, magus. E per Enzo Tortora? Egli
fu il primo a presentarmi in televisione molti anni fa. Mi
'
mistero.
Al c u n i esempi s o n o Apo l l o n i a di Tiana, P i tago ra,
Virgilio, Archimede, Pico della Mirandola, Nostradamus,
Gerolamo Cardano, Cagliostro, Pinetti, Mesmer, Bosco,
Houdini e si porrebbe ancora continuare.
L'ho sperimentato io stesso: studi del genere mi sono
stati sempre di grande aiuto, ora per definire particolari di
un certo esperimento ora per organizzare un determinato
135
Prestidigitazione: una storia di parole
L'abilità nell'uso delle mani per ingannare l'occhio dello
spettatore ha tre aspetti sostanziali: far apparire un ogget
to, fa rlo s parire o scam b iarlo con un altro oggetto.
Destrezza e prestidigitazione sono, in tal senso, sinonimi.
In particolare, prestidigitazione deriva da una combinazio
ne latina che significava "muovere presto le dita". In ingle
se, nel termine legerdemain è stata fusa l'espressione fran
cese leger de main, rraducibile in italiano come "leggero di
mano" oppure "dal tocco leggero" .
136
pongo si chiama, infatti, Benvenuto Cellini. Sì, è proprio
lui, il grande fiorentino vissuto tra il 3 novembre 1 500 e il
1 3 febbraio 1 57 1 . Suo padre, che era muratore, ne voleva
fare un musicista ma ben presto finì per accettare la sua
vocazione per il disegno e l'oreficeria mettendolo a botte
ga presso un orafo fiorentino.
Vi risparmio altri particolari, peraltro interessantissimi,
della vita di Benvenuto, il quale passò anni e anni in car
cere per risse e sparatorie, alternandoli a brevi, fecondi
periodi creativi presso corti italiane e straniere e finì poi,
purtroppo, in miseria e solitudine! Ma, per nostra fortuna,
scrisse rime e soprattutto le pagine della Vita, la sua famo
sa autobiografia, da cui si apprende il suo grande desiderio
di imparare «l'arte avvincente e meravigliosa dei prestigi»
nonché quella del negromante, che è poi la capacità di
evocare le anime dei defunti e di conversare con loro. E il
Cellini scrive di aver fatto ciò partecipando a notturne e
sinistre sedute magico-negromantiche a Roma, nel bel
mezzo del Colosseo, dove gli sarebbe capitato di incontra
re «gigantesche figure di demoni)) .
Sarà vero? Non sarà vero? A me viene il sospetto che si
sia trattato di un gioco di specchi e forse addirittura di
un'anticipazione del principio della lanterna magica, dive
nuta realtà, come è noto, proprio tra Cinquecento e Sei
cento . . .
137
diato legge a Ferrara e a Siena, entrò, quale religioso, nella
Congregazione Lateranense a Roma.
La scelta del nuovo nome è legata al mito dell"'incre
dulità" dell'apostolo Tommaso, che, come è noto, volle
toccar con mano le piaghe di Cristo per poter credere alla
sua resurrezione. Un uomo spinto da tanta curiosità come
il Garzoni poteva non occuparsi di magia?
Infatti ci ha lasciato memoria di «stupendi prestigi gio
colatori senza l'operazione del demonio» nonché una cita
zione davvero importante: quella dell'attività prestidigita
toria dell'ingegnere e matematico ebreo Abramo Colorni
di Mantova, che fu al servizio dei Gonzaga. Nella sua
opera Il serraglio de gli stupori del mondo (di cui possiedo
una copia pubblicata a Venezia nel 1 6 1 3) il Garzoni lo
ricorda come abile prestigiatore nei giochi con le carte.
Altri giochi citati dal Garzoni sono quello dell'uovo che
Magia e religione
Lo splendore del sole e il precipitare della pioggia hanno
stupiro l'uomo primitivo quanro l'alternarsi del giorno e
della notte e il manifestarsi di ogni alrro fenomeno natu
rale. Da tale stupore, fattosi ora esulranza ora timore e
ora speranza, sarebbero nati prima un vago "timor magi
co", poi l'idea che dietro ogni manifestazione della natu
ra si celasse la volonrà di un essere sovrannaturale insie
me alla certezza dell'efficacia della preghiera e del riro
per modificare tale volonrà. Era nata la religione. E chi
al rito sapeva dare l'intonazione giusta per convincere la
narura e i suoi invisibili dominatori aveva in pugno il
potere.
138
diventa di carbone, quello dell'uovo che, posto sotto un
cappello, scompare, e quello della moneta che balla sotto
il bicchiere.
Chiudo questo sguardo all'epoca rinascimentale citan
do un altro illustre cinquecentista, quel Reginald (o Rey
nold) Scot, dotto inglese del Kent, il quale divise i propri
studi tra il mistero e il giardinaggio. Sua è l'opera The
Discovery of Witchcraft (La scoperta della stregoneria) ,
scritta nel 1 5 84. Scot, volendo veder chiaro in un processo
contro una certa Margaret Simons, cacciata appunto di
stregoneria, raccolse notizie su vari "prodigi" con l'aiuto di
un prestigiatore francese, certo Giovanni Caureres. Riuscl
così a dimostrare che il demonio non c'entrava per niente
e che si trattava di semplici artifici.
A distanza di ol tre quattro secoli anch'io e altri più
bravi di me cerchiamo, fuori dal contesto teatrale, di di
mostrare la stessa cosa, sostenendo che in tutto ciò che
trascende i fenomeni naturali un buon 99% spetta all'a
stuzia e al trucco. Ma c'è ancora chi pensa il contrario.
La ragione di tale convinzione sta nel fatto che nella
profondità dell'animo umano è troppo fortemente radica
to il bisogno del miracoloso.
139
Il fatto che le risposte dei cartomanti, cioè di chi inda
ga sul futuro attraverso le carte, possano essere, in pratica,
infinite, fa sì che ognuno di noi abbia a chiedersi, per
curiosità ma anche per cultura, da quando le carte accom
pagnano l'evoluzione della cultura e dello spirito umano.
E da quanto tempo, vi verrà anche voglia di chiedermi,
a questo punto, le carte imperano nel mondo della presti
digitazione?
Impossibile dare una risposta anche approssimativa.
Ma ricorrendo a Reginald Scot, si sa per ceno che nel 1 584,
l'anno della pubblicazione della sua Discovery ofWitchcraft,
oltre ai giochi con i bussolotti e con le monete esistevano
da tempo giochi con le carte.
Non è da trascurare la notizia che, nel Seicento, l'ingle
se lsaac Hawkes riusciva a soffiare su un sette di quadri e a
trasformarlo in un fante o in una regina.
Insomma, a quale epoca può essere fatta risalire l'inven
zione delle carte da gioco?
Turto cominciò, pare, in Cina, intorno all'anno Mille.
La loro prima citazione storica è contenuta in un'opera
140
cinese del Duecento, il secolo in cui apparvero anche in
Europa, da dove poi si diffusero in tutto il mondo. Per i
Cinesi il mazzo si componeva di trenta strisce di piccole
immagini di imperatori, imperatrici e personaggi di corte,
mentre i semi erano costituiti da monete raffigurate in
file. E si arrivò a mazzi composti da ben 1 42 carte.
Ma c'è chi considera le carte un'invenzione araba, o
saracena, come si diceva nel medioevo, quando si chiama
va Saracina la parte del mondo di popolazione araba. Ecco
perché si pensa che le carte siano state introdotte in Eu
ropa dai Saraceni che dominarono la Sicilia nel secolo IX.
Comunque, cuori, quadri, fiori e picche sono nati in
Francia e da seicento anni fanno concorrenza a coppe,
denari, bastoni e spade, cioè alle immagini delle ben note
carte di origine regionale.
La stragrande varietà di tipi che ormai le carte da gioco
possono vantare anche nel formato (esistono addirittura
carte da gioco rotonde) ha favorito la nascita e lo sviluppo
di un collezionismo al quale anch'io non ho saputo né
voluto resistere. Possiedo infatti una collezione che conta
oltre settecento mazzi e che comprende carte da gioco
d'uso comune ma anche numerosi esemplari di mazzi che
appartennero a famosi prestigiatori del presente e del pas
sato.
141
.
- l"· c
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'.;. 4 . ..
..
143
trali e televisivi che ho tenuto dall'inizio della mia carriera:
dalle innumerevoli serie in prima serata dei miei "Sim Sala
Bim", passando a "special" e serate d'onore del sabato sera
fino alle più recenti esibizioni in prima serata, che hanno
ottenuto indici di ascolto pari a quelle delle rockstar.
Inoltre, mi piace ricordare la mia attività di "testimo
niai" in numerosi spot pubblicitari televisivi che mi vedo
no in azione con divertenti attività prestidigitatorie!
Ma la domanda di apertura di questo magico saluto è:
sapete che cosa accomuna famose attrici come Carroll
Baker (la famosa interprete di Baby Do/{) , Senta Berger,
lngrid Bergman, Marlene Dietrich, Anita Ekberg e Rita
Hayworth? Sono state fatte sparire, )evitare e addirittura
sono state sottoposte a vivisezione . . . dai loro partner! Sì,
perché, ognuna di loro, all' inizio della propria carriera, è
stata compagna di lavoro di un noto illusionista!
Ecco perché mi sento in dovere di chiudere in gloria
questo trattato rendendo omaggio ad alcune splendide e
straordinarie creature che, collaborando con me, hanno
contribuito a far apprezzare la mia arte al grande pubbli
co, alcune come mie assistenti, altre quali mie collabora
trici a questo o quel gioco, altre ancora quali presentatrici
o compagne di spettacolo e di trasmissione.
Le elenco in ordine alfabetico. Cavalleria mi impone,
infatti, di non farvi pensare a un ordine diverso, cioè di
bravura, di bellezza o, peggio che mai . . . di età!
Faccio una sola eccezione, citando prima di ogni altra
l'insostituibile Rossella Giannelli (che, lasciatemelo dire, è
quella che ho assoggettato più a lungo ai miei "magheg
gi"). E ora continuo l'albo d'oro delle impareggiabili e bel
lissime mie "aiutami", esprimendo un grato pensiero per
Chelo Alonso, Ursula Andress, Priscilla Anselmo, Monica
Altieri, Isabella Biagini, Benedicta Boccoli, Clarissa Bure,
Gabriella e Milly Caducei, Raffael la Carrà, Marlene
144
Charrel, Maria Grazia Cucinona, Emma Danieli, Giada
Desideri, Anna Falchi, Scilla Gabel, Loretta Gaggi, Evelyn
Hanack, Yvonne Harlow, Sylva Koscina, Gina LoBo
brigida, Beba Loncar, Ketty Marazova, Valeria Marini,
Tina M arquand, Alessandra Martinez, M i ra Medic i ,
Omelia Muri, Lucia Nardell i, Sydney Rome, Carmen
Russo, Maria Teresa Rura, Susanne Walden.
A tutte loro un bel grazie, e a voi . . . un magico saluto!
145
Alcuni a nni or sono, S ilvan ricevette una telefo nata: « Pronto, sono Copperfield,
vorrei conoscere i l Maestro . Nacque cosl l ' i ncontro fra i due g rand i i llusionisti,
. . »
147
mia opera dedicata alla storia della magia e che potrete
consultare in biblioteca, dato che in libreria è esaurita da
an m .
.
148
Ben sette volumi compongono l'opera dell'americano
Harlan Tarbell ( 1 890- 1 960). Si intitola The Tarbell Course
of Magie e ha avuto più editori. I primi cinque volumi
furono pubblicati a New York dalla Tarbell System tra il
1 927 e il 1 942, con continui aggiornamenti. Il sesto volu
me, curato da Bruce Elliott, ha visto la luce nelle edizioni
di Louis Tannen di New York, come anche il settimo, che
è stato scritto da Harry Lorayne e illustrato da Ed Mishell.
Attualmente è in corso di aggiornamento l'ottavo volume,
sempre con pieno rispetto dell'impostazione che, fin dal
l'inizio, Tarbell aveva dato al proprio lavoro di ricerca e di
spiegazione dei giochi. È un vero e proprio trattato sulla
prestidigitazione dalla A alla Z. Infatti, inizia con lo studio
della magia degli stregoni delle foreste africane, dei sacer
doti-maghi dell'antico Egitto e dei custodi-maghi dei tem
pli del paganesimo. Il tutto descritto da una penna davve
ro straordinaria e fondato su una cultura specialistica
Immensa.
•
149
re e raffigurante un mago intento a eseguire il cosiddetto
"gioco dei bussolotti". Quest'opera di Christopher è un
testo fondamentale per la rievocazione della storia della
magia dal 1 700 a.C. alla fine degli anni Sessanta.
Per lo studioso che volesse approfondire qual è stato il
contributo della magia allo sviluppo della cultura filosofi
ca e la storia degli eventi prodigiosi attraverso i secoli,
consiglio di leggere l' Histoire de la Magie et de ses Dogmes
d i Louis Chochod, edito nel 1 9 4 9 e successivamente
ristampato dalla Payot di Parigi nel 1 97 1 . Non parla dei
prestigiatori nel senso corrente della parola, bensì dei per
sonaggi che hanno praticato la magia nella sua globalità, e
si basa su approfondite ed esaurienti ricerche bibliografi
che e storiche. Infatti tra gli argomenti trattati figurano la
magia nella Bibbia, la magia e la scienza dei Caldei, le dot
trine segrete dell'antico Egitto e dell'Estremo Oriente, la
magia in Grecia e a Roma, quella medioevale e dei tempi
moderni in Europa.
Infine, il lettore che voglia ripercorrere la cultura magi
ca in tutte le sue ramificazioni e ritrovarla sviscerata nei
giudizi dei personaggi storici che l'hanno praticata, può
accostarsi alle opere che seguono e che dell'arte magica
costituiscono il sommario più ricco e documentato.
Si può cominciare con i fohn Booth Classics del 1 9 4 1 ,
e proseguire con Psychic Paradoxes (New York, Prometeus
Book, 1 984) in cui si incontrano i più noti "mentalisti"
stat u n i te n s i , come Anneman , D u n n i nger, Kuda B ux,
Mardoni, Tom e Liz Tuckers, Uri Geller e altri. L aspirante
prestigiatore si troverà di fronte alla fenomenologia dello
spiritismo e ai prodigi psichici effettuati dai più celebri
medium d'America.
I sopra citati Classici di John Booth, autore che recente
mente mi ha chiesto di scrivere la prefazione alla sua pros
sima opera, comprendono la trilogia A Conjurer's Re-
150
minescences, Forcing Ahead in Magie, Marvel of Mistery,
ristampati tra il 1 944 e il 1 9 5 3 da S u p reme Magie,
Bideford, Devon, in Inghilterra, Wonder Magie del 1 986,
Dramatic Magie del 1 988, Creative World of Conjuring del
1 990, Conjurians' Discoveries del 1 992, The Fine Art of
Hocus Pocus del 1 996 e Keys to Magic's lnner World, edito a
Water Town, nel Massachusetts, nel 1 999. Alcune di que
ste opere sono ancora disponibili presso la Ridgeway
Press, di Las Alamiros, 1 2032 Monteciro Road, Cali
fornia, u . S . A .
Sono tutte opere grazie alle quali ci si può immergere
in un bagno di cultura davvero rivitalizzante, grazie alla
prosa colta ma estremamente chiara di un grande scrittore
come John Boorh, il quale vi prende per mano e vi ac
compagna attraverso ogni branca della magia. L'aurore
spiega rutto ciò che è accaduto nel mondo della prestidigi
tazione attraverso l'attività dei suoi principali protagonisti,
compresa la spiegazione di vari giochi. Per la freschezza
della testimonianza sulla storia della magia dal 1 940 a
oggi vissuta in prima persona e non tratta da resti altrui,
Boorh è considerato il più grande scrittore conrempora-
neo m marena.
• o
151
perché costituiscono il meglio di quanto la nostra lettera
tura magica ha prodotto fino ai giorni nostri.
Per chi vuole approfondire il tema storico dell'arre che
lo appassiona, ricordo ancora che è possibile trovarne un
esauriente svolgimento nel mio illustratissimo Arte magica
(Milano, Rusconi, 1 977) , il cui sottotitolo Illusionisti,
trucchi e magie di tutti i tempi ne annuncia chiaramente gli
intenti storiografici.
Vorrei infine ricordare alcuni autori contemporanei ita
l iani che in questi ultimi anni hanno pubblicato, per
diversi editori o in proprio, libri di impostazione manuali
stica, cioè destinati al pubblico "profano" e non ai profes
sionisti della magia. Si tratta di autori degni di tutta la
mia stima e del mio rispetto: Alexander, Tony Binarelli,
Marco Casellato, Alfredo Castelli, Salvatore Cimò, Carlo
Faggi, Stefano Macri Masi, Vito Maggi, Martin, Dario
Moda, Carmelo Picco l i , Massimo Polidoro, Vi n icio
Raimond i , Jean Xueref, Fernando Riccardi, Riccardo
Romagnoli, Sales, Zelpy.
Chiudo citando l'Università Italiana di Magia immeri
tatamente intitolata al sottoscritto, la Silvan Magie Aca
demy, di cui fanno parte, in numero chiuso, venti allievi.
Questi partecipano a due stage annuali tenuti da famosi
maghi italiani e stranieri. Lindirizzo è il seguente: Pro
fessor Attilio Rampazzo, Via Risorgimento, 40 - 3 5030
Selvazzano Dentro (Padova) .
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