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Fiabe Striscianti - Scheletri.com
Fiabe Striscianti - Scheletri.com
“Fiabe Striscianti”
eBook n.1 - Edizione giugno 2003
Realizzazione: Scheletri.com
Copertina: Alessandro Balestra
www.scheletri.com - info@scheletri.com
“Tornando a casa” © 2003 Biancamaria Massaro - “L’uomo e il ragno” © 2003 Diego Matteucci - “La
lucerna” © 2003 Pasquale Francia - “Cavie” © 2003 Michele Bruzza - “La legge del taglione” © 2003 Marco
Gorra - “Sotto due metri di terra e ironia” © 2002 Fabio Lastrucci - "La sedia" © 2003 Monica Tessarin - "Il
capo del capo" © 2003 Cristiano Tassinari - "Nella tana del mostro" © 2003 Francesco Cortonesi - "Il mazzo
di chiavi" © 2003 Fabio Marangoni - "Prigioniero" © 2003 Stefano Pradel - "Cose inaccettabili" © 2003
Antonio Ferrara - "Regole" © 2003 Lucy Daniel - "La Notte della Mietitura" © 2003 Alec Valschi -
"Autopsia" © 2003 Giorgio Marconi - "Spooky" © 2003 Franc'O'Brain
Questo eBook può essere liberamente divulgato su internet, in seguito all’autorizzazione degli autori
di questa raccolta. In nessun caso può essere richiesto un compenso per il download di questo file
che rimane proprietà letteraria esclusiva dei rispettivi autori. Sono consentite copie cartacee dell’eBook
per esclusivo uso personale o per altre forme di divulgazione gratuita, ogni altro utilizzo diverso da
questi è da ritenersi vietato e punibile dalla legge. Tutti i diritti di copyright di quest’opera appartengo-
no ai rispettivi proprietari.
Fiabe Striscianti - Scheletri.com
Fiabe Striscianti
Indice
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Tornando a casa di Biancamaria Massaro . . . . . . . . . . . . . . 11
L’uomo e il ragno di Diego Matteucci . . . . . . . . . . . . . . . . 12
La lucerna di Pasquale Francia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Cavie di Michele Bruzza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
La legge del taglione di Marco Gorra . . . . . . . . . . . . . . . . 15
Sotto due metri di terra e ironia di Fabio Lastrucci . . . 16
La sedia di Monica Tessarin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
Il capo del capo di Cristiano Tassinari . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Nella tana del mostro di Francesco Cortonesi . . . . . . . . . 19
Il mazzo di chiavi di Fabio Marangoni . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Prigioniero di Stefano Pradel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Cose inaccettabili di Antonio Ferrara . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Regole di Lucy Daniel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
La Notte della Mietitura di Alec Valschi . . . . . . . . . . . . . 24
Autopsia di Giorgio Marconi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Spooky di Franc'O'Brain . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Gli autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Fiabe Striscianti - Scheletri.com
Fiabe Striscianti - Scheletri.com
Prefazione
Cari Lettori,
avete mai pensato a quanto il destino sia bizzarro? Il mio lo è stato sicuramente
visto che, qualche anno fa, se qualcuno mi avesse detto che avrei scritto la prefazio-
ne di un libro, gli avrei sicuramente riso in faccia; adesso invece sono qui a presen-
tare “Fiabe Striscianti”, che non è un libro vero e proprio ma un eBook: un testo che
non possiede il fascino della carta ma che ugualmente può dare tante emozioni.
“Fiabe Striscianti” è un’antologia horror che raccoglie i racconti più belli, scelti tra
tutti quelli che sono stati inviati al concorso letterario “300 Parole Per Un Incubo”,
iniziativa organizzata dal sito Scheletri.com.
La cosa più curiosa che accomuna le opere di questo eBook è senza dubbio la
lunghezza del loro testo, infatti nessuna di queste supera le 300 parole!
A questo punto sorge spontanea una domanda: è possibile che un racconto tanto
breve possa stupire, spaventare e magari essere avvincente quanto uno lungo?
Per scoprirlo non vi resta altro che leggere le “fiabe” di questo eBook e “strisciare”
nelle perverse dimensioni che si apriranno magicamente davanti a voi...
Alessandro Balestra
giugno 2003
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TORNANDO A CASA
di Biancamaria Massaro
Vincitrice del concorso “300 Parole Per Un Incubo” 2003
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L’UOMO E IL RAGNO
di Diego Matteucci
2° classificato al concorso “300 Parole Per Un Incubo” 2003
12
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LA LUCERNA
di Pasquale Francia
3° classificato al concorso “300 Parole Per Un Incubo” 2003
‘è una lucerna sulla credenza del salotto, così vecchia che mia nonna non ha
C memoria di chi l’abbia trovata e di come sia finita in casa nostra. Di certo, mio
padre mostra di averne paura e per questo, la tiene chiusa in una vecchia scatola di
scarpe ridotta ormai a brandelli ed impedisce a chiunque di mettervi sopra le mani.
Non comprendo il motivo che ispiri così tanta paura al mio caro genitore, ma cono-
scendone profondamente il carattere, e sapendolo uomo di forte volontà e robusta
mente, credo che il suo terrore possa benissimo risiedere in una remota esperienza
vissuta a causa di quello strano ed affascinante oggetto.
Devo capire, però, e per questo ho bisogno di vedere… qual è il segreto della lucer-
na?
Così, aspetto che la casa sia vuota. Corro davanti alla credenza ed apro la scatola: che
meraviglia! Un oggetto così bello, di un verde più puro della giada, ricoperto d’intricati
intarsi…
Li avverto sotto i miei polpastrelli, li sfioro, li libero dalla polvere.
I miei occhi si concentrano nell’esame di quei curiosi particolari, avidi di conoscen-
za, ma una fitta al petto, improvvisamente, mi fa trasalire: l’orrore che provo è così
forte da farmi tremare le gambe, da togliermi il fiato, perché ciò che vedo non può
essere reale!
Centinaia di corpi che si contorcono nella sofferenza, rilievi prima statici che ora
animano la superficie della lucerna e che vorrebbero tornare alla libertà!
Anime prigioniere, di quale età, di quale tempo, io non saprei dire.
E proprio come tanti prima di me, mi ritrovo prigioniero della mia curiosità, cattura-
to dalla lucerna, spaventosa alchimia che non trova spiegazioni.
Invano, mio padre, pronunzierà il mio nome…
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CAVIE
di Michele Bruzza
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La terra era ancora fresca, e ci mise poco. Lavorava in modo febbrile, ché se avesse
pensato anche solo un attimo a ciò che faceva sarebbe impazzito; quando la falce di
luna illuminò i fregi della bara, ristette ansimante per qualche minuto.
Aprì la cassa, e si trovò a fissare il volto di Prospero; le due orbite nere e vuote
sembravano enormi, urlavano, reclamavano ciò che spettava loro…
Mezz’ora più tardi aveva finito. Si alzò e si incamminò con passo incerto e barcollan-
te, come un ubriaco. Il volto rigato da scure strisce di sangue, sorrideva.
Gli occhi non lo avrebbero più perseguitato, adesso.
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LA SEDIA
di Monica Tessarin
ighissima.
F Beppe e Marika erano fermi sul bordo della pedana, gli zaini carichi di libri
scolastici abbandonati dietro il biliardino.
Nicola l’aveva già vista il giorno prima e la trovava la migliore attrazione di tutta la
sala giochi.
- Fanno quattro gettoni - disse con aria superiore. - Li ho già presi. Chi si siede per
primo?
Beppe si chinò per toccare una cinghia e sgranò gli occhi. - Sembra vero!
- Mi fa una certa impressione - disse Marika facendo un passo indietro. - Voglio dire,
è solo un gioco, no? Credo sia troppo di cattivo gusto per essere veramente diverten-
te.
Nicola strinse i gettoni metallici nella mano fino a farli diventare viscidi di sudore. -
E’ una sedia elettrica, mocciosetta. Se fosse stata una sedia da barbiere nessuno avrebbe
pagato quattro gettoni per sedersi!
- Ma l’hai vista funzionare? Cosa ti fa? Trema tutta, ti dà qualche scossone, ti spara
qualche lampo di luce? Magari anche un filino di fumo?
- No, non mi rovinare la sorpresa - intervenne Beppe strofinandosi le mani eccitato.
- Stare lì seduto, legato come un salame, e non sapere esattamente quello che mi
succederà. Questa io la chiamo una grande esperienza.
Lo aiutarono a salire e a sistemarsi la cervelliera di metallo. Aveva l’aria vagamente
preoccupata e Marika sorrise nervosa.
Nicola inserì i gettoni e afferrò la grossa leva accanto al pannello dei comandi. Trat-
tenne il fiato e lo lasciò uscire lentamente. Era consapevole che la vera emozione la
provava chi tirava la leva, non chi sedeva sulla sedia. Il potere immenso in un solo
gesto. E qualche rudimentale nozione di elettricista. La polarità invertita nel quadro
elettrico, un sapiente sabotaggio dei fili, qualche contatto in più.
Questa lui l’avrebbe chiamata una grande esperienza.
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IL MAZZO DI CHIAVI
di Fabio Marangoni
ngelina camminava svelta lungo il viale alberato del quartiere dove abitava, una
A zona residenziale di basse villette a schiera e parchi verdi. Erano le sei del mat-
tino e c’era ancora buio per la strada se si escludono i radi lampioni.
Aveva staccato dal fast-food e stava tornando a casa. La fermata dell’autobus era cin-
quecento metri prima della sua porta e intanto cercava le chiavi nella borsetta.
- Rossetto, mascara, mentine, l’agendina... dove diavolo sono finite? ... lasciate
nello spogliatoio, e dove se no?
Poi una voce interruppe le sue ricerche.
Spaventata si voltò indietro e vide una figura nascosta dietro un’auto in sosta. Era lui,
non aveva dubbi, quello che dicevano i giornali. Ne aveva già sgozzate tre. Ma lei
poteva salvarsi. Se solo avesse trovato le chiavi!
- Ma dove sono!!!
Affrettò il passo ma l’uomo le tenne dietro coprendo il ticchettare dei suoi tacchi.
- Perché non le trovo! Maledizione!!
La figura alle sue spalle agitava la mano sbracciandosi esageratemente. Angelina di-
sperata correva solo senza più voltarsi sperando di trovare aiuto.
Ma lui la stava raggiungendo, era troppo lenta sui tacchi e quando l’afferrò per un
braccio urlò a squarciagola.
Non sentiva nemmeno quello che le diceva e tentò il tutto per tutto lanciandosi verso
la strada profittando di un attimo di distrazione del suo inseguitore.
A quell’ora girava puntuale l’angolo la camionetta della raccolta rifiuti guidata dal
vecchio Berto.
La vide spuntare all’improvviso e non bastò frenare per evitarla. Un tonfo ovattato e
si alzò come una banderuola per cadere qualche metro più in là come uno straccio.
Ora un rivolo rosso colava dalla bocca della bella Angelina e una buffa cartina geo-
grafica andava spandendosi sull’asfalto.
L’uomo era rimasto sbigottito sul ciglio della strada. Con il mazzo di chiavi smarrito
in mano.
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PRIGIONIERO
di Stefano Pradel
hiudo gli occhi. Non resta più nulla da vedere ormai. Solo ombre vuote, vaghe e
C sfuggenti nella nebbia che mi circonda da tanto, troppo tempo.
Le pareti si stringono ogni giorno di più, soffocandomi, schiacciandomi, condannan-
domi all’oblio più nero. Ho perso il ricordo di ciò che ero e di come sia potuto finire
prigioniero qui, in questo luogo irreale e dimenticato. Mi chiedo solo di quale orren-
do crimine io mi sia macchiato per dover sopportare una così crudele punizione. Non
importa, sento che il tempo della libertà e delle risposte è vicino, ora più che mai.
Posso ancora sopportare quest’aria calda e corrotta che ad ogni respiro riempie come
un veleno i miei polmoni ma non posso resistere ai languidi sospiri e ai sottili bisbi-
gli di queste mura. Parlano una lingua antica e perduta che, con i suoi suoni striduli,
mi riempie di terrore. E questo cuore che pulsa, oltre i confini della mia dimora,
pesante ed inarrestabile, popola con il suo ritmo gli incubi che vivo in questa notte
perpetua.
Il buio ricopre ogni speranza con il suo strato spesso e coriaceo ma non m’impedisce
comunque di sentire lo strascichio sempre più forte della luce che, impaziente, si
agita là fuori, cercando un varco per entrare.
Pochi secondi. Ed ogni cosa trasfigura.
Uno spiraglio si apre lento sopra i miei occhi, la luce stessa della creazione irrompe
prepotente in quella minuscola crepa, accecandomi.
Per un istante comprendo il significato profondo delle cose. Tutto mi è chiaro. La
conoscenza mi riempie totalmente, spingendomi a desiderare di rimanere sospeso in
eterno in questo stato di completezza assoluta.
Questo non mi è concesso, lo so. E varcata quella soglia il sapere sarà smarrito per
sempre.
Dico addio alla mia prigione, è tempo di nascere.
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COSE INACCETTABILI
di Antonio Ferrara
ichard era seduto alla scrivania e non poteva credere alle sue orecchie.
R ”Ma cosa stai farneticando!” sbottò.
Il lume della ragione era perso. Nella penombra dell’angusta camera, Richard non
poteva credere alle parole della madre.
”Ti dico solo la verità”
”Questa verità!” rispose Richard tenendosi la fronte con la mano”
Il suo sguardo era perso in quella penombra che sembrava avvolgerlo nel suo
claustrofobico abbraccio. La madre era a pochi metri da lui. Il volto dell’anziana don-
na era per metà illuminato dal giallastro lume della scrivania.
Quella donna, sua madre, che Richard aveva tanto amato, ora non era che un nefasto
messaggero ai suoi occhi. Una figura nefasta portatrice di sventure. La voce della
donna arrivava alle orecchie di Richard come una moltitudine di condanne.
Tutto era chiaro adesso, tutto ritornava, tutto era fin troppo palese perché non qua-
drasse. Era come un dannato puzzle dove ogni pezzo s’incastonava alla perfezione
con l’altro. Era qualcosa oltre l’umana concezione.
”Mamma, ma com’è possibile. Mi dici cose inaccettabili!”
”Si tratta di cose che solo una volta nella vita riusciamo a provare e comprendere”
”Ma cosa dovrei comprendere? Tu sei morta da dieci anni, e adesso sei qui nel mio
ufficio a parlarmi! Devo svegliarmi, non può essere vero, non posso crederci!”
farneticò alzandosi e dirigendosi verso la finestra.
”Devi figliolo, devi credermi quando ti dico che dobbiamo andare”
”Ho ancora tante cose da fare. Non posso passare a miglior vita proprio adesso! Lo
capisci... Non posso!” sbraitò Richard voltandosi verso la madre.
Il volto della donna era in penombra e Richard non poté scrutarlo. Qualcuno era sedu-
to alla scrivania. Qualcuno di veloce e strisciante si era seduto alla sua scrivania…
Aveva una camicia bianca e il volto pallido. Gli occhi dell’uomo erano sgranati e fissi
nel vuoto…
Era lui!
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REGOLE
di Lucy Daniel
ezzi di carne erano sparsi sul pavimento e l’odore del sangue nella stanza era
P nauseante. Laura guardò quello scempio e si rese conto che era tutto ciò che
rimaneva del suo fidanzato. Laura si sentiva strana ma felice, come la prima volta che
aveva baciato Renè e aveva scoperto di essere una lesbica come lei.
”Che facciamo adesso”, Renè fissava i pezzi del fratello sul pavimento.
”Andiamocene”
”Sei pazza! Arriveranno i miei…”
”E allora? Vuoi risparmiargli lo spettacolo? Come pensi di far sparire tutto?”
”Brucerò questa casa, non troveranno nulla di tutto questo!” Renè uscì dalla stanza,
ma la voce imperiosa di Laura la fermò.
”Abbiamo usato i guanti. Prima regola del delitto perfetto: non lasciare tracce. Non
risaleranno mai a noi, ok! E poi ci deve essere un cadavere, perché noi abbiamo già un
assassino, ricordi?”
Renè abbassò lo sguardo:”Volevo solo cancellare ogni ricordo delle violenze che mi
ha fatto subire qui.”
”Seconda regola: non attirare l’attenzione altrui.”
Laura le si avvicinò e la baciò: ”Nessuno ti farà più del male, tesoro. Terza regola:
trovare un capro espiatorio. Lasceremo in questa stanza il portafogli dell’insegnante
di musica di Marco. Accuseranno lui di tutto questo: ieri, lui e Marco hanno avuto
una violenta discussione in aula. Fidati di me.”
Dopo aver gettato il portafogli sul pavimento, Laura prese Renè per mano e insieme
scesero le scale. Sull’ultimo gradino, Renè si fermò di colpo e sul suo viso comparve
un sorriso beffardo e diabolico.
”Abbiamo dimenticato una regola molto importante, sai?”
Laura ruotò su se stessa e non fece tempo a proferir parola perchè Renè, che ancora
stringeva l’ascia tra le mani, le tagliò la gola con un colpo deciso.
Mentre il suo sangue schizzava sull’abito verde di Renè, Laura udì queste parole echeg-
giare nell’aria: ”Quarta regola, tesoro: non lasciare testimoni”.
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AUTOPSIA
di Giorgio Marconi
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SPOOKY
di Frank’O’Brain
ormiva di un sonno agitato mentre il cane di pezza la guardava. Era perfido, mi-
D naccioso. Sembrava dirle: “Sto venendo. Preparati!”
Si rigirò tra le lenzuola. Spooky era un regalo dal padre. Ma lei non aveva chiesto
nulla al caro papà. Spooky: una di quelle “hush puppies” che dovrebbero cullare i
bimbi nel sonno. Perché allora Susetta diffidava?
Semplice: perché Spooky la tormentava persino nei sogni.
Le scivolava accanto come l’ombra di un vascello mentre lei riviveva, allo specchio
onirico, le immagini di qualche sera prima. Il viso del padre si mostrava allungato,
deformato, sgradevole.
- Spogliati -: un sussurro esile, quasi un ronzio di mosca.
Era stato lui a parlare? O quel comando era uscito dal televisore? Susetta non sapeva.
Si era spogliata. Per dopo rimanere sul lettino come esanime. Tornava a spogliarsi
ogni notte, nel sogno.
Le aveva fatto male, facendola sanguinare. La indisponeva non poter raccontare nulla
a mamma. La povera donna faceva i turni di notte...
- Spogliati.
Sollevò le palpebre. Di chi era la voce? Prima, i suoi incubi a occhi aperti erano
popolati di draghi, basilischi, sirene e mostri marini, ma bastava un sorriso del padre
per ristabilire la normalità. Da qualche sera, però, la cameretta ospitava un parassita
ben più pericoloso. Spooky la fissava. Ansimava. Un suono che lei già conosceva.
- Guarda che bel giocattolo! - le aveva detto il padre. - Ma acqua in bocca, eh? Mam-
ma non capirebbe...
Spooky rise: la risata di un uomo adulto. Le si avvicinò piano.
Superando l’attimo di paralizzante orrore, Susetta infilò la mano sotto il cuscino e gli
affondò il coltello nel ventre nudo e peloso. Mandò un urlo di gioia quando uno schizzo
di siero scarlatto le imbrattò faccia e sottanina. Poi cominciò ad aprirsi la strada
verso il cuore.
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Gli autori
Biancamaria Massaro è nata nel 1970 a Roma. Nelle sue opere preferisce affrontare i temi fantastici,
spaziando dalla fiaba alla fantascienza, fino ad arrivare ai generi horror e thriller. Ama soprattutto creare
situazioni in cui tutto ciò che è conosciuto e quotidiano - che sia un oggetto, un luogo o un’azione comune
- si trasforma in qualcosa di assurdo o imprevedibile. Da qualche anno partecipa con successo a nume-
rosi concorsi letterari.
Diego Matteucci è nato a Portomaggiore (FE) il 06/04/76, risiede da sempre a Codigoro (FE). Comincia a
scrivere nell’agosto del 1993 con la stesura di un romanzo epico ambientato tra due mondi (mai terminato
per mancanza di “pratica”). Intraprende gli studi di Psicologia a Padova, perché incantato da quel fantasti-
co e misterioso mondo quale è la mente. All’attivo, un romanzo e vari racconti di natura orrorifico/enigma-
tica. Nel dicembre 2002 è uscito il suo primo romanzo “Seguimi!” edito dalla Editrice Clinamen di Firenze.
Sito personale: www.diegomatteucci.it
Pasquale Francia , nato il 9 luglio del 1975 a Nocera Inferiore (SA), vive ad Agropoli, tranquilla cittadina del
Golfo del Cilento. Ama scrivere racconti fantastici ed ha collaborato su invito con diverse webzine. E’
appassionato di storia militare e gestisce un sito completamente dedicato alla battaglia di Waterloo (18
giugno 1815). Tra i suoi scritti: Le indagini di Robert Price (raccolta di racconti del mistero imperniati sulla
figura di un investigatore dell’occulto di fine ottocento) Il diorama ed altri racconti (raccolta di racconti di
genere vario, scritti in tempi diversi) Nimzowitsh: l’ipermoderno; Come giocare il Gambetto Evans (saggi
di natura scacchistica). Attualmente sta studiando sodo per conseguire una laurea.
Michele Bruzza è nato nell’ormai lontano 1977 a Pavia e da allora una sola cosa lo ha saputo emozionare
sopra ogni altra, l’arte nelle sue molteplici e a volte inconsuete forme espressive. Scrive da poco ma la
passione per la letteratura (in particolar modo per quella horror) la coltiva da molti anni. Attualmente sta
cercando di realizzare un romanzo la cui trama è, a suo giudizio, parecchio interessante. Altre sue grandi
passioni sono la musica e l’immagine, di quest’ultima ne ha fatto la sua professione (grafico pubblicita-
rio). L’autore che in assoluto apprezza di più e H.P.Lovecraft e l’opera che lo ha maggiormente colpito è “Il
colore venuto dallo spazio”.
Marco Gorra, nato nel 1982, frequenta la Facoltà di Giurisprudenza, lavorando nella redazione romana di
un noto quotidiano nazionale. Appassionato di letteratura di ogni genere (Buzzati, Eco e Calvino su tutti)
batterista, laziale. Vaste frequentazioni musicali (da Branduardi agli Immortal passando per gli Europe e
Tony Tammaro). Sulla sua tomba non ci sarà il suo nome, ma solo questa frase: In omnibus requiem
quaesivi, et nusquam inveni nisi in angulo cum libro.
Fabio Lastrucci, Napoli 1962 - Scultore e illustratore, ha pubblicato racconti sulla rivista “Strane Storie” –
Lo Stregatto Editore e sulle antologie “Oltre il reale” – Edizioni Malatempora e “Fata Morgana 6” – Edizioni
Libri Nuovi. Tra una cosa e l’altra ha imbroccato un primo premio al concorso “Cosseria Galactica 2000”,
arrivando finalista e/o segnalato in altri concorsi. Sopraffatto da tanto successo non demorde.
Cristiano Tassinari, 33 anni, ferrarese, ha tre grandi passioni: parlare, scrivere e leggere. E si è dato
sempre molto da fare proprio in queste direzioni: lavorando per tv, case editrici e giornali. Ma il suo sogno
è diventare il Ken Follett del 2023. Magari anche prima... Sito personale: www.cristianotassinari.com.
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Francesco Cortonesi è nato ad Arezzo nel 1971, in aprile. Oltre a numerosi racconti, ha scritto anche
sceneggiature e drammi. I cortometraggi prodotti dalle sue sceneggiature hanno ricevuto numerosi premi
nazionali. Gli spettacoli teatrali no. Ha appena terminato di scrivere e autoprodursi “Ombre d’Ottobre”,
considerato il primo fotoromanzo gotico italiano. Francesco Cortonesi attualmente vive ad Arezzo vicino ad
un campo da calcio dove da sempre sogna di esordire. Fino ad oggi non c’è ancora riuscito.
Fabio Marangoni è nato a Torino il 29/05/79, dove tuttora vive e lavora. Affascinato dalla scoperta, durante
le scuole, dei poeti simbolisti francesi, inizia a comporre poesie che vengono riunite successivamente
nella raccolta “Il sogno della crisalide”, ancora inedita. Da qualche anno scrive storie, soprattutto racconti
brevi, incentrati sul mistero e sul fantastico e ispirati dagli autori americani dell’Ottocento, Poe in primis,
ma anche influenzati dal movimento milanese della Scapigliatura. Ha esordito editorialmente pubblican-
do il racconto “Le ceneri” sul volume “Visioni Infernali”, Edizioni G.Ho.S.T. Collabora saltuariamente con
una prestigiosa rivista per adulti. Nel 2003 pubblica il suo primo libro, “Neroanimale”, una raccolta di
racconti che mescolano abilmente tematiche tradizionali del mistero e dell’orrore con quelle stilisticamente
più moderne del noir di periferia, per le Edizioni Il Foglio.
Stefano Pradel è nato il 23 marzo del 1985 a Feltre (in provincia di Belluno). Risiede in un paesino tra i
monti del Trentino e frequenta tutt’ora un liceo ad indirizzo tecnico. Suona e scrive per hobby sperando un
giorno di poter realizzare qualcosa di serio.
Antonio Ferrara è nato a Napoli il 08/09/1976. Appassionato di horror fin da piccolo, colleziona statue e
maschere dell’orrore. La scrittura la scopre un giorno d’estate del 2000, quando si siede su un tavolino
sotto l’ombrellone e butta giù un romanzo di 200 pagine. Il romanzo è ancora inedito, l’opera è stata
completata ed editata solo di recente. E’ attualmente al lavoro su un altro romanzo, mentre continua a
scrivere racconti per proporli a concorsi. In attesa di diventare famoso...
Lucy Daniel è nata in Piemonte il 15 ottobre del 1979. Da un paio d’anni vive in una città e si è lasciata alle
spalle la campagna dell’infanzia, che con i suoi boschi avvolti nelle tenebre e i melanconici colori dell’au-
tunno ha alimentato la sua immaginazione, risvegliando in lei, anno dopo anno, la passione per il maca-
bro. Scrive da quando aveva nove anni, all’epoca si cimentava nel comporre poesie. A sedici anni ha scritto
il suo primo racconto di paura: si intitolava “Anime dannate”, alcuni suoi compagni di classe dell’epoca ne
hanno letto la prima bozza, ma non hanno mai saputo il finale: in un momento di rabbia (mancanza di
fiducia nelle proprie capacità e delirio melanconico adolescenziale) l’ha gettato nel fuoco della stufa (si
dimostrò un ottimo combustibile). Scrivere l’affascina, perché significa uscire dalla realtà che ci circonda:
è come liberare la propria anima dal corpo, riferisce Lucy. Negli ultimi due anni sta lavorando a due
romanzi e chissà un giorno...
Alessio Cesare Valsecchi nasce il giorno dei morti del 1972 ad Erba (CO). Alec Valschi, il suo alter ego
creativo, vive dal 1994, con i primi timidi tentativi di scrittura ai tempi del servizio militare. Ad oggi è autore
di alcune decine di racconti di vario genere oltre che avido consumatore di fumetti, narrativa, e musica.
Triste pendolare per cause di lavoro durante i giorni feriali, nei weekend divide il suo (pochissimo) tempo
libero tra la sua ragazza, gli amici, lo sport, internet, i viaggi, e la scrittura. Sito personale: www.latelanera.com
Giorgio Marconi nasce a Roma il 14 aprile 1967. Ha conseguito il diploma di maturità scientifica nel 1986.
Dal 1991 opera nel campo informatico. Attualmente lavora per una società multinazionale europea in
qualità di Project Manager. Appassionato di letteratura contemporanea, amante dei gialli, thriller, fanta-
scienza e fantasy. Ha partecipato a numerosi concorsi ed iniziative letterarie.
Siamo in tre: Io, Franc’O’Brain e l’Altro. Franc’O’Brain è quello che scrive racconti; l’Altro è Peter Patti, che
finanzia l’intero progetto e nel suo tempo libero produce letteratura “colta”; quanto a Io... a me... della
cooperativa autori sono quello che va a comprare i panini e porta il caffè. Senza il sottoscritto gli altri due
non potrebbero esistere, né coesistere. Sito personale: it.geocities.com/francobrain/francobrain.htm.
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